SANTA MARIA DEGLI ANGELI MENSILE DELL’ UNITA’ PASTORALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI – MAGGIO 2016
NUOVI ORIZZONTI PASTORALI: DAL PRETE ALLA COMUNITA’ Ritengo importante riflettere sui cambiamenti in atto sia dal punto di vista culturale che pastorale, pur restando il fatto che si tratta solo di riflessioni e nulla di più. Parlare di unità pastorale non è la stessa cosa che parlare di parrocchia. Ciò significa che non è possibile trasferire le modalità pastorali utilizzate nella parrocchia sull’unità pastorale. In questo processo di cambiamento di modalità pastorali un ruolo importante riguarda il parroco. Non è più possibile, infatti, il rapporto di uno a uno: un parroco una comunità. Essere presente su diverse comunità parrocchiali è la grande novità per molti presbiteri che si sono formati nei seminari per accompagnare una sola comunità alla volta. Il pensiero corre anche verso tutti quei presbiteri che per decenni hanno vissuto la propria esperienza pastorale a servizio di una comunità, identificando il proprio ministero con la stessa comunità. Dicevo che non si può pretendere e, allo stesso tempo, non ha senso trasferire sulle unità pastorali le modalità progettuali e di relazione che avveniva nella parrocchia gestita dal parroco. [CONTINUA A PAG.14]
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO Accoglienza e Ascolto Domenica 13 marzo ci siamo trovati a Roncina per il secondo incontro con le famiglie. Dopo il primo incontro che aveva come tema “il non-giudizio”, questa volta ci siamo confrontati su “Accoglienza e Ascolto”. Eravamo alcune coppie di adulti e l'attenzione e lo scambio sono stati profondi e profiqui. Abbiamo subito evidenziato come l'accoglienza e l'ascolto necessitino in primo luogo di uno spazio, di un vuoto. Non possiamo accogliere se siamo pieni di pensieri, preoccupazioni o addirittura rabbia, rancore, giudizio. Quando il nostro “io” riempie i nostri pensieri, non c'è posto per l'altro; non c'è posto per l'identità dell'altro, ma solo dell'immagine che noi ci siamo fatti di lui; l'altro, si sente accolto quando trova uno spazio che lo attende, nel quale lui può portare se stesso. A questo proposito abbiamo letto diversi passi del Vangelo dove emerge questo insegnamento da parte di Gesù, che va lui stesso nel deserto, o sul monte, o allontana la barca da riva e va nel lago.... tutti luoghi che simboleggiano una ricerca di solitudine, di silenzio, di spazio. L'accogliente per antonomasia è Maria che “conservava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Anche la scelta di povertà che ci indica Gesù è in tal senso, per non avere attaccamenti, infatti il giovane ricco non riesce a seguirlo. Se facciamo spazio possiamo accogliere, ascoltare. Se siamo immersi e travolti dalla confusione, dalla quotidianità, siamo già pieni. Entra in campo anche la necessità di un cambiamento, una conversione, una disciplina, una attenzione a non stordirsi di cose inutili, (televisione, social media, relazioni superficiali o abitudini). Nella nostra cultura siamo abituati a leggere, guardare, ascoltare e solo dopo a meditare e approfondire. Sarebbe importante imparare prima a stare un po' in silenzio e creare lo spazio per leggere o guardare o ascoltare. Come sempre il contributo critico di alcuni di noi ha dato modo di approfondire e chiarire il tema, in particolare abbiamo affrontato il rapporto con i figli, che richiedono sì accoglienza e ascolto ma hanno bisogno di avere intorno e di confrontarsi con genitori adulti ben strutturati (e non con un vuoto......). Naturalmente non vi è alcuna contraddizione in queste posizioni apparentemente diverse, in quanto si tratta semplicemente di due momenti che succedono l'uno all'altro. Prima, per essere accoglienti, apriamo il nostro cuore e la nostra mente all'ascolto (ad esempio di un figlio) senza giudizio e questo crea il presupposto e la possibilità di un dialogo; poi nel confronto, che a quel punto può essere vero e sincero, la nostra adultità e la nostra genitorialità avranno una possibilità in più di essere a loro volta ascoltate nel profondo. Naturalmente l'invito di Gesù è anche ad accoglierci fra noi come fratelli, in particolare è riferito ai più deboli, ai più piccoli. Matteo 18,5 : “E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me”. Chi è il bambino? È troppo facile immaginare di accogliere un bambino innocente, gioioso e pieno di vita. Il bambino è anche ognuno di noi quando non si comporta da adulto, quando è fragile, piccolo, debole, quando è appesantito dai suoi errori e cerca accoglienza negli altri. Romani 15, 7: “Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi”. Come stimolo e per approfondire il tema, abbiamo letto alcuni scritti di Mauro Scardovelli. Vincenzo e Giuliana
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 2 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO Formazione animatori 2 – Il gruppo animatori Tutti i credenti stavano riuniti insieme e avevano tutto in comune; le loro proprietà e i loro beni li vendevano e ne facevano parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.Ogni giorno erano assidui nel frequentare insieme il tempio, e nelle case spezzavano il pane, prendevano il cibo con gioia e semplicità di cuore lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva ogni giorno al gruppo coloro che accettavano la salvezza. Una delle cose fondamentali per fare l'animatore di un grest è sapere di non essere lì come singoli ma sapere di essere parte di un gruppo. Infatti è il "noi" che educa in oratorio. Ciascuno infatti ha dei talenti da dover trafficare per metterli a disposizione degli altri animatori al fine di dar vita davvero a un grest pieno di energia e vita. Diventa dunque importante educarsi a non fare a meno degli altri ma, anzi, a sentirsi bisognosi della collaborazione degli altri sapendo che sono diversi da noi, con diversi talenti da mettere in gioco per il bene della comunità. Nella prima giornata di formazione abbiamo detto che il grest può essere interpretato come un pellegrinaggio, e camminare significa anche preparare lo zaino e dunque fare una scelta delle cose da portare con sé e di quelle da lasciare a casa, significa alleggerire il carico. Così anche per quanto riguarda la motivazione e lo stile con i quali si vuol fare l'animatore. Camminare significa anche uscire da sé stessi, è guardarsi da fuori: noi come pensiamo di essere e noi per come ancora non ci conosciamo. Essere animatori non è cosa da poco per gente da poco. Seminare sorrisi, educare a valori grandi e che durano alla prova del tempo, colorare un ambiente di amicizie vive e relazioni significative: ecco il grest. L'animatore deve sapere che non vedrà mai tutto il bene che trasmette ai ragazzini ma deve sognarlo e sapere che il suo dare il massimo in ogni momento donando il meglio di sé rimarrà come scolpito nella memoria di quei bambini che ne rimarranno affascinati nel profondo. In bocca al lupo allora a tutti i ragazzi delle superiori che nelle nostre parrocchie si stanno preparando a essere animatori dei grest dell'estate che si sta avvicinando!
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 3 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
Grest di Regina Pacis...
...e di Spirito Santo!
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 4 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
Lotteria di autofinanziamento: il resoconto Sabato 16 Aprile 2016 durante la cena a base di gnocco fritto, salumi e pizza, presso il nuovo oratorio di Regina Pacis, è avvenuta l'estrazione dei biglietti vincenti della lotteria di beneficenza organizzata per cercare di diminuire la quota di partecipazione dei ragazzi e degli educatori che parteciperanno prossimamente al Giubileo dei Ragazzi a Roma (23-25 Aprile 2016) ed alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia (Pacchetto A - 19-31 Luglio 2016, Pacchetto B 25-31 Luglio 2016). Di seguito riportiamo la lista dei premi ed i relativi numeri vincenti. Per la cronaca, sono stati venduti circa 6.200 biglietti per un incasso di oltre 12000 €. Ringraziamo di cuore chi ha collaborato alla buona riuscita di questa attività, un ringraziamento speciale a chi ha venduto più biglietti. La palma d’oro va alle signore Mastrolorito Cristina e Bizzocchi Deanna, che hanno venduto rispettivamente oltre 400 biglietti a testa. Un applauso!!! Infine ringraziamo per la generosità e la collaborazione "L'agriturismo San Giuseppe" di Taneto di Gattatico (che ha gentilmente offerto il 14° premio), il "CVR - Consorzio Vacche Rosse (18° e 20° premio)", non ultimi l’Agenzia viaggi "Il Planetario" ed il Laboratorio Oreficeria "Idea Oro" di Miari Francesco e c. S.n.c. Luca Lusetti e Claudio Sandonà Premi
Descrizione premio
1° premio
BUONO VIAGGIO PER DUE PERSONE c/o AGENZIA PLANETARIO VIAGGI n. 14172
2° premio
TV LCD 32 POLLICI
n. 02925
3° premio
VIDEOCAMERA SPORTIVA - GOPRO HERO 4
n. 13279
4° premio
OROLOGIO DONNA A. MARTINI
n. 10341
5° premio
E-BOOK
n. 02066
6° premio
BICICLETTA DONNA
n. 02285
7° premio
PORTAFRUTTA CRISTALLO/ARGENTO
n. 12072
8° premio
VASO D'ARGENTO
n. 15615
9° premio
CORNICE D'ARGENTO
n. 12431
10° premio
GIROCOLLO FLOREALE
n. 02086
11° premio
PROSCIUTTO CRUDO STAGIONATO
n. 15227
12° premio
UNA BIRO DESIGNE
n. 00036
13° premio
FIOCCO DI CULATELLO
n. 12283
14° premio
CENA PER DUE PERSONE PRESSO AGRITURISMO SAN GIUSEPPE
n. 11111
15° premio
FORNO MICROONDE
n. 13521
16° premio
6 BOTTIGLIE VINO "BOVE"
n. 13029
17° premio
COPPA DI SUINO
n. 11093
18° premio
1 KG PARMIGIANO - REGGIANO STAGIONATO 30 MESI
n. 11010
19° premio
SALAME FELINO
n. 02700
20° premio 1 KG PARMIGIANO-REGGIANO VACCHE ROSSE 24 MESI
Numero biglietto vincente
n. 15421
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 5 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO Ai piccoli le cose più grandi: il mistero della morte e della vita approfondito nella catechesi del Buon Pastore con i bimbi dai 3 ai 6 anni. Nel messaggio cristiano morte e vita sono strettamente legate all’annuncio della resurrezione : la vita è più forte della morte. Una volta Gesu’ volendo parlare ai discepoli della sua morte ha detto così: “in verità, in verità vi dico, se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto.” È bellissimo che Gesù adoperi il paragone del seme di frumento: non si tratta di un'allegoria esterna, lontana, separata, ma significa che ciò che Gesù sta dicendo, ciò che con la sua vita sta mostrando è inscritto nelle leggi più profonde della vita. La vita delle creature più semplici risponde alle stesse leggi della nostra vita spirituale: Vangelo e vita sono la stessa cosa, reale e spirituale coincidono. Abbiamo allora chiesto ai bimbi : Che cosa è un chicco di grano? Che cosa succede se un chicco di grano viene messo nella terra? E abbiamo osservato dei semi di grano seminati in tempi successivi in più vasetti notando che dai semi è nata una nuova pianta. Con la stessa intensità con cui si osserva la forza della nuova vita il bambino contempla il seme di grano che pian piano si disfa svuotandosi progressivamente fino a scomparire. Inoltre si osserva che il chicco di grano quando è intero è duro, ma anche solo, quando invece è stato posto nella terra, si è svuotato generando però una nuova vita, da cui poi nasceranno molti frutti. Rimanere solo o produrre molto frutto. Il senso della vita di Cristo, e quindi di ogni uomo, si gioca sul frutto, sulla fecondità, sulla vita abbondante che lui è venuto a portare. Gesù con questa parabola ci annuncia che la morte è una trasformazione, che la morte non ha l’ultima parola. Questa è la vita di Gesù che come il chicco è morto per poi risorgere, ma è anche la nostra vita. Con la morte infatti la vita non è tolta, ma trasformata e “mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata una abitazione eterna nel cielo". Con i bambini possiamo meditare che nella resurrezione si realizza quella legge fondamentale della realtà che San Paolo esprime dicendo “La mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza” (2Cor 12,9)
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 6 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
Misericordia è...profumo di Vangelo! "Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre." Si apre così la Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia, e proprio per questo, gli incontri domenicali con i bambini e ragazzi durante i tempi forti del tempo liturgico, hanno avuto come oggetto le opere di Misericordia: Corporali per l'Avvento e Spirituali per la Quaresima. Ma che cosa è la misericordia, e come spiegarla ai bambini, quando forse il concetto non è così chiaro neanche per noi adulti? Spesso abbiamo l'impressione che sia un atteggiamento benevolo di chi lascia correre, ma non è affatto così. La misericordia di Dio è operativa, è la terapia assolutamente necessaria per guarire dalle nostre infermità, è la bontà di Dio che cura. É quindi trattare bene l'altro, prenderselo a cuore, fare del bene. La parabola lucana del buon samaritano, che ci ha guidato lungo tutto il cammino, ci insegna come la misericordia passi necessariamente attraverso tre momenti: mi accorgo della difficoltà di qualcuno, mi dispiaccio, mi commuovo per quella situazione ed intervengo, mi impegno per aiutare concretamente. Purtroppo ci succede spesso di fermarci al secondo step: Ci rendiamo conto, ci commuoviamo, ma non andiamo oltre, non operiamo, presi dai nostri problemi e bloccati dalle nostre necessità, lasciamo che si adoperi qualcun altro. Le opere di Misericordia, elencate nel Vangelo secondo Matteo al capitolo 25, riassumono tutti gli aiuti corporali che possiamo dare ad un'altra persona quando ci accorgiamo del suo bisogno materiale: la fame, la sete, la mancanza di una casa, di un vestito, della salute, della libertà e quando mancano c’è povertà, indigenza, c'è miseria. La Chiesa ha aggiunto "seppellire i morti", ma ha elaborato anche un altro elenco, perché il benessere di una persona non dipende solo dallo stare bene nel corpo, ma anche nello spirito. Questo elenco riguarda i dubbiosi, gli ignoranti, gli afflitti, i peccatori, le persone moleste, gli offensori, i vivi e i morti...Ci siamo dentro proprio tutti, perché tutti siamo miseri! Ma Dio non ha ci ha lasciato nella miseria, ci ha tanto amati da mandare suo Figlio, che è entrato nella storia di ciascuno, per renderci capaci di consigliare , istruire, consolare, perdonare, sopportare, ammonire, pregare. Chi compie un opera di misericordia corporale è in una posizione diversa da chi la riceve: per dare da mangiare bisogna averne, per alloggiare un pellegrino è necessario disporre di una casa, chi visita un carcerato è libero, chi visita un malato gode della salute. Invece quando si compie un'opera di misericordia spirituale il beneficio è doppio perché si è sulla stessa barca, così che compiendo un bene spirituale nei confronti dell’altro, si miglioria proprio in quello stesso ambito: Consigliando i dubbiosi si risolvono anche un po' dei nostri dubbi, consolando ci si sente a nostra volta consolati, insegnando comprendiamo di più, perdonando desideriamo essere perdonati, sopportando ci rendiamo conto di quanto possiamo essere anche noi pesanti. I "Vangeli della Quaresima" hanno incorniciato le opere di Misericordia Spirituali, dandoci la possibilità di costruire un cartellone domenica dopo domenica e la proiezione, ogni volta di un video, ci ha aiutato a coinvolgere i bambini:
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 7 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
1/Gesù nel deserto supera le tentazioni, rifiuta l'arroganza e la prepotenza, sceglie di essere il messia umile che dà invece di pretendere e per ognuno di noi diventa luce, esempio da imitare. Solo seguendolo e accogliendolo, possiamo a nostra volta essere luce per chi ci sta vicino: istruire chi non sa, consigliare chi è nel dubbio. Il video proiettato mostrava un uomo che seduto a terra, in una zona di alto passaggio, chiedeva l'elemosina perché «Sono cieco» recitava il cartello posto ai suoi piedi, ma tanti passavano oltre. Una giovane donna si ferma, cambia le parole di quel cartello e la situazione prende un'altra piega...«Oggi è una bellissima giornata, ma io non posso vederla». Quelle parole toccano il cuore e spingono i passanti a fermarsi. 2/Sul monte mentre prega, Gesù cambia d'aspetto e i tre discepoli presenti sono sì confusi, ma consolati da quella visione. Allora anche noi possiamo cambiare d'aspetto se preghiamo bene e con il cuore: pregare per i vivi e per i morti sarebbe bene farlo diventare una buona abitudine. Se ascoltiamo e viviamo la parola del Signore, diventa più facile consolare chi è afflitto. Il video, un cartone animato, ci ha raccontato l'amicizia tra una bambina e un bambino che affetto da una grave malattia, è costretto su una sedia a rotelle, incapace di muoversi e di parlare. E questa bimba si impegna, escogita soluzioni stravaganti, consola il suo amico coinvolgendolo nel gioco. 3/La parabola del fico ci ha invitato a portare pazienza perché il Signore ne ha avuta davvero tanta con noi ed aspetta sempre i nostri frutti. Il video mostrava, seduti su una panchina, un papà anziano che ripetutamente e insistentemente, chiedeva a suo figlio, nonostante avesse più volte risposto, cosa fosse quello, indicando un passero. Il figlio esasperato dalla continua domanda, sbotta, perde la pazienza e inveisce contro il padre, trattandolo malamente. Il padre entra in casa e torna con un diario aperto su una pagina scritta tanti anni prima, quando quel suo figlio era un bambino, quando per tante volte aveva fatto a suo padre quella stessa domanda, ma lui non aveva perso la pazienza... Le persone moleste non sono sempre gli altri, possiamo esserlo anche noi! 4/ La parabola del padre che pieno di gioia accoglie quel figlio e che poi va a cercare l'altro, ci invita ad essere misericordiosi come lui. Siamo stati perdonati e accogliendo la grazia, possiamo perdonare anche noi. Il video ha avuto come protagonista una bambina che con la sua famiglia è fuggita dalla guerra e dall'Isis: sorridente e solare non porta rancore e non odia, anzi prega per chi l'ha costretta a lasciare la sua casa e i suoi amici. 5/Gesù viene chiamato a giudicare una donna che secondo la legge mosaica meritava di essere lapidata. Avrebbe potuto rimproverarla duramente, ma non lo fa. Ammonire un peccatore è molto difficile, è un compito delicato che richiede affetto e tanta sensibilità. Il video raccontava proprio questo episodio e metteva in evidenza la dolce fermezza con cui Gesù, pur non giudicandola, la invita però a non peccare più: ecco la misericordia, l'autentico volto di Dio.
Don Paolo ai genitori dei cresimandi: non crescete i figli come onnipotenti. È inutile negarlo e bisogna prenderne atto: purtroppo la Cresima sta diventando il sacramento dell'uscita dei ragazzi dalla Chiesa, un esodo che riguarda, secondo una recente indagine, il 70% dei giovani che frequentano il catechismo. Un esodo che può portarli a perdersi nei meandri di una realtà pericolosa e violenta, dove la decadenza morale è fuori la porta di casa. Ma il fenomeno si è esteso anche a fasce di età più alte, per non parlare di tutte quelle persone, giovani e meno giovani, che non hanno mai messo piede in una chiesa. Cosa possiamo fare, quali i percorsi che possiamo pensare, progettare, percorrere, quale strade provare a costruire per tentare di contrastare il fenomeno? Domande pesanti come macigni che hanno risuonato nella chiesa dello Spirito Santo, domenica 17 aprile;
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 8 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
interrogativi che don Paolo ha rivolto ai tanti genitori dei cresimandi della nostra Unità pastorale, nell'ambito dell'evento che ha visto protagonisti i ragazzi insieme ai catechisti e agli educatori. Forse qualcuno avrà anche pensato che fossero provocazioni più adatte ad una platea di preti che di laici, ma ognuno di noi, in forza del Battesimo può e deve diventare un autentico discepolo, chiamato insieme alla comunità ad evangelizzare, ad uscire, a prendere l'iniziativa, a non chiudersi con il rischio di ammalarsi... Papa Francesco lo ha ripetuto tante volte in questi anni: "Preferisco mille volte una Chiesa incidentata che una Chiesa ammalata". " E la Chiesa in uscita- ha insistito don Paolo citando diversi passi dell'Evangelii Gaudium durante tutto l'intervento - è la comunità dei discepoli missionari che prendono l'iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano che fruttificano e festeggiano. Una comunità che non ha paura di andare, di osare, di cercare i lontani, avendo sperimentato che il Signore l'ha preceduta nell'amore. È necessario abbandonare quel criterio pastorale del «Si è sempre fatto così», provando ad essere audaci e creativi, cercando di uscire dallo schema scolastico del trasmettere "una moltitudine disarticolata di dottrine", assumendo piuttosto uno stile missionario che annunci quelle verità che esprimano più direttamente l'essenza, il cuore del Vangelo": la bellezza dell'amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto". Come stimolare le scelte di un giovane, come cercare di orientarlo verso uno stile diverso, come fargli scoprire la bellezza della gratuità in una società dove tutto ha un costo? Don Paolo è stato molto chiaro: Non crescete i vostri figli come onnipotenti! Se siamo sempre pronti a soddisfare ogni loro desiderio, anche il più piccolo e banale, come potranno mai avvicinarsi al Signore, come potranno mai scoprirsi creature quando si credono il Creatore? La prima evangelizzazione parte sempre dalla famiglia e noi genitori siamo i primi testimoni: Dio si è fatto povero per noi e la Chiesa da sempre ha fatto un'opzione per i poveri e tutti "siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro"(EG 198); ma lo stile di vita che stiamo creando nelle nostre famiglie, si avvicina alla sobrietà? A cosa diamo davvero importanza? Se abbiamo una possibilità di trasmettere qualcosa ai nostri figli é solo ciò che ci appassiona veramente; allora provare a coinvolgerli nei nostri progetti, a farne di nuovi, a costruire insieme, sia in famiglia che nella comunità...È il modo migliore per dialogare e superare i conflitti. Partecipiamo alla Messa domenicale, dimostriamo ai nostri figli che per noi è importante, che desideriamo incontrare il Signore, che vogliamo imitare il suo stile, costruendo ponti e non muri. Curiamo di più le celebrazioni con particolare attenzione ai canti, perché l'evangelizzazione passa anche attraverso una bella Liturgia. Non abbiamo trovato la risposta alle domande, ma il nostro stato d'animo dell'inizio non era più lo stesso perché si era aggiunta un strana inquietudine... Credo che don Paolo mirasse proprio a questo.
SPIRITO SANTO E COMUNITA' Domenica 17 Aprile, accompagnati da uno splendido sole, si è svolto il primo incontro di tutti i Cresimandi dell’Unità Pastorale. Già a settembre, con don Paolo, avevamo iniziato un cammino di preparazione alla Cresima che coinvolgesse tutti: catechisti, educatori ma soprattutto i ragazzi e le loro famiglie. L’invito del Don però, giunti quasi alla fine dell’anno
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 9 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
catechistico, è stato quello di lavorare a grande gruppo con tutti i ragazzi dell' Unità Pastorale che presto riceveranno il Dono dello Spirito Santo, provando ad abbandonare l’idea di parrocchia e cercando di ragionare come un unico gregge. Naturalmente nulla si improvvisa e così per due sabati pomeriggio, insieme agli altri catechisti ed educatori, guidati dal nostro don Paolo, abbiamo preparato l'evento e questo ha permesso di conoscerci e di condividere idee, esperienze ed anche qualche bella risata. Partendo poi dal fatto che quasi tutti i gruppi stanno leggendo Gli Atti degli Apostoli, abbiamo pensato ad una domenica pomeriggio insieme dove, valori come l’uguaglianza, la condivisione e l’accoglienza, temi che questi ragazzi stanno approfondendo, potessero in qualche modo essere vissuti concretamente stando insieme; un pomeriggio da non dimenticare, ma da conservare nel cuore come una bella esperienza. É stato quindi un metterci in gioco, noi insieme a loro, sperimentare come attraverso "un vissuto giocoso" sia molto più bello stare e fare insieme piuttosto che rimanere da soli! Il vero significato del “fare” la Cresima è accettare di diventare discepoli di Gesù, ma non si può esserlo da soli. E’ necessaria una comunità che condivida e cresca insieme, che si aiuti e sostenga ciascuno, rispettando le diversità. I ragazzi si sono aperti con grande entusiasmo a questo nuovo modo di fare “Catechismo” e di essere “Chiesa” e per noi adulti, da catechisti a genitori, è davvero una grande scommessa! Molto c’è ancora da dire e nel prossimo numero riusciremo a raccontare meglio le tante emozioni vissute. Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, a Don Paolo che ci sta guidando in questo nuovo cammino e a Mario Gazzotti un nuovo amico, che ci ha aiutato a riflettere e pregare e che speriamo di rivedere presto!!! Barbara Giusy e Paola
VOLERSI BENE Volersi bene è il titolo che abbiamo voluto dare al percorso sull’affettività che abbiamo deciso di intraprendere come capi educatori del gruppo scout RE4, che ha avuto il suo inizio ufficiale lo scorso venerdì 08 aprile alle ore 21.00 in oratorio. Volersi bene è un titolo volutamente a doppio significato, perché ci piaceva l’idea di mettere in relazione il volere bene a se stessi con il volere bene agli altri. Ma facciamo un piccolo salto indietro per vedere come siamo arrivati fino a qui. All’inizio dell’anno scout i capi hanno rilevato che dai bambini fino ai ragazzi più grandi, venivano poste domande inerenti all’argomento affettività. Come comunità capi abbiamo deciso di coinvolgere i genitori informandoli delle richieste che venivano dai ragazzi ed abbiamo chiesto loro di suggerirci qualche altro argomento legato a questa tematica, per cogliere il loro punto di vista. In primissima battuta don Paolo ha condotto con noi alcune riflessioni aiutandoci ad approfondire meglio, documenti alla mano, la visione ufficiale della chiesa su matrimonio, convivenza, unioni omo, etero. Quindi ci siamo confrontati su cosa significhi per noi essere educatori cristiani che parlano di affettività, quali erano i nostri punti di forza e di debolezza arrivando a definire il primo passo che è stato quello di mettere al centro la Persona ed i suoi sentimenti. Educhiamo i ragazzi a voler bene alle persone, a rispettare i sentimenti, ma anche ad avere consapevolezza di sé e appunto “volersi bene”. Ma come fare? Da qui l’idea di chiamare chi ha più esperienza di noi, chi lavora sul campo con giovani ed adolescenti, confrontandosi ogni giorno con le loro idee e il loro modo di essere. Fiorello Ghirelli è infatti psicologo del Centro giovani di Reggio Emilia. Attraverso due brevi filmati introduttivi ci siamo chiesti: che tipo di educazione sentimentale abbiamo avuto nella nostra famiglia? Che genere di dialogo era presente? L’affettività inizia in famiglia o dove? La comunicazione dei propri sentimenti è affettività? Il prendersi la responsabilità delle proprie emozioni è affettività? E’ scaturito quindi un dialogo molto interessante tra genitori ed educatori, interessati alla coeducazione dei loro figli, che ha rilanciato ad altri argomenti di discussione. Per cui alla fine della serata, abbiamo deciso di aggiungere altri appuntamenti al primo, che saranno sicuramente stimolanti per noi capi e per i genitori dei nostri ragazzi. Con la speranza di imparare insieme qualcosa in più e la possibilità di creare insieme un legame educativo più forte. Andrea, Benedetta, Emanuela
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 10 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO Le attività Caritas nell’UP Santa Maria degli Angeli Ci sono molti modi per esprimere l’amore verso il prossimo: per la nostra Unità Pastorale don Paolo ha scelto di seguire il “metodo Caritas”: cosa significa? Significa un approccio né paternalistico né assistenzialista con chi ha bisogno di un aiuto, ma una vicinanza concreta, da fratello a fratello e nel rispetto delle diversità, facendoci a nostra volta aiutare da chi (con un’esperienza decennale) si spende per gli altri: Caritas Diocesana. Le attività intraprese sono varie, dalla distribuzione degli alimenti e dell’abbigliamento, all’ascolto e all’incontro con le famiglie in difficoltà. Fino ad ora il Centro di Ascolto delle Povertà “Madre Teresa” di Pieve Modolena ha fatto da punto di riferimento per la vasta Zona Pastorale (che va da Gaida a RP) ma purtroppo il lavoro è tanto (i bisogni sono tanti!) e si è sentita la necessità di sdoppiare il CdA costituendone uno anche nella nostra UP, per testimoniare questa accoglienza e la gratitudine verso nostro Signore per i doni che ci ha dato, in primis quello della fede: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Così, nei mesi scorsi gli operatori di Caritas Diocesana hanno tenuto un corso presso l’oratorio di RP per formare nuovi volontari all’ascolto. Il nuovo CdA è in fase di organizzazione e aprirà il prossimo mese di settembre nei locali di RP; ma cosa fa un CdA? Al Centro di Ascolto si recano persone che hanno bisogno di un aiuto materiale, come ad esempio un po’ di alimenti o di abbigliamento, in modo da sottrarre qualche finanza in meno a stipendi talora minimi o addirittura assenti. Talvolta le persone chiedono anche aiuto nel trovare un lavoro, ma purtroppo questo non rientra nelle possibilità di un CdA; si opera però in stretto contatto con gli assistenti sociali (con incontri mensili) e tramite loro è a volte possibile far intraprendere dei percorsi di formazione. In seguito agli ascolti i volontari si incontrano periodicamente in équipe per condividere e definire quale tipo di aiuti è possibile dare; un momento di grande rilevanza è la preghiera che tutti insieme facciamo prima dell’inizio di ogni attività: non si può testimoniare un’accoglienza “alla Caritas” se non la si vive quotidianamente in ogni luogo in cui ci troviamo e con le persone con cui siamo. I centri di distribuzione alimenti della Zona Pastorale sono a Gaida, Pieve e Roncina; a RP la distribuzione degli alimenti ha funzionato per tanti anni e si è avvalsa dell’aiuto di tantissimi volontari ma, dalla nascita dell’UP, si è pensato di spostarla a Roncina per essere meglio presenti sul territorio e dare in ogni parrocchia una concreta testimonianza di carità. La distribuzione dell’abbigliamento è storicamente situata a Pieve dove un gruppo di signore raccoglie, smista e distribuisce vestiti per adulti e bambini, ma da un paio d’anni anche a RP si è aperto un centro di distribuzione vestiti per bambini che si avvale di un nutrito gruppo di volontarie che distribuiscono al sabato mattina, mentre al lunedì pomeriggio si incontrano per ritirare ciò che viene offerto e organizzare il guardaroba. Un’altra importante attività è quella delle visite alle famiglie dell’UP che si sono rivolte al CdA: don Paolo insieme ad alcuni volontari ha iniziato a visitarne alcune e continuerà nei prossimi mesi, sempre in contatto col Centro di Ascolto. Anche se le varie attività sono state sdoppiate, non significa che non si continuerà a lavorare insieme ai volontari di Pieve e Cella, con i quali c’è sempre stata molta collaborazione anche perché la loro lunga esperienza, per noi che cominciamo ora, è fondamentale. Ma la cosa più importante è che i momenti di preghiera e di formazione rimarranno comuni, nel segno di una continuità che non si vuole perdere, per proseguire insieme, nello “stile Caritas”, questo cammino di vicinanza e condivisione con chi si trova in difficoltà.
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 11 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
A questo proposito ecco le date delle prossime attività: - sabato pom.30 aprile e domenica 1 maggio Ritiro Spirituale per gli operatori Caritas a Marola - sabato 14 maggio ci sarà la raccolta di alimenti nelle Coop e noi abbiamo aderito come distribuzione di Roncina, quindi si cercano volontari che possano andare a fare la raccolta davanti alla Coop che ci verrà destinata.
In pellegrinaggio a Roma con gli studenti di via Zandonai Il martedì 19 aprile, noi studenti africani della residenza Zandonai siamo andati al giubileo della misericordia con il nostro parroco Don Paolo. Siamo partiti dall’autostazione di Reggio Emilia col pullman alle 10.40 per arrivare a Roma alle 16.45. Il viaggio è stato lungo ma con entusiasmo e voglia di andare al Vaticano ce l’abbiamo fatta. La sera di quel giorno abbiamo visitato uno dei luoghi famosi di Roma che è la fontana di Trevi. Il giorno 20, siamo andati all’udienza del Papa. Anche se non l’abbiamo salutato di vicino, l’abbiamo comunque visto. E’ stato una grande emozione per noi vederlo. Un’altra cosa straordinaria è la visita della chiesa più grande del mondo: la Basilica di San Pietro. Visitandola, siamo rimasti bocca aperta perché è una meraviglia della chiesa cattolica soprattutto con le tombe dei papi, i disegni del pittore Michelangelo sui muri e l’architettura. E’ un bel capolavoro. Dopo il Vaticano, abbiamo visitato il Colosseo anche se non abbiamo potuto entrare, la piazza di Spagna, la trinità dei monti, la piazza Spagna, la piazza del Popolo, la piazza Venezia e tanti altri posti. E’ stato un bel viaggio per noi che non conosciamo Roma. Per ciò ringrazio Don Paolo nel nome degli altri per questo regalo che ci ha offerto. Non lo dimenticheremo mai. Grazie Don Paolo!!!!!!!!
Le differenze possono unire? Sinagoga di Reggio Emilia, via dell’Aquila. Molti non sanno della presenza nella propria città un luogo come questo e allo stesso modo ignorano che ci sia stato un ghetto ebraico per quelle piccole strade che costeggiano via Emilia Santo Stefano. Chiara Furlanetto, moderatrice di oggi, inizia a presentare ciò che accadrà per le prossime due ore. Sono le 17.00 del 17 aprile, e siamo al secondo incontro di #Dialogo: Siamo tutti sulla stessa panchina, un ciclo di tre eventi nato da tre associazioni, AGESCI Reggio Emilia, Giovani Musulmani Italiani di Reggio Emilia, CISV Reggio Emilia, con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e sotto l’ala protettiva di Mondinsieme che ha inserito l’iniziativa all’interno del più ampio progetto di Primavera senza Razzismo. Tutto questo con la collaborazione di due blog giovanili del territorio: Re-Generation e Linkiostro (del quale il sottoscritto fa parte). Due settimane fa, al primo incontro, si era parlato di informazione e disinformazione. Oggi si discute di dialogo interreligioso con ospiti di spicco: Brunetto Salvarani, teologo e docente presso la facoltà teologica dell’EmiliaRomagna e Patrizia Khadija Dal Monte, laureata in Scienze Religiose, scrittrice e traduttrice di Testi Islamici. Purtroppo non è rappresentata la terza grande religione monoteista, l’ebraismo, causa un imprevisto per Vittorio Robiati Bendaud, che non è potuto essere presente. A colmare questo vuoto ci pensa Dario De Lucia, consigliere comunale e membro di Istoreco, che racconta la storia della Sinagoga e della comunità ebraica di Reggio Emilia, ad oggi scomparsa dopo l’intervento fascista e nazista. Già questo esempio della storia basta a spiegare quanto è necessario parlare di dialogo interreligioso non solo per quanto succede ai giorni nostri. La domanda: c’è
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 12 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
qualcosa che può accomunarci? Le nostre differenze religiose e culturali possono unirci? La vita nasce dalla diversità, lo dice bene Patrizia Khadija Dal Monte. La differenza è un elemento naturale della realtà umana, una differenza che inizia già dal principio, il genere, il maschio e la femmina. E’ dall’incontro del diverso che può nascere qualcosa. Non è di certo vivendo sempre tra le stesse persone, bianche, italiane, cristiane, che riuscirò a mettere in discussione i dogmi della mia vita quotidiana. Una frase mi ha colpito: “è una fortuna per noi musulmani vivere in occidente, perché qui possiamo approfondire molto di più la nostra fede religiosa confrontandoci con un mondo differente”. Incredibile. Il livello che musulmani e ebrei hanno di conoscenza della loro fede surclassa quello dei cattolici. Per un cristiano in Italia è molto difficile incontrare il diverso, perciò gli è difficile anche incontrare Dio. Se la fede è una ricerca è necessario stimolarla, metterla in discussione attraverso un confronto con la realtà variegata del mondo e non chiudendosi nelle attività di routine delle proprie parrocchie.Tutte belle parole, ma nella pratica le cose sono molto più complesse. Cosa ci impedisce di dialogare? I Pregiudizi: Viene proiettato un video promozionale contro la violenza sulle donne in cui a parlare sono uomini e donne musulmane. Le differenze non possono unire se non le conosciamo, e ancora di più se le giudichiamo senza conoscerle. L’Islam, sottolinea Patrizia Khadija Dal Monte, alla sua nascita ha dato vita a molte innovazioni per migliorare le condizioni della donna. Bisogna saper distinguere tra ciò che proviene dalla religione e ciò che proviene dalla tradizione culturale di un paese. Non tutte le pratiche mediorientali sono musulmane! Il ruolo subalterno della donna nel mondo arabo è qualcosa che dipende in gran parte dalla tradizione che millenni di storia precedente all’arrivo di Maometto hanno prodotto e gli stessi musulmani cercano di incentivare un cambio di rotta. D’altronde la donna nel mondo occidentale non se l’è passata molto meglio, ma sarebbe assurdo sostenere che il cristianesimo sostenga la subordinazione della donna come dogma religioso. Impediscono il dialogo non solo i pregiudizi, ma anche la mancanza di giustizia, sostiene Brunetto Salvarani. Molti dei problemi esistenti di incomprensione e chiusura sono dovuti non alle dottrine religiose ma a situazioni di grave ingiustizia. E’ l’ingiustizia sociale in primis a non permettere il dialogo con il diverso. Possiamo permetterci di cercare un confronto pacifico solo quando avremo messo tutte le parti sullo stesso piano. Più che dalla religione, forse, l’Isis è mosso da un grande sentimento di ingiustizia sociale sentito da certi strati della popolazione araba che si sentono esclusi, oppressi, dimenticati. La guerra di Daesh, infatti, non è rivolta contro la Chiesa Cattolica, bensì contro l’Occidente, le logiche di mercato opprimenti, le ex-potenze coloniali. Notare le differenze significa soprattutto evidenziare le uguaglianze. Brunetto Salvarani racconta una storia che riassumo in breve: un uomo incontra Dio nel tavolino di un bar. Approfittando della situazione gli chiede: quale delle tante religioni è quella giusta? Ha ragione Gesù, Maometto o Abramo? Dio gli risponde: “in realtà non sono nemmeno religioso, e delle religioni non mi interessa granché”. Dio è molto più grande di qualunque definizione che la religione può formulare e supera ogni limite che cerchiamo di dargli. “Non puoi rendere Dio cattolico” diceva il Cardinal Martini. Allora c’è qualcosa che unisce cristiani, musulmani ed ebrei, qualcosa di superiore alle nostre visioni di Dio e del mondo ed è il fatto stesso di credere. C’è un passaggio per nulla scontato, uno step fondamentale che accomuna gli uomini seduti al tavolo del dialogo interreligioso: per tutti loro Dio esiste. E da questa pietra si può iniziare a costruire la casa per una nuova convivenza. Concludo l’articolo ricordando a tutti gli interessati di partecipare al prossimo incontro domenica 15 maggio ore 17.00, presso il Centro Islamico di via Monari a Reggio Emilia. Si parlerà di Geopolitica ed attualità con Lorenzo Declich, giornalista di Limes, Alessandro Ferrari, docente dell’Univerità dell’Insubria, e Sabika Shah Povia, Giornalista Freelance. Il titolo: Cosa succede nel mondo? Oltre la religione, la geopolitica. La redazione de Linkiostro
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 13 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO [continua dalla prima pagina] Senza dubbio i parrocchiani abituati all’assistenza diretta del parroco si aspettano la continuità di quel modello. Si tratta di passare da un approccio pastorale personalizzato – è il parroco che fa le cose direttamente – ad un approccio più comunitario. Non è so il parroco che deve abitare, occupare il territorio, ma la comunità. Il parroco dell’unità pastorale dovrà avere la pazienza e l’intelligenza di attivare dei processi di evangelizzazione che non dipendano da lui, dalla sua presenza, ma di laici presenti sul posto. E’ vero che i laici, soprattutto le laiche – è sempre bene ricordarselo che le comunità parrocchiali hanno una presenza preponderante di donne nei settori chiave della pastorale – sono sempre stati presenti nelle parrocchie. Il problema, però non è la presenza o l’attività specifica, ma il modo di vivere un servizio. Questo modo di abitare la pastorale, che richiede un presenza da parte del parroco meno da protagonista e più da stimolatore, coordinatore, ne orienta anche la spiritualità. Infatti, più che identificarsi con modelli di santi eroici, capaci di grandi gesti, protagonisti di imprese mirabolanti (alla Curato d’Ars, tanto per intenderci), dovrà ricercare un tipo di spiritualità che stimoli maggiormente cammini di condivisione, che provochi la capacità di mettersi da parte, di fare spazio. Creare spazi nuovi d’incontro e di evangelizzazione, nei quali chi agisce, chi è presente non è il parroco, ma i cristiani, la comunità. La libertà dalla tirannia della presenza fisica a tutte le azioni pastorali è senza dubbio una delle conquiste più significative dei presbiteri che accompagnano le unità pastorali ed uno dei segni più evidenti della maturità sia della comunità che del presbitero. C’è da dire che non tutti, purtroppo, ci riescono: fanno fatica a non cedere alla tentazione gratificante di accontentare i parrocchiani. Ciò vale anche per lo stile di accompagnamento spirituale, che dovrà essere sempre meno direttivo – che esige una presenza costante – e più orientativo, che fa leva cioè sia sulla libertà del laico di riferimento, che sulla maturità affettiva del presbitero. Chiamati a servire comunità per un periodo circoscritto – i fatidici nove anni – e non più per tutta la vita, e a distribuire il proprio impegno pastorale su più comunità contemporaneamente, il presbitero dovrà apprendere a valorizzare al massimo i laici presenti sul territorio. Saranno, infatti loro a restare e a dar continuità ai progetti pastorali e di evangelizzazione messi in atto. L’esperienza insegna che quando i meccanismi non dipendono da qualcuno, ma hanno passato il vaglio di consigli pastorali, e degli strumenti pastorali che permettono un discernimento il più comunitario possibile, il progetto pensato rimane. Don Paolo Cugini
Spirito libero In questo periodo successivo alla Pasqua, la liturgia ci offre la possibilità di riflettere sullo SPIRITO SANTO. Come tutte le realtà spirituali, è una realtà per noi difficilmente afferrabile, ed abbiamo bisogno di immagini e similitudini per tentare di comprenderne almeno un po' la portata. Lo possiamo definire come AMORE, FORZA, LIBERTÀ, CREATIVITÀ. Lo Spirito è Amore perché è stato mandato per continuare l'azione di Gesù e ci insegna ad amare come ha fatto lui.“Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. (Giovanni 14,26) Lo Spirito è Forza perché è l'aiuto che Dio ci manda per affrontare la vita e le sue difficoltà. E' il modo di agire di Dio, altra realtà spirituale per noi inafferrabile, che non interviene nella nostra vita in modo magico e
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 14 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
miracolistico, risolvendoci tutti i problemi, ma ci dà la forza di affrontarli, se gliela chiediamo, ispirando anche le persone vicine a noi ad aiutarci. “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Luca 11,13) Lo Spirito è Libertà, che ci spinge a superare l’egoismo e il pensare soltanto alle nostre necessità per aprirci alle necessità degli altri e ci invita a liberarci dalle preoccupazioni per i precetti e per le leggi e a vivere il cuore della fede. “Dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà” (2 Corinzi 3,17). Lo Spirito è Creatività perché continua l'opera di creazione del Padre, che non è mai terminata, e ci invita a collaborare a questa opera di rinnovamento. Quando i cristiani e la Chiesa si aprono allo Spirito, diventano creativi, innovano, sperimentano con coraggio nuove frontiere di pastorale per annunciare il Vangelo in modo efficace. “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”. (Giovanni 3, 8). Lo Spirito però ha anche una caratteristica che ci spiazza un po', che è quella della DEBOLEZZA. Lo Spirito non si impone, ma si propone. Sta a noi accoglierlo o respingerlo, aprirgli o chiudergli la porta. I sintomi che a volte affliggono anche le nostre comunità, e che rivelano chiusura allo Spirito sono la rigidità, il dogmatismo, il motto “si è sempre fatto così, perché cambiare?”, il devozionismo, l'apparenza, l'ipocrisia, le discriminazioni. L' accoglienza allo Spirito nella nostra vita ci fa diventare coraggiosi, creativi, liberi, accoglienti, capaci di amare. Ci conviene veramente aprirgli la porta.... Giovanni Dazzi
S.S. Crocifisso di Cutro Monumento nazionale dichiarato nel 1939 “Cutro” un piccolo peasino eppure custode di un gran tesoro di tradizioni, di devozione condivise, tramandate nei secoli. La sua festa più importante è “la festa del S.S. Crocifisso di Cutro”. Scolpito nel ‘600 da un frate palermitano, Fra Umile da Petralia. Questa effige, autentico capolavoro della scultura dell’epoca, rappresenta un Gesù in croce di rara bellezza, l’unico ad avere una vera lacrima scesa dall’occhio sinistro, che apporta a chiunque gli si avvicini, sentimenti differenti, opposti. Essa rappresenta la morte, la sofferenza, il dolore, eppure il suo volto appare sereno, avvolto da una grande pace, quasi come a voler dire: “io sono l’amore, la luce, non abbiate paura”. Molte leggende sono legate a questo Crocifisso, molte di più sono le grazie e i miracoli che il popolo fedele ha ricevuto. Ogni anno si festeggia questa rappresentazione, ma solo ogni sette il S.S. viene calato dalla nicchia in cui si trova e viene portato sulle spalle dei fedeli per le vie del paese, dalla sua chiesa nativa, alla chiesa Madre, dove viene esposto al popolo per tre giorni, dopodichè ritorna nella sua nicchia. Qui viene custodito amorevolmente dai frati francescani che vivono con lui nella chiesa della Riforma, antico convento fondato da religiosi appartenenti al ramo detto dei Riformati. Su questo evento si tramanda una leggenda che le nostre nonne e bisnonne ci hanno raccontato. Si narra che nel 1861, in occasione di una grande siccità, i contadini
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 15 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
disperati decisero di rivolgersi al parroco, il quale ebbe l’intuizione o meglio l’illuminazione di chiedere aiuto proprio al Crocifisso, portandolo fuori per il paese. Si racconta che appena il S.S. uscì dalla chiesa, cominciò a piovere. È un miracolo. I fedeli da allora decidono di continuare a ripetere questa processione ogni sette anni, festeggiando e ringraziando il S.S. Ecco perché in questa ricorrenza Cutro diventa un luogo di fede e pellegrini. Tutti i cutresi in giro per il mondo ritornano per onorare la nostra effige. Grande festa di unione e condivisione, tutti insieme per pregare e ringraziare. Molte cose ci sarebbero da raccontare ma crediamo che certe cose vadano vissute. Quindi a chiunque legga queste righe un consiglio: andate a trovare il S.S: non rimarrete certo indifferenti. La novena che tutti gli anni viene fatta per l’occasione in varie chiese, quest’anno è stato chiesto a Don Paolo di poterla celebrare a Regina Pacis. La sua disponibilità ci ha veramente resi felici perché questa parrocchia raccoglie molte famiglie cutresi. Ci siamo quindi organizzate tra impegni di lavoro, famiglia ecc, e per nove giorni ci troviamo nella Casa del Signore che Don Riccardo e Don Paolo ci hanno messo a disposizione per pregare e dare la possibilità anche a chi non potrà raggiungere il paese, e tante saranno le grazie che avremo. Ringraziamo in anticipo, sicure di essere ascoltate, sperando di condividerle con tutti voi, perché, così come il Santo Padre Papa Francesco ci ripete, non dobbiamo chiuderci tra noi, ma aprirci, uscire fuori, parlare dell’amore di Dio. Questo evento ci dà l’occasione di far conoscere il nostro amato S.S. Crocifisso. A voi tutti grazie, “gruppo di Cutro”
Associazione Regina Pacis o.n.l.u.s. Ciao a tutti, come molti di voi sanno, già da qualche anno è stata riconosciuta come O.N.L.U.S. l’Associazione Regina Pacis. E’ un’associazione non lucrativa di volontariato, nata da un’idea della Parrocchia di Regina Pacis, che si impegna ad assistere persone e famiglie in difficoltà, a formare ed educare bambini, giovani, adulti e a svolgere attività caritative e ricreative. Ufficialmente si tratta di un ente giuridico autonomo e quindi diverso dalla Parrocchia, ma che di fatto collabora attivamente e in via continuativa con la nostra comunità e a tendere con l’intera Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli, nello svolgimento delle attività di cui sopra, con lo scopo di “formalizzare” e ulteriormente promuovere, ampliare e integrare quelle attività svolte dalle Parrocchie di carattere non solo religioso, ma anche socio-educativo, ricercando inoltre una più stretta collaborazione con gli Enti Locali (in particolare con il Comune di Reggio Emilia). La qualifica di O.N.L.U.S. consente di poter beneficiare di agevolazioni fiscali e contributi che la Legge Finanziaria ormai da alcuni anni riconosce alle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (e non per esempio alle Parrocchie); tra queste: - il 5 x mille: tutti noi, persone fisiche, quando facciamo la dichiarazione dei redditi possiamo firmare il riquadro “sostegno al volontariato” scrivendo il codice fiscale dell’Associazione Regina Pacis O.n.l.u.s.: 91148950354. Donare il 5 x mille non costa nulla: non è un’alternativa al 8 x mille, ma semplicemente ciascun contribuente decide di destinare una parte delle imposte (che comunque paga) ad una O.N.L.U.S.; è un modo gratuito per tutti per sostenere le attività dell’Associazione Regina Pacis. - erogazioni liberali: chiunque può, tramite bonifico e/o assegno bancario, sostenere l’Associazione effettuando delle donazioni alla O.N.L.U.S. ed ottenere una ricevuta che consentirà, nei limiti di legge, la detrazione fiscale delle offerte (Bonifico bancario a: Banco Emiliano Ag.24 – IBAN: IT 72 J 08623 12802 000240148591 intestato a “Associazione Regina Pacis O.n.l.u.s.”). A tal proposito vorrei dare un ritorno a tutti quelli che credono nell’iniziativa e hanno destinato risorse alla ONLUS, riportando sinteticamente di seguito i contributi ricevuti, cosa si sta facendo e come sono stati spesi. Credo sia inoltre un buon modo di presentare l’iniziativa anche a chi, finora, non l’ha conosciuta. Entrate da 5 x mille: Ad oggi alla Onlus sono stati destinati i contributi da 5 x mille degli anni fiscali 2010, 2011, 2012 e 2013 per un totale di quasi 17.000 €, tutti già incassati. Le somme relative al 2014 saranno pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate entro fine aprile (questi sono i tempi dettati dalla normativa).
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 16 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
Entrate da erogazioni liberali da “privati”: Dal 2010 ad oggi ammontano a oltre 19.000 € compresi anche i contributi ricevuti per l’organizzazione “spot” di feste. Inoltre nel 2011 e 2012 sono stati incassati circa 5.500 € per i progetti organizzati con la collaborazione del Comune di Reggio “I Reggiani per esempio”, fondi utilizzati per finanziare il progetto specifico condiviso con il Comune (principalmente spesi per acquistare PC, mixer audio e pagare lo spettacolo della sagra). Uscite / Progetti di spesa: I contributi incassati da 5 x mille e da erogazioni liberali sono finora stati utilizzati dalla ONLUS per: Nel 2013 e 2014: - finanziare l’acquisto di quasi 200 sedie e una ventina di tavoli destinati alle strutture Parrocchiali di Regina Pacis (circa 8.200 €); - finanziare per intero l’allestimento del Parco Giochi bimbi nell’area della nuova struttura Parrocchiale (circa 4.600 €) e gli impianti sportivi per Pallavolo, Calcetto, Canestro (circa 1.500 €); - donare alla Parrocchia un nuovo lettore DVD (circa 200 €) Nel 2015: - acquisto del palco della sala polivalente (circa 5.300 €); - acquisto di un televisore, un proiettore, un amplificatore portatile (circa 900 €); - acquisto di una valigetta porta utensili, materiale didattico e scaffali (circa 300 €); - materiali per campi da gioco esterni (circa 600 €); - contributo spese progetto “Associazione Ragazzi Cuore Ragazzi di Strada” (circa 580 €). Non mi dilungo oltre… grazie della pazienza… ovviamente le spese non finiscono mai... Vi segnalo solo che quest’anno la nostra ONLUS contribuirà per intero a coprire i costi dell’educatore dell’oratorio che sta svolgendo attività sia a Regina Pacis che nelle altre Parrocchie dell’Unità Pastorale. Mi raccomando... ricordatevi del 5 x mille all’Associazione Regina Pacis ONLUS quando (a breve) preparerete la vostra prossima dichiarazione dei redditi (C.F.: 91148950354)!
Verbale del Consiglio Pastorale dell'UP 11 Aprile 2016 Roncina Iniziamo il consiglio pastorale con l'ascolto della 1° lettura di domenica 17 aprile 2016 (At 13, 14. 43-52), al termine don Paolo prende la parola ed inizia la lettura di una scheda con le parole di una delle tantissime omelie di Papa Francesco, con particolare attenzione al grande tema dell'esortazione apostolica dell'Evangelii Gaudium, la Gioia
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 17 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
del Vangelo. "Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà. Sebbene non tocchi a me dire come realizzare oggi questo sogno, permettetemi solo di lasciarvi un'indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii Gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni". LA PASTORALE IN CHIAVE MISSIONARIA (Dall'Evangelii Gaudium) La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. Osiamo un po’ di più di prendere l’iniziativa! La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia. La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità. Una pastorale in chiave missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di insistere. Quando si assume un obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa. 1. L'opzione per i poveri è «forma speciale di primato nell’esercizio della carità cristiana, testimoniata da tutta la Tradizione della Chiesa» (Giovanni Paolo II, Enc. Sollicitudo rei socialis, 42). Questa opzione «è povertà» (Benedetto XVI). I poveri conoscono bene i sentimenti di Cristo Gesù perchè per esperienza conoscono il Cristo sofferente. Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro. (Evangelii Gaudium, 198). 2. Vi raccomando anche in maniera speciale la capacità di dialogo e di incontro. Dialogare non è negoziare. Negoziare è cercare di ricavare la propria "fetta" della torta comune. Non è questo che intendo. Ma è cercare il bene comune per tutti. Discutere insieme, oserei dire arrabbiarsi insieme, pensare alle soluzioni migliori per tutti. Molte volte l'incontro si trova coinvolto nel conflitto. Nel dialogo si dà il conflitto: è logico e prevedibile che sia
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 18 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
così. E non dobbiamo temerlo nè ignorarlo ma accettarlo. «Accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo» (Evangelii Gaudium, 227). Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà. 3. L'evangelizzazione gioiosa si fa bellezza nella Liturgia in mezzo all'esigenza quotidiana di far progredire il bene. La chiesa evangelizza e si evangelizza con la bellezza della Liturgia, la quale è anche celebrazione dell'attività evangelizzatrice e fonte di un rinnovato impulso a donarsi. Durante la lettura don Paolo commenta la scheda con le sue parole, tra le quali dice che non possiamo più permetterci di fare catechismo ai ragazzi, senza interpellare i genitori, per una chiesa più aggregativa e coinvolgente. Al termine si è aperto il dibattito, con diversi interventi di parrocchiani e diaconi, tra i quali si riporta il fatto che non è facile trovare gli stimoli affinché la gente possa trovare interesse ad animare la liturgia e non si può farlo senza una organizzazione pianificata a tavolino, pensata e strutturata. A seguire prende a parola il diacono Giorgio, il quale aggiorna l'assemblea sul grande tema del diaconato permanente; ci saranno incontri nelle Messe domenicali, il 17 aprile e il 1° maggio: durante l'omelia un diacono in ogni parrocchia, darà informazioni e racconterà la propria esperienza, al servizio della Chiesa e della propria famiglia. Inoltre ci saranno due serate dedicate a questo argomento: a Roncina il 3 maggio (con don Daniele Moretto) e il 16 maggio (con don Francesco Marmiroli). Infine ci saranno le votazioni per le candidature dei diaconi permanenti, in ogni parrocchia, dal 5 giugno (inizio) al 12 giugno (termine). Il diacono Roberto aggiorna le attività della Caritas della zona pastorale; a settembre partiranno due centri di ascolto, uno a Pieve Modolena e uno a Regina Pacis, il 7 maggio p.v. alle ore 17.00 a Regina Pacis, ci sarà un incontro con tutti coloro che hanno fatto il corso caritas. Infine si è aggiornato il consiglio sui due grandi appuntamenti che riguardano i ragazzi: il giubileo dei ragazzi a Roma il 23-25 aprile, al quale parteciperanno 22 educatori e 37 ragazzi dell'Unità Pastorale e la Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia (Pacchetto A dal 19 al 31 luglio - 37 partecipanti, Pacchetto B dal 25 al 31 luglio - 12 partecipanti). Dal 9 al 19 luglio saranno ospiti a Regina Pacis 6 giovani brasiliani della comunità di Pintadas. Il prossimo Consiglio Pastorale dell'Unità Pastorale è stato fissato per il 14 giugno 2016 ore 21.00 a Roncina. Luca Lusetti
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 19 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO
Calendario UP Santa Maria degli Angeli - MAGGIO 2016 MERCOLEDI 4
GIOVEDI 5
Gita bambini oratorio Regina Pacis
Ore 17: incontro bambini Prima Eucarestia Codemondo Ore 21: incontro sul sacramento della confessione a Codemondo 6-8: incontro di spiritualità a Santo Stefano di Vetto (Giovani UP)
DOMENICA 8 Ore 10,30 Prima Eucarestia a Roncina
LUNEDI 9
Ore 19,30 visite famiglie Caritas Ore 21: momento di spiritualità con i giovani dell’associazione P.A.C.E.
SABATO 14 Prima giornata del corso di Lettura Popolare della Bibbia (Sacro Cuore)
DOMENICA 15
MERCOLEDI 18
Sagra della parrocchia dello Spirito Santo Ore 15: Torneo al Gelso (organizzato dall’Associazione P.A.C.E. con l’oratorio RP) Ore 17: terzo incontro del percorso interreligioso
Ore 20,30: Veglia genitori 4° elementare di Regina Pacis
SABATO 21 Seconda giornata del corso di Lettura Popolare della Bibbia (Sacro Cuore) Ore 17: ritiro Prima Eucarestia San Bartolomeo DOMENICA 22 Ore 21: incontro famiglie di Cutro con don Paolo Ore 10,30: prima Eucarestia Regina Pacis LUNEDI 23 Gita medie Ore 21: incontro Scuola Materna Roncina Ore 18: Prima Eucarestia Codemondo
VENERDI 27 Ore 21: Coordinamento Oratorio RP
DOMENICA 29 Ore 11: prime Eucarestie San Bartolomeo Ore 15: 2° Torneo al Gelso (organizzato dall’Associazione P.A.C.E. in collaborazione con l’oratorio RP)
31 maggio-1 giugno: Giubileo famiglie Burkina Faso a Roma
PRESENZA DON PAOLO NELLE MESSE
1 maggio: Regina Pacis 8 maggio: Roncina (ore 10.30) 15 maggio: Spirito Santo 22 maggio: Regina Pacis (ore 10.30) Codemondo (ore 18) 29 maggio: San Bartolomeo
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA 20 SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO