SANTA MARIA DEGLI ANGELI MENSILE – NOVEMBRE 2017
GESU’, L’UNICO MAESTRO Formazione
LabOratori
Giovani
Editoriale FORMAZIONE DEGLI ADULTI: UNA PRIORITA’ La catechesi agli adulti è una delle sfide più importanti della Nuova Evangelizzazione. Nel nostro territorio incontriamo diverse tipologie di adulti credenti, molti dei quali non sono raggiunti da una proposta formativa adeguata. Oltre a continuare i nostri sforzi pastorali per evangelizzare le nuove generazioni, sentiamo la necessità d’impegnarci maggiormente per una formazione permanente degli adulti nella fede. Papa Francesco ce lo ripete continuamente che non possiamo rimanere soddisfatti a condividere il Vangelo solamente con le persone che frequentano i nostri spazi. Occorre, allora, pensare cammini di evangelizzazione per fare in modo che l’annuncio del Vangelo del Signore raggiunga il maggior numero di persone. E’ lo slancio missionario della comunità, che non si chiude in se stessa, ma pensa a come raggiungere chi rimane fuori. Questo pensare è un atto d’amore perché dice di un interesse, uno slancio, una preoccupazione verso coloro che non conosco ancora il Signore. Di questa formazione ci sono vari livelli. La prima è la formazione biblica. Il desiderio condiviso da tante persone è quello di recuperare il valore della preghiera in famiglia. Per questo quest’anno abbiamo pensato d’incentivare la proposta dei centri d’ascolto della Parola nelle famiglie nelle comunità dove sono già presenti e di farli partire in quelle comunità nelle quali questa modalità formativa è ancora assente. Si tratta di valorizzare il vissuto umano che già esiste, come per l’appunto la famiglia, per aprirlo all’ascolto attento della Parola. Sarebbe bello se questi centri d’ascolto della Parola nelle famiglie divenissero punti di riferimento per le famiglie di un quartiere, di una via. In secondo luogo, la formazione teologica. Anche l’anima ha bisogno di crescere. Ci sono dei contenuti della fede che esigono un approfondimento. Per poter dar ragione alle persone che abbiamo intorno, prime fra tutte quelle di una famiglia, occorre l’umiltà di prendersi tempo per approfondire i contenuti della propria fede. Questi primi due punti sono a mio avviso sufficienti per iniziare non solo a riflettere su di un progetto organico di formazione permanente dei laici dell’Unità Pastorale, ma anche per camminare insieme con più consapevolezza dei doni ricevuti da Dio. Don Paolo
ORATORIANDO... SINODO SUGLI ORATORI: UNA UP IN ASCOLTO Sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre si è tenuto il Sinodo sugli Oratori dell'UP Santa Maria degli Angeli presso la parrocchia di Regina Pacis. Come unità pastorale era da tempo che ci interrogavamo su come riflettere assieme sulle tematiche riguardanti i nostri oratori. È nata, pertanto, l'idea di un appuntamento annuale, chiamato Weekend dell'Educazione, in cui raccontare le giornate dell'oratorio feriale e invitare relatori ad aiutarci a ragionare su particolari temi legati al mondo giovanile. Ci mancava qualcosa però.
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Vedevamo che c'era bisogno di una convocazione dei battezzati dell'UP per metterci in ascolto di quanto lo Spirito Santo suggeriva alle nostre comunità nel prenderci cura delle giovani generazioni. E così abbiamo pensato a un Sinodo. Non per scimmiottare il Sinodo sui Giovani, che vedrà radunarsi i Vescovi nell'ottobre 2018 a Roma, ma per discernere come vivere il quotidiano assieme ai ragazzi presenti nei nostri quartieri. Non un raduno qualsiasi, ma strutturato in modo tale da dare voce alla voce dello Spirito. Un'occasione, insomma, per stare davanti a domande profonde e metterci in ascolto dei fedeli, tempio dello Spirito Santo (come direbbe san Paolo). La sinodalità, infatti, è uno degli aspetti che sempre più dovremo riscoprire come Chiesa, già a partire dalle nostre comunità parrocchiali: essa ci chiede anzitutto di radunarci e di aprirci all'azione dello Spirito per discernere cosa di “buono, gradito a Dio e perfetto” ci è chiesto oggi per portare a tutti la buona notizia. A tutti i battezzati è dato il dono dello Spirito Santo, e tutti i battezzati dell'UP è sono stati invitati a essere presenti. Non è più tempo di deleghe a perdere. Forse è giunto il tempo delle responsabilità condivise, progettate, vissute. Quali pilastri hanno sorretto questo evento? Un'icona biblica: la Pentecoste. Un'icona ecclesiale: il Sinodo. Un metodo: il discernimento comunitario. Un tema: l'oratorio, come strumento e stile per educare le giovani generazioni nella ferialità della vita. Una prospettiva: la missionarietà nella fraternità. Il Sinodo, organizzato su due pomeriggi, ha dato vita alle seguenti tre discussioni: – come evangelizzare con l'oratorio e in oratorio? – quale comunità e quali figure educative per un oratorio che affascini al bello, buono e vero? – quali attività e quali percorsi di accompagnamento delle giovani generazioni? Per dare la parola a tutti i convocati ci si è divisi in sottogruppi guidati da alcuni facilitatori (giovani parrocchiani formati a dovere) che hanno tenuto altresì traccia di quanto emerso. Ne vorrebbe uscire una sorta di Carta del Sinodo. Ma è bene sottolineare che l'attenzione è rivolta ai processi più che ai risultati, come ci insegna Papa Francesco: imparare un metodo comunitario di lavoro dove non si porta avanti la propria opinione ma ci si apre all'ascolto reciproco senza vincitori né vinti sarebbe già tanta roba (come direbbero i nostri giovani). Quali sono i canali attraverso cui nei nostri oratori si evangelizza? Come e attraverso quali strumenti o esperienze lo si realizza? Come fare in modo che tutta la comunità si senta responsabile e chiamata in causa nella cura delle giovani generazioni e diventare così affascinante sia per chi già gravita in parrocchia sia per chi gironzola per strada? I nostri oratori sono luoghi in cui si sprona il sano protagonismo dei giovani, sia nel vivere la comunità, sia nel prestare un servizio ai più piccoli? In che modo i nostri oratori sono aperti alla realtà circostante e diventano strumento di evangelizzazione per chi rimane fuori? Come, i nostri oratori, possono essere o
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diventare luogo in cui aiutare i nostri ragazzi a fare sintesi fra fede e vita? C'è posto per tutti in oratorio? Queste e altre domande ci hanno spronato a scendere in profondità, senza cedere alla tentazione della risposta banale e superficiale. Non è stato semplice tenere i diversi di vista (alcuni anche contrastanti fra loro) tutti insieme, senza giudizi e dibattiti ma ce l'abbiamo fatta. Come dicevo prima ora occorre prendere il tempo di sintetizzare il tutto dando forma a una sorta di Carta del Sinodo, un documento contente alcune linee guida da tenere bene a mente nello scrivere e nel riscrivere il progetto oratori su questo territorio. Cosa è stato il Sinodo forse lo dobbiamo ancora capire per bene, ma certamente è andato sempre più migliorando il clima di ascolto e rispetto reciproco dei partecipanti. Auspichiamo che possa essere, quella del metodo del discernimento comunitario, una modalità sempre più da riscoprire nell'amministrare (cioè nel servire) in maniera sempre più evangelica nelle attività parrocchiali. Francesco Ciri Santarello (educatore di oratorio)
CALENDARIO DELL’ÉQUIPE E DEL CONSIGLIO DEGLI ORATORI (CdO)
CORTILE DI SPIRITO SANTO: COME PECORE SENZA PASTORE “Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore” (Mc 6,34). Da qualche settimana durante il pomeriggio gli spazi esterni dell'oratorio di Spirito Santo sono frequentati da una moltitudine di ragazzi delle medie e primi anni delle superiori: fra i 20 e i 40 al giorno. Mi sarebbe piaciuto scrivere che questi spazi sono abitati dai ragazzi ma il verbo abitare riconduce al
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concetto di casa, ma di casa oggi a questi ragazzi non interessa. Cercano posti dove sfuggire all'educazione degli adulti, luoghi in cui poter fare quello che pare e piace, fosse anche dare fuoco a un barattolo di benzina per “divertimento” (vale a dire noia) con tutti i pericoli annessi per se stessi e le strutture. Giovanissimi allo sbando, alla ricerca di qualcosa che valga la pena di assaporare come emozione forte e immediata. Adolescenti che si stanno bruciando lentamente, come quelle prime sigarette che qualcuno di loro accende per dimostrare di sfidare il mondo. Ragazze e ragazzi che, passando di strada in strada, sono giunti alle porte di una Chiesa, sulla pista del suo cortile... quasi per caso. Stanno errando (in tutti i due sensi che il vocabolario ci indica) ma ora si sono, almeno per qualche tempo, fermati. Forse ci è dato un compito, oserei dire una missione: fare tutto quello che possiamo per far in modo che non siano più come pecore senza pastore. Sono entrato in contatto con loro e, nonostante tante volte le mani comincino a prudere, la maggior parte di loro è simpatica e semplice: sanno accogliere (a modo loro si intende) e hanno piacere che ci si faccia loro vicini, ci si interessi a loro. Da quando con anche Alex, Arianna e Ilaria li abbiamo incontrati per la prima volta subito ci ha preso una forte compassione e anche una abissale paura. Sono proprio i due stati d'animo che permeano nella prima parte del brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci, versetti che seguono quelli che introducono questo articolo. La compassione di vedere adolescenti senza alcuno che stia con loro, che faccia capire loro che ci sono dei limiti, che la loro vita è preziosa e irripetibile, che li sproni a dare il meglio e non il peggio, a impegnarsi e non a lasciarsi andare, a desiderare di volare in alto anziché sprofondare su una panchina per ore e ore senza concludere nulla. La paura di non sapere cosa fare, come intervenire, chi interpellare, che progettualità intraprendere. Ci manca la comunità ed è soprattutto per questo che scrivo. “Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i vicini, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose: «Date loro voi stessi da mangiare»” (Mc 6,36-37). I discepoli conoscono tutta la loro impotenza davanti a tanta folla affamata. Anche questi giovani sono affamati, affamati di profonda felicità, di legami duraturi e saldi, di sguardi carichi di fiducia e di paletti da non oltrepassare. Insomma sono affamati di vita. È la stessa fame ed è la stessa sete che interessa incontrare a Gesù. Ed è lui che invita i suoi a dare loro stessi da mangiare. Darsi in pasto agli affamati. Diventare forse anche prede, come pecore in mezzo ai lupi. Il tema delle pecore è molto caro al Signore: vede i possibili agnelli di domani nei lupi di oggi. E noi che facciamo? Li vogliamo “licenziare”? Li vogliamo allontanare perché non creino problemi? Dovremmo invece capire che questi adolescenti i problemi se li portano dietro di strada in strada, qualunque essa sia e se oggi per un qualche strano motivo sono fermi sui nostri pascoli, nel cortile di un nostro (e dico nostro) oratorio abbiamo il dovere di fare la volontà di Dio: dare loro noi stessi da mangiare. Attenzione, non sto banalizzando un martirio. Sto dicendo che come comunità abbiamo l'obbligo di sporcarci le mani con ciò che non è bello per renderlo tale. Non dico di lasciarci fare tutto quello che questi ragazzi vogliono. Al contrario dobbiamo impedirglielo, ma trovando i tempi e i modi per stare con loro. «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci» (Mc 6,38). Ma non abbiamo persone disposte a stare in cortile o non in grado di far fronte a certi atteggiamenti di prepotenza dei ragazzi, direte. Ma ogni comunità (e comprendo anche l'unità pastorale che fino ad ora forse si è sentita non interpellata) ha in sé almeno cinque pani e due pesci. Che se universitari, alcuni adulti, magari allenatori dessero un'ora al mese di turno sul cortile avremmo non solo luoghi più tranquilli ma addirittura quel deserto si
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trasformerebbe in campi. Non possono essere sempre i soliti educatori (non mi riferisco prettamente a me) a fare tutto! Abbiamo bisogno di gente che ci creda che educare oggi non solo è possibile ma è una delle missioni più importanti che il Vangelo ci consegna oggi. “La messe è abbondante ma gli operai sono pochi”. Abbiamo bisogno al più presto di pastori operai. Ciri
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CATECHESI CRESIME A RONCINA Quando si fa un lungo viaggio, e si raggiunge una meta importante, di solito si fanno due cose: ci si guarda indietro, per valutare la strada percorsa, e si guarda avanti verso il nuovo percorso. Questa settimana ho fatto proprio questo: ho pensato al primo anno di catechismo, quando ho incontrato questi bimbi di 2ª elementare e i loro genitori, e a tutti gli incontri e le attività che abbiamo fatto da allora. I bambini di allora sono diventati i ragazzi e le ragazze che oggi, domenica 22 ottobre, hanno ricevuto lo Spirito Santo. Quest'anno abbiamo parlato molto di questo amico, lo abbiamo cercato nella Parola e nelle persone che anche ai nostri giorni si fanno ispirare da lui, accompagnati dall'esempio di don Tonino Bello. Oggi i ragazzi, nella celebrazione che abbiamo preparato con loro e per loro, hanno ricevuto lo Spirito Santo e i suoi doni, doni che saranno essenziali per la loro crescita umana e spirituale: scienza, intelletto, consiglio, sapienza, fortezza serviranno loro per orientarsi in questo mondo complicato, pieno di tante voci, di tanti immagini, di tante guide e miti illusori. La pietà e il timor di Dio li aiuteranno ad avere rispetto ed amore per i loro genitori, sia quelli terreni che per il Padre. La prima parte del viaggio è quindi conclusa: passo volentieri il testimone ad Anna, che li ha già seguiti anni fa insieme a me nel catechismo, e che già dal mese di novembre sarà al loro fianco come educatrice, per il secondo - e certo non meno importante - pezzo del cammino della loro vita di crescita cristiana. Ricordando l'immagine della barca che esce dal porto spiegando le vele, barca con cui sono chiamati a "Prendere il largo" nella loro vita (ce lo ha ricordato anche il canto di oggi), auguro a questi ragazzi e ragazze di non accontentarsi mai di una fede mediocre, ma li invito a vivere intensamente ogni giorno a fianco di Gesù, quell'amico eccezionale che abbiamo iniziato a conoscere in questi anni di catechismo. Marco Casali
PRESENTAZIONE DEI RAGAZZI PER LE CRESIME A CODEMONDO
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LA CHIESA IN USCITA, UNA SCELTA MISSIONARIA Martedì 10 ottobre, don Paolo ha voluto incontrare tutti i catechisti dell’Unità Pastorale per presentare, a partire da alcuni punti dell’Evangeli Gaudium, la Chiesa in uscita di Papa Francesco, col desiderio di stimolare nuovi progetti, spingere per rompere gli schemi di una pastorale ancora troppo ancorata al “si è sempre fatto così”. A partire dal n. 221, l’Esortazione apostolica presenta “quattro principi relazionati a tensione bipolari”, tre dei quali sono stati oggetto della riflessione: - Il tempo è superiore allo spazio. Il nostro modo di progettare, di pensare la pastorale va esattamente nella direzione opposta: lo spazio diventa il segno del nostro controllo, del nostro potere. Poter dire di aver fatto costruire delle belle strutture dà sicuramente una certa soddisfazione, che poi le stesse vengano sistematicamente disertate sorprende ed indigna, ma poco importa. Dare priorità al tempo significa preoccuparsi di iniziare processi, percorsi, cammini che lascino un'impronta di stile, di passione per il Vangelo, più che possedere tanti spazi che poi tendono ad ingabbiare lo spirito missionario. “Questo principio permette di lavorare a lunga scadenza, senza l'ossessione dei risultati immediati. […] Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita.[…] Il Signore stesso nella sua vita terrena fece intendere molte volte ai suoi discepoli che vi erano cose che non potevano ancora comprendere e che era necessario attendere lo Spirito Santo”. - La realtà è più importante dell’idea. “Esiste una tensione bipolare tra l'idea e la realtà. La realtà semplicemente è, l'idea si elabora. Tra le due si deve instaurare un dialogo costante evitando che l'idea finisca per separarsi dalla realtà”. Non possiamo essere chiusi nella realtà e pensare solo a quello che vediamo perché l'attrazione per cui viviamo e tendiamo è il Vangelo; di contro non possiamo vivere sognando l'ideale e non tener conto di quello che abbiamo, sradicati dalla realtà. Trovare un equilibrio tra queste tensioni non è facile, ma fra le due è più importante la realtà. Dobbiamo imparare a guardarla e a prendere seriamente in considerazione cosa ci circonda, chi abbiamo davanti e partire da lì, lavorando in forza del Vangelo, cercare di innestare dei movimenti, delle dinamiche che portino a una trasformazione, a un miglioramento. È l'incarnazione della Parola il criterio di fondo, perché l’idea staccata dalla realtà origina idealismi inefficaci che al massimo classificano e definiscono ma non coinvolgono. - Il tutto è superiore alla parte. "Anche tra la globalizzazione e la localizzazione si produce tensione. Bisogna prestare attenzione alla dimensione globale per non cadere nella meschinità quotidiana. Al tempo stesso, non è opportuno perdere di vista ciò che è locale, che ci fa camminare con i piedi per terra”. È necessario un equilibrio, una fusione dei due aspetti per non cadere negli estremismi: si lavora nel piccolo, si tiene conto della realtà, si lavora con ciò che è vicino, però con una prospettiva più ampia. Il tutto – cioè l’obiettivo finale dell’evangelizzazione del mondo e il senso della Chiesa cattolica – è più importante della parte. “Non si deve essere troppo ossessionati da questioni limitate e particolari. Bisogna allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti noi”. Istintivamente noi siamo sempre difensori del nostro particolare, del nostro orticello, certamente il valore di una comunità locale esiste, ma la Chiesa è più importante della diocesi, l’Unita pastorale è più importante della parrocchia. La proposta di Papa Francesco di una Chiesa in uscita parte dal principio che siamo tutti discepoli missionari che: - Prendono l'iniziativa, osano, vanno incontro, cercano i lontani che spesso sono anche dietro l'uscio di casa, sono mossi da un desiderio grande di offrire misericordia perchè sperimentato la misericordia infinita del Padre. - Coinvolgono perché coinvolti dal Signore, si abbassano, accorciano le distante, creano relazioni. - Accompagnano, si fanno vicini, evangelizzano con pazienza e sono in grado di sopportare ogni cosa come gli apostoli. - Fruttificano: trovano il modo di “far sì che la Parola si incarni in ogni situazione concreta e dia frutti di vita nuova”. - Festeggiano, celebrano ogni piccolo passo avanti nell'evangelizzazione, che si fa bellezza nella Liturgia, fonte di un rinnovato impulso a donarsi e ad evangelizzare. Allora diventa importante e fondamentale prepararla bene, curando i canti, le Letture, le preghiere, e farlo sempre con passione, amore e gioia. “Sogno una scelta missionaria dice Papa Francesco — capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. Proviamo a farlo diventare anche il nostro sogno, impegniamoci insieme, “agenti pastorali” in costante atteggiamento di uscita, aperti e disponibili, attenti e coinvolti, lenti all'ira e grandi nell’amore, pietosi e misericordiosi, per favorire la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. Paola Micacchi
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PASTORALE GIOVANILE INIZIO DEGLI INCONTRI PER I RAGAZZI DI PRIMA SUPERIORE Dopo una lunga pausa estiva, domenica 8 Ottobre sono ricominciati a grande richiesta gli incontri dei ragazzi di prima superiore delle parrocchie di Regina Pacis, Spirito Santo e Roncina. Per inaugurare questo nuovo anno noi educatori abbiamo organizzato una serata divisa in due momenti: prima abbiamo mangiato tutti insieme una pizza o un tanto ambito kebab (a scelta per i ragazzi) e a seguire siamo andati al parco del Gelso per fare un gioco. I ragazzi erano molto entusiasti di rivedersi (eravamo circa in 30) e si sono mostrati molto volenterosi di ricominciare gli incontri. Gli abbiamo illustrato come sarà strutturato il nuovo mondo delle superiori e gli abbiamo esposto vari progetti che abbiamo in mente per loro quali, per esempio, il servizio negli oratori. È una buona opportunità che gli viene offerta perché dà loro la possibilità di crescere e di scontrarsi con nuove realtà che, pur essendo vicina a loro, non conoscono. Fino alla metà di novembre lavoreremo sulla parola gruppo: cosa significa, da chi è composto, come si fa a collaborare, a condividere e a stare bene insieme. Gli incontri da quest’anno saranno di domenica sera dalle ore 20.45 alle ore 22.00. Inoltre, tutte le terze domeniche di ogni mese i ragazzi delle superiori devono animare la Messa. Per questa occasione ci troviamo alle ore 9.15 in oratorio per fare colazione tutti insieme e l’incontro alla sera sarà sospeso. Vi aspettiamo!! Lucia
#FUORILECATECHISTE Ciao ragazzi!!! Stanchi del catechismo e desiderosi di una nuova avventura?? Non temete! Abbiamo la soluzione che fa per voi. Vi aspettiamo DOMENICA 12 NOVEMBRE alle 18:30 presso l’oratorio della parrocchia di Regina Pacis per una pizzata tutti insieme. Vi chiediamo gentilmente di portare di 5€ per la pizza. A presto!! Gli educatori Filippo, Irene, Giovanni, Camilla
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ESERCIZI SPIRITUALI GIOVANI A SANTO STEFANO DI VETTO Dal 13 al 15 di Ottobre noi giovani universitari dell’Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli abbiamo partecipato agli esercizi spirituali tenuti da Don Paolo a Santo Stefano di Vetto, con il desiderio di metterci in ascolto della parola del Signore. La prima sera abbiamo cercato tutti insieme di organizzare questi tre giorni di preghiera e per prima cosa abbiamo deciso di mantenere (con un po’ di fatica) un clima di silenzio durante l’arco di tutte e tre le giornate, compresi i pasti, per riuscire a mantenere più forte l’ascolto del Signore attraverso la meditazione personale.
Le giornate iniziavano con le lodi e una meditazione di Don Paolo seguita da un momento di riflessione personale. La giornata continuava con la partecipazione alla Santa Messa e nel pomeriggio si teneva un’altra meditazione con Don Paolo seguita sempre da una riflessione personale e dai vespri e si concludeva con la compieta. Il filo conduttore degli esercizi è stato L’uomo e la donna nel progetto di Dio, tema introdotto dal brano Isaia 43, 1-7. La prima meditazione è stata incentrata su due domande cardine: Chi è il Dio in cui crediamo? Come lo ha percepito il popolo di Israele? La seconda meditazione invece è stata incentrata sul Salmo 8,5: “…che cos’è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?…”. Si è dunque meditato sull’importanza delle parole contenute in questo salmo, come “te ne ricordi”, “te ne curi”, “l’hai fatto”, “lo hai coronato”, “gli hai dato potere” e “tutto hai posto”. Nella terza e ultima riflessione si è parlato dell’importanza della fiducia che poniamo nel progetto di Dio e della forte contrapposizione tra fede e paura. Inoltre, il sabato sera Don Paolo ha rivolto a noi giovani una proposta, quella di andare un mese in Brasile nell’estate 2019 per conoscere i luoghi dove vive Don Luca e dove hanno vissuto lui e Don Riccardo allo scopo di imparare ad ascoltare e capire la diversa cultura e le persone che la vivono. Per poter affrontare questa esperienza è necessario prepararsi adeguatamente partecipando a dei corsi di formazione organizzati dal centro missionario. Queste giornate di esercizi sono state per noi un momento di condivisione di amicizia e di fede che ci ha fatto tornare alle nostre occupazioni quotidiane più ricchi grazie all’incontro con il Signore. Chiara Bonomo
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MISSIONE A KM ZERO Dove due o tre sono uniti nel mio nome , io sarò con loro , pregherò con loro , amerò con loro perché il mondo creda a Te , o Padre , conoscere il tuo amore , avere vita con Te. Voi che ora siete miei discepoli nel mondo , siate testimoni di un amore immenso , date prova di quella speranza che c'è in voi Coraggio ! Vi guiderò per sempre , io rimango con voi . Ogni beatitudine vi attende nel mio nome , se sarete uniti , se sarete pace , se sarete uniti perché voi vedrete Dio che è Pace in Lui la nostra vita gioia piena sarà ! Spirito che animi la Chiesa e la rinnovi , donale la fortezza , fa che sia fedele come Cristo che muore e risorge , perché il Regno del Padre si compia in mezzo a voi: abbiate fede in Lui . Vi salutiamo da Codemondo!! Siamo Alex, Ilaria e Arianna i missionari a KM ZERO, così detti perché la nostra chiamata non ci ha portato lontano, ma a pochi chilometri da casa; il mesetto trascorso qui ci sta insegnando a condividere gli aspetti quotidiani del vivere insieme, come Ilaria che ha un’ossessione per la cipolla, Alex cui scrocchia la mandibola ogni volta che mangia e Arianna che ha le mani di burro!!!. Ci sta inoltre aiutando a metterci in gioco in una realtà nuova piena di sfide, aprendoci al mondo. Vogliamo ringraziare la comunità di Codemondo che ci ha accolti e sostenuti nel rinnovamento della casa, e continuano ad aiutarci ogni giorno sia nelle necessità materiali che nella semplice all’apertura al dialogo, al rispetto dei nostri spazi e al coinvolgimento nelle attività parrocchiali. Tuttavia, non siamo qui solo per vivere insieme ma per svolgere servizio nelle comunità, in particolare ci occupiamo della gestione degli oratori nelle cinque parrocchie dell’Unità Pastorale, due volte a settimana ognuno. Insieme agli animatori e ai volontari teniamo aperti gli oratori per accompagnare i ragazzi di elementari e medie nello studio (attività di doposcuola) e cercando di educarli nello stare insieme durante i momenti di gioco. La nostra giornata tipo prevede lodi insieme alle 7.30 e a seguire colazione, ognuno di noi parte per svolgere le sue quotidiane attività (università, studio, pulizia ecc.) ci si ritrova a pranzo e alle 14.30 chi di servizio parte per gli oratori. Verso sera rientriamo a casa e ci prepariamo per la cena e ovviamente il post-cena, quando riusciamo, lo dedichiamo agli amici!! Cerchiamo di esserci il più possibile ai pasti perché riteniamo che sia un momento di ritrovo e condivisione della giornata. La domenica, invece, è dedicata alla propria famiglia. Oltre alle normali attività abbiamo momenti di apertura alla comunità quali: giovedì alle 19.00 messa della comunità e una volta al mese cena insieme, martedì mattina lodi e colazione aperte a tutti alle ore 7.30, sempre martedì alle 19.00 VESPRITZ (rivolti ai giovani universitari). La vita comunitaria non è stata una scelta semplice da prendere per nessuno di noi tre e si sta rivelando anche complessa nelle sue varie sfaccettature, ma la viviamo con gioia, serenità, voglia di crescere insieme. Affrontiamo tutto questo come un dono e speriamo di essere sempre testimoni dell’amore gratuito, questo, però non ci ha portato a Isolarci in una casa lontana, ma a stare con tutti voi giovani. Per questo vi rinnoviamo l’invito a venirci a trovare e ci saranno molte occasioni per farlo dalla messa insieme alle chiacchiere a cena!! Ila, Alex e Ari
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FORMAZIONE
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UN CAMMINO CONDIVISO Come già avviene in altre comunità parrocchiali delle nostra UP, finalmente anche a Roncina si stanno formando i gruppi d’ascolto della Parola. Nella seconda metà di ottobre due diverse famiglie hanno accolto i partecipanti nelle loro case, nell’intento di riscoprire e condividere la ricchezza della parola, iniziando con la lettura del Vangelo di Marco. Nell’incontro, della durata di un’ora, si inizia con la preghiera (1) di invocazione dello Spirito Santo, segue la lettura di un capitolo o un’unità del Vangelo, breve pausa di riflessione, ci si interroga sul messaggio del testo toccando diversi punti; si chiude con la recita dei salmi di compieta del giorno. Questa proposta dei gruppi, per noi nuova, inizialmente ha generato anche paure e resistenze, ma si sta rivelando molto stimolante. Si sperimenta una gioia interiore, una “sete di saperne di piu’”, ci si sente piu’ ricchi spiritualmente ed umanamente: è un’opportunità preziosa per tutti!! E’ un’esperienza comunitaria di accostamento alla Scrittura “tesa a far si’ che questa pagina diventi preghiera e trasformi la vita” come ha detto il card. C.M. Martini. Con questo obiettivo perciò vinciamo le riserve, usciamo e mettiamoci in cammino! Marinella (1) La lettura della Sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, affinchè possa svolgersi il colloquio fra Dio e l’uomo, poichè “quando preghiamo, parliamo con Lui, Lui ascoltiamo quando leggiamo gli oracoli divini” (da DEI VERBUM cap.VI-25).
LA BELLEZZA DI UNA GITA - PELLEGRINAGGIO L’abazia di Staffarda non è un luogo turistico. Chi ci arriva, nell’altopiano delle Langhe piemontesi, vede da lontano il magnifico profilo della chiesa romanica e, accanto d essa, poche case antiche. Tutto attorno, frutteti e campi di mais. La strada principale del villaggio, lunga cento metri, passa davanti alla loggia ad archi dove un tempo si faceva il mercato. Sull’altro lato della strada c’è l’ospizio dove i monaci ospitavano i pellegrini, poi il muro del chiostro, poi la facciata della chiesa. Di fronte, c’è un recinto dove passeggiano o stanno sdraiate una ventina di mucche bianche; più oltre le case dei contadini e un bar. Le gite-pellegrinaggio che da anni organizza Regina Pacis (ma partecipano sempre anche persone di altre parrocchie) sono viaggi non solo nello spazio, ma anche nel tempo: nella storia e soprattutto nella storia della chiesa. L’abazia di Staffarda sorse a metà dell’XI secolo per opera dei monaci cistercensi, che, provenienti dalla Francia, volevano tornare all’osservanza rigorosa della Regola di san Benedetto. La comunità monastica doveva mantenersi da sola, con il lavoro, libera dalle donazioni dei signori. Per questo i cistercensi, che si diffusero in tutta Europa fino ad avere 700 monasteri, di cui più di 80 in Italia, furono grandi organizzatori di aziende agricole, innovative ed efficienti, amministrate e lavorate da loro stessi. La chiesa abbaziale di Staffarda conserva integro l’aspetto di semplice bellezza dell’architettura cistercense, che rifiutava ogni lusso e ricercatezza, e perfino gli affreschi e le sculture, che – diceva san Bernardo di Chiaravalle, il più famoso dei cistercensi – avrebbero potuto distrarre i monaci dalla contemplazione dell’essenziale. Accanto alla chiesa si apre il chiostro, che, come in tutti i monasteri, è una straordinaria struttura architettonica, dove le ombre si mescolano alla luce e il raccoglimento si apre al cielo. All’ora del pranzo, la nostra comitiva di pellegrini ha potuto assaggiare, nel vicino paese di Revello, la buona cucina piemontese: agnolotti al sugo d’arrosto e brasato al barolo. Nella bella quattrocentesca collegiata
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di Revello, abbiamo celebrato la messa, nel primo pomeriggio. Poi abbiamo raggiunto il castello della Manta, sopra una collinetta che domina le Langhe. Il paesaggio, a dire la verità, è deludente: nebbioso (non si vede nemmeno l’ombra delle vicine Alpi Cozie) e coperto di frutteti industrializzati. La rocca feudale, invece, è splendida. Di recente, dopo secoli di abbandono, è stata restaurata per l’accordo dei proprietari con il FAI (Fondo ambiente italiano), e aperta al pubblico. La visita si snoda tra sale, scale, cortili, cantine, fino alla vasta cucina col suo enorme camino. I gioielli, però, sono gli affreschi tardo gotici della sala baronale e della chiesetta del castello, opera dello stesso anonimo pittore. Soprattutto i temi profani della sala sono vivaci, ironici, eleganti e con una particolare cura dei dettagli botanici. Un’intera parete è occupata dalla “Fontana della giovinezza”, luogo fantastico, al quale accorrono poveri e re, dame e cardinali; si immergono vecchi e grinzosi e riemergono giovani e desiderosi d’amore. Lungo la strada del ritorno, la foschia si dirada e vediamo emergere il profilo imponente del Monviso. Avvisati da un messaggio sul gruppo whatsapp delle famiglie RP, ci fermiamo alcuni minuti per osservare il passaggio, proprio sopra di noi, della stazione orbitante internazionale che ha a bordo anche l’astronauta italiano Paolo Nespoli. E’ un punto luminoso bianco, un po’ più grande di un normale satellite, che attraversa il cielo in un paio di minuti. Prima di arrivare a Reggio, recitiamo i vespri e progettiamo la gita della prossima primavera. Diacono Giorgio
PASTORALE FAMILIARE WEEKEND FAMIGLIE A CARESTO (PU) Quest'anno abbiamo deciso di iniziare l'anno pastorale con un momento dedicato alle famiglie e abbiamo pensato a Caresto. E’ un CENTRO DI SPIRITUALITA’ MATRIMONIALE che offre la possibilità di ritiri per coppie di sposi e fidanzati, tutti i fine-settimana, per tutto l’anno. Di seguito il programma e tutte le info…
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WEEKEND FAMIGLIE A CARESTO Unità pastorale Santa Maria degli Angeli
10-12 NOVEMBRE 2017 (dalla sera di Venerdì 10 al pranzo di Domenica 12) Il ritiro inizia il venerdì con la cena ma chi non riesce però può arrivare anche più tardi perché le attività iniziano alla mattina del sabato.Il weekend si svolge tutto dentro all'eremo ed è guidato da persone esperte su un tema specifico. Vengono distribuite delle schede, c'è una spiegazione, poi c'è un momento di riflessione all'interno della coppia e un tempo di condivisione con le altre coppie del gruppo. Ecco alcune informazioni utili: Dove? Nel Centro di Spiritualità Matrimoniale presso un eremo ristrutturato a Caresto ubicato sulle colline marchigiane vicino a Sant'Angelo in Vado, in provincia di Pesaro-Urbino. Da Reggio il viaggio in auto richiede circa tre ore. Quanto si spende? Poco. La quota è di 30 EURO totali a famiglia per i tre giorni con pensione completa (colazione, pranzo, cena). Al termine del soggiorno ognuno sarà libero di lasciare una donazione in una busta anonima che verrà lasciata nella camera. Il tema Ogni weekend ha un tema. Il primo gruppo che si iscrive può scegliere il tema tra quelli proposti o anche altri. Ve ne cito alcuni: "La casa cristiana", "Libertà e condizionamenti", "Il lavoro", "L'educazione dei figli", "Le diversità tra conflitto e risorsa", ecc. L'alloggio e i pasti Ci sono camere che vanno da 2 a 6 letti. Non c'è il bagno in camera ma c'è un bagno sul piano ogni due-tre camere. Ci sono da portare lenzuola e biancheria del bagno. I pasti sono tutti compresi nella quota. Ai figli chi ci pensa? Portateli con voi. E' previsto un servizio di custodia e animazione per i figli di tutte le età durante il ritiro.
Le iscrizioni: per mail a happyfamily1966@libero.it oppure per telefono al 3803023841 possibilmente entro DOMENICA 22 OTTOBRE. Altre informazioni le potete trovare direttamente sul sito www.caresto.it oppure contattatemi al cellulare. Diacono Luca Riccò
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PASTORALE SOCIALE ATTRAVERSO LA MORTE, LA VITA PIENA Il mese di novembre, con il ricordo dei morti, le nebbie e l’oscurità, solitamente non ispira sentimenti positivi. Ci richiama ad una realtà, quella della morte, che la nostra società post-moderna tenta in tutti i modi di esorcizzare e rimuovere, salvo poi spettacolarizzarla nei mezzi di informazione. Esistono sconvolgenti statistiche che ci rivelano che anche i cristiani praticanti temono la morte e molti di loro non credono nella vita eterna. Eppure, la speranza/certezza che la vita continui anche dopo la morte del corpo, è uno dei capisaldi della buona notizia portata da Gesù. Forse il nostro problema risiede anche nel fatto che tendiamo a cercare risposte nei luoghi sbagliati, come le donne al sepolcro di Gesù, che si sentono dire “Perchè cercate tra i morti colui che è vivo” ? Personalmente non amo i cimiteri e le loro ostentazioni floreali. Le persone care che ci hanno preceduto non sono lì, tra i morti, tra il putridume di poveri resti di un corpo che ha esaurito la sua funzione, ma sono vive, nella luce, libere dai limiti legati al corpo, rivestite di eternità e dell’amore di Dio. Lo Spirito vive per sempre, non è condizionato dalla caducità corporea. Ma va accolto e coltivato. Gesù, nella sua predicazione, identifica due possibili destini delle persone: la vita eterna e la morte eterna. ● Chi accoglie e coltiva lo Spirito, donando vita, cercando il bene, la bellezza, accogliendo ed aiutando gli altri, prendendosi cura del creato (vedi l’enciclica Laudato sì di papa Francesco), condividendo i propri beni ed i propri talenti, lasciando il mondo migliore di come l’ha trovato, sarà trovato vivo nel momento della morte biologica, e continuerà a vivere definitivamente, in una forma diversa, sviluppando tutte le enormi potenzialità della vita. ● Chi rifiuta ostinatamente lo Spirito, facendo il male, seminando distruzione umana e ambientale, sfruttando sconsideratamente persone e animali, chiudendosi nell’egoismo nel razzismo e nella discriminazione, accumulando beni solo per sé, lasciando il mondo peggiore di come l’ha trovato, sarà trovato morto spiritualmente dalla morte biologica ed è come se morisse due volte, nel corpo e nello Spirito. E’ quella che il libro dell’Apocalisse definisce “seconda morte”, che Gesù chiama “perdita dell’anima”, portando l’esempio della spazzatura che veniva gettata nella discarica nel burrone di Gerusalemme, la Geenna. Il significato è “Se ti sei sempre chiuso a tutto e a tutti, se hai sempre considerato le altre creature come merce al tuo servizio, la tua vita sarà stata inutile, per cui, quando morirà il tuo corpo non rimarrà nulla di te, perché lo Spirito l’avevi già fatto morire da prima, per cui sarai buttato nella Geenna, nella spazzatura, morirai definitivamente”. Naturalmente speriamo che di persone della seconda categoria non ce ne siano. Se ci sono, il Signore confida nella nostra testimonianza evangelica per contagiarle con il bene, collaborando alla sua opera di salvezza. C’è una piccola parabola extrabiblica, tratta dal testo “Aiutami a dire addio” di Arnaldo Pangrazzi, che credo esprima bene alcuni concetti legati a questi temi:
LA PARABOLA DEI GEMELLI Due gemelli, mentre crescevano nel grembo della madre, conversavano tra loro; erano pieni di gioia e si dicevano: «Senti, non è incredibile l'esperienza della vita? Non è bello essere qui, insieme?». Giorno dopo giorno andavano scoprendo il loro mondo. Un giorno si accorsero del cordone ombelicale che li univa alla madre, attraverso cui venivano alimentati, ed esclamarono sorpresi: «Quanto ci vuole bene la nostra mamma! Condivide la sua vita con noi!». Passarono così le settimane e i mesi finché, all'improvviso, si resero conto di quanto erano cresciuti.
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«Cosa vorrà dire tutto questo?», domandò il primo. «Vuol dire che fra poco non ci staremo più qui dentro», rispose l'altro. «Non possiamo restare qui per sempre, dovremo nascere». «In nessun modo voglio uscire di qui», obiettò il primo, «Io voglio rimanere qui per sempre!» «Ragiona», gli rispose il fratello, «non abbiamo altre soluzioni; e poi forse, ci sarà un'altra vita, dopo che saremo usciti di qui». «Ma non è possibile!», sentenziò il primo. «Senza il cordone ombelicale non si può vivere! In più, altri prima di noi hanno lasciato il grembo materno, ma nessuno è tornato a dirci se c'è un'altra vita dopo la nascita. Da’ retta a me, una volta usciti di qui, tutto finirà!» Così, tra un'argomentazione e l'altra, trascorsero i loro ultimi giorni nell'utero, finché giunse il momento della nascita. Quando vennero alla luce spalancarono gli occhi ed emisero un forte grido. Quello che videro superava di gran lunga ogni loro aspettativa. Giovanni Dazzi
LABORATORIO DI CITTADINANZA Sabato 21 ottobre presso la Parrocchia di Regina Pacis si è svolto il primo appuntamento del Laboratorio di cittadinanza per i quartieri di Regina Pacis, Orologio, Foscato e Roncina. I laboratori di cittadinanza si inseriscono all'interno del progetto “Quartiere bene comune” che ha come obiettivo la ridefinizione delle modalità di relazione tra cittadini e Comune, basata sull'assoluto protagonismo della cittadinanza, sia nelle sue forme associative sia come singoli individui. In luogo dei tradizionali modelli di partecipazione basati sul decentramento degli organismi di rappresentanza (le Circoscrizioni) oppure dei processi partecipativi di tipo deliberativo per definire il contenuto delle decisioni pubbliche, la cittadinanza, in questo progetto, è chiamata a essere attiva e intervenire in tutte le fasi del ciclo di vita della decisione presa di concerto con l'Amministrazione. Le occasioni di confronto e dialogo pubblico-privato sono state infatti sostituite dal lavoro degli architetti di quartiere e dalla costruzione di nuove relazioni con le associazioni e i cittadini in ciascun territorio. La finalità è la definizione di progetti condivisi per la cura della città e della comunità che trovano una formalizzazione all'interno di specifici Accordi di cittadinanza, atti formali di impegno collaborativo tra Comune e cittadini. Con gli Accordi di cittadinanza previsti in tutti i quartieri della città raccolti in ambiti territoriali, i cittadini e l'Amministrazione hanno collaborato fattivamente alla riuscita del progetto concordato, concorrendo ciascuno con una propria quota di idee, risorse, responsabilità, tempo e bagaglio culturale. Il primo incontro ha registrato un'alta partecipazione e sono emerse numerose idee da parte di cittadini e Associazioni che saranno alla base della costituzione di tavoli di lavoro su alcuni filoni tematici comuni tra le varie proposte. Vi aspettiamo al 2° incontro, giovedi 26 ottobre alle 20.30 presso la Parrocchia di Regina Pacis. Per maggiori informazioni consultare il sito web: www.comune.re.it/siamoqua Staff Architetti di Quartiere – Comune di Reggio Emilia Francesco Berni
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IN FUGA DALLA SIRIA: UN VIAGGIO PER TUTTI
All’interno della sagra di Regina Pacis che si è tenuta dal 15 al 17 settembre, è stata ospitata la Mostra “In Fuga dalla Siria”. Ideata e realizzata dalla Cooperativa Granello di Senapa è stata gestita dal gruppo scout Reggio Emilia 4 e da alcuni educatori della parrocchia. Si tratta di una mostra interattiva che parte dalla domanda posta a tutti i visitatori “E se fossi costretto a lasciare il tuo paese che cosa faresti?”. Uno story game durante il quale non si è spettatori, ma viene chiesto di mettersi nei panni di un migrante che si trova a dover fuggire dal proprio paese; per facilitare questa operazione di immedesimazione è previsto un momento introduttivo per aiutare i visitatori a calarsi nella situazione fatto di piccoli travestimenti, video, musica, oggetti personali e di carattere affettivo, passaporti, denaro, ecc… Parte poi il viaggio e leggendo alcuni pannelli, il visitatore migrante è guidato nella sua fuga, si trova di fronte a delle scelte e viene indirizzato a seguire un certo percorso a seconda delle decisioni prese. Mettersi nei panni dell’altro: questa è la chiave per comprendere quello che sta succedendo oggi nel mondo e che ormai ci coinvolge anche nel nostro quotidiano. Questa iniziativa è stata dunque uno strumento di riflessione che richiede di mettersi in gioco e provare ad immedesimarsi, per quanto possibile, nei panni di chi questo viaggio lo ha fatto davvero. Sono più di un centinaio le persone che hanno attraversato le stanze e i corridoi della parrocchia per intraprendere questo viaggio e che hanno provato a cimentarsi e calarsi in questo story game: chi ha partecipato ha apprezzato molto questa iniziativa, al termine della quale era prevista una sala delle testimonianze e della metabolizzazione…L’ultima sala, infatti era costituita da pannelli con alcune storie vere e da fili appesi dove era possibile appendere dei biglietti dove poter lasciare la propria riflessione a caldo dopo questo viaggio: un modo anche per aiutare il viaggiatore a fare sintesi di questa esperienza.
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Molte sono le riflessioni e i pensieri che sono stati appesi da chi ha concluso il viaggio. Ne riportiamo qualcuno come ad esempio: “ogni volta che mi avvicinavo ad un pannello che raffigurava persone in mare, dentro di me pensavo – Ti prego fa che non sia il mio- Ho viaggiato davvero insieme al mio personaggio e ho desiderato la vita” oppure “essere una persona diversa da me stesso, anche se solo per questo poco tempo, mi ha fatto comprendere quanto sia fortunato e quante cose do per scontato nella mia vita, soffermandomi troppo spesso su stupidate. Ho sempre pensato di essere coraggioso, oggi ho scoperto che non è vero”. Questa mostra è stata davvero l’occasione per avere uno sguardo nuovo e diverso, attraverso una modalità interattiva, sulle condizioni delle persone che scelgono di mettersi in viaggio verso un futuro migliore…la domanda che rimane è sarà davvero così?
PROGETTO EDUCATIVO LIBERA SCELTA Siamo un gruppo di genitori e bambini, che partendo da diversi percorsi di crescita personale, hanno iniziato ad incontrarsi per sperimentare la creazione di una comunità educante di famiglie e per condividere le difficoltà che suscitano la cura, la crescita e l’educazione dei bambini, nella consapevolezza che è necessario impegnarsi insieme per migliorare il presente e il futuro nostro e dei nostri figli. Spinti da questi ideali abbiamo deciso di rispondere al bisogno di organizzare uno spazio condiviso che facilitasse il compito di fornire ai bimbi i principi di un’educazione attiva, sotto forma di realtà parentale, poiché convinti che possa aiutare lo sviluppo dei bambini senza imposizioni standard. Siamo alla ricerca di un’educazione che metta al centro le esigenze dei bambini e che possa permettere loro l’espressione massima della personalità individuale attraverso un approccio olistico e creativo basato sui valori autentici, come quello della famiglia. Il nostro obiettivo è di individuare uno spazio educativo per creare una struttura auto-organizzata e partecipata dalle famiglie nel sostegno all’educazione e dell’istruzione parentale poiché crediamo fermamente che i genitori rimangano i primi responsabili dell’educazione dei propri figli. Vorremmo inoltre accogliere coloro che a seguito della legge 119/2017 verranno esclusi dalle strutture educative già presenti sul territorio ed aprire le porte alle famiglie del quartiere. Chiara, Alessandra e Alice
I POLITICI E IL BEIJU Che cosa sta succedendo in Brasile? Una Nazione con 200.000 milioni di abitanti, un’estensione di 28 volte quella dell’Italia, una classe politica insignificante e senza dubbio non all’altezza del compito che le è stato affidato e che le viene chiesto dalla popolazione.
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Non ci sono dubbi sull’incapacità del Presidente della Repubblica Michel Temer de saper governare il Paese. Se guardiamo le riforme fatte fino ad ora e quelle in programma ci rendiamo conto di cosa aspetta questo popolo gialloverde. Il comportamento è quello dei “coroneis” i signorotti dallo stile ottocentesco che dettano legge dove la legge ufficiale non c’è o non viene osservata. Propensi solo ad arricchirsi a spese dei contribuenti e della povera gente, amanti del “jeitinho” (leggi jeitigno) ovvero di risolvere le situazioni con mezzi al di fuori della legalità e dei normali procedimenti. Il comportamento di questi politici mi fa venire alla mente il viaggio di andata e ritorno che ho fatto tra il 19 ed il 20 di ottobre per andare a trovare una suora di 91 anni, italiana, con 50 anni di Brasile e più di 30 a servizio della piccola comunità di Gangú, un borgo del Comune di Crisopolis a 250 km da Salvador, la capitale della Bahia. Come l’abbia conosciuta e perché vado la regolarmente ad ogni 4 mesi, lo racconto un’altra volta. Sia nel viaggio di andata, di circa 5 ore di autobus, che in quello di ritorno ho “contemplato” con molta attenzione i tanti venditori ambulanti che salivano sul pullman nei momenti in cui si fermava nelle stazioni intermedie. Gente semplice che con molta dignità offriva i loro prodotti. Chi vendeva patatine, castagne secche, bibite fresche o acqua minerale. Una donna, all’apparenza mamma di famiglia, entra e annuncia “olha pessoal chegou o beiju com coco”*. Apre un contenitore in plastica e inizia a percorrere il corridoio del pullman mostrando quello che, probabilmente, aveva fatto al mattino presto prima di portare i figli a scuola. Sempre con molta educazione ed approfittando del pochissimo tempo a disposizione prima che il pullman riparta di nuovo, cerca di vendere la sua produzione. Pochi reais, sudati, che serviranno per pagare acqua, luce, alimenti, e tutto quello di cui c’è bisogno in famiglia. Tutti i giorni la tessa cosa, è il suo modo di ricavare ONESTAMENTE il pane quotidiano per vivere. “Tiro o chapéu para ela”** senza ombra di dubbio. E sono in molti che improvvisano un lavoro, inventano un’occupazione per poter portare a casa un po’ di soldi. Non vogliono arrendersi alla vita miserabile che i politici di turno gli propongono tagliando la Spesa Sociale, riducendo incentivi alla piccola attività artigianale, approvando politiche di riduzione dei costi che incidono pesantemente sul ceto meno abbiente. Sono persone che meritano tutto il mio rispetto e la mia ammirazione e, molto spesso, compro i loro prodotti, magari non avendo neanche fame in quel momento, ma solo per la gioia che sento subito nel cuore nel vedere il sorriso che si definisce spontaneo e bello sulla loro bocca mentre ricevono i due, tre, quattro, dieci reais a seconda del prodotto e della quantità. Inevitabilmente in questi momenti mi tornano alla mente loro... i politici dal nome importante: Aecio Neves (senatore appena sfuggito da un’accusa di corruzione – il Senato ha semplicemente votato no alla proposta fatta dalla Corte Costituzionale di giudicarlo per i crimini commessi). Viva l’indipendenza dei Tre poteri! Viva la Repubblica! Poi ancora Eduardo Cunha (ex presidente della Camera Federale principale artefice dell’impeachment di Dilma Rouseff), Renan Calheiros (ex presidente del Senato Fedrale), Geraldo Alkimin (Governatore attuale dello Stato di San Paolo), Inácio Lula da Silva (ex presidente della Repubblica), Otto Alencar (senatore che rappresenta la Bahia, ma certamente non gli interessi del popolo baiano), Michel Lulia Temer (attuale presidente della Repubblica senza essere eletto). Questa gente ha già rubato milioni, continua a rubare milioni e ruberà milioni nel futuro se le cose non cambieranno. Soldi che appartengono al popolo brasiliano. E la nostra venditrice di beiju impiegherà non meno di 5 anni per arrivare al valore di uno stipendio mensile di questa gente.
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Era Pirandello che diceva “Così è se vi pare!”? ed Eduardo Bennato cantava: “Sono solo canzonette”. Le domande serie, però, me le pongo: è ancora valido oggi (in tutto il mondo) il modello partitico per difendere, sostenere e rafforzare la democrazia? I Partiti Politici sono ancora necessari oggi? I miei dubbi di trent’anni fa, quando con Paolo Pombeni (professore di Storia dei Partiti Politici all’Università di Scienze Politiche a Bologna) si parlava di queste cose, rimangono, anzi aumentano. Miguel Calmon, 20 ottobre 2017 Gianluca Guidetti *Tradotto: attenzione, gente è arrivato il beiju al cocco. Il beiju é una specialità tipicamente brasiliana di origine indigena scoperta nello stato del Pernambuco, fata con farina di tapioca (la fecola estratta dalla manioca) e si può mangiare senza niente o farcire con pezzetti grattugiati di cocco o formaggio o prosciutto. **Tirar o chepéu è un’espressione che significa letteralmente – Togliersi il cappello - . Significa dimostrare un profondo rispetto e ammirazione per una persona o per un atteggiamento/comportamento di quella persona.
VARIE CONSIGLI AFFARI ECONOMICI DELLE PARROCCHIE DELL’UP Lo scorso 26 Settembre per la prima volta presso la parrocchia di Roncina, si è svolta una riunione dei consigli economici delle parrocchie dell’unità pastorale, la riunione convocata da Don Paolo si è aperta con un momento di conoscenza reciproca dei partecipanti (alcuni componenti dei rispettivi consigli), è stata presentata e condivisa la situazione economica delle singole parrocchie, c’è stato un confronto sulle modalità di come questo aspetto viene gestito dalle diverse realtà, e quali sono le iniziative messe in campo per reperire le risorse, in fine sono state valutate alcune scelte comuni. Fotografia della situazione: Nella sostanza ogni comunità ha le proprie sofferenze economiche identificate come mutui, debiti, manutenzioni straordinarie da portare avanti, che inesorabilmente come lime sorde consumano i risparmi che con fatica, grazie alla generosità di tanti si riescono ad accantonare. Un dato evidente che accomuna questa fotografia è la presenza al di là delle Chiese (intese come edificio) di grosse strutture-immobili, poco utilizzate e in alcuni casi vuote, che come tali generano spese anche se non in uso. Un altro dato di fatto importante è che quasi tutte le parrocchie negli anni scorsi hanno fatto grossi investimenti in strutture, locali come oratori, sale riunioni, impianti sportivi, queste strutture che per essere finanziate hanno generato dei debiti/mutui a lunga scadenza, hanno soprattutto dei costi di gestione che bisogna conoscere e preventivamente essere in grado di pagare, ecco il lavoro meticoloso di chi svolge questo servizio (apparentemente venale) ma che deve tenere conto delle esigenze di tutti, e per quanto possibile di chi ha meno. A questo grosso sforzo di investimenti, a servizio delle persone non solo della comunità ma del territorio intero, per una crescita comune (vocazione
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sociale), non viene corrisposto il giusto compenso, in termini di partecipazione alle iniziative, e di sufficiente sensibilità nel farsi carico dei costi. In Generale si fa fatica a coprire i costi vivi di spese delle utenze e quant’altro necessario alle innumerevoli attività pastorali di catechesi di formazione e di carità in essere delle nostre parrocchie. Cosa si fa: Ogni comunità ha attivato diverse iniziative per raccogliere fondi a scopo di beneficenza fra cui: momenti d’incontro come cene/feste soprattutto durante le sagre, iniziative sistematiche come la vendita del gnocco fritto e dei capelletti-tortelli, anche l’uso dei locali per iniziative private quali i compleanni/feste è una fonte di reddito. Per ultimo ma non per importanza si sta cercando di sensibilizzare le persone a farsi carico di un impegno economico/offerta periodica ricorrente. Considerazioni: Veniamo da una singolare abitudine dove comunque in parrocchia non è mai mancato nulla (quasi tutto è dovuto), ma questo non è più possibile, tutta la Comunità è chiamata al sostentamento economico della parrocchia, delle sue strutture e delle sue attività. I tempi sono cambiati, la parrocchia non si identifica più solo con il parroco e offerte legate al suo operato e/o alla sua persona ma deve diventare il bene comune di tutti coloro che la frequentano e che credono nel suo valore. Non è più possibile pensare di esaurire la propria partecipazione con l’offerta saltuaria, e quantitativamente occasionale, all’offertorio della messa della domenica ma è necessario pensare ad iniziative di vario genere e/o altre modalità per concorrere insieme al buon sostentamento di tutto quello che è comune e abbiamo ricevuto (dono da custodire). In generale c’è meno disponibilità economica da parte delle famiglie e dei singoli, e in parallelo senza essere retorici i costi dei servizi/utenze sono aumentati. Da questo nasce la necessità di fare scelte oculate anche in termini di spesa, rivedendo quanto fatto sino ad ora, ci sono meno occasioni di incontrare le famiglie perchè le abitudini e le condizioni sono cambiate, le risorse non sono infinite, se perdiamo di vista questo principio pregiudichiamo l’opportunità di vivere la comunità parrocchiale per chi verrà ma da subito. Far fronte al sostentamento economico delle nostre comunità è una nostra responsabilità con pari dignità di un qualunque altro servizio che svolgiamo, e dalla quale non possiamo sottrarci, nel rispetto delle cose che ci sono state donate e nel rispetto delle generazioni future. Allora il giusto atteggiamento da perseguire è quello di custodire queste cose come se fosse la nostra casa, la parrocchia è un parte della nostra vita, e un pezzo della nostra storia e della nostra casa che viviamo ogni giorno (non solo la domenica “precetto”), e come tale con la stessa dignità dobbiamo custodirla e mantenerla non solo con il nostro servizio, ma anche sotto l’aspetto economico, con la stessa premura che usiamo per la nostra casa, perché per funzionare ha bisogno delle stesse utenze e degli stessi servizi che usiamo ogni giorno a casa, al lavoro e in qualsiasi altro posto. Queste attività non camminano da sole, tanto meno ci sono persone “consacrate “ a questi incarichi, ognuno deve fare la propria parte. Cosa Fare (il coraggio di fare delle scelte): -E’ stata sottolineata l’esigenza di fare squadra su questo tema (come già avviene per altre attività nell’U.P.), questo senza nulla togliere al valore storico delle singole comunità, quindi provare a gestire in modo comune i servizi richiesti (tariffe per utenze, contratti di manutenzione, assicurazioni parrocchiali…. quant’altro necessario). -Ogni iniziativa deve prevedere la copertura economica, altrimenti si mette in discussione la possibilità che venga realizzata, o si realizza a scapito di altro, è importante per quanto possibile fare programmi a lunga scadenza. -Nasce l’esigenza di solidarietà fra le comunità, non ha molto significato se all’interno dell’unità pastorale ci sono parrocchie che devono pagare interessi per far fronte ad un mutuo, mentre altre hanno disponibilità di capitali, in questo caso si potrebbe prevedere un prestito reciproco che và a ridurre il costo degli interessi, senza nulla togliere all’entità delle singole comunità. -Da tutti è stata riconosciuta l’utilità di questo incontro, con l’impegno di renderlo un appuntamento periodico necessario. Pietro T. Roncina
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CALENDARIO PASTORALE UP NOVEMBRE 2017 MERCOLEDI’ 1: Solennità di tutti i Santi. Messe festive in tutte le parrocchie Ore 10 - S. Messa a Codemondo e benedizione delle tombe nel cimitero Ore 15 - S. Messa a San Bartolomeo nel cimitero e a seguire benedizione delle tombe GIOVEDI’ 2:
Commemorazione dei fedeli defunti Ore 15 - rosario al cimitero di Codemondo Ore 21 - Veglia e confessioni genitori dei cresimandi di San Bartolomeo e Codemondo
DOMENICA 5: Ore 11 - Cresime a Codemondo LUNEDI’ 6:
Ore 17,30 - studio biblico per adulti UP (Regina Pacis) Ore 21 - Consiglio Pastorale dell’Unità Pastorale a Roncina
MARTEDI’ 7:
Ore 19 - Vespri e meditazione sull’Amoris Laetita per Universitari UP (Codemondo) Ore 20,45 - martedì teologico con don Bignami – Credo in Dio creatore. Il Vangelo della creazione (Oratorio Regina Pacis)
VENERDI’ 10:
Ore 21 - incontro di formazione CRISTIANI LGBT: La teologia queer di Teresa Forcades (Oratorio RP, aperto a tutti)
SABATO 11 -DOMENICA 12: Weekend famiglie Unità Pastorale a Caresto SABATO 11:
Convegno diocesano della Caritas
DOMENICA 12: Ore 15 - cinema bambini (RP) LUNEDI’ 13:
Ore 17,30 - studio biblico per adulti UP (Regina Pacis)
MARTEDI’ 14: Ore 19 - Vespri e meditazione sull’Amoris Laetita per Universitari UP (Codemondo) Ore 20,45 - martedì teologici con don Bignami – Il creatore e le creature. Quando la casa comune è sfigurata GIOVEDI’ 16:
Ore 19 - Messa dei giovani UP a Codemondo (con la comunità) Ore 21 - Coordinamento giovani (Codemondo)
VENERDI’ 17:
Ore 19,30 - CAPITOL SPRITZ
SABATO 18 - DOMENICA 19: Esercizi spirituali a Santo Stefano per i Cristiani LGBT con don Pino Piva (gesuita). DOMENICA 19: PRIMA GIORNATA MONDIALE DEI POVERI Battesimi a Regina Pacis Ore 18 - presentazione del libro del Dr. Francesco Giaroni (oratorio RP) LUNEDI’ 20:
Ore 17,30 - Studio biblico per adulti UP (Regina Pacis)
MARTEDI’ 21: Ore 19 - Vespri e meditazione sull’Amoris Laetita per Universitari UP (Codemondo) Ore 20,45 - Martedì teologico con don Bignami – La cura del creatore e gli stili di vita delle creature. Per una spiritualità ecologica. GIOVEDI’ 23:
Ore 21 - Presentazione all’Unità Pastorale della CARTA DEL SINODO DEGLI ORATORI (Roncina)
VENERDI’ 24: Ore 19 - incontro educatori 2-3 media UP a Roncina SABATO 25:
Ore 15 - presentazione della figura del Card. Martini ai genitori della catechesi dello Spirito Santo. Ore 18,30 - incontro gruppo giovani OTRI NUOVI (Oratorio Regina Pacis)
DOMENICA 26: Ore 18,30 - Incontro giovani coppie UP (Oratorio Regina Pacis) LUNEDI’ 27:
Ore 17,30 studio biblico per adulti UP (Regina Pacis)
MARTEDI’ 28: Ore 19 - Vespri e meditazione sull’Amoris Laetita per Universitari UP (Codemondo).
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