aprile 2016
Acqua N°59
Alla ricerca dell’efficienza Laboratorio SPL Collana Acqua
Abstract Promuovere l’efficienza è certamente uno dei compiti della regolazione economica. Il metodo tariffario per il periodo 2016-19 introduce un riferimento ai costi operativi medi pro capite nazionali, discriminando in base a tale soglia il limite di prezzo e la possibilità di accedere a percorsi di miglioramento della qualità decisi dagli EGA. L’attuale meccanismo, abbastanza rudimentale, ha almeno due limiti. Il primo è che penalizza i territori destinatari di forti afflussi turistici, le gestioni non integrate e quelle che utilizzano beni di terzi. Il secondo, anche più delicato, è che veicola messaggi non coerenti circa le reali condizioni di efficienza, efficacia ed economicità delle gestioni. Occorre mettere a punto i “costi standard”, costi di riferimento che siano in grado di tenere adeguatamente conto delle specificità e del contesto operativo in cui le gestioni sono inserite. Promoting efficiency is certainly one of the tasks of economic regulation. The 2016/2019 water tariff method introduces a tie to the per capita national average operating expenditures, which becomes the trashold for different price cap and for the access to quality improvement paths identified by the regulatory bodies of the optimal territorial areas. The current, quite rudimental, mechanism has at least two limits. The first limit is that it penalizes the highly turistic territories, the non vertically integrated operators and those using third parties assets. The second limit is that it conveys messages which are not consistent with the real conditions of efficiency and effectivenes of the operators'management. There is the need to develop "standard costs", which are reference costs able to adequately take into consideration the peculiatiries of the operative context REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it) Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Utilitalia-Utilitatis, SMAT, IREN, CO.MO.I. Group, Veolia, Acquedotto Pugliese, HERA, Metropolitana Milanese, Crif Credit Rating Agency, Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico e Cassa Depositi e Prestiti, Viveracqua Gruppo di lavoro: Donato Berardi, Francesca Signori e Samir Traini e-mail: laboratorio@refricerche.it
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La missione
Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è una iniziativa di analisi e discussione che intende riunire selezionati rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali. Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente. Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese. Donato Berardi Direttore e-mail: dberardi@refricerche.it tel. 02 87078150
Acqua N°58
Alla ricerca dell’efficienza
Efficienza cercasi Predisposizione proposte tariffarie 2016- 2017
Obiettivi di efficienza e efficacia nelle scelte del regolatore
Miglioramenti di produttività e efficienza in attesa di adeguato riconoscimento
MTI: costi standard eliminati e meccanismo di efficientamento rinviato
Incentivi all’efficienza insiti nel price-cap e revenue cap
Entro la fine del corrente mese di aprile 2016 gli Enti di Governo d’Ambito (EGA) sono chiamati a predisporre le proposte tariffarie per il biennio 2016-2017. Tali proposte dovranno essere confezionate secondo i criteri dettati con il nuovo Metodo Tariffario Idrico (MTI-2)1, in un linea di continuità quelli del precedente Metodo Tariffario Idrico2.
Non vi è dubbio che le scelte del regolatore siano state dettate dalla volontà di perseguire obiettivi di efficienza e di efficacia nell'erogazione del servizio idrico, promuovendo la ricerca di dimensioni industriali e finanziarie delle gestioni adeguate, al fine di garantire un servizio di qualità. Il tema della promozione dell’efficienza delle gestioni è rimasto in questi anni in attesa di un pieno e compiuto riassetto. Prima ancora che nel MTI-2 AEEGSI aveva proposto l’adozione dei costi standard nell’ambito dei lavori per la definizione del MTI per gli anni 201213 (DOC 290/2012/R/idr). In quel contesto le formule parametriche proposte erano state pur tuttavia da più parti avversate perché ritenute inadeguate a rappresentare la vasta eterogeneità di situazioni gestionali presenti sul territorio nazionale.
Al termine del procedimento di consultazione i costi standard erano stati così espunti e la regolazione era rimasta orfana di un meccanismo di efficientamento dei costi, rimandato a periodi regolatori successivi. In quel frangente si riteneva che una operazione più precisa sarebbe stata possibile solo in un momento successivo all’adozione dei criteri per l’unbundling contabile3. Non è però corretto affermare che i metodi tariffari che si sono susseguiti in questi anni non hanno offerto alcun incentivo al miglioramento dell’efficienza.
L’intera famiglia dei meccanismi regolatori price-cap e revenue cap, quali quelli del tipo attualmente in suo, offre migliori incentivi all’efficienza rispetto al più rudimentale riconoscimento a piè di lista dei costi. Infatti, in presenza di un vincolo alla crescita dei ricavi o dei prezzi, ogni risparmio di costo, conseguente agli sforzi per aumentare l’efficienza, può essere trattenuto dal gestore e sostenerne la profittabilità. 1 Delibera AEEGSI 664/2015/R/IDR. 2 Delibera AEEGSI 643/2013/R7IDR. 3 Come è noto, AEEGSI ha approvato di recente il nuovo testo integrato sull’unbundling contabile, che estende al servizio idrico integrato le regole contabili vigenti per i settori dell’energia elettrica e del gas (Delibera AEEGSI 137/2016/R/com). Grazie a quest’ultimo sarà possibile sanare la mancanza di informazioni per centro di costo riferite al servizio idrico integrato.
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Sforzo di efficientamento contenuto da revisioni tariffarie ravvicinate
MTI-2 riapre il tema dell’efficienza
E’ parimenti vero che tale incentivo è tanto più forte quanta maggiore è la distanza che separa tra loro le revisioni tariffarie successive, giacché normalmente all’atto di ciascuna revisione tariffaria parte dei guadagni di efficienza conseguiti dalle gestioni vengono trasferite ai consumatori. In questo senso, revisioni tariffarie ravvicinate, quali quelle intercorse negli ultimi anni, non hanno certamente offerto un adeguato incentivo al miglioramento dell’efficienza, nella percezione che lo sforzo “non richiesto” profuso dalle gestioni sarebbe stato acquisito dalla regolazione come windfall gain.
Di recente, il tema dell’efficienza è stato nuovamente rispolverato nell’ambito dei lavori sul MTI-2: in questo caso la dimensione del limite all’incremento tariffario ammissibile, in assenza di istruttoria AEEGSI, dipende dal superamento o meno di una soglia di costo operativo. Una scelta che non può essere considerata una risposta efficace rispetto alla complessità del tema e che peraltro, come vedremo, rischia di veicolare segnali distorti e non coerenti con le reali condizioni di efficienza, efficacia e economicità delle gestioni.
L’efficienza nel nuovo periodo regolatorio Efficientamento legato ai costi operativi pro-capite
Nel nuovo periodo regolatorio 2016-19 AEEGSI ha optato per l’introduzione di un meccanismo di efficientamento che lega l’incremento massimo della tariffa (il cosiddetto theta) al livello dei costi operativi pro capite (o oltre che al rapporto tra investimenti programmati e RAB): le gestioni che presentano un ambizioso programma di investimenti e un costo operativo pro capite superiore alla media nazionale (109 euro) sono autorizzate a incrementare le tariffe nel limite del 8% (5,5% in caso di programmi di investimento meno impegnativi), mentre quelle con costi inferiori alla media possono spingere le tariffe sino al 8,5% (6% in caso di programmi di investimento meno impegnativi)4.
3 Come è noto, AEEGSI ha approvato di recente il nuovo testo integrato sull’unbundling contabile, che estende al servizio idrico integrato le regole contabili vigenti per i settori dell’energia elettrica e del gas (Delibera AEEGSI 137/2016/R/com). Grazie a quest’ultimo sarà possibile sanare la mancanza di informazioni per centro di costo riferite al servizio idrico integrato.
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Schemi regolatori e limiti alla variazione delle tariffe Nessuna variazione di obiettivi o attività del gestore
SCHEMA I 6,0%
SCHEMA II 5,5%
SCHEMA IV 8,5%
SCHEMA V 8,0%
Presenza di variazioni negli obiettivi o nelle attività del gestore Integrazione del servizio Miglioramenti qualità SCHEMA III 6,5% SCHEMA VI 9,0%
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati AEEGSI
Scelta pensata per favorire il consolidamento del settore
Non si tratta di un vero meccanismo di profit sharing
Rischio: contrazione spesa per investimenti
Per il regolatore questa scelta è stata ritenuta efficace per promuovere il raggiungimento di una scala produttiva efficiente rispetto a criteri più complessi incentrati sul contenimento tout court della dinamica dei costi. In altre parole, per stessa indicazione AEEGSI, tale meccanismo sarebbe stato pensato per favorire il consolidamento del settore, mentre la seconda eventualità avrebbe rischiato di frenarlo5.
Un tale meccanismo di efficientamento non si configura come un vero e proprio profit sharing, piuttosto come un freno al tasso di crescita della tariffa, la cui crescita sarebbe debolmente “cappata” in presenza di costi operativi pro capite più elevati. Non si tratta di un obiettivo di contenimento puntuale della crescita dei costi operativi, quanto piuttosto di un più blando incentivo volto ad evitare che le eventuali inefficienze presenti continuino a trovare un “automatico” accoglimento in tariffa. Tuttavia, se da un lato, una tale correzione alla dinamica tariffaria lascia alla gestione margini di manovra sul come conseguire la maggiore efficienza, dall’altra, comprimendo gli spazi di crescita della tariffa, rischia di sottrarre spazio alla spesa per investimenti, con conseguenze simili a quelle che si osservano in contesti caratterizzati da ingenti conguagli pregressi (che, come noto, continuano ad assorbire una quota rilevante del limite di prezzo, NDR).
5 Come avevamo avuto modo di segnalare nel contributo del Laboratorio n. 52 “Metodo Tariffario Idrico 2.0: efficienza, disciplina e dimensioni, dicembre 2015”, il riferimento ai due concetti di efficienza richiamati da AEEGSI richiede qualche precisazione. L’efficienza produttiva richiama la necessità di ottimizzare il processo produttivo, minimizzando i costi. Con questo il regolatore sembra alludere al recupero di efficienza legato alle economie che scaturirebbero dall’aggregazione di più gestioni. L’efficienza distributiva sembrerebbe invece riferirsi al concetto di efficienza allocativa, ovvero ad un aumento del benessere sociale che potrebbe derivare da una riduzione delle tariffe favorita dal recupero di efficienza, a parità di perimetro delle gestioni. La preferenza per la prima opzione suggerisce che AEEGSI si aspetta maggiori benefici (in termini di aumento della produttività) dal consolidamento e dalla crescita dimensionale delle gestioni, piuttosto che da un mero efficientamento dei costi a parità di perimetro.
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Approccio rudimentale
Un approccio abbastanza rudimentale dunque e non privo di contro indicazioni6. Cerchiamo di capire il perché.
La soglia dei 109 euro pro capite: i limiti
Posizionamento gestioni rispetto soglia AEEGSI: scarti significativi
Criticità: popolazione residente come utenza di riferimento
Opex includenti costi esogeni causa di distorsioni
Il caso dei costi per servizi all’ingrosso
Il meccanismo di efficientamento proposto da AEEGSI si concentra sul valore degli Opex: è quindi interessante valutare il posizionamento delle gestioni rispetto al valore soglia individuato da AEEGSI. In alcuni casi si registrano scarti significativi che sembrerebbero suggerire situazioni di inefficienza gestionale.
Tra le criticità del meccanismo prescelto vi è in primo luogo è l’utilizzo della popolazione residente servita come indicatore del bacino di utenza servito7. Una misura abbastanza grezza, che incontra il limite di non riuscire a cogliere il fenomeno dei flussi turismo e pendolarismo, che in alcune realtà può essere particolarmente intenso ed impattare sui costi del servizio. Parimenti la popolazione residente servita non appare idonea a dare conto della tensione sulla risorsa che origina dalle attività produttive, dall’agricoltura e dell’allevamento, che pure rappresentano una quota non secondaria dell’acqua consegnata alle utenze del servizio idrico. In secondo luogo, la componente Opex appare condizionata da due voci di costo esogeno: i costi per servizi all’ingrosso e i costi per il rimborso delle rate di mutuo e/o canoni per infrastrutture di terzi8.
I primi, in particolare, sostenuti per l’acquisto dell’acqua all’ingrosso, riflettono una situazione gestionale-organizzativa di pertinenza di un soggetto terzo, il grossista, sui quali il gestore non ha modo di intervenire9. Inoltre, se il grossista è assoggettato alla medesima regolazione tariffaria del gestore a valle, appare contradditorio richiedere uno sforzo di 6 Nel DCO 577/2015/R/IDR (secondo documento di consultazione sul MTI-2), AEEGSI evidenzia che alcuni dei partecipanti alla consultazione del DCO 406/2015/R/IDR (primo documento di consultazione sul MTI-2) hanno evidenziato come l’utilizzo del parametro Opex per abitante non consenta di tener conto dei vari aspetti che possono comportare una differenziazione rilevante degli Opex tra i diversi gestori, quali l’assetto impiantistico che il gestore ha in carico, le differenti condizioni climatiche, la dispersione territoriale delle utenze, l’incidenza della popolazione fluttuante (che ha impatti significativi sui costi sostenuti dagli operatori che gestiscono il servizio nelle aree turistiche). Altri soggetti, poi, hanno chiesto di valutare il parametro in questione sulla base dei volumi erogati, anziché in relazione alla popolazione. 7 Sempre nel DCO 577/2015/R/IDR, AEEGSI specifica la volontà di effettuare ulteriori approfondimenti in merito alla popolazione fluttuante, non risultando ancora chiari alcuni elementi, quali: la relazione tra copertura dei costi delle immobilizzazioni e corrispettivi riconducibili alla popolazione fluttuante, cui generalmente si applica una struttura tariffaria per non residenti o per attività ricettive; le ricadute, in termini di Opex, di un inadeguato dimensionamento delle infrastrutture (inadeguatezza che può risultare particolarmente significativa proprio nei casi in cui le valutazioni in termini di domanda complessiva dei servizi erogati siano state erronee); criteri per la quantificazione della popolazione fluttuante, che possono risultare non dotati della necessaria oggettività. 8 In questo caso il sub campione considerato, cioè quello di cui è disponibile il dettaglio dei costi operativi, è composto da 34 gestioni che interessano una popolazione di oltre 11 milioni di abitanti. 9 Si tratta di una dipendenza non risolvibile nel breve-medio termine. Solo nel lungo termine potrebbero darsi le condizioni per realizzare investimenti in captazione e in reti di adduzione al fine di sciogliere il vincolo di dipendenza.
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efficientamento al gestore a valle diverso da quello espresso dalla regolazione in capo al soggetto a monte. Infine, dal punto di vista della natura dei costi contemplati, occorre precisare che negli Opex del gestore a valle, per il tramite dei costi di acquisto di acqua all’ingrosso, vengono a riversarsi anche i costi di capitale del grossista, che oltre a non poter essere efficientati, al pari dei costi operativi del grossista stesso, nell’ottica di una gestione verticalmente integrata non rappresentano una componente di costo operativo. Il caso dei costi per mutui e canoni di utilizzo infrastrutture di terzi Confronto più corretto con opex “depurati”
Per questi motivi tali costi dovrebbero essere a ragion veduta esclusi dal denominatore.
Nel caso dei mutui e degli altri corrispettivi, la correzione è giustificata dal fatto che tali costi non permettono azioni di efficienza tali da poter incidere sulla loro quantificazione e soprattutto perché, per loro natura intrinseca, sarebbero maggiormente assimilabili ai costi di capitale. Si ritiene dunque che un confronto più corretto tra le diverse situazioni gestionali e il riferimento medio nazionale possa essere condotto solo dopo aver controllato per questi aspetti al fine di verificare che i differenziali di costo osservati siano più o meno giustificabili.
Popolazione totale, mutui e acqua all’ingrosso: come cambiano le relatività
Standardizzando gli Opex per popolazione totale il valore medio scende di 4€/ab
Nel seguito si propone un esercizio alternativo di ricostruzione di Opex “depurati”, per tenere conto dei fenomeni pocanzi documentati.
La variabile di standardizzazione utilizzata è la popolazione totale, ovvero la somma della popolazione residente servita e della popolazione fluttuante10.
La standardizzazione degli Opex per la popolazione totale, rispetto a quella residente servita, vale in media nazionale circa 4 euro/abitante, con picchi interessanti di quasi 35 euro/abitante nelle realtà a forte vocazione turistica, come ad esempio a Venezia.
10 La popolazione totale è calcolata come somma della popolazione residente e di quella fluttuante. Quest’ultima è data dalla somma delle presenze turistiche nelle strutture ricettive (presenza) e nelle seconde case, normalizzate in ragione d’anno. Tale variabile seppur maggiormente coerente con il concetto di popolazione sottesa al bacino, non tiene comunque conto della presenza e delle qualità delle attività economiche, più o meno intensive nell’uso di acqua, ne degli emungimenti a fini irrigui. Inoltre rimane esclusa anche la popolazione dei cosiddetti escursionisti, ovvero di quella componente del flusso turistico che gravita sul territorio ma non vi soggiorna (le statistiche sul turismo sono desunte dalle comunicazioni sui pernottamenti).
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Differenziale degli Opex al netto e al lordo della popolazione fluttuante euro/abitante, Anno 2014 40 35 30 25 20 15 10 5 0
Italia (media ponderata)
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati gestori, EGA
Depurando gli Opex da costi mutui/ canoni il valore medio si riduce di 7€/ab
Correggendo i costi operativi per il valore dei corrispettivi relativi ai mutui/canoni, il valore medio nazionale si riduce di circa 7 euro/abitante, con differenziali più significativi proprio in quelle situazioni in cui il livello degli Opex è superiore alla media nazionale. Differenziale degli Opex pro capite* al netto e al lordo di MT e AC euro/abitante, Anno 2014 60 50 40 30 20
Italia (media ponderata)
10 0
*Opex standardizzati sulla popolazione equivalente (residente servita+fluttuante)
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati gestori, EGA
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Correggendo gli Opex dai costi all’ingrosso il valore medio scende di 8€/ab
Correggendo i costi operativi per il valore dei corrispettivi relativi ai mutui/canoni, il valore medio nazionale si riduce di circa 7 euro/abitante, con differenziali più significativi proprio in quelle situazioni in cui il livello degli Opex è superiore alla media nazionale.
Un effetto ancor più consistente è quello degli acquisti dei servizi all’ingrosso, comprensivi dell’acquisto di acqua che, come abbiamo visto, interessa solo alcune gestori incluse nel campione. In media, gli Opex al netto di tali corrispettivi scendono di circa 8 euro/abitante, ma in alcune realtà dell’Emilia-Romagna e della Sicilia si assestano intorno ai 30 euro/ abitante. Differenziale degli Opex pro capite* al netto e al lordo del costo WS euro/abitante, Anno 2014 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0
Italia (media ponderata)
*Opex standardizzati sulla popolazione equivalente (residente servita+fluttuante)
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati gestori, EGA
Complessivamente si nota un sostanziale cambiamento delle relatività
Complessivamente, standardizzando i costi operativi pro capite sulla popolazione totale come più sopra definita e nettandoli per i costi relativi ai mutui/canoni e all’acquisto dei servizi all’ingrosso, si registra un aumento della variabilità misurata come rapporto tra valore massimo e valore minimo, ma ciò che rileva maggiormente è che alcune gestioni si avvicinano al valore medio nazionale, anch’esso corretto per la popolazione fluttuante e nettato dei costi cosiddetti impropri, mentre altre se ne allontanano. Le relatività cambiano dunque in modo sostanziale.
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20 €/ab la variazione totale media
Se infatti la correzione per l’Italia vale circa 20 euro/abitante, per alcune gestioni la correzione comporta una riduzione degli Opex più elevata, che può arrivare sino a circa 70 euro/abitante. Differenziale tra opex pro capite corretto e opex pro capite*
euro/abitante, Anno 2014 80 70 60 50 40 30 20 10 0
Italia (media ponderata)
*Opex standardizzati sulla popolazione equivalente (residente servita+fluttuante) e corretti per oneri MT/AC e costi servizi all'ingrosso
Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati gestori, EGA
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L’attuale meccanismo rischia di penalizzare gestioni efficienti
Ripercussioni anche in termini di incentivi alla qualità del servizio
Questo risultato suggerisce che un meccanismo di limiti tariffari costruito in funzione del livello del costo medio operativo pro capite nazionale, così come definito da AEEGSI, presenta elementi di criticità non trascurabili.
Pur nella ricerca di introdurre un primo approccio al tema, la scelta operata suggerisce letture e interpretazioni che non appaiono coerenti con le reali condizioni di efficienza, efficacia e economicità delle gestioni. Il meccanismo di efficientamento indicato da AEEGSI può condurre a interpretazioni non coerenti dei fenomeni gestionali, in particolare per quelle gestioni che sostengono elevati oneri relativi al rimborso dei mutui e/o canoni riconosciuti a terzi proprietari delle infrastrutture idriche o che si trovano ad acquistare la materia prima all’ingrosso, in quanto prive di fonti autonome di approvvigionamento. A questo ai aggiunge il fatto che la regolazione tariffaria MTI-2 riserva l’accesso a meccanismi di premio e penalità, legati al raggiungimento di obiettivi di qualità del servizio, alle sole gestioni che vantano un costo operativo inferiore alla media nazionale, generando ripercussioni anche in materia di opzioni concesse all’EGA per incentivare i miglioramenti della qualità del servizio.
Conclusioni Mancanza di un ragionamento compiuto sull’efficienza MTI-2 introduce un meccanismo rudimentale sfavorevole a talune situazioni gestionali
Il nodo di come promuovere la ricerca di adeguati livelli di efficienza gestionale è rimasto sino ad oggi ai margini delle regolazione economica del servizio idrico.
Per il secondo periodo regolatorio AEEGSI introduce un mero valore soglia per i costi operativi pro capite (109 euro), computato sulla popolazione residente, cui è legato un diverso limite di prezzo. Un meccanismo di efficientamento abbastanza rudimentale che nelle intenzioni della stessa AEEGSI dovrebbe favorire il consolidamento gestionale e che tuttavia risulta penalizzante nei confronti di territori destinatari di forti afflussi turistici, delle gestioni non integrate e di quelle che utilizzano beni di terzi. La presenza di ingenti flussi turistici comporta costi operativi (e di capitale) più elevati di cui la sola popolazione residente non riesce a tenere conto. I costi dell’acqua all’ingrosso e i canoni per l’utilizzo dei beni di terzi, includono in quota parte (i primi) o sono nella loro totalità (i secondi) un costo di capitale e non dovrebbero pertanto essere considerati alla stregua di costi operativi.
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L’esercizio condotto evidenzia i limiti dell’attuale approccio
Necessità dei costi standard
Costruzione dei costi standard non semplice
I costi standard sono un tassello fondamentale della regolazione
L’esercizio condotto in queste pagine mostra come correggendo per questi fattori le relatività tra le gestioni tendono a ridursi, talvolta a invertirsi. L’esercizio condotto in queste poche pagine non ha la presunzione di correggere le scelte di AEEGSI quanto lo spirito di evidenziare i limiti a cui tale approccio è esposto. E’ una evidenza che sembra suggerire la necessità di mettere a punto dei “costi standard”, costi di riferimento che siano in grado di tenere adeguatamente conto delle specificità e del contesto operativo in cui le gestioni sono inserite. La difficoltà da sempre lamentata da operatori e regolatori è la complessità, se non l’impossibilità di costruire costi standard (frontiere stocastiche o tecniche DEA - Data Envelopment Analysis) che siano in grado di rappresentare adeguatamente i fattori idiosincratici e le condizioni gestionali-organizzative del servizio idrico.
La letteratura economica e anche le esperienze più avanzate di regolazione internazionali hanno però mostrato da tempo che, pur nei limiti dello strumento, i costi standard sono un tassello fondamentale della regolazione economica, perché consentono di graduare gli obbiettivi di efficienza in funzione di un ampio insieme di condizioni di contesto, sicuramente più ricco di quanto possa essere colto da indicatori di produttività e gestionali di matrice aziendalista.
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