Laboratorio SPL REF Ricerche - Contributo78

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marzo 2017

Acqua N°78

La tariffa pro capite: una scelta di equità Laboratorio SPL Collana Acqua Abstract L’articolazione tariffaria è oggi lo strumento attraverso il quale si perseguono molti obiettivi, talvolta in contrasto tra loro. Il bonus idrico consentirà di sollevare la tariffa dal ruolo di strumento per le politiche sociali. L’adozione di un’articolazione pro capite consentirà di assicurare maggiore equità orizzontale e, attraverso l’interoperabilità con le anagrafiche locali, anche un più efficace contrasto alla morosità. L’obiettivo deve essere semplificare e omogenizzare: porre le condizioni per l’approdo ad una tariffa di area vasta in un prossimo futuro. The tariff structure is the instrument through which multiple and possibly conflicting goals are pursued nowadays. The introduction of the social tariff will relieve the tariff instrument from its role to carry out social policies. The implementation of a per-capita tariff structure will ensure greater horizontal equity and, through interoperability with municipal registries, also a more effective way to tackle arrears. The aim must be simplification and homogenization, thus creating the conditions to get to a unique tariff for wide areas in the next future.

REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it) Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Utilitalia-Utilitatis, SMAT, IREN, CO.MO.I. Group, Veolia, Acquedotto Pugliese, HERA, Metropolitana Milanese, CRIF Ratings, Cassa per Servizi Energetici e Ambientali, Cassa Depositi e Prestiti, Viveracqua, Romagna Acque, Water Alliance , CIIP, Abbanoa. Gruppo di lavoro: Donato Berardi e Francesca Signori. e-mail: laboratorio@refricerche.it


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Tutti i contributi sono liberamente scaricabili, previa registrazione, dal sito REF Ricerche

La missione

Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è una iniziativa di analisi e discussione che intende riunire selezionati rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali. Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbliche nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente. Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese. Donato Berardi Direttore e-mail: dberardi@refricerche.it Editore: REF Ricerche srl Via Saffi 12 - 20123 Milano tel. 0287078150 www.refricerche.it ISSN 2531-3215


Acqua N°78

La tariffa pro capite: una scelta di equità

Il quadro comunitario di riferimento L’articolazione tariffaria è uno degli elementi della politica dei prezzi

Le tariffe devono garantire l’equilibrio economico finanziario delle gestioni, fornire segnali di prezzo coerenti con la tutela della risorsa idrica e il contenimento degli sprechi, assicurare l’accesso al fabbisogno minimo vitale a condizioni non discriminatorie. La determinazione delle tariffe per le utenze si inserisce nel più ampio tema della “politica dei prezzi” che, secondo le direttive europee (Direttiva 2000/60/CE), deve perseguire una pluralità di obiettivi: incentivare un uso efficiente della risorsa, evitando gli sprechi; assicurare che tutti i settori di impiego dell'acqua contribuiscano a sostenerne i costi, secondo il principio ”chi inquina paga” e evitando sussidi incrociati.

Nella definizione del prezzo si può altresì tener conto delle ripercussioni sociali, ambientali ed economiche del recupero dei costi, nonché delle condizioni geografiche e climatiche della regione o delle regioni servite. In altre parole, come ribadito anche in una Comunicazione della Commissione europea (COM(2000)477), ogni utilizzatore deve sostenere i costi delle risorse idriche consumate, compresi i costi ambientali e della risorsa. Il prezzo pagato deve essere direttamente legato alla quantità di risorse idriche consumate e all'inquinamento prodotto, in modo da assicurare un impiego efficiente delle risorse idriche. Un intervento più recente della Commissione europea (Comunicazione COM(2014)177) demanda alle autorità nazionali l’adozione di misure per tutelare i gruppi sociali svantaggiati o incapaci di sostenere il costo dell'acqua (i.e. sostenendo le famiglie a basso reddito o istituendo obblighi di servizio pubblico).

L’articolazione tariffaria vigente e gli orientamenti di AEEGSI

Le regole seguite nella determinazione della struttura tariffaria sono poche, incomplete e datate

Le regole che disciplinano l’articolazione tariffaria da applicare alle utenze domestiche sono poche e datate. Alcune indicazioni generali sono contenute in provvedimenti approvati nella prima metà degli anni Settanta dal Comitato Interministeriale Prezzi (CIP)1. Tra queste quelle che stabilivano la struttura binomia della tariffa (quota fissa e variabile) e l’articolazione a blocchi crescenti, indicando alcuni criteri molto generali in materia di ampiezza degli scaglioni, quali l’assicurare una tariffa agevolata in corrispondenza del consumo minimo vitale2. 1 Si tratta dei provvedimenti n. 45 e n. 46 del 1974. 2 Per un approfondimento si rimanda al Contributo n. 31, “Articolazione tariffaria: un solo strumento per troppi fini”, febbraio 2015.

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Questi provvedimenti non affrontavano altri aspetti importanti, quali il numero e le categorie di utilizzatori, l’ampiezza e il numero degli scaglioni di consumo fino ad un massimo di 5, i criteri di dimensionamento delle quote fisse rispetto alle quote variabile, né tanto meno le modalità con cui limitare la progressività tariffaria per le famiglie numerose o con cui differenziare per fasce territoriali o per capacità contributiva.

La struttura per blocchi crescente applicata nella maggior parte dei casi non può da sola conseguire tutti gli obiettivi di una politica tariffaria

Queste stesse indicazioni sono, per quanto incomplete, quelle intorno alle quali è stata costruita l’articolazione tariffaria così come la conosciamo oggi. Il Metodo Normalizzato vi faceva un esplicito rimando: da oltre quarant’anni la materia è stata dunque delegata al territorio e ciò ha inevitabilmente contribuito a determinare l’elevata eterogeneità che si osserva.

Le critiche mosse all’articolazione a blocchi crescenti insistono principalmente sul fatto che quest’ultima è stata impropriamente chiamata a perseguire una molteplicità di obiettivi, tutela delle utenze deboli, favorire il risparmio della risorsa, con la conseguenza di dare vista a effetti perversi e di sovente in direzione contraria a quegli stessi principi che ne hanno informato l’adozione3. Su tutti la previsione di uno scaglione agevolato indipendente dal numero dei componenti il nucleo familiare che ha beneficiato le famiglie mono-componente, laddove una quota maggiore dei consumi è agevolata, a scapito delle famiglie numerose. In questo quadro, per l’Italia, il DPCM 20 luglio 2012 conferisce all’Autorità per l’energia, il gas e il sistema idrico (AEEGSI) il compito di definire un sistema tariffario equo, certo, trasparente e non discriminatorio.

Nel MTI AEEGSI ha adottato i primi criteri di determinazione delle tariffe: struttura binomia e quota variabile di acquedotto articolata per scaglioni

La mancanza di regole certe in materia di articolazione della tariffa è una delle criticità riconosciute da AEEGSI in più occasioni.

I primi interventi di AEEGSI si sono avuti solo con l’adozione del Metodo Tariffario Idrico di fine 20134, con l’obiettivo, illustrato nei documenti di consultazione (DCO 356/2013 e 550/2013), di semplificare, razionalizzare e omogeneizzare i criteri per la determinazione dei corrispettivi tariffari da applicare alle utenze.

Con l’adozione del MTI vengono fissati alcuni criteri, ovvero: la conferma di una struttura binomia (una parte fissa e una variabile proporzionale al consumo); la suddivisione in scaglioni della quota variabile di acquedotto, alla quale applicare tariffe unitarie crescenti, differenziate a seconda degli usi e in particolare: una tariffa agevolata, applicabile alle sole utenze domestiche e riferita ai consumi di tipo essenziale; una tariffa base, pari al costo unitario medio; da uno a tre scaglioni tariffari di eccedenza, il cui valore crescente è finalizzato a di sincentivare gli sprechi.

3 Per un approfondimento si rimanda a Contributo n. 41 “Tariffa pro capite e opzioni tariffarie: l’articolazione 2.0”, maggio 2015. 5 La Delibera 27 dicembre 2013 n. 643/2013/R/idr. AEEGSI non aveva affrontato il tema nel metodo tariffario transitorio, limitandosi a vietarne le modifiche.

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La modifica della struttura tariffaria è possibile, ma nel rispetto di alcuni vincoli

la previsione di una quota variabile per il servizio di fognatura e depurazione a fascia unica, ovvero non modulata per scaglioni.

A partire dal 2014 è stata altresì prevista la possibilità di modificare l’articolazione tariffaria, nel rispetto di alcuni vincoli di gettito e di struttura, ovvero: una variazione media delle aliquote coerente con il moltiplicatore tariffario approvato; scostamenti non superiori al 10% nel ricavo da ciascuna categoria d’uso rispetto all’applicazione di un moltiplicatore tariffario uniforme; la riduzione del numero delle categorie d’uso; la riduzione del numero di scaglioni. Per quanto attiene l’ampiezza degli scaglioni AEEGSI si è ad oggi limitata a prescrivere che nei casi di interventi sulla articolazione tariffaria l’ampiezza dello scaglione a cui si applica la tariffa agevolata è fissata in 30 m3/anno. Con riguardo alle famiglie numerose AEEGSI ha solo anticipato la possibilità di prevedere modalità che limitino le conseguenze della progressività tariffaria.

Infine, con riferimento al valore dei corrispettivi, l’Autorità ha fissato alcuni criteri per la modulazione di quota fissa e variabile: l’incidenza della prima sul totale della spesa deve aumentare, nel limite del 20% sul totale, dato che il settore è caratterizzato da un’alta percentuale di costi fissi, e le differenze registrate a livello territoriale5 devono ridursi al minimo. AEEGSI, incaricata ad occuparsi anche di articolazione tariffaria, ha avviato il primo procedimento nel 2015

Il collegato ambientale ha previsto la fornitura a tariffa agevolata del consumo minimo vitale, fissato in 50 litri/ab/giorno

Questi stessi orientamenti sono confermati per il secondo periodo regolatorio.

L’avvio di un primo procedimento per la definizione dei criteri di articolazione tariffaria risale all’inizio del 2015 (Delibera 8/2015/R/idr): in quell’epoca AEEGSI contava di giungere ad una decisione entro il 31 dicembre 2015. Queste termine è stato pur tuttavia ampiamente disatteso anche a causa di importanti novità legislative che hanno reso più incerto il quadro di riferimento. Tra queste, le previsioni contenute nel Collegato ambientale, che ha demandato ad AEEGSI la definizione della tariffa sociale, e il percorso della legge sulla gestione pubblica dell’acqua6 che nel testo ancora oggi in discussione al Senato prevede di riconoscere gratuitamente a tutte le utenze domestiche residenti un volume di acqua corrispondente al consumo minimo vitale. L'articolo 60 del Collegato ambientale e il relativo DPCM attuativo integrano gli indirizzi a cui AEEGSI dovrà attenersi nella definizione dell’articolazione tariffaria al fine di: assicurare agli utenti domestici residenti l'accesso, a condizioni agevolate, all’acqua necessaria al soddisfacimento dei bisogni fondamentali (50 litri per persona al giorno); veicolare segnali coerenti con l’efficienza nell’uso della risorsa e nel rispetto del principio “chi inquina paga”; assicurare l’equilibrio economico finanziario delle gestioni e la sostenibilità sociale ed economica dei corrispettivi applicati all'utenza.

6 Dalle rilevazione AEEGSI risulta un valore medio della quota fissa pari a circa 20€/anno, pari a circa il 10% della spesa complessiva, con valori che oscillano da un minimo di 0, laddove la quota fissa non è prevista, ad un massimo di oltre il 30%. 4 Proposta di legge (2212): "Princìpi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nonché delega al Governo per l'adozione di tributi destinati al suo finanziamento", approvato il 20 aprile 2016 alla Camera e trasmesso al Senato.

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La tariffa pro capite è la naturale evoluzione degli orientamenti AEEGSI in tema di articolazione

Su queste basi AEEGSI ha esteso il termine del procedimento al 30 settembre 2017 (Delibera 716/2016/R/idr).

L’applicazione della tariffa pro capite sembra essere non più differibile, tenuto conto degli orientamenti AEEGSI in tema di bonus sociale e morosità. La sua applicazione consente infatti di garantire una maggiore “equità” in quanto la progressività della tariffa è coerentemente trasferita a utenze con diversa composizione. Certo, non trascurabili sono le difficoltà di natura operativa, insite nella gestione delle utenze condominiali e nel dialogo tra sistemi informativi delle gestioni e anagrafiche degli enti locali. Per quanto riguarda il primo aspetto, l’AEEGSI, in linea con le disposizioni comunitarie, ha già statuito l’obbligo di misurazione dei consumi7; per quanto riguarda il secondo aspetto esistono analogie con il servizio di igiene ambientale laddove la contribuzione è già oggi commisurata al numero dei componenti.

L’articolazione vigente: una eterogeneità ingiustificata

Le articolazioni tariffarie oggi adottate sono in buona parte coerenti con gli orientamenti AEEGSI

La ricognizione operata dal Laboratorio REF Ricerche su oltre 100 capoluoghi di provincia italiani conferma che le prescrizioni AEEGSI sono in massima parte soddisfatte dalle articolazioni tariffarie vigenti.

Nel caso della quota fissa di acquedotto, laddove articolata in scaglioni, presenta una ampiezza degli scaglioni tale da lasciare presumere che l’uso domestico ricada interamente nella prima fascia (con l’eccezione di due soli casi8). Per i servizi di fognatura e depurazione le realtà che applicano quote fisse e variabili articolate per scaglioni sono poche, come ad esempio Cremona e Perugia9.

Le principali difformità insistono sulla quota fissa di fognatura e depurazione laddove, in quasi metà delle situazioni analizzate, il corrispettivo è pari a zero, determinando in questo modo una situazione di fatto con una unica quota fissa per l’intero servizio idrico integrato (cfr. la quota fissa di acquedotto): secondo le prescrizioni AEEGSI tale quota andrebbe invece distinta per servizio.

7 Delibera 218/2016/R/idr. 8 Il Comune di Genova adotta uno scaglione parametrato al cosiddetto “modulo base” fissato in 180 m3/anno, il Comune di Monza ha fissato a 300 m3/anno il valore della prima fascia. 9 Altri Comuni sono La Spezia, che applica una tariffa pro capite e Gorizia che applica una struttura differenziata per le utenze numerose.

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Articolazione tariffaria per le utenze domestiche: quota variabile Utenze domestiche residenti Acquedotto

Com. Pop. Totale oss. 106 17.668.413 I scaglione 4 2% II scaglioni 3 1% III scaglioni 15 15% IV scaglioni 40 25% V scaglioni 42 55% oltre 2 1% Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

Fognatura

Com. 102 98 1 2 1 -

Pop. 17.423.090 98% 0% 0% 1% 0% -

Depurazione

Com. 102 99 2 1 -

Pop. 17.392.939 98% 0% 0% 1% 0% -

Articolazione tariffaria per le utenze domestiche: quota fissa Utenze domestiche residenti Acquedotto

Totale oss. Fascia unica 2 scaglioni 3 scaglioni 4 scaglioni Altra struttura Nulla

Com. 106 80 22 1 3

Pop. 17.668.413 72% 0% 0% 25% 0% 3%

Fognatura e depurazione Com. 103 29 3 71

Pop. 17.507.175 36% 0% 0% 3% 0% 61%

Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche L’ampiezza degli scaglioni e il livello delle aliquote, fissati a livello locale, determina una elevata variabilità territoriale

Accanto al numero degli scaglioni, ciò che contribuisce alla progressività tariffaria è l’ampiezza degli stessi, fissata anch’essa in piena autonomia dalle autorità locali, così da presentare una elevata eterogeneità territoriale.

Solo per la fascia agevolata della quota variabile del servizio di acquedotto si va da un minimo di 15 m3/anno a Siracusa fino ad un massimo di 150 m3/anno a Novara, L’Aquila e Verbania, ovvero rispettivamente dalla metà e ben cinque volte il valore minimo indicato da AEEGSI. Infine, con riferimento alle aliquote, si registra un’altrettanta variabilità territoriale: il rapporto tra l’aliquota massima di eccedenza e l’aliquota agevolata arriva a 1:34, ed è in media, escludendo le strutture con fascia unica, pari a 1:6; l’aliquota agevolata applicata alle utenze domestiche residenti è in media di 0.50 euro/m3 e cresce sino a oltre 2.75 euro/m3 per i consumi di terza eccedenza.

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Articolazione tariffaria utenze domestiche: quote variabili acquedotto Escursione (5°-95° percentile) degli scaglioni: ampiezza e aliquota 3,00 2,50

euro/m3

2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 agevolata

0

50

base

100

I eccedenza

m3/anno 150 200

II eccedenza

250

300

350

Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

Riquadro. Le esperienze di tariffa pro capite Dalla ricognizione operata emerge che alcune realtà adottano una articolazione basata sul numero di componenti del nucleo familiare, con l’obiettivo di definire una tariffa equa, che riconosca a ciascun componente la medesima progressività, tenendo conto delle economie di scala conseguibili nel consumo.

Queste esperienze vedono in tutti i casi un’articolazione della quota variabile di acquedotto per scaglioni la cui ampiezza è commisurata al numero dei componenti.

Peculiare è il trattamento delle utenze plurime condominiali laddove la prassi prevede la ricostruzione di una articolazione tariffaria coerente con la somma delle singole utenze familiari, nell’implicita assunzione che la maggior parte delle economie di scala si producano nel consumo che avviene in ambito domestico (invero economie di scala potrebbero essere rintracciate anche nell’irrigazione di parchi o piscine condominiali, e nel lavaggio degli spazi comuni, eccetera)10. Per la ripartizione della bolletta alle singole utenze i criteri utilizzati sono diversi: in alcuni casi i millesimi, in altri il numero delle persone, in altri ancora si fa ricorso a contatori divisionali gestiti da apposite società di lettura11. 10 AEEGSI ha di recente pubblicato un Documento di consultazione (71/2017/R/tlr), recante “Regolazione dei costi del servizio di suddivisione delle spese per riscaldamento, raffrescamento e acqua igienico sanitaria, tra le diverse unità immobiliari nei condomini e negli edifici polifunzionali". 11 A questo proposito si segnala il caso del Comune di Reggio Emilia e del gestore IREN che hanno di recente firmato un accordo per l'individualizzazione del servizio idrico nei condomini, ovvero la possibilità per i condòmini di staccarsi dal servizio condominiale e attivare una nuova utenza.

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Articolazione tariffaria pro capite Struttura delle quote

ATO SP La Spezia ATO 4 Modena ATO 5 Bologna ATO 1 Toscana Nord* ATI 4 Umbria ATO 8 Siracusa

Articolazione pro capite QV - Acq QV - Fog QV - Dep sì sì sì sì no no sì no no sì** sì** sì** sì no no sì no no

Num. Scaglioni 4 5 5 3 5 5

Aliquote differenziate per numero di componenti QV QF no no no sì no sì no no no no no no

* Non si applica ai Comuni capoluogo di provincia dell'ambito ** La differenziazione si applica a partire dai 4 componenti Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

L’introduzione della tariffa pro capite, avvenuta in anni diversi a seconda del territorio, ha inevitabilmente generato una redistribuzione del carico tra le famiglie.

A Bologna la tariffa pro capite è stata applicata a partire dal 2009. La sua introduzione ha comportato un aumento della spesa di circa il 5% per il caso dei nuclei mono componenti e una riduzione di quasi il 15% e del 25% per le famiglie rispettivamente di 3 e 5 componenti. Nell’ATO di Modena, dopo una sperimentazione nei Comuni più piccoli, l’adozione della tariffa pro capite è stata estesa al capoluogo dal 2012.

L’ATO 1 Toscana, invece, ha introdotto la tariffa pro capite già nel 2007, all’interno di una generale rivisitazione della struttura tariffaria che ha determinato anche una differenziazione geografica, ovvero una tariffa più contenuta per i Comuni montani (-19% sulla TRM) e una tariffa maggiorata per i Comuni di pianura (+5% sulla TRM). La nuova articolazione è stata pensata per contenere gli impatti sulla famiglia media, ovvero sui nuclei con 3 componenti, e ha determinato una significativa riduzione della spesa per le famiglie numerose: nel caso di 5 componenti la contrazione è stata del 10% per i Comuni in pianura e del 30% nel caso dei Comuni montani. Ciò che colpisce è che anche per i mono componenti si registra un calo della spesa, seppur di minore entità, probabilmente perché in una prima fase l’obiettivo del regolatore è stato quello di disincentivare fortemente i consumi di eccedenza, applicando una progressività molto elevata (aliquota massima pari ad oltre 5 volte l’agevolata).

Tariffa pro capite in arrivo: scenari e impatti La futura articolazione tariffaria non potrà che avere una struttura pro capite, con scaglioni di ampiezza definita sulla base del numero di componenti, tenendo conto delle economie di scala.

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L’applicazione della tariffa pro capite alla quota variabile di acquedotto nelle utenze domestiche residenti

L’esercizio di seguito riportato si concentra sulle utenze domestiche residenti12 e sulla quota variabile del servizio di acquedotto, la sola che sulla base degli orientamenti AEEGSI deve essere articolata per scaglioni di consumo, ed è volta a valutare l’entità degli impatti differenziati sulla spesa coerenti con il recepimento dei vincoli e delle prescrizioni pocanzi illustrate.

L’esercizio è condotto sui capoluoghi di provincia, ognuno dei quali identifica un bacino tariffario e si basa sul consumo medio pro capite registrato dall’Istat13, rimodulato in base al numero di componenti per tenere conto delle economie di scala, e tenendo conto della distribuzione delle famiglie tra nuclei di diversa numerosità, come risultanti dall’ultimo censimento della popolazione.

La determinazione dei coefficienti familiari che esprimono la scala di equivalenza del consumo

La quantificazione del consumo normale, senza sprechi a partire dalle attività quotidiane

Come noto, i fattori che determinano la progressività dell’articolazione tariffaria sono due: l’ampiezza di ciascuno scaglione e le corrispondenti aliquote unitarie. La combinazione di questi due elementi, unitamente alla distribuzione dei consumi per utenza, determina i ricavi da tariffa. Ad oggi, in media Italia, una quota prevalente dei consumi di acqua, quasi il 60%, beneficia di agevolazione, e contribuisce per appena il 36% alla formazione dei ricavi da quota variabile di acquedotto delle famiglie residenti. Il 30% dei volumi è fatturato a tariffa base, generando un ulteriore 38% dei ricavi. Solo il 13% dei volumi consumati è qualificato come eccedenza e contribuisce per il 27% alla formazione del gettito complessivo. Guardando alle aliquote, in media, si registra un progressività, misurata sul rapporto tra agevolata e eccedenza, di oltre 1:3.

Il primo passo è stato quindi quello di definire delle scale di equivalenza per i consumi degli individui che vivono in nuclei di diversa dimensione. A partire dai dati disponibili sui consumi fatturati alle diverse tipologie di utenza e tenendo conto dei risultati di uno studio condotto dalla Regione Emilia-Romagna sono stati fissati i coefficienti che “standardizzano” i consumi sulla famiglia di 3 componenti14. Come si evince dal grafico una persona sola consuma circa 1.4 volte quanto consuma ciascuno degli individui nel nucleo 3 componenti e le economie di scala si attenuano a partire dai 4 componenti in avanti. Un secondo tassello si basa sulla quantificazione dei consumi cosiddetti “normali”, coerenti con l’assenza di sprechi. A tal proposito sulla base delle informazioni raccolte si può ritenere che il consumo necessario sia pari a circa tre volte il consumo essenziale, sempre al livello di economie di scala espresse dalla famiglia media. Tale valore è coerente con un uso normale nelle attività quotidiane: dalla preparazione dei cibi, all’acqua sanitaria, alla cura della casa e della persona. Tale consumo corrisponde a 55 m3/anno per abitante, in una famiglia di 2.3 componenti.

12 L’articolazione tariffaria per le utenze non residenti esula dal presente esercizio. Il trattamento delle utenze non residenti si presenta assai variegato: in prevalenza esse beneficiano della medesima articolazione riservata ai residenti. In taluni casi è invece prevista una declinazione d’uso dedicata ai non residenti, con aliquote superiori a quelle applicate ai residenti e/o scaglioni di ampiezza inferiore, talvolta sprovvisti di consumi agevolati. Considerata la difficoltà a misurare le presenze nelle abitazioni non di residenza, sembra naturale immaginare che la tariffa pro capite non possa essere applicata alle utenze non residenti, alle quali dovrebbe peraltro essere precluso l’accesso al consumo agevolato, in ragione della difficoltà a misurare le presenze e l’effettivo periodo di permanenza. 13 Ultimo dato disponibile, anno 2011. 14 “Studio relativo all’applicazione della tariffa pro capite del servizio idrico integrato”, Regione Emilia-Romagna (Direzione generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa – Struttura di regolazione economica, valutazione e monitoraggio dei servizi pubblici ambientali ) e Autorità di Ambito Ottimale di Ferrara, gennaio 2012.

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Il consumo “normale” deve essere modulato per tenere conto delle economie di scala, applicando i coefficienti familiari riportati nel grafico: si passa così dai 39 m3/ab/anno per le famiglie con almeno sei componenti ad un massimo di 68 m3/ab/anno per quelle monocomponente.

Simulazione consumo idrico Operazione sciacquone doccia lavatrice lavastoviglie lavaggio stoviglie a mano bere cucinare Lavarsi le mani Lavarsi i denti Pulizia casa Lavarsi con rubinetto aperto Bagno in vasca Totale

6-12 75-100 80 15 20 3 5 2 2 15 8 150

litri litri litri litri litri litri litri litri litri litri litri/min

Num. Operazioni Consumo persona/giorno litri/abitante/giorno essenziali necessari essenziali necessari 2,0 4,0 12 12 0,3 0,4 14 39 0,1 0,1 11 11 0,3 0,3 4 4 0,1 0 3 0,8 0,2 2 1 0,8 1,2 4 6 2,0 2,0 1 5 2,0 1,0 1 2 0,3 4 12 50

100

Fonte: elaborazioni Laboratorio REF Ricerche su dati interni e RER*

* Studio relativo all’applicazione della tariffa pro capite del servizio idrico integrato, Regione Emilia-Romagna

Coefficienti familiari nel consumo di acqua 1,60 1,40 1,20

1,42 1,21

1,15 1,00

1,00

0,88

0,85

0,80

0,82

0,60 0,40 0,20 0,00

1 componente 2 componenti 2,3 componenti 3 componenti 4 componenti 5 componenti *

6 o più componenti

* Famiglia media italiana, calcolato per interpolazione Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

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La tariffa pro capite: una scelta di equità

La determinazione dello scaglione agevolato, riferibile al quantitativo minimo vitale: due scenari possibili

Un terzo elemento è l’ampiezza degli scaglioni.

Il primo scaglione, quello dei consumi agevolati, corrispondenti al quantitativo minimo vitale, è quantificato in base al recente DPCM 29 agosto 2016 (morosità) in 50 litri/abitante/giorno, corrispondenti a circa 18m3/anno. Il DPCM non precisa se tale consumo agevolato sia da riferirsi alla famiglia media ovvero se deve essere modulato per tenere conto delle economie di scala. Si possono immagine due scenari: in un caso tale volume di consumo agevolato deve essere assicurato a ciascun individuo in ogni nucleo familiare, indipendentemente dalla sua ampiezza; alternativamente si può interpretare il DPCM nel senso che tale consumo agevolabile vada modulato per tenere conto delle economie di scala.

Vi sono dunque due scenari: scenario A. Il consumo agevolato di 18 m3/anno spetta a ciascun individuo, indipendentemente dal numero dei componenti presenti nel nucleo familiare; scenario B. Il valore indicato dalla normativa è assicurato a ciascun individuo che risiede nelle famiglie con maggior numero di componenti (6 o più), rimodulando al rialzo tale valore per tenere conto delle minori economie di scala per il caso di famiglie con un minore numero di componenti. In questo scenario, per i nuclei monocomponente, il consumo essenziale sale a 31m3/anno.

Come si può intendere lo scenario B. identifica una possibile variante allo scenario A. laddove il consumo essenziale agevolato è superiore a quanto previsto dalla normativa. I risultati di questo secondo scenario sono particolarmente utili per valutare i margini di manovra disponibili per percorsi di graduale convergenza15. La Tavola che segue sintetizza l’ampiezza degli scaglioni, agevolato e base, nei due scenari.

Scaglioni agevolato e base

m3/ab/anno

Num. Componenti limite scaglione agevolata Scenario A Scenario B limite scaglione base Scenario A Scenario B

1

2

3

4

5

6 e più

18 31

18 27

18 22

18 19

18 19

18 18

64 77

57 66

50 54

46 47

46 47

44 44

Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

15 Quella della progressiva riduzione dell’ampiezza dello scaglione agevolato è una leva utilizzabile in presenza di scaglioni agevolati molto ampi per diluire l’impatto della transizione sulle famiglie mono-componenti.

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L’articolazione pro capite comporta una contrazione dei volumi tariffati a quota agevolata per le famiglie di piccole dimensioni e, specularmente, un aumento per le famiglie numerose

Per entrambe gli scenari considerati l’adozione dei nuovi scaglioni, a parità di aliquote, determina nella maggioranza dei capoluoghi di provincia un incremento dei ricavi da quota variabile di acquedotto. I volumi che beneficiano di aliquota agevolata scendono infatti, in media nazionale, dal 57% al 28% e al 37%, rispettivamente nei due scenari A. e B. con differenze significative a seconda della tipologia di utenza considerata: nei nuclei mono componente la quota di consumi “agevolati” scende da oltre l’80% al 21%; al contrario per la famiglia con almeno 6 componenti tale quota cresce dal 31% al 37%. La grafica allegata sintetizza il confronto tra le due tipologie di utenza.

Distribuzione dei volumi per fascia 100%

2% 10%

80%

21%

20% 41%

60% 40%

88%

20% 0%

58%

21% articolazione vigente

scenario A

1 componente

43% 28%

31%

37%

articolazione vigente

scenario A

6 o più componenti

eccedenze base agevolata

Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

Come è lecito attendersi l’intervento di armonizzazione degli scaglioni, a parità di aliquote, comporta una rimodulazione dei ricavi da quota variabile, che crescono in quasi tutti i capoluoghi. La riduzione dei consumi in fascia agevolata riconosciuti alle famiglie meno numerose, più che compensa l’aumento di cui beneficiano le famiglie numerose. Per rispettare l’isoricavo le aliquote applicate sono riviste al rialzo o al ribasso

In media i ricavi crescono del 17% nello scenario A. e del 11% nello scenario B.

Per assicurare l’invarianza dei ricavi da quota variabile le aliquote sono state rimodulate sulla base di un moltiplicatore pari alla distanza tra i nuovi ricavi (nuovi scaglioni e vecchie aliquote) e i vecchi ricavi (vecchi scaglioni e vecchie aliquote), preservando il grado di progressività dell’articolazione vigente. Questo adeguamento, necessario a preservare l’isoricavo, tende a mitigare gli effetti redistributivi in precedenza descritti.

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L’impatto della nuova articolazione tariffaria è, in media, un aumento della spesa per le famiglie più piccole, l’indifferenza per la famiglia media e una riduzione per quelle di maggiori dimensioni

La Tavola allegata descrive l’impatto delle simulazioni sulla utenze domestiche di diversa composizione nello scenario A. L’impatto è valutato con riferimento al complesso della spesa per il servizio idrico integrato, ovvero ricomprendendo anche la quota fissa di acquedotto e le quota fisse e variabili di fognatura e depurazione attualmente vigenti, oltre alla tassazione (IVA). L’introduzione della nuova articolazione tariffaria comporta un aggravio di spesa a carico dei nuclei di minori dimensioni, 1 e 2 componenti, e genera risparmi a partire dai nuclei con 4 o più componenti, mentre la manovra è sostanzialmente neutrale per la famiglia media.

Impatto sulla spesa complesiva per il SII della nuova articolazione

Var % rispetto all'articolazione vigente Num. Componenti Scenario A Media 10% percentile 90% percentile Scenario B Media 10% percentile 90% percentile

1

2

3

4

5

6 e più

15% 5% 26%

5% 0% 11%

-1% -5% 2%

-7% -12% 0%

-12% -20% 0%

-16% -28% 0%

13% 4%

3% 0%

-1% -4%

-5% -11%

-11% -19%

-14% -24%

22%

9%

2%

0%

0%

0%

Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

Le variazioni registrate a livello locale sono molto diversificate

Occorre tuttavia osservare come a fronte di un impatto tutto sommato sostenibile in media nazionale, si osservano rimodulazioni anche importanti a carico di specifici territori e utenze: è questo il caso dei contesti che sino ad oggi hanno premiato le utenze mono-componente con scaglioni agevolati molto ampi, come è il caso di Catania e Monza (92 m3/anno e 100 m3/anno), e aliquote molto progressive (ovvero con un forte sconto tra la tariffa agevolata e la base), come è il caso di Perugia (oltre 1:4 il rapporto tra aliquota agevolata e aliquota di eccedenza). In questi contesti, infatti, le famiglie mono-componente sono chiamate a sostenere l’aggravio che origina da una più equa definizione del consumo agevolabile e dal passaggio di una quota considerevole dei proprio consumi “normali” alla tariffa base. Famiglie mono-componente che nella situazione odierna vedono una quota trascurabile dei propri consumi transitare in eccedenza, con l’adozione della tariffa pro capite vedranno cresce questa quota, che si allinea a quella delle altre famiglie (si veda la grafica allegata).

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Non si può escludere che il rafforzamento del segnale di prezzo che giunge alle famiglie monocomponente possa condurre ad una riduzione degli sprechi, e per questa via anche ad un contenimento dei consumi16.

E’ inoltre opportuno segnalare come in alcune realtà, ove la tariffa pro capite è già vigente, l’armonizzazione degli scaglioni potrà determinare una riduzione della spesa per le famiglie mono componente: ciò avviene perché l’articolazione della tariffa pro capite vigente è costruita sulla base di economie di scala assai più deboli (La Spezia) rispetto a quanto proposto in questa sede, o addirittura assenti (Siracusa). Infine, il caso delle realtà che applicano una quota variabile di acquedotto a scaglione unico (ad esempio Pavia, Campobasso, Reggio Calabria), laddove per legge dovrà essere introdotto uno fascia agevolata, le cui implicazioni sui nuclei di diversa ampiezza per quanto coerenti con le indicazioni generali qui riportate non sono allo stato attuale quantificabili.

Come si è già avuto modo di accennare una possibile leva per limitare gli impatti è la previsione di un periodo transitorio in cui operare una graduale convergenza degli scaglioni al loro assetto pro capite a regime. Si tratta di una direzione coerente con quanto indicato allo scenario B. laddove l’incremento di spesa a carico dei nuclei mono componente è del 13%, a fronte di una contrazione del 14% della spesa per le famiglie con almeno 6 componenti.

La gradualità del percorso può essere una leva importante che pur tuttavia andrebbe disciplinata in termini di durata del periodo transitorio e di grado desiderabile del sussidio incrociato che ne residua, al fine di non snaturare un percorso che mira a restituire alla tariffa il ruolo di strumento “equo” di contribuzione alla copertura dei costi del servizio e di contrasto agli sprechi.

Conclusioni

Il DPCM 29 agosto 2016 ha introdotto il quantitativo minimo vitale e sancito l’obbligo di garantire l’accesso a tale consumo a tariffa agevolata a tutti gli utenti domestici residenti.

Per recepire queste prescrizioni si rende necessario un ripensamento delle articolazioni tariffarie vigenti, almeno per la quota variabile di acquedotto, ancora in gran parte incardinate su una struttura a blocchi crescenti ove non si tiene conto del numero di componenti nel nucleo familiare. Tale articolazione è riconosciuta quale fonte di sussidi incrociati tra utenze di diversa composizione: le famiglie numerose contribuiscono in misura superiore a quanto dovuto, le utenze mono componente beneficiano di una spesa più contenuta. 16 Stime interne indicano una elasticità della domanda al prezzo è pari a -0.23. Un aggravio di spesa del 10%, a parità di altri fattori, conduce ad una riduzione del 2% dei consumi di acqua.

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Le disposizioni del DPCM prefigurano l’adozione di quota variabile di acquedotto articolata per scaglioni, la cui ampiezza dovrà tenere conto del numero dei componenti nel nucleo familiare e delle economie di scala nel consumo di acqua in ambito domestico. Si tratta della c.d. tariffa pro capite, già oggi applicata in alcune realtà del Paese.

Il lavoro descrive l’applicazione della tariffa pro capite nei capoluoghi di provincia italiani nell’ipotesi di armonizzare l’ampiezza degli scaglioni su tutto il territorio nazionale: si tratta di un passo propedeutico alla futura convergenza verso una tariffa unica di area vasta o nazionale.

La costruzione tariffaria proposta ha il vantaggio di coniugare la semplicità di soli tre scaglioni (agevolato, base e di eccedenza) di uguale ampiezza su tutto il territorio nazionale con la discrezionalità in capo agli enti di governo d’ambito di dosare la progressività delle aliquote in base alle condizioni di disponibilità della risorsa di ciascun territorio. A parità di altre condizioni e preservando la progressività vigente, in media si osserva un aggravio di spesa del 15% per le famiglie mono componente e un ribasso della spesa del 16% per le famiglie numerose.

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Appendice Statistica Impatto della tariffa pro capite sulla spesa del SII - Scenario A Var % rispetto all'articolazione vigente Torino Vercelli Novara Cuneo Asti Alessandria Aosta Imperia Savona Genova La Spezia Milano Bergamo Brescia Cremona Mantova Bolzano Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo Udine Gorizia Trieste Piacenza Parma Reggio nell'Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì Pesaro Ancona Macerata Ascoli Piceno

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1c 18% 11% 5% 11% 21% 19% 13% 4% 20% 5% -3% 7% 24% 18% 8% 11% 10% 9% 6% 8% 20% 9% 22% 19% 4% 14% 11% 10% 8% 7% 6% 10% 5% 24% 15% 29% 12% 9% 25%

2c 2% 3% 3% 1% 6% 3% 3% 1% -3% 2% -1% 1% 1% 3% 1% 1% 2% 3% 4% 3% 4% 2% 9% 7% 0% 1% 0% 2% 3% 3% 1% -2% 1% 4% 2% 7% 4% 3% 7%

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3c -5% -4% -2% -3% -4% -6% -4% 7% -8% -1% 2% -3% -8% -4% -2% -3% -3% -3% -1% -2% -6% -2% 3% -2% -2% -4% -4% -2% -2% 0% -1% -4% -2% -6% -4% -5% -3% 0% -4%

4c -11% -10% -4% -6% -11% -13% -10% -7% -10% -4% 3% -5% -12% -10% -6% -7% -7% -7% -6% -7% -11% -8% 0% -15% -5% -11% -14% -6% -8% -6% -5% -8% -6% -17% -7% -12% -7% -6% -10%

5c -20% -16% -9% -12% -20% -18% -17% -5% -14% -15% 4% -10% -16% -18% -10% -16% -9% -14% -10% -12% -17% -15% 8% -25% -7% -19% -1% -10% -13% -11% -8% -12% -10% -26% -10% -17% -14% -11% -19%

6 o più c -28% -20% -12% -18% -26% -24% -23% -21% -15% -21% 4% -13% -19% -22% -13% -21% -11% -17% -14% -18% -22% -19% 5% -25% -1% -29% -3% -14% -17% -16% -7% -12% 0% -1% -16% -21% -17% -15% -24%

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Impatto della tariffa pro capite sulla spesa del SII - Scenario A (segue)

Var % rispetto all'articolazione vigente Massa Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Perugia Terni Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Caserta Benevento Napoli Salerno L'Aquila Teramo Pescara Chieti Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Potenza Matera Cosenza Catanzaro Trapani Palermo Messina Agrigento Caltanissetta Enna Catania Siracusa

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1c 30% 11% 23% 21% 18% 21% 17% 15% 15% 28% -1% 12% 20% 18% 9% 18% 21% 24% 19% 18% 7% 19% 17% 19% 15% 20% 19% 14% 17% 11% 8% 6% 10% 26% 27% 27% 3% 7% 11% 41% -14%

2c -1% 6% 3% 1% 6% 1% 4% 6% 5% 6% -3% 2% 3% 4% 2% 7% 7% 9% 5% 6% 6% 3% 3% 4% 11% 10% 9% 10% 7% 8% 5% 5% 2% 11% 11% 10% 3% 4% 3% 18% -4%

Pagina 18

3c -9% -1% -5% -5% -5% -7% -4% -3% -1% -1% 1% -3% -4% -4% -1% -3% -1% 0% 0% 0% 1% -3% -2% -2% 2% -1% -1% 1% -3% 0% 2% -1% -1% 5% -1% -2% 1% 1% -1% -4% 3%

4c -6% -7% -10% -13% -11% -13% -10% -14% -11% -13% 5% -7% -8% -11% -4% -12% -8% -8% -5% -6% -6% -7% -8% -8% -7% -10% -10% -8% -12% -5% -4% -6% -3% 1% -8% -12% 0% -9% -5% -15% 9%

5c -5% -19% -20% -24% -18% -20% -14% -23% -21% -22% 5% -11% -11% -19% -7% -5% -15% -15% -9% -13% -11% -15% -13% -13% -16% -17% -17% -17% -19% -10% -10% -11% -7% -1% -18% -22% -10% 1% -9% -21% 10%

6 o più c -3% -24% -27% -32% -28% -24% -17% -28% -27% -27% -3% -15% -13% -29% -10% -29% -19% -19% -12% -18% -15% -20% -17% -18% -21% -21% -21% -22% -23% -17% -13% -13% -9% -3% -24% -28% -17% 0% -12% -28% 12%

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Impatto della tariffa pro capite sulla spesa del SII - Scenario A (segue) Var % rispetto all'articolazione vigente Sassari Nuoro Cagliari Pordenone Isernia Oristano Lecco Lodi Rimini Prato Vibo Valentia Verbania Fermo Andria Barletta Trani

1c 23% 27% 23% 7% 19% 21% 11% 8% 21% 26% 14% 15% 26% 17% 21% 25%

2c 5% 11% 7% 0% 8% 6% 5% 2% 2% 6% 9% 15% 7% 13% 13% 13%

3c -3% -1% -4% -2% -2% -1% -2% -3% -4% -2% 0% 14% -4% 4% 4% 1%

4c -11% -9% -13% -4% -7% -10% -8% -6% -9% -7% -6% 11% -9% -5% -6% -7%

5c -19% -20% -24% -9% -13% -17% -17% -8% -15% -18% -10% 7% -19% -14% -14% -14%

6 o più c -26% -29% -32% -12% -15% -24% -22% -10% -3% -25% -13% 4% -24% -19% -19% -20%

Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

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Impatto della tariffa pro capite sulla spesa del SII - Scenario B Var % rispetto all'articolazione vigente Torino Vercelli Novara Cuneo Asti Alessandria Aosta Imperia Savona Genova La Spezia Milano Bergamo Brescia Cremona Mantova Bolzano Verona Vicenza Belluno Treviso Venezia Padova Rovigo Udine Gorizia Trieste Piacenza Parma Reggio nell'Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì Pesaro Ancona Macerata Ascoli Piceno

Acqua n. 78 - marzo 2017

1c 16% 11% 4% 9% 18% 16% 12% 5% 18% 4% -3% 7% 23% 16% 6% 10% 9% 8% 5% 6% 20% 8% 16% 17% 4% 13% 10% 9% 6% 6% 4% 8% 4% 23% 12% 29% 10% 7% 20%

2c 1% 3% 3% 0% 4% 1% 2% 2% -3% 1% -2% 0% 0% 3% 0% 0% 1% 2% 3% 2% 5% 1% 4% 6% 0% 2% -1% 1% 2% 3% 0% -3% 1% 5% 1% 7% 2% 2% 4%

Pagina 20

3c -4% -3% -1% -3% -4% -4% -4% 5% -7% -1% 2% -3% -7% -3% -3% -2% -3% -3% -1% -2% -4% -2% 1% -1% -2% -2% -3% -2% -2% 0% 0% -2% -1% -3% -3% -3% -3% 0% -3%

4c -10% -8% -4% -5% -10% -10% -9% -7% -8% -3% 4% -4% -11% -8% -6% -5% -5% -6% -5% -6% -9% -7% 0% -12% -4% -7% -12% -6% -6% -5% -2% -5% -5% -13% -5% -9% -6% -4% -6%

5c -19% -14% -8% -11% -19% -15% -17% -5% -11% -15% 5% -9% -15% -16% -10% -15% -8% -13% -9% -11% -15% -15% 7% -23% -6% -17% 1% -10% -11% -10% -5% -10% -9% -23% -8% -15% -13% -10% -15%

6 o più c -27% -18% -11% -17% -24% -21% -22% -20% -13% -20% 6% -13% -17% -20% -13% -19% -9% -16% -13% -16% -20% -18% 5% -22% 0% -26% -1% -13% -15% -15% -4% -8% 1% 5% -13% -18% -16% -13% -20%

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Impatto della tariffa pro capite sulla spesa del SII - Scenario B (segue)

Var % rispetto all'articolazione vigente Massa Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Perugia Terni Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Caserta Benevento Napoli Salerno L'Aquila Teramo Pescara Chieti Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Potenza Matera Cosenza Catanzaro Trapani Palermo Messina Agrigento Caltanissetta Enna Catania Siracusa

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1c 42% 8% 19% 18% 15% 17% 11% 12% 11% 24% -4% 10% 17% 16% 6% 16% 19% 23% 16% 14% 4% 17% 15% 17% 13% 21% 20% 13% 18% 10% 7% 6% 10% 21% 23% 21% 2% -4% 9% 36% -17%

2c 8% 4% 1% 0% 4% -1% 1% 5% 2% 4% -4% 1% 2% 2% 1% 5% 6% 9% 3% 3% 4% 2% 2% 3% 10% 11% 11% 9% 9% 6% 5% 5% 2% 6% 9% 5% 2% -10% 2% 14% -7%

3c -1% -1% -4% -4% -4% -6% -3% -2% 0% 0% 2% -2% -3% -4% -1% -3% -1% 2% 0% -2% 2% -3% -2% -2% 2% 1% 1% 1% -1% 0% 2% -1% -1% 3% -1% -5% 1% -13% -1% -7% 1%

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4c 3% -6% -6% -10% -8% -9% -5% -11% -7% -10% 8% -5% -6% -11% -1% -11% -7% -6% -4% -7% -4% -5% -6% -7% -6% -7% -7% -8% -9% -5% -4% -5% -3% 1% -7% -13% 0% -21% -3% -17% 7%

5c 4% -17% -17% -21% -15% -16% -9% -20% -18% -20% 8% -9% -9% -19% -5% -3% -14% -13% -8% -14% -9% -13% -12% -12% -15% -15% -15% -16% -16% -10% -9% -10% -7% -2% -17% -24% -10% -13% -7% -22% 9%

6 o più c 6% -23% -23% -29% -25% -20% -10% -24% -23% -24% 1% -13% -11% -28% -7% -28% -18% -16% -11% -18% -12% -18% -16% -16% -20% -19% -19% -21% -21% -17% -13% -13% -9% -3% -23% -29% -17% -15% -10% -29% 11%

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Impatto della tariffa pro capite sulla spesa del SII - Scenario B (segue) Var % rispetto all'articolazione vigente Sassari Nuoro Cagliari Pordenone Isernia Oristano Lecco Lodi Rimini Prato Vibo Valentia Verbania Fermo Andria Barletta Trani

1c 20% 22% 19% 6% 17% 18% 9% 8% 19% 22% 10% 11% 20% 16% 19% 27%

2c 3% 8% 4% 0% 7% 4% 3% 2% 0% 3% 7% 12% 4% 12% 12% 15%

3c -2% -3% -6% -2% -2% 0% -3% -2% -4% -1% 0% 12% -3% 4% 4% 3%

4c -9% -9% -13% -3% -6% -7% -7% -5% -7% -4% -4% 10% -6% -5% -5% -4%

5c -17% -20% -24% -7% -12% -15% -16% -8% -13% -15% -8% 6% -16% -14% -14% -11%

6 o più c -24% -29% -32% -10% -14% -22% -21% -9% 0% -22% -10% 4% -20% -18% -18% -17%

Fonte: elaborazione Laboratorio REF Ricerche

Acqua n. 78 - marzo 2017

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La tariffa pro capite: una scelta di equità


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