SANTA MARIA DEGLI ANGELI MENSILE – MARZO 2018
CAMMINIAMO NEL DESERTO IN ASCOLTO DELLA PAROLA Spazio studenti
Oratori
Missione
QUARESIMA TEMPO DI CONVERSIONE E DI SPERANZA Conversione come stato permanente del cristiano, che desideroso di seguire i passi di Gesù è disponibile a modificare tutti quegli aspetti che durante il cammino risultano bisognosi di una trasformazione. La quaresima, allora, è quel tempo che la chiesa mette a disposizione per risistemare la vita, per rimetterla con più aderenza sul percorso tracciato da Gesù. La quaresima, presa sul serio, è faticosa, soprattutto quando si perde l’abitudine a fermarsi, a pensare alla propria vita, alle scelte che facciamo. Pesa, anche e forse soprattutto, quando abbiamo impostato il nostro rapporto con Dio come lo si fa con qualsiasi altra cosa, che sistemiamo per non pensarci più. Gesù, invece è venuto per farci pensare, per provocare le nostre menti, per non farci dormire, per toglierci dal sonno facile. Gesù ci mostra la sana inquietudine di una vita che non si adatta alle barbarie umane, non cede ai facili compromessi per ottenere dei tornaconti. Gesù ci chiama sulla via della giustizia, una via piena di sorprese, insidie e pericoli. E’, comunque, anche e soprattutto una via buona. Ce lo ricorda proprio il Vangelo della prima domenica, nel quale Gesù ci avvisa che il regno di Dio è vicino. Che cos’è questo regno di Dio? E’ un pezzo di umanità come il nostro, vale a dire l’umanità di Gesù, in cui a dominare non sono le logiche di potere determinate dall’egoismo, ma le logiche dell’amore, della pace e della giustizia. Guardare a Lui è il motivo della nostra speranza, che ci conduce a credere che non tutto è perduto, che non tutto è avvolto dal male, che non tutto è corrotto. Il Regno di Dio è vicino: è la nostra speranza. Lasciarsi contaminare positivamente dallo Spirito del Signore, per vivere come Lui è il grande obiettivo della quaresima. don Paolo
FESTA DI DON BOSCO In questi giorni nei diversi oratori stiamo preparandoci a festeggiare il ricordo di don Bosco, il 31 gennaio. Nei diversi oratori abbiamo già iniziato a parlarne e a conoscere meglio la figura di questo santo che ha donato la sua vita ai giovani, in particolare a quelli poveri e soli. Padre degli oratori assieme a san Filippo Neri (seppur in un'altra epoca e in un'altra città) a lui dobbiamo molto, in particolare i criteri con cui essere sempre attuali e coerenti alla vita.
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Un oratorio non è oratorio nella maniera in cui replica quello che don Bosco ha inventato circa 150 anni fa. Ciò che dobbiamo imitare di Giovanni è a sua ricerca per rispondere ai sogni e ai bisogni di quel tempo e di quel luogo. Chiediamoci sempre se i nostri oratori sono ponti fra la Chiesa e la strada o se sono solo strada o solo Chiesa... o nessuna delle precedenti.
VERSO IL WEEKEND DELL’EDUCAZIONE 2018 Sì è vero, non siamo nemmeno a marzo e vi parlo già del Weekend dell'Educazione che si terrà dal 20 al 22 aprile. Vi informo per tempo per evitare il flop (diciamocelo onestamente) dell'anno scorso. Ci avviciniamo così alla seconda edizione di questo evento che vedrà un posto fisso nell'agenda dei prossimi anni. Qualcuno forse ha bisogno di rinfrescarsi la memoria a tal proposito. Bene, cominciamo con dire che finalità del Weekend dell'Educazione è di fermarsi ad ascoltare. Se vi ricordate a cavallo fra settembre e ottobre abbiamo vissuto il Sinodo sugli Oratori, in cui io e don Paolo in primis ci siamo messi all'ascolto vostro e soprattutto di quanto lo Spirito suscitava in ciascuno dei partecipanti su temi riguardanti l'educazione e l'evangelizzazione in oratorio. In occasione del Weekend dell'Educazione invece è la comunità che si metterà in ascolto: in ascolto di riflessioni approfondite, testimonianze e progettualità. Nel concreto abbiamo istituito 3 momenti APERTI A TUTTI (non ci si può sbagliare quest'anno), come si può vedere dal volantino in immagine. 1. Il primo appuntamento (salone dell'oratorio di Regina Pacis ore 20.45) sarà una formazione tenuta da don Carlo Pagliari (direttore del Servizio di Pastorale Diocesana) riguardante la progettazione delle azioni educative in ambito oratoriano. 2. Nel secondo incontro (una delle sale al I piano dell'oratorio di Regina Pacis ore 20.45) io stesso (ciri) presenterò alle comunità dell'unità pastorale il Progetto Oratori, in cui viene messo per iscritto quanto ascoltato la serata precedente per mettere in pratica e costruire la casa dell'oratorio sulla roccia. 3. L'ultimo appuntamento (salone dell'oratorio di Regina Pacis ore 18.30) sarà una testimonianza di Ilaria, Ariana e Alex, i tre giovani che stanno facendo l'anno di vita comunitaria a San Bartolomeo in cui ci diranno cosa stanno trovando che prima non vedevano.
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Per il momento non aggiungo altro ma, si sa, l'appetito vien mangiando quindi al prossimo articolo sul Weekend dell'Educazione 2018. Ciri PS: segnatevi questi appuntamenti in agenda!! SAVE THE DATE
L’ORATORIO DI SAN BARTOLOMEO RIAPRE LE PORTE! Mercoledì 31 gennaio, festa di don Bosco, abbiamo aperto l’oratorio feriale di San Bartolomeo che ha ospitato 16 bambini delle elementari e una ragazzina delle medie. La struttura dei pomeriggi è la medesima degli altri oratori (vedi locandina) ma come dico sempre ogni oratorio è fatto a modo suo e si incarna nella realtà che trova. Di fatto l’oratorio lo dovremmo immaginare con le facce dei singoli che lo vivono piuttosto che la sua connotazione fisica fatta di mura. Ogni settimana è un’occasione per imparare a intessere e vivere relazioni con lo stile del regno dei Cieli (forse senza accorgersene troppo): legami positivi e prosociali, che aiutano a uscire dal proprio egocentrismo per far spazio ad altri che non mi sono scelto. Più semplicemente, in oratorio (e San Bartolomeo non fa eccezioni) impariamo a vivere da fratelli più che da amici. Gli amici, infatti, si scelgono sulla base di qualcosa in comune che potremmo sintetizzare con il termine “sim-patia”. I fratelli, come detto pocanzi, non si scelgono ma si accolgono. E nella misura in cui mi sono fare accogliere (nelle mie risorse e nelle mie povertà) sarò in grado di accogliere gli altri, anche quelli anti-patici. Magari con l’andare del tempo scoprirò che non sono poi tanto male, che forse il giudizio doveva rimanere in sospeso per favorire una conoscenza più profonda che non si fermi all’apparenza o al sentito dire. Di fatto l’oratorio dovrebbe allenare all’em-patia, ovvero al sentire ciò sentono gli altri, provando a mettermi nei loro panni senza giudicare il libro dalla copertina. Speriamo, dunque, di fare questo cammino assieme ai ragazzini che vivranno questa nuova avventura, di questo altro oratorio che monta su al percorso degli oratori invernali, assieme anche a quei labOratori che già avevano preso il via e che probabilmente prenderanno vita strada facendo.
CAMBIAMENTI INASPETTATI IN CORSO Da qualche mese a questa parte in oratorio a Regina Pacis sta capitando qualcosa di meraviglioso e di inaspettato. Dopo due anni in cui sto cercando ragazzi delle superiori per dare una mano e mettersi al servizio dei bambini delle elementari e dopo due anni di silenzi mi sono accorto di una cosa. È nata da sola. Sta germogliando.
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I ragazzi delle medie. Sì, esatto, proprio quelli che l'anno scorso ci hanno dato problemi, si stanno offrendo uno alla volta di venire a dare una mano nei compiti dei più piccoli. E sapete una cosa? Non li ho mai spronati: hanno vissuto sulla loro pelle quanto di buono era accaduto in passato ed è nato il desiderio di ricambiare. E sono bravissimi: dovreste vedere con che serietà prendono questo servizio. Inoltre l'ho fatta sudare a tutti: quando mi chiedevano di restare a dare una mano per la prima volta li ho fatti andare a casa e se davvero fossero stati interessati di tornare il giorno seguente. Se tornavano (sono tornati quasi tutti) erano i prova per un mese. Educare al servizio non è dare a tutti ciò che vogliono fare in quel momento: è alimentare il desiderio del cuore di donarsi davvero. Alcuni di questi sono ragazzi di III media, tirati dentro da Alex (loro educatore) ma la maggioranza sono ragazzi di II media che hanno trovato casa in oratorio, quello feriale. È meraviglioso e allo stesso tempo preoccupante. Meraviglioso perché questo denota un cammino personale in cui entra in gioco la gratuità e la responsabilità del ragazzo e perché effettivamente i bambini ne hanno un gran bisogno. Sono preoccupato del fatto che i cristiani sono ben pochi a mettersi in gioco: Omar, Luca, Greta, Chiara e Ilaria. Gli altri sono ragazzi di religioni diverse ma che evidentemente stanno vivendo pagine semplici di Vangelo senza nemmeno saperlo. Ghani, Taulant, Adil, Adal, Aon, Maham, Lali... che bellezza vederli crescere così! Intendiamoci: non sono preoccupato del fatto che ragazzi di altre confessioni vengano a far da padroni in casa nostra. Sono preoccupato che i battezzati non riconoscano l'oratorio come casa (di tutti). Ad ogni modo questo è proprio un periodo bello per l'oratorio di Regina Pacis, il migliore da quando sono qua e questo mi conforta tanto per il proseguimento del cammino. Ciri
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I QUADERNI DEL CAPITOL Partita in sordina con un primo esperimento lo scorso giugno, quest’anno l’iniziativa di approfondimento sul linguaggio cinematografico ha preso corpo ed è entrata a far parte dell’offerta del CAPITOL con un proprio pubblico, esiguo ma affezionato. L’idea che è alla base dell’iniziativa è quella di fornire strumenti per interpretare ciò che si vede proiettato sullo schermo, intuire il messaggio che è nascosto nella trama, apprezzare gli elementi filmici utilizzati dal regista per farci emozionare e divertire. Sinora gli appuntamenti sono stati tre: il primo in cui abbiamo vivisezionato una serie di film con l’obiettivo di far emergere l’uso di tutti gli elementi filmici a disposizione: la sceneggiatura, il montaggio, la transizione fra le scene, il colore, la fotografia, le luci, i movimenti della macchina da presa, le inquadrature. Chi era presente ha imparato ad esempio che il cattivo entra sempre da destra del campo di inquadratura perchè obbliga il nostro occhio a fare una doppia fatica a muoversi “contromano”, abituati come siamo a leggere da sinistra verso destra. Oppure che le forme più tranquillizzanti siano quelle tonde perchè ci attivano nell’inconscio la sfericità del ventre materno. Il secondo appuntamento era dedicato al Reggio film festival, iniziativa culturale importante per la nostra città di vedere cortometraggi, una forma di cinema che non siamo avvezzi a frequentare, paragonabile per lunghezza e intensità alla poesia La serata prevedeva la proiezione delle pellicole in concorso create da artisti locali. Per una sera il Capitol è tornato alla cittadinanza intera, un occasione d’oro per farci conoscere anche al di la di via Zandonai. Il terzo appuntamento è stata una lunga cavalcata attraverso i generi cinematografici: dal western alla fantascienza, passando per la commedia, il noir, il giallo, a percorrere in maniera completa la tassonomia dei film che siamo abituati a vedere. Ad Aprile chiudiamo il cerchio con un ultimo incontro in cui metteremo a fattor comune quanto abbiamo imparato per arricchire la nostra valigetta degli attrezzi con nuovi strumenti per amare sempre di più il cinema. Chi non avesse partecipato agli altri incontri non si preoccupi: sono momenti per cinefili godibili anche senza aver visto gli episodi precedenti... vi aspetto numerosi al prossimo incontro venerdì 20 aprile!! Alessandro
CAMMINO CON I RAGAZZI DI III MEDIA A metà ottobre 2017 abbiamo ripreso il cammino col gruppo dei ragazzi di terza media. Abbiamo pensato quest’anno fosse necessario trattare il tema della scelta nei nostri incontri dal momento che i ragazzi avrebbero dovuto prendere l’importante decisione della scuola superiore. Abbiamo quindi pensato di organizzare incontri con un esperto in materia per orientare i ragazzi. Ciri ha seguito due percorsi paralleli uno a Regina Pacis il lunedì e uno a Roncina il venerdì perché i ragazzi potessero scegliere quando partecipare in base ai loro impegni. Questi incontri sono terminati a gennaio quando c’è stato anche il campeggio invernale a Minozzo, dove abbiamo trattato il tema della fede utilizzando come spunto il film “Letters to god” e presentando loro anche le storie di fede di Massimiliano Kolbe, Chiara Luce Badano e Cristian Maffei. Al termine del capeggio, dopo varie attività ricreative e catechesi, abbiamo chiesto ai ragazzi di scrivere a loro volta delle lettere, prendendo esempio dal protagonista del film, un bambino malato di cancro che scriveva lettere a Dio. Il nostro intento, oltre che di
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farli riflettere sul tema della fede, era anche quello di indirizzare queste lettere ai bambini ricoverati nei reparti di oncologia pediatrica. Tramite alcuni contatti stiamo cercando il modo di farle arrivare loro. Durante il periodo di Avvento abbiamo organizzato un ritiro, una giornata per confessarci e un pomeriggio per allestire il presepe in chiesa. Inoltre abbiamo chiesto ai ragazzi, fin da ottobre, di prendersi l’impegno di un piccolo servizio in parrocchia per aiutare il funzionamento dell’oratorio e per incentivarli a mettersi in gioco e provare nuove esperienze come, ad esempio, il doposcuola per bambini più piccoli di loro. Gli ultimi incontri domenicali fatti coi ragazzi sono stati una pizzata post-campeggio per ritrovarci tutti insieme e riprendere le fila del percorso e la festa di carnevale a Regina Pacis insieme ai ragazzi di seconda media. Ora, in quaresima, riprenderemo gli incontri con nuovi temi che abbiamo in programma per arrivare preparati alla Pasqua. Rita, Alex, Chiara, Deborah
GRUPPI DI ASCOLTO Abbiamo vissuto con i ragazzi di prima media un incontro diverso dal solito. Nella prima parte dell’anno abbiamo visto come sono nate le prima comunità cristiane, imparando che i primi cristiani si trovavano di nascosto nelle catacombe per pregare senza essere scoperti e che le persecuzioni all’epoca erano molte e spesso violente. Abbiamo quindi provato a vivere la preghiera in un modo nuovo per i ragazzi, chiedendo ai loro genitori di mettere a disposizione alcune case e di organizzare un incontro per fargli vivere l’esperienza di trovarsi in un gruppo di ascolto della parola di Dio. Dopo aver diviso i ragazzi in 3 gruppi da circa 10, noi catechisti ci siamo divisi a gruppi di due, mentre in ogni casa erano presenti 2-3 famiglie, che avevano preparato il tutto per accogliere l’arrivo dei giovani. I brani trattati sono stati scelti dalle famiglie ed erano: Genesi 6,9-22; Luca 2, 41-50 e Matteo 18,15-20. In ogni casa i ragazzi hanno quindi vissuto un esperienza diversa e il sabato dopo a catechismo abbiamo fatto una condivisione, dove ognuno ha raccontato la propria esperienza. Alcuni dei pensieri dei ragazzi sono stati: ● ● ● ● ● ●
“Penso che questo incontro sia stato utile e dovremmo farlo più spesso, perché stare insieme per conoscersi meglio è bello”. “Penso che questi momenti in fratellanza siano meglio della messa, perché tutti hanno il proprio momento e nessuno ci giudica”. “Mi è piaciuto molto questo tipo di incontro perché ognuno si è sentito a casa; e penso che questo tipo di incontro possa aiutare a liberarsi da certi problemi”. “L’amicizia è una cosa bella, molto bella, ma se c’è amore. Se non c’è amore non c’è amicizia e se non c’è amicizia non c’è unione”. “A me è piaciuto quando le candele si sono messe tutte vicine e hanno fatto tutte più luce di prima”. “A me è piaciuto tanto il fatto di stare insieme e di pensare e comprendere in compagnia, di esprimere i nostri pensieri e di aver condiviso quello che pensavamo”.
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Questa attività è quindi risultata essere un momento di condivisione e di preghiera vissuto serenamente e con gioia dai ragazzi di prima media, in cui hanno respirato un clima di tranquillità e amore all’interno di ciascuna casa, portandosi via il ricordo di un momento speciale vissuto insieme al loro gruppo di catechismo. I catechisti di prima media di Regina Pacis
LA LITURGIA CON I PIU’ PICCOLI Carissimi, in questo anno pastorale ci è stata chiesta una collaborazione all’interno del progetto formativo “Ti ho disegnato sul palmo delle mie mani” proposto a Catechisti ed Educatori dall’Ufficio Catechistico e di Pastorale giovanile diocesano. Nel percorso abbiamo tenuto dei laboratori su come celebrare con i bambini lavorando in modo esperienziale e progettuale. L’alto interesse per l’argomento, la voglia di approfondire, la consapevolezza della necessità di maggiori strumenti e di un pensiero generativo su questo tema ci ha portati, in continuità al progetto formativo, a pensare un piccolo cammino di approfondimento da proporre nei prossimi mesi. Le due serate, che si terranno presso l’Istituto Diocesano di musica e Liturgia, Via Reverberi 3, Reggio Emilia (presso parrocchia di Sant’Agostino): Martedì 27 febbraio 2018, ore 20,45 mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema, delegato per la catechesi della Conferenza Episcopale Lombarda) Celebrare: fragilità e forza dei simboli Giovedì 8 marzo 2018, ore 20,45 Mariagrazia Baroni - Nadia Torreggiani, docenti IDML Preparare una celebrazione con i bambini e ragazzi: il canto e la musica Il costo per le due serate è di € 10,00 da versare la sera del primo incontro. Le iscrizioni si ricevono a mezzo e-mail indicando il proprio nominativo accompagnato da n. di telefono e indirizzo e-mail, possibilmente entro il 22 febbraio 2018. Grazie per l’attenzione e un cordiale saluto a tutti Giovanni Mareggini
CARNEVALE A REGINA PACIS Sabato 10 febbraio, alle ore 15, capeggiati dalla Polizia Municipale, abbiamo dato inizio alla sfilata di carnevale con tutti i bambini dell’oratorio di tutte le classi. Siamo partiti da via Zandonai, entrata dell’oratorio, per poi dirigerci lungo via Mascagni, Puccini, Frescobaldi e P.za Vivaldi, per poi tornare nuovamente all’oratorio. La sfilata si è svolta sotto un generosissimo sole, che metteva in evidenza la varietà dei colori e dei costumi dei bambini, che accompagnati da musiche e canti a loro ben noti, hanno fatto sì che che una settantina di bambini esprimessero la loro gioia con lanci di coriandoli e stelle filanti. Al rientro in oratorio, compostamente seduti sull’Arena, si sono svolte le premiazioni con relative coppe e dolcetti, premiazioni che andavano a scegliere la Maschera Esotica e la Maschera Artigianale con premio di consolazione per il bambino più piccolo. La gioia è continuata con una buonissima merenda e a seguire giochi tutti insieme. E’ stato un momento di vera gioia e partecipazione anche da parte dei genitori, che unitamente ai loro bambini hanno vissuto l’aggregazione della vita in oratorio. Pia
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SPIRITO SANTO: FESTA DI CARNEVALE Sabato 10 febbraio nell'oratorio di Spirito Santo si è svolta l'ormai tradizionale festa di Carnevale per tutti i bimbi del catechismo, al posto del consueto incontro settimanale. Come sempre è stato un bel momento di festa in compagnia che ha visto un grande impegno di un discreto numeri di ragazzi delle superiori adoperarsi per rendere il pomeriggio dei più piccoli più piacevole e divertente del solito. Invitati a partecipare tutti in maschera, i bimbi hanno assistito ad una simpatica scenetta che ha visto i nostri ragazzi protagonisti come attori. Il tema di tale scenetta è stato quello di Zootropolis, una città interamente abitata da animali 'umanizzati', come nell'omonimo cartone animato. La trama è stata rivisitata grazie alla grande fantasia di Davide, uno degli animatori, in modo che potesse essere uno spunto per lanciare i successivi giochi a squadre ed avere una morale cristiana di fondo, spiegata ai bambini al termine dei giochi stessi: il fatto che in una comunità, qualunque animale noi siamo, ognuno è chiamato a portare il proprio talento e le proprie capacità al servizio degli altri, proprio come ci insegna Gesù nel Vangelo. Il pomeriggio si è poi concluso con la merenda, balli di gruppo e gioco libero, in una giornata all'insegna dello stare insieme. Matteo Piccinini
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GRUPPO POST CRESIMA RONCINA - SECONDA MEDIA Da novembre 2017 per i ragazzi di seconda media di Roncina è iniziato un nuovo cammino di crescita. Terminato il percorso del catechismo con la celebrazione della Santa Cresima, i ragazzi hanno avuto la possibilità d’intraprendere un nuovo percorso di formazione, meno “scolastico”, più ludico e riflessivo. Gli incontri sono iniziati a metà novembre e, come per ogni buona inaugurazione, il primo è stato a base di pizza e giochi. I ragazzi hanno risposto bene a questo primo invito, al quale hanno poi seguito altri incontri. Per formare il gruppo e per consolidare le amicizie, inizialmente gli incontri svolti sono stati più ludici che riflessivi, in modo che i ragazzi avessero la possibilità di conoscersi meglio e di interagire maggiormente tra di loro. Ci si incontra tutte le domeniche sera, tendenzialmente dalle 18:30 alle 20, per stare insieme, giocare, condividere i propri pensieri e perché no... anche cucinare! Ebbene si, una volta ci siamo incontrati anche per cucinare insieme i biscotti in preparazione del S. Natale e per testare le nostre abilità culinarie. Ovviamente non abbiamo solo giocato, ma abbiamo cercato di riflettere un po’ su ciò che ci circonda: abbiamo parlato dell’importanza delle amicizie, dei giudizi che diamo alle persone troppo velocemente e del nostro rapporto con i social. Gli incontri generalmente vengono svolti a Roncina tra di noi, ma non sono mancate le occasioni per incontrarci con altri ragazzi delle medie dell’Unità Pastorale: abbiamo infatti partecipato al ritiro di Avvento, al campeggio invernale a Minozzo e alla festa di carnevale! Beh, cosa altro dire? Se qualcuno di voi ha 12/13 anni ed è curioso, che venga pure a vedere cosa facciamo e non rimarrà deluso. Anna
CONSIGLIO PASTORALE SUI GIOVANI Lunedì sera a Roncina si è tenuto il consiglio pastorale sulla realtà giovanile con uno specifico tema: “Evangelizzazione dei giovani nelle nostre comunità” . E’ emersa un’ampia offerta di iniziative fatte, in corso e da farsi rivolte ai nostri giovani, con particolare attenzione alle fasce di età più difficili (medie, superiori, universitari). A percezione di chi scrive, mai come in questi ultimi tempi l’offerta è stata così variegata. Altro aspetto positivo: la qualità delle iniziative proposte. Qualità che nasce anche dal fatto di avere a disposizione figure come quella di Ciri, educatore impegnato nel formare se stesso e nel formare altri educatori, che, cosa meravigliosa, sono poi quegli stessi giovani che poco (o tanto) tempo prima erano “allievi”. E’ bello sentire che esiste questa attenzione ai giovani di tutte le età ed è anche bello sentire che non è essenziale il numero, ma va bene anche essere in pochi. Certo… proprio uno o due no, ma in due o tre, qualcosa si può fare. Gli spunti di riflessione non sono mancati: don Paolo, con i suoi interventi sempre vivaci, ha illustrato le risposte pervenute ai quatto quesiti posti e circolati nelle settimane precedenti l’incontro, ed ha parlato dei progetti sia di quelli riusciti sia di quelli “falliti”. Ciri ha spiegato con chiarezza il progetto degli oratori, come si sta sviluppando nelle varie parrocchie della UP, a seconda delle esigenze di ognuna che sono talvolta molto diverse tra loro. Diversi gli interventi dei presenti, molto attento l’ascolto. E’ emerso che evangelizzare i giovani è una necessità, perché il loro “mutismo” nasconde un universo di domande non poste e di incertezze di cui spesso
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non parlano volentieri, più o meno connesse con l’idea se esista e quale sia il posto di ciascuno nel mondo, in questo mondo. Fare un servizio può essere una via per scoprire un pezzo in più di se stessi. Dunque spetta a ciascuno di noi, che abitiamo questo territorio, informarci su quali sono le iniziative in corso e farle conoscere ai nostri giovani perché diventino curiosi di sperimentarle. Claudia
IMPRESSIONI DAL CONSIGLIO PASTORALE DELL’UNITA’ PASTORALE SUL TEMA DEI GIOVANI Abbiamo respirato una sensazione positiva lunedì 12 febbraio a Roncina durante il Consiglio Pastorale dell’Unità Pastorale. La percezione del calo dei giovani che frequentano le nostre comunità, non è stato identificato con una mancanza di cura pastorale nei loro confronti, anzi. Se l’obiettivo di una comunità cristiana nei confronti delle nuove generazioni consiste nell’annunziare e testimoniare il Vangelo di Gesù, allora è stato bello constatare che nelle nostre comunità ci sono adulti e famiglie che amano il Signore, e si sforzano di testimoniarlo. Siamo riusciti ad uscire dal clima di lamentele per concentrarci sul pensiero che si sta sviluppando attorno alla proposta pastorale. Pensare a qualcuno con premura e con il desiderio del bene, è senza dubbio una forma di amore. Abbiamo percepito molto amore intorno ai nostri ragazzi e ragazze. Anche se il rapporto tra la risposta nei confronti della proposta presentata è veramente sproporzionato al ribasso, ciò non toglie il grande amore che nasce dal grande amore che riceviamo dal Signore che sentiamo per le nuove generazioni. La sensazione emersa lunedì sera è che l’Unità Pastorale ha aperto un cantiere di evangelizzazione sul mondo giovanile delle nostre comunità. Ciò significa, che chiunque pensa di avere idee significative che contribuiscono all’incontro con Gesù dei giovani che incontriamo nelle nostre comunità, è il benvenuto. L’altro aspetto emerso sia dalle risposte analizzate che dalla presentazione del progetto pastorale è che, senza dubbio, siamo usciti da un modo d’intendere la pastorale giovanile rivolta solamente ai “nostri”, a coloro che rimangono tra le mura della chiesa. Abbiamo ascoltato uno sforzo di mettere una tenda da campo in mezzo all’unità pastorale. Tenda da campo che accoglie tutti ed è sempre disposta a spostare un po’ più in là i picchetti, nella percezione misteriosa che lo Spirito soffia dove vuole e non rimane ristretto negli angusti ambiti nei quali vogliamo che si trovi. don Paolo Cugini
Incontro degli Studenti Africani
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LO STUDIO BIBLICO DEL LUNEDI - L’EUCARESTIA IN SANT’AGOSTINO Nel mese di gennaio sono ripresi gli incontri di “Studio Biblico per adulti” dell’UP all’Oratorio di Regina Pacis. Il tema di questa seconda parte è “Eucaristia in S. Agostino”. Perché tornare a S. Agostino che è vissuto nel 400 d.C?Innanzitutto perché nell’Introduzione al Messale Romano, creato dopo il Concilio vaticano II, c’è l’indicazione a tornare ai Padri della Chiesa e S. Agostino è uno dei più grandi ed importanti della Chiesa d’occidente. I loro scritti inoltre seguono il metodo “tipologico”, cioè cercano nei testi dell’AT ciò che è necessario per leggere/interpretare il NT; lo fa ad esempio S. Paolo nella lettera ai Corinzi quando richiama Mosè che batte la roccia per far sgorgare acqua: quell’acqua ( spiega S. Paolo) non è altri che Gesù. Altro motivo per occuparci di S. Agostino è il fatto che ci ha lasciato molte predicazioni “mistagogiche”, cioè quelle omelie che teneva ai neofiti nell’ottava di Pasqua per spiegare loro il significato profondo dei Sacramenti da loro ricevuti nella notte di Pasquale. Queste predicazioni sono colme di Sacra Scrittura, vi sono moltissimi richiami ad essa con profonde riflessioni sul senso dei Sacramenti. In questo periodo del cristianesimo si sottolinea quanto sia importante avere un radicale cambiamento della propria vita per poter seguire Cristo. Per questo i catecumeni, prima di poter accedere ai Sacramenti, dovevano fare un percorso di catechesi e intraprendere una preparazione di almeno tre anni, infine dovevano essere ritenuti degni di tale dono dai loro “preparatori” e dalla comunità. Questo cambiamento interiore era ed è fondamentale per accedere ai doni Sacramentali ma anche per poter fare parte della Comunità cristiana, membra di Cristo/Eucaristia. Non esiste Eucaristia senza comunità cristiana che vi partecipi; durante l’Eucaristia siamo anche noi (comunità cristiana) sull’altare e veniamo trasformati dalla grazia di Cristo. C’è un legame inscindibile tra il Sacramento Eucaristico (Comunione) e coloro che condividono tale Sacramento (Comunità/Popolo di Dio). Se volete provare a comprendere meglio ciò che facciamo abitualmente quando partecipiamo all’Eucaristia, a volte quasi per abitudine, potete leggere alcune delle predicazioni di S. Agostino come abbiamo fatto noi sotto la guida di don Paolo, magari prendendo ad esempio la n° 227 o la 132/A,1-2. Ne rimarrete affascinati. Simona Reverberi
A RONCINA SI CORRE "INCONTRO ALLA PAROLA" Dallo scorso ottobre anche a Roncina sono partiti i Gruppi Biblici. Nel dubbio della scelta del nome, abbiamo preferito chiamare questa iniziativa il titolo "Incontro alla Parola", per non intimorire nessuno e non creare barriere psicologiche, come se ci fosse qualcuno inadeguato a questi incontri. Inoltre, non si voleva dare l'idea di un gruppo chiuso per addetti ai lavori. Per Roncina trovarsi a commentare la Parola di Dio in maniera comunitaria è un'esperienza nuova, ma si è creato un clima giusto, familiare, senza formalità o rigidità. Una signora ha detto che la lettura continua del Vangelo di Marco è appassionante. E' proprio così. Non ci sono esegeti o teologi ma solo cristiani desiderosi di abbeverarsi alla fonte della Parola. In gennaio abbiamo fatto un incontro di revisione del nostro percorso con il diacono Giorgio insieme a tutti i gruppi insieme e i commenti dei partecipanti sono stati tutti positivi. Chi ha iniziato, continua a venire con grande perseveranza e la presenza è assidua. Sarà anche perché non bisogna per forza intervenire per fare commenti ma c'è la massima libertà, di parlare e anche di stare zitti e non si viene giudicati né se si tace, nè se si parla fuori tema. E' anche l'occasione per convidere altri argomenti, la fede, la Chiesa, la parrocchia, l'UP. Qualche volta, più che "Incontro alla Parola" si tratta di "Scontro sulla Parola" perché le discussioni sono accese e perché certi temi mettono profondamente in discussione le nostre certezze.
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Se volete provare questa esperienza non preoccupatevi per il fatto di andare in casa d'altri in un gruppo già affiatato. Non disturbate e c'è sempre posto per una persona in più. Ci troviamo ogni due settimane con inizio alle 21. I luoghi d'incontro sono: -Il giovedì presso l'abitazione di Marinella Sorianini, in via Roncina 29 (contattare Marinella 349 3543957 oppure Tiziana 349 7160474). -Sempre al giovedì presso l'abitazione di Cristina Nasi, in via Aleardi 10 (contattare Cristina 349 125947 oppure Silvana 0522 302222) -Il mercoledì presso l'abitazione di Elisabetta Mainini, in via Kelvin 7 (contattare Elisabetta 347 1473010 oppure Paola 335 5742646) -Il centro d'ascolto presso l'abitazione di Alberto Dallari, in via Elba 33 a Coviolo (fuori parrocchia) si trova tutti i martedì. Nel mese di marzo 2018, in concomitanza con gli incontri serali dell'UP del giovedì con don Carlo Pagliari, la serata di ritrovo non sarà più il giovedì ma verrà anticipata al martedì o al mercoledì. In marzo le settimane saranno quelle del 6-7 e 20-21 marzo. Dopo Pasqua riprenderanno i giorni abituali nella settimana dal 3 al 5 aprile proseguendo poi fino a fine maggio e concludere i 16 capitoli del Vangelo di Marco. Come potete constatare, non avete scuse: potete scegliere la sede più comoda da raggiungere e quella nel giorno in cui non avete impegni. Vi aspettiamo! Diacono Luca
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Il tema scelto quest’anno per la Quaresima missionario, “Che sia Lui il Messia? Uscirono dalla città e andarono da Lui” (Gv 4,29-30), è un invito ad incontrare il Signore, dove non ti aspetti, nell’altro, nelle periferie della vita, del nostro territorio, del mondo. Il tempo di Quaresima può diventare un tempo di conversione e d’incontro se ci mettiamo in movimento, in ricerca. Dando continuità al tema proposto in Avvento (“Se tu conoscessi il dono”), in Quaresima si propone di “uscire” per portare e annunciare agli altri il dono ricevuto, come accaduto alla Samaritana. Sono tanti i missionari che nel corso degli anni sono partiti verso altri popoli per comunicare il dono della fede ricevuto nella nostra Diocesi. Uno slancio che desideriamo rinnovare. Tante sono le modalità e gli strumenti che ci possono aiutare in questo. Ne proponiamo alcuni come Centro Missionario. Domenica 4 marzo, III di Quaresima, celebreremo la 50ᵃ Giornata Missionaria Diocesana. Oltre che momento di preghiera e di sostegno alle missioni, pensiamo possa diventare anche l’occasione per vivere concretamente il segno dell’essere “comunità in uscita” nel territorio diocesano. In questa domenica, infatti, chiediamo ad ogni sacerdote di andare a celebrare l’Eucarestia in un’altra realtà, accompagnato da alcuni laici dell’Unità Pastorale. Un modo per favorire l’incontro tra le nostre comunità cristiane, andare come piccola comunità che visita un’altra comunità, un altro territorio, fermandosi a pranzo e vivendo uno scambio di esperienze. Sarebbe bello se nell’èquipe venissero coinvolte persone della propria Unità Pastorale che sono rientrate da un’esperienza missionaria, di breve o lunga durata, chiedendo loro di portare una testimonianza in tale occasione. Un modo per raccontare le meraviglie che il Signore opera nelle terre visitate e conoscere più da vicino le missioni diocesane. Come ha scritto il Vescovo Massimo in occasione del 50° della missione in Brasile, “parlare di missione ci permette di svelare la natura profonda e dinamica della Chiesa”. Sentiamoci tutti inviati, in virtù del Battesimo ricevuto, ciascuno secondo la propria vocazione. E’ Gesù che ci manda, che ci chiama a partire, a prendere nuovamente il largo e gettare le reti: in Madagascar, Brasile, Albania, India, Rwanda e nelle nostre Unità pastorali. In questa Giornata Missionaria si chiede a ogni parrocchia di distribuire ai fedeli la busta prevista per la Colletta a sostegno delle missioni. Come da tradizione, le offerte raccolte in questa occasione verranno consegnate dai sacerdoti nelle mani del Vescovo Massimo, alla processione dei doni nella Messa crismale del Giovedì Santo, 29 marzo. I frutti della “mobilitazione missionaria”, li vediamo ancora oggi. Come Chiesa locale, infatti, continuiamo il cammino di “scambio tra le Chiese”: la nostra e quelle del Brasile, Madagascar, India, Rwanda e Albania. Attualmente sono impegnati in missione 10 preti, 8 suore, 2 consacrati laici, 24 laici e altre 3 persone sono in partenza: Giulia Farri, Giorgia Roda e Chiara Bezzi hanno ricevuto il mandato giovedì 15 febbraio, nella Messa missionaria alla Casa della Carità di S. Girolamo, Reggio Emilia. Insieme testimoniano, a nome della nostra Chiesa, una presenza evangelica e solidale, al fianco di queste Chiese sorelle.
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Segnaliamo inoltre altri 2 appuntamenti, tra le proposte missionarie rivolte alla comunità: -Domenica 25 febbraio, ore 15.30, Convegno Missionario Diocesano su: “Cina, così viCina. Sfide per un cammino comune”. Si svolgerà presso il polo de La Polveriera (via Terrachini, 18 Reggio Emilia) e mirerà ad approfondire la cultura e la fede del popolo cinese, per capire quale approccio con la comunità residente nella nostra provincia (6.000 cinesi) per un cammino comune. Sarà relatore p. Gianni Criveller, missionario del PIME, autore di diversi libri e collaboratore dell'Holy Spirit Centre della diocesi di Hong Kong, uno dei migliori osservatori al mondo sul cristianesimo in Cina. Al Convegno, organizzato in collaborazione con l’Ufficio Migrantes, interverranno anche per una breve testimonianza don Pietro Sun, cappellano della comunità cinese a Reggio Emilia, Maria Chiara Sagario, della Piccola Famiglia dell’Assunta, che segue le attività di Casa ItaliaCina, e Alina Mussini, mediatrice culturale che opera a Reggio. Non mancheranno un momento artistico
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cinese, a cura della cantante Giovanna Jiang, e la testimonianza di Leo Zhang, maestro di quartiere a Ospizio. - Un altro importante appuntamento quaresimale sarà quello della Giornata di digiuno e preghiera per i Missionari Martiri (24 marzo, memoria Beato Oscar Romero) che in Diocesi sarà celebrata giovedì 22 marzo con una Veglia di preghiera presieduta dal Vicario Generale don Alberto Nicelli nella Chiesa di S. Martino in Rio (RE), alle ore 21. Avremo l’opportunità di ascoltare la testimonianza di Andrea Saletti, nipote di Annalena Tonelli, di cui quest’anno si ricorda il 15° anniversario della morte avvenuta in Somalia per opera di un gruppo integralista legato all’internazionale del terrore. Con lei, ricorderemo anche i 23 missionari uccisi nell’anno 2017: 13 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 8 laici. Durante la Veglia, sarà conferito il mandato di rientro a due giovani, Federica Menozzi e Virginia Beltrami, appena tornate in Italia dopo aver svolto un anno di servizio missionario in Albania. Per quanto riguarda l’animazione missionaria in Quaresima, è possibile richiedere i sussidi e altro materiale all’ufficio del Centro Missionario Diocesano o scaricarlo dal sito www.cmdre.it che presentiamo in una nuova veste grafica proprio con l’avvio di questa Quaresima. Auguro a tutti un buon cammino Quaresimale don Pietro Adani, Direttore del Centro Missionario Diocesano
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LETTERE DALLA MISSIONE DIOCESANA IN BRASILE Carissimi tutti, scrivo due righe in questo inizio di anno facendo memoria della vita qui e degli eventi del mese passato. In generale gennaio qui è tempo di ferie, ma siamo stati occupati con la festa di Senhor do Bonfim, patrono della parrocchia di Utinga. Bella la partecipazione e anche un buon coinvolgimento del popolo. Alla novena hanno partecipato sempre sulle 300-400 persone; si sono alternati vari predicatori che hanno animato l’assemblea. Essendo la chiesa piccola per le celebrazioni, siamo stati nella piazzetta, di fianco alla chiesa, che ha anche un palco in muratura già pronto. Tema del novenario: “I laici sale della terra e luce del mondo”. Abbiamo ripreso anche le priorità diocesane sulla iniziazione cristiana e sulla custodia della casa comune. In questi giorni abbiamo ricevuto la visita di don Gigi Gibellini; è riuscito ad incontrare alcune comunità e persone, che lo hanno accolto con molto affetto. E’ stato insieme a noi, missionari reggiani in Bahia, due giorni di incontro, a Igatù, un bel posto della Chapada Diamantina. Partendo dal vangelo ci ha fatto condividere come vivere il sogno di Papa Francesco: la scelta missionaria sia capace di trasformare della Chiesa. Abbiamo meditato le figure di Lazzaro e del ricco epulone, Maria nella visita ad Elisabetta, il miracolo del paralitico alla porta del tempo e l’invio missionario degli apostoli. E’ stato un buon momento per condividere la missione in un bel clima di fraternità. Con d. Gigi sono arrivate anche Lucia, di Gazzano, che tanti anni fa è stata missionaria qui un paio di anni, e Benedetta Romani, sorella di Luca, che era già arrivato in ottobre. Originari di qui e adottati in Italia, sono venuti a ri-conoscere le loro famiglie di origine. Dobbiamo ringraziare della presenza di Luca, che in questi mesi ha portato un po’ di gioventù in casa e ci ha dato una mano nel servizio agli ospiti, condividendo in particolare la vita con Agdo e Valter, e anche della presenza di Alessandra, di Modena, che per tre mesi è stata qui con noi, condividendo la vita di Casa, ascoltando tutti pazientemente, passando ore e ore con il piccolo Francisco... Abbiamo salutato Luca, Benedetta e Alessandra verso fine gennaio, quando sono ripartiti per l'Italia. Il 30 gennaio sono ripartiti per l'Italia d Gigi e Lucia, ed è tornata sr. Madeleine dal congèe in Madagascar. In queste settimane abbiamo fatto le assemblee di inizio dell’anno pastorale nelle varie città: Wagner, Bonito e Utinga. Si fa un po’ la verifica dell’anno passato e si programma quello nuovo con i laici che danno il loro contributo perché tutta la comunità possa crescere nel discepolato e nella missione. Quest’anno la Campagna della fraternità della quaresima promossa dalla chiesa brasiliana è improntata per il superamento della violenza. Lo slogan è “voi siete tutti fratelli”. Nel fare una analisi della violenza si rimane colpiti perché spesso la violenza comincia già nel contesto familiare per poi disseminarsi in quella sociale. In particolare, è una violenza che colpisce i giovani e in particolare quelli di colore; gli assaltati ogni anno sono più di 20 mila. Non risparmia le donne e il femminicidio è in aumento. Allora quanto di più opportuno, fare momenti di preghiera e condivisione nelle famiglie delle varie comunità e vincere con la fraternità il demone della violenza. Per quello che riguarda la realtà politica sociale del Brasile, fine gennaio è stato condannato a 12 anni di prigione l’ex presidente Lula: la spirale della corruzione senza dubbio è la causa maggiore, ma certamente lo si è voluto mettere fuori delle prossime elezioni di ottobre. Certamente non indenne da colpe, però è stato uno dei pochi presidenti che ha cercato di vincere quella terribile disuguaglianza tra ricchi e poveri. Ha fatto politiche assistenziali per le famiglie più carenti, ma ha anche dato l’opportunità ai giovani, anche delle classi più povere, di studiare e formarsi per un futuro migliore. Buon Carnevale e buon inizio di Quaresima Don Luigi e Suor Alessandra
SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA La povertà della nostra gente é soprattutto culturale. Ci sono ancora molti adulti analfabeti, e tra i giovani, che pure frequentano la scuola, una scarsa capacità di apprendere, una difficoltà grande nel comunicare correttamente, di leggere e scrivere... la qualità delle scuole è bassa. La lettura qui da noi è un hobby poco praticato; non ci sono librerie, non ci sono edicole ma se ci fossero, non avrebbero molta attività. Le persone guardano la TV, che è abbondantemente manipolata, e i programmi più seguiti sono futili o dannosi. In genere le persone non leggono, e quindi non si fanno un’idea critica della realtà. Per questo i politici, anche disonesti, riescono a mantenere il potere; la maggioranza delle persone non conosce i propri diritti, non sa come funzionano i servizi e la conoscenza si riduce a ciò che serve per la sopravvivenza quotidiana.
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Anche nelle nostre comunità cattoliche sentiamo il bisogno di lavorare molto per trasmettere i contenuti principali della fede. Certo, ci sono molti uomini e donne analfabeti o quasi con una fede stupenda, un impegno ammirevole nelle comunità e una conoscenza buona dei fondamenti della vita cristiana grazie alla loro presenza costante e apertura di cuore. Ma incontro anche molti errori, molte persone uniscono il cattolicesimo con i culti di origine africana, con le tradizioni della cultura della zona... pensando che sia tutto dottrina della Chiesa. Un dato di fatto è la ignoranza dei cattolici, ignoranza biblica, mancanza di conoscenza del significato dei sacramenti, dei fondamenti teologici. E le chiese protestanti stanno aumentando anche e soprattutto crescendo sulla ignoranza di fede dei cattolici. Abbiamo allora pensato a un progetto un poco ambizioso, ma ci sembrava una proposta importante: una piccola Scuola di Formazione Teologica. La organizzazione incontra sempre difficoltà, ad esempio perché la nostra parrocchia è grande e le persone che abitano nei villaggi hanno difficoltà a trovare il trasporto per il centro, e quando trovano il costo è piuttosto caro. Inoltre, non sono molti con la capacità di affrontare uno studio serio. Altra difficoltà culturale è che sono abituati a una formazione fatta di eventi (meglio se spettacolari) che iniziano e finiscono in giornata. Un impegno che dura nel tempo difficilmente viene assunto. Coscienti dei vari ostacoli, abbiamo comunque fatto questa proposta: una Scuola di Formazione Teologica, con un incontro al mese, cominciando dal venerdì sera, alle 19, fino a domenica nel primo pomeriggio, rimanendo nel nostro centro di formazione, anche per creare scambi di amicizia tra i partecipanti. Abbiamo previsto una durata di 3 anni, affrontando, in questo periodo le varie discipline teologiche, certo in modo molto semplificato ma serio. Chiediamo ai partecipanti la capacità di leggere, scrivere e studiare autonomamente. Il nostro intento è pastorale, nel senso di aiutare la formazione di alcune persone che assumano poi un servizio in favore di altri nelle varie zone della parrocchia. Invito forte a moltiplicare, a diffondere le conoscenze. Abbiamo un gruppetto di coordinazione molto motivato e preparato. Hanno pensato di dare un nome alla scuola, don Riccardo Camellini, che è stato parroco in Ipirà negli anni che seguirono la dittatura militare, quando nacquero le varie Comunità di base. La scuola è iniziata nella prima settimana di febbraio, con 35 iscritti, più i 5 della coordinazione. Questo inizio è stato molto buono, con grande attenzione dei partecipanti, e un desiderio di continuare il percorso. Sono molto contento di questo primo passo che apre un futuro arricchente per la parrocchia. Penso alla realtà di Reggio, e alla ricchezza di offerte di formazione per i laici, a quanto lavoro è stato fatto e continua nel presente. Quanti laici con una conoscenza biblica, teologica molto buona e che sono una risorsa stupenda per le comunità. Credo che dobbiamo rendere grazie di tutto questo, e avere il coraggio di diffondere tutto ciò che impariamo. La nostra realtà qui a Ipirà è assai più povera e semplice, ma il nostro desiderio è dare inizio a processi formativi che continuino nel tempo creando una desiderio di conoscere e di trasmettere il prezioso deposito della fede cristiana. Un caro saluto don Gabriele Burani, fidei donum a Ipirà (Bahia)
CAMMINI DI PREGHIERA Siamo una coppia che è venuta a conoscenza di questo gruppo per caso poco più di un anno fa. Durante il nostro primo incontro ci siamo ritrovate davanti ad una ventina di persone, con le quali semplicemente abbiamo mangiato una pizza. Lì sedute con gli altri attorno ad un tavolo in semplicità, ci siamo presentate e abbiamo
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parlato un po' con tutti per iniziare a conoscerci. Dopo, con altrettanta semplicità e serenità, abbiamo letto la parola di Dio condividendo insieme le nostre riflessioni. Ricordiamo ancora quella prima sera: quanta ricchezza abbiamo ricevuto da quelle poche ore passate insieme. Ci sentivamo piene di amore e di gioia e soprattutto ci sentivamo in pace e fiduciose. Da allora abbiamo partecipato a quasi tutti gli incontri e con il passare dei mesi ci siamo conosciuti sempre di più tra di noi ed abbiamo formato un bel gruppo a cui ancora oggi continuano ad unirsi nuove persone. Ci siamo chieste spesso in cosa per noi stia la bellezza di questi momenti. Crediamo sia data principalmente dal fatto che si riuniscono persone molto diverse tra loro accomunate dalla voglia di condividere uno stesso percorso, persone che hanno il desiderio di volersi confrontare e di voler fare un cammino di crescita spirituale. In questi incontri sentiamo forte la parola di Dio ed i suoi insegnamenti che ci guidano. La nostra testimonianza è sia come singole persone che hanno fede, sia come coppia. A Giugno infatti ci siamo unite civilmente e anche il gruppo ci ha accompagnato in questo cammino mostrandoci una fortissima presenza anche nella preghiera. Dopo più di un anno ci sentiamo sicuramente parte integrante di questo gruppo e grazie a tutte le persone che ne fanno parte, alla preghiera e alla fede che condividiamo dopo ogni incontro ci sentiamo sempre più forti come persone e più unite come coppia. Giulia e Prisca
DALLE STALLE (BENEDETTE) AI MALEDETTI MACELLI, IL PASSO E' BREVE Chissà se qualcun altro, oltre a noi, ha fatto caso che sul numero scorso del giornalino (nel formato digitalizzato) c'erano due articoli che parlavano del medesimo argomento ma in modi che cozzavano fra loro? Ci riferiamo a quello a p.26 a nostra firma, e a quello anonimo a pag 28 dal titolo “BENEDIZIONE S. ANTONIO ABATE, relativo alla tradizionale benedizione delle stalle delle parrocchie di san Bartolomeo e Codemondo. Un articolo, quest'ultimo, che riporta in particolare la preghiera che è stata utilizzata in quell'occasione, la quale contiene anche una spiegazione teologica del motivo per cui Dio avrebbe creato gli animali, cioè “come aiuto e sostegno della nostra vita terrena”. A parte il fatto che dissentiamo da questa spiegazione, che se l'accettassimo dovremmo credere che Dio ha creato la donna per lo stesso strumentale motivo (Gen 2,18-23), c'è una sostanza di quella suddetta tradizione di benedizione su cui vorremmo riflettere. Prima però vogliamo ricordare l'atteggiamento radicalmente critico di Gesù verso alcune tradizioni religiose del suo tempo, quando esse confliggevano o si allontanavano dalla volontà misericordiosa del Padre. Un insegnamento che ci mette in guardia rispetto alla presunta veridicità di ogni tradizione ecclesiale e tende a tener sempre desto in noi lo spirito critico. Facciamo un esempio concreto: come giudicare quella vecchia tradizione, o consuetudine, per cui cappellani militari cattolici benedivano le armi dei soldati italiani, pur quando essi erano impegnati in guerre d'aggressione in terra straniera? Quell'arruolata benedizione diceva, sì o no, il Vero? Probabilmente mentiva.
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Qualcuno però ci obietterà che la Benedizione di S. Antonio Abate è una benedizione in tempi di pace e inserita nell'ordinaria vita civile delle persone, di lavoratori e di lavoratrici “non belligeranti”. Sennonché le stalle dove si “allevano” gli animali (spesso senza neppure le cure loro dovute), sono generalmente solo un pezzo di quel più ampio e articolato processo produttivo industriale che, alla fine, prevede la tremenda fase del macello. Quindi, benedicendo le stalle dove si trovano, peraltro ridotti in schiavitù, gli animali destinati a finire serialmente massacrati nei macelli, in un certo senso si benedicono anche quest'ultimi cruenti luoghi dell'orrore. Poiché tanto le stalle, quanto i macelli fanno parte dello stesso Sistema - economico - di Sfruttamento e di Morte degli Animali, che è un sistema CRIMINALE. E, per finire, ci piacerebbe chiedere al prete che ha benedetto le stalle di San Bartolomeo e di Codemondo, e agli astanti che, dicendo “amen” alla preghiera di benedizione, hanno dato il loro assenso alle parole del prete, se durante quel rito religioso hanno per caso avuto qualche pensiero di pietà per le mucche, manzi o vitelloni che stavano in quelle benedette stalle. A parte l'ipocrisia di chi sa bene che questi nostri fratelli più piccoli, oggi, si allevano per fini di lucro, di profitto pecuniario, in ultima analisi per compiacere Mammona, non certo il Signore Gesù. E neppure perché, ecco dove sta l'ipocrisia, gli animali sono un segno della “provvidenza divina e compagnia della fatica quotidiana” degli uomini e delle donne, come forse poteva anche essere misuratamente vero nel perduto mondo contadino di una volta. Amen. Dario Vesprini vesprini.dario@gmail.com - cell. 3272857970
DUE PASSI NEL MEDIOEVO, TRA LE ANTICHE ABBAZIE TOSCANE Viaggio spirituale 28 -29 aprile Dopo Farfa e Staffarda, continuano le nostre gite – pellegrinaggio alla scoperta delle splendide abbazie italiane. Il 28 e 29 aprile ci recheremo in Toscana e, su e giù per le Colline Metallifere, la Val d’Orcia e le Crete Senesi, visiteremo tre antiche abbazie: San Galgano, Sant’Antimo e Monte Oliveto Maggiore. San Galgano si trova in una bella posizione in Val di Merse. Il luogo include due punti di attrazione: la grande Abbazia cistercense con un'enorme chiesa senza tetto e l'eremo di Monte Siepi dove, secondo la leggenda, San Galgano si ritirò a vita eremitica nel 1170. Come simbolo di pace infisse la sua spada dentro la roccia, dove si trova ancora oggi. Sant’Antimo è un’antichissima Abbazia abitata nei secoli dai monaci benedettini. La Chiesa attuale è stata edificata all’inizio del XII secolo, ma le origini dell’Abbazia sono molto più antiche. La leggenda fa risalire la fondazione di Sant’Antimo al IX secolo, all’epoca del Sacro Romano Impero, guidato dall’imperatore Carlo Magno, ritenuto il fondatore di una cappella, detta Cappella Carolingia, corrispondente all’attuale sagrestia. Monte Oliveto Maggiore è una grande Abbazia benedettina circondata da un paesaggio aspro e selvaggio, fatti di strapiombi e di creste, percorso da suggestivi sentieri, particolarmente affascinanti nel periodo primaverile. L'Abbazia è protetta proprio da questi precipizi naturali e vi si accede per il ponte levatoio della torre merlata, con la sua Madonna robbiana che sembra dare il benvenuto.
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Saremo accompagnati da don Paolo, don Riccardo e dal diacono Giorgio nostra guida eccezionale. Alloggeremo nella foresteria del monastero di Monte Oliveto dove incontreremo i monaci e pregheremo con loro. Vi aspettiamo. Maggiori informazioni le potrete chiedere in segreteria a Regina Pacis. Mariarosa
ASSEMBLEA GENERALE DELLA COMUNITA’ CAMERUNENSE Si è riunita presso l’oratorio di Regina Pacis, per la seconda volta, l’Assemblea generale della Comunità Camerunense a Reggio Emilia. Venti Camerunensi si sono ritrovati per dare continuità ai lavori finalizzati a creare un’associazione dei Camerunensi presenti nella provincia di Reggio Emilia. Abbiamo lavorato su vari punti all'ordine del giorno: 1) Lo stato 2) l'atto costitutivo 3) gli obbiettivi dell'associazione 4) l'adozione dell'acronimo: ASCARE (associazione dei Camerunensi della provincia di Reggio Emilia). Associazione no profit. Infine, abbiamo avuto delle difficoltà a trovare une sede legale e un luogo fisso per future riunione. Dalice
ATTIVITA’ DI TIROCINIO PRATICO PRESSO LA FAO IN CAMERUN Dal 01 ottobre al 31 dicembre 2017 di Dalice Tsana Sonna CONTESTO Il bestiame è una delle attività principali delle popolazioni dell'Estremo Nord del Camerun. Questa regione è al primo posto nel paese per capre e pecore. Pertanto, l'attività pastorale rappresenta la seconda fonte di reddito per la popolazione rurale, dopo l'attività agricola. Tuttavia, diversi vincoli ostacolano l'aumento della produttività del bestiame. Questi sono per lo più legati alla mancanza di acqua portatile (che è la principale fonte di malattie), alla scarsità di pascoli e alla mancanza di rifugi per pecore e capre. Anche la mancanza di mangimi per i piccoli ruminanti e la mancanza di controllo veterinario. Tuttavia, la produttività deve aumentare per soddisfare la domanda sempre crescente sul mercato nazionale e sub regionale. L'importanza di questo allevamento deriva da diversi aspetti: socioculturale, artigianale, ecologico ed economico. Ad esempio, la FAO Camerun, in collaborazione con il governo del Camerun, ha intrapreso molto lavoro per migliorare la produttività dei piccoli ruminanti attraverso il progetto / CMR / 40 / UNP. INTRODUZIONE La FAO-Camerun per il rafforzamento delle capacità di intervento dei sui esperti nel campo agropastorale ha avviato un bando per la selezione di neolaureati o studenti in corso negli ambiti delle Scienze Agrarie e Zootecniche. Quindi, mi sono candidato e sono stato selezionato sulla base della mia laurea in biologia animale e della mia formazione in Scienze e Tecnologie Agrarie. In modo sintetico vi presento il lavora che ho fatto durante il mio tirocinio in Camerun presso la FAO. Si è svolto dal 1 al 6 nella rappresentazione di Yaoundé et dal 6 ottobre al 26 dicembre 2017 nell’antenna di Maroua. Durante quel periodo ho avuto l'onore di incontrare la Sig.ra Felicitas ATANGA e di lavorare con Dr. Mauricìo PRETTO (Consulente Internazionale /Coordinatore umanitario FAO) e Dr. Jean Pierre SODWE (Consulente nazionale zootecnico). Insieme ai consulenti della FAO, le cui competenze sono ben consolidate, mi sono sfiorato con la filosofia, le politiche, l'ambiente di lavoro, le attività e gli obiettivi della FAO. Tutto questo mi permesso di dare il mio contributo al
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progetto di resilienza / CMR / 40 / UNP focalizzata sul miglioramento della produzione di piccoli ruminanti nella regione Estremo Nord del Camerun. OBBIETTIVI Completa i miei studi universitari acquisendo conoscenze pratiche in un ambiente di lavoro internazionale; Aumentare la mia conoscenza degli obiettivi, delle strategie e dei programmi della FAO; Mettere le mie conoscenze zootecniche, il mio dinamismo e il mio entusiasmo al servizio della FAO; Rafforzare le mie capacità di intervento; Trasformare questo stage in un'opportunità di lavoro con la FAO. TERMINI DI RIFERIMENTO Assorbire i documenti dei progetti FAO nel mio campo di studi; Collaborare con i coordinatori e i consulenti della FAO per rafforzare le mie capacità; Missioni sul campo di accompagnamento per comprendere meglio gli interventi sul campo della FAO; Eseguire qualsiasi altra operazione affidata. ATTIVITÀ SVOLTE 1. Apertura giornaliera dei locali dell'antenna FAO di Maroua; 2. Impregnazione quotidiana dei documenti dei progetti della FAO rilevanti della produzione animale; 3. Partecipazione a diversi seminari di formazione: 3.1.Integrazione della dimensione del genere nella progettazione di progetti delle organizzazioni di sistema delle Nazioni Unite, dal 6 al 7 ottobre 2017 a Maroua; 3.2.La FAO di fronte ai trasferimenti monetari (TM), dal 16 al 21 ottobre 2017 a Yaoundé; 4. Partecipazione alle 03 missioni sul campo: 4.1. Missione per supervisione della recezione dei rifugi per ruminanti nella località di Moulvoudaye, il 9 ottobre 2017; 4.2. Missione di supervisione dell'accoglienza e della messa in quarantena delle capre nelle località di Moulvoudaye e Maga, dal 3 al 10 novembre 2017; 4.3. Missione di supervisione delle attività di distribuzione di capre, mangimi e kit veterinari nelle località di Moulvoudaye e Maga, dal 21 al 28 novembre 2017. Con gli immagini vi illustro una parte del mio lavoro di tirocinante presso la regione dell’Estremo Nord del Camerun. RISULTATI PROGETTO DI RESILIENZA CMR / 40 / UNP Costrizione di 500 rifugi per piccoli ruminanti nelle località di Kousseri, Moulvoudaye e Maga distribuiti come segue: 200 unità di riproduzione a Kousseri, 150 unità di riproduzione a Maga e 150 unità di riproduzione a Moulvoudaye. Distribuzione di 1500 capre a 500 famiglie beneficiari (600 capre a Kousseri, 450 capre a Moulvoudaye e 450 capre Maga); Distribuzione di 100 sacchi di mangimi ai beneficiari (400 sacchi a Kousseri, 300 sacchi a Moulvoudaye e 300 sacchi a Maga);
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Distribuzione di mangiatoie, abbeveratoi, e kit veterinari ai 500 beneficiari; Riabilitazione di 100 ettari di pascolo nella località di Moulvoudaye attraverso l'itroduzione di arbusti da foraggio, la scarificazione del suolo, la semina di brachiaria e la fertilizzazione del suolo con la collaborazione dell’ONG Carpa.
CONCLUSIONE Durante il mio soggiorno in Camerun in generale e in particolare nella regione dell’Estremo Nord, in una zona di insicurezza da 4 a 5, tutto questo lavoro si è svolto in un clima di serenità, in collaborazione con lo staff del La FAO e suoi consulenti. Non solo ha contribuito a rafforzare le loro capacità di risposta, ma anche a rafforzare la mia capacità di tirocinante della FAO. Ho dato il mio migliore per soddisfare le esigenze dei beneficiari del progetto UNJP / CMR / 040 / UNO. Così contribuendo a ridurre le crisi alimentari, fornendo alle comunità vulnerabili gli strumenti per rafforzare la resilienza e il processo di sicurezza alimentare. Confermo che lo stage si è svolto in ottime condizioni e, per prova, sento già la nostalgia della FAO del Camerun. Dai 05 miei obbiettivi fissati, confermo che i primi quattro sono stati raggiunti. La mia visione del mondo agropastorale camerunense è molto cambiata attraverso questo stage di formazione pratica a Maroua. Sono una persona molto laboriosa che rispetta i suoi impegni. Mi è piaciuta molto l'atmosfera lavorativa e sono davvero molto interessato dai vari progetti della FAO. Fare parte di una tale organizzazione offre un piano di carriera senza precedenti. Inoltre, la prospettiva di completare la mia intera carriera con la FAO è molto interessante. Non posso finire senza esprimere la mia profonda gratitudine allo staff FAO del Camerun della FAO per la loro grande attenzione e al sig. Cesare GOLDONI chi mi ha sempre dato retta e consigliate nella mia visione di imprenditore agropastorale.
OSSERVAZIONE La FAO ha bisogno di esperti per ridurre le crisi alimentari, fornendo alle comunità vulnerabili gli strumenti per rafforzare la resilienza e il processo di sicurezza alimentare. Perché le popolazioni vulnerabili in alcuni regioni del mondo sono tanti: ci sono zone dove manca proprio l’acqua da bere sia per essere umani che per gli animali.
PROSPETTIVE Come tutti gli studenti, dopo la laurea mi piacerebbe trovare in Italia (di preciso a Reggio Emilia) un lavoro nel campo di studio. Cioè in Scienze e Tecnologie Agrarie; per maturare una esperienza lavorativa. Così, avrei un profilo adatto per richiesta di lavorare presso la FAO in Camerun. Perché lì avrò gli strumenti politici, tecnici e economici per aiutare le popolazioni vulnerabili. Oltre a questa possibilità vorrei anche diventare un imprenditore agropastorale in Camerun per produrre in modo sostenibile dei prodotti di qualità per i consumatori locali e nazionali. Quando ero in Camerun, ho identificato un sito forestale di circa 20 ettari con una pluviometria annua di circa 1800 mm di precipitazione; situato a 56 km da Yaoundé (Capitale politico del Camerun). Sono alla ricerca di partenariato e di finanziamenti svilupparci una attività agropastorale.
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VERSO LE ELEZIONI DEL 4 MARZO Leggendo le varie proposte dei partiti in vista delle elezioni politiche del 4 febbraio p.v., mi sono posto una domanda: dove troveranno le risorse necessarie a realizzare le loro promesse considerata l’enormità del nostro debito pubblico? “A parte poche voci di tecnici e un paio di politici, c’è solo silenzio. E’ come se non riguardasse nessuno, anzi riguarda sempre altri non ciascuno di noi. Dal punto di vista etico si pone una domanda: i debiti si devono pagare? Io sono convinto che, salvo pochi casi di sopravvivenza, il non onorare un debito corrisponda alla violazione del settimo comandamento (non rubare). Dagli anni settanta in poi abbiamo vissuto, come popolo, al di sopra delle nostre possibilità scaricando sulle future generazioni l’onere di ripianarne il debito conseguente. Certo di quel modo di agire non tutti ne hanno beneficiato nella stessa quantità ma, sicuramente, nessuno ne è rimasto escluso.” A meno che non si pensi che noi abbiamo il DIRITTO di indebitarci all’infinito e gli “altri” abbiano il DOVERE di finanziarci, è fondamentale che il problema debito pubblico sia affrontato con coraggio, trasparenza ed equità; altrimenti “saranno le categorie e le posizioni più forti che otterranno soddisfazione e, ancora, rinvieranno le scelte necessarie”. Come agire? La realtà del nostro bilancio, a mio avviso, consente solo due strade: a) ridurre le spese (eliminando privilegi, costi inutili e una riforma fiscale che ridistribuisca il reddito a favore delle categorie più svantaggiate) e/o incrementando le entrate (lotta alla evasione fiscale), per raggiungere prima il pareggio di bilancio, poi iniziare a ridurlo senza aumentare la pressione fiscale; oppure b) ricorrere al credito (facendo ulteriore debito). La prima strada abbisogna di una classe dirigente (non solo politica) competente, credibile e autorevole: doti che si conquistano e non si impongono. Purtroppo, all’orizzonte, se ne vedono poche di persone con queste doti. Ma è la strada giusta. La possibilità di percorrere la seconda strada, necessita di un buon rapporto di reciproca fiducia e correttezza fra creditore e debitore. In questo, il nostro paese in quanto debitore, non ha brillato. Infatti il trattato di Maastricht (7 febb. 1992) disponeva che le economie dei paesi aderenti alla Unione Monetaria, convergessero su quattro parametri di cui uno riguardava il tema qui descritto: debito pubblico non superiore al 60% del PIL. Vediamo come ci siamo comportati fino ad oggi: 105,6 % alla firma del trattato (1992); 121,6% alla definizione dei parametri (1995); 108,8 % l’anno antecedente (2001) all’entrata in vigore dell’Euro; 106,3 % all’inizio della crisi (2007); 120,7 % alla formazione del governo Monti (2011); 132,0 % ai giorni nostri (2017). Se a questa “corsa” in senso contrario all’impegno assunto in sede di adesione al trattato, aggiungiamo la grande occasione che si è presentata all’Italia con l’ingresso nella nuova moneta: il tasso medio d’interesse sulle nuove emissioni dei nostri titoli di debito (BTP, BOT, ecc.), crollarono dall’ 11,10% del 1995 al 3,74% del 2002. E noi anziché utilizzare il risparmio sugli interessi per ridurre il debito, lo abbiamo utilizzato per incrementare la spesa pubblica. La conseguenza è stata un calo della fiducia dei creditori; ad esempio: la quota di debito pubblico detenuta dai creditori esteri è diminuita dal 45% ca. di prima della crisi all’attuale 32% ca. Più sopra ho già dichiarato quale strada ritengo giusta. “Sarà un cammino difficile e arduo. Non ascoltiamo i vari Lucignolo che ci propongono il Paese dei Balocchi”, perché “abbiamo bisogno di “Politici che siano esempio di rettitudine e dedizione nel loro servizio al bene comune. I praticanti la doppia morale possono concedere un bel gesto al mattino ma nel resto della giornata contribuiscono a corrompere la vita della società”. Alfredo Spaggiari (NB: I corsivi sono tratti da miei interventi su La Libertà -16 febb. 2008 e 22 ott. 2011) Codemondo 10 febbraio 2018
LA COSTITUZIONE, IL LAVORO E I LAVORATORI DISOCCUPATI Don Paolo mi ha chiesto di mettere nero su bianco alcune considerazioni che ho fatto recentemente con lui, durante una chiacchierata del tutto informale, sulla Costituzione, sul lavoro e sui lavoratori disoccupati. Acconsento volentieri. Tuttavia, prima di entrare “in media res”, non posso non chiedermi che senso ha proporre un tema del genere in ambito ecclesiale. La mia risposta è che ha senso solo se la Carta Costituzionale è riconosciuta in questo contesto per quello che è, cioè come il patto fondante del popolo italiano, nonché come base giuridica per la convivenza civile nel nostro paese; cui, chi vive o soggiorna in Italia a qualsiasi titolo, non può fare a meno di riferirsi positivamente, innanzitutto sforzandosi di conoscerla. Detto altrimenti... Siamo italiani, o comunque viviamo o soggiorniamo a vario titolo in Italia? Dobbiamo necessariamente riferirci in modo rispettoso e positivo alla Carta. A questo proposito mi sovviene di aver visto don Luigi Ciotti, in occasione di un suo incontro pubblico, presentarsi alle persone tenendo in una mano il Vangelo e nell’altra la Costituzione. Ecco, personalmente condivido pienamente quest’atteggiamento di cristiano, oggi, in Italia; il quale atteggiamento ritengo possa e debba poggiare sulla consapevolezza che la Carta,
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come ebbe a dichiarare Giuseppe Dossetti, uno dei padri costituenti, “porta l’impronta di uno spirito universale e in un certo modo trans temporale”. Un significato chiaro, possibilmente da accogliere e condividere, in particolare in considerazione del fatto che “la Costituzione Italiana del 1948”, sempre per riprendere le parole del monaco di Monteveglio (o di Montesole), “più che dalle stesse vicende italiane del fascismo e del post fascismo, più che dal confronto-scontro di tre ideologie datate, è nata dal crogiolo ardente e universale” rappresentato dall’evento globale della seconda guerra mondiale; cioè da un crogiolo ardente del copioso sangue versato da moltissimi per la libertà dal nazifascismo. Se è così, è pensabile rispondere alla proposta di società sottesa in Costituzione con un “no, grazie”, o, peggio, con uno strafottente “me ne frego”? Così parlano solo i fascisti e i disfattisti. Premesso ciò, entriamo nel merito del nostro argomento. Per la Costituzione i termini di “cittadino” e “lavoratore” sono pressoché equivalenti; nel senso che un cittadino italiano è per definizione un lavoratore, occupato o disoccupato che sia. Forse qualcuno ricorderà che i comunisti di una volta usavano chiamarsi fra loro alla maniera sovietica di “compagno lavoratore”. Bene, analogamente potrebbero fare gli italiani chiamandosi fra loro “cittadino lavoratore” (anche se fossero disoccupati, sic!); e questo perché, lo sa anche il più sprovveduto degli italiani, “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro” (art.1). Il che significa in buona sostanza che, in assenza di quel fondamentale presupposto, l’assetto repubblicano e democratico del nostro paese è destinato ad andare gambe all’aria. In altri termini, il primo e più temibile nemico della democrazia, cioè della “sovranità che appartiene al popolo” (art.1), dal punto di vista della Carta è l’assenza di lavoro, ossia la disoccupazione. E a questo punto dovrebbero ronzarci fastidiosamente le orecchie. Se poi andiamo a leggere cosa dice l’art.4 - “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” -, si capisce immediatamente che un lavoratore “disoccupato” non può assolvere a quel basilare dovere volto al progresso della società; che se tutti, potendo, vi concorressero, non ci sarebbe nessun bisogno di alcuna riforma costituzionale, come a volte s’invoca o in un recente passato pure si è fatto. Non ci sarebbe bisogno perché la Carta, proprio in virtù di quell’intrinseco principio dinamico - una sorta di Spirito Santo - relativo all’impegno lavorativo dei cittadini italiani, avrebbe la potenza per realizzare i suoi alti ideali; i quali sono in primo luogo ideali di convivenza pacifica fra tutti, dove si valorizza la dignità umana e altresì si consente alla persona di realizzarsi nella forma più piena (art.3). E proprio affinché ogni singolo italiano ottemperi a questo nobilissimo dovere, “la Repubblica” - sempre all’art.4 - “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto”. Perché in fondo è solo con la forza del diritto, di un diritto che non sia stato ovviamente manomesso o manipolato, che al comune cittadino è possibile fare ciò che è giusto. (Mentre i santi, mi permetto una piccola digressione, sono giusti sempre, anche all’inferno dove non esiste alcun diritto ma domina l’arbitrio del più forte). E cos’è che, per la Costituzione, è giusto fare? E’ giusto, art.2, adempiere ai “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, poiché questo vuol dire andare nel senso della “coesione sociale”, ossia dell’unità e pace della comunità nazionale. Una finalità luminosa che un cristiano maturo e consapevole capisce al volo, perché già la persegue e pratica con le sue sorelle e i suoi fratelli nella chiesa, ad esempio attraverso la comunione dei beni. Penso sia opportuno anche ricordare, per completezza del discorso che qui si sta abbozzando, che, particolarmente in seguito alla sentenza nr. 45/1965 della Corte Costituzionale, “il diritto al lavoro, riconosciuto ad ogni cittadino, è da considerare quale fondamentale diritto di libertà della persona umana, (…)”; e sottolineo la parola “libertà”. Questo per significare che lo stato di disoccupazione di un cittadinolavoratore, anche se quella disoccupazione fosse volontaria, pure se quel disoccupato volontario fosse un riccone fannullone, assume sempre i contorni di una grave disuguaglianza fra individui; i quali, invece, è sancito “hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge” (art.3). Insomma, per farla breve, nel nostro paese la disoccupazione non solo è la prima delle disuguaglianza in ordine d’importanza, ma è anche il terreno più fertile per ogni altra disuguaglianza e discriminazione (come il razzismo, il sessismo, ecc.).
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Ora, com’è noto, in Italia l’iniquità della disoccupazione riguarda purtroppo ampi strati della popolazione. Allora viene spontaneo domandarsi: è possibile fare qualcosa per contrastarla? Creare lavoro, ovviamente, pure volgendosi all’edificazione di sante economie dove le donne e gli uomini fanno finalmente dei lavori che rallegrano Dio, e non quelli invece che fanno ghignare Mammona. Oppure, forse, si potrebbe più umilmente pensare di creare, in particolare come strumento di evangelizzazione per i poveri disoccupati, un sindacato per i loro diritti che vada nel senso ricordato della libertà, della dignità sociale e contro tutte le disuguaglianze e discriminazioni. Anche perché un sindacato così, nella realtà locale e a livello nazionale, per quanto mi è dato sapere, proprio non esiste. Amen. di Dario Vesprini
IL NUOVO SITO DELL’UP Da quando è nata la nostra Unità Pastorale, si sono manifestate due necessità via via sempre più rilevanti. La prima, più pragmatica relativa alla nostra vita quotidiana, è stata lo scambio di informazioni inerenti a tutte le attività che vengono organizzate nelle cinque parrocchie come messe, confessioni, segreteria, incontri ritiri ecc. La seconda, un po’ più “commerciale”, riguardava l’esigenza di aprire alla nostra UP una finestra nel mondo, un modo per dire “ci siamo anche noi qui”. Questi due bisogni sono stati soddisfatti con la creazione di una pagina web e scrivo queste poche righe per rendere nota la sua esistenza e spiegare brevemente come funziona e di cosa si tratta. Premetto che la pagina web è ancora in fase di revisione e a breve arriveranno altri aggiornamenti con una grafica più accattivante e nuovi contenuti (es. una pagina con la storia delle parrocchie), ma in attese delle cromature l’ossatura c’è ed accessibile a tutti. Il portale si rivolge ai diversi aspetti della vita pastorale in modo da soddisfare le esigenze di tutti come gli universitari, le superiori, la catechesi, la Caritas e altro ancora. Ogni pagina è strutturata allo stesso modo, per semplicità prenderò in esempio la pagina dedicata al cinema Capitol, ma questo vale per tutte le altre. Al centro della pagina trovate la descrizione delle diverse attività che vengono svolte (Capitol spritz, Capitol bambini, Capitol forum, I quaderni del Capitol) mentre a lato potete trovare dei riquadri (detti widget) con le date importanti per ognuna delle quattro attività descritte. La home page (la prima che vedrete quando accederete) segue uno schema un po’ diverso. Al centro le ultime notizie con le rispettive locandine, a sinistra l’omelia o un commento al vangelo e gli aventi della settimana infine sulla destra è stato inserito un calendario più dettagliato dei diversi eventi giorno per giorno, per poterlo vedere è necessario accedere con account Google (basta avere un’email gmail per intenderci), addirittura se si è pratici con la tecnologia è possibile cliccare su un evento del calendario e aggiungerlo al proprio calendario personale sul proprio smartphone (usando l’app Google calendar). In ultimo, in fondo alle pagine abbiamo altri riquadri, con i link altre pagine web (es. il sito della diocesi), l’archivio per mese di tutte le notizie pubblicate e un tag cloud in modo da ricercare le notizie per argomenti. Come accedervi? Scrivendo su Google o qualsiasi motore di ricerca “up Santa Maria degli Angeli” oppure direttamente all’indirizzo web http://www.upsantamariadegliangeli.it/ Buona navigazione e non esitate con i suggerimenti! Agostino D’Anna
GRUPPO SUPERIORI DI SAN BARTOLOMEO E CODEMONDO Gli incontri del Gruppo delle superiori di San Bartolomeo e Codemondo sono ripartiti lo scorso ottobre. Il gruppo di quest'anno presenta una conformazione diversa rispetto a quello dell'anno scorso: ci troviamo settimanalmente con i ragazzi di prima seconda e terza superiore e, una volta al mese, i ragazzi di quarta superiore si uniscono a noi. Conoscenza e interessamento tra i ragazzi, sono state le parole che hanno visto nascere le nostre attività dei primi mesi. Il percorso da noi scelto per gli incontri a gruppi uniti, definito "Gesù in pratica", è incentrato sul servizio e attività in cui è necessario mettersi in gioco. Durante il mese di dicembre, il nostro impegno ha riguardato la costruzione del presepe nella chiesa di San Bartolomeo e la recita nel presepe
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vivente. Dopo il campeggio invernale e in preparazione del triduo Pasquale del 29-31 marzo, gli incontri di primaterza superiore si stanno sviluppando sul macrotema della ribellione, sviscerandolo e analizzandolo nei suoi vari e attuali aspetti.
CALENDARIO PASTORALE UP MARZO 2018 CONSIGLI PASTORALI
Codemondo: Domenica 18 Marzo, ore 11 San Bartolomeo: Mercoledì 7 marzo, ore 21 Roncina: Venerdì 2 marzo, ore 21 Regina Pacis: Martedì 6 marzo, ore 21
APPUNTAMENTI FISSI DEL TEMPO DI QUARESIMA
Lectio dello zonale Ovest con don Carlo Pagliari a Roncina. Tema: I canti del servo di JHWH. I seguenti giovedì di marzo: 1,8,15,22. Gli incontri si terranno alle ore 20,45. Si consiglia di portare una Bibbia.
Ritiro spirituale per giovani e adulti dell’Unità Pastorale: Domenica 11 marzo, dalle 9 alle 17, a Codemondo. E’ previsto un servizio di Baby sitter. La messa sarà alle ore 11. Per chi vuole è previsto un pranzo comunitario. Nel pomeriggio il ritiro riprende alle ore 14,30
Incontro diocesano dei giovani (19-29) con il vescovo in Cattedrale alle 20,45 con i seguenti temi: VENERDI’ 9 MARZO: “Riempite di acqua le giare” (Gv 2,1-12) VENERDI’ 16 MARZO: “Vuoi guarire” (Gv 5,1-18) VENERDI’ 13 APRILE: “Togliete la pietra” (Gv 11,1-14)
Ritiri spirituali gruppi medie e superiori: ogni gruppo si organizza con i propri catechisti ed educatori
Celebrazioni penitenziali:
San Bartolomeo: Domenica 18 marzo, ore 11,15 Codemondo: Mercoledì 21 marzo, ore 21 Regina Pacis: Lunedì 19 marzo, ore 21 Roncina: Venerdì 23 marzo, ore 21
Triduo Pasquale: ogni parrocchia si organizza autonomamente nei propri consigli pastorali
CATECHESI
Prima confessione San Bartolomeo: sabato 3 marzo, ore 15
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Genitori catechesi San Bartolomeo: Sabato 17 marzo, ore 15 Genitori della catechesi parrocchia Spirito Santo: Sabato 24 marzo, ore 15
EVENTI DIOCESANI
Domenica 4 marzo ore 15.30: Convegno missionario diocesano (presso La Polveriera) Giovedì 22 marzo: ore 21, Veglia di preghiera per i martiri missionari (San Martino in Rio)
INCONTRI PASTORALI
Catechisti battesimali UP: Domenica 4 marzo, ore 18 (Regina Pacis) Incontro catechisti matrimoniali UP: domenica 18 marzo, ore 18 (Regina Pacis) Incontro giovani famiglie UP: Domenica 18 marzo, ore 19 (Regina Pacis) Formazione capi scout: Lunedì 5 marzo, ore 21 Capitol Forum: domenica 25 marzo, ore 17 Il corpo ai tempi di facebook. Alessandra Sarchi presenta il suo libro: LA NOTTE HA LA MIA VOCE (finalista Premio Campiello 2017). Proiezione: QUEL FANTASTICO PEGGIOR ANNO DELLA MIA VITA di Alfonso Gomez- Rejon (2015) con Thomas Mann, RJ Tyler. Ore 17.00 Proiezione, a seguire l’incontro con l’ospite, poi la cena (gnocco fritto). Lunedì 26 marzo: ore 19,30: momento di preghiera cristiani LGBT (aperto a tutti)
APPUNTAMENTI SETTIMANALI LUNEDI’:
9-12,30 don Paolo in segreteria a Regina Pacis (a disposizione dell’UP) ore 19 messa dell’UP in casa della Carità san Giuseppe MARTEDI’: ore 15: attività per gli anziani (Regina Pacis) ore 19 VESPRITZ per i giovani 20-30 anni (Codemondo) MERCOLEDI’: ore 16-19 mercatino dell’usato a San Bartolomeo ore 20 messa a san Bartolomeo GIOVEDI’: ore 19 messa a Codemondo VENERDI’: ore 18,30 messa a Roncina SABATO: 9-11,30 centro d’ascolto delle povertà UP (Regina Pacis) 9-11,30: distribuzione alimenti UP (Roncia) 9-12,30 don Paolo in segreteria a Regina Pacis (a disposizione dell’UP) DOMENICA: Messe nelle parrocchie conforme orari prefissati
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