Iniseme maggio 2018

Page 1

MAGGIO n. 30 2018

UNA CHIESA MISSIONARIA E ACCOGLIENTE

DALLA PARTE DEGLI ULTIMI a pagina 2

I Consigli pastorali

a pagina 37-39


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

Editoriale UN ANNO INSIEME A MADELEINE DELBREL di Don Paolo Cugini Come ogni anno l’Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli indica un personaggio come punto di riferimento dei cammini formativi dell’anno: dalla catechesi alle sagre. Per la prima volta da quando abbiamo iniziato quest’iniziativa – vale a dire il 2015 – il personaggio in questione sarà una donna: Madeleine Delbrel. Dopo un’adolescenza segnata da un ateismo radicale e profondo, Madeleine ritrova la fede nella gioventù, grazie all’incontro con alcuni amici cristiani e, in particolare, all’ingresso nei domenicani del ragazzo che amava, eventi che la spingono a riflettere sulla possibilità dell’esistenza di Dio. Sotto la guida di un abate – padre Lorenzo – inizia un cammino spirituale che la immerge nella preghiera e nella meditazione della Parola di Dio. La sua intensa vita spirituale che la porta ad immergersi nel mistero di Cristo, accompagnerà tutta la sua esistenza. La passione per Cristo e per il Vangelo orienterà da questo momento tutta la sua vita: decide di essere tutta di Dio. La sua esperienza personale la renderà compassionevole verso i non credenti: scrive “io stessa avevo corso il rischio di preferire la morte alla vita”, e lo dice quando riceve la notizia che due sue amiche atee si sono suicidate. Con l’abate Lorenzo inizia

a portare pacchi di cibo e di indumenti alle famiglie più disagiate: La strada diventa il terreno sul quale vivere la sua vocazione. Il suo diventa “un Dio coinvolto dal mondo che egli ama”. Con un gruppo di amiche decide di andare ad abitare, negli anni Trenta del secolo scorso, in un quartiere povero di Parigi, desiderando vivere con loro uno stile di famiglia, condividendo la vita dei poveri che, per la maggior parte, erano operai. Svolge in mezzo a loro un’intensa attività come assistente sociale. Proprio questo lavoro la conduce verso un impegno per elaborare politiche sociali in grado di far fronte alla povertà del mondo operaio. S’impegna a favore dei poveri, ma cerca di capire le cause della povertà. Nel gennaio di quest’anno Papa Francesco

riconosce le virtù eroiche di questa donna proclamandola venerabile, dando così continuità al processo di beatificazione iniziato nel 1994. Sono molti gli punti della vita di Delbrel che possono stimolare la nostra riflessione durante il prossimo anno pastorale. Molte, poi, sono le sintonie con la proposta ecclesiale di Papa Francesco. L’esigenza di un rapporto con il Signore sempre più personale e profondo, che conduce i discepoli e missionari a non chiudersi nel tempio, ma ad aprirsi con slancio verso i fratelli e le sorelle più deboli. Ancora. L’amore per la parola di Dio che diventa punto di riferimento che orienta tutta l’esistenza sino al punto di decidere di donare tutta la propria vita per Dio e per i poveri. Elemento importante da sottolineare è la costante dimensione comunitaria ed ecclesiale che caratterizzerà la vita di Madeleine Delbrel. Già nella sagra di Regina Pacis – 24-27 maggio - avremo modo d’iniziare ad assaporare la bellezza della santità di questa donna straordinaria, che tanto ha da offrire anche a noi.

Oratori DALLA PARTE DEGLI ULTIMI Ambientalismo e Sociopolitica in collaborazione col Quartiere Una giornata assai intensa quella vissuta all’ex-Cinema “Capitol” venerdì 13 aprile scorso: intorno alla attualità della figura di un vero profeta dell’ambientalismo e del pacifismo come Alexander Langer, molti i contributi di esponenti del mondo del volontariato e della politica, per guardare con il suo sguardo ai drammatici conflitti del presente. Tra gli altri, da segnalare l’appassionato intervento della giovane parlamentare europea Elly Schlein, che ci ha ricordato quanto rimanga ancora da fare in un Europa dove rischia di prevalere la logica dei muri e non quella dei ponti. Così, ricordando Langer, ricordiamo i problemi e i compiti dell’oggi per le donne e gli uomini di buona volontà.

Alla fine della giornata ha poi suscitato interesse e curiosità l’anteprima del “Terra di tutti i film Festival”, con due corti di notevole qualità, una bella preparazione alla sezione reggiana di questo particolare festival dei “popoli ultimi”, che vedrà due belle giornate proprio all’ex-Cinema “Capitol” il 19 e 20 ottobre prossimi. Due giornate che già si annunciano come un appuntamento da non perdere. Presso il “Giardino delle religioni” (Parco del Diamante) a giugno continua poi il progetto “..dal Diamante non nasce nulla?” inserito all’interno dell’Accordo di Cittadinanza del nostro Quartiere, siglato anche da Don Paolo per conto di Regina Pacis: il 15 e il 16 giugno prossimi ci sarà infatti una grande festa popo-

2

lare, con animazioni ludiche e musicali, in occasione delle Giornate Internazionali promosse dall’ONU per i rifugiati. Vi aspettiamo numerosi! Lorenzo Capitani – LIBERA UNIVERSITA’ POPOLARE


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

Cos’è stato il weekend dell’educazione 2018? All’indomani dall’evento che ha (o dovrebbe avere) contraddistinto le agende dell’unità pastorale mi sto chiedendo cosa abbiamo vissuto. Una domanda che necessità profondità per non restare in superficie. Innanzitutto abbiamo vissuti degli incontri condotti da gente diverse e partecipata da gente diversa. La prima sera l’intervento di don Carlo ha ricondotto la nostra attenzione al fatto che un progetto deve anzitutto essere assimilato e migliorato costantemente da una comunità. Comunità ben presente e ben visibile alla testimonianza di Ale, Ilaria e Arianna svoltasi domenica. Testimonianza allo stesso tempo leggera e ricca di vissuti che quest’anno stanno caratterizzando la loro quotidianità. Ma facendo un passo indietro, l’incontro di sabato, quello che si era più volte detto essere quello fondamentale per la comunità, ovvero per i fedeli dell’unità pastorale, non possono non essere sincero nel dirvi che ci sono rimasto parecchio male a vedere quanto sia stato snobbato. Un incontro di presentazione del progetto educativo degli oratori dell’UP, preparato con cura, mettendomi in ascolto di ciò che sono stati questi 2 anni qui con voi, e contare circa 25

Quello che scrivo non è (come qualcuno potrà già aver pensato) uno sfogo personale, perché io non lavoro per me stesso, ma per voi. La vostra presenza è fondamentale al progetto: se manca il soggetto, una frase non si regge in piedi. Cerchiamo dunque di essere sale della terra e luce del mondo, cerchiamo di essere protagonisti svegli e consapevoli delle responsabilità che ci sono affidate. Come scritto nel progetto, la finalità dell’oratorio è quella di evangelizzare: tutti i ragazzi degli oratori hanno diritto a qualcuno che con l’esempio più che con le parole gli faccia sperimentare quel Gesù che ha incontrato nella sua vita. E questo qualcuno non può essere sempre qualcun altro. Nello scrivervi queste cose confido sulla vostra intelligenza che possiate capire quanto ci tenga io ai vostri ragazzi e di quanto mi faccia male sentirmi un po’ (molto) ignorato. Se nella mia UP ci fosse un educatore lo spremerei fino in fondo, cercherei come portare avanti le cose perché possano essere percorsi di una evangelizzazione che attecchisce alla vita. Non mi limiterei a sapere che va in oratorio tot ore alla settimana per tenere dietro ad alcuni ragazzi che forse nemmeno conosco. Chiudo ringraziando quanti ascoltano e mettono in pratica perché con quelli riusciremo a costruire la casa sulla roccia: soffiarono i persone voi come la prendereste? venti, strariparono i fiumi, ma quella casa non va in rovina. Ancora una volta mi metto a disposizione di questa unità Per questo motivo ringrazio ancora di più chi invece ha pastorale (non senza sforzi) affinché, come il signor Banks voluto partecipare. Lo so, tanti avevano altri impegni. Chi della storia di Mary Poppins possiamo recuperare uno slanperò voleva davvero esserci ma non poteva è stato molto cio educativo verso i “vostri figli”. gentile da dirmelo precedentemente: assenti ma che si sono fatti presenti. E certamente non mancheranno occasioni per Ciri rileggere insieme il progetto che (beffa delle beffe) vuole essere l’inizio di una co-progettazione con voi, parrocchiani delle 5 parrocchie di questa UP.

3


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

Catechesi

UNA MISSIONE A KM ZERO Sabato 21 aprile con il gruppo di ragazzi di prima media di Regina Pacis ci siamo recati al parco del gelso per provare a capire cosa significa “evangelizzare”. I ragazzi erano divisi in gruppetti da 4 o 5, e la loro missione consisteva nell’andare incontro alle persone e provare a porre loro alcune domande riguardo la propria fede in Dio. In base alle risposte che ricevevano dovevano poi sviluppare di volta in volta un tipo di dialogo diverso. Al termine dell’attività abbiamo fatto un momento di condivisione e sono uscite molte cose interessanti dalle situazioni che i ragazzi si sono trovati ad affrontare. Molte volte si sono imbattuti in persone che credono nel Dio cristiano, come Lorella e Eddie, e molte persone an-

hanno interagito con estranei di età molto differenti dalla loro, in molte occasioni. I ragazzi hanno provato sulla loro pelle cosa significa, anche se in piccolo, essere una “chiesa in uscita”, come dice papa Francesco: “Uscite nelle strade a evangelizzare, annunciando il Vangelo. Ricordate che la Chiesa è nata “in uscita”, quella mattina di Pentecoste. Avvicinatevi ai poveri e toccate nella loro carne la carne ferita di Gesù. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, con libertà.” Si sono accorti che non è una cosa semplice e immediata, perché il “mondo” è vasto e eterogeneo, che ci sono persone disposte ad ascoltare e altre che non hanno tempo

che della stessa parrocchia di Regina Pacis. Nonostante questo si sono trovati davanti anche a una grande eterogeneità, a detta loro: hanno incontrato una persona ortodossa e alcune persone musulmane, come Karim. Sono stati coinvolti in discorsi con persone che non credono in Dio e che non hanno fatto i sacramenti come Fabrizio. Da alcune persone sono stati liquidati con frasi del tipo: “Non ho tempo!”, o “Siete quelli delle parrocchia vero? Non mi interessa”. Si sono anche trovati in difficoltà con alcune persone perché non riuscivano a capire la lingua italiana e quindi è stato impossibile instaurare un dialogo, nonostante le persone si siano dimostrate disponibili nei loro confronti. Hanno provato a parlare con bambini, uomini, donne, adolescenti e anziani. Si sono messi in gioco provando a comunicare con italiani e stranieri e, per la prima volta,

da perdere per te o Dio. E’ stata un’esperienza forte che li ha messi davanti a una realtà che forse non immaginavano nemmeno, ma sono rimasti colpiti molto positivamente dall’esperienza vissuta. Speriamo che anche grazie a questa esperienza i ragazzi abbiano potuto comprendere cosa significa essere: “Chiesa in uscita”.

4

I catechisti di prima media di Regina Pacis


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

PICCOLI EDUCATORI

PER UN GIORNO

coinvolgere tutti i più piccoli, a farsi ascoltare e rispettare. Hanno infine scoperto, poi, che sono tante le piccole soddisfazioni che si provano quando si lavora per gli altri: un sorriso, un abbraccio, una stretta di mano, un “ti prego giochiamo ancora!”, un “quanto è buona la merenda!”, un GRAZIE quando gli hanno consegnato il segnalibro. Noi catechisti siamo molto soddisfatti di come i ragazzi sono riusciti nell’impresa e della grande partecipazione attiva da parte di tutti. Alcuni ragazzi al termine dell’attività hanno detto: “A me di oggi pomeriggio è piaciuto molto il fatto di aiutare e far divertire i bambini, di farli mangiare e giocare… E poi il fatto di sentirmi più grande, matura e di avere la responsabilità di badare a qualcuno e di farlo divertire durante un’esperienza della sua vita” Marghe “A me questa attività è piaciuta molto, mi sono divertita moltissimo e mi è piaciuto molto sentirmi come si sentono i catechisti. Spero di rifare presto questa esperienza” Lalla “Ciò che mi ha colpito di questa esperienza è che loro fossero molto silenziosi e che noi ragazzi di prima media siamo riusciti a tenerli” Marta “Mi è piaciuto molto fare “l’educatore”, è stata una sensazione davvero strana perché eravamo noi che organizzavamo e dirigevamo i bambini, che si sono divertiti e hanno giocato insieme a noi. In poche parole è stato bello, la cosa difficile è stata coinvolgere alcuni bambini che all’inizio non volevano fare i bans” Emma I catechisti di prima media di Regina Pacis

Nel mese di Marzo, con i ragazzi di prima media di Regina Pacis, abbiamo affrontato uno dei grandi temi che stavano molto a cuore al Cardinale Carlo Maria Martini, ovvero “Attenzione verso i giovani”. Abbiamo svolto diverse attività, una delle quali ha coinvolto 4 ragazzi più grandi della parrocchia: Gaia, Gabriele, Misha e Giacomo che si sono resi disponibili per rispondere ad alcuni quesiti dei nostri ragazzi. Sabato 24 Marzo invece sono stati proprio i nostri ragazzi di prima media a mettersi in gioco e a organizzare un pomeriggio di divertimento per i “giovanissimi” della nostra comunità: i bambini di seconda elementare. Il pomeriggio è iniziato con due famosissimi bans del Grest: “Il Pollo” e “Ciccio Pasticcio”, che sono stati ballati in cerchio da grandi e piccini. A seguire i ragazzi, che avevano organizzato 3 diversi giochi, hanno diviso i bimbi in due gruppi e, a rotazione, hanno tutti partecipato alle tre attività. I giochi proposti sono stati: - L’omino nero - Il gioco dell’albero con le mollette - Il bruco raccogli cartoncini Mentre alcuni ragazzi erano impegnati nel far giocare i bambini, altri in cucina preparavano una golosa merenda a base di pane e nutella con the caldo, e altri ancora si sono impegnati nella realizzazione di un segnalibro da donare ai bimbi come ricordo del pomeriggio, con sopra scritta una frase di papa Francesco sulla cura verso gli altri: “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona con amore”. In modi diversi i ragazzi di prima media si sono messi alla prova e hanno scoperto cosa significa organizzare qualcosa per i più piccoli, hanno scoperto che non sempre è facile coinvolgere tutti ma che quanto ci si mette entusiasmo e passione tutto diventa più facile. Sono riusciti con la loro energia e voglia di giocare a

5


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

RITIRO TERZA ELEMENTARE

Eccoci qui! Con un progetto nuovo, ideato e programmato per stimolare e affascinare le nostre piccole, ma grandi “menti”. Si proprio così, Frate Antonello e le nostre catechiste si impegnano continuamente a ideare percorsi nuovi per far conoscere la “Parola del Signore” , la nostra religione dalle origini a oggi, non in modo noioso, ma con semplicità, gioia ed essenzialità, agli occhi dei bambini. Il nostro gruppo è quello dei bimbi di terza elementare, che quest’anno si accosterà al sacramento della Prima Confessione. “Confessione” è concetto molto difficile da trasferire con semplicità, ma l’affetto e l’amore di tutti gli educatori, catechisti e l’occhio attento ed esperto di Frate Antonello e Don Paolo hanno permesso di percorrere la via della Misericordia in modo molto innovativo. Trasferire, facendo e vivendo, il concetto di perdono e amore, così sabato 7 aprile siamo stati coinvolti in un pomeriggio lavorativo. Io mi sono offerta per aiutare nella preparazione dei materiali e di guidare il gruppo genitori. Ci siamo ritrovati tutti dai Frati Cappuccini, dove Frate Antonello ci ha accolti nelle sale della struttura, mentre i bambini giocavano con le catechiste nel loro magnifico giardino interno. Frate Antonello ha spiegato a noi genitori che sin dall’antichità, nella cultura ebraica il simbolo della pace, del “BENE” è sempre stato identificato con la gallina. Per questo motivo spesso le abitazioni dei ghetti ebraici, come a Ferrara, hanno al posto del noto galletto segnavento, delle galline di ferro. Questo per indicare che l’abitazione è protetta dal bene, quindi come dire: “tu male stai lontano! Anche nel periodo della caccia alle streghe, nella Bielo Russia, luogo dove abitava il pittore Chagall “papà” di cocca …ovviamente ebreo, venivano spesso sacrificati sia un gallo nero che una gallina bianca, , quest’ultima sempre per indicare il “bene” che si contrappone al “male”. Praticamente ci ha spiegato il perché del nostro pomeriggio

rafforzando l’idea che se si fa un regalo, questo assume maggior valore, soprattutto sul piano affettivo, se viene pensato e fatto con le proprie mani. Da qui l’intenzione di Frate Antonello, di coinvolgere noi genitori nel fare artigianalmente queste galline “le cocche”, da donare ai nostri figli alla conclusione della Confessione, in modo che possano quotidianamente ricordare loro che non sono degli “INFALLIBI PECCATORI” ma anzi che possano essere ogni giorno dei “COLTIVATORI DI BENE”. Chi continua a fare un piccolo gesto, del bene quotidianamente, non solo arricchisce la propria anima, ma migliora e arricchisce anche quella di chi gli sta vicino! Se ogni individuo riuscisse a tener fede a questo piccolo “buon proposito” il mondo sarebbe un posto molto più bello per tutti! Noi genitori abbiamo cominciato il nostro pomeriggio lavorativo con molto entusiasmo, abbiamo riso, c’è stata collaborazione e complicità nel costruire “Cocca” e tutte le sue amiche. Cocca non è altro che un sacchettino di sabbia ricoperto di stoffa, completo di becco giallo e cresta rossa, con due buffi occhietti neri, un antistress, un ferma carte, li, sulla nostra scrivania a ricordarci tante cose. Ai bimbi, il bene, l’arcobaleno, che Dio vede e riconosce tutti noi diversi ma uguali; a noi genitori il pomeriggio trascorso insieme, la gioia dei volti dei nostri bimbi e la certezza dell’Amore che salva e perdona! Penso che a me ricorderà il momento in cui ho detto:“sì voglio accompagnare mio figlio nella fede, il battesimo”. Ognuno avrà legato a Cocca un proprio pensiero o ricordo, ma tutti assoceremo al “becco” e alla “cresta” un bel pomeriggio di condivisione, di chiacchiere e merenda! Dato che dovremo tenere il segreto fino al 21 Aprile, siamo molto curiosi di vedere le facce sorprese dei nostri bimbi, quando riceveranno le Cocche che hanno conosciuto nei quadri e nei racconti di Frate Antonello. Tutti pensano di aver salutato Cocca, là in quella sala e non sanno che la ritroveranno per sempre! Elisabetta (mamma di Eva)

6


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

INCONTRo CON IL GRUPPO DI

RAGAZZI DI PRIMA MEDIA Paolo Cugini è il parroco, ovvero il capo della comunità pastorale, delle seguenti parrocchie: Regina Pacis, Codemondo, Roncina, San Bartolomeo, che insieme a Santo Spirito (che ha un suo prete) formano la Diocesi di Santa Maria degli Angeli. Chiamata così perché in passato in fondo a via Zandonai, dove è presente ora l’Oratorio di Regina Pacis, vi era una chiesa chiamata proprio così, demolita successivamente. Sabato 17 febbraio i nostri catechisti Elena, Lorenzo, Davide, Sara, Grazia e Elena hanno organizzato un incontro per farci conoscere meglio Don Paolo. Ci ha raccontato le sua vita di tutti i giorni, fitta di impegni. D’altronde gestire tutte queste parrocchie richie-

de un grande sforzo mentale, fisico e organizzativo. Abbiamo cantato e animato l’incontro con una canzone in portoghese che lui ha imparato durante il suo periodo di missionario in Brasile. Ci siamo divertiti tanto per il fatto che il Don sbagliava tutti i nostri nomi e scherzava con noi! Ma allo stesso tempo ci ha entusiasmato e interessato.

All’inizio dell’incontro abbiamo letto un brano dalla Bibbia dalla Genesi sulla nascita del segno della pace che è rappresentato da un arcobaleno, lo stesso che ha visto Noè dopo il diluvio, esso rappresentava la promessa di non scatenare più nessun cataclisma nei confronti dell’uomo. Inoltre Don Paolo ci ha raccontato di come l’arcobaleno sia simbolo di alleanza, formato esso stesso da tanti colori diversi, vuole esprimere quanto la nostra diversità ci renda migliori. Pe r s o n a l m e n t e la cosa che mi ha stupito di più è su come faccia a gestire tutti questi impegni e la passione che ci ha trasmesso nel raccontare come dedica la propria vita agli altri. Francesco Guidotti, ragazzo di prima media di Regina

7


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

IL VENERDI SANTO

DEI BAMBINI A REGINA PACIS

Il Venerdì Santo si è svolta la Via Crucis per i bambini di catechismo e abbiamo rivissuto le tappe con attenzione e riflessione ma in maniera innovativa. E’ infatti diventata anche un momento di gioco e di divertimento. I bambini sono stati divisi in squadre e, quando si sono sparpagliati per le stanze dell’oratorio, le tappe della Passione di Cristo si sono trasformate in giochi, utili per riflettere sulle emozioni provate da Gesù. Alla fine delle attività, tutti sono tornati nel salone per condividere con

gli altri le emozioni e le riflessioni nate all’interno del proprio gruppo. Attraverso un gioco hanno anche vissuto la paura, la stessa che aveva provato Cristo prima di portare la Croce. Abbiamo provato ad arrivare al cuore dei bambini trasmettendo un messaggio importante legato alla figura di Cristo in maniera alternativa, attraverso il divertimento. I Catechisti. Betty Conforti e Marta Gabbi

8


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

RITIRO IN PREPARAZIONE DELLA PRIMA CONFESSIONE Sabato 07 Aprile in una spelendida giornata di primavera ci siamo trovati con i bimbi e i genitori presso il convento dei Frati cappuccini. Ad attenderci c’era il nostro caro amico Frate Antonello. Per l’occasione abbiamo organizzato due laboratori uno manuale per i genitori guidato dalla super Elisabetta, una mamma che ci aiuta sempre molto attivamente, e uno molto speciale per i bimbi. Con i bimbi, attraverso i lunghi corridoi del convento, siamo saliti secondo piano dove ci sono le magiche stanze dei tappeti, alcuni erano già stati qui con la scuola. Ci siamo tolti le scarpe, con un po di imbarazzo e con tanta allegria ci siamo sdraiati in cerchio a pancia in giù, tutti sullo stesso piano guardandoci occhi negli occhi. Che dire la curiosità e l’emozione erano altissime. Frate Antonello con l’aiuto dei simpatici amici animati Fox la Volpe, Cocco il coccodrillo affamato e la mitica COCCA, ci ha guidati in un percorso in cui arte, religione, fanta-

sia e cuore si mescolano. Abbiamo osservato dei quadri famosi di Van Gogh e di Chagall, cercando di rispondere alle domande di Fox, alla fame di Cocco e alla curiosità di Cocca. Abbiamo scoperto che questi due pittori narrarono, attraverso la loro arte, delle storie ed i bimbi le hanno subito riconosciute: stavamo osservando …..le parabole (storie raccontate da Gesù)! La Nostra Cocca, la gallina che ciocca, ci ha aiutato a trovare il cammino verso i semi buoni, ci ha mostrato la via verso l’Arcobaleno, e così abbiamo scoperto un nuovo modo di leggere e vedere le parabole del Seminatore, del Buon Samaritano e del Figliol Prodigo. Frate Antonello, ci ha fatto sentire la gioia di passare dal “Grigio” della solitudine, della tristezza e del peccato (essere lontani da Gesù), alla luce piena che per i bimbi è un gioioso “Arcobaleno”, che nasce dalla riconciliazione, dall’abbraccio amorevole di Dio. Barbara Giusy e Marta

Pastorale giovanile PELLEGRINAGGIO ASSISI LORETO sulla via Lauretana Gruppo 2000 UP Date: 27 LUGLIO - 5 AGOSTO Trascorreremo qualche giorno ad Assisi per poi fare 7 giorni di cammino ed arrivare al santuario della Madonna di Loreto.

Ultimo giorno di mare e relax, probabilmente a Porto Recanati. Pernottamento presso le strutture religiose delle varie tappe. Tema e costo da definire.

9


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

INCONTRO DEGLI STUDENTI AFRICANI SUL TEMA

LA DONNA NELLA SOCIETÀ Nella serata del 15 aprile 2018 alle 21.00, un incontro col tema “La donna nella società” è stato organizzato dal parroco Don Paolo Cugini presso l’oratorio di Regina Pacis, nella sala San Filippo Neri; con una partecipazione soddisfacente da parte della comunità studentesca Africana di Reggio Emilia. Come di solito fedeli italiani sono stati coinvolti all’incontro. La presenza di persone con diversa esperienza socio-culturale ha consentito un dialogo ed uno scambio di idee relativamente interessanti favorendo una discussione di grande fattura. Don Paolo ci ha fatto una presentazione magistrale di un’ora sui diritti umani, le leggi italiane riviste in favore delle donne ed alcuni versetti della Bibbia. La presentazione è stata fatta in modo molto esplicito da consentire a tutti i partecipanti di capire la situazione passata ed attuale della donna nella società. Durante e dopo la presentazione i partecipanti si sono espressi ognuno secondo il proprio giudizio. Argomenti o leggi che hanno succitato un interesse plausibile sono: il divorzio, l’omosessualità et l’uguaglianza tra gli uomini. Riguardo al divorzio, secondo la legge prima degli anni 70 una copia sposata non era consentito divorziare e la donna che faceva il contrario era vista come una rovina famiglia. Qui, c’è stata proprio una guerra verbale tra uomini e ragazze nella sala. Secondo gli uomini noi donne approfittiamo della nuova legge

che consente il divorzio per rovinare gli uomini. Cioè per tirare via tutti i loro soldini attraverso ad esempio la guardia dei figli. Secondo noi donne è del tutto normale tenere la guardia dei figli e di conseguenza ricevere una quota in denaro per mantenerli in vita e assicurare la loro educazione. Il tono è stato più forte sul discorso dell’omosessualità. Si è verificato une divisione della sala in due gruppi: chi erano pro e chi era contro. Secondo la maggior parte, non si capisce come mai un uomo può essere in relazione amorosa e matrimoniale con un altro uomo, stessa cosa per le relazioni tra donne lesbiche. Su questo tema gli studenti africani si sono molto espressi in maniera contrastante perché secondo loro l’omosessualità non è una pratica molto conosciuta, né promossa in Africa. Alcuni

comunque hanno manifesto il sostegno agli omosessuali, cercando giustificazione del tutto non scientificamente spiegabili. Infine, sulla questione dell’uguaglianza tra gli uomini, la legge è molto chiara: tutti gli uomini nascono liberi ed uguali in dignità e in diritti. Ma non spesso va verificata nella nostra vita quotidiana. Almeno qui, tutti i partecipanti hanno avuto lo stesso punto di vista. In somma, si ritiene pertanto che l’incontro ha avuto un impatto molto forte, perché io particolarmente non ero a conoscenza dei progressi fatti in Italia per migliorare la condizione femminile. Grazie a quest’incontro mi sono informata e presumo gli altri partecipanti dell’incontro. Danielle Tatiana DJEUMELE FOTEPOM. Reggio Emilia, 18 aprile 2018.

RITIRO SPIRITUALE 2 e 3 MEDIA SAN BARTOLOMEO CODEMONDO Sabato 21 aprile noi ragazzi di seconda media siamo stati al canzone che lasciava trasparire che Dio ci ascolta, è come l’acconvento dei frati cappuccini a Scandiano. Ci hanno accol- qua dopo il deserto, è uno scoglio nel mare aperto, una roccia to 3 frati giovani che ci hanno fatto vedere il convento e la in mezzo agli uragani. Lucilla M. chiesa. Abbiamo fatto dei giochi per conoscerci, alcuni molto divertenti. Abbiamo avuto dei momenti per riflettere e parlare con Dio. Abbiamo capito che Dio è una persona e non un concetto astratto. Possiamo parlargli. E Lui ci può rispondere, anche se non sempre si capisce cosa dice. Gli ultimi momenti prima della merenda li abbiamo trascorsi nella cappella dove ci è stato chiesto di scrivere una lettera a Dio. La stanza era nell’ombra e davanti a noi c’era un crocifisso illuminato, con gli occhi aperti: vivo. Per tutto il tempo ci ha accompagnato una

10


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

IL MIO TRIDUO PASQUALE Giovedì Santo, nel pomeriggio, mi trovo con poche altre persone sul sagrato della chiesa. Passa un auto che si ferma ed abbassa il finestrino. Mi sembra voglia chiedere un’informazione, per cui mi avvicino, ma in realtà il giovane che è alla guida ci sorprende con un’affermazione: “Guarda che Dio non esiste!” Io resto sorpreso, spiazzato, non me lo aspettavo. Sono qui davanti ad una chiesa, vivo in una comunità in attesa per il triduo pasquale, sono i giorni centrali di tutto il rito cristiano dove si ricordano quegli avvenimenti che duemila anni fa hanno cambiato il mondo… e c’è chi si prende la briga di fermarsi davanti a sconosciuti per affermare che Dio non esiste! In quel momento non ho saputo dire nulla. Istintivamente ho sorriso, quasi come un gesto di difesa, non di imbarazzo, ma un certo effetto quel sorriso lo ha avuto in quanto quel giovane dopo aver inveito nuovamente contro Dio, se n’è andato senza aggiungere o spiegare altro. Così è iniziato il mio triduo pasquale e questo avvenimento mi ha suscitato tante domande che mi hanno accompagnato durante tutta la Pasqua. Come mai questa persona ha sentito il bisogno di affermare davanti a qualcuno che Dio non esiste? In quale Dio crede, quale fede voleva professare con questo gesto? E quali problemi lo tormentano per avercela tanto con Dio? E ancora… la mia fede in Dio, il mio credere in Gesù che muore e dopo tre giorni risorge, è altrettanto forte come la sua fede in un Dio che non esiste? Avrei potuto fare qualcosa per lui, per ascoltarlo, per accoglierlo, per fargli sperimentare che Dio esiste? Ma in fondo in cosa credo io? In cosa crediamo noi tutti? Crediamo perché facciamo parte di una comunità cristiana o crediamo perché abbiamo una fede viva in noi stessi? … Ogni persona ha un credo, ognuno di noi ripone la propria fiducia più intima in qualcuno o in qualcosa. Evidentemente quando questa fede vacilla e non sembra darci quella sicurezza che desideriamo, ce la prendiamo con Dio… Ma quale Dio? Non è che quando ci sentiamo così è perché abbiamo riposto la nostra fiducia in qualcosa che non è Dio? E allora, sono rimasto rammaricato per non aver saputo cogliere quel momento, non aver saputo dire le parole giuste, non aver saputo dire proprio nulla. Poi però mi sono detto che ho fede in Dio e confido fortemente che il suo Spirito sappia parlare anche a quel giovane, come a tanti altri, come a me! E se questa volta non sono stato capace di essere suo strumento, cercherò di impegnarmi e di essere pronto per la prossima occasione.

Ho partecipato quindi con fiducia alle funzioni del triduo, e… Venerdì santo, alla via crucis cittadina, c’è tanta gente in preghiera; ma in fondo si tratta solo di una funzione e al nostro fianco tanti tavolini di bar e birrerie, pieni di giovani che sono lì per celebrare un altro rito: quello del venerdì sera in compagnia. Ma ecco che alzando lo sguardo, una bellissima luna piena fa capolino fra le nuvole regalando uno spettacolo divino sia a chi cammina in preghiera, sia ai giovani seduti ai tavolini. E che fare quindi se non godere di questo spettacolo e ringraziare quel Dio che guarda con amore ognuno di noi! Così arrivo al Sabato santo con uno spirito decisamente sollevato: felice, sereno e pieno di fiducia perché Dio è risorto! E mi auguro con tutto il cuore che Dio possa risorgere anche nell’animo di tutti coloro che credono che Dio non esiste! Matteo

11


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

GREST 2018 Domenica 14 aprile i ragazzi delle superiori hanno lanciato il grest di Regina Pacis. Quest’anno il tema delle due settimane di giugno sarà il cartone animato uscito nel 2013 I Croods. I croods sono una famiglia preistorica in viaggio per trovare una nuova casa, dopo che un terremoto ha distrutto la loro; in questo viaggio troveranno paesaggi spettacolari da loro mai visti prima, scopriranno un mondo nuovo, incredibile e pieno di creature fantastiche che cambierà la loro vita per sempre. I tanti temi che caratterizzano questo cartone sono l’avventura, la famiglia, il lavoro di squadra, il cambiamento e la sperimentazione delle prime volte (fuoco, scarpe...). Grug, il capo famiglia, è un uomo forte e coraggioso ma è terrorizzato che la sua famiglia possa cambiare in modo incontrollabile e di non riuscire quindi più a proteggerla come desidera. Il cambiamento, come qualsiasi altra cosa, non è facile per Grug, la cui testardaggine è pari solo all’amore che nutre per il suo clan. Ha molte convinzioni, fra cui “La paura fa bene, il cambiamento fa male”, e altri modi di dire, come: “Il divertimento fa male” e “Non bisogna mai non aver paura”. Questo suo carattere lo porterà a scontrarsi con la figlia Hip, che, a tutti i costi, desidera portare la famiglia fuori dalla caverna, verso la luce del sole. E la sensazione che al di fuori ci sia un intero mondo da scoprire, sarà confermata dal viaggio avventuroso dei Croods.

La vocazione per me, non su di me Giovedì 19 Aprile sono incominciati gli incontri della nostra unità pastorale che abbiamo pensato insieme a don Paolo per i giovani universitari (e non) delle nostre parrocchie. Abbiamo pensato a dei momenti che siano per i ragazzi incontri di amicizia e di dialogo, di ascolto di testimonianze di vita, perché è anche attraverso la condivisione delle nostre vite che Dio entra a far parte della nostra. La nostra serata è iniziata con la messa comunitaria a Codemondo celebrata da Don Alessandro, il rettore del seminario, che ci ha introdotto al tema della Vocazione durante l’omelia:

c’ è una vocazione comune a tutti che è la chiamata alla santità, siamo chiamati per

essere santi e la modalità diventa lo stato di vita, che è un mezzo, non un fine. Tutto intervallato da esempi concreti di quotidianità o da racconti scene di film come quella dell’insegnante di Billy Elliot che dice al ragazzo che per fare un’ottima piroetta bisogna sempre tenere fisso lo sguardo su un punto, sulla meta che vogliamo raggiungere … a questo siamo invitati anche noi cristiani, a non farci distrarre dalle cose di questo mondo ma a tenere sempre alto e fisso lo sguardo a ciò a cui siamo stati chiamati. La serata è proseguita nella casa di Codemondo ospitati dai ragazzi della comunità km0, abbiamo cenato insieme e ascoltato il racconto delle vite di Marco, Alessandro e Sebastian, tre ragazzi al primo anno di seminario e di don Alberto, ordinato diacono lo scorso anno e candidato al presbiterato nel 2019, sem-

12

pre accompagnati da Don Alessandro. Ci ha colpito come nell’introduzione ai loro racconti Don Alessandro abbia fatto riferimento al fatto che la vocazione personale non è da intendersi come una chiamata su di me, sulla mia vita, come un qualcosa che viene dall’alto e non lascia scampo, ma è una chiamata PER ME, per la mia vita, per la mia santità. Ascoltando questi ragazzi ci ha colpito la loro sincerità e concretezza dei loro racconti, la grande diversità delle loro vite e del modo in cui si sono sentiti chiamati, di come la vocazione personale sia un costante cammino a cui siamo chiamati a rispondere tutti i giorni. Luca e Lucia, Chiara e Alle, Mery e Cabba


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

LEVARE GLI ORMEGGI

PROGETTO DIOCESANO PER I PREADOLESCENTI Martedì 17 aprile presso l’Oratorio cittadino Don Bosco si è tenuta la presentazione del progetto preadolescenti (11-14 anni) “Levare gli ormeggi”, che 6 Unità pastorali stanno già sperimentando nel corrente anno pastorale, aperta a catechisti, educatori e parroci della diocesi. “Levare gli ormeggi” nasce nella primavera del 2017, come frutto di un anno di studio e condivisione del Tavolo di lavoro sulla preadolescenza, attivato da Ufficio catechistico e Servizio per la pastorale giovanile della nostra Diocesi e coordinato dalla prof.ssa Alessandra Augelli dell’Università Cattolica di Piacenza. È un progetto che parte dalle difficoltà reali dei catechisti nel trasmettere il vangelo ai gruppi dell’età delle medie e si propone come “percorso sperimentale di catechesi”. L’obiettivo della proposta è dedicare un’attenzione specifica ai ragazzi preadolescenti, curando l’età evolutiva che attraversano e nella quale sono immersi. Elementi centrali del progetto sono il metodo laboratoriale a partire dal vissuto dei ragazzi, la relazione educativa dei catechisti accompagnata da parte dell’ufficio e la progettazione di Unità pastorale. Spesso l’idea comune che abbiamo del catechismo è finale ai sacramenti: non si può però ridurre la fede a dei contenuti, ma occorre educare alla fede e generare cammini di fede nelle persone. In questo senso risulta fondamentale il ruolo del catechista/ educatore, chiamato a fare con i ragazzi questo cammino e a dedicare tempo alla progettazione e alla ristrutturazione dei tempi e

degli spazi. Infine, si cerca anche il coinvolgimento dei genitori mostrando ciò che si fa coi figli e proponendo esperienze pratiche. Ogni anno per il cammino coi ragazzi sono proposti 5 passaggi, non necessariamente da svolgere tutti. I passaggi del primo anno sono: l’esperienza del gruppo; il senso dell’amicizia: tra unicità e alterità; l’esperienza dell’errore: da ferita a feritoia; tra le pieghe del quotidiano: studio e gioco; crescere: una fatica, un timore, una scoperta. Per ognuno di questi ci sono tracce di lavoro come esperienze di vita dei ragazzi, riferimenti all’esperienza biblica, aspetti della liturgia da ri-significare, pagine del catechismo dei ragazzi, esperienze da “apparecchiare”, esercizi di corresponsabilità e apertura alla realtà territoriale, testimoni da incontrare, suggerimenti formativi a catechisti/educatori. Il materiale a disposizione per il gruppo catechisti/educatori si compone di un quaderno “Il margine bianco” che è lo strumento per il lavoro e la riflessione personale del catechista; una guida “Levare gli ormeggi” che contiene le indicazioni di metodo, i riferimenti dei 5 passaggi e lo spazio per la progettazione; una cartella dropbox con le proposte per ogni passaggio; proposta per incontrare i genitori. Per poter aderire al progetto occorre la partecipazione di tutti i gruppi di prima media dell’Unità pastorale e un coordinatore che partecipi al Tavolo di lavoro diocesano. Chiara Romei

PResentazione GIOVANI catecumeni A SAn BArtolomeo 13


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

Quando uno scout incontra la Parola,

la Parola... si fa scout È mercoledì sera, sono le 20.20 e davanti alla chiesa di San Bartolomeo Don Paolo racconta aneddoti dei suoi viaggi in missione. Tra sorrisi, risa e gesti di calore ci prepariamo alla Messa, e al nostro secondo incontro di formazione biblica. Da qualche settimana infatti noi della Comunità Capi (Co.Ca.) degli scout di Regina Pacis abbiamo iniziato a frequentare la messa che il Don celebra nella comunità di San Bartolomeo e a svolgere lì la riunione di Co.Ca..È un modo per conoscere e farsi conoscere ai ragazzi e alle famiglie della comunità che vive nella canonica di San Bartolomeo, ma anche un bel momento per vivere una messa un po’ “diversa dal solito”. Prima ci si saluta e ci si presenta, poi si condividono pensieri, parole, emozioni, a volte anche paure, e poi si prega senza timore di esporsi. Finita la messa noi scout ci fermiamo per la nostra “in-solita” riunione. Dico in-solita perché è proprio diversa dalle altre che facciamo!! Normalmente infatti le riunioni dei capi, diciamocelo, sono un po’ noiose e decisamente troppo lunghe. Parliamo di cose organizzative, di dove andare a fare l’uscita, scriviamo il Progetto di Unità (un documento in cui stiliamo gli obiettivi sui cui lavoreremo per i

14

3 anni successivi con i nostri ragazzi) e affrontiamo il tema della catechesi. Quest’anno per esempio è stato proposto il tema del discernimento. All’inizio non è stato facile capire come muoversi. I testi da cui siamo partiti a lavorare ci sembravano tutti un po’ di non facile lettura, a volte poco concreti.. e la domanda che ci siamo già posti molte volte è sempre la stessa: ma quindi, alla fine, chi decide?! Ed è proprio da questi punti un po’ dolenti che il Don, accorrendo in nostro soccorso, ci ha proposto di fare una serie di “incontri di formazione biblica”. Eh già, proprio così! A leggere il titolo fa quasi paura.. eppure molti di noi non si sono mai soffermati a conoscere a fondo la Parola. Scoprire una guida che ci spiega come leggerla, come interpretarla e dare un senso ad ogni libro in essa presente è molto stimolante. Nel primo incontro abbiamo imparato a conoscere il vecchio testamento, nel secondo abbiamo affrontato il nuovo testamento.. e ora continueremo con questa serie di incontri facendo un focus sui Vangeli! Certo noi scout sappiamo essere davvero rompiscatole a volte e quasi ci divertiamo a fargli le domande più anomale, ma Don Paolo senza battere ciglio, si fa due risate, ci risponde a tono e alle 11 ci manda tutti a letto, per rivederci la volta dopo. Beatrice B.


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

Non ci ardeva forse il cuore nel petto luca 24,32

Mi sono ritrovata improvvisamente faccia a faccia con Gesù, senza neanche saperlo. Partiamo dall’inizio però. Ho passato 5 giorni, da mercoledì 21 marzo a domenica delle Palme (25/03), nella “Villa San Giuseppe” a Bologna ai piedi della Basilica di San Luca. Nella casa abitano dei padri Gesuiti, che tengono corsi ed esercizi spirituali. Ma e aperta a tutti coloro che hanno bisogno di un po’ di deserto, lontani dalle cose del mondo. Anche io avevo bisogno di staccare un po’: sono in una fase delicata della mia vita, in cui ho dovuto lasciare tante certezze, per poter dare spazio a cose future che non hanno ancora né nome, né forma, ma io so che ci sono. Ho lasciato il mio lavoro, che da due anni ha sempre avuto la precedenza, e pian piano si stava impadronendo della mia vita. Se mi immaginavo tra dieci anni, mi riempivo di tristezza, perché vedevo solo me e il mio lavoro. Ho deciso di lasciarlo grazie alle parole di una suora francescana che mi ha detto: “Per un cristiano non esiste mai la parola ‘ormai’”. Anche il sostegno dei miei genitori è stato fondamentale: persone davvero di Fede, molto semplici e che si fanno pochi problemi. Vorrei avere anche io quella fiducia e quella tranquillità nel vivere la Fede. Ma continuiamo con il racconto. Ho seguito questo corso vocazionale il cui titolo era “hai fatto di me una meraviglia stupenda” (sal 139,14): per me, ormai, l’ennesimo corso, dopo i due anni di “Pozzo di Giacobbe”, vari incontri qua e là, un corso dalle suore francescane ad Assisi, anche se niente di tutto questo mi bastava. Le mie domande sulla fede, sulla mia vita, su ciò che posso offrire agli altri non si placavano mai, ma, questa volta, è stato diverso. Al corso eravamo in 24 ragazzi, dai 19 ai 32 anni. Flavio, il Padre gesuita che teneva gli esercizi, ci ha introdotto alla spiritualità Ignaziana e ci ha aiutato con piccole catechesi ad entrare sempre di più nel nostro cuore. Qui arriva il bello; In un momento di silenzio ho provato desolazione, sfiducia in me perché non riuscivo a fare silenzio, ma era tutta apparenza… improvvisamente ho sentito un calore fortissimo, mi sono sentita abbracciata da qualcosa che non era li fisicamente. E tutto ciò è durato un attimo. Tutto, attorno, era fermo e immobile, ma tutto era reale. All’improvviso nella mia testa mi è venuta in mente l’immagine che da tempo accompagna la mia vita: l’apostolo Giovanni, così giovane, che corre nell’alba verso il sepolcro, lì dove avevano messo il suo Maestro morto in Croce. “Davvero è finito tutto così? Dimmi che è vero quello che mi hai detto! Dimmi che non era un sogno! Signore torna da me.” Sembrava una corsa infinita, angosciata da questi pensieri, che distruggevano l’animo di quel discepolo. Giovanni davanti a quel sepolcro arriva, ma si ferma. E io ho sempre pensato:” perché Giovanni dopo tanto affanno ti fermi? Perché non entri? Ha corso tanto, hai visto tanto ti meriti di entrare! Perché ti fermi?”. Ecco in questi pensieri angosciati, lì Dio mi è ve-

15

nuto a trovare. Lì ho trovato tutto, davanti a quel sepolcro aperto io non devo entrare, non posso entrare, non posso proprio. Perché se entrassi lì dentro non gli darei spazio per uscire. Perché Lui non mi chiede di entrare nel suo sepolcro, luogo di angoscia, ma mi chiede di restarne fuori perché fuori è meglio. Allora ci sono io ferma davanti al sepolcro (come Giovanni) e all’improvviso Gesù che esce in forma splendida che mi viene incontro e mi abbraccia, e mi chiede di sedermi sull’erba di quel colle. Lui si siede danti a me. I miei occhi guardano Lui e il sepolcro aperto alle sue spalle. La mia mano si avvicina al suo petto. È di carne e ossa, proprio come me. La sua mano si avvicina al mio petto, ma lo indica e basta, non può toccarmi sono troppo fragile. Guardo il punto dove indica e non vedo più gli strati di vestiti, pelle ossa, ma vedo solo qualcosa di un rosso scarlatto che pula. Era il mio cuore. lì mi fermo con Lui, lì capisco quanto in questi anni, gli abbia dato la cacci. Gli facevo domande, facevo cose per incontrarLo, ma era tutto molto più semplice. Dovevo fermarmi e guardarmi dentro. Quanto gli sono mancata! Quanto affanno mi davo, perché volevo capire cosa lui volesse da me, dalla mia vita. Cosa ho capito? Che l’unica cosa che Lui ci chiede è di sederci, lì davanti ai suoi occhi per farci ammirare meglio e lasciarci abbracciare, di non riempire la nostra vita di “cose” perché basta fargli un “pochetto” di spazio, quel tanto che basta per farLo uscire dal sepolcro. Ai giovani come me però vorrei dire di andare, di fare esperienze a destra e sinistra, perché le cose che mi sono rimaste di più sono i volti di persone che si sono lasciate amare da Lui, che mi hanno fatto capire quanto è variegato il Vangelo con tutti i loro vissuti. Si perché il mio Vangelo è ancora corto. Andate alla ricerca di “sto Gesù”, non ve ne pentirete. Margherita D’Anna


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

Pastorale sociale

SEGNI DEI TEMPI Esistono dei luoghi dove la fede può formulare enunciati significativi che possono avere un senso per tutti. La serie di questi luoghi è rappresentata dai “Segni dei Tempi”, ovvero, “indicazioni di luoghi nel mezzo di questo tempo che liberano qualcosa che è messo sotto silenzio ma che è rappresentativo della lotta per l’umanità dell’uomo e per condizioni di vita degne di lui.”¹ Uno dei compiti essenziali al crisianesimo è, appunto, il saper/dover interpretare questi Segni dei Tempi. Proviamo a porre questo affascinante contesto della presenza dei Segni dei Tempi dentro ad un mondo “angosciato ed inquieto” come è quello dell’uomo moderno, come può essere anche il nostro quotidiano. Nascono delle sfide che ci aiutano a contrapporci ai modelli di “uomo” che sono avanzati in questi anni. Abbiamo assistito, e continuamo tutt’oggi ad assistere, ad un uomo che gioca ad essere Dio (manipolazioni genetiche, esperimenti estremi col nucleare) e ad un uomo che crede di vivere senza Dio (divinizzazione dell’io, cosificazione del divino). Anche la sfida ecologica, cara ai contesti di Chiesa latinoamericana, può far parte dei Segni dei Tempi. Alla luce di tutto questo penso che sia interessante oggi lavorare su un nuovo discernimento di questi Segni dei Tempi, dove i laici (questo è l’anno dedicato a loro in modo speciale) possono e devono diventare protagonisti dentro alla Chiesa di Gesù. Un protagonismo che non ha nulla a che vedere con atteggiamenti esibizionisti, egocentrici ed individualisti. I laici formano la Chiesa, insieme al clero ed ai religiosi; sono, usando un’espressione magistralmente coniata dal Vaticano II, una parte del “Popolo di Dio”. Questo concetto, di Popolo di Dio, non sembra ancora sufficientemente chiaro nella testa di quelle persone che frequentano la Chiesa non con il proposito di cambiare la loro vita, ma come un modo di riempire bisogni creati da uno stile frenetico di convivenza con l’altro e con l’Altro. Per questo motivo credo che niente di più profondo e penetrante diventi la ricerca voluta e cercata dalla Chiesa per rendere competenti i laici, ovvero fornire loro un metodo che gli permetta di affrontare tutte le nuove situazioni che il mondo di oggi si inventa. “Sale della terra e luce del mondo”. Una frase famosa, bem consciuta, del Vangelo; una definizione che ci appartiene, ma che non abbiamo ancora saputo abitare interamente nella nostra esistenza terrena. A questo ci interpella e ci invita ad essere il vescovo di Roma, al

16

secolo papa Francesco, con i suoi recenti scritti. Invano serviranno le notre riflessioni su una Chiesa ancora molto clericale; le notre critiche ad una parte del clero che confonde potere religioso con servizio sacerdotale; le nostre lamentele verso un modo di essere Parrocchia (o Unità pastorale) che continua ad usare modelli decisionali impostati dall’alto verso il basso; se non prendiamo conscienza di quello che dobbiamo essere, di quello che rappresentiamo nella Chiesa di Cristo e iniziamo ad assumere il compito che ci è stato dato dal Concilio Vaticano II. Qui in Brasile, nella Diocesi di Ruy Barbosa piccole scelte concrete, ancora tiepide per dire il vero, iniziano a saltar fuori. Segni. Nella Parrocchia di Miguel Calmon per tutto quest’anno (e spero per altri ancora) tutti i mesi la seconda domenica alla sera e la terza domenica al mattino non ci sarà la Celebrazione Eucaristica con la presidenza del prete, ma una Celebrazione della Parola con distribuzione dell”Eucarisita presieduta da laici e con il parroco seduto insieme agli altri fedeli ad ascoltare e pregare. Anche sotto l’aspetto della formazione la Parrocchia ha fatto una scelta che va in questa direzione di conivolgere i laici. Sempre a Miguel Calmon, infatti, nel secondo semetre di quest’anno, avremo un Ciclo incontri formativi sulla Scrittura e sul Concilio Vaticano II per tutti i ministri della Parola, dell’Eucarestia, della Visita, Catechisti e Animatori dei gruppi e Movimenti, tenuti da laici. Ma la missione del laico non deve solo approfondirsi nell’ambito liturgico-celebrativo o formativo-catequetico. Sale della terra e luce del mondo singnifica anche essere quel fermento che lievita nascostamente nella massa della condizione umana, dei territori inospitali, delle società strutturate su schemi di potere e di avassalamento. Penetrare nel contesto delle comunità, urbane o rurali, dove vivono uomini e donne allontanati dalla Speranza per riavvicinarveli. Dicevamo all’inizio che potrebbe essere interessante lavorare su un nuovo discernimento dei Segni dei Tempi. La Chiesa è e sarà sempre alla ricerca di questi Segni dei Tempi. Li vuole incontrare, capire, interpretare, seguire, realizzare. A volte penso, anche solo per un istante, che all’inizio di quest’anno dedicato ai laici, sia proprio la laicità un “Segno dei Tempi” da accogliere, da far fruttificare e da mantenere viva e operante nel cammino verso l’Eternità. Miguel Calmon, 28 di marzo 20 Gianluca Guidetti


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

VERSO LA VEGLIA DI PREGHIERA PER LE VITTIME DELL’OMOFOBIA

E DI OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE Come ricorda il PROGETTO GIONATA, che è il portale di fede e omosessualità in Italia, “Le veglie per un mondo senza omotransfobia sono una consuetudine che si rinnova dal 2007 quando per la prima volta a Firenze alcuni omosessuali credenti decisero di pregare insieme a seguito di un tragico evento: Matteo un giovane adolescente si era tolto la vita a causa delle vessazioni dei compagni di scuola. Da allora in molte città italiane e in diverse città del mondo tanti cristiani di diversa provenienza si riuniscono ogni anno per pregare, fare memoria delle tante vittime e dire basta alle discriminazioni”. Per il gruppo cristiani LGBT di Reggio Emilia la veglia di preghiera è un momento significativo, che dice anche di un cammino di fede che stiamo realizzando. Per certi aspetti, è il momento che conclude il percorso annuale fatto di momenti di preghiera e altri di formazione. Perché è importante vegliare per le vittime dell’omofobia e di ogni forma di discriminazione? Perché Gesù è sempre stato dalla parte degli ultimi, degli oppressi. E’ la pietra di scarto con la quale Dio ha costruito la nuova religione, il nuovo rapporto con Lui, non più basato sull’obbedienza di precetti, ma sull’amore che si dona gratuitamente. E, allora, non fa distinzione, non discrimina, ma accoglie e abbraccia tutti. E’ perché ci sentiamo avvolti da questo amore che non ce la facciamo a tacere e a rimanere inerti quando vediamo un nostro fratello, una nostra sorella discriminati per motivi sessuali, culturali, o altro. Vegliamo e preghiamo perché sappiamo che il Signore ascolta il grido dei poveri e non abbandona nella disperazione coloro che in un qualche modo si sentono afflitti. Vegliamo per le vittime dell’omofobia e di ogni forma di discriminazione perché desideriamo che la vita di Dio, manifestatasi nel Risorto, possa entrare in noi e ricreare dal di dentro quell’umanità nuova visibile nel Signore Gesù. Un’umanità nuova, fatta di fratelli e sorelle che vivono in comunione, e che si

sforzano di riprodurre nella vita quotidiana lo stile di vita di Gesù, che andava verso tutti, che abbracciava e accoglieva tutti; che costruiva la pace seminando amore, costruendo ponti di giustizia, abbattendo i muri dell’odio e dell’indifferenza. Vegliamo insieme perché crediamo nella forza straordinaria della preghiera, soprattutto quando è fatta in comunità, quando è coinvolgente.

L a verità vi farà liberi (Gv 8,32): è questo il versetto scelto come guida delle veglie 2018. Di che verità si tratta? Non certo della verità filosofica, ma di quella verità che è la persona Gesù Cristo, che ha imparato l’obbedienza dalle cose che patì (cfr. Eb 5,8). Gesù, uomo come noi, che è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato (Eb 4, 15). Si tratta, dunque di una verità impastata di terra, carne e sangue esattamente come noi: per questo ci possiamo fidare di Lui. Perché quello che ci consegna non sono dottrine, ma

17

cammini; ciò che indica non sono teorie astratte, ma pezzi di vita vera, frutto della ricerca personale, ricerca fatta di sudore e fatica, come è ogni sforzo umano per uscire dalla mediocrità e superficialità della vita. Gesù ci ha consegnato e continua a consegnarci con il suo Spirito il coraggio di una vita impastata d’amore, di colui che ha amato i suoi sino alla fine. E’ questa verità fatta di sangue e di terra, plasmata dall’amore infinito di un uomo che non ha considerato un tesoro prezioso la sua uguaglianza con Dio, ma che l’ha donata per farsi simili a noi, per venirci incontro, che ci libera da ogni forma di presunzione arrogante, d’irrigidimento anacronistico. La Verità, che è l’amore di Gesù per noi, ci libera dall’odio per farci sentire tutti fratelli e sorelle, ci libera da ogni pregiudizio, per aprire le nostre menti e le nostre anime alla novità dell’altro che viene al nostro incontro e che incontriamo ogni giorno nel nostro cammino. Abbiamo bisogno della verità che è il Signore per essere persone diverse, non chiuse nei propri fragili pregiudizi, ma aperte, capaci di mettersi in discussione Considero questa veglia di preghiera il punto più alto, in un certo senso il punto d’arrivo di quest’anno del cammino pastorale delle parrocchie dell’Unità Pastorale santa Maria degli Angeli di Reggio Emilia. Affermo questo perché la veglia esprime il desiderio della proposta ecclesiale di Papa Francesco, vale a dire una Chiesa inclusiva e accogliente. Una Chiesa in cui tutti, senza distinzione, si sentono accolti, trovano spazio, si sentono amati. “Vegliate e pregate per non cadere in tentazione” (Mt 26,40-41). Sono queste le parole che Gesù disse ai suoi discepoli nel Getsemani prima di morire. Di che tentazione si tratta? Della tentazione di chiudersi nelle proprie sicurezze, nella propria autoreferenzialità. Della tentazione di negare la realtà, che dice della fatica di cambiare, di mettersi in ascolto. Vegliamo, allora, per essere disponibili a creare quel mondo in cui tutti e tutte si sentono accolte, quel modo d’amore per il quale Gesù è morto sulla croce. Paolo Cugini


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

IL MIRACOLO Qualcuno può avere l’impressione che si tratti di una orribile esposizione delle sofferenze umane, in genere succede ai turisti che fanno una breve tappa a Lourdes durante il loro tour. Qualcuno vive una piacevole esperienza spirituale e resta ammirato dal servizio dei volontari, in genere succede a quelli dei pellegrinaggi parrocchiali. Qualcuno scopre il sorriso di Dio dietro la sofferenza e si sente finalmente parte del Regno dei cieli, in genere succede a chi viene a Lourdes con l’UNITALSI. Il Regno dei cieli, strano a dirsi, non è roba che vivremo solo quando saremo pienamente nell’eternità, Gesù lo aveva detto, ma non l’avevamo capito. Certo là riempirà tutto, ma è qua che comincia. Con “qua” intendo dire nelle nostre case e nelle nostre strade, certo, ma ci sono sulla terra alcuni luoghi

speciali dove è più facile accorgersi di questo Regno. Lourdes è uno di questi posti. Dio è molto discreto, è un soffio di vento che non muove nemmeno le foglie. Occorrono gli occhi trasparenti dei profeti per ascoltarlo, oppure dei poeti o dei bambini, altrimenti nel correre della vita non lo sentiamo nemmeno. Dobbiamo regalarci lo spazio per girare il capo alla sua voce e alzare lo sguardo. A Lourdes è successo a Bernardette, a Lourdes è successo a me. Non sto parlando di aloni di luce o di acqua che lascia asciutti o di ineffabili profumi, ho in mente piuttosto visi che si fanno vicini, mani che consolano, piedi che sanno aspettare un passo più lento. Ho in mente incontri e Incontro con gli altri e con l’Altro. Un incontro che, per rendersi più vivibi-

le, qui ha le braccia amorevoli di una mamma, grembo che ti accoglie anche nel grembo di chi ti cammina accanto. C’è bisogno di un altro miracolo? Credo di si, credo che di un altro miracolo ci sia bisogno: un miracolo per ciascuno. Un miracolo per il nostro fondatore che ha consegnato la pistola ad un prete, per la signora che è riuscita a tornare dal confessore dopo che la rabbia della malattia l’aveva allontanata, per il non credente stupefatto dal circolo dell’amore. Ovvio che non tutto è perfetto, non su questa terra, ma c’è bisogno di un miracolo anche per te. Vieni a cercarlo, se vuoi. Angelo

IL VESCOVO MASSIMO

VISITA IL GRUPPO CRISTIANI LGBT Reggio Emilia Monsignor Massimo Camisasca visita il gruppo di credenti LGBT della parrocchia di Regina Pacis. Un gruppo che, quando si incontra, è per pensare a Dio, al Suo amore. Per incontrarsi come amici e vivere come dirà il Vescovo :”un bel momento di condivisione, di meditazione”. Questa sera c’è un amico nuovo, un battezzato Vescovo seduto ad una tavola semplice, con una pizza sopra. Più tardi in chiesa per entrare insieme nella settimana santa (è la sera di lunedì santo), il Vescovo ci inviterà a partire dalle nostre vite, per disporci a vivere il nostro rapporto con Gesù con “amicizia”, non come una “ideologia”. Al termine della preghiera ascoltando il Vescovo nel suo intervento breve e significativo, non si poteva non sentire una eco lontana nel tempo, ma vibrante, delle parole di Don Giussani, nel suo invito a cercare Dio...guardare la storia delle persone: “ogni persona ha il suo mistero, noi dobbiamo essere attenti al mistero di ciascuno”. Sono parole chiare: parresia e misericordia: “Questo non vuol dire non avere giudizi, ma avere giudizi non vuol dire criticare le persone e le cose.”. È un momento pregnante e disarmante, all’inizio della settimana santa: un altro passo deciso verso la Pasqua. Il Vescovo dice che prima di tante cose dobbiamo sapere che: “la Chiesa vi

accoglie”. Una accoglienza delle esperienze e delle persone, perché ogni persona ha il suo mistero: “Attenzione al mistero di ciascuno, alla vocazione di ciascuno...”. È stata una esperienza di accoglienza reciproca, si sono viste le braccia di questa Chiesa che accoglie: erano quelle di Monsignor Massimo e del nostro amico Don Paolo. Era l’inizio della settimana santa ed era già Pasqua.

18

Maurizio Mistrali


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

LA VOCE DEI SANGUI GRIDA Nel nostro ultimo articolo pubblicato sul giornalino, dal titolo “PER UNA TEOLOGIA DEGLI ANIMALI”, abbiamo accennato al famoso episodio dell’uccisione di Abele da parte di Caino, facendo contestualmente osservare che sullo sfondo di questo fatto cruento, il primo nella storia dell’umanità, invero se ne poteva scorgere un’altro a precederlo e a prepararlo, ossia il sacrificio compiuto da Abele di un agnello del suo gregge. E abbiamo ventilato l’ipotesi che una violenza potesse aver tirato l’altra, nel senso di non escludere la possibilità dell’esistenza di una relazione positiva, sebbene recondita, fra le violenze che gli uomini perpetrano sugli animali con quelle che essi commettono fra di loro. Adesso, invece, vorremmo richiamare l’attenzione su un’altra ben singolare caratteristica di quel cruciale episodio biblico, la quale tuttavia è possibile apprezzare solo se si legge il relativo testo in lingua originale. A un certo punto, dopo che Caino ha assassinato suo fratello Abele, Dio gli chiede (nelle consuete traduzioni in italiano): “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! (Gen 4,10)”. Sennonché in ebraico è diverso: “Che hai fatto? La voce dei sangui di tuo fratello grida a me dal suolo”; cioè sangue, cosa molto rara nella bibbia, è al plurale. Questa peculiarità studiosi la spiegano argutamente dicendo: “chi uccide un uomo sparge non solo il suo sangue, ma anche il sangue di tutti i suoi eventuali discendenti.”1 D’altro canto una teologia degli animali potrebbe motivare quell’insolito plurale riferendolo, oltre che al sangue di Abele, anche a quello dell’agnello da lui scannato; entrambi sparsi al suolo da dove gridano vendetta al Cielo. Ora, come sa chi conosce non superficialmente la Scrittura, è proprio da un grido di oppressi come questo - Es 2,23ss - che si origina la GIUSTIZIA DI DIO sulla terra, e se questo vale per gli uomini, perché non dovrebbe valere pure per gli animali, dato che il Signore ha creato tanto gli uni che gli altri per la vita e la libertà, per la pace e la gioia? E dal momento che stiamo evocando grida di animali oppressi dall’uomo, a noi che siamo un po’ addentro a queste dolorose questioni, desideriamo accennare a quella norma di tipo nazista del Regolamento dell’Unione Europea “relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento”, in cui si precisa di come debbano essere configurati, costruiti e attrezzati i macelli (dove il sangue degli animali scorre a fiumi); la quale norma recita così: “I dispositivi di stordimento a gas per suini e volatili da cortile, inclusi

19

i nastri trasportatori, sono concepiti e costruiti in modo da a) ottimizzare lo stordimento mediante esposizione a gas; b) evitare ferite o contusioni agli animali; c) ridurre al minimo la resistenza e la vocalizzazione nel momento in cui gli animali vengono immobilizzati”. Da che si evince che quando gli animali stanno per essere macellati, essi tenderebbero a vocalizzare, ossia a gridare. Una fastidiosa evenienza che, evidentemente, il Sistema di Sfruttamento Animale (SSA) vorrebbe evitare ai suoi addetti (ai lavori). Questa preoccupazione di soffocare il grido degli animali, tuttavia, la troviamo tale e quale se andiamo a considerare l’abominevole e infausta storia della VIVISEZIONE. ...Per caso, giusto per fare un esempio, c’è qualcuno che ha mai sentito parlare della “ginnastica del silenzio”, consistente nel taglio delle corde vocali delle vittime animali, che il fisiologo francescano Gemelli, fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, raccomandava ai suoi discepoli prima di procedere con le sperimentazioni? Del resto non c’è da stupirsene, dal momento che già c’era stato papa Pio IX che aveva proibito la creazione di un ufficio protezione degli animali a Roma, sulla base del principio tomistico che gli uomini hanno dei doveri solo verso i loro simili e non verso gli animali, e Pio XII che aveva invitato le maestranze del mattatoio della capitale a “non lasciarsi impressionare dai gemiti delle bestie, più che dai colpi di maglio su metalli roventi”2. Ecco, se abbiamo inteso ricordare queste espressioni, invero poco misericordiose, che la Chiesa ha avuto in passato nei confronti degli animali, è perché quelle di oggi sulla VIVISEZIONE sono dello stesso tenore, un tenore “non liberante”. Infatti, se ci prendessimo la briga di leggere la tanto glorificata enciclica LAUDATO SII di papa Francesco, potremmo constatare che la Chiesa, anziché condannare questa crudele pratica pseudoscientifica che fa letteralmente strame della vita animale, qualunque essa sia, la giustifica, l’avvalla, e magari anche la benedice. ...Alla faccia del poverello di Assisi che era amico dei lupi e che agli uccelli predicava la buona novella del Regno. Amen. di Dario Vesprini

Per contatti: vesprini.dario@gmail.com; cell. 3272857970


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

PROGETTO DI CREAZIONE DELLA COOPERATIVA SOCIALE

COOPDESK

Siamo un gruppo di studenti camerunense iscritte nelle università italiane, da tre anni svolgiamo servizi di formazione, orientamento (in Africa), accoglienza e promozione dell’integrazione (in Italia). Sabato 21 aprile 2018 presso l’ufficio del parroco Don Paolo CUGUNI, si è tenuto il primo incontro riguardo alla costituzione della Cooperativa sociale COOPDESK. Erano presenti: • Dalice TSANA SONNA, ideatore e promotore; • Rosine MINKA (socio); • Arnaud GOUMTSA TSAGUE (socio) • Romeo PIANTA MELI (socio). • Paolo Cugini (sostenitore) Però c’è un altro socio residente a Milano, Emmanuel SOKENG ZEBAZE. Abbiamo presentato al parroco la finalità, l’obbiettivo generale, gli obbiettivi specifici e le attività della futura cooperativa sociale. La COOPDESK ha come finalità la promozione dell’integrazione degli studenti africani in Italia (anche neolaureati) ed in africa. L’obbiettivo generale è quello della creazione della COOPDESK, con un ufficio fisico chi si occuperà proprio delle varie iniziativi. Di obbiettivi ne abbiamo • Rafforzamento della competenza linguistica (in italiano) degli studenti matricole e degli anni successivi; • Realizzazione delle missioni annue in Africa per attività di orientamento degli studenti africani richiedenti di visto studio per le università italiane e di promozione delle università della regione Emilia Romagna; • Creazione di cooperazioni interuniversitaria per la mobilità degli studenti del Master e PhD; • Creazione di una rete delle abitazioni per studenti africani; • Realizzazione delle iniziative annue di accoglienza matricole in Africa; • Sostegno agli studenti africani in difficoltà (studenti senza borsa di studio e senza alloggio); • Creazione di partenariato per la formazione degli studenti Africani sull’imprenditorialità; • Accompagnamento in Africa degli studenti neolaureati presso le università italiane per la creazione di startup; • Accompagnamento degli studenti neolaureati nella ricerca di lavoro;

• Creazione di collaborazione con l’unità pastorale Santa Maria degli Angeli per accompagnamento spirituale degli studenti; • Creazione dei progetti di gemellaggio tra la regione Emilia Romagna e ministeri in Africa da una parte e tra i comuni italiani e africani da un’altra parte; • Creazione di partenariato per il sostegno agli agricoltori rurali africani. Credo che sarà la prima cooperativa, in Italia, ad occuparsi degli studenti universitari africani. Da qualche anno si verifica sempre di più un afflusso importante degli studenti africani nella regione Emilia Romagna. Nel mese di agosto 2017 per esempio, sono

• L’ambasciata del Camerun in Italia; • Le Ambasciate africane in Italia; • Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; • L’ Organizzazione Internazionale per la Migrazione; • L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo; • I centri d’insegnamento della lingua italiana in Africa; • L’ONG PIPAD. Con questi partners, credo che nell’arco di qualche anno la Cooperativa COOPDES crescerà molto e sarà consolidata; e la sua evoluzione per molti aspetti sarà legata soprattutto al flusso degli studenti africani nella regione ER. È evidente che dall’Africa ci saranno sempre richieste di visto per studio universitari in Italia, cioè che comporterà la presenza sempre crescente degli studenti africani sul territorio nazionale in generale e nella regione ER in particolare. In ogni caso, dalle esigenze riguardanti la formazione linguistica e l’orientamento accademico, dovremmo passare subito all’accoglienza di emergenza degli studenti e ai bisogni legati all’inserimento sociale di questi; faccio riferimenti qui all’accesso alla rete dei servizi sociali e all’inserimento nelle case abitative che avremmo (ER) a disposizione e nei programmi di formazione; con necessità di accompagnamento in Africa per la creazione di startup. Un passo importantissima da fare sarà la creazione di partenariato per un accompagnamento necessario per costruire non soltanto relazioni di fiducia con la popolazione dell’ER, ma anche con il mondo del lavoro in Italia in generale e nella regione Emilia Romagna in particolare. Per avviare la COOPDESK, occorrono qualche fondamenti tipo lo statuto, fondi di funzionamento, ufficio fisico, il materiale per arredare l’ufficio e delle risorse umane in ambiti specifici. Quindi, siamo aperti a qualsiasi collaboratore, simpatizzante, sponsor suscettibile di facile della realizzazione di questo progetto.

arrivati nella città di Reggio Emilia più di 50 studenti africani; con la necessità di. Questo afflusso mai accaduto ha sollecitato la solidarietà di molte fedeli delle chiese di Regina Pacis, Roncina, Codemondo, San Bartolomeo, Coviolo e Sant’Antonio di Padova. L’impegno sociale dell’associazione ASSUNIMORE è stato straordinario. Non vorremmo studenti africani arrivassero in Italia senza un programma di accoglienza chiaro. Quindi, vorremmo attraverso la COOPDESK lavorare per migliorare le condizioni di vita degli africani in Italia in generale e ER in particolare. I partners per il progetto potranno essere: • L’associazione ASSUNIMORE; • L’unità Pastorale Santa Maria degli Angeli; • Il Comune di Reggio Emilia; • La Caritas di Reggio Emilia; • La fondazione Mondoinsieme; • La fondazione 35; Reggio Emilia, 25 aprile 2018 • L’istituito IFOA; • La COOPEMILIA OVEST; Dalice TSANA SONNA • UNIMORE; Ideatore, Riferente e promotore del pro• ER-GO; getto COOPDESK • La regione ER; Cell. 3880945556 • Le università dell’ER; • I consolati del Camerun in Italia di Email: dalicetsanasonna03@gmail.com Firenze e di Milano;

20


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

FIACCOLATA

UNA PER LA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO Si cerca di partecipare a tutti gli eventi che denunciano le guerre ingiuste nel mondo, siamo sensibili verso le popolazioni che soffrono a causa di violenze, soprusi, mancanza di libertà, guerriglie e terrorismi; la domanda profonda in ognuno di noi: servirà a qualcosa? Ci penso ogni volta che approfondisco a scuola con i miei alunni le cause di questi massacri … vedo gli occhi dei miei ragazzi che chiedono “ …. Ma noi che possiamo fare …?” Gli rispondo che non bisogna mai smettere di conoscere, di informarsi, di lottare, anche se sembra che non cambi nulla, nel mondo

tali. Le miniere del nord est del paese sono contese da gruppi armati che rendono quelle zone invivibili. Il Congo è un paradiso ma paradossalmente il suo popolo vive nell’inferno. Amnesty International denuncia l’uso massiccio di manodopera minorile per l’estrazione di questi minerali pericolosi per la salute: 40000 i bambini impiegati nell’estrazione del Cobalto nella sola regione del Katanga. Sul territorio congolese è presente dal 1999 la missione ONU più imponente e costosa da sempre, la MONUSCO, costituita da 20 mila caschi blu chiamata a pacificare un paese distrutto dove i diritti umani sono quotidianamente violati, eppure non ci sono segni di miglioramento …. La situazione di instabilità è conveniente alle multinazionali, che possono sfruttare le risorse di un paese instabile e corrotto. Questa la situazione, le organizzazioni internazionali sono chiamate a fare il loro dovere e noi potremmo sicuramente firmare la petizione indirizzata al Segretario Generale delle Nazioni Unite su www.change.org “RD CONGO – ONU, basta osservazione, la MONUSCO protegga il popolo” Ma ci sarebbe anche da riflettere sul nostro uso smodato e sui nostri acquisti compulsivi di smartphones, PC, tablet, consolle etc.; ricordarci che oltre al prezzo economico che paghiamo per questi oggetti c’è un prezzo umano altissimo, spesso pagato con la vita. Ci sarebbe da richiamare quei sani principi del consumo critico: usare i nostri beni con consapevolezza e responsabilità, riutilizza-

c’è sempre tanta foresta che cresce anche se fanno più rumore i grossi alberi che cadono. Però l’altra sera, a quella fiaccolata per il gigante Congo, una scintilla di speranza, piccola ma calda, si è accesa in me, forse la conferma di ciò che professo in aula, forse la certezza che ogni filo d’erba stia crescendo. C’erano tanti ragazzi, ragazzi delle superiori e dell’università che hanno deciso di lottare e supportare l’attivista John Mpaliza nella sua lotta per il suo paese, il Congo. John fa marce per tutta Europa cercando di portare le istanze del suo paese di fronte alle organizzazioni internazionali. Cerca in tutti i modi di rompere il silenzio su un conflitto che lacera il Congo da più di 20 anni, dove 8 milioni di congolesi hanno perso la vita, dove 2 milioni di donne hanno subito stupri come arma di guerra, dove i bambini pagano un tributo altissimo a causa di questa guerra. Un olocausto che si sta consumando sotto silenzio e sotto gli occhi della comunità internazionale. Questi ragazzi si sono chiesti proprio questo:” ..noi cosa possiamo fare ..? E si sono incontrati per diversi mesi e con John hanno deciso di inoltrare una petizione che chiede una presa di posizione da parte dell’Onu, che John porterà di persona marciando verso Ginevra con uno di questi ragazzi. Ma che cosa succede in Congo, perché una guerra? Si parla di ricchezze minerarie, come al solito, ma in Congo c’è un minerale chiamato Coltan, e si trova per il 70% solo lì, che è importantissimo per la nostra industria elettronica. Ogni nostro smartphone, re, riparare, riciclare. PC, televisore, batteria di auto elettriche, motori di jet hanno a E’ nelle piccole scelte di tutti i giorni che potremmo cambiare che fare con il Coltan e il cobalto, altro materiale di cui è ricco qualcosa, provare ad essere un piccolo filo d’erba che cresce. il Congo. Materiali che sono stati una condanna per il Congo, Cristina L. sfruttato dai paesi industrializzati e dalle multinazionali occiden-

21


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

NUOVA

E

PISTA CICLOPEDONALE

LABORATORIO DI CITTADINANZA CODEMONDO SAN BARTOLOMEO GHIARDELLO

Martedì 13 Febbraio 2018 è iniziato il laboratorio di cittadinanza a Codemondo, S. Bartolomeo e Ghiardello e si concluderà i primi di maggio con la firma del patto di cittadinanza tra gli assessori e i cittadini. Un percorso, quello del laboratorio, che ha visto partecipare in più di un incontro tanti cittadini che hanno segnalato problemi, condiviso idee e comunicato la loro disponibilità per lo sviluppo di progetti e attività a beneficio della collettività e non del singolo, al fine di migliorare la qualità della vità delle frazioni attraverso l’ascolto e il confronto con i tecnici del Comune e i cittadini, verificando la fattibilità delle azioni proposte. Il laboratorio di cittadinanza è stato ed è sicuramente una fase molto importante e non semplice per far sentire la voce delle frazioni, le problematiche e un’occasione importante in cui ci si è potuti confrontare con gli amministratori del Comune, che non sempre ad oggi può essere garantita. A questo, però, deve essere sicuramente aggiunto che già prima del laboratorio, diverse persone delle frazioni hanno sentito il bisogno di fondare le basi per sviluppare e diffondere ai cittadini delle frazioni, un maggiore senso di appartenenza alla comunità, e lo hanno fatto attraverso la propria disponibilità, il proprio tempo, contraddistinto da uno spirito di squadra, e dedizione al fine di stimolare sempre più un maggiore numero di persone, associazioni, volontari, alla partecipazione, condivisione delle scelte e senso di appartenenza alla comunità, per il beneficio di tutti e non del singolo. Ma facciamo un passo indietro… Il 30/05/18 inizieranno i lavori di realizzazione della ciclopedonale a partire da Via Polonia (Ghiardello) alla Scuola Primaria di S. Bartolomeo e forse, siamo in attesa della conferma da parte dell’assessore Tutino, dalla scuola di S. Bartolomeo a Case Bigi, che consentirà finalmente di spostarsi e raggiungere in sicurezza i luoghi di aggregazione a piedi o in bici. E’ stato un percorso lungo e faticoso scaturito dalla necessità di mettere in sicurezza tutta Via Freddi, oramai diventata quasi una tangenziale di collegamento dalla collina alla città; inizialmente ci è stato negato il consenso per mancanza di risorse, essendo un tratto lungo 3 km. e molto costoso. Successivamente, grazie alla determinazione e alla coesione dei cittadini e ad una positiva collaborazione degli assessori Valeria Montanari e Mirko Tutino sono state trovate, attraverso la partecipazione ad un bando regionale, le risorse necessarie per la realizzazione del primo stralcio della ciclopedonale (2 km). A data da destinarsi, il secondo stralcio dalla scuola di S. Bartolomeo a Codemondo (1 km). Dicevamo.. a febbraio è iniziato il laboratorio di cittadinanza all’interno del quale sono stati indivi-

duati e proposti alcuni progetti: Dopo 3 incontri con gli architetti di quartiere e i cittadini siamo giunti alla definizione di 8 bei progetti: Progetto 1: Iniziative di socializzazione a San Bartolomeo per dar vita ad una serie di iniziative per rafforzare il senso di comunità (Doposcuola, Sensibilizzazione ecologica degli abitanti, sostegno/rinforzo della raccolta differenziata, Progetto Accoglienza Sahrawi) Progetto 2: Creare luogo di aggregazione (piazza) per creare un luogo di ritrovo aperto e sempre accessibile per ragazzi, adulti, bambini e anziani. Qui la voce dei nostri Giovani si è fatta sentire. Il dove e il come verrà valutato dalla comunità in un incontro specifico sull’argomento. Progetto 3: Costituzione gruppo di controllo di comunità per dar vita ad un gruppo di controllo di comunità che collabori con le forze dell’ordine per dare sicurezza ai nostri quartieri. Il 15 di maggio alle 20.30 presso il salone parrocchiale di San Bartolomeo ci sarà un incontro con il comandante della Polizia Municipale Poma e l’assessore Natalia Maramotti nel quale spiegheranno in cosa consiste e come funziona. Progetto 4: trasporto di comunità: per soddisfare le esigenze logistiche locali ad oggi insufficienti a garantire il raggiungimento della città in poco tempo con il trasporto pubblico. Analizzeremo con l’agenzia della mobilità l’attuale situazione e la possibilità di migliorarlo (verrà distribuito nei prossimi mesi un questionario ai residenti che sarà fondamentale per capire quali sono le necessità per migliorarlo); inoltre studieremo con gli assessori un trasporto alternativo di comunità che possa integrare quello pubblico come già avviene in alcuni comuni italiani. Progetto 5: Sagra di San Pantaleone (Parrocchia di Codemondo) per realizzare la sagra come momento di aggregazione, di incontro, di scambio di idee e valori quali il rispetto per il territorio, cibo a km. 0, riciclaggio visto come raccolta differenziata. Scambio di giochi, libri , tempo, spettacoli ludici per i bambini, intrattenimenti musicali e ricreativi per grandi e piccini. Progetto 6: Sostenere il coro della Scuola Primaria di San Bartolomeo per sostenere il progetto del coro scolastico, creare e sviluppare il senso di appartenenza ad una comunità, ad un gruppo.

22

Progetto 7: Quaresimo camp e festa dello sport per realizzare attività sportive rivolte ai bambini con momenti di convivenza e gestione dello spazio e del tempo. Aiutare il bambino nella capacità di autogestirsi in assenza dei genitori ma con la supervisione degli educatori della polisportiva Progetto 8: Individuazione di un percorso ad anello tra le frazioni (Ghiardello, San Bartolomeo, Codemondo) per creare un percorso verde per valorizzare il paesaggio e individuare un percorso alternativo e di collegamento tra le 3 frazioni e Via Teggi, comprendendo nel percorso le aziende agricole Gli argomenti emersi erano veramente tanti, è stato uno dei laboratori di cittadinanza più ricco e partecipato del Comune, abbiamo cercato di individuare delle priorità perché tante sono le esigenze di un quartiere giovane, uno dei più giovani di Reggio Emilia: circa 400 ragazzi con meno di 14 anni; un altro progetto non inserito in questo laboratorio ma molto sentito per esempio è stato il wi-fi di quartiere, nello stile di

Coviolo Wi-fi che verrà affrontato in altra sede, così come la costituzione di un’associazione ufficiale che dialoghi con il comune e le istituzioni e che sia titolata ad organizzare eventi, iniziative e progetti nuovi. Un appello: siamo una comunità giovane, abbiamo bisogno di conoscerci e di organizzarci per costruire un quartiere migliore, più vivibile e sicuro, alla portata di bambini, adulti ed anziani; per questo c’è bisogno di idee, iniziative e collaborazione di tutti. I canali social che abbiamo attualmente sono: • pagina Facebook di San Bartolomeo • 3 gruppi whatsApp: “Compaesani” per comunicazioni e appuntamenti generali “Realizzando la ciclabile” per comunicazioni inerenti la ciclabile “Sos San Bartolomeo” per emergenze legate alla sicurezza Chi volesse inserirsi in qualche gruppo è il benvenuto! Scrivete a Francesca al 342 8798683 Grazie!


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

I MARTEDI TEOLOGICI

LA CHIESA DI FRANCESCO Sintesi: Paolo Cugini Papa Francesco ha senso dubbio dato una scossa alla Chiesa. Ci sono delle fatiche e delle resistenze nei confronti della sua proposta pastorale. Con Francesco anche nella Chiesa c’è spazio per le persone creative. “La gioia del Vangelo riempie il cuore di coloro che s’incontrano con Gesù. Con Gesù nasce e cresce la gioia” (EG1). Il cambio di prospettiva: la gioia del Vangelo. La domanda non è più che cosa devo fare, ma che cosa dice a me il Vangelo. La parola gioia provoca il cristiano. Come mai il mondo giovanile ci accusano di essere etici, di aver fatto diventare il Vangelo una morale? Il Vangelo sembra solo una pratica da mettere in campo. Oppure abbiamo troppo insistito sull’aspetto conoscitivo, una conoscenza da assimilare. Molte volte la dimensione cognitiva non basta a cambiare la vita. Serve qualcosa di più. Così come a volte abbiamo fatto in modo che il Vangelo diventasse il punto d’appoggio per legittimare tutti i nostri assetti organizzativi. Il Vangelo non può essere considerato solo questo. Oggi serve qualcos’altro. La Bibbia non può legittimare le nostre strutture. Da questo vi riconosceranno: dall’amore reciproco. La questione della gioia è fondamentale. EG 14-15: rimarchiamo che l’evangelizzazione è connessa all’annuncio di coloro che non conoscono Gesù. C’è un desiderio di condivisione. La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione. La Chiesa non impone, ma propone. Non ansie da prestazione. La Chiesa che vive la gioia del Vangelo, attenta a non confondere i piani. Cinque capitoli. 1: Chiesa missionaria e estroversa. Chiesa in uscita. Correre verso: il padre che corre incontro al figlio (Lc 15). I discepoli missionari, prendono l’iniziativa, fruttificano, festeggiano. Punto di partenza è il popolo santo di Dio. 2. Riflessione sulla crisi dell’impegno comunitario. Il papa segnala delle sfide culturali e ribadisce l’importanza dell’inculturazione della fede. Pericolo dell’accidia, il pessimismo e la mondanità spirituale. 3. Francesco individua le situazioni che toccano l’annuncio del Vangelo. Due azioni: l’omelia e la catechesi. 4. E’ il capitolo dedicato alla dimensione sociale. Francesco desidera che il Vangelo tocchi la vita: evangelizzazione e promozione umana. Il Vangelo è di un profondo realismo e ha a che fare con la vita. Il Papa afferma che desidera che il Vangelo torni alla vita. 5. Francesco richiama l’azione dello Spirito e il tema del discernimento, che è un’azione dello Spirito. Quali sono i dinamismi che Francesco vuole mettere in movimento? La gioia nasce dall’incontro con Cristo. Anche i credenti corrono il rischio di essere trisit, perché scontente, risentite. La vita dello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo è gioia. Il grande pericolo è l’isolamento, essere solo. Il Papa chiede alla Chiesa di non essere isolata, ma di stare dentro alla storia. Per questo il Concilio ha

dedicato un documento al tema della Chiesa nel mondo. E’ il problema della coscienza isolata. Cos’è la coscienza? La coscienza è educabile. Lonergan parlava di dinamismi coscienziali. La coscienza è educabile se lo permetti; la coscienza ha bisogna della relazione. Il noi aiuta, educa. Ci sono situazioni che possono modificare i meccanismi interiori. Dal momento che sono isolato non cambierà mai nulla. EG 164: Il catechista è il battezzato. Qual è il centro della nostra fede? La morte e la resurrezione di Gesù. I Vangeli ci consegnano segni e testimonianze. Per Francesco il primo annuncio, il Kérigma, è l’amore di Gesù, il suo dare la vita: oggi è al tuo fianco. L’adulto è il gratuito per eccellenza. Ciò che fa di un adulto un adulto, è la logica della gratuità. Il Dio nel quale noi crediamo fa gratuitamente, e non si aspetta nulla. Fino ad un crto punto abbiamo pensato che Dio ci voleva bene a partire dai nostri sforzi. E’ vivo al tuo fianco: c’è la logica del dolore e della sofferenza. Come mai permetti la sofferenza? Sono le domande del mondo. La gente vuole sapere e capire il mistero della sofferenza, della morte, dei problemi della vita. E’ un Dio vivo. Cambio di passo della comunità cristiana: in una civiltà ossessionata dalla vita degli altri, la chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza per capire come muoversi davanti all’altro. La persona è al centro. Prima della struttura la persona. Bisogna interrogarsi se nei nostri percorsi pastorali la persona è al centro o no. Fermarsi, contemplare, dare tempo. Perché a voi interessa il prete? Chiedete al prete che vi dia tempo. Ognuno chiede di essere ascoltato. 178: Il papa trasforma il credo in una cammino esistenziale per la vita. Padre: conferisce una dignità infinita ad ogni persona. Il Figlio: ha assunto la nostra carne umana; ogni persona umana è stata elevata alla dignità di Dio. Confessare lo Spirito: agisce in tutti; ciò implica che cerca di penetrare in ogni situazione umana e in tutti i vincoli sociali. Numero 33: La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio del si è sempre fatto così. Invito tutti ad essere audaci e creativi. L’importante è non camminare da soli. Quali sono le grandi coordinate? Qual è la proposta? 1. La nostra proposta per essere attraente deve essere essenziale. Non vuol dire superficiale, ma il centro, il cuore. Nessuno aderisce ad una proposta sfumata. Interessa una proposta vera, seria, credibile. Cfr. 169 EG. Dio vivo che genera in noi degli atteggiamenti, la capacità di essere vivi. 2. Il Papa chiede una Chiesa che accorci le distanze che nel tempo si sono create. E’ giunto il tempo di essere una comunità che accorcia le distanze. 3. Prendersi cura, custodire. Capacità di arricchirsi con la spiritualità del buon samaritano.

23


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

IO STO IN MEZZO AL MIO POPOLO CICLO DI CONFERENZE DI TEOLOGIA DELLE DONNE Reggio Emilia Venerdì 16 marzo 2018

ANTONIETTA POTENTE

Sintesi: Paolo Cugini appoggia a chi ha un ruolo più importante. Le donne non hanno a che fare con le istituSimone de Bouvoir: donne non si nasce zioni che non sono per le donne. Per le donma si diventa. Qui entrano anche gli uo- ne è importante la vita che non può essere mini, quelli capaci di accogliersi alla luce tenuta nelle mani di poche persone. Non si delle donne. La smettono di aver paura, può ridurre la vota e consegnarla. Sono le di entrare in conflitto. La chiesa ha pau- istituzioni che dovrebbero entrare nel ritmo ra delle donne. Non c’è un motivo teo- della vita. E’ la Chiesa che deve diventare logico perché le donne non celebrano o umanità e non il contrario. Le donne non perché i preti non si possano sposare. Le devono fare quella politica istituzionale. donne nell’immagine della Chiesa è im- Gli uomini dovrebbero stare dalla parte pura. Anche le donne devono prendere del popolo. Fino a quando non fanno un coscienza di essere donne. Il pensiero del- cammino di coscienza profonda della loro le donne non è parlare delle donne, ma è appartenenza, non possono fare questo pasun pensiero della loro parte. La bellezza so. Nessuno vuole escludere qualcuno dalla della diversità va mantenuta in piedi. Dire vita, però chi ha assorbito così com’è stata che siamo tutti uguali va detto alla fine dei tempi. E’ importante conoscerci in questa differenza, e conoscersi nella differenza è un lavoro che esige un cammino lento. Occorre vedere Dio in un altro uomo. Tutti s’immaginano Dio come uomo. Ogni tanto gli si appiccicano dei ruoli femminili, perché è buono. Ma non è sufficiente. La lettura della storia da parte delle donne deve essere differente, perché le donne contribuiscono a vedere le cose da una prospettiva diversa. Nella prospettiva maschilista non possono data, ha incominciato a parlare delle donne emergere quello che le donne vedono. regalando loro permessi. Problema del diaRispettare è fondamentale e anche ascol- conato delle donne: perché si pongono oggi tare le diversità. Gesù è rimasto nel mi- il problema che è aperto da tanti secoli? Se stero. Che cos’è la resurrezione? I vangeli gli uomini vogliono essere a servizio della dicono della tomba vuota con dei piccoli realtà devono uscire dallo schema: lo concesegni. E poi ci sono differenti testimoni do io. Uscire dallo schema del dominatore. di cui la prima è una donna, l’apostolo de- Persino Gesù ha dovuto convertirsi nel diagli apostoli: Maria Maddalena. Nel 1200 logo con la cananea. Credo che questa eco: Maria Maddalena è stata fatta patrona io sto in mezzo al mio popolo, dice di una degli ordini predicatori, perché è la prima visione mistico-politica altra. Per le donne annunciatrice del mistero della risurrezio- i dettagli sono importanti. La visione delle ne. Tutti dobbiamo prendere coscienza di donne è mistico-politica. Visione: desiderio chi siamo. Nella mistica si dice che chi che avvenga qualcosa. Desiderio che torni non ha una conoscenza di se stesso non o venga qualcuno. La visione delle donne può accostarsi al grande mistero di Dio. è prima di tutto del bene di tutte le donne, Occorre portare avanti il Vangelo. 2 Re del bene della creazione, della pace e non 4,13: Eliseo. C’è una donna senza nome, solo visione ristrette di categorie femminili. la Sunnamita che si comporta in un modo La visione delle donne non possono farla bello con Eliseo. Il profeta colpito dalla gli uomini. Solo accogliendo la visione delle sua benevolenza pensa che deve fare qual- donne si può arrivare ad accogliere la divercosa. “Io sto in mezzo al mio popolo”. E’ sità. La visione delle donne è restare svegli l’annuncio e la profezia nei confronti di sulla realtà. La prima domanda di Maria una realtà che per dare delle soluzioni si di Magdala in Gv 20: dove l’avete porta-

24

to? Questa è la sensibilità di sentire anche nella propria pelle e nella sua tristezza capisce che ormai l’unione tra il divino e l’umano è avvenuta e l’unica via è trovare il corpo. Dove stai tu? E’ la domanda centrale della teologia delle donne. Dobbiamo uscire dagli schemi per aprirci alle visioni. La nostra domanda è: dove l’avete messo? Dove mettete i soldi per costruire tutte queste armi? Sono le donne che nei campi profughi continuano a portare la pace. E’ questa visione che le donne si devono riprendano. Un mistico sufita: la luce ha l’aspetto di una persona umana. E’ una visione sull’umano. Questa luce è personificata, antropomorfa. Portare nella politica la visone delle donne. La nostra vita non può separare il mistero del divino dalla realtà umana. Il fare politica è un impegno quotidiano con questa forza per non separarci. Occorre vivere al di dentro della realtà più che nell’istituzione. Il primo tessuto che dobbiamo ricostruire è una relazione profonda con la realtà. Occorre distanziarsi dalla gerarchizzazione delle relazioni che ha dimenticato la compassione di Gesù. Queste cose di un Gesù privo di sapienza delle donne ha dato il risultato di una chiesa che non è crollata, ma manca di questa grande passione per la vita. C’è ancora molto da camminare per recuperare l’umanità di Gesù. Finché la chiesa non si mescola continuerà ad avere un tono di beneficenza che non è vangelo. La vita è dare in abbondanza e non l briciole. Questa è la grande bellezza del mistero. Stare in mezzo al popolo, in mezzo alla realtà significa non cercare favori, e non coprirsi dietro all’istituzione e alle relazioni gerarchiche. In questo la visione delle donne può aiutarci. Dobbiamo ricostruirci. Siamo un popolo che è cresciuto: tutti potranno avere visioni: Gioele cap. 3. Simone Weil: Al di sopra delle istituzioni occorre inventare altre destinati a discernere e abolire tutto ciò che nella vita contemporanea sotto l’ingiustizia la menzogna. Occorre inventarle perché sono sconosciute.


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

CONOSCIAMO LA BIBBIA Le parole che descrivono l’epoca tecnologica nella quale viviamo si sprecano, sia per sottolineare gli aspetti positivi che quelli negativi della stessa. Siamo dotati di qualsiasi supporto tecnologico/digitale che ci aiuti a programmarci efficientemente la vita e ormai, senza agenda a portata di mano, non abbiamo neanche più tempo di bere un caffè, se non programmato per tempo! Eppure……….talvolta le cose sì infilano in modo così lineare che ti ritrovi al posto giusto, nel momento giusto e senza neanche averlo programmato o voluto. Così è stato per la mia partecipazione all’incontro biblico con Soavi Buscemi di sabato scorso, 21 aprile. Più che essermi destreggiata tra tanti impegni e aver ritagliato qualche ora mi sono ritrovata inaspettatamente un pomeriggio libero e qualcuno che mi ricordava la lettura popolare della Bibbia. Ho avuto risposte a domande che neanche sapevo di avere. Il primo di questi 3 incontri, i prossimi saranno il 5 e il 26 maggio, verteva sui Libri Sapienziali e in particolare sul Cantico dei Cantici. Questo libro è noto per essere quello che parla dell’amore tra l’uomo e la donna e spesso viene letto durante la celebrazione del sacramento del matrimonio. Come molti dei libri dell’A.T. lo conosciamo ma più di nome che di fatto. In tutta la giornata di sabato non è stato neanche aperto……..Soave ha contestualizzato l’epoca storica del Libro spiegandone il significato e la loro presenza tra i libri ispirati nella Bibbia e solo per comprendere questo c’è voluto un giorno intero. L’epoca storica è quella di Salomone, della sua volontà di costruire il Tempio e del sacerdozio di quel ‘tempo’ che era di due tipi e ha prodotto 2 differenti teologie. Il primo, legato ancora al periodo dell’ Esodo e alla tribù dei Leviti: uomini e donne che nulla

possedevano se non Dio, sommo Bene, e quindi non avevano risorse economiche ingenti per poter costruire un Tempio imponente. L’altro, quello che deriva dal sacerdote Sadok, in grado di istituire una teologia che porta ad accumulare grandi ricchezze proprio per costruire il Tempio. La teologia della RETRIBUZIONE, basata sulla PAURA di restare impuri e quindi essere letteralmente impossibilitati a vivere. Nel 400 a.C, circa, si arriva quindi a più di 600 situazioni che rendono impuri e per poter tornare allo stato di purezza è necessario pagare un tributo. Gli Scritti Sapienziali, redatti molto dopo, si inseriscono in questo periodo e ci fanno capire, con ‘novelle’ come Giobbe e Giuditta, come la teologia che esprimeva l’Amore di Dio è riuscita a ‘resistere’ alla teologia della paura che in Giobbe (nome collettivo espressione di un popolo) sosteneva che quanto gli fosse capitato fosse certamente dovuto a qualcosa che lo stesso Giobbe o la sua famiglia aveva fatto o che celebrava Giuditta, vedova e senza figli quindi senza alcun valore, come liberatrice dal potente Oloferne. La prima è una teologia che libera, la seconda è una teologia che rende schiavi. Impossibile condensare in poche righe la ricchezza di quanto ascoltato sabato. Diversa, spero, la lettura dei Vangeli e del N.T alla luce di questa semplice esegesi che però non è così immediata. Importante sapere che oltre agli incontri già fatti ce ne saranno altri e che c’è qualcuno che dona con semplicità una chiave di lettura che dà il loro senso a parole lette tante volte senza averle mai veramente capite. Paola

25


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

La notte ha la mia voce

incontro con l’autrice Alessandra Sarchi Per l’ultimo appuntamento del Capitol Forum della stagione, il tema scelto è quello della difficile convivenza con la malattia propria e degli altri, che obbliga a rivedere comportamenti e distanze con il prossimo. Cosa succede se il cambiamento è repentino, come si vede il mondo quando non si governa più una parte di sé e ci si ritrova in una condizione di minorità sociale? La notte ha la mia voce è un romanzo sul limite e sulla perdita che ciascuno di noi incontra, prima o poi, nel luogo che dovrebbe essergli più familiare: il proprio corpo, che invariabilmente cambia, si ammala, invecchia. La notte ha la mia voce racconta l’incontro fra due donne in sedia a rotelle che si riconoscono e al tempo stesso si distanziano per il modo in cui vivono la propria fisicità e il rapporto con gli altri. Ad accompagnarci in questo percorso è stata l’autrice stessa, Alessandra Sarchi, che con questa sua opera è stata fra le finaliste del premio Campiello 2017. Nata a Brescello (Reggio Emilia) nel 1971, vive a Bologna. Ha studiato storia e critica d’arte alla Scuola Normale di Pisa e conseguito, nella stessa materia, un dottorato di ricerca a Ca’ Foscari, Venezia. Nel 2012 è uscito Violazione, il suo primo romanzo (Einaudi Stile Libero), seguito nel 2014 da L’amore normale, vincitore della XIX edizione del premio internazionale “Scrivere per Amore”. La notte ha la mia voce, sempre con Einaudi Stile Libero, è il suo terzo romanzo. Alessandra è stata molto disponibile durante il pomeriggio nel rispondere

alle tante domande dei propri lettori romanzi dall’inglese e il film che ha an(erano tanti infatti in sala) e nel rac- ticipato il dibattito è tratto proprio da contare il proprio percorso di vita dal un romanzo tradotto dall’ospite: Quel terribile momento dell’incidente stra-

dale che l’ha privata dell’uso degli arti inferiori. Appoggiata al tavolino in cui occhieggiava una copia del suo ultimo romanzo ci ha raccontato il suo punto di vista personale alquanto disincantato nei confronti dell’handicap. Chi ha una limitazione fisica come la sua non è migliore ne peggiore di chi è più fortunato. È una persona “normale” che gestisce il suo percorso di vita come ognuno di noi, affrontando i cambiamenti legati all’età, alla malattia, ai cambiamenti quotidiani di un corpo che muta giorno per giorno. Ci ha tenuto a chiarire che la sua situazione, comune purtroppo a tante altre persone con le quali ognuno di noi intrattiene rapporti non sono ne migliori ne peggiori per colpa del problema che li affligge. Così come le protagoniste del suo romanzo che si trovano a doversi adattare a un nuovo status-quo e gestire l’affettività e il rapporto con gli altri in maniera diversa per poter continuare il proprio viaggio. All’attività di scrittrice, Alessandra abbina anche quella di traduttrice di

26

fantastico peggior anno della mia vita. Il protagonista, Greg, è un ragazzo di talento ma incapace di relazionarsi con il prossimo. Preferisce sfuggire la profondità nei rapporti e crogiolarsi nella sua eterna adolescenza insieme a Earl, il suo migliore amico, da lui definito solo “collega”. Quando la madre di Greg lo costringe a far compagnia a Rachel, una ragazza del suo liceo malata di leucemia, le barriere emozionali di Greg cominciano lentamente a crollare, lasciando spazio a un’inaspettata maturità. Ci rivediamo a settembre con il Capitol. Colgo l’occasione, anche a nome degli altri colleghi in questa bellissima avventura, per ringraziare chi tra voi ha partecipato a tutte le nostre iniziative e vi promettiamo di fare ancora meglio nei prossimi mesi. Stay tuned.

Alessandro Guidotti


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

LA MADDALENA Tracce e provocazioni per una comprensione e riflessioneE’ un film inconsueto per noi cattolici perché non usa come copione, cioè come testi, i dialoghi scritti nei vangeli. Cioè le parole di Gesù sono una attualizzazione del suo messaggio, detto con parole altre. Di fedele ai vangeli c’è il Padre Nostro, una parte delle Beatitudini, il seme che muore e porta frutto ( che ritorna più volte) , “ la casa del Padre mio è casa di preghiera per tutti i popoli” Gesù nel tempio…e poco altro Quindi dobbiamo prepararci a non cercare il Gesù che conosciamo. (nelle parole) Sono tante però le immagini con le quali il regista ci rimanda ai vangeli : Maria Maddalena all’inizio aggiusta le reti da pesca e le tira anche su---→rimando alla chiamata degli apostoli Immersione nell’acqua---→ripetuto battesimo Il sangue dei capri e degli agnelli nel tempio ----→rimanda alla Passione imminente di Gesù e all’Eucarestia. Centralità della discepola : La storia centrale è quella di Maria di Magdala discepola di Gesù, o meglio di come lei diventa discepola. Sfatati tutti i miti dell’eventuale prostituta innamorata di Gesù lì si vede solo la storia di una donna in Israele che cerca di seguire il Rabbi-. Vogliono farla sposare ( e questo è un libero adattamento) ma lei fin da prima ha dentro altro. L’identità dei discepoli che sono scelti per “ stare con Gesù ed essere inviati” qui ci sono entrambi, più volte, anche per Maria. Temi : la condizione della donna nel popolo ebraico. Stupendo il desiderio di pregare con gli altri di Maria, e anche da sola in sinagoga. La preghiera ebraica, quella che pregava Gesù è molto presente : nella sinagoga di Magdala, nella sequela di Gesù, nel grande Allel pronunciato a tavola ( stupendo). L’annuncio del Regno frainteso dagli stessi apostoli che volevano un liberatore e che Maria Maddalena accompagna da discepola per far loro capire che è L’Amore e la carità che Gesù annuncia ( vedere l’accompagnamento dalla nascita alla morte nell’assistere la partoriente e gli abitanti di Samaria morenti). La Resurrezione di Lazzaro, così diversa da come la conosciamo , qui ha un significato straordinario per come rappresentata nel consegnarci che Gesù dà la sua vita per quella di Lazzaro, il suo stendersi a

fianco a lui, il cuore di Gesù che si ferma mentre quello di Lazzaro riprende a battere. Da lì parte l’angosciosa presa di coscienza di Gesù che abbiamo letto nella Passio di oggi, la paura della morte e della sofferenza che non lo trattengono dal dono totale. E Maria lo segue ovunque, sempre, incontra anche la sua mamma , la Madonna e porta con sé altre donne. Gesù si serve di lei per entrare in luoghi femminili come le fonti dove si fa il bucato in Israele. Li parla a loro, alle donne….E’ una scena molto bella e inconsueta per noi….abituati ad altri films su Gesù dove le donne non ci sono o pochissimo. Altro tema molto interessante è la figura di Giuda, la indagano in una maniera nuova, Giuda non vende Gesù per denaro ma perché aveva interpretato male le sue promesse…..non racconto la sua storia così la gustate voi. Ci sarebbe tanto altro da dire, tanti piccoli particolari che sono perle….però li lascio scoprire a voi. Vi mando questa piccola analisi perché se avete poi voglia magari ne parliamo insieme o ci confrontiamo. Io tornerò a vederlo, con un foglio magari per segnarmi bene le cose. Devo approfondire l’analisi dei particolari. Maddalena è stupenda. L’unico aspetto che ho trovato negativo… ma forse reale… è l’interpretazione prima della fine in cui Maria, dopo aver incontrato Gesù Risorto va al cenacolo ad annunciarlo ai suoi fratelli e Pietro non le crede….subito…. poi però le dice che le crede ma che l’annuncio lo faranno loro apostoli perché Gesù ha dato loro l’incarico. Qui penso il regista abbia voluto rimarcare il ruolo apostolico che la chiesa cattolica negli anni ha negato alle donne. E’ un tema molto aperto. Anche il finale vero e proprio, aperto lascia la domanda a ognuno di noi “ Mi hai chiesto tante volte che cos’è il regno di Dio?” E Gesù sembra dire “ Hai capito adesso Maria??” Buona visione a chi andrà, anche l’arte cinematografica può aiutare ad entrare nella settimana santa…..e infatti nel salone secondo voi quanti eravamo venerdì sera? 12 persone.

27

Monica, 25/3/2018


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

Dalle comunita' ASSEMBLEA PARROCCHIALE regina pacis

Ne sentivamo il bisogno! In una parrocchia grande come la nostra tutti i servizi e le responsabilità sono divisi per settori. Poche volte, oltre al Consiglio Pastorale in cui però di solito partecipano solo coloro che sono stati eletti, si può avere una visione generale di quello che si fa in parrocchia, con un pò di verifica ed anche qualche proposta per il futuro. Perciò, l’idea di Don Paolo di dedicare una domenica all’assemblea, ci è sembrata molto azzeccata. Il salone era gremito di gente e le età erano tutte rappresentate questo, fin dall’inizio, ci ha fatto ben sperare. Ci siamo lasciati interpellare dalle parole di Papa Francesco che nella Evangelii Gaudium dice che l’amore per Gesù Cristo nostro salvatore ci spinge ad essere una

e ci siamo raccontati, alla fine i capigruppo hanno relazionato ciò che era stato detto. E’ stato molto bello, ci siamo conosciuti di più, ci siamo detti che l’affabilità e l’accoglienza devono

comunità gioiosa, missionaria ed accogliente. Lo siamo realmente? Ci siamo divisi in otto gruppi

essere tipici del cristiano e che dobbiamo sforzarci di diventare sempre di più dei missionari a 28

Km 0, cioè cristiani che portano il messaggio di Gesù 24 ore al giorno ai familiari, ai vicini di casa, a tutti quelli che incontriamo, soprattutto ai più bisognosi. Abbiamo scoperto che le relazioni umane sono alla base di ogni annuncio e che anche le diversità, nonostante le nostre chiusure e pregiudizi, sono una opportunità per crescere di più. Abbiamo capito che la responsabilità di una parrocchia non è solo del sacerdote, ma di tutti i laici che insieme partecipano alla missione salvifica della Chiesa in virtù del battesimo. Ringraziamo il Signore per questo bel momento che abbiamo vissuto e preghiamolo perché le cose dette possano portare molto frutto. Patrizia e Claudio


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

UNA FESTA DI COMPLEANNO Una festa di compleanno “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” - così Luca, negli Atti degli apostoli, presenta la comunità ideale degli inizi. È appunto l’ideale a cui la Chiesa tende, è l’obiettivo delle nostre comunità cristiane, ma la concordia e l’unanimità le sentiamo lontane e irraggiungibili, un qualcosa di astratto che non può riguardare la realtà di tutti i giorni. Eppure qualche volta, in occasione di qualche evento particolare, abbiamo la sensazione che almeno ci siamo andati vicini, che quell’ideale si sia un po’ realizzato. È quello che è successo durante la festa che la Parrocchia dello Spirito Santo, ha organizzato in occasione dei suoi cinquanta anni di cammino. “Una festa di compleanno” – l’ha chiamata don Mario, un’occasione per ricordare sì il passato, ma non per ancorarci, quanto piuttosto per andare avanti; e quale iniziativa migliore se non quella di invitare tutte le coppie che, nel nome di Cristo, hanno detto il loro sì in questa chiesa? L’idea è nata durante l’ultimo consiglio pastorale, con un Don Mario titubante e un po’ preoccupato di non voler appesantirci con ulteriori impegni. Ma, e questo è il bello della comunità, ci siamo messi subito all’opera insieme, con l’obiettivo di organizzare un bel momento - naturalmente con la celebrazione liturgica come momento culminante e con un buffet offerto al termine. La lettera inviata da Don Mario a ciascuna delle coppie di sposi, oltre che la convocazione alla Messa, chiedeva - per chi volesse - l’invio anche di una foto del loro matrimonio ... tante ne sono arrivate! E una volta appese hanno adornato la parete in fondo alla Chiesa: una sorta di “come eravamo ” ma senza nostalgia, solo gioia di poterle rivedere nel luogo dove erano state scattate, di ricordare quel momento come l’inizio di un cammino che ancora oggi continua. Ma quella busta, oltre la lettera di invito, conteneva anche il cartoncino con la preghiera che tutti noi abbiamo ricevuto per Natale: Don Mario durante l’omelia ha voluto rileggerla, sottolineando come gli sposi “siano luce del modo, siano casa, quando riflettono l’amore di Dio”, di come la comunione affettuosa degli sposi costituisca il nucleo iniziale della famiglia e di come la parrocchia - ripetendo le parole del Papa - sia una famiglia di famiglie. Il buffet ha accontentato e sorpreso tutti e l’organizzazione stessa è stata caratterizzata dal tenere sempre la porta aperta a chiunque avesse voluto contribuire, e in tanti lo hanno fatto. Questo mettersi al servizio per il bene comune e l’armonia respirata allestendo il banchetto, è stata percepita e apprezzata alla fine della celebrazione, quando aperte le porte le salone, si è dato inizio al momento conviviale: le bellissime tavolate imbandite di ogni bene hanno lasciato senza parole. Uno splendido sole primaverile aspettava tutti all’esterno: il prato si è colorato di bambini che giocavano rincorrendosi, mentre gli adulti conversavano e gustavano lo gnocco che le signore friggevano sotto il gazebo. Don Mario, emozionato e felice, abbracciava e salutava tutti. L’obiettivo pastorale di questa iniziativa era quello di “rinnovare l’amicizia nel segno della fede e nel ricordo di un giorno bello più o meno lontano”, di ricordare che il pastore non dimentica nessuna delle sue pecore - anche se molte sono andate lontano, e che la porta della parrocchia è sempre aperta. Per un attimo, guardando l’armonia che regnava sotto il portico e in quel piccolo fazzoletto di prato fiorito, abbiamo avuto la sensazione che quelle parole – “un cuore solo e un’anima sola” – si fossero concretizzate. Il gruppo organizzatore

29


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

COMUNITa’ SPIRITO SANTO CATECHESI SPIRITO SANTO

Cappelletti A codemondo

30


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

NUOVE ENTRATE

NEL CORO a CODEMONDO

VIA CRUCIS SAN BARTOLOMEO

PALME

LAVANDA DEI PIEDI REGINA PACIS

REGINA PACIS 31


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

Economia ASSOCIAZIONE REGINA PACIS onlus Via Gorizia 19 42124 Reggio Emilia Codice fiscale 91148950354

_________________

RENDICONTO ECONOMICO AL 31/12/2017

TOTALE A PAREGGIO

13.058,42

ENTRATE EROGAZIONI LIBERALI per donazioni

6.150,00

CONTRIBUTO 5 x 1000 ANNO 2015(riscossione del 11/08/17)

6.861,18

INTERESSI ATTIVI da conto corrente bancario

0,61

DISTRIBUZIONE UTILI ASSICURAZIONE CATTOLICA

€ 46,63 ___________________

TOTALE ENTRATE

Riconciliazione saldi finanziari:

Fondo finanziario di inizio periodo al 01/01/2017 Avanzo di gestione al 31/12/2017

Fondo finanziario al 31/12/2017

10.312,02 € 5.647,14 _________________ €

15.959,16

13.058,42

Di cui > >

USCITE

cassa € c/c bancario €

3,18 15.955,98

ACQUISTO ATTREZZATURE Lettore DVD

53,90

Stampante Brother MFC-J480

89,99 Reggio Emilia,

Marzo 2018

Il Presidente

SPESE PER FORMAZIONE Prestazione educatore (Coop S. Giovanni Bosco)

6.400,80

Corso educatori Associazione Pace

400,00

ASSICURAZIONE DEI SOCI per il 2018

383,59

SPESE BANCARIE (commissioni e tenuta c/c)

€ 83,00 _________________

TOTALE USCITE

7.411,28

AVANZO DI CASSA

5.647,14

Approvato dalla Assemblea dei soci il

ASSOCIAZIONE REGINA PACIS ONLUS L’ASSOCIAZIONE REGINA PACIS ONLUS opera in collaborazione con la Parrocchia di Regina Pacis. E’ un’associazione di volontariato che si impegna ad assistere persone e famiglie in difficoltà, a formare ed educare bambini, giovani, adulti e a svolgere attività caritative e ricreative.

ASSOCIAZIONE REGINA PACIS ONLUS

Per sostenerla, nella tua dichiarazione dei redditi, dona il 5 x MILLE: é un gesto che non costa nulla e non è un’alternativa al 8 x MILLE!

NEL RIQUADRO “SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO” FIRMA E INSERISCI IL CODICE FISCALE 91148950354

Se Oltre al 5 x MILLE vuoi farci un’offerta, puoi versare il tuo contributo con bonifico bancario a: Banco Emiliano Ag. 24 IBAN: IT 72 J 08623 12802 000240148591

DONA IL TUO 5 X MILLE

SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO C.F. 91148950354

ASSOCIAZIONE REGINA PACIS ONLUS Via Gorizia, 19 – 42124 REGGIO EMILIA Tel. 0522304258 C.F. 91148950354

32


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

dalla quota di riparto degli utili della gestione del fondo dell’Assicurazione Cattolica di Parma riscosso con disposizione di accredito sul conto bancario. Null’altro è rilevabile tra i proventi, ad eccezione della piccola entrata per interessi attivi maturati nell’anno 2017 sul conto corrente bancario.

ASSOCIAZIONE REGINA PACIS onlus Via Gorizia 19 42124 Reggio Emilia Codice Fiscale 91148950354

Analisi degli oneri Nel corso dell’esercizio sono continuate le attività ordinarie dell’associazione svolte presso la sua sede e sul territorio del quartiere Regina Pacis. Le volontarie addette al servizio caritativo, si sono impegnate ad assistere le famiglie nei loro bisogni, donando ascolto, aiuto morale e assistenza inoltre sono state potenziate le attività di formazione, assistenza e supporto rivolto ai bambini e ragazzi nelle ore pomeridiane svolte presso l’Oratorio della parrocchia . Fra le uscite presenti nel rendiconto la spesa più significativa dell’anno è stata sostenuta per la prestazione educativa pagata alla Cooperativa San Giovanni Bosco la quale ha fornito il servizio per mezzo del suo addetto Sig. Francesco Santarello il quale ha organizzato le varie attività formative e sviluppato il progetto educativo svolto durante l’anno. Tutte le attività istituzionali 2017 sono state svolte presso i nuovi locali del Centro Parrocchiale di proprietà della parrocchia Maria Regina della Pace, la quale in parte li ha messi a disposizione dell’Associazione che ne ha fruito in comodato di uso gratuito. Al fine dello svolgimento delle attività ricreative di intrattenimento dei bambini e giovani del gruppo parrocchiale, sono anche stati impiegati in parte i fondi derivanti dalle donazioni delle persone fisiche per acquistare alcune attrezzature in particolare una stampante ed un lettore DVD.. Per quanto riguarda la formazione sono stati pagati alla Associazione Icaro € 400,00 per la partecipazione di alcuni giovani della Associazione Pace, che hanno seguito un percorso formativo per educatori. Come di consueto per ogni anno è stata pagata l’assicurazione infortunio, malattia e responsabilità civile, dei soci volontari, al fine di confermare la copertura assicurativa per l’anno 2018 e, come ultime poste passive, figurano sul rendiconto le spese ordinarie di gestione del conto corrente bancario Il rendiconto economico 2017 rileva un avanzo di gestione il quale viene aggiunto alla liquidità iniziale al 1/1/2017 del saldo finanziario positivo dell’esercizio precedente.

NOTA INTEGRATIVA AL RENDICONTO ECONOMICO E FINANZIARIO DELL’ESERCIZIO CHIUSO AL 31/12/17 E RELAZIONE MORALE Premessa L’Associazione Regina Pacis Onlus costituita il 01/07/2009 con scrittura privata registrata, è una associazione di volontariato, non ha scopo di lucro e ha come obiettivo statutario il perseguimento di finalità caritative e di solidarietà , nei confronti di persone in difficoltà, soggetti svantaggiati, persone anziane, disabili e minori per favorire la cultura l’aggregazione, e si impegna costantemente ad assistere, formare ed educare ragazzi e giovani del territorio, attraverso le molteplici attività e con la partecipazione attiva dei volontari. L’ Associazione è disciplinata dalle norme previste dalla Legge 266/91 e dalla Legge Regione Emilia Romagna n. 12/05. Criterio di redazione Il rendiconto economico e finanziario è stato redatto in conformità alle “Linee guida e schemi per la redazione del rendiconto di esercizio degli Enti Non Profit” elaborati dall’Agenzia per le Onlus Esso si compone di: - Rendiconto di gestione; - Nota integrativa sulla situazione economico-finanziaria e relazione di missione Il criterio contabile con il quale sono stati registrati i proventi e gli oneri è quello di cassa, secondo il quale la registrazione contabile avviene nel momento in cui si ha l’incasso o il pagamento dei singoli componenti positivi o negativi, a nulla rilevando il principio della competenza economica. Il rendiconto economico è riconciliato al valore relativo all’avanzo economico di cassa della gestione del precedente esercizio. I criteri di valutazione adottati non risultano modificati rispetto all’esercizio precedente consentendo di conseguenza la diretta comparabilità dei valori.

Considerazioni finali e missione Si conclude la presente nota integrativa assicurando che le risultanze del rendiconto economico corrispondono ai saldi delle scritture contabili, che il presente rendiconto rappresenta con chiarezza, ed in modo veritiero e corretto, la situazione finanziaria dell’associazione e il risultato economico dell’esercizio. La missione perseguita dall’Associazione nel suo nono anno di vita, ha raggiunto obiettivi importanti: la realizzazione di un sistema di iniziative in collaborazione con la Parrocchia Maria Regina della Pace, lo sviluppo delle attività di aggregazione, ricreative e formative dei bambini ragazzi e famiglie. In questo anno di gestione il consiglio direttivo ritiene di avere raggiunto pienamente gli obiettivi necessari allo sviluppo dell’Associazione.

Informazioni relative alle singole voci del rendiconto di gestione Analisi dei proventi Le entrate esposte nel rendiconto, derivano da erogazione liberali effettuate da privati a mezzo banca, a sostegno economico dell’attività ordinaria dell’associazione per l’anno in corso. A fronte di tali liberalità, l’Associazione ha rilasciato regolare ricevuta a ciascuno dei donatori per consentire loro di beneficiare della detraibilità fiscale secondo le modalità dettate dalla normativa vigente, riservata alle donazioni nei confronti delle Onlus. Inoltre in tale sezione del rendiconto, è stato indicato l’importo derivante dalla riscossione del contributo 5 x 1000 anno 2015 accreditato sul conto corrente bancario dalla Banca d’Italia il 11/08/2017 frutto delle devoluzioni effettuate a favore della Associazione Regina Pacis dai contribuenti nelle proprie dichiarazioni dei redditi. Si precisa che sono stati 208 i contribuenti che, con l’indicazione del codice fiscale, hanno scelto l’Associazione Regina Pacis per un totale di € 6.478,94 ai quali sono stati aggiunti € 382,24 di importo proporzionale per le scelte generiche al sostegno del volontariato, che sommati totalizzano € 6.861,18. Si aggiunge alle entrate un piccolo contributo a nostro credito di € 46,63 derivante

Reggio Emilia,

Marzo 2018

Il Presidente

Approvata dalla Assemblea dei soci il

Varie

DALLA CASA DI CARITa’ Ciao a tutti, in questi giorni pasquali sono successe tante cose in Casa della Carità a San Giuseppe: -Suor Laura è partita ed è tornata dalla visita alle CdC in India -Suor Pamela è tornata dagli Esercizi spirituali -la famiglia cinese ci ha lasciati per tornare nella propria casa -Giuly è stato in ospedale e probabilmente tornerà a casa martedì 24/4 -Antonio e Francesca Filippini hanno trascorso tre settimane in CdC Vi proponiamo ora alcuni appuntamenti: • mercoledì 16 maggio è il nostro giorno e notte

di adorazione a Pietravolta... chi viene? pertanto ci incontreremo venerdì 27/4 alle ore 21 per preparare i momenti di preghiera di tale giornata domenica 6 maggio alle ore 20,30.... “come and see” (vieni e vedi) • serata dedicata all’INDIA !!!! ... vista con gli occhi di sister Laura • dal 30 giugno al 14 luglio abbiamo prenotato il MARE a Marina di Massa... sono gradite le prenotazioni...per chi desidera venire al mare e per chi si rende disponibile a stare a casa Vi aspettiamo!!!! Noi di Casa

33


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

SPETTACOLO

Il teatro per raccontare esperienze possibili di accoglienze tra persone piccole e grandi con in scena attori, professionisti dei servizi sociali di Reggio Emilia e giovani cittadini. Cos’è un album di famiglia? Un racconto di storie, momenti, emozioni. Scatti di istanti di cui conosci a volte solo un frammento. Memoria di un passato a volte bello, altre volte faticoso. Da celebrare o da dimenticare. Un album di famiglia raccoglie incroci di persone, eventi comuni a tante altre famiglie ed eventi unici che riguardano solo noi. Ma una famiglia è comunque un insieme di persone, grandi e piccole, di anime preziose che affrontano la vita come possono, che incontrano altre anime preziose e a volte le fanno brillare, altre volte le fanno spegnere.

Noi con questo spettacolo vogliamo narrare storie di famiglie che abbiamo incontrato, di persone che alzano lo sguardo e aprono le braccia. Vogliamo dire che ognuno di noi può essere quell’anima speciale che fa brillare l’altro. Ci mettiamo in gioco, come professionisti, per raccontare chi siamo e cosa sentiamo. Noi che per mestiere ci infiliamo in tanti album di famiglia e ascoltiamo tutte le emozioni, anche quelle che non si possono dire, noi, questa volta, racconteremo a voi. Direzione e regia Fadia Bassmaji | Sinonimia Teatro Cultura Bellezza Domenica 6 maggio 2018 ore 16:00 Teatro Cavallerizza Viale Antonio Allegri, 8/a, 42121 Reggio Emilia Ingresso gratuito a esaurimento posti

34


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

ERRATA CORRIGE Sul numero di aprile del giornalino è e sotto una “risposta” al medesimo da apparso il mio articolo “PER UNA parte di Cristian Massari. Sennonché TEOLOGIA DEGLI ANIMALI” quella risposta Cristian me l’aveva già indirizzata personalmente, tuttavia

35

non per replicare al suddetto articolo, ma a quello precedente dal titolo “DALLE STALLE BENEDETTE AI MALEDETTI MACELLI, IL PASSO E’ BREVE”.


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

SAGRA REGINA PACIS giorno

ore

REGINA PACIS IN FESTA 2018 "INSIEME A CRISTO PER LE STRADE DEL MONDO" PROGRAMMA attività

dove

giovedì 24 maggio

15:00 Adorazione 18:30 Santa Messa 21:00 Veglia di preghiera meditando la figura di Madleine Debrel

Chiesa Sagrato Sagrato

venerdì 25 maggio

19:30 Apericena 21:15 Conferenza e dibattito: "Via semplice e stretta. L'insolito del cristiano di Madleine Debrel" con Dr. Edi Natali

Ristorante Sala polivalente

sabato 26 maggio

14:30 18:30 19:30 21:30

Torneo di Dodgeball Santa Messa Tortellata - Ceniamo insieme al ristorante della sagra Concerto dei Best BE Five

Arena Chiesa Ristorante Arena

Messa solenne presieduta da don Paolo Cugini Pranzo della comunita - menù fisso (prenotarsi presso la segreteria parrocchiale) Giochi per bimbi Torneo di calcetto Aperitivo Anteprima Capitol Spritz Anteprima Capitol Spritz con priezione cinematografica

Chiesa Ristorante Piazzetta Arena Ristorante Sala polivalente

10:30 12:30 domenica 27 15:00 15:00 maggio 19:30 21:00

CONSIGLIO PASTORALE SAN BARTOLOMEO

Presenti: don Paolo, Cesare, Lorenzo, Mara, Alberto, Vincenzo, Giuliana, Elena, Matteo, Micheline, Donatella, Teresa, MariaRosa, Carmen, Marcello • don Paolo chiede come riteniamo sia andata la quaresima. I contributi: ◦ bello e interessante Pagliari, il ritiro spirituale molto partecipato anche da tanti giovani, come pure il venerdì santo, il giovedì santo, la festa del perdono. E’ stato un periodo molto intenso e che ci ha lasciato un segno. Le testimonianze che avremmo voluto avere, le possiamo programmare in qualsiasi altro momento • l’assemblea parrocchiale a San Bartolomeo ci sarà il 27 maggio, si partirà dal testo che ci ha inviato don Paolo e rifletteremo

sullo stile della nostra comunità, se siamo comunità accogliente, con uno stile missionario di Chiesa in uscita. Su questo ci potrà aiutare anche l’ultimo incontro dei martedì teologici. • Carmen riferisce sui gruppi creatisi sull’iniziativa del Comune, di ascolto delle realtà presenti sul territorio. • Rosario: si propone di tenere il Rosario come gli anni scorsi, in più cerchiamo di favorire il sorgere di altri punti, anche con modalità nuove. • La Messa del 29/04 verrà celebrata da don Vasco Rosselli siccome don Riccardo sarà in gita. • Mercatino: Mara e MariaRosa riferiscono che le volontarie del mercatino stanno pensando come riorganizzarlo per favorire una maggior partecipazione volontaria. Così oltre a partecipare a Pollicino in fiera il primo maggio, hanno intenzione di organizzare una festa a San Bartolomeo come evento per il paese • don Paolo partirà per l’Amazzonia il 4 giugno dove rimarrà per dieci giorni per poi visitare le Comunità nelle quali ha vissuto in Brasile. Tornerà il 4 luglio • la Cresima dei ragazzi universitari verrà celebrata il 6 maggio. Si vuole organizzare una festa come un regalo per loro. Si ipotizza di fare una torta da offrire a tutti dopo la Messa e fare un pranzo africano per il quale acquistare gli ingredienti chiedendo ai loro amici di cucinare. • Le catechiste chiedono di fare una Messa unica a Codemondo il 20 maggio a chiusura del catechismo • sabato 21 aprile il coro gospel di Montecavolo nel quale canta Cristina, offre un concerto all’interno di una breve celebrazione ed il ricavato verrà donato alla casa di accoglienza di San Bartolomeo. Le preghiere verranno organizzate da Alberto ed alla fine offriremo il pranzo che Mara con Miranda stanno già pensando

36


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

CONSIGLIO PASTORALE RONCINA Il giorno 6 aprile 2018 alle ore 21 si è riunito il Consiglio Pastorale di Roncina per discutere il seguente o.d.g.: 1. verifica della Quaresima; 2. Prima Eucarestia 3. Preparazione assemblea parrocchiale 4. Proposta Alberto 5. Varie. Dopo la preghiera iniziale, i presenti, guidati da don Paolo, affrontano la verifica di tutte le iniziative realizzate durante la Quaresima: • positivo l’incontro dei gruppi biblici del 27 febbraio sia per l’affluenza che per gli interventi dei presenti (Paola); • poche persone, invece, hanno partecipato alla liturgia penitenziale del 23 marzo, proposta per la prima volta; • molto intenso e coinvolgente è stato il ritiro spirituale a Codemondo, sia per gli spunti di riflessione suggeriti dalle letture scelte, sia per la liturgia eucaristica preparata con cura dalla comunità locale e animata in modo suggestivo dai bambini della prima Confessione; • il ciclo di lectio di don Carlo Pagliari ha avuto una buona affluenza di fedeli , ma trattandosi di un evento zonale che coinvolgeva numerose parrocchie, doveva, secondo don Paolo, essere preparato con maggiore cura dalla comunità di Roncina, mettendo in atto alcuni accorgimenti che sottolineassero la rilevanza dell’evento e migliorassero l’accoglienza nei confronti delle diverse comunità partecipanti, ad es. predisponendo delle bibbie sui banchi e coinvolgendo nei canti anche dei suonatori di altre parrocchie. Questi suggerimenti, espressi per far crescere la nostra comunità nella capacità di accogliere e nel servizio ai fratelli, sono condivisi dai presenti e saranno preziosi, nel caso la chiesa di Roncina sia scelta ancora per un evento del genere. • Il triduo pasquale, celebrato da don Ennio con il diacono Luca ha visto una buona partecipazione il giovedì santo, un po’ minore il venerdì, mentre il sabato si sono verificati alcuni inconvenienti nella parte iniziale della liturgia, ricca di significati simbolici e di oggetti, la cui predisposizione ha prodotto del ritardo rispetto all’orario previsto (Luca). Don Paolo consiglia per l’anno prossimo di preparare la funzione in anticipo, coinvolgendo il celebrante, così da evitare disguidi e situazioni ansiogene. Per rendere sempre più accogliente la celebrazione della Messa domenicale, il Parroco invita poi i presenti, come già aveva fatto nel C.P. di marzo: - a preparare una breve presentazione da leggere all’inizio della liturgia; il testo potrebbe essere elaborato dai partecipanti ai centri di ascolto, che poi si alternano nella lettura; - a far ruotare le persone che accompagnano la processione offertoriale, predisponendo un calendario con le presenze dei diversi gruppi coinvolti. 2. Prima Eucarestia Don Paolo informa Flora che quest’anno non ci saranno i 15 giorni di recupero in preparazione all’Eucarestia, perché la formazione dei bambini dovrà puntare più sulla conservazione di un buon ricordo delle relazioni vissute nel gruppo e con la catechista che sull’acquisizione di contenuti; è compito invece della comunità offrire loro esempi di fede autenticamente vissuta. La celebrazione avrà luogo domenica 13 maggio, alle ore 11,45 e dovrà essere preparata bene per coinvolgere anche i genitori, per questo il parroco sollecita i presenti ad aiutare la catechista durante la cerimonia. Per l’occasione, parte dei canti sarà scelta dai bambini.

3. Assemblea parrocchiale Don Paolo anticipa che proporrà nelle assemblee parrocchiali dell’U.P. alcuni temi tratti dal testo programmatico di papa Francesco Evangelii Gaudium, in particolare: • la missionarietà come paradigma della pastorale • e lo stile accogliente della comunità, che non discrimina , ma è aperta al territorio. Su questi aspetti sarà sollecitata la riflessione con alcune domande, nella speranza che escano nuove proposte, espressione anche delle diverse realtà parrocchiali. L’assemblea di Roncina si svolgerà il 29 aprile con questo programma: • Santa Messa , h.11,45 • Pranzo comunitario • Assemblea e introduzione di don Paolo, h.14,30 circa • Gruppi di lavoro suddivisi in base alle persone presenti. Alessandro e Cinzia fanno notare che la data scelta coincide con il ponte festivo del 1° maggio e che può influire sulla partecipazione dei fedeli, ma non ci sono alternative, considerati gli impegni del parroco. 4. Proposta di Alberto Roberta sintetizza la proposta che Alberto aveva presentato nel C.P. del 12 gennaio e chiede se qualcuno dei presenti ha dei nominativi da segnalare per il censimento delle persone fragili o disabili della nostra parrocchia; nessuno però ha svolto per ora delle indagini in tal senso . Dopo aver cercato di chiarire meglio la condizione di fragilità, il C.P. decide di riflettere su questa proposta, che Alberto potrebbe presentare anche durante i lavori dell’assemblea parrocchiale. 5.Varie a) Luca espone il problema del ciclostile della Parrocchia, che, pur essendo quasi nuovo, richiede frequenti interventi di manutenzione perché è usato poco. Don Paolo consiglia di utilizzare quello di Regina Pacis, pagando la carta impiegata. b) Il Parroco informa il C.P. che sarà assente per un mese dal 4 giugno al 4 luglio e poi alla fine di agosto. Se don Ennio dovesse assentarsi nello stesso periodo, occorre trovare un sostituto. Conclusi gli argomenti previsti, la seduta si conclude alle 22.30, dopo la preghiera finale. Roberta

37


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

CONSIGLIO PASTORALE CODEMONDO Presenti: Mariachiara, Claudia, Mariapia, Alfredo, Rina, Sergio, Rita, Cristina, Don Paolo. Verifica del periodo quaresimale e del triduo di Pasqua. Il ritiro spirituale di domenica 10 marzo adulti UP e giovani up ha visto la partecipazione di molti. Le baby sitter hanno fatto si che anche famiglie abbiano potuto partecipare, anche i giovani hanno partecipato. Le famiglie si sono fermate a pranzo si lamenta che le famiglie di Codemondo sono quasi assenti. L’accoglienza sta nell’esserci. Don Paolo riferisce che le famiglie delle altre parrocchie ci trovano accoglienti. Le Lectio zonale con Don Carlo Pagliari sono state molto partecipate e si è vista la partecipazione anche di una ventina di giovani.

quindi alcune famiglie hanno dovuto scegliere, ma la diversità di celebrazione non permette l’unione dei due eventi. Sabato Santo si è vista la mancanza dei giovani nella veglia di resurrezione, qualcuno ha chiesto il perché il triduo finisce prima di cena e non dopo la liturgia sabato Santo. La liturgia penitenziale è stata nulla, nessuno ha partecipato, forse anche a causa della poca pubblicità. Don Paolo ricorda i prossimi appuntamenti da segnare in agenda: Week End dell’EDUCAZIONE con inizio il 20 aprile dove Don Carlo Pagliari ci parla dei Giovani, il 21/04 Ciri ci presenta il progetto, il 22/04 i ragazzi (missionari KM0) che vivono insieme a Codemondo ci presentano la loro esperienza. Tutti dovremmo prenderci a cuore i giovani e progettare insieme come agire e cosa organizzare per questi Giovani il futuro della nostra comunità. E’ stato deciso che il 3 giugno dopo la messa si terrà l’assemblea parrocchiale: partiamo da una riflessione di Papa Francesco (come essere più missionari) e scegliere il nostro stile (lo stile della comunità) accoglienza inclusiva (dalle 11 alle 13 a seguire pranziamo insieme con ciò che ognuno porta) Don Paolo ci farà avere il materiale per riflettere ed essere già attivi il giorno dell’assemblea.

Sergio ha fatto un riepilogo del consiglio economico che a seguito di un’assemblea si è deciso di non sistemare tutto il tetto ma volta x volta si sistema ciò di cui necessita, anche le campane non verranno sistemate perché non vengono suonate a braccio. Le fogne sono Giovedì Santo i giovani Up che hanno partecipato al ancora un argomento aperto ma che comunque comtriduo hanno colorato di gioia la celebrazione, la chiesa portano molto lavoro. di San Bartolomeo era piena e tutto i è svolto come Gesù ci ha insegnato con amore e attesa.. attesa degli Cosa facciamo nella canonica in basso il prossimo eventi (la lavanda dei piedi… ognuno ha aspettato il anno? (né discuteremo durante l’assemblea) a) Accogliamo sempre dei giovani universitari metsuo turno e si è svolta con l’umiltà del gesto che si voletendo in chiaro che accettiamo giovani con motivaziova ripetere, il mettersi a disposizione del prossimo…). ni cristiane che vogliono relazionarsi con la comuniVenerdì Santo tà, che volgiono continuare il loro percorso spirituale, La via crucis del venerdì Santo preparata dai giovani mettendo in chiaro che 1 volta al mese devono parteha riempito le strade di San Bartolomeo con Musica e cipare alla cena comunitaria dopo la messa del giovedì. Riflessioni , si sono viste famiglie e giovani delle varie b) facciamo emergenza freddo? parrocchie dell’unità Pastorale. c) Donatella Riccò conosce una famiglia che ha biLa via Crucis del venerdì pomeriggio ha visto la parsogno di un alloggio. tecipazione di una 50 di bambini con un buon numero di genitori al seguito, Mariachiara ha detto che è stato I rosari del mese maggio saranno sempre come l’anno un appuntamento da vivere, da rifare La celebrazione delle 15 a Codemondo con il Diaco- scorso e l’ultimo mercoledì del mese di maggio ci sarà no Giorgio è in corrispondenza di quella dei bambini la messa all’oratorio di via del Quaresimo.

38


Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli

CALENDARIO PASTORALE MAGGIO 2018 MARTEDI 1: MESE DEL ROSARIO GIOVEDI 3: ore 20,45 Consiglio Missionario Diocesano SABATO 5 ore 8,45 Incontro con i diaconi UP Ore 15: Incontro equipe liturgica UP a San Bartolomeo Ore 9-17 I libri Sapienziali e il Cantico dei cantici con Maria Soave Buscemi (Coviolo) Ore 17 Convegno di POLLICINO a San Bartolomeo DOMENICA 6 Inizio settimana Comunitaria 2000 UP a Coviolo Ore 11 prima eucarestia parrocchia Spirito Santo Ore 11,15: Battesimo e Cresima dei catecumeni a san Bartolomeo ORE 15: Incontro coordinamento Pastorale Universitaria Ore 17: incontro progetto cammino formativo fidanzati Ore 18,30: Incontro catechisti matrimoniali, battesimali, catecumeni UP: Tema: la formazione agli adulti nell’Unità Pastorale (Oratorio Regina Pacis) LUNEDI 7: ore 17,30 Studio biblico per adulti UP (Regina Pacis) a tutti)

Ore 19,30 incontro di preghiera cristiani LGBT a Regina Pacis (aperto

MERCOLEDI 9: Ore 20,30 Messa a san Bartolomeo e cena comunitaria GIOVEDI 10: ore 21 Veglia e confessioni genitori 1 Eucarestia di Regina Pacis e Roncina (a Roncina) VENERDI 11: ore 21 incontro formazione Caritas UP a Roncina SABATO 12: Ore 15 festa di chiusura del catechismo a San Bartolomeo – Codemondo Ore 15: confessione bimbi della prima Eucarestia di Roncina Ore 19: messa Lupetti Reggio 4 DOMENICA 13: Ore 11,45 prima eucarestia a Roncina Ore 17 incontro gruppi 2-3 media UP a san Bartolomeo Ore 18: cresime in Duomo con i cresimandi adulti di Regina Pacis LUNEDI 14: ore 17,30 Studio biblico per adulti UP (Regina Pacis) Ore 21: formazione Capi Scout Reggio 4 MARTEDI 15: ore 20,45 I MARTEDI TEOLOGICI – IL CAMMINO DELLA CHIESA DELLE UNITA’ PASTORALI (con don Valentino Bulgarelli-Bologna) Presso l’oratorio di Regina Pacis

39


INSIEME MAGGIO 2018 Mensile

GIOVEDI 17: ore 19 messa a Codemondo e cena comunitaria VENERDI 18 Ore 21: incontro Catechisti UP – progettazione percorsi prossimo anno Ore 21: incontro cresimandi genitori e padrini della Cresima parrocchia Spirito Santo SABATO 19: Ore 15 confessione bambini prima eucarestia di Regina Pacis Ore 17,30: incontro educatori 1-3 media UP a Codemondo DOMENICA 20: PENTECOSTE – SAGRA PARROCCHIA DELLO SPIRITO SANTO Ore 10,30 prima Eucarestia a Regina Pacis Ore 11 cresime parrocchia Spirito Santo Ore 20,45: Veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia e ogni forma di discriminazione LUNEDI 21: ore 17,30 Studio biblico per adulti UP (Regina Pacis) GIOVEDI 24 – DOMENICA 27: SAGRA DI REGINA PACIS GIOVEDI 24: ore 18,30 Messa d’inizio sagra di Regina Pacis ORE 20,45: Veglia di preghiera sul tema di Madeleine Delbrel VENERDI 25: ORE 21 Conferenza e dibattito nella sagra di Regina Pacis: Via semplice e stretta. L’insolito del cristiano di Madleine Debrel” con Dr. Edi Natali Ore 20: Assemblea di Zona Scout SABATO 26: Festival Coesione Sociale a Reggio Emilia Ore 13: Condivisione educatori UP a Regina Pacis Ore 15: Spettacolo dei bambini in Chiesa a San Bartolomeo Ore 19,30: Ceniamo insieme al ristorante della sagra DOMENICA 27: GIORNATA DI CHIUSURA CATECHESI UP ore 10,30 Messa solenne di chiusura ella sagra di Regina Pacis Ore 11,15 Messa e Assemblea parrocchiale a San Bartolomeo LUNEDI 28: ore 21 CONSIGLIOPASTORALE UP a Roncina. Tema: la formazione nelle comunità MARTEDI 29: ore 21 formazione capi Scout Reggio 4 (formazione biblica) MERCOLEDI 30: giornata di verifica con i missionari Km 0 a Roncolo GIOVEDI 31: ore 9 Assemblea del clero tradizione

20,45 Chiusura del mese di maggio in tutte le parrocchie conforme la

40


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.