Insieme maggio 2015

Page 1

MENSILE UNITA’ PASTORALE REGINAPACIS RONCINA SPIRITO SANTO – MAGGIO 2015

PASQUA, LA MISSIONE DELLO SPIRITO E IL SANGUE DEI MARTIRI Il libro degli Atti degli Apostoli, quinto del Nuovo Testamento, accompagna nelle Messe tutto il tempo pasquale, affascinando le comunità cristiane attente. Luca, autore pure del terzo Vangelo, è avvincente nel suo racconto. Dice lui stesso di aver fatto un accurato studio dei fatti. In termini semplici, potremmo dire che nel suo primo libro racconta gli eventi della vita di Gesù, e nel secondo, quelli delle prime comunità dell'epoca degli apostoli. Quanti partecipano costantemente nel tempo pasquale alle messe festive e feriali, vengono a trovarsi fra due pareti luminose: quella della Parola di Dio e quella dei segni sacramentali. Questi ultimi sono l'acqua battesimale, segno della nuova vita del cristiano, il Cero pasquale, segno di Cristo che vince le tenebre, il pane e il vino, segni del banchetto pasquale che riunisce ogni comunità nell'Eucarestia di ogni domenica. Il libro Atti degli Apostoli potremmo chiamarlo diario speciale delle giovanissime comunità dei discepoli di Gesù Cristo, da Gerusalemme ad Antiochia di Siria, dalle comunità sorte durante la predicazione e la testimonianza dell'apostolo Paolo a quelle della predicazione degli altri apostoli e discepoli. Lo stesso libro indica in modo chiaro che gli apostoli furono inviati da Gesù ed assistiti dalla forza dello Spirito Santo. Essi dunque operarono come testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea la Samaria e fra i pagani, rivestiti dello stesso Spirito. La Chiesa degli inizi è la stessa Chiesa di ogni epoca storica, fragile e santa, sospinta dallo stesso Spirito che la invia e la sostiene dentro la storia dei popoli. Primo protagonista della missione è dunque lo Spirito Santo. Lo è stato nei primi tempi e lo è tutt'ora, sia nelle ore festose, sia in quelle del martirio... [CONTINUA A PAGINA 10]


COSA DESIDERO dice chi sono Chi di noi, almeno una volta nella vita, non si è immaginato di stare al posto di un’altra persona. Se non altro per provare la sensazione di qualcosa di nuovo o per dire a se stesso: “io al posto suo avrei fatto diversamente”. Non mi sbaglierei di molto se dicessi che, in questo gioco dei desideri, le persone sceglieranno sempre situazioni che reputano migliori della propria. Penseranno di prendere il posto di persone più ricche, più influenti nella società, più osannate dai media, più “alla moda del momento”. Cosa desideriamo ci dice chi siamo e cosa vogliamo fare della nostra vita. Il desiderio che creiamo dentro di noi alimenta la volontà di un benessere, di una vita migliore. Questo è positivo quando la ricerca percorre le giuste strade, quando ci invita a guardare oltre le apparenze e noi accettiamo l’invito con tutte le sue conseguenze. Di che benessere abbiamo bisogno? Quali sono le strade che ce lo fanno raggiungere? Come sapere di star vivendo una vita migliore? Sono tutte domande che esigono risposte individuali. Non è necessario scomodare la psicanalisi, ne la psicologia per cercare delle risposte convincenti. Credo che basti un po’ di buon senso e, soprattutto, la gioia di sentirsi amati dal Signore Gesù Cristo. Per cominciare potremmo cercare di ritagliarci un piccolo momento settimanale nel quale riflettere sui nostri desideri. Posso immaginare che i ritmi di vita di giovani e adulti li da voi non siano di aiuto, ma il gioco vale la candela, come dice il dettato popolare. Una delle ultime frasi di Francesco, vescovo di Roma, è stata: “Il denaro è lo sterco del diavolo”. Aveva già detto nella sua prima Esortazione apostolica Evangelii Gaudium “No a un denaro che governa invece di servire”. Da sole queste affermazioni possono non volere dire nulla, addirittura possono irritare qualcuno visto che i soldi servono per comprare cose che necessitiamo per vivere. Però se si inseriscono queste affermazioni dentro la riflessione sui “miei desideri”, ecco che esse assumono una valore enorme e mi provocano a prendere delle decisioni, a fare delle scelte obbligate. L’argomento potrebbe continuare ad essere presentato con numerose riflessioni ed esempi. Non voglio stancare il lettor attento per cui cercherò di scendere dalla teoria alla pratica (che è sempre più veloce da essere capita anche se non sempre viene assimilata ai propri stili di vita) provando a rispondere alle tre domande poste sopra. Sono considerazioni semplici, ma al giorno d’oggi sembra che le cose più difficili da realizzare siano appunto quelle più semplici da capire. Di che benessere abbiamo bisogno? In una società che si avvicina alle piene soddisfazioni individuali (mi vengono in mente le funzioni di benessere sociale di Harsany e la teoria dei giochi di Nasch e Roels) in campo edonistico dove quasi tutto è a nostra disposizione, viene a mancare con sempre più frequenza il benessere interiore. Se io vi dicessi che “La felicità non si compra” probabilmente mi mandereste a quel paese pensando ad un concetto banale, sorpassato, infantile. Ma io posso dirvi che a quel paese ci sono già venuto. Qui in Brasile, nelle terre aride del semiarido della Bahia, ho ritrovato la semplicità nelle persone che incontro tutti i giorni e, molte (anche se non tutte) mi trasmettono una felicità che non dipende dalle cose che posseggono ne dalle informazioni che ricevono ne dalle riflessioni che elaborano con i loro cervelli. Il cuore di molta gente che abita da queste parti è, per dirla con le parole del salmista “un cuore semplice che teme il Tuo nome”. Quali sono le strade che ce lo fanno raggiungere? Dall’individuare e decidere a quale benessere aspiriamo derivano le strade che dobbiamo percorrere per ottenerlo. Scrivo all’inizio della Quaresima. Un tempo forte, carico di significati e tra tutti quello della conversione. La parola, che ci viene dal greco metánoia, non significa altro che cambiare vita. Insieme a questa troviamo altre parole che, a dire il vero, ci fanno sempre un po’ paura, non ci mettono a nostro agio (almeno all’inizio) come: rinuncia, elemosina, digiuno, spogliazione. Per non parlare poi di quelle che addirittura ci scandalizzano o ci fanno sentire ridicoli come umiliazione, annientamento, sofferenza, obbedienza, croce. A questo punto cosa faccio? Lo dico o non lo dico? Ve lo lascio immaginare? Ma sicuramente lo avrete già intuito.... Sono queste le parole da fare nostre, da vivere quotidianamente nella nostra giornata e non solo durante la Quaresima. Le parole che ci permettono di creare strade che raggiungano il vero benessere interiore. Come sapere di star vivendo una vita migliore? Consolatevi siamo quali alla fine. “Dai loro frutti li riconoscerete” e ”E mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. Le parole dette da Gesù ci danno gli indicatori di risultato. Quello che ci farà sentire meglio, quello che renderà più entusiasmante la nostra giornata, quello che avremo la voglia di coltivare nell’orto dei nostri desideri non sarà altro che una sempre maggiore somiglianza con Gesú Cristo. Dai comportamenti, dagli atteggiamenti, dai pensieri, dalle parole saremo riconosciuti come Suoi testimoni e porteremo il frutto dell’amore infinito che la misericordia di Dio sempre fará scendere dentro di noi. Gianluca Guidetti, missionario laico in Bahia /Brasileo

2


SIAMO IN GUERRA SENZA SAPERLO Da inizio anno a metà marzo in Pintadas sono stati uccisi 7 giovani e feriti altrettanti (l'intenzione era quella di ucciderli). Praticamente la media è stata di un morto o un ferito ogni settimana: tutti hanno una età compresa tra i 16 anni e i 33 anni. Sono stati uccisi nella piazza pubblica, di fronte alla chiesa durante la messa, all'uscita della scuola e nei bar della città. Arriva una moto con due persone incappucciate e una di loro spara a vittime predestinate. Si tratta di giovani legati al traffico di droga. Per la maggior parte sono neri e poveri. Si parla di veri e propri gruppi di sterminio e di una lista di almeno 100 giovani del municipio di Pintadas che devono essere uccisi. La maggior parte di loro è fuggita in altre città del Brasile o si è nascosta nella "catinga". I poteri costituiti stanno in silenzio e non prendono provvedimenti (si parla di minacce fatte al prefetto) e il ruolo della polizia è molto ambiguo. Vi riporto solo un esempio: in febbraio di fronte alla scuola, la polizia ha fermato due giovani, una ragazza di 16 anni e il suo moroso di 27 anni, li ha trattenuti per 15 minuti. Uno dei poliziotti ha fatto una telefonata per cellulare, la polizia se ne è andata, ed immediatamente è arrivata la moto che ha freddato i due giovani. Come prete sono sempre andato all'ospedale per benedire le vittime o i feriti, stare vicino ai familiari straziati dal dolore, ho visitato la casa dei giovani ed ho partecipato alle esequie, che normalmente avvengono senza la partecipazione del prete. Come parrocchia abbiamo celebrato una messa nella piazza centrale, dove sono avvenuti la maggior parte degli omicidi, ed abbiamo organizzato una marcia della pace. Ho fatto diversi interventi, uno per radio e nelle omelie. Abbiamo scritto una relazione degli avvenimenti allo stato della Bahia, al Forum statale dell'infanzia e della gioventù , ed abbiamo chiesto l'intervento della Diocesi. Tante sono le parrocchie della Diocesi che stanno vivendo questa situazione di violenza. Il 3 maggio ci sarà in Pintadas una manifestazione con la partecipazione del Vescovo, della Pastorale Giovanile, del Forum della Città e di alcune organizzazioni statali. Il Brasile è uno dei Paesi al mondo con il maggior tasso di omicidi - 20,5 ogni 100.000 abitanti per anno. In Pintadas in solo tre mesi siamo già ad un tasso di 70 omicidi per 100.000 abitanti, per fornire una comparazione, è come se nella provincia di Reggio Emilia in questi tre mesi fossero stati commessi più di 370 omicidi. Don Gabriele ha fatto una piccola indagine che vi mando in allegato. Sono cifre impressionanti: negli ultimi 30 anni sono stati uccisi più di 1 milione e 200 mila persone. La maggior parte di questi omicidi sono legati al traffico di droga. Il Brasile è uno dei maggiori consumatori al mondo di cocaina e crack. A questi omicidi si devono aggiungere i giovani che ogni anno muoiono per droga o alcool. Una vera e propria guerra, anche se non compare nelle statistiche delle guerre nel mondo! Le guerre in Iraq e Afghanistan in questi anni non hanno causato nel complesso così tante vittime. A tutto questo si deve aggiungere una cultura, che valorizza la vendetta e che porta a uccidere per inezie. Quanto detto non deve offuscare la bellezza e la fede del popolo brasiliano. Concludo solo con un esempio. Il mese scorso sono andato per un incontro in una piccola comunità della campagna. Era la prima volta che visitavo quella comunità ed ero stranamente puntuale (la puntualità non è una mia virtù!). Al mio arrivo, alle 15, non c'era nessuno. Pian piano sono arrivate diverse persone, sotto il caldo cocente della catinga. Quando abbiamo iniziato l'incontro, erano presenti più di 20 giovani, alcuni anziani ed alcune mamme con bimbi piccoli. La maggior parte di loro era venuta a piedi, facendo in media più di 6/7 km per strade di terra battuta, riparati da un ombrellino! Sia lodato Gesù Cristo! P.S: Ricordo, per chi desiderasse dare un piccolo sostegno alla missione, il progetto "Dançar e Vida" iniziato da don Marco in Ipira. Si tratta di due piccoli oratori che tolgono dalla strada bambini, e quindi dal traffico di droga, dalla violenza, dalla prostituzione..... Sono una vera e propria benedizione di Dio! Le offerte posso essere fatte al Centro Missionario Diocesano. Don Luca Grassi

3


Grazie “In ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1Ts 5,18) Colpisce l’immagine che credo tutti porteranno nel cuore dell’ultimo saluto a Chicco. Una “Nascita al Cielo” gioiosa che si scontra con quello che in molti, prima della celebrazione, avranno chiamato “morte”. Chicco e le persone che sono state più vicine a lui in quest’anno di prova, hanno riempito le orecchie e i cuori di tanti con ringraziamenti che credo non possano lasciare indifferenti. San Paolo chiede di rendere grazie in ogni cosa, e la tua famiglia, Chicco, è stata esempio in questo. Pronunciamo sempre all’interno della preghiera del Padre Nostro “sia fatta la Tua volontà”, ma in quanti ci sentiamo tranquilli nel dire che siamo sempre in grado di accettarla? Di più, in quanti possiamo dire di ringraziare per le cose che vanno contro la nostra volontà umana? La volontà di Dio per te, Chicco, e per tutte le persone a te vicine, è stata molto esigente, ma la rispostata che avete dato è una testimonianza incredibile di Amore, di Fede e di Dio. Tanto vi siete affidati alla testimonianza di Chiara Corbella Petrillo che, prima di raggiungere i suoi figli al Cielo, chiede, insieme al marito Enrico, la grazia di vivere la grazia. Anche voi avete chiesto questo al Signore perché non si può rispondere umanamente a tale volontà di Dio. Avete sperimentato questa grazia, che è stata esperienza visibile agli occhi delle tante persone che hanno cercato di accompagnarvi. Leggendo il libro di Chiara ho trovato alcune righe che credo descrivano alla perfezione ciò che è stato vissuto in queste settimane; ciò che Chicco e la sua “famiglia allargata” sono riusciti a testimoniare: Nessuno è arrabbiato con Dio. È da lui che arrivano la pace e il sostegno. Dio, dice Enrico, “si incontra nella carne con i buchi dei chiodi, e in un uomo appeso ad una croce. Dio è l’esperienza di un incontro, con un uomo vivo e risorto. Spesso abbiamo paragonato la sofferenza ad una danza. È Dio che ti invita a danzare con Lui e se dici di sì, scopri che insieme al dolore c’è anche la pace e la gioia.” Ma ora? Ora che, come Don Pietro ha detto nell’omelia salutando Chicco, “Tutto è compiuto”, a noi un inevitabile dolore resta. Chicco ha lasciato un buco grande in tante persone, che non potranno vivere con gioia terrena ogni momento ed ogni pensiero che avranno per lui. Continueranno quindi le domande, perché noi per natura vogliamo risposte, pretendiamo di capire Dio e la Sua volontà. Il Signore ci risponde a Suo modo: “Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla” (Gv 16, 22-23). Chiara ed Enrico Petrillo dicono: “Il passato alla misericordia; il presente alla grazia; il futuro alla provvidenza”. Ora quindi mi piace pensare che Chicco sarà parte di questa provvidenza, per ognuno di noi, e che (come ha fatto in questi mesi) ci aiuterà a cercare il Regno di Dio e la sua giustizia. Grazie Chicco! Grazie Mery! Grazie Elena! Grazie Cecco! Luca Bonomo

4


La settimana comunitaria... ...Del GRUPPO 96-97 di Regina Pacis E anche quest’anno il gruppo 96/97 ha passato una bellissima settimana comunitaria all’insegna del divertimento e della condivisione! Tutto ciò si è svolto dal 15 al 22 marzo a Coviolo in una casa, non tra le più lussuose ma piena di ricordi lasciati l’anno precedente... nove avventurosi ragazzi e altrettanto due coraggiosi educatori si sono sperimentati nelle faccende domestiche, seppur con fatica, imparando a cucinare e a pulire come una vera “mamma” di casa e devo dire che il risultato è stato veramente ottimo. Il tempo per lo svago era limitato in quanto tutti i pomeriggi alcuni, perfino dopocena, dovevano studiare per le verifiche e interrogazioni del giorno successivo per non parlare delle attività sportive!! Bisogna dire, però, che il sonnellino pomeridiano non ce lo toglieva nessuno… Gli appuntamenti serali organizzati dagli educatori sono stati il punto forte di questa settimana: mercoledì ci siamo recati in Vescovado per un incontro con un seminarista romano della comunità di San Carlo sul tema, molto interessante, dell’amicizia e dell’amore e in particolare sulla sua personale esperienza passata; giovedì sera, abbiamo assistito ad un incontro di una coppia di giovani sposi venuti da Sant’Ilario che testimoniavano il loro cammino insieme, seguiti e guidati dalla fede: questo incontro ci ha fatto riflettere molto e ha creato, e allo stesso tempo risolto, non pochi dibattiti si temi principali della vita a due. Per concludere, sabato sera siamo andati tutti insieme al bowling di Cella, in continuità con l’anno precedente, per fare una mega partitona e finire con un gustosissimo gelato! Devo dire che abbiamo passato una fantastica settimana creando nuove amicizie ma soprattutto rafforzandone altre! Ilaria Magliani

... e Del GRUPPO 95 di Regina Pacis Anche quest’anno si è svolta, e da poco conclusa, la settimana comunitaria che ha coinciso con la settimana santa, che ha visto protagonisti i ragazzi del gruppo dei ’95 (Chiara, Deborah, Elisa, Farida, Francesca, Claudio M., Domenico, Alex, Claudio C., e Massimo). Noi ragazzi, quest’anno, abbiamo scelto di trascorrere questo periodo a Canali (RE), in una casa di proprietà delle suore situata nella periferia del paese, immersa nella natura. Si tratta di una settimana nella quale, noi ragazzi, ci troviamo a vivere sotto uno stesso tetto, e nella quale organizziamo la gestione della casa e molti aspetti della vita quotidiana. I principali momenti di condivisione della giornata riguardano i pasti e i momenti di preghiera, tra cui le lodi mattutine e la compieta prima di andare a dormire: la fede è stata uno dei collanti di questa esperienza, che ha riunito tutti in un sentire comune. Ci siamo autogestiti in tutto: ogni giorno abbiamo assegnato i turni per la preparazione dei pasti, per il riordino della casa e per l’organizzazione delle diverse attività. Durante la settimana ognuno di noi ha mantenuto i propri impegni tra studio e lavoro e, quando vi era la possibilità di stare insieme, si passava il tempo chiacchierando, giocando a giochi di società e riscoprendosi a vicenda, come nella quotidianità non si ha spesso occasione di fare. La sera era il momento in cui si cercava di stare più insieme: è per questo che ogni serata era dedicata ad una attività diversa. Ad esempio, la terza serata della settimana, ha visto svolgersi il “’95’s Party”, una serata aperta nella quale ognuno di noi aveva la possibilità di invitare uno o più amici e presentarli al gruppo: è stato un momento per socializzare e divertirsi tutti insieme tra musica, cibo, risa e scherzi. La settimana comunitaria è un’occasione per stare insieme, condividere esperienze ed emozioni, imparare a sapersi adattare, sviluppare uno spirito di partecipazione e di collaborazione (l’aiuto di tutti è infatti indispensabile), un momento per crescere e per maturare con un occhio di riguardo verso i propri amici: anche il lavare i piatti a fine giornata, quando si è stanchi, ad esempio, se fatto in compagnia, può diventare un momento divertente grazie ad una semplice battuta. Si tratta, di momenti in cui viviamo esperienze particolari, insomma, una palestra di vita che ci apre il cuore e la mente. Francesca L.

Milano non più Milano Il Clan del gruppo scout Reggio Emilia 4, un gruppo di venti ragazzi di età compresa tra i 16 e i 21 anni, ha deciso di passare il triduo Pasquale nella cosmopolita Milano. Una proposta educativa nata dagli educatori, con il fine di promuovere il dialogo interreligioso, l'incontro con altre culture e per vivere il triduo pasquale più come un’esperienza che una tradizione. I ragazzi da qualche mese hanno intrapreso quest'originale percorso di catechesi, sperando di poter trovare dei nuovi stimoli e delle nuove riflessioni riguardo alla propria fede cristiana. Un primo incontro, ad esempio, è stato effettuata con una comunità musulmana presso il Centro Islamico di Reggio Emilia. Durante la prima giornata di Route, i ragazzi hanno potuto assaporare il paesaggio milanese, in una camminata che ne attraversato l'intero centro storico, osservandone così il mutamento urbano, che in questi ultimi è divenuta la vera ero prima caratteristica della città. L'obbiettivo della camminata era raggiungere il centro

5


ebraico di Milano, dove ad aspettare il clan vi era Vittorio Robiati, professore di filosofia e studioso presso il Tribunale rabbinico. L'incontro si è rivelato illuminante al riguardo di alcuni aspetti religiosi (legati soprattutto alla bibbia) , alla base delle moderne controversie culturali e sociali: per i ragazzi è stato molto forte scoprire che la versione tradotta della Bibbia è solo una delle possibili interpretazioni che si può dare al testo originale in ebraico. Durante il pomeriggio l'incontro si è poi spostato all'interno della più importante Sinagoga di Milano, nel cuore della città. Ai ragazzi sono stati illustrati alcuni dei precetti della religione ebraica, facendo sempre un continuo confronto con la religione cristiana. I ragazzi si sono dimostrati molto interessati e stimolati ad approfondire a casa, la conoscenza dei testi sacri. La seconda giornata di Milano ha visto l'esplorazione della città da parte dei ragazzi, suddivisi in gruppetti e con percorsi diversi, in modo da mettere in luce alcuni dei luoghi simbolo della storia di Milano e del nostro Paese. L'intera giornata, vissuta dai ragazzi sulla strada, voleva essere anche una modalità per far vivere l'esperienza della Via Crucis. I ragazzi hanno potuto riflettere sui luoghi e sulle varie stazioni della Via Crucis, anche grazie ad alcune tracce preparate dagli educatori, in modo tale da stimolare il confronto tra i componenti del gruppo. Uno dei fini di questa giornata, era anche quello di fornire ai a ragazzi, una visione diversa di Milano, rompere gli stereotipi e riappropriarsi di un identità storico-nazionale. Gli ultimi due giorni della Route, sono stati trascorsi presso la Casa della Carità fondata da Don Virginio Colmegna nei pressi di via Padova, zona di Milano nota per i numerosi scontri multietnici. Il centro di accoglienza milanese, esula un poco dal concetto di casa di carità reggiana, accogliendo al suo interno persone e famiglie che si ritrovano senza una casa ed un lavoro, trovandosi costretti a vivere per strada. La casa della carità è una sistemazione temporanea, che serve agli ospiti per poter trovare un impiego, una casa e regolarizzare la burocrazia. Durante un incontro con i ragazzi Don Colmegna, ha spiegato le piccole lotte e sconfitte quotidiane, al fine di poter mandare avanti la struttura. I ragazzi durante il loro soggiorno in Casa, hanno avuto anche modo di sperimentare la dimensione del servizio, tenendo compagnia e giocando con gli ospiti della casa, grandi e piccini. Il clan è tornato da questa esperienza, sicuramente più è forte integrato da un punto di vista della comunità, perché la Route è stata un esperienza di scoperta e confronto. Il ritorno a Reggio sicuramente sarà il punto di partenza per percorso di fede maggiormente strutturato e più consapevole. I ragazzi sono tornati dall'esperienza con tante domande, ma anche con tanta voglia di mettersi in gioco, di condividere e confrontarsi sulle sfide dell'oggi e del domani, nella speranza di portare alla propria realtà locale l'esperienza vissuta a Milano.

Uscita di Primavera dei gruppi 2001 e 2002 Il tema dell’Uscita di Primavera dell’11-12 aprile dei gruppi 2001 e 2002 delle parrocchie Roncina e Regina Pacis, non era stato programmato, ma noi ragazzi, con l’aiuto dei nostri educatori, siamo riusciti ad elaborarne e sperimentarne uno: il tema dell’unione. Impegnandoci e faticando, infatti, abbiamo capito che le differenze non stanno nell’età, ma stanno nell’impegno che una persona mette per fare in modo che l’obbiettivo della “missione” sia compiuto. La nostra missione era mettere alla prova se stessi e vedere quanta voglia si ha di cambiare e migliorare i propri difetti. Noi ragazzi, infatti, abbiamo giocato e scherzato insieme e nei momenti di tensione cercavamo di risolvere quanto più possibile quello che era accaduto 3 minuti fa con un semplice “scusa” o con un semplice sorriso. Abbiamo saputo riconoscere importante anche la S. Messa, segno di maturità…stiamo crescendo e questo tipo di educazione ce la può dare la parrocchia come pochi. Anche il rapporto tra ragazzi ed educatori è molto forte, quindi, “ti ringraziamo signore per i nostri educatori, che ci hanno dato l’opportunità di passare questi due giorni insieme”. Tra gossip, risate, verticali, schiaccia cinque, calcio, paesaggi, polvere…penso che di cose da scartare ce ne siano veramente poche. Voglio fare un ringraziamento speciale da parte di tutti i ragazzi di questo campeggio, anche per le cuoche e per il Don, per aver reso possibile in parte questa uscita. Ognuno di noi ha messo un pezzo del puzzle, quello che preferiva, in una vetrina e andando a mettere insieme, anche in modo un po’ disordinato, tutti i pezzi… alla fine viene fuori un bel quadro, il primo della galleria per alcuni e secondo per altri, andando sempre più verso la perfezione e la definizione delle linee. Aspettiamo le prossime esperienze insieme per poterlo colorare! Grazia

Incontro degli educatori del post-cresima dell’Unità Pastorale Domenica 31 maggio gli educatori del dopo-cresima dell’Unità Pastorale s’incontreranno per verificare il cammino realizzato quest’anno e, soprattutto, per iniziare a pensare al prossimo. Un gruppo di noi si è trovato per indicare alcune domande ed alcune priorità. Lo pubblichiamo sul giornalino per permettere anche agli adulti e genitori di riflettere su questo percorso. 1. 2. 3.

4. 5.

Che tipo di formazione secondo te si dovrebbe impostare per gli educatori nel 2015? Che tipo di percorso formativo si dovrebbe proporre ai ragazzi? Si può ripetere l’esperienza della Lectio mensile che dà il tema per gli incontri? Una proposta integrale che prevede: a) Dimensione spirituale: ritiri spirituali di Avvento e Quaresima, esercizi spirituali di 3 giorni una volta all’anno b) Dimensione relazionale/affettiva: gite, momenti aggregativi in oratorio, feste, Capitol Spritz ecc … c) Dimensione vocazionale: guida spirituale d) Dimensione ecclesiale: Liturgia della domenica, vita di oratorio e di comunità e) Dimensione caritativa e missionaria: servizio, doposcuola, grest, oratorio, catechismo, Casa di Carità ecc … E’ possibile avere una dimensione quotidiana o settimanale nella relazione con i ragazzi dei vari gruppi? Quali sono stati gli aspetti positivi del percorso di quest’anno? Cosa miglioreresti? Agostino, Chiara, Paolo, Bianca

6


Privilegiare il racconto, la Via Crucis raccontata ai bambini Il metodo di apprendimento immediato è quello che viene “raccontato”, sin dagli inizi la Bibbia veniva trasmessa di generazione in generazione dal capo famiglia, il padre o comunque dal membro più anziano. Tanto più si ha un’esperienza diretta con quello che si racconta, tanto più il messaggio viene assimilato dall’interlocutore che ti sta di fronte. Quest’anno a Regina Pacis stiamo sperimentando nuovi modi di fare catechesi, di parlare di Gesù, Stiamo cercando raccontare di un uomo che è entrato nella storia della nostra vita ci si avvicina e cammina al nostro fianco, di non farlo apparire lontano da noi, che abita nei cieli distante dalle nostre occupazioni quotidiane. Così nasce il progetto della via Crucis che abbiamo vissuto insieme ai bimbi venerdì 03 aprile! Pietro, Pilato, Giuda, i centurioni, Giuseppe di Arimatea, Maria la Madre di Gesù e Maria di Magdala hanno dialogato con Gesù raccontando la loro esperienza davanti alla croce e hanno inviato i bimbi a ritrovare atteggiamenti affini al modo di pensare e/o di agire dei personaggi. Il tutto preceduto dal racconto della Parola. Il risultato è stata un bel momento di riflessione dove noi adulti insieme ai bambini abbiamo riflettuto sul mistero della Croce rapportato alla nostra vita, più o meno semplice. Nunzia

STORIA DI UN’ESPERIENZA Un anno riflettendo e lavorando sull’esperienza di Barbiana Siam partiti a settembre per un viaggio senza sapere con precisone la meta, sapevamo solamente che saremmo arrivati ….in un non luogo, in un posto che non è un posto perché non ha popolo e non ha popolo perché non ha la parola…Per prima cosa abbiamo imparato il nome di questo non luogo: Barbiana e pian piano siam diventati amici del suo Priore, dei suoi abitanti, delle sue storie. Soprattutto una ci è venuta incontro e da allora non ci ha lasciato più: la storia di Luciano e del suo ponte…L’abbiamo studiata insieme e con i nostri catechisti, i nostri genitori, fr. Antonello, Don Paolo e Don Riccardo abbiam cercato di coglierne il significato profondo e stasera ve lo vogliamo raccontare con un piccolo spettacolo teatrale. Piccolo …per modo di dire …per noi è stato molto impegnativo e ci ha insegnato a metterci in gioco in prima persona, a prendere in mano le nostre responsabilità: abbiamo scritto noi il testo basandoci sui racconti barbianesi fatti da fr. Antonello, abbiam costruito le scenografie e i nostri genitori hanno pensato ai canti ..un lavoro di equipe, di comunità …se vogliam dirla tutta di Chiesa come ci hanno insegnato Don Lorenzo e i suoi ragazzi. E questo è stato il nostro programma di catechismo per un anno: ci siam trovati dapprima una volta al mese e poi due e non solo per un ora, ma per un intero pomeriggio…. Davvero siam partiti in sordina …un po’ paurosi … I nostri genitori e la nostra comunità forse non capivan bene cosa stava succedendo: “ Ma che catechismo è? Cosa succede adesso in parrocchia?” …Insomma un po’ come il papà di Luciano che non voleva mandare a scuola il suo figliolo perché aveva paura che facesse la fine di Pioppino (come vi racconteremo tra poco). Ma la curiosità è la molla del sapere ed allora anche i grandi hanno iniziato ad aver desiderio di conoscere le storie del priore ed è nato un percorso anche per loro curato da fr. Antonello e don Paolo: un incontro su Barbiana, una serata di lettura e spiegazione di alcune lettere del priore, la visione di un film insieme e …stasera la presentazione del nostro lavoro. Sarà un teatro particolare , semplice e povero; come semplice e povera era la vita di Barbiana, ma noi abbiam capito che amor far rima con povertà e quindi l’essenziale è uno dei messaggi che ci porteremo nel cuore per sempre. Non ci saranno costumi, saremo tutti vestiti di nero: vogliam esser tutti uguali e dar vita alla parola ....è lei la protagonista assoluta di questa serata … proprio come avrebbe voluto il Priore che l’ha donata al suo popolo perché sapesse volare nei cieli della vita senza sentirsi diverso e sfruttato. E che dire …sappiamo che ancora manca un tassello al nostro cammino, e lo metteremo il 10 maggio quando andremo a Barbiana e per noi …che abbiamo osato … il silenzio, il nulla e la povertà di quei luoghi parleranno e noi …siam sicuri avremo orecchie pronte ad ascoltare per imparare i segreti che ci permetteranno di vivere come cittadini sovrani il nostro domani. Scusate se crediamo ancora ai sogni ...ma Bariana è tutta qua. Grazie, Noi barbianesi incalliti di RP

7


L’INSEGNAMENTO DI DON LORENZO MILANI Parlando di se, della sua scola e del suo modo di trasmettere il sapere, il priore diceva: “Non vendo prestazioni, ma la mia vita intera, a una comunità intera”. Insegnava e praticava che il senso della vita consiste nello spendersi per gli altri, e solo chi trova, o cerca di trovare, a tentoni ogni giorno un poco questo senso, può educare tutti a diventare sovrani. Alunni o scolari? Come chiamava don Lorenzo i suoi ragazzi? Da una analisi attenta delle lettere e dei testi appare una cosa insolita: essi sono per lui i suoi figlioli. Un forte senso di paternità, di genitorialità, caratterizza tutto l’insegnamento del priore e solo chi è padre è in grado di amare e di poter usare la cinghia senza essere scambiato per un pedofilo o un violentatore di coscienze (le frustate del priore – si racconta in “Lettera ad una professoressa “– dopo un po’ non fanno più male e non lasciano il segno, mentre gli effetti dei vostri brutti voti rimangono per tutta la vita). “Occorre avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani”, scrive don Lorenzo nella lettera ai giudici (testo in cui appare il don Milani uomo nuovo, capace di essere povero tra i poveri di Barbiana): i ragazzi devono imparare a guardare avanti, scrutare i tempi nuovi, e in questo la scuola ha un compito importantissimo. “La scuola – scrive ancora il priore – siede tra il passato ed il futuro e deve averli presenti entrambi. E’ l’arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato occorre formare in loro il senso della legalità, e dall’altro la volontà di leggi migliori …….. Ecco allora che il maestro deve essere, per quanto può profeta…deve scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso”. A Barbiana si faceva scuola partendo da stimoli occasionali provenienti dal vissuto dei ragazzi e ciò che era particolare diventava universale nella netta convinzione che il problema di uno è il problema di tutti ed insieme bisognava affrontarlo in quanto “Uscire da soli dai problemi è l’avarizia, uscirne insieme è la politica. In occasione del Natale 1965 il priore scrive ad un amico e ad esso illustra cosa avveniva concretamente nella sua scuola: “I ragazzi qui studiano e pensano, ma anche io penso e studio con loro e normalmente arriviamo alla verità insieme. Quando rimane qualche divergenza. Il bene che ci vogliamo ci aiuta a risolverla e a convivere senza tragedie. Perché questo bene è fatto di rispetto reciproco … Il parlarsi fonde insieme le nostre ricchezze”. Fr. Antonello

ONLUS DI REGINA PACIS Come molti di voi sanno, già da 5 anni è stata riconosciuta come O.N.L.U.S. l’Associazione Regina Pacis. E’ un’associazione non lucrativa di volontariato che si impegna ad assistere persone e famiglie in difficoltà, a formare ed educare bambini, giovani, adulti e a svolgere attività caritative e ricreative. Ufficialmente si tratta di un ente giuridico autonomo e quindi diverso dalla Parrocchia, ma che di fatto collabora attivamente e in via continuativa con la nostra comunità nello svolgimento delle attività di cui sopra, con lo scopo di “formalizzare” e ulteriormente promuovere, ampliare e integrare quelle attività svolte da Regina Pacis di carattere non solo religioso, ma anche socio-educativo, ricercando inoltre una più stretta collaborazione con gli Enti Locali (in particolare con il Comune di Reggio Emilia). La qualifica di O.N.L.U.S. consente di poter beneficiare di agevolazioni fiscali e contributi che la Legge Finanziaria ormai da alcuni anni riconosce alle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (e non per esempio alle Parrocchie); tra queste: - il 5 x mille: tutti noi, persone fisiche, quando facciamo la dichiarazione dei redditi possiamo firmare il riquadro “sostegno al volontariato” scrivendo il codice fiscale dell’Associazione Regina Pacis O.n.l.u.s.: 91148950354. Donare il 5 x mille non costa nulla: non è un’alternativa al 8 x mille, ma semplicemente ciascun contribuente decide di destinare una parte delle imposte (che comunque paga) ad una O.N.L.U.S.; è un modo gratuito per tutti per sostenere le attività dell’Associazione Regina Pacis. - erogazioni liberali: chiunque può, tramite bonifico bancario, sostenere l’Associazione effettuando delle donazioni alla O.N.L.U.S. ed ottenere una ricevuta che consentirà, nei limiti di legge, la detrazione fiscale delle offerte (Bonifico bancario a: Banco Emiliano Ag.24 – IBAN: IT 72 J 08623 12802 000240148591 intestato a “Associazione Regina Pacis O.n.l.u.s.”). A tal proposito vorrei dare un ritorno a tutti quelli che credono nell’iniziativa e hanno destinato risorse alla ONLUS, riportando sinteticamente di seguito i contributi ricevuti, cosa si sta facendo e come sono stati spesi. Entrate da 5 x mille: Ad oggi alla Onlus sono stati destinati i contributi da 5 x mille degli anni fiscali 2010, 2011 e 2012 (le somme relative al 2013 saranno pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate i primi di aprile… questi sono i tempi dettati dalla normativa) per un totale di oltre 11.500 €,tutti già incassati. Entrate da erogazioni liberali da “privati”: Dal 2010 ad oggi ammontano a circa 17.500 € compresi anche i contributi ricevuti per l’organizzazione “spot” di feste. Entrate da contributo comunale “I Reggiani per esempio”: 5.500 € (incassati nel 2011 e 2012) per i progetti organizzati con la collaborazione del Comune di Reggio, fondi utilizzati per finanziare il progetto specifico condiviso con il Comune (principalmente spesi per acquistare PC, mixer audio e pagare lo spettacolo della sagra). Uscite / Progetti di spesa: I contributi incassati da 5 x mille e da erogazioni liberali sono finora stati utilizzati dalla ONLUS per: finanziare l’acquisto di quasi 200 sedie e una ventina di tavoli destinati alle strutture Parrocchiali di Regina Pacis (circa 8.200 €); finanziare per intero l’allestimento del Parco Giochi bimbi nell’area della nuova struttura Parrocchiale (circa 4.600 €) e gli impianti sportivi per Pallavolo, Calcetto, Canestro (circa 1.500 €); donare alla Parrocchia un nuovo lettore DVD (circa 200 €) Inoltre… come ben sapete le spese non finiscono mai… ed è emersa l’esigenza di acquistare un nuovo palco da destinare alla sala polivalente Parrocchiale (l’attuale in uso è della Circoscrizione ed è parzialmente rotto e pericoloso). Probabilmente la ONLUS contribuirà (almeno in parte) all’acquisto. Non mi dilungo oltre… grazie della pazienza… e ricordatevi del 5 x mille all’Associazione Regina Pacis ONLUS quando (a breve) preparerete la vostra prossima dichiarazione dei redditi (C.F.: 91148950354)!

8


L’ORATORIO ESTIVO DI RONCINA STA SCALDANDO I MOTORI! Iniziano dal 9 maggio le iscrizioni all’Oratorio Estivo di Roncina! 4 settimane di divertimento, gioco e condivisione per passare un’estate insieme con gli amici e crescere nella fede... QUANDO? DALL’8 GIUGNO AL 3 LUGLIO DOVE? ALL’ORATORIO DI RONCINA GLI ORARI? DALLE 7.40 alle 14 CON POSSIBILITA’ DEL PRANZO! (i ragazzi da quest’anno possono rimanere a pranzo, o con il pranzo al sacco oppure con il pasto distribuito da noi al costo di 6 € a pasto) I COSTI? A settimana 25

€ (20€ per i fratelli), quota 4 settimane 90€ (70€ per i fratelli)

LE ISCRIZIONI INIZIANO DA SABATO 9 MAGGIO E TERMINANO SABATO 30 MAGGIO Le iscrizioni si effettuano al sabato dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 15.30 PRESSO L’ORATORIO DI RONCINA Al momento dell’iscrizione si richiede il pagamento della quota. Per maggiori informazioni: 340/8237127 (Nicolò), 320/7880958 (Arianna) – vitaparrocchiale.roncina@gmail.com

GREST DI REGINA PACIS Anche quest'anno, finiti i nove lunghi mesi di scuola, inizia il GREST: il campo estivo della parrocchia di Regina Pacis. Il tema sarà Monsters & Co: il cartone della Disney ambientato a Mostropoli. La città è abitata da mostri di ogni genere, ricava l'elettricità di cui ha bisogno dalla centrale elettrica cittadina che converte le urla dei bambini umani in energia. I mostri che vi lavorano devono spaventare i bambini giungend o nelle loro camere attraverso delle porte speciali. Questa centrale alla fine si trasformerà nella fabbrica del sorriso nella quale si ricaverà l'energia elettrica per tutta la città grazie alle risate dei bambini. Il grest è una piccola scuola di vita pensata per bambini, ragazzi e giovani dove si fa esperienza viva di Gesù Cristo. Al grest ci sono giovani e adulti impegnati a prendersi cura dei più piccoli assicurando attenzione, proposte e progetti. E' un momento di gioia, incontro, gioco, divertimento e catechesi, ma anche di impegno e comunione. Il campo estivo dura due settimane, da lunedì a venerdì. Ogni giornata ha inizio alle 8.00 con la S. messa, il cuore pulsante del grest. Successivamente, alle 8.30, ci sono i bans. I Bans sono balli di gruppo utilizzati per animare la mattinata e renderla gioiosa. Il termine deriva dalla contrazione di ballo animato. Dopo i bans hanno luogo i laboratori (9.00-10.30). I bambini saranno suddivisi nei vari laboratori, in base alle loro preferenze. Questi sono solo una parte delle attività del grest; non sarà possibile accontentare tutte le richieste dei bambini, ma faremo il possibile. Quest'anno i laboratori della prima e seconda settimana sono i seguenti: pallavolo, calcio, basket, danza, mani abili, cucina, missioni impossibili, pittura e fotografia, roller e sport, teatro e musical, fashion style e braccialetti. Al termine dei laboratori inizia la catechesi. A partire da scene del cartone, noi riportiamo i passi della Bibbia più importanti e significativi spiegati da don Paolo che apre la mente dei bambini e risponde anche alle loro domande; infine si prega insieme. Alle 11.00 c'è la merenda e a seguire i grandi giochi, nei quali i bambini sono divisi in quattro squadre in base ai quattro personaggi principali. Essi si affronteranno in giochi a punti, e alla fine della settimana si proclamerà il vincitore che vincerà ingenti premi. Dalle 12.30 alle 13.00 sarà possibile venire a prendere i propri bambini. Le ISCRIZIONI sono aperte nel mese di maggio da sabato 2 a domenica 24, TUTTI i sabati dalle 15 alle 17 e le domeniche dalle 11.45 alle 12.30. Luca Verdini

9


[CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA] E' interessante leggere nel libro di Luca i timidi e incerti passi della Chiesa nella missione verso i popoli, fra stanchezze, resistenze e accoglienza gioiosa. L' autore non trascura di evidenziare l’opera costante dello Spirito Santo nell'apertura delle comunità verso la missione: ''. . è parso bene allo Spirito Santo e a noi. .''. Lo Spirito sarà presente nell'ora della prova nella missione di. Paolo, come lo era stato a Gerusalemme con i dodici: “So soltanto che lo Spirito Santo di città in città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni”. La testimonianza della Chiesa delle origini è, almeno parzialmente, nota a tutti, come pure quella di tanti uomini e donne innamorati di Cristo, pastori, successori di Pietro, Vescovi, eremiti, monaci, poverelli di. Dio, piccole comunità, semplici famiglie, giovani e ragazze, adolescenti. Hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo fino al martirio. Lo Spirito Santo li ha usati ad incarnarsi nella realtà dell'epoca fino al martirio, con semplici e concrete scelte di fedeltà a Gesù Cristo e ai bisognosi, e spesso con l'offerta del proprio sangue. La nostra epoca si associa a quelle disseminate lungo i secoli. Ancora molto sangue è portato all’altare e versato nel calice dell'Eucarestia: è sangue di anziani, giovani e bambini che si mescola con quello di Cristo, Agnello sacrificato perché il mondo sia redento e a tutti sia aperta la porta della Gerusalemme del cielo. Ecco le parole di Papa Francesco, dopo la Via Crucis del venerdì Santo: “Nel tuo corpo scarnificato, squarciato e dilaniato, noi vediamo i corpi dei nostri fratelli abbandonati lungo le strade, sfigurati dalla nostra negligenza e dalla nostra indifferenza. Nella tua sete, Signore, noi vediamo la sete del tuo Padre misericordioso che in Te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l'umanità. In Te Divino Amore, vediamo ancora oggi i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice”. don Riccardo

COME STIMOLARE IL CAMMINO SPIRITUALE NEI GIOVANI? Il cammino spirituale è un percorso che ha come obiettivo quello di vivere il Vangelo di Gesù per riuscire a tradurlo nel vissuto quotidiano. S’inizia un cammino spirituale perché si desidera conoscere il senso della propria vita, il progetto che il Signore ha su di noi. Per raggiungere questo obiettivo occorre, in primo luogo, desiderarlo, avere nel cuore un sogno grande. Senza questo desiderio è impossibile intraprendere un cammino spirituale. É nell’adolescenza che matura questo desiderio, quando si comincia a percepire la necessità di fondare la propria esistenza su qualcosa di solido e, allo stesso tempo, quando s’inizia a pensare al proprio futuro. Questi desideri sorgono quando si comincia a cogliere il vuoto di una vita riempite da cose, il vuoto di una vita frenetica che non lascia spazio alla riflessione. Desideri di senso che sorgono anche quando sono stimolati dalle persone adulte che ci circondano, dalle vite vissute intensamente, da quelle vite donate che c’interpellano. Le domande che cominciano a sorgere in questo periodo offrono l’opportunità per scoprire una dimensione della vita che solitamente rimane in ombra, vale a dire l’interiorità. Abituati fin da piccoli a cercare il giudizio degli altri e quindi a vivere costantemente all’esterno, raramente ci accorgiamo della nostra interiorità, dello spazio che abbiamo dentro di noi per verificare le nostre scelte, per capire chi siamo veramente. Il cammino spirituale diviene, allora, un percorso significativo di conoscenza di sé, di costruzione della propria identità personale. Come stimolare le domande di senso, il bisogno di una vita interiore nel cammino di un adolescente? Risposte a queste domande non sono facili da trovare. In primo luogo, un adolescente dovrebbe trovare questi stimoli dentro il suo vissuto quotidiano. Nelle scelte che vive in famiglia dovrebbe percepire quel qualcosa di diverso e di significativo, che stimolano la ricerca che va oltre ai dati immediati. Nel contesto nel quale viviamo gli adolescenti sono continuamente sollecitati a dare risposte immediate e veloci ai problemi che emergono. Il sociologo Bauman definisce la nostra società come liquida, precaria, veloce. L’adattamento a questo stile di società richiede, allora, la capacità a saper cambiare rapidamente, a non stabilizzarsi su qualcosa, a non indurire, per così dire, la propria identità su valori e situazioni che possono cambiare da un momento all’altro. Sin dall’infanzia, nell’esperienza scolastica e nelle esperienze sociali in genere, le persone sono costantemente sollecitate a non fermarsi, ad essere disponibili a cambiare, a saltar su al treno della vita che passa veloce, a non perdere occasioni, in altre parole, ad essere dentro al fluire del mondo postmoderno. Nell’ambito della vita famigliare l’adolescente dovrebbe respirare qualcosa di diverso, vale a dire, quella tranquillità, quella stabilità che il tempo moderno non riesce e non vuole più offrire, ma che sono necessari per scoprire il valore della vita interiore, che si nutre di calma, di un modo più sereno di rapportarsi con il tempo. Riconquistare il tempo, il sapore di ritmi più umani all’interno dei quali sia possibile riscoprire il valore del tempo trascorso a dialogare con l’altro senza mediazioni meccaniche. In definitiva, è al primato della persona che dobbiamo ritornare, persona che come diceva Emmanuel Mounier, non apre la porta all’individualismo esasperato, stimolato sempre di più dalla tecnologia, ma al mondo dell’altro nel quale il volto diviene traccia dell’Altro, dell’Assoluto. In un mondo più umano, nel quale le persone divengono responsabili nella comunità, la vita interiore, il cammino spirituale non rappresentano più degli optional, degli aspetti esotici della vita, ma momenti necessari e indispensabili per quel cammino di umanizzazione del quale la nostra società ha così bisogno. Don Paolo Cugini

10


Dieci anni del Centro di Ascolto Madre Teresa Durante la stazione quaresimale svoltasi nella chiesa di San Pio X mercoledì 11 marzo, le dieci parrocchie della zona pastorale ovest della città (Pieve, Roncocesi, Cavazzoli, San Pio X, Cella, Cadè, Gaida, Roncina, Spirito Santo, Regina Pacis) si sono ritrovate insieme a ringraziare il Signore per i dieci anni di vita del Centro d'Ascolto Caritas "Madre Teresa". Il Centro, voluto e sostenuto dai parroci della zona e dai tanto volontari provenienti da tutte le parrocchie, è, infatti, il segno più tangibile del cammino di collaborazione delle dieci parrocchie e non è un caso che sia proprio la carità ad essere fonte di unità e collaborazione tra comunità molto diverse ed anche fisicamente abbastanza distanti. La celebrazione eucaristica, presieduta dal vicario episcopale per la carità, don Romano Zanni, con la presenza di tutti i parroci e i diaconi della zona, è stato un momento molto bello e partecipato di ringraziamento al Signore per i doni di grazia ricevuti in questi anni. In essi, infatti, i servizi del Centro d'Ascolto, inizialmente concentrati nei locali della parrocchia di Pieve, si sono pian piano diffusi su tutto il territorio, con un fiorire in quasi tutte le parrocchie di segni di carità (guardaroba, distribuzioni di alimenti, di pane, luoghi di accoglienza ....). Le attività svolte in questi anni, oltre che di un cammino di fede dei volontari e delle varie comunità parrocchiali, sono frutto anche della collaborazione con Caritas diocesana, con la mensa ed il magazzino Nuovamente, con Il Centro di Aiuto alla Vita, il Banco Alimentare, l'associazione "Maria di Magdala" e la Casa di Carità di Cella, che, attraverso i loro rappresentanti, hanno partecipato, assieme ai tanti fedeli, a questo momento di festa e alla fine hanno dato testimonianza del prezioso lavoro che quotidianamente svolgono e del cammino di comunione nella carità che si sta cercando di fare nella nostra diocesi. Loretta Dellascala

11


Responsabile: Don Paolo Cugini Coordinamento: Don Paolo Cugini, Nicolò Orlandini, Luca Lusetti. Layout e grafica: Nicolò Orlandini. Testi e Contenuti: Don Paolo, Don Riccardo, Loretta Dellascala, Luca Verdini, Fr. Antonello, Agostino, Paolo, Chiara, Bianca, Nunzia, I barbianesi di RP, Grazia, Scout Reggio Emilia 4, Francesca L. Ilaria Magliani, Luca Bonomo, Don Luca Grassi, Gianluca Guidetti.

Bollettino Informativo dell’Unità Pastorale Regina Pacis - Roncina - Spirito Santo

CICLOSTILATO IN PROPRIO

12


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.