MENSILE UNITA’ PASTORALE REGINAPACIS RONCINA SPIRITO SANTO – GIUGNO 2015
“EDUCARE I GIOVANI ALLA FEDE” E’ stato questo il titolo della relazione del prof. Pier Paolo Triani all’incontro regionale degli assistenti ecclesiastici Agesci tenutosi a Bologna lunedì 18 maggio. Un tema sempre molto stimolante per coloro che sono tutti i giorni a contatto con i giovani e che desiderano annunciare loro il Vangelo. Triani faceva notare che dal punto di vista formativo la condizione giovanile è piuttosto critica. Si nota infatti, anche tra i giovani che frequentano le parrocchie, una scarsa conoscenza della Bibbia, accompagnata da una scarsa frequenza della messa domenicale e di una generale resistenza alle proposte specifiche del vissuto ecclesiale. I giovani probabilmente, non sono interessati ai problemi religiosi così come li presentiamo a loro. In realtà, si tratta di una generazione non cristiana o, per dirla alla Matteo Armando, sono la prima generazione incredula. Si tratta di una generazione secolare, post cristiana. Al di là del dibattito degli studiosi, troviamo alcune costanti nel vissuto religioso dei giovani oggi che per il prof Triani sono le seguenti: 2. Erosione dell’appartenenza sociale alla fede cattolica, ma in generale un’erosione di appartenenza alle istituzioni religiose. Alla domanda: credi? Tra i giovani del nord Italia hanno risposto affermativamente il 42%, mentre nel Sud Italia il 55%.[...] [CONTINUA A PAGINA 12]
Le pastorali sociali in Brasile: servizio alla persona e stimolo per la comunità La Dottrina Sociale della Chiesa cattolica ci spinge a mantenere vivo l’interesse per le questioni sociali che preoccupano l’intera umanità. Problemi complessi, diversificati a seconda delle culture nelle quali si inseriscono, alcuni non di facile soluzione. Qui in Brasile sono note e conosciute le lotte per la terra, per il rispetto delle culture ed etnie locali, per i bambini e adolescenti che si trovano in una situazione di rischio, per la dignità della donna, per i diritti umani. Sin dai tempi della invasione e colonizzazione (termini che ho imparato a sostituire a quelli sbagliati di scoperta ed evangelizzazione) dell’America Latina, un processo inarrestabile e di non facile controllo ha prodotto forme nuove di leggere la realtà e di affrontare quelle che conosciamo come “questioni sociali”. Da questo scenario multiculturale, multietnico, multi religioso sono nate le premesse che hanno determinato le necessità del sorgere delle Pastorali Sociali. Acqua, terra, diritti umani, difesa dei più deboli (bambini, donne e anziani) sono alcune di queste necessità. Pastorale della Terra e dell’Acqua, Pastorale dei Bambini, Pastorale del Minore, Pastorale della Salute, Pastorale Carceraria, Pastorale della Donna Marginalizzata, Pastorale degli Abitanti di strada, Servizio di Pastorale degli Immigranti, Pastorale dei Nomadi, Consiglio Pastorale dei Pescatori, Pastorale degli Operai, Pastorale Afro-Brasiliana, Pastorale dell’AIDS compongono il nutrito gruppo delle Pastorali Sociali in Brasile. Mi limiterò, qui, a dirvi cosa sono, quale missione incarnano queste pastorali e, per quelle presenti nella maggior parte delle Diocesi brasiliane, cosa fanno; riservandomi un altro momento per presentarvi la realtà della Diocesi di Ruy Barbosa e le Pastorali Sociali che sono presenti in essa. Per la Chiesa Brasiliana, ma vale per la Chiesa tutta (sebbene con le proprie particolarità), il servizio alla carità è una irrinunciabile espressione della sua propria essenza di Chiesa. Possiamo dire che le Pastorali Sociali sono l’espressione di questa carità nelle molteplici situazioni nelle quali la vita umana è minacciata. Ci ricorda la Gaudium Et Spes che le gioie e le speranze, le tristezze e le angustie degli uomini e donne di oggi, soprattutto dei poveri e di tutti quelli e quelle che soffrono, sono anche le gioie e le speranze, le tristezze e le angustie dei discepoli e discepole di Cristo. In questo modo i vari servizi offerti dalle Pastorali Sociali vogliono essere una sequela a Gesù Cristo nel modo che Lui stesso insegnava ai suoi apostoli: farsi carico degli ultimi, dei più marginalizzati ed esclusi dalla società. Andare a cercare chi si è perduto, mettersi a servire “chi ha bisogno del medico”, sporcarsi le mani con delle persone che posseggono un volto, una storia, un progetto di vita. Da questo possiamo capire come le Pastorali Sociali sono pastorali “di conflitto” perché agiscono nel mezzo di situazioni conflittuali e con persone che vivono quotidianamente questi conflitti. Le strutture di morte e di peccato sono il terreno d’azione privilegiato di queste pastorali che, senza atteggiamenti neutri, aggressivi e violenti (ma nemmeno passivi e trionfalisti), investono sulla relazione con le persone, una relazione che si basa sull’amore come frutto della
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misericordia, della giustizia e della pace che viene da Gesù Cristo. Qualche tempo fa lo stesso Francesco, vescovo di Roma, inviava un messaggio alla Chiesa del Brasile che si è trasformato in uno slogan molto pungente: “Nessuna famiglia senza Terra, senza Casa, senza Lavoro”. Terra, casa, lavoro sono diritti sacri di ogni persona. Le Pastorali Sociali agiscono nelle comunità, con le persone, per affermare , conquistare e proteggere questi diritti. In una società come quella brasiliana, dove molti sono ancora esclusi da un livello di vita che permetta il rispetto dei diritti elementari (sanità, educazione, sport, cultura e divertimento) la missione delle Pastorali Sociali rispecchia quella di Gesù: lottare, soffrire, essere perseguitati per difendere la vita umana, per rivendicare diritti sostanziali, per mettersi dalla parte dei più deboli ed emarginati con la convinzione che di essi è il Regno dei Cieli. PASTORALE DELLA TERRA E DELL’ACQUA: È la principale Pastorale Sociale presente nella Diocesi di Ruy Barbosa. Sono molti gli ambiti di cui si occupa; tra i più importanti: La Riforma Agraria, la gestione dell’acqua, il lavoro sottopagato e schiavo, la condizione della donna contadina, le questioni dell’ambiente e dell’ecologia, la difesa dei diritti umani e la formazione etica e civica delle persone, la tutela delle popolazioni locali: indigeni e quilombolas (negri di origine africana). Il problema della Riforma Agraria è molto antico e di difficile soluzione. Problema politico! Varie ondate di colonizzatori stranieri (portoghesi, italiani, olandesi, francesi, cinesi, giapponesi e polacchi) hanno fatto fortuna con le terre brasiliane. Molti di loro, insieme a ricchi proprietari brasiliani, usavano, e usano tutt’ora, il sistema del “grilagem” (che consisteva nel collocare in bauli o cassetti chiusi per vari giorni, documenti di proprietà del terreno falsi e appositamente redatti con date molto antiche. Insieme ai documenti venivano introdotti tipi di larve o grilli che rendevano giallognoli i fogli dando l’impressione di essere veritieri e antichi). Ancora oggi in Amazzonia questo sistema illegale è usato per appropriarsi di terre pubbliche con finalità speculative e di sfruttamento delle risorse naturali. In questo modo il Brasile si è conquistato uno dei primi posti in materia di distribuzione disuguale della terra (e delle ricchezze....). Accanto a migliaia di persone senza terra troviamo famiglie di ricchi latifondisti che possiedono territori vasti come il Belgio o l’Emilia Romagna. La CPT-A affronta questo problema aiutando le persone che invadono la terra in funzione di poter riceverne un pezzetto per coltivare e costruire la casa. Due forme di azione: accampamenti e assentamenti. Accampati sono quelli che entrano in terre di altri e iniziano il processo, lungo e doloroso, per arrivare ad ottenere la proprietà. Assentati sono coloro che hanno già ottenuto dall’INCRA (Organo del Governo Brasiliano che si occupa della colonizzazione agricola) il diritto di poter rimanere sulle terre. La CPT-A aiuta, accompagna le pratiche ed i processi offrendo i servizi gratuiti di un avvocato competente su queste questioni. La gestione dell’acqua. Altra situazione molto delicata e pericolosa. L’acqua del Brasile fa gola a molti. L’acquifero “Guarani” è il secondo più grande serbatoio di acqua dolce del mondo. Passa sotto a otto (dei ventisei) stati della federazione brasiliana continuando in Argentina, Uruguai e Paraguai. Possiede una estensione di 1.200.000 Km²! Da 2.500 anni soddisfa le esigenze della popolazione brasiliana. Ma non è solo questo l’ “oro azzurro” che il continente giallo-verde possiede. Dalle nostre parti il fiume São Francisco passa per 5 stati della federazione e per 521 municipi. È il quinto maggior affluente del Brasile con 3.180Km. Nello Stato della Bahia il fiume forma una ripresa (nel comune di Sobradinho) che genera
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energia elettrica per migliaia di persone. Molti pescatori vivono grazie alla presenza del fiume che, sin dal governo Lula, è stato oggetto di dispute politiche legate al progetto di trasposizione del proprio letto. Un progetto faraonico che finirà per beneficiare i ricchi proprietari terrieri. Pescatori e popolazioni indigene stanno soffrendo per queste decisioni politiche che smuovono ingenti somme di denaro. La CPT-A sempre si è opposta a questo progetto. Anche nella nostra Diocesi sono state fatte manifestazioni, campagne, incontri per impedire la trasposizione, ma non sono serviti. Neanche lo sciopero della fame del vescovo Luis Cappio della Diocesi di Barra ha prodotto effetti. Aveva costretto il presidente Lula a sospendere i lavori, poi ricominciati a ritmi velocissimi per recuperare il tempo perduto. PASTORALE DEI BAMBINI: offre sostegno alle donne incinta e mamme con corsi di allattamento, igiene, preparazione di alimenti per neonati, tecniche e posizioni per il sonno, per mangiare.... Riceve un aiuto dal Governo Federale del Brasile e da alcune campagne in collaborazione con il Governo (raccolta degli scontrini fiscali) e da Imprese Pubbliche e Private (COELBA – energia elettrica – che dona una piccola percentuale detratta dalle bollette della luce). Si occupa di neonati e bambini fino ai sei anni di età. PASTORALE DEL MINORE: nata per cercare di contrastare le atrocità commesse su bambini e adolescenti nella città di San Paolo e periferia negli anni sessanta, passa a diventare una delle pastorali sociali più influenti, insieme alle due descritte prima. Si organizza sul territorio nazionale con lo stesso sistema della Conferenza Episcopale del Brasile (CNBB); in Regionali e Regioni. Si occupa di bambini e adolescenti in situazione di rischio dai sette ai diciassette di età e rispettive famiglie, di formazione per agenti di pastorale eletti nei Consigli di Diritto (una bella e unica realtà del Brasile della quale vi ho già raccontato qualcosa) e accompagna i percorsi giuridici (leggi, regolamenti, sentenze) e socioeducativi (internamento in case di recupero) per i minori che hanno commessi crimini punibili ai sensi di legge. Gianluca Guidetti, missionario laico in Bahia /Brasileo
IL SILENZIO CHE UCCIDE: serata sulla situazione del Congo E’ stata bellissima, anche se drammatica, la serata sulla situazione del Congo svolta mercoledì 13 maggio, in una delle sale dell’Oratorio di Regina Pacis, dove alcuni amici congolesi hanno motivato l'affermazione del tema della serata: il silenzio che uccide. Sono più di dieci milioni le vittime di anni di sfruttamento e di guerre. Il motivo è la grande ricchezza del sottosuolo congolese che attira gli avidi interessi dei paesi occidentali, tra i quali anche l’Italia. Nessuno parla, perché si vogliono mantenere gli interessi economici sul paese del Congo. Diceva Einstein negli anni ’40 del secolo scorso che, chi avrebbe preso il Congo avrebbe dominato il mondo. Albert Einstein affermava ciò perché era a conoscenza delle grandi ricchezze di materie prime del sottosuolo congolese. Non si trova, infatti, solamente il tanto desiderato coltan, materiale con il quale vengono fatti i cellulari (80% del coltan del mondo si trova in Congo), ma anche oro, diamanti, argento, petrolio. E che dire poi del caffè, cotone, olio di palma, gomma, zucchero, corteccia di china e tanti altri frutti di una terra fertilissima. E allora, se tanti congolesi sono fuggiti in Europa è perché gli europei sono andati in Congo a depredare tutto quello che potevano, lasciando il paese in una situazione invivibile. Per questo si tace e non si trova nulla della devastazione in atto nei giornali occidentali. Serate come queste servono a coscientizzare l'opinione pubblica, a sostenere le campagne in favore dell'autonomia del popolo congolese e, soprattutto ad uscire da una mentalità colonizzatrice e sentire un poco il peso della responsabilità di abitare una cultura aggressiva, che non ha molto rispetto per le diversità. I relatori hanno anche parlato del dramma che sta avvenendo sul territorio congolese della violenza sulle donne. Migliaia di donne sono state stuprate e il silenzio del mondo occidentale continua. Viene da chiedersi: che cosa deve accadere ancora in questa bellissima terra congolese per fermare questa aggressione? Don Paolo Cugini
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Campeggio superiori Ecco lo sapevo. Ho perso il foglio su cui avevo scritto la presentazione del campeggio… Non ho la più pallida idea di dove possa essersi infilato, o forse è finito diretto nel bidone della carta. Ah dovrò riiniziare da capo, sperando di non dimenticarmi metà delle cose che devo dire. Magari inizio scrivendo che siamo a Passignano sul Trasimeno, Locanda del Galluzzo, che è proprio vicino al lago Trasimeno, che però forse non ha senso scriverlo tanto si capisce, se è SUL Trasimeno. Boh, io lo scrivo che non si sa mai. Meglio mettere subito che il campeggio è per tutti i ragazzi delle superiori, dalla 1a alla 5a. O è meglio metter prima la data? Sì meglio metter subito la data, quindi dal 2 al 9 Agosto, Passignano sul Trasimeno. Quello vicino al lago. Poi il posto è bellissimo, casa autogestita e indipendente con anche possibilità di piscina. Ma se lo scrivo poi fa molto agenzia di viaggi… Oh, però la piscina c’è, e le colline Umbre anche. Poi si va anche a fare un giro sull’isoletta in cui san Francesco si ritirava a pregare in quaresima. Che, mica scemo, sceglieva dei gran posti! O forse è meglio dire il tema del campeggio… no però visto che sarà un tema particolare non ha senso rovinare la sorpresa ai ragazzi, qui meglio scrivere le informazioni per i genitori. Che poi tutti, e dico tutti, gli anni si è titubanti, “ma ce lo mando o no mio figlio/a?”, e poi tutti gli anni i ragazzi sono entusiasti dopo il campeggio e non vedono l’ora di farne un altro, poi ci si dimentica, di nuovo in forse l’anno dopo… No no quest’anno tutti presenti. Che manca? Che siamo sul Trasimeno direi si sia capito. Dal 2 al 9 agosto. Si era capito anche questo. Ah beh, che le iscrizioni chiudono il 1o Luglio!! Non mancate!! Per dettagli e volantino: www.parrocchiareginapacis.net
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ORATORIO QUOTIDIANO: DOPOSCUOLA E GIOCO Il 14 maggio termina l’esperienza oratoriale nei nuovi locali della nostra parrocchia. In questi sette mesi molti bambini delle scuole elementari (alcuni anche di prima media) del quartiere hanno usufruito di un aiuto nel fare i compiti e di spazi per il gioco; hanno imparato a conoscersi, a studiare giocare insieme. Naturalmente ci sono state difficoltà sia nel mantenere l’attenzione durante i compiti che nel mantenere la calma durante i giochi ma, grazie all’aiuto di tutti i volontari che in questi mesi hanno prestato servizio e alla costante presenza di don Paolo, sono cresciuti anche il rispetto e la condivisione e si sono creati nuovi legami tra i bambini. Qualche dato: - le ore dedicate ai compiti sono state 117 e quelle dedicate al gioco 156 - gli insegnanti che hanno partecipato a questa esperienza in oratorio sono stati 10 (oltre a quelli che hanno fatto il doposcuola c/o la scuola Dante il mercoledì) - i giovani che hanno aiutato sono stati più di 40 nei sette mesi. Il team di coordinamento sta già pensando come affrontare il prossimo anno scolastico sia dal punto di vista del servizio offerto che da quello più strettamente pastorale: questo è stato infatti un “anno zero” che ci ha permesso di capire meglio in quale modo proseguire in questa esperienza. Un grazie di cuore a Giuseppe che dal bar ha sfamato e dissetato i bambini (e offerto caffè agli adulti!); a lui i bambini si sono particolarmente affezionati anche per la sua generosità! Grazie a tutti e… buone vacanze!
GREST A REGINA PACIS... L'estate si avvicina e con l’estate oltre alla fine della scuola , i bagni al mare e i quintali di gelato si avvicina ovviamente anche il Grest. Sono già state fatte, infatti, due delle cosiddette "giornate -lavoro" dove, tra chiacchiere per conoscerci meglio e tante risate, ci impegniamo a costruire scenografia, striscioni e tutti quei materiali necessari a rendere questo Grest "mostruosamente bello"! Come alcuni di voi già sapranno il cartone scelto per quest'anno è, infatti, "monsters&co", con protagonisti appunto dei mostri e nel quale è affrontato con simpatia il tema di superare le paure che ognuno di noi, bambino o adulto che sia, ha. Ci stiamo inoltre concentrando sui laboratori, che quest'anno sono: calcio; basket; pallavolo; roller e sport; danza; cucina: fashion style e braccialetti; mani abili, teatro e musical, missioni impossibili e infine pittura e fotografia, per poter così proporre idee originali e divertenti . volevamo infine ringraziare tutti coloro che anche quest'anno hanno accolto con entusiasmo la proposta di iscrivere i propri bambini al Grest, come dimostrano i tantissimi volantini che siamo riusciti a distribuire il mese scorso e le
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iscrizioni che, seppur appena cominciate, hanno già portato ottimi risultati! Noi continuiamo a lavorare con entusiasmo e determinazione con la speranza di far passare ai vostri bambini due splendide settimane!
TORNEO DI CALCETTO AL GELSO L'associazione CUORE RAGAZZI DI STRADA in collaborazione con ORATORIO REGINA PACIS ha organizzato domenica 17 maggio un torneo di calcetto al parco del Gelso. L'idea è sorta per dare continuità al lavoro di avvicinamento dei ragazzi del Gelso e per far sentire la presenza della chiesa. E così quello che sino a l'anno scorso era un sogno nel cassetto è divenuto realtà, Il pomeriggio è stato stupendo. Oltre agli organizzatori e i tanti bambini e ragazzi, è stata significativa la presenza di alcuni genitori della parrocchia. Sarà certamente un pomeriggio che passerà alla storia. Mai, infatti, in passato un'entità aveva osato tanto. Per noi è stato un modo di mettere in pratica le parole di Papa Francesco quando parla della chiesa in uscita. Del resto l'oratorio lo stiamo impostando proprio su queste indicazione, vale a dire non territorio chiuso, ma spazio aperto per tutti. Molti dei bambini e dei ragazzi del Gelso sono frequentatori abituali dell'Oratorio di Regina Pacis.
DI RITORNO DAL SAN GIORGIO Lo scorso aprile, nei giorni 24, 25 e 26, si è svolto un evento scout molto bello e importante chiamato San Giorgio in onore al santo patrono degli scout. Quello che rende quest'evento così particolare e interessante è che non coinvolge solo uno o pochi gruppi, ma tutti i gruppi della zona di Reggio Emilia, nello specifico il reparto di ogni gruppo, ovvero i ragazzi dai 12 ai 16 anni. Anche il nostro reparto ha partecipato a questo momento così bello... e ne è tornato a casa decisamente molto arricchito! Infatti è stato veramente interessante avere la possibilità di ampliare i nostri orizzonti e vedere e conoscere altri reparti: avere la possibilità di confrontarci e osservare modi diversi di fare le cose ci ha dato molte idee e ci ha anche caricato parecchio! I primi due giorni dell'evento non li abbiamo passati tutti insieme ma gemellati con un altro reparto, noi con il reparto del gruppo Poviglio-Boretto: sono stati due giorni stupendi e intensi, durante i quali i nostri ragazzi hanno fatto molte attività tra cui delle costruzioni molto belle, completamente progettate e realizzate da loro. Inoltre le attività dei primi due giorni sono state quasi completamente ideate, organizzate e gestite non dai capi ma dai ragazzi più grandi. Infine l'ultimo giorno tutti i reparti della zona di Reggio Emilia si si sono riuniti, al parco della Biasola, a Rivalta: la giornata è iniziata al mattino con la celebrazione tutti insieme della Messa, ed è poi continuata con giochi e attività fino al pomeriggio. I nostri ragazzi sono tornati a casa decisamente entusiasti da questa esperienza, durante la quale hanno stretto anche bei legami e fatto nuove amicizie, e anche noi capi siamo stati contenti di aver partecipato a quest'evento che ci ha mostrato una dimensione più ampia e allargata dello scoutismo.
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La prima riconciliazione a Regina Pacis... La prima Confessione è da sempre il sacramento più temuto dai bambini: trovarsi lì a faccia a faccia con il Don, cercare di capire cosa confessargli e recitare l’Atto di Dolore per espiare i peccati è difficile per un adulto figuriamoci per un bambino! Nella parrocchia di Regina Pacis, questo rito non esiste più. Quest’anno, noi catechisti di terza elementare, aiutati e formati dai Don, abbiamo voluto rivoluzionare il sacramento e portare così la ventata di aria fresca e innovazione, introdotto ormai quasi 40 anni fa da Paolo VI, partendo dal nome e chiamandolo il sacramento della Riconciliazione (e sono sicura che penserete che non sia un gran cambiamento). Quando si pensa alla confessione la prima immagine che viene in mente è quella del peccato da confessare, mentre se riflettiamo un attimo la prima immagine che risalta nella riconciliazione è quella del perdono e quindi di un gesto pieno di amore da parte del Padre. Fin dall’inizio dell’anno noi catechisti abbiamo cercato di comunicare ai bambini e ai genitori l’immagine del Padre che abbraccia e perdona. È stata una crescita anche per noi: cambiare la nostra idea sulla riconciliazione non è stato semplice, ma per i nostri bimbi faremmo questo ed altro. Dopo questa lunga premessa arriviamo dunque alla giornata del 9 Maggio 2015, giornata della prima riconciliazione. Il pomeriggio, dopo lunghe riflessioni, è stato organizzato come una penitenziale, ovvero come un esame di coscienza itinerante nel quale i bambini, divisi in gruppi guidati da uno o due genitori, si sono confrontati con i personaggi delle parabole del Buon Samaritano e del Figliol Prodigo, affrontati durante l’anno e rappresentati da un catechista. Ciascun bambino aveva un quaderno dove venivano stimolati a riflettere sui comportamenti avuti dai personaggi rapportati alla loro vita di tutti i giorni. I bambini dovevano quindi giravano all’interno della chiesa, aiutati da un sottofondo di preghiera del coro dei genitori. Concluse le sei tappe, simbolo anche della vita trascorsa, i bambini erano pronti a ritornane nell’amore del Padre e quindi si avvicinavano dal Don. Davanti a ciascun Don che confessava è stata posta l’immagine di Gesù che abbraccia un bambino, e per far sì che quest’immagine rimanesse impressa nei loro curi e abbiamo chiesto ai Don di abbracciare i bimbi dopo avergli fatto recitare questa preghiera, una parte del salmo 24 (abolendo l’Atto di dolore e non collimava con il ritorno nell’amore del Padre): “Ricordati, Signore, del tuo AMORE che è da sempre. Non ricordare i miei peccati: Ricordati di me nella tua misericordia, Per la tua bontà, Signore!” Per concludere questo pomeriggio e questo sacramento abbiamo fatto scrivere ad ogni bambino su di un cartellone bianco, come il loro cuore dopo la riconciliazione, un ringraziamento. Il loro cuore semplice ha tirato fuori: “Grazie, Gesù, per avermi aperto il cuore rivelando i miei peccati”, “Grazie, Signore, che mi hai perdonata. Aiutami ad essere brava e buona sempre”, “Dio, grazie che quando sbagliamo tu ci perdoni”, “Grazie Gesù per avermi fatto nascere, per avermi dato una casa e una famiglia. Ti voglio bene”
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Il ricordo della Giornata è stato un crocifisso bianco simbolo della veste candida che hanno indossato il giorno del loro battesimo. Come si usa per le giornate memorabili, tutto si è concluso con una splendida festa!
Resta con noi Signore, perché si fa sera Grande festa domenica 17 maggio a Regina Pacis. Cinquantotto bimbi hanno ricevuto il dono più grande: l’EUCARISTIA. E’ stato un cammino durato tre anni durante il quale li abbiamo visti crescere, cambiare, giocare, porsi delle domande, riflettere, pregare. Per il nostro percorso di catechesi sono state utilizzate varie metodologie. Ogni incontro è sempre iniziato con la lettura di un brano della Parola di Dio; poi, a seconda delle esigenze, si è proseguito con la catechesi attraverso l’arte, il laboratorio di icone, il disegno, il ritaglio, la visone di filmati, la drammatizzazione, il canto, la lezione frontale. Questo modo di lavorare ha permesso a tutti di esprimere al meglio le proprie potenzialità. Sono stati coinvolti anche i genitori che hanno ben risposto al nostro progetto. Hanno partecipato ad una domenica pomeriggio insieme, alla messa celebrata alla conclusione del ritiro spirituale tenutosi presso il convento dei frati cappuccini ed hanno animato, insieme ai bambini, la veglia in preparazione alla S. Messa di Prima Comunione. “Resta con noi Signore, perché si fa sera”. Questa frase tratta dal brano dei discepoli di Emmaus del Vangelo di Luca è stata messa nella prima pagina del libretto della celebrazione. “Perché non ti fermi con noi?” E’ molto bella questa richiesta, la richiesta di restare, di rimanere. Lo stare, il rimanere è il segno più indicativo della conoscenza. Perciò l’augurio che facciamo ai nostri ragazzi è di capire l’importanza di stare col Signore perché illumini il loro cammino, apra i loro occhi e i loro cuori alla Sua Parola.
BELLISSIMA GIORNATA A BARBIANA! Domenica 10 maggio i bambini di quinta elementare assieme ai loro genitori e catechisti hanno trascorso una bellissima giornata a Barbiana, dando un senso al lavoro svolto durante tutto l'anno. E' stato bello vedere gli spazi utilizzati da don Milani e i suoi ragazzi per fare scuola, e poi la piscina, il ponte di Luciano, la chiesa. E' stato bellissimo ascoltare dalla viva voce di Giancarlo e Michele, due testimoni di quella straordinaria esperienza, la forza e la profondità del metodo educativo di don Lorenzo. Celebrare la messa all'aperto, sotto un albero accanto alla canonica di don Milani, ha avuto un significato tutto particolare, è stato un fare memoria di Colui che è morto per noi e la cui vita e amore continua in tutti coloro che lo amano, come appunto il Priore don Lorenzo Milani. Siamo sicuri che questo percorso durato tanti mesi e, soprattutto, i contenuti nuovi assimilati, rimarrà nei nostri cuori per molto tempo.
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La domenica della famiglia Tra i vari momenti rivolti alle famiglie della parrocchia di Regina Pacis c’è “la domenica della famiglia” che propone ai genitori dei bimbi del catechismo di incontrarsi la domenica pomeriggio per condividere e accompagnare i propri figli nel cammino di fede, cercando di capire insieme a loro cosa significa diventare amici di Gesù e soprattutto per intraprendere un cammino di fede che non punta all’adesione esteriore ma che cerca di toccare il cuore e rispondere al bisogno di amore che è presente in ogni uomo. Nella domenica rivolta ai genitori dei bambini di II elementare è stata presentata l’esperienza di fede di Paola e Rossano che ci hanno testimoniato con tanto entusiasmo quanto l’aver incontrato nella loro vita la comunità di Regina Pacis li ha riempiti di immensa gioia. Ci hanno raccontato che pur non essendo nati e cresciuti nella nostra città, quando grazie al cammino di catechesi dei figli, hanno iniziato a frequentare la parrocchia, hanno fatto nuovi incontri che hanno colmato quel desiderio presente nel loro cuore di una vita piena e senza fine. Gesù che è “vita” dona a chiunque lo incontra la vita con abbondanza così come la pienezza della gioia. In particolare ci hanno raccontato dell’incontro con le suore e i poveri della casa di Carità di via Rosselli, in cui la nostra Parrocchia fa servizio l’8 e il 23 di ogni mese, un luogo in cui entri pensando di fare della carità, donando un po’ del tuo tempo e aiutando chi si trova in difficoltà, perché malato o anziano ed esci capendo che sei tu quello che è stato aiutato e che hai ricevuto molto più di quello che hai donato. L’augurio che ci facciamo è che tante altre persone possano come Paola e Rossano vedere in Regina Pacis una comunità accogliente, che sa trasmettere a chi incontra la bellezza della fede , vivendo pienamente quanto detto da Gesù: “Questo vi ho detto, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
TEMPO DI SAGRA ALLO SPIRITO SANTO! Pentecoste allo Spirito Santo – Domenica 24 Maggio 2015 Entrando in chiesa, domenica mattina, poco prima dell'inizio delle solenne celebrazione, l'occhio cadeva inevitabilmente sull'altare adornato con delle splendide gerbere rosse; ma c'era anche qualche altra cosa di un viola acceso, uno zucchetto, che ad un occhio attento non poteva sfuggire e che se si fosse voltato a guardarlo, avrebbe visto una immagine altrettanto splendida: il vescovo emerito Adriano raccolto in preghiera vicino al Confessionale... Quando l'esempio tocca più di mille parole!! Un don Mario particolarmente emozionato, lo ha poi ha accolto e ringraziato, soprattutto per la paternità con cui ha esercitato il suo ministero, sia pubblicamente che personalmente. Nell'omelia il vescovo ha messo in evidenza come lo Spirito sia sceso sugli apostoli non singolarmente, ma quando erano tutti riuniti proprio come noi in quel momento; come sia necessario partire, uscire, non chiudersi, perché la Cresima, non è un punto di arrivo, ma di partenza. Ha continuato rispondendo ad una domanda che nel corso del suo ministero si è sentito fare più volte, su come aiutare i ragazzi a rimanere
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nella Chiesa: «Con la testimonianza» e la nostra prima testimonianza è proprio quella di partecipare attivamente, con passione ed entusiasmo alla Messa domenicale. Ha concluso con un sogno che non è riuscito a realizzare durante il suo ministero: avrebbe voluto che per un giorno, sulla porta di ingresso di ogni chiesa della nostra diocesi, ci fosse stata affissa questa scritta: "Domenica aperto... da duemila anni." Una frase capace di provocare una stilettata al cuore... La celebrazione è proseguita in un clima di raccoglimento particolarmente sentito, e si è conclusa con le foto di rito, con i ragazzi e le catechiste particolarmente emozionati e un don Mario felice e commosso. Nel pomeriggio si è aperta la sagra con tutte le attività organizzate dai nostri fantastici ragazzi, dalla pesca di beneficienza alla lotteria, dalle partite di calcio a quelle di pallavolo nei campi della parrocchia, il tutto allietato dalla musica del piano bar, che ci ha accompagnato anche durante la cena a base di gnocco fritto e salumi, dove le nostre donne hanno dato il meglio di loro, in un clima di gioiosa collaborazione fra adulti e giovani. La conclusione con la commedia dialettale "Chi l'ha dett?"con Enzo Fontanesi e Silvia Razzoli, capaci come pochi di tenere la scena e di far ridere, ma anche di far riflettere su come nell'era della comunicazione, emerga invece l'incomunicabilità e la diffidenza: «Una volta —ha concluso la Razzoli — bastava una parola ed una stretta di mano, tra due persone, per stipulare un contratto, oggi occorrono geometri, avvocati, notai e trecento pagine di parole scritte, e dopo tre anni sono ancora in tribunale per cercare di capirne il significato»... Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, collaborato e fatto sì che fosse una splendida Domenica! Paola Davoli Micacchi
RITORNA IL FESTINCONTRO! QUEST’ANNO PRESSO LA PARROCCHIA DI GAVASSA...
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Progressivo analfabetismo religioso. Le parole e i racconti cristiani erano più diffusi in passato rispetto ad oggi. Siamo in presenza di una forte riduzione della mediazione comunitaria. L’esperienza religiosa è considerata come un’esperienza individuale, personalista. La mediazione della chiesa è percepita come sovrastruttura convenzionale. Vale, allora, la dimensione relazionale. I giovani sospettano le mediazioni istituzionali. La fiducia nella chiesa è medio e, nelle ultime statistiche, è l’unica istituzione che non ha perso terreno. I giovani si fidano di papa Francesco. I giovani si fidano delle perone che vivono quello che dicono. Indebolimento dell’evocazione dei simboli cristiani e la trasformazione del simbolismo religioso. Irrilevanza del linguaggio cristiano. Appare sempre con maggior forza il Gesù sentimentale, così come viene presentato nelle devozioni, più che il Gesù della storia e dei vangeli. La parola Gesù non comunica più nel profondo. Ciò porta a una dimenticanza della dimensione trascendente. Ormai il tema religioso appartiene al privato.
Il prof Triani faceva notare come la domanda religiosa, nonostante tutto, permane. Le parole della fede cristiana sono parole forti che possono scuotere ancora le nuove generazioni. Occorre allora, passare dalla lettura stanca della condizione giovanile ad una concezione dinamica. Non serve a niente e a nessuno rimanere solamente sul piano delle indagini statistiche e alimentare le frustrazioni su ciò che non riusciamo più a fare con i giovani. Oggi sempre di più siamo consapevoli che la fede sia un processo che si costruisce in un tempo più lungo. La maturità religiosa si raggiunge verso i trent’anni. Oggi i ragazzi non solo vivono questo processo, ma vivono esplicitamente l’adesione alla fede come un processo aperto e dinamico. Non si accontentano più delle modalità scolastiche della trasmissione della fede, ma vogliono essere coinvolti attivamente nel cammino formativo. Quali linee di lavoro si possono indicare per raggiungere questi obiettivi? Il prof Triani ne ha indicate otto: 1. L’educazione alla fede è sempre una parola buona sulla vita delle persone. Incontro con la Parola buona. La comunità cristiana si deve porre l’interrogativo sulle modalità da mettere in atto per aiutare le nuove generazioni ad incontrare questa Parola. 2. Riporre al centro dell’azione educativa la dinamica esistenziale delle persone, del raccontare la fede. Fede non come concetto, ma fede come racconto che parla di vita e alla vita delle persone. Educare alla possibilità dei sì della fede. 3. Educarci all’apertura. C’è un rischio di chiusura su di sé che nega la possibilità stessa di riconoscere una parola altra. 4. Tema del progetto che diventa autoreferenziale. Vocazione: che cosa ti viene chiesto? Educazione all’interiorità è inseparabile all’educazione all’apertura. Conosco me stesso se mi apro all’altro. 5. Educare allo stupore. Aiutare a capire che c’è un mistero più grande. 6. Educare a fare i conti con la fragilità. Il concetto di salvezza è difficile oggi. La fragilità dell’umano. 7. Educare a sentirsi parte di una grande storia. E’ il senso della comunità, sia parrocchiale che diocesana. Necessità di uscire dalle dinamiche asfittiche del piccolo gruppetto parrocchiale. 8. Educare a leggere la vita con le parole evangeliche. E’ questo uno dei compiti principali della comunità. Mettere in grado i giovani, gli educatori, i responsabili, a leggere la propria vita a partire dal Vangelo, per fare in modo che le proprie scelte siano il più possibile evangeliche. Per rendere operativi questi obiettivi il prof. Triani indicava come fondamentali alcuni elementi. In primo luogo l’ascolto quotidiano della Parola di Dio. La comunità non potrà mai trasmettere alle nuove generazioni i contenuti di quella Parola che non conosce e non vive. In secondo luogo, occorre recuperare il valore simbolico della liturgia. E’ certamente questa una delle urgenze maggiori. Assistiamo, oggi nella chiesa, ad un ritorno angoscioso delle forme liturgiche passate, probabilmente per nascondere il vuoto religioso. Recuperare il simbolismo liturgico che trova i suoi significati nella Parola di Dio, permette di cogliere in modo immediato il legame tra fede e vita, corpo e spirito. Il rischio, che già stiamo assistendo, è un ritorno dei ritualismi fini a se stessi, svuotati di significato e, soprattutto, scevri da qualsiasi legame con la vita. Infine, Triani indicava nella preghiera personale il cammino per una vita di donazione totale e gratuita, vita che stimola le nuove generazioni ad uscire dai cammini egoistici che incontra nella vita di ogni giorno. Don Paolo Cugini
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