SANTA MARIA DEGLI ANGELI MENSILE – OTTOBRE 2016
IN CAMMINO CON DON TONINO BELLO È dal consiglio pastorale di marzo che era emersa la proposta di dedicare l’anno pastorale 2016-2017 alla figura di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e grande profeta della pace. L’idea era quella di trovare un soggetto che potesse ispirare il cammino pastorale delle parrocchie dell’unit{ pastorale e, allo stesso tempo, valorizzasse la specificità dei cammini. Diversi ma insieme, per dirla con San Paolo. Allo stesso tempo, cercavamo anche un personaggio che rispecchiasse il cammino di fede che ci sta proponendo papa Francesco, la proposta di una chiesa in uscita, attenta agli ultimi e capace di costruire ponti con la realtà circostante. Il nome di don Tonino Bello è allora venuto alla mente di tanti e dai progetti siamo venuti subito ai fatti. Le sagre, infatti, delle comunit{ dell’Unit{ Pastorale, hanno avuto tutte come tema qualcosa che avesse a che fare con lo stile del Vescovo di Molfetta; accoglienza (San Bartolomeo), pace (Regina Pacis), Parola di Dio (Roncina) e apertura al mondo (Codemondo). Oltre a ciò l’équipe di catechesi dell’Unit{ Pastorale sin dal mese di marzo si è periodicamente incontrata per preparare gli itinerari delle varie classi di catechesi impostate sul pensiero di Tonino Bello. Durante l’anno avremo inoltre diversi momenti nei quali potremo approfondire e conoscere meglio la vita e lo stile di questo Vescovo così scomodo. CI è sembrato importante offrire alle comunità l’esempio di qualcuno che ha saputo incarnare nella sua vita il Vangelo e, soprattutto, una persona che con entusiasmo contagioso ha affrontato le sfide del suo tempo. Costruire comunità che, illuminate dal Vangelo, sappiano realizzare ponti di pace, sappiano essere attente ai più bisognosi e, allo stesso tempo, aperte alle sfide del presente: è questo che ci auguriamo all’inizio di questo anno pastorale. Don Paolo
CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO Commenti a caldo post GMG KRAVOW 2016 Tornati da un grande evento si rischia spesso di esagerare con le parole, di gonfiare su carta entusiasmi temporanei che godono di estrema convinzione per pochi giorni, per poi affievolirsi col passare del tempo. Quando si vivono eventi di dimensione mondiale, si fa presto ad accumulare carica ed eccitazione dovuti alla presenza massiccia di giovani, alla musica, al clima di festa, rischiando di far diventare l'evento stesso una carrellata di selfie e di "Io c'ero" , il cui senso fa certamente fatica a rimanere impresso. Non è il caso di questa GMG, segnata indelebilmente dall'intero popolo polacco che ha accolto in un abbraccio fraterno pellegrini da ogni dove, facendoli sentire a casa, nella diversità, mettendoci il cuore, sempre pronti a compiere quel gesto in più per farci sentire a nostro agio, pur nelle difficoltà oggettive dell'accoglienza di centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze. È probabilmente questo che dovrà rimanere e segnarci per sempre: la disponibilità, l'attenzione all'altro, l'accettazione e l'accoglienza del diverso. Tutti concetti laici, ma che trovano uno spazio assolutamente centrale nel Vangelo, che noi cristiani in primis spesso dimentichiamo e trascuriamo. Col tempo sarà inevitabile dimenticare qualche volto, qualche nome, alcuni dei luoghi visitati e delle attività svolte. Dopo qualche anno faremo fatica persino a ricordare i temi delle catechesi senza sfogliare i diari di bordo e i nomi dei nostri compagni di pullman senza guardarne l'elenco, ci scorderemo affianco a chi dormivamo o i piatti tipici assaggiati. Ma sarà il senso che dovrà restare impresso: la logica secondo cui il mio vicino viene prima di me, secondo cui non posso camminare guardando esclusivamente l'alternarsi dei miei piedi, ma sempre con un occhio di riguardo a chi mi cammina affianco. È a partire da chi ci sta vicino quotidianamente, da coloro che amiamo e che ci amano, di cui magari troppo spesso non ci accorgiamo nemmeno, che possiamo essere quella risposta amorevole che il Papa ci ha invitati ad essere alla violenza e a tutto ciò che di sbagliato ci circonda in questo mondo. È questo che dovrà rimanere in noi, per poter essere quei giovani che non rimangono sul divano ma che hanno sempre gli scarponcini ai piedi, giovani in cammino, in ricerca, in miglioramento, pronti a costruire ponti ed abbattere muri. Fino a ieri era facile, in mezzo a due milioni di persone, da oggi siamo chiamati a farlo quotidianamente, nel nostro ambiente di lavoro, con gli amici, a scuola, per strada: sarà più difficile, ma dobbiamo farlo se vogliamo essere coloro che vogliono cambiare la logica della freddezza, del pregiudizio e dell'incapacità nello stabilire relazioni sane e sincere. Apriamo gli occhi, amiamo!!! #dontstopwalking Matteo Piccinini
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Dopo una tale inondazione di emozioni di ogni tipo, credo sia giusto aspettare un po’ di tempo in modo che i pensieri si definiscano meglio. Appena dopo il rientro, prevalevano la malinconia e la nostalgia dei giorni precedenti, ma adesso sono state sovrastate dalla consapevolezza di aver vissuto davvero una straordinaria esperienza insieme. Questa è stata sicuramente la GMG più bella a cui abbia partecipato. Personalmente, ero partito con molti dubbi. Non nascondo che mi spaventavano il clima di paura e il timore di nuovi attentati, soprattutto per il fatto di essere responsabile di un gruppo di circa 50 ragazzi. Inoltre non sapevo se il gruppo della nostra neonata Unità Pastorale riuscisse a compattarsi e non ero sicuro che GMG come quelle di Colonia e Madrid fossero risultate attraenti per i ragazzi. Ma già dal primo giorno ad Opole le mie perplessità si sono dissipate. Siamo stati accolti dalle famiglie della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. Nessuno di noi era preparato ad un’accoglienza simile, con canti, balli e pasti insieme (addirittura alcuni pronosticavano inquietanti sistemazioni in enormi palazzi popolari). Abbiamo ricevuto un esempio di gratuità a cui non siamo abituati, immersi in una societ{ che ci spinge a non agire senza nessuna ricompensa “materiale”. Ci hanno trattato davvero come loro figli. In questo periodo storico, l’accoglienza di persone sconosciute, estranee, “diverse” è tutto tranne che scontata. Ognuno di noi ha passato giorni a chiedersi: “Come posso essere così accogliente, così aperto verso gli altri nella mia vita quotidiana?”. È una domanda a cui è difficile rispondere, la risposta va cercata nelle nostre scelte, nei nostri atteggiamenti, a cui spesso non diamo troppo peso ma che invece sono determinanti nelle relazioni con gli altri. Abbiamo riscoperto il valore della comunità, in cui ognuno ha il proprio ruolo, i giovani sono protagonisti e gli anziani sono accompagnatori fondamentali. Erano presenti numerosi sacerdoti, anche giovani, responsabili della formazione spirituale. Abbiamo avuto anche l’occasione di incontrarci con le realtà più deboli della comunità, come gli anziani che vivono da soli nelle proprie case, o i bambini disabili in un’apposita struttura. Appena dopo il nostro arrivo, padre Marek aveva sperato in un addio tra le lacrime. Ed è stato davvero così. Com’è possibile che in pochi giorni sia accaduto? Ognuno di noi ha la propria risposta. Ad un’occhiata superficiale, sembra che questa GMG sia stata spaccata in due, la prima parte ad Opole e la seconda a Cracovia, la prima parte divertente e la seconda noiosa e piena di messe incomprensibili. Invece posso dire che senza questi 6 giorni passati ad Opole, i giorni successivi non sarebbero stati vissuti allo stesso modo. La carica che abbiamo assorbito ci ha accompagnato sempre, ci ha unito sempre di più come gruppo e ha cambiato profondamente ognuno di noi. Una volta trasferiti a Cracovia, è cambiato l’alloggio, ma ormai l’atmosfera era gi{ straordinaria, e anche alcune piccole difficolt{ non hanno intaccato l’allegria generale. Ogni tratto di camminata, ogni viaggio in pullman, treno o tram è stato l’occasione per creare o rinsaldare nuove amicizie, ridere e confrontarci insieme. Non ci sono mai state eccessive lamentele. Purtroppo la visita ad Auschwitz, il primo giorno, è stata molto deludente: non abbiamo avuto la possibilità di visitare l’interno delle costruzioni e non avevamo a disposizione guide che ci aiutassero. Vista l’affluenza di gente, era difficile attendersi un risultato migliore. Forse sarebbe stato meglio sfruttare il tempo a disposizione per visitare il bellissimo centro storico di Cracovia. Al contrario, è stato molto interessante l’incontro del mattino con il Vescovo Massimo, in cui alcuni ragazzi hanno illustrato “recitando” le vite di 5 persone legate in modo simbolico al campo di concentramento, tra cui Padre Massimiliano Kolbe. Le tre catechesi, che nelle GMG precedenti venivano spesso snobbate o ignorate, sono state coinvolgenti ed interessanti, con riflessioni e attività personali, e vescovi con linguaggi molto vicini a noi. Non siamo riusciti a toccare il “male” più profondo, ma ognuno di noi si è confrontato con il bene autentico, inteso come amicizia, felicità, affetto, gioia. In questi giorni non siamo stati cristiani “da poltrona”, ma ci siamo infilati le scarpe e ci siamo messi in gioco. A volte tendiamo a dare la colpa a Dio quando semplicemente non riusciamo a darci una spiegazione o vogliamo giustificarci. In questo modo creiamo solo dei muri tra noi e gli altri (o addirittura tra noi e Dio), e non dei ponti, come ci ha suggerito più volte Papa Francesco. Nei grandi eventi che abbiamo vissuto (Via Crucis, Veglia e Messa finale) si è colto alla perfezione il nostro essere “ponti”. Circondati da bandiere che sventolavano, mi ha commosso il momento della Veglia in cui il Papa ha chiesto a tutti i presenti di pregare tenendosi per mano. Ognuno di noi era legato con ragazzi americani, africani, asiatici, australiani. La GMG è davvero l’unico grande evento “di pace” che esiste oggi nel mondo. Troppo spesso ci comportiamo come Zaccheo: non ci sentiamo all’altezza di Gesù,
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veniamo schiacciati dall'opinione della folla e dalla vergogna. Ma Gesù non ci chiede questo, ci chiede semplicemente di amare nel modo che preferiamo! Ed è la missione che ci lascia questa GMG, una partenza e non un evento isolato dal nostro contesto di vita quotidiana. Ora le nostre batterie sono cariche, dobbiamo riuscire a “consumarle” nel modo migliore. Il tema era “Beati i misericordiosi”: durante l’attivit{ di una catechesi, ognuno di noi doveva scrivere la propria definizione di “misericordia”. Credo che in questi 12 giorni tutti abbiano modificato la propria definizione iniziale. Grazie a tutti! Giovanni Benassi
VITA DA ANIMATORE I sorrisi durante i giorni di campo giochi e le lacrime il giorno della festa finale: sono sicuramente questi i due momenti, che nella loro spontaneità, rimangono impressi nel cuore di un animatore e che ripagano della fatica e dell’impegno messi nella preparazione a questa esperienza. I tre mesi che precedono il grest, sono ricchi di incontri di formazione e organizzazione, allestisci la scenografia, prepari il tuo laboratorio, inventi nuovi giochi; dopo poco cominci a pensare a “misura di bambino”, per intrattenerli, divertirli ed educarli al meglio. Arrivi al primo giorno di campo giochi carico come una molla, ma anche pieno di insicurezze, speri che fili tutto liscio, che i bambini apprezzino il tuo lavoro, che riuscirai a trasmettere loro qualcosa. Quella di quest’anno in un certo senso è stata un sfida, novanta bambini con poco più di quindici animatori; eravamo consapevoli che non sarebbe stato facile gestire tutto, e che ci avrebbero atteso due settimane impegnative in cui avremmo dovuto dare il massimo perché riuscisse tutto al meglio. Tutte le attese, le incertezze e le speranze, vengono però spazzate via proprio dai bambini, che con un timido sorriso sulla faccia assonnata alle otto di mattina ti fanno capire che non vedono l’ora di giocare con te, di conoscere altri amici, di mettersi in gioco, e ti trasmettono tutta la carica necessaria per affrontare con loro la mattinata. Allora tra laboratori e giochi insieme ti trasformi ai loro occhi in un’artista per fare pittura, in un allenatore per i laboratori di sport, in uno chef per cucina, in una ballerina per danza, in un tuttofare per risolvere gli inevitabili imprevisti; con un piccolo gesto di attenzione diventi il loro migliore amico, se riesci a conquistare la loro fiducia, un punto di riferimento. Ma un animatore di un grest parrocchiale, ha un obiettivo in più; deve riuscire a trasmettere ai bambini l’esempio di Gesù, deve accompagnarli col gioco e la preghiera in un cammino di avvicinamento a Lui, ed educarli con gli insegnamenti che ci ha lasciato; così quest’anno, in linea con il tema del grest, Peter Pan, abbiamo affrontato con i bambini gli argomenti del pregiudizio, del perdono e della misericordia del Padre. Il grest è stato tutto questo, ma soprattutto ciò che va oltre questo; le amicizie che sono nate tra i bambini, i rapporti che si sono solidificati tra animatori, l’armonia con cui abbiamo condiviso la nostra quotidianit{ e la carica e la gioia di stare insieme che si respirava. Penso che un animatore si possa ritenere soddisfatto quando torna a casa stanco, sporco di pittura, bagnato dai gavettoni, ma contento di aver fatto sorridere un bambino, e avergli lasciato “il segno”, che è ciò che tutti gli anni ci prefiggiamo di fare. Un ringraziamento va ai genitori che ci affidano i loro bambini ogni anno e che rendono possibile tutto questo; l’arrivederci non è all’estate prossima ma a settembre per condividere insieme un anno di catechismo e oratorio.
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Anche a Codemondo è arrivato il Grest! Quest'anno anche a Codemondo, è stato organizzato il Grest che si è svolto dal 20 di giugno al 1 di luglio, coordinato da noi ragazzi di prima superiore e di seconda media e superiore. Ogni mattina, dopo la S. Messa, suddivisi in gruppi, i bambini partecipavano ai laboratori di pittura, sport,danza e cucina. Seguiva poi il momento di catechesi, in cui si affrontavano le tematiche suggertite dal film “Cattivissimo me” che è stato il filo conduttore di questo Grest. Durante questi momenti abbiamo riflettutto sul cambiamento vissuto da Gru il protagonista. Giorno dopo giorno ci ha fatto piacere vedere come i bambini, anche nei momenti più “seri”, abbiano partecipato in modo costruttivo. Abbiamo apprezzato la partecipazione dei genitori e di altri adulti della parrocchia (grazie Ermanna!) che hanno collaborato a una buona riuscita di questa nuova esperienza. Ringraziamo Ciri e Don Paolo che hanno creduto in noi, dimostrando fiducia nelle nostra idee. Speriamo di continuare con lo stesso entusiasmo anche gli anni prossimi!
Campo estivo Roncina 2016 Anche quest'anno Roncina ha vissuto la bella esperienza del grest: con alcune novità, come una più breve durata di due settimane dal 13 al 24 giugno e la giovane età di molti animatori che si sono fatti carico ognuno di un'attività e dei relativi compiti. E' stato un vero successo! I bambini e i ragazzi hanno partecipato numerosi, segno dell'importanza di questo servizio per le famiglie e di un momento e uno spazio di gioco che contenga anche la proposta cristiana. Amicizia e condivisione, in un'avventura che parte da un dono ricevuto: quello della vita e della fede. Il campo estivo quest'anno ha rinnovato la propria formula, ha visto i ragazzi protagonisti, la regia di Ciri e la freschezza degli animatori! Sono giovani, ma disponibili ed entusiasti e hanno fatto insieme un bel percorso. Perché il grest "si fa' insieme". Si mettono insieme le forze organizzando una vera esperienza di chiesa, di comunità, di aggregazione. E' stato bello vedere i ragazzi che si divertivano con giochi anche semplici e con la loro creatività! La gratuità, la semplicità, l'essenzialità, l'accoglienza, lo sport, lo svago, la relazione, l'interiorità, la fatica di portare avanti un'esperienza impegnativa, sono la filosofia del grest! Poi naturalmente… il divertimento viene da sè! in tutte le attività proposte: giochi, bans, laboratori, piscina, partite, merende, festa cittadina dei grest e tanto altro ancora. Bravi tutti!
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Il Grest a Regina Pacis Cos'é il grest? Semplice. Grest sta per GRuppo EStivo ed è, appunto, un'esperienza estiva caratterizzata da un'intensa forza educativa, basata sulla convivenza di animatori di diversa etá che si impegnano insieme a relazionarsi con i bambini per farli divertire e allo stesso tempo per insegnare loro alcuni principi fondamentali per vivere al meglio le loro relazioni. Tutto ciô avviene tramite momenti di gioco e momenti di riflessione, durante la catechesi,che spesso sono incentrati su temi riproposti in un determinato film/cartone animato. Quest anno per esempio é stato scelto il film animato "inside out" che riportava temi quali l'importanza dell'amicizia e della famiglia, della memoria e in particolare dell'emozioni. La riuscita del grest dipende quasi esclusivamente dalla disponibilità dei giovani animatori che devono mettersi in gioco dedicandosi interamente al progetto del campo estivo. Ma ciò non toglie che attenzione e pro positività da parte dei bambini siano elementi fondamentali. Se é vero che il grest ha il fondamentale scopo di far crescere e divertire i bambini é altrettanto vero che la preparazione di esso è per gli stessi animatori un momento di crescita personale in cui è necessario tirar fuori i propri talenti per donarli agli altri, cosa che non avviene spesso nella vita di tutti i giorni. È sicuramente impegnativo e stancante dedicare 2 settimane ai bambini, ma come detto in precedenza ci permette di insegnare loro e allo stesso tempo di imparare ciò che loro posso insegnarci. Personalmente posso dire di aver vissuto il grest da bambina e grazie ad esso di aver consolidato amicizie e di averne create di nuove che tuttora porto avanti, e nel diventare animatrice di aver cercato di riproporre lo stesso entusiasmo e la stessa disponibilitá che altri animatori hanno dedicato a noi. Il grest è dunque un'esperienza positiva ed educativa che permette di crescere nella condivisione e nella conoscenza di Dio.
Medio Grest 2016 Dal 4 all’8 Luglio si è svolto a Regina Pacis il Medio Grest rivolto a tutti i ragazzi dagli 11 ai 13 anni dell’unit{ pastorale. Ci trovavamo tutti i giorni alle ore 18 in oratorio e, dopo un momento di accoglienza, don Paolo svolgeva la catechesi. Il tema centrale era su Antonio Bello, meglio conosciuto come don Tonino, vescovo importante per le sue grandi opere. La serata proseguiva con una cena tutti insieme, grazie alle prelibatezze cucinate dalla nostra cuoca Sandra, e successivamente con un grande gioco: dodgeball, masterchef versione dolci e caccia al tesoro nei dintorni della parrocchia. Il giorno più importante è stato giovedì, nel quale abbiamo visitato la città di Mantova insieme ai giovani arrivati dal Brasile. Siamo stati a Palazzo Te, costruito per volontà di Federico II Gonzaga, e alla chiesa di Sant’Andrea (nella cripta si conservano due reliquiari con terra intrisa di sangue di Cristo). I più coraggiosi sono anche saliti sulla torre dell’Orologio, situata in piazza delle Erbe, dalla cui cima si poteva osservare tutta la città di Mantova. Significativo è stato inoltre il momento del pranzo, poiché eravamo seduti accanto al lago che costituisce il parco del Mincio. Qui ci siamo divertiti giocando a pallone insieme ai nostri amici Brasiliani, ai quali abbiamo insegnato il gioco preferito dei ragazzi: “schiaccia 7”. Venerdì si è svolta la festa finale! Il tema era ‘il bianco e il nero’, tutti i locali erano addobbati e tutti noi ci siamo vestiti con questi colori. Per terminare questo Grest abbiamo organizzato un divertente gioco musicale. Arrivederci al prossimo anno!! Luca Verdini
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CAMPEGGIO VALVERDE 2016 Nasce come un esperimento il campeggio di Valverde di Cesenatico 2016, una sorta di banco di prova per questa, appena nata, Unità Pastorale. Partita da Codemondo e San Bartolomeo, decidiamo insieme a Don Paolo di estendere l’idea a Roncina, Spirito Santo e a Regina Pacis: finalmente ecco, viene alla luce quello che noi educatori abbiamo chiamato “super primo campeggio UP”. Nonostante i dubbi e le difficolt{ organizzative ci siamo lanciati in questa esperienza con molte aspettative e speranze in un’ottima riuscita finale. E che risultato!! Il filo rosso che ha legato ogni attivit{ è” l’unione nelle e delle diversit{”: questo tema ci ha permesso di toccare e svolgere argomenti importanti quali il razzismo, la povertà, la ricchezza, le differenze sociali e fisiche. Consapevoli della notorietà di questi temi, noi educatori, proprio per evitare luoghi comuni, abbiamo proposto attività interattive, che coinvolgessero ed interessassero i nostri ragazzi: film, video, scenette, quizzoni, la cena dei popoli, giochi in spiaggia, olimpiadi, la caccia al tesoro, fino ad arrivare al classico incontro di riflessione. Attività divertenti insomma, ma con un contenuto importante e ben ragionato alle spalle. Particolare ed unica direi, nella storia dei nostri campeggi, è la questione dell’et{ dei gruppi coinvolti: la singolarità sta proprio nell’avere unito ragazzi a partire dalla seconda media fino alla seconda superiore, quasi come fosse un elogio alla diversità. Genitori, educatori e i ragazzi: tutti quanti eravamo scettici nell’unire queste et{, così distinte e differenti tra di loro. Grande è stata la sorpresa però, quando i ragazzi si sono dimostrati più che all’altezza di questa situazione: se i più piccoli hanno saputo raccogliere ogni nostro stimolo con entusiasmo , i più grandi li hanno fatti sentire accolti e a loro agio, costituendo così una ricca aiuola in cui ogni fiore è importante perché porta come contributo alla comunità il suo personale colore. Non è cosa da niente la brezza di armonia e amicizia che ha soffiato sul gruppo per tutta la durata del campeggio, anzi, tutto ciò è avvenuto proprio perché questi ragazzi sono genuini, puri, non sono corrotti dalle apparenze, dalle mode o dai pregiudizi; non arricciano il naso o aggrottano la fronte, accolgono te e la tua diversità con un sorriso, magari ancora acerbo, ma che matura in un abbraccio. Lo scopo di ogni campeggio non è quello di far tornare a casa vostro figlio cambiato, ma quello di piantare un seme di riflessione, di mutamento e di ricerca personale. l’amore per Dio, per il dissimile e per ciò che ci circonda, il rispetto, la tolleranza, l’impegno concreto per il cambiamento e il migliorarsi sono i nostri sperati germogli nascituri. Se il rapporto tra i ragazzi è partito da subito in quarta, quello tra noi educatori ha impiegato qualche giorno ad ingranare: tanti stili, abitudini, idee e impostazioni differenti caratterizzano le nostre cinque parrocchie, ma, in parte con l’aiuto e la supervisione di Don Paolo, in parte di nostro impegno, siamo riusciti a smussare i nostri spigoli più pungenti e, limandoli, a lavorare con spontaneità e dedizione. Come un mosaico rappresenta una sola immagine, creata da tante tessere di diversa forma, fattezza e colore, così tutte le nostre soggettività si sono incastonate ed incastrate le une le altre a formare un’immagine di coesione, intesa, ascolto reciproco e perché no, amicizia . Un campeggio che per molti, sia per ragazzi che per educatori, era il primo, per altri solo una scommessa o un semplice “vado, tanto cos’ho da perdere?” è stato per tutti un punto di partenza solido per il gruppo giovani. Un punto da cui partire a camminare insieme per unire le nostre diversità, non annullandole, ma arricchendole. Francesca Mantovani
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PROGETTO ORATORI…STIAMO LAVORANDO PER VOI Io e don Paolo stiamo lavorando per strutturare un progetto di educazione in oratorio su tutta l’unit{ pastorale. Lo faremo da soli? Certamente no ma stiamo studiando come muoverci affinché sia un progetto intelligente e pulsante di educazione oratoriana: cervello e cuore dunque, in particolare il secondo. L’idea di fondo parte dall’esperienza che mi ha visto inserito negli oratori di Regina Pacis e Roncina da gennaio a giugno e dal desiderio dell’Ufficio di Pastorale Giovanile Diocesana di tessere una rete cittadina di oratori che lavorino in dialogo fra loro e tendendo a un’educazione integrale della persona basata su una visione antropologica cristiana dell’essere umano.
Nel rispetto della storia e dell’identit{ di ogni parrocchia cercheremo di dare unit{ al progetto come avvenuto durante i compigrest. Vari desideri ci stanno facendo muovere: quello di essere – come dice Papa Francesco – una chiesa in uscita; quello di far gustare gli oratori come case dei giovani, dei giovanissimi e dei ragazzini; quello di accompagnare ciascun ragazzo nella scoperta di chi è e di ciò che è chiamato a diventare; quello di portare una buona notizia nelle periferie; quello di inventarci dei modi per trasformarci in ospedali da campo (sempre secondo un’immagine del Papa). Per questo abbiamo bisogno di tempo: stiamo ideando un progetto triennale, dal medio respiro. Per questo abbiamo bisogno di incoraggiamento: vi chiediamo di spronare i ragazzi delle superiori a venire in oratorio e a essere protagonisti di questa impresa che può profumare un po’ di quel regno dei Cieli, dove la comunità si riunisce e celebra le sue relazioni di prossimità. Il loro futuro, infatti, non può dipendere solo dallo studio e dallo sport ma anche da un’armonizzazione della loro vita, e in oratorio potranno incontrare due dinamiche. La prima è una sana forza centrifuga che li porterà a uscire da se stessi per mettersi in comunione con altri, nel servizio o in fraternità. La seconda è una significativa forza centripeta, e ora vi spiego meglio: in oratorio avranno la possibilità di essere accompagnati passo a passo dalla figura di un educatore (oggi ci sono io ma l’importante è che ci sia qualcuno) che li ascolti, li osservi e faccia fare loro il loro percorso e prendere maggior consapevolezza di chi sono e chi desiderano essere domani. Questa forza centripeta che tanto manca oggi ci permette di rallentare il passo per renderlo più umano e trasformare le tante esperienze in sapienza di vita. Oggi i nostri ragazzi hanno sempre più bisogno di figure di riferimento che si accostino loro lasciandoli, anzi rendendoli liberi. Capite che un progetto con queste caratteristiche non può che essere desiderabile da una comunità cristiana. Per questo vi chiediamo anche tanta preghiera perché tutte le cose siano fatte per mezzo di Gesù e in vista di Lui, e che dopo questa prima fase possiamo riuscire a coinvolgere al meglio tutta la comunità. Che il Signore ci doni la sua luce per leggere la storia dei nostri territori attraverso il suo sguardo di Misericordia. Ciri
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CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO Uscita 3-4 settembre alla chiesa vecchia d’Albinea 3, 2, 1… si parte! Dopo la pausa estiva, i vari GREST, campeggi, campeggini e la memorabile GMG di Cracovia, abbiamo deciso di ricominciare l’anno con una bella uscita alla Chiesa vecchia d’Albinea (RE) il fine settimana del 3-4 Settembre. Quale occasione migliore per rimettere in moto corpo, anima, cuore e cervello?! All’uscita erano presenti tutti (o quasi) gli educatori dell’unit{ pastorale Santa Maria degli Angeli, in particolare quelli dei ragazzi delle superiori. È stata un’uscita ricca di contenuti e momenti di condivisione, utile non solo a programmare l’anno che sta per iniziare, ma anche per “fare gruppo” e per iniziare a lavorare in equipe e conoscerci meglio. Gli obbiettivi principali, oltre appunto allo stare insieme, erano due: fare un po’ di formazione (nessuno di noi nasce imparato e di quella non ce n’è mai abbastanza) e pianificare l’anno prossimo. Il primo obbiettivo è stato raggiunto tramite l’ausilio di attivit{ pratiche e testimonianze, alcune delle quali tenute da due “professionisti del settore”: Silvia, psicoterapeuta che lavora con gli adolescenti ed Emanuele della Pastorale Giovanile Diocesana. Due figure che ci hanno molto aiutato a riflettere sulle dinamiche di gruppo e sulla figura dell’educatore. Il secondo obbiettivo è stato raggiunto semplicemente rimboccandoci le mani e mettendoci a tavolino a lavorare su tutto quello che riguarder{ l’anno prossimo. Senza svelare troppo, possiamo solo anticipare che ci saranno grosse novità in campo educativo. Alcune date, però, le possiamo già dire: il 9 Ottobre inizieranno gli incontri per il gruppo delle superiori, il 27 Novembre ci sarà un grande evento per i giovani ed il campeggio invernale si terrà dal 28 Dicembre 2016 al 01 Gennaio 2017 (in attesa di conferma della casa). Il resto dell’uscita, ovvero nei momenti liberi, dopo i pasti, la sera davanti ad una grigliata improvvisata, in centro ad Albinea per un bel gelato, ecc… sono serviti per parlare, giocare, confrontarsi, meditare sul futuro e perché no? anche per riposare un po’… il tutto s’è concluso con la Messa di Domenica pomeriggio, dove sono uscite tante belle condivisioni da parte degli educatori. All’uscita erano presenti anche le coppie di “giovani” sposi (che, insieme a don Paolo, seguono gli educatori dell’unit{ pastorale) capitanati dal piccolo Pietro, forse quello che s’è divertito di più durante questi due giorni… Speriamo e preghiamo il Signore: che ci guidi durante l’anno per la buona riuscita di tutte le attività e che ci illumini nel nostro importante ruolo educativo. gruppo educatori unità pastorale
Esercizi spirituali per gli adulti Viviamo quello che abbiamo ricevuto. Purtroppo nella nostra vita quotidiana, sia privata che comunitaria, la Parola del Signore fa tanta fatica ad emergere, non solo per la scarsa accoglienza ma anche per la poca dimestichezza dovuta all’ignoranza o peggio, alla presunzione di saperla. Allora gli esercizi spirituali possono diventare una occasione buona per conoscerla e approfondirla, affinché quella Parola, nel silenzio della meditazione, possa penetrare piano piano dentro di noi e diventare quel pane quotidiano che nutre le nostre relazioni e guida le nostre scelte. Gli esercizi spirituali per gli adulti della nostra Unità Pastorale si sono tenuti nella chiesa di Codemondo, guidati da don Paolo che ci ha proposto alcuni passi di un testo complesso, cuore della teologia paolina: La lettera ai Romani. Ma l'apertura è stata affidata ad un’immagine tratta da alcuni versetti di un'altra lettera di San Paolo, la prima ai Corinzi: “Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte
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anche voi in modo da conquistarlo!” Un incoraggiamento senza dubbio, ma anche un invito affinché la corsa della nostra vita non sia un vagare senza meta, ma un correre dietro a Gesù, cercando di mantenere sempre lo sguardo fisso su di lui; attenti a vincere quell’inclinazione egoistica e orgogliosa che ci fa illudere di conoscere la strada e che invece ci allontana dalla meta. Paolo scrive alla comunità romana col desiderio di andarci personalmente, perché Roma è la capitale dell’impero, sono gli estremi confini della terra e lui è stato chiamato dal Signore, non
per guidare delle comunità, ma per annunciare il Vangelo alle genti. E sa bene che deve farlo dentro un contesto culturale e politico difficilissimo, ma ha sperimentato che in quella Parola Dio ha messo la sua potenza. Infatti dice Paolo “non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Rm 1,16). Paolo annuncia un uomo crocifisso, e non se ne vergogna, annuncia che la salvezza passa attraverso la morte in croce e la risurrezione di quell’uomo; è potenza di Dio ma deve trovare l'obbedienza della fede. Infatti questa salvezza possiamo solo accoglierla, è gratis, ci è stata regalata, nessuno la merita e nessuno si salva da solo. Neanche la più grandiosa delle opere può renderci giusti. E solo quelle nate dall’amore gratuito che il Signore ha riversato nei nostri cuori sono gradite a Dio. La prima parte della lettera è un grande affresco sulla situazione universale di corruzione. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”(Rm3,23), quella gloria che avrebbe dovuto risplendere sui volti dell'uomo e della donna, creati a immagine e somiglianza di Dio, è stata offuscata dal peccato. I pagani, che hanno finito per scambiare la creazione con il creatore, i giudei che pur avendo la Legge l'hanno usata per giudicare e condannare gli altri. Non c'è nessun giusto, nemmeno uno. L’uomo in tutte le sue dimensioni è peccatore. Il peccato, la nostra inclinazione al male, è quella corruzione di fondo, quell’egoismo che ci fa credere di essere autosufficienti. Ma come si manifesta, perché l’uomo è in balia del peccato? Eppure conosce la Legge, la riconosce come buona, sa che è giusta. La Legge però è spirituale ed essendo l’uomo carnale, non ha la capacit{ di viverla, così finisce per fare quello che non vuole: “Ora se faccio
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quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me […] Quando voglio fare il bene, il male è accanto a me” (Rm7, 20-21). Sappiamo benissimo di poter perdonare, ma quante volte ci siamo sentiti bloccati e spinti a dire: «Dovrei perdonare, ma non ci riesco, è più forte di me!» Ma chi è più forte di te? Il peccato, che ti tiene prigioniero. Allora chi libera l'uomo da questa lotta che lo porterebbe alla morte? Gesù Cristo, l’unico uomo capace di vivere pienamente la legge dell’amore, che non si è lasciato corrompere dal peccato; l'unico uomo dove ha brillato la gloria di Dio e Dio ha potuto specchiarsi e vedere la somiglianza con lui. Ma non ci ha dato solo l'esempio, col dono del suo Spirito ha reso l'umanità capace di vivere quella Legge, liberandola dalla schiavitù del peccato. Questa vita nuova che ci è stata donata nel Battesimo non ha soppresso la fragilità e la debolezza della nostra natura, quella grazia donata, non è stata del tutto assimilata. Ecco l'importanza dei sacramenti, dell’ascolto della Parola, della meditazione, della preghiera, degli esercizi spirituali. Ci aiutano nel continuo discernimento per capire cosa il Signore ci chiede adesso, nella realtà concreta di ogni giorno, nel continuo combattimento spirituale per tendere alla santità. Allora - don Paolo ha insistito diverse volte su questo punto come abbiamo strutturato la nostre famiglie, le nostre relazioni? Che stile abbiamo assunto, camminiamo secondo la carne, ripiegati su noi stessi e sui nostri interessi o secondo lo Spirito, aperti e generosi, accoglienti verso gli altri? Questi due cammini sono inconciliabili. Il cristiano allora è una persona che si interessa di ciò che lo circonda perché ama, è coraggioso e attento, non rimane indifferente di fronte alle ingiustizie, ai soprusi, alla corruzione. Nella seconda parte della lettera, Paolo scende nel concreto: Dal momento che Cristo è la nostra salvezza, ci ha liberato dalla schiavitù del peccato, ci ha donato il suo Spirito per cui siamo figli, esorta i romani allora e noi oggi, a vivere una vita conforme a questo. Adesso possiamo, viviamo quello che abbiamo ricevuto: “La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti” (Rm12, 9-18) Paola Micacchi
PREPARIAMO LA DOMENICA INSIEME A partire dal 4 ottobre tutti i martedì alle 21 ci troveremo a Roncina per meditare insieme le letture della domenica successiva. Il momento di spiritualità è aperto alle persone di tutte le parrocchie, giovani e adulti. L’obiettivo è quello di mettere al centro del cammino delle comunit{ dell’Unit{ Pastorale la Parola di Dio, per fare in modo che l’Eucarestia celebrata nelle 5 comunit{ alla domenica, sia frutto anche di questo cammino di comunione. Per partecipare agli incontri è necessario portare la Bibbia.
Date importanti per la catechesi Corso per tutti i catechisti dell’Unità Pastorale: sabato 24 settembre e sabato 1 ottobre Inizio catechesi: sabato 8 ottobre
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CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO ROUTE ESTIVA di CLAN e NOVIZIATO RE4 2016 Siamo partiti all'avventura l'8 agosto con solo la voglia di fare tanta strada e soprattutto di creare un forte comunità. Tutto questo con l'aiuto dei Capi (Fonta e la Bea) e la partecipazione speciale di Don P aka Don Paolo. Siamo partiti l'8, e fino al 16/8 abbiamo camminato tra i monti e le valli del Gran Sasso. Cominciando da Forca di Valle siamo saliti fin sotto al Corno Piccolo, attraverso i Prati di Tivo, Pietracamela, Intermesoli, Fano Adriano, siamo poi risaliti a Prato Selva; abbiamo continuato a salire fino a raggiungere i 1900m. Da qui abbiamo iniziato a scendere attraverso questa zona brulla e sassosa, con le nuvole basse e la pioggia. il tutto senza sentieri perché mal segnati, facendo azimut e attraversando boschi, radure, ripide discese fino ad arrivare ad un rifugio non gestito. Dopo un giorno di riposo abbiamo fatto gli Hike, cioè divisi in coppie abbiamo camminato ognuno con il proprio percorso, abbiamo dormito in paesi diversi chiedendo ospitalità per la notte. Il giorno successivo ci siamo ritrovati tutti a Campotosto dove abbiamo soggiornato gli ultimi due giorni. Il camminare insieme unisce le persone, e questa Route non ha fatto differenza. La Comunità, parola d'ordine per questa settimana, si è sentita. Siamo rimasti uniti in tutti i momenti, belli o brutti che fossero. Abbiamo riso e cantato nonostante le difficoltà e ci siamo sostenuti a vicenda fino alla fine. Ovvio che ogni tanto ci siano state delle tensioni, ma nel giro di poco si sistemavano. La sera, intorno al fuoco, ci siamo divertiti molto cantando, giocando e parlando. Ci siamo confrontati e ci siamo "scoperti"; abbiamo visto lati di noi stessi e degli altri ancora sconosciuti durante il Deserto e i vari momenti di condivisione, abbiamo dato risposte a domande personali e abbiamo fatto nascere altre domande subito dopo. Ci hanno molto aiutato i Capi e il Don, i quali ci hanno ascoltato, ci hanno compresi, e ci hanno aiutati nel trovare conclusioni e risposte ai nostri interrogativi. Don Paolo ha curato le catechesi, molto interessanti, incentrate su persone comuni che per fede hanno aiutato gli altri, rimanendo spesso nell'anonimato fino alla morte e oltre. Invitandoci poi a meditare, e infine ad esternare le riflessioni durante il momento serale. La penultima sera, a Campotosto, abbiamo vissuto uno dei momenti di più belli e significativi della vita di Clan: la Partenza. Questo è un momento speciale in cui, singolarmente, le persone dell'ultimo anno decidono di concludere il loro percorso in Clan e di cominciare quello più grande, quello della vita adulta. E' stato molto toccante il momento in cui Giovanni (il partente) ha dato l'ultimo giro di abbracci e saluti, si è caricato lo zaino sulle spalle e si è incamminato per tornare a casa da solo, mentre noi intonavamo la classica canzone scout "Insieme". Penso sia stata una Route magnifica, siamo tornati a casa con più carica di quando siamo partiti, con tanta voglia di fare e pronti per un nuovo anno Insieme. Michele
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CODEMONDO REGINA PACIS RONCINA SAN BARTOLOMEO SPIRITO SANTO L’accoglienza è di casa a San Bartolomeo Come consuetudine da diversi anni, la Comunità di San Bartolomeo ospita, per circa una settimana, i bimbi del Saharawi che arrivano in Italia, in estate, per controlli medici. Da qualche anno le cene con loro sono organizzate presso gruppi di famiglie e sono momenti molto intensi e festosi. Ovunque arrivano quei bimbi arriva la gioia, la spensieratezza, la semplicità nel divertirsi stando insieme. Non è di ostacolo la lingua, non è di ostacolo la non conoscenza reciproca, non è di ostacolo la cultura molto diversa: con loro la relazione fluisce, tutto è spontaneo e tutto diventa occasione per gioire insieme; i sorrisi sono immediati ed arrivano diretti al cuore. Ci siamo trovati nel prato comune del nostro piccolo quartiere e per noi è stata anche un occasione per condividere con i vicini di casa un momento di festa, per aggiornarci sulle nostre vite, rivederci con le nostre famiglie complete dei figli; momenti rari, forse è l'unico appuntamento che ci è rimasto per rivederci serenamente tutti insieme; e riscoprirci, dato che i bimbi estraggono da ognuno la sua parte migliore. Nello ha preparato pizze per tutti, ogni famiglia ha preparato torte o portato frutta e una in particolare ci ha deliziato con il vino fatto da loro. Bellissimo dopocena con il gioco a bandiera organizzato da Cesare e animato da Nello. Gli accompagnatori Saharawi ci hanno aggiornato sulla gravità della loro situazione e sui soprusi ai quali ogni giorno sono soggetti. Una serata ricca di gioia che ci auguriamo possa aiutare i bimbi Saharawi e le loro famiglie a sentirsi meno soli in mezzo a tante ingiustizie. Giuliana
“…Non ci fidiamo più l’uno dell’altro, vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è divenuto organico. Nei rapporti con il prossimo. il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro. E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti” tratto da Dio scommette su di noi- di don Tonino Bello Prima dell’estate, nell’ultimo Consiglio Pastorale della parrocchia di San Bartolomeo, don Paolo ci raccontò di un gruppo di ragazzi, piuttosto numeroso, provenienti dal Camerun, in Italia per motivi di studio, alloggiati provvisoriamente presso via Zandonai, bisognosi di essere accolti per alcune settimane. Ci chiese la disponibilità a questo tipo di accoglienza. Nell’immediato non era possibile perché eravamo in una fase molto delicata del progetto “Levare l’ancora” della nostra casa d’accoglienza, ma il 17 agosto, un mercoledì sera, sono arrivati stanchi, affamati e piuttosto frastornati Gaetan, Eyrard Joel e Dylan, accompagnati da Dalice. Pochi giorni dopo si sono aggiunti Dany, Freddy Steve e Freshenel, ospitati nella canonica lasciata libera solo pochi giorni prima dal trasferimento di don Eugenio nell’Unit{ Pastorale comprendente Campegine, Taneto…
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Li abbiamo accolti con entusiasmo, gioia ed emozione. Dal 10 ottobre l’ERGO assegner{ loro un alloggio, in concomitanza con l’inizio dell’anno accademico. Il loro arrivo è avvenuto però alcune settimane prima per concedere loro il tempo per produrre documentazioni e iscrizioni, partecipare ai test d’ingresso o valutativi. Da subito si sono mostrati molto desiderosi di partecipare, condividere, rendersi utili in parrocchia. La sagra è stata davvero una preziosa opportunità per farli socializzare, incontrare i parrocchiani e farli sentire parte della comunità ospitante, il loro aiuto operativo è stato davvero prezioso!!! L’aver accolto, ancora una volta, l’invito all’accoglienza di don Tonino Bello, ci ha offerto la possibilit{ di vivere la differenza come una grande, reciproca risorsa per imparare cose nuove grazie al rispettoso e reciproco incontro con una cultura diversa. Hanno imparato l’uso della lavatrice, modi diversi di cucinare cibi a loro sconosciuti, alcuni di loro hanno insegnato ad altri ad andare in bicicletta… Sono ragazzi davvero molto in gamba e motivati. Dany e Dylan hanno partecipato alla prova valutativa per frequentare la facoltà di ingegneria, Freedy farà il test di ingresso per la facoltà di infermieristica a Modena il 13 settembre, Gaetan vorrebbe entrare alla facoltà di agraria e Freshenel quella di ingegneria ambientale, Joel ha fatto oggi, 5 settembre, la prova per la facoltà di economia. Cinque di loro ieri hanno partecipato al pranzo comunitario a Codemondo, al termine degli esercizi spirituali; è stata una bella occasione per sentirli raccontare del loro Paese, della feroce selezione superata per ottenere il permesso di venire in Italia a frequentare l’universit{ (esame di lingua italiana, colloquio con l’ambasciata…), per condividere i loro sogni e le speranze. Mi è piaciuta molto la risposta di Joel quando ho chiesto: “ E se qualcuno di voi non supera il test di ingresso?” prontamente e sorridendo mi ha risposto: “Non siamo venuti fino qua, dopo tanta fatica, per perdere!” Sono qua da meno di un mese e se ne andranno tra poco più di un mese…ma so gi{ che ci mancheranno!!! Infine… …Volevo aggiungere che ho detto ai ragazzi che avrei scritto questo articolo e Gaetan, a nome di tutti, ha scritto queste righe sperando di poterle veder pubblicate: "Siamo un gruppo di studenti che siamo arrivati in Italia alla seconda metà del mese di agosto. Una volta in Italia siamo accolti da una comunità italiana cristiana di San Bartolomeo. L'accoglienza che abbiamo ricevuto da parte loro era stata meravigliosa e per questo non dimenticheremo mai essa, vi ringraziamo molto". Donatella Carretti
VALLE D’AOSTA - VALTOURNENCHE agosto 2016 UNA PORTA APERTA Ci sono momenti nella vita in cui ci si trova bene con tutto; in armonia con la natura, in armonia con la propria coscienza, in armonia con la gente. Tutto fila liscio... potrebbe anche non filare liscio che forse è lo stesso, perché SEI SEMPRE SICURO CHE QUANDO SI ALLUNGA UN BRACCIO, C’E’ QUALCUNO CHE LO PRENDE, SIA PER AIUTARE SIA PER ESSERE AIUTATO. Le esperienze degli altri sono le tue, le tue son di tutti. Ci si parla, ci si conosce, ci si frequenta, si cammina insieme, si mangia insieme, c’è chi prega insieme, c’è chi ride insieme, c’è chi riflette insieme, c’è chi beve una grolla in compagnia. Le cose nascono così: semplici e pure. Perché il nostro viaggio è stato si un viaggio in un luogo meraviglioso, pulito in tutti i sensi: la Valle d’Aosta, … ma anche un viaggio dentro noi stessi. Ciascuno con il suo perché. Tutti diversi e tutti uguali; una cosa ci ha accomunati: LA VOGLIA DI STARE BENE INSIEME. Il collante di questa vacanza si chiama Anna Coccolini, lei ci ha messo insieme e ci ha organizzato il Tour come nessuno poteva far di meglio, tra valli e
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fiumi, quindi a lei va il mio miglior ringraziamento. Siamo stati accolti in maniera adeguata in un CASA ALPINA a Torgnon , una residenza coerente con i nostri valori di solidarieta’, in un luogo affascinante vicino ai rifugi piu alti della Valtournanche. La gente del posto è cordiale, disponibile, cosciente di essere custode di un luogo da proteggere e sostenere perché Unico nella bellezza e non solo. I sentieri son per tutti i livelli. Gli scenari son da favola: valli incantate, cascate, ruscelli, marmotte, rifugi, mirtilli, mucche al pascolo, il monte Cervino sempre lì che ti guarda, ti osserva, ci scruta e noi… LO RIVEDREMO! Si cammina, e chi non può ci raggiunge in seggiovia, la compagnia è tutto per noi! Non sono cose da spiegare...l’abbiamo dentro. Come il silenzio tra mamma e figlio,.. a volte non occorre parlare! Quante esperienze…. Pescare le trote di ruscello ad Antey Saint Andrè. Visitare il castello a Chatillon annusando aria di Re e Regine, di sacro e profano, di guerra e di pace. Giocare a beach volley contro il figlio non ha prezzo per il papà, ma soprattutto esonera chiunque da acciacchi e mal di schiena. Guai a chi molla e nessuno è stato meglio di noi !!! La Valtournanche è davvero stupenda, ogni angolo è particolare, uno spasso per chi ama la natura. Che dire del Comune più alto d’Italia, CHAMOIS? Un cartello diceva “Estate e Inverno, la montagna è qui” “E’ proprio vero!” Non gira una macchina, l’aria è immacolata. I residenti vivono con la funivia per portar la spesa, per scendere a valle e andare a scuola. Magico eh? Son sicura che tutto questo regala un ritmo di vita più umano, più sano non solo per la salute fisica...credo anche e soprattutto per quella mentale. Forse non conoscono quella brutta malattia con la quale tutti facciamo i conti lo Stress. Chi lo sa! La salita sul Plateau Rosa è uno spettacolo. Respirare l’aria a 3500 mt sul ghiacciaio. Sciatori, maestri, lupi di montagna, bambini mezzi nudi.. “guerrieri” qualcuno li chiama. Il sole spacca le pietre, ma noi non siam pietre , siam di pelle e ossa e veniam dalla Bassa quindi ci proteggiamo con piumini e creme ad altissima protezione. Annusiamo una vita diversa dalla nostra; ho letto su un altro cartello “IN VALLE D’AOSTA NON LASCIATE A TERRA I RIFIUTI, SOLO I PROBLEMI. E’ cosi è stato! Speriamo di fare altre vacanze e esperienze insieme AMICI. Chi lo sa il nostro destino? Una cosa è certa “Basta Esserci ! l’uno per l’altro!” Non l’abbiam chiesto a nessuno ma la torta è venuta fuori dal forno Ben cotta!!. Tutti con il proprio contributo di esperienze di lavoro e vita, hanno costruito una Comunita’ Perfetta, chi si occupa di Medicina, chi di Ginnastica, chi di Idraulica, chi di Informatica, chi di Cioccolato; i consigli volavano in aria ed io ho cercato di acchiapparli tutti, ma forse non è bastata una vacanza. A quando la prossima? Ines Pavarini Ringrazio: mio marito Andrea, Anna e Fausto, Cristina e Ren, Annamaria e Dott. Manzini, Gigliola e Flaviano, Rosi e Marco, Francesca e la sua troupe, Nicola, Cecca, Enrico e Elena, Deanna e marito, le bambine, i bambini ,i ragazzi,. Tutti splendidi e unici! Ringrazio Dio e la parrocchia di Regina Pacis per avermi dato la possibilità di conoscerli.
Esercizi Spirituali 2016 Universitari 13-16 ottobre (Santo Stefano di Vetto) Giovani coppie 11-13 novembre (Marola)
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NOVITA’ CARITAS - 8 0ttobre: apertura del nuovo Centro d’Ascolto “Santa Maria degli Angeli”, con sede presso la parrocchia di Regina Pacis, che resterà aperto tutti i sabati dalle 9,30 alle 11,30, cui faranno riferimento tutte le parrocchie dell’omonima Unit{ Pastorale ( Regina Pacis, Spirito Santo, Roncina, Codemondo, San Bartolomeo); referente il diacono Roberto Bonomo, che resterà referente anche per i momenti di preghiera e formazione di tutta la zona pastorale. Al Centro d’Ascolto “Madre Teresa” con sede a Pieve, aperto tutti i mercoledì dalle 16 alle 18, continueranno a fare riferimento le parrocchie dell’Unit{ Pastorale di Pieve (Pieve, San Pio X, Roncocesi, Cavazzoli) e dell’Unit{ Pastorale di Cella (Cella, Cadè, Gaida).
- 9 ottobre: ore 10,30 nella chiesa di Regina Pacis, Messa di inaugurazione e ringraziamento per l’apertura del nuovo CDA “Santa Maria degli Angeli” (vale anche come Messa mensile del CDA “Madre Teresa”), con l’arrivo della croce della Staffetta di Preghiera che accompagner{ per 15 giorni l’apertura del nuovo CDA.
- dal 9 ottobre al 23 ottobre; staffetta di preghiera Caritas nelle 12 parrocchie della Zona Pastorale Ovest (seguirà calendario più dettagliato)
- 1 ottobre: ore 15,30 presso la parrocchia di Pieve, ritiro spirituale di inizio anno dei CDA “Santa Maria degli Angeli” e “Madre Teresa”
CONSIGLI PASTORALI MESE DI OTTOBRE Lunedì 3: Regina Pacis Venerdì 7: Roncina Lunedì 10: CP Unità Pastorale (Roncina) Mercoledì 12: San Bartolomeo Giovedì 20: Codemondo
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