RENT il periodico sulla cultura dell’affitto Solo Affitti franchising immobiliare quadrimestrale - 6 euro / in abbonamento 3 numeri - 15 euro numero 05 - luglio 2010
il periodico sulla cultura dell’affitto
Non riusciamo a farne a meno? In Italia l’energia prodotta da fonti rinnovabili non supera il 7% mentre l’85,9% viene importato da altri paesi
43% prodotti petroliferi
36% gas naturale
9%
combustibili solidi
7%
fonti rinnovabili
5% energia elettrica
il numero dell’energia Da un’economia energy-intensive basata sui combustibili fossili ad un sistema di produzione sostenibile e pulito. L’obiettivo? Salvare il pianeta per vivere meglio. Ma la strada è ancora lunga…
05
05 IL NUMERO DELL’ENERGIA
il periodico sulla cultura dell’affitto
43% prodotti petroliferi
36% gas naturale
9%
combustibili solidi
7%
fonti rinnovabili
5% energia elettrica
RENT
il periodico sulla cultura dell’affitto numero 05 luglio 2010
il punto
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casa e famiglia
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Tutte le energie del franchising. Gli obiettivi futuri nelle parole di Silvia Spronelli, Presidente di Solo Affitti Spa
Mercato dell’affitto, certificazioni in salsa ‘confusion’ e rivoluzionari verde prato. Quando si dice: non è sempre facile stare al passo coi tempi, ma c’è anche chi ce la fa
osservatorio
citta` e futuro
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Spirito sportivo e clarinetto. Gli appuntamenti del 2010 sono tutto un programma, risate con Woody e grandi passioni
tempo e denaro
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Piano industriale, accessi record al nuovo sito web e proiezioni di crescita senza precedenti. Ma il meglio deve ancora venire…
l’esperto risponde
Galline vecchie e problemi verdi. Alla fiera degli incentivi le parole d’ordine sono risanare e stare al passo con le certificazioni
diritto e rovescio
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Ordinario, straordinario e triangoli di Diritto. Uso foresteria e manutenzioni: ecco cosa dice la legge
a gonfie vele In viaggio con Solo Affitti. Uniti per crescere e anche un po’ per riposare…
A casa tutte le archistar, l’urbe torna a misura d’uomo e di natura. Perché anche in Italia abbiamo la nostra città dell’Aurora
abitare globale
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Uomo, economia e natura. Un trittico esplosivo? No di certo, ora è la fisica a dettare le sue regole. E tutto grazie al design
lifestyle
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Su nei monti con Barabba o giù nel Monferrato in capsule spaziali? Se ti piacciono il vino buono e le vette in stile futurama, ti abbiamo proprio accontentato
fashion story 90
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Tanto amate e tanto odiate. Le energie ‘nere’ ci hanno spinto fino a qui, e adesso chi ci salverà? La green economy o lo scienziato pazzo? Latini come siamo: ubi maior minor cessat…
mente locale 15
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Autodafè da net generation e adesso siamo tutti nerd. L’orgoglio del secchione va alla grande, lo dice anche il New York Times: “America needs more cool nerds!”
portfolio
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Garage art, arte povera, minimalismo trash. Arriva dall’Argentina Miguel Mitlag con la sua rivoluzione estetica e i suoi sani principi
varieta`
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A dieta, attenti all’ambiente e in sella a una bici fissa. Fosse per Al Gore: ci rispiarmieremmo il capitombolo illustrazioni di Elena La Rovere
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TEL
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RENT il periodico sulla cultura dell’affitto Solo Affitti franchising immobiliare quadrimestrale - 6 euro / in abbonamento 3 numeri - 15 euro numero 05 - luglio 2010
il periodico sulla cultura dell’affitto
direttore responsabile
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Silvia Spronelli
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format editoriale e direzione creativa
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direzione editoriale Carlotta Petracci
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Solo Affitti Spa via Tortona 190 47522 Cesena (FC) t +39 0547 41 81 01 f +39 0547 41 81 81 info@soloaffitti.it
redazione solo affitti
stampa
Francesca Cantoni Laura Magnani Giovanna Rossi Andrea Saporetti Isabella Tulipano
Stamperia Artistica Nazionale via Massimo D’Antona, 19 10028 Trofarello (TO)
redazione
editore
art direction e progetto grafico
Vittorio Belafonte Edoardo Gentile RoBoDo Massimo Teghille Sara Vindrola Camilla Wasser
contributors
Michele Bortolami Tommaso Delmastro Elisa Facchin Miguel Mitlag Eva Stonem
Rentasì srl iscritto al Roc tenuto da CO.RE.COM Emilia Romagna al numero 19269 via Tortona 190 47522 Cesena (FC) t +39 0547 41 81 01 f +39 0547 41 81 81 info@rentasi.it
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RENT A RANT
editoriale
AFFITTA UNA PREDICA testo di Carlotta Petracci illustrazione di Elena La Rovere
Voci autorevoli da ogni parte del globo, dentro e fuori i magmatici percorsi della rete, ci dicono che la transizione è avvenuta. Passati attraverso la tempesta postmoderna, ci ritroviamo nuovamente con i piedi per terra. La trasformazione è compiuta: siamo ancora moderni, meravigliosamente moderni, tutt’al più postindustriali. Per chi non fosse avvezzo a queste terminologie accademiche, basti sapere che la fine delle ideologie, del noi contro di loro, non ha annullato il valore fondante delle idee e degli ideali, semmai lo ha reso più fraterno. La logica del combattere, dell’affermare, del dividere, in sostanza quella della guerra, ha ceduto negli ultimi tempi il passo all’evangelizzazione, al principio, per nulla innovativo ma molto sentito, del tu con me, ‘facciamolo insieme’. Non si tratta di parole vuote, ma di una conquista di letture di ultima mano e di pensieri sviluppati di fronte a una grande realtà. Da una delle 8
nostre redazioni italiane, quella torinese, dall’immensa finestra che da su una delle strade più centrali della città, ci siamo accorti, di fronte alla folla di pellegrini che la Sindone ci aveva portato, che nell’aria c’era voglia di felicità, voglia di riunirsi, di connettersi, in nome di qualcosa. Ebbene, chiamiamo questo qualcosa: energia, e ciò che l’energia porta, dono. L’assunto allora potrebbe essere: c’è voglia di donare, gratuitamente e incondizionatamente. Strano ma vero, per chi l’avesse dimenticato, è proprio il dono, il principio che sta alla base di ogni società, comunità, unione, per quanto effimera e soprattutto il punto di partenza del capitalismo. Per chi avesse confuso le relazioni con i profitti, c’è da star tranquilli, le relazioni sono gratuite per definizione, semmai è la loro utilità a mettere in moto un sistema economico. La parola utilità ha però un significato molto esteso, è inscindibile dall’etica e oggi più che mai dalla lealtà e
dalla trasparenza. Potremmo vedere così l’epoca nella quale ci stiamo muovendo, un’era in cui confondere non paga, affascinare con sfarzi eccessivi insospettisce, e soprattutto un’era in cui la mente individuale si fonde in quella collettiva, al cui interno siamo tutti.
La logica della guerra negli ultimi tempi ha ceduto il passo all’evangelizzazione
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il punto
ASCOLTA LA LEPRE a cura di Silvia Spronelli Presidente di Solo Affitti Spa
HEAR THE HARE ENERGIE PIANIFICATE Possiamo paragonare il piano industriale ad un navigatore satellitare. Devo sapere, quindi, dove voglio andare per conoscere la strada da percorrere, il tempo necessario ad arrivare, ovvero quale azioni e quante risorse mettere in atto per raggiungere gli obiettivi fissati Cartine, bussole e segnali stradali sono diventati in fretta strumenti desueti, ora che disporre di un navigatore risulta largamente comune. Un po’ come per le aziende, abbandonati business plan, piani aziendali e prospetti, il piano industriale è oggi lo strumento principale utilizzato per decidere quali strade intraprendere; il moderno navigatore che illustra le strade da percorrere per raggiungere orizzonti lontani. Desiderabili ed ambiziosi anche gli orizzonti previsti dal documento programmatico di Solo Affitti: dal consolidamento della rete su tutto il territorio nazionale, con un obiettivo di crescita che fissa in 450 le agenzie da aprire entro il 2012, allo sviluppo della quota di mercato all’estero, con il doppio bersaglio della Spagna, dove siamo già presenti e prevediamo di arrivare a 107 agenzie a fine triennio e di altri mercati che verranno valutati idonei ad accogliere il nostro business; oltre al consolidamento del nuovo marchio Solo Affitti Vacanze che ci aspettiamo raggiun10
ga le 205 agenzie. Questi gli indirizzi impostati sul nostro navigatore e per raggiungerli abbiamo pianificato adeguate attività. Come quella di studiare nuove ed efficaci azioni incentivanti nei confronti dei già affiliati, migliorarci attraverso la certificazione di qualità e monitorare la qualità, grazie
alle operazioni di customer satisfaction; investire in canali pubblicitari classici e non, in promozioni di eventi e sponsorizzazioni. Tutte azioni con cui raggiungere l’obiettivo di massimo sviluppo della rete: in più, in meglio. Più agenzie, più personale, più lavoro, più energie.
osservatorio
SOLOAFFITTI franchising immobiliare
TUTTI DICONO I LOVE YOU Sono a casa, seduto davanti alla tv, quando il telefono suona e una voce dall'altra parte dice: “Mr. Allen, gradirebbe essere l’uomo vodka di quest’anno?” E io rispondo: “No, Woody Allen è un artista e non fa pubblicità, non è un ruffiano, non beve vodka e se lo facesse non berrebbe la vostra!” E lui: “Peccato, paghiamo cinque milioni di dollari.” E io dico: “Attenda in linea, prego, le passo il signor Allen” La battuta è un classico esempio dell’inimitabile humor che ha reso celebre Woody Allen. Un grande regista, appassionato anche di musica jazz, tanto da intraprendere un tour mondiale con il suo clarinetto. Con il supporto della New Orleans Jazz Band, Allen ha tenuto un memorabile concerto al Gran Teatro La Fenice di Venezia, proponendo classici brani jazz anni Trenta e Quaranta, ripresi spesso nelle colonne sonore dei suoi film. Un evento dal fascino irresistibile e che Solo Affitti è orgogliosa di aver sostenuto con una
particolare sponsorizzazione. Ed è con lo stesso orgoglio e impegno che Solo Affitti prosegue anche per il 2010 la raccolta di fondi per finanziare gli interventi idrici in Burkina Faso, per permettere l’accesso permanente all’acqua potabile agli abitanti dei villaggi della Valle della Nouhao. In collaborazione con L.V.I.A. la rete Solo Affitti organizza cene, manifestazioni ed eventi per la raccolta dei fondi a sostegno della causa, invitando clienti, enti, imprenditori e curiosi a partecipare e condividere questa grandiosa esperienza benefica.
L’ESPRIT SPORTIF
La partecipazione di Solo Affitti ai principali eventi sportivi nazionali data ormai tempi lontani. Dopo aver vestito le maglie di squadre di calcio, basket e ciclismo, il nostro marchio è pronto ad essere protagonista di altri avvenimenti, continuando la campagna di sostegno allo sport. Dal popolare volley femminile, con le avvincenti Final Four di Coppa Italia, all’elitario golf, rinnovando a settembre, l’ormai consueto appuntamento con la ProAm Solo Affitti. Una competizione speciale, in grado di unire la passione degli amatori con l’esperienza dei professionisti, in nome della mondanità e dello spirito sportivo. Ed ancora altre
Tutti in campo con Solo Affitti, per un anno di gloria e di grandi passioni. Con volley, Pro-Am e l’attesissima Partita del Cuore
manifestazioni ma questa volta con fini squisitamente benefici. Un classico come la Partita del Cuore, organizzata dalla nazionale italiana cantanti, che è stata per quest’anno impegnata contro il team di Alonso, in un vero e proprio spettacolo televisivo, con la diretta su Rai Uno in prima serata e la numerosa partecipazione del pubblico per la raccolta di fondi a sostegno di Telethon e della ricerca in campo medico. Un appuntamento fisso, che si replica ogni anno e che vede coinvolti migliaia di telespettatori. Per Solo Affitti quindi stesso principio, medesimo risultato. Perché lo sport fa bene a chi lo fa e a chi lo sostiene. Urrà! 11
SOLOAFFITTI
600
franchising immobiliare
Sono i punti vendita che Solo Affitti punta a raggiungere entro il 2015, sull’intero territorio italiano. Le linee
strategiche hanno come obiettivo l’incremento del vantaggio competitivo, l’aumento della quota di mercato e l’internazionalizzazione.
PIANO INDUSTRIALE MISSION AZIENDALE
PUNTI DI FORZA DELLA SOCIETÀ
continua ricerca dell’eccellenza
specializzazione Occuparsi esclusivamente di locazione, per un agente Solo Affitti, non ha carattere di privazione o di esclusione, ma di completezza
esperienza e professionalità
01
Legame tra esperienza consolidata e continui aggiornamenti formativi per assecondare la necessità di una costante innovazione del modello di business
Impiego di tempo e impegno per raggiungere obiettivi in cui si crede fortemente. Attraverso un quotidiano confronto si punta alla continua ricerca dell’eccellenza
valorizzazione del lavoro di team
03
essere l’innovazione che guida il mercato
02
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Organizzazione di un processo permanente di ricerca e sviluppo di prodotti, servizi e strategie capaci di soddisfare le esigenze del gruppo e del mercato
Focus sull’individuazione ed il riconoscimento di capacità ed attitudini dei singoli, permettendo, così, una maggiore crescita del gruppo
solo affitti vacanze
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servizi integrati per il cliente finale L’agente Solo Affitti opera in un settore particolare contando su strumenti, frutto di una lunga esperienza, utili per tutelare gli investimenti dei proprietari e curare i bisogni degli inquilini responsabilità La società opera al suo interno una chiara assegnazione di ruoli e responsabilità, motivando i singoli con risultati misurabili e soddisfacenti brand awareness Il brand è sinonimo di innovazione e specializzazione. Questo genera interesse e convince all’affiliazione di sempre numerosi nuovi agenti. Il brand rende inoltre immediatamente comprensibile, al cliente finale, l’attività svolta dalla rete
proiezioni agenzie L’espansione e la specializzazione della rete continuano con nuove offerte e il mondo della casa si arricchisce di soluzioni su misura per ogni tipologia di clientela. Crescono le prospettive nel mercato della vacanza e in quello spagnolo. Le stime per il 2012 sono di raggiungere le 107 agenzie per il marchio Solo Alquireles e i 205 punti vendita per Solo Affitti Vacanze.
tempo e denaro
17%
È il tasso di crescita medio del fatturato previsto fino al 2012. Il business margin, ovvero la
differenza tra il fatturato e i relativi costi, generato dalle linee di business, tende invece a crescere dell’11%.
LINEE STRATREGICHE trasparenza La comunicazione interna è chiara e trasparente, orientata ad un rapporto di completa lealtà e correttezza nei confronti dell’interlocutore finale marketing Il progetto RENT costituisce un passo rilevante per informare sia sulla cultura dell’affitto che su iniziative specifiche intraprese dalla società per operare sul mercato secondo elevati standard qualitativi elevata professionalità Le richieste di nuove affiliazioni vengono valutate secondo un processo di selezione che da una parte assicura qualità alla rete e dall’altra permette la proposta sul mercato di un servizio altamente professionale. Professionalità mantenuta costante mediante servizi di formazione e aggiornamento per gli appartenenti al network
leve gestionali
risultati attesi
1
01
Focalizzazione sulla qualità
2
3 Ricerca e sviluppo nuovi prodotti
Incremento vantaggio competitivo
Potenziamento editoriale RENT
Creazione linee di business
02
Potenziamento rete agency
Aumento quota di mercato
Espansione business finance
Aumento capillarità rete
Investimenti all’estero
03
Incremento presidio in Spagna
Internazionalizzazione
Esplorazione nuovi mercati
internet Numeri record per il nuovo portale Solo Affitti.it. Più di 2.000.000 di visite nel 2009 per 95.603.991 pagine viste e 36.793 richieste. La presenza del franchising si dimostra solida e in crescita sulla rete, nella consapevolezza della maggiore elasticità di domanda e offerta richiesta. Come attesta anche la messa on line del nuovo sito dedicato al marchio Solo Affitti Vacanze.
richieste / offerte
+50,6%
40000 30000 20000
visite al sito web
36.793 24.110
+16,7%
2,2
+14,3%
9,5 9,0
2,1 2,0
10000
pagine visitate
2.246.070
8,5 8,0
1,9
95.603.991
83.615.051
1.924.194 2008
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2008
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2008
2009
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tempo e denaro
SOLOAFFITTI franchising immobiliare
GALLINA VECCHIA FA BUON BRODO i numeri dell'edilizia Crescono del 14,2% gli interventi di ristrutturazione. Le agevolazioni fiscali prevedono una detrazione del 36% per la manutenzione straordinaria, e fino al 55% per la riqualificazione energetica degli edifici
14,2%
36%
55%
Frenano gli acquisti e cresce la voglia di eco-case. Ma tra le pratiche sostenibili spunta anche la tanto amata vecchia soluzione: risaniamo? La politica di detrazioni fiscali dell’Agenzia delle Entrate non mente. Dal 36% al 55% per manutenzione straordinaria, ristrutturazione e riqualificazione energetica Nel momento di massima difficoltà del mercato immobiliare, gli italiani si riscoprono un popolo accorto e risparmiatore. Così, invece di investire in un nuovo immobile preferiscono spendere per sistemare la propria casa. L’Agenzia delle Entrate registra un aumento del 14,2% degli interventi di ristrutturazione, passati negli ultimi dieci anni da 240.000 a 448.000. Una spinta verso questa decisione arriva sicuramente dalle agevolazioni previste da un po’ di anni dal governo per i lavori di ristrutturazione. L’agevolazione consiste nella possibilità di detrarre dall’imposta sul reddito (IRPEF) il 36% delle spese sostenute per eseguire gli interventi di manutenzione straordinaria, le opere di restauro e risanamento conservativo e i lavori di ristrutturazione edilizia per i singoli appartamenti e per gli immobili condominiali. L’agevolazione spetta se la spesa non supera la cifra massima di 48.000 euro, va ripartita in 10 anni ed è subordinata all’emissione, da parte della ditta che ha eseguito i lavori, di fattura dettagliata che distingua dagli altri il costo della relativa manodopera. La detrazione sale al 55% per i costi sostenuti ai fini della riqualificazione energetica 14
degli edifici tra cui: interventi che limitino il fabbisogno annuo di energia per il riscaldamento degli edifici (detrazione massima 100.000 euro in tre anni); installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sia per usi domestici che industriali, per piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università (detrazione massima 60.000 euro in tre anni); sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con altri dotati di caldaie a condensazione e conseguente messa a punto del sistema di distribuzione (detrazione massima 30.000 euro in tre anni); interventi su edifici esistenti, su parti di edifici o unità immobiliari, riguardanti coperture e/o pavimenti, finestre con i relativi infissi (detrazione massima 60.000 euro in tre anni). Possono beneficiare dell’agevolazione non solo i proprietari degli immobili ma anche tutti coloro che sono titolari di diritti reali sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese, nonché chi occupa l’immobile a titolo di locazione o comodato. Diverso invece il funzionamento degli incentivi. Il Decreto Legge n.40/2010, prevede un fondo di 300.000.000 di euro per gli
acquisti ad alta efficienza energetica ed eco-compatibili. Le agevolazioni sono riconosciute tramite lo sconto diretto sul prezzo di vendita per gli acquisti fatti dal 15 aprile al 31 dicembre 2010. Incentivi, infine, anche per acquisti di ‘eco-case’, fabbricati che ottengono la certificazione dell’Enea, che variano in base alla classe e ai metri quadri: immobili di classe energetica A, 116 euro/ mq, con un massimo di 7.000 euro; immobili di classe energetica B, 83 euro/ mq, con un massimo di 5.000 euro.
Incentivi per tutti i gusti. Il 2010 registra propensione al risparmio e all’acquisto di eco-case
l’esperto risponde
‘L’esperto di Solo Affitti’ risponde a tutte le tue domande su contratti di locazione, adempimenti fiscali e aspetti giuridici. Scrivici a: esperto@soloaffitti.it
Green Matters
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Se l’economia si tinge di verde c’è poco da aspettare. Avanti, avanti! Abbandonate pareri, consigli e ritagli di giornale. Alla giurisprudenza è sempre meglio domandare
1 franco Sono il nuovo proprietario di un appartamento in un condominio composto da otto unità, acquistato da poco dalla mia famiglia e affittato ad una giovane coppia. Né io né loro però siamo a conoscenza di tutti i dettagli relativi alla Certificazione Energetica. Essendo il primo appartamento che i miei genitori, ormai anziani, mi hanno consegnato in gestione, ho cercato di informarmi un po’ sul tema e per il momento ho scoperto che la nuova normativa sulla certificazione richiede un Attestato sulle condizioni della casa. Vorrei perciò sapere come posso fare per ottenerlo e se sia necessario anche per gli impianti di tutto il condominio. SOLOAFFITTI Caro Franco, secondo la legge non è necessario un attestato per tutto il condominio. Se l’appartamento è dotato
di impianto di riscaldamento autonomo la Certificazione Energetica deve essere realizzata soltanto per il singolo appartamento. Nel caso in cui il condominio sia dotato di impianto centralizzato è possibile però redigere la Certificazione del singolo appartamento calcolando il rendimento medio stagionale dell’impianto termico centralizzato in funzione della norma UNITS 11300/2. In pratica il certificatore dovrà disporre dei dati dell’impianto centralizzato: tipologia della caldaia (ad esempio caldaia a condensazione 4 stelle a metano), tipologia di regolazione (ad esempio sonda esterna e termostato di caldaia), tipologia di distribuzione (ad esempio distribuzione ad albero con montanti in traccia isolati). I dati della caldaia e del bruciatore sono riportati nel libretto di centrale in possesso dell’amministratore del condominio.
giancarla Ho stipulato qualche mese fa un nuovo contratto di affitto per un grazioso bilocale in pieno centro. Sul contratto c'è scritto che gli impianti sono a norma, ma non ho mai ricevuto la documentazione da parte del proprietario. Un mio amico elettricista, chiamato per un rapido controllo dell’abitazione, mi ha fatto però notare che non solo l’impianto non è a norma ma che è anche pericoloso, a causa della presenza di fili in giro per la casa e dell’assenza di prese a terra. Come posso fare? Il proprietario non sembra propenso a mettere a norma l’impianto ed io, facendo l’infermiera ed essendo sottoposta ad orari lavorativi poco comuni, non ho il tempo di seguire i lavori né per il momento dispongo di una sistemazione alternativa e provvisoria. SOLOAFFITTI Cara Giancarla, a seguito dell’abrogazione dell’articolo 13 del decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 22 gennaio 2008, n.37, non sussiste più un imperativo di consegna, all’inquilino, della documentazione relativa alla sicurezza degli impianti elettrici, salvo obbligo specifico assunto dal locatore nel contratto. In ogni caso, per il locatore che ha dichiarato la condizione a norma degli impianti, è d’obbligo la messa a norma qualora non lo fossero. La giurisprudenza ha puntualizzato che l’adeguamento dell'impianto elettrico alle previsioni di legge può consistere sia in interventi volti a conservare l’impianto originario, sia in interventi volti a trasformarlo o ampliarlo. O in interventi più globali di installazione ‘ex novo’ e completo rifacimento dell’impianto preesistente, la cui spesa è a carico del locatore (si veda Pretura di Genova, 1 agosto 1998). È nelle tue facoltà di conduttore quindi diffidare il locatore, che tra l’altro risponde di eventuali danni al conduttore e a terzi, sia in sede civile che penale, per la messa a norma degli impianti. Puoi inoltre richiedere la risoluzione del contratto per la gravità del suo inadempimento.
15
SOLOAFFITTI franchising immobiliare
1571
È l’articolo del Codice Civile che disciplina il contratto ad uso foresteria, facendolo rientrare tra le ‘locazioni completamente libere’.
Casa mia in foresteria
Sono pertanto i singoli contraenti a concordare e definire le condizioni contrattuali: durata, canone, entità del deposito cauzionale e così via.
Punti chiave del contratto ad uso foresteria
Non proprio e non solo. Pochi viaggiatori sanno che il contratto a uso foresteria è ben diverso da quello transitorio. Di mezzo c’è lo zampino delle società di capitali, scopriamo come e perché Districarsi tra questioni legali, contratti, accordi tra le parti, articoli e clausole richiede sempre un notevole dispendio di energie. Se c’è, un termine ‘faticoso’ nel mondo della locazione, utilizzato in maniera poco corretta, questo è senza dubbio: foresteria. Spesso si sente parlare di contratto ad uso foresteria, intendendo con tale espressione le cose più disparate. Da qualche anno, poi, numerose voci si sono alzate per dichiarare la nullità di questa tipologia contrattuale, che sarebbe stata bandita con la riforma delle locazioni abitative del 1998. Sorge spontaneo un chiarimento. Che cos’è il contratto ad uso foresteria e, soprattutto, si tratta di una soluzione tuttora legittima e valida per legge? Il contratto di locazione ad uso foresteria è quello nel quale l’inquilino è una società di capitali (ad esempio una Srl, una Spa o una Sapa), che prende in locazione un’abitazione da destinare ai propri dipendenti o collaboratori. Può stipulare un contratto di questo tipo, ad esempio, una banca che in occasione dell’apertura di una nuova filiale prende in locazione un appartamento da assegnare al direttore e alla sua famiglia, oppure un’impresa edile (se costituita sotto forma di società di capitali) che, ottenuto un appalto per la realizzazione di lavori in una città lontana dalla propria sede, affitta un’abitazione da destinare agli operai che si occuperan16
no dell’opera. L’utilizzo dell’immobile da parte dei dipendenti o collaboratori può essere, anche di tipo turnario e prevedere che l’appartamento sia abitato da persone diverse nel corso della locazione. Escluso dalla disciplina della legge 431/1998 sulle locazioni abitative, il contratto ad uso foresteria rientra, infatti, fra le “locazioni completamente libere”: ossia quelle soggette all’applicazione delle sole norme previste dal Codice Civile in materia di locazione (artt. 1571 e segg.). Sono i singoli contraenti a concordare e definire le principali condizioni contrattuali, dalla durata, al canone, all’entità del deposito cauzionale e così via. Il contratto ad uso foresteria può essere stipulato per il periodo stabilito di comune accordo da proprietario e società conduttrice (fermo restando il limite massimo di 30 anni che il Codice Civile prevede per tutti i contratti di locazione), che potranno decidere se, alla scadenza indicata, si rinnoverà automaticamente o dovrà intendersi definitivamente scaduto. Così com’è, si presenta quindi come una formula particolarmente vantaggiosa, soprattutto per il locatore che, oltre ad avere come conduttore una persona giuridica (della quale sarà più facile verificare la solvibilità), si trova a poter concordare le condizioni contrattuali senza dover sottostare a vincoli in termini di durata o di canone.
Condizione per la stipula Il conduttore deve essere una società di capitali che destina l’immobile ad abitazione, anche turnaria, dei propri dipendenti, funzionari o collaboratori. Durata Decisa liberamente da proprietario e inquilino, purchè non superi il limite massimo di 30 anni previsto dal Codice Civile per tutti i contratti di locazione. Canone Completamente libero. Agevolazioni fiscali Per il locatore: Sul canone imponibile dichiarato dal locatore ai fini IRPEF viene applicata la deduzione del 15% Per il conduttore: I canoni di locazione e le spese di manutenzione dei fabbricati sostenute dalla società conduttrice per assegnare un’abitazione ai dipendenti, in un Comune diverso dalla loro precedente residenza anagrafica, sono totalmente deducibili dal reddito aziendale per un periodo di tre anni, a partire dalla data di trasferimento del lavoratore (legge 388/2000).
diritto e rovescio
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È l’art. del D.P.R. 380/2001 con cui si prevede che, nelle regioni italiane o nei comuni in cui non è in vigore una legislazione più restrittiva, si
possano effettuare alcuni interventi di manutenzione straordinaria senza presentare la DIA, tra cui: sostituzione impianti e installazione di pannelli solari.
USO FORESTERIA COME E QUANDO
Ordinario, straordinario e altre ‘futilità’
Bisogni, vantaggi e benefici fiscali. Per un contratto che dal 2001 ha notevolmente cambiato le geografie dei rapporti di lavoro
Per la gioia di cambiare mettiamo tutto sottosopra. Perché il mondo non è bello se la casa non è come un castello
L’uso foresteria, non previsto ma neppure escluso dalla legge sull’equo canone (n. 392/78), postula un particolare rapporto ‘a tre’. Il conduttore non è colui che abita l’immobile, ma un ente o una società che destina l’utilizzo dell’immobile a un terzo (dipendente, socio o comunque persona con cui la ditta intende instaurare un rapporto di collaborazione). Il contratto ad uso foresteria rappresenta quindi una soluzione di sicuro vantaggio anche per la società conduttrice che, oltre a soddisfare la propria esigenza locativa, gode dei benefici fiscali previsti dalla legge 388/2000 (Legge Finanziaria 2001). Il contratto ad uso foresteria sembra aver trovato una sua legittimità in una norma inserita nella Finanziaria 2001 (art. 145) che rende totalmente deducibili dal reddito aziendale i canoni versati dalle imprese per la locazione di case destinate ai dipendenti, a condizione che questi abbiano trasferito la propria residenza anagrafica per ragioni di lavoro. Questa disposizione, di carattere fiscale, ha in realtà assunto una portata significativa anche dal punto di vista normativo. Entrata in vigore proprio quando era più che mai acceso il dibattito sull’ammissibilità del contratto - che molti consideravano non più stipulabile a seguito dell’entrata in vigore della legge di riforma delle locazioni abitative (legge 431/1998) - la norma sulla deducibilità dei canoni per le locazioni ai dipendenti ha, seppur indirettamente, legittimato l’esistenza e la validità dei contratti di foresteria.
Casa nuova, vita nuova. Quante volte sistemando una camera, comprando un nuovo mobile, guardando le vetrine ci vengono in mente nuove idee e voglia di cambiare qualcosa nella nostra casa? Spostare una finestra, ritinteggiare, cambiare una porta... Ma è solo dopo aver convinto il partner a trascorrere la domenica pomeriggio in un grande magazzino che cominciano a sorgere i dubbi: posso farlo? Devo chiedere un’autorizzazione? È un lavoro ordinario o straordinario? Ecco qui le informazioni utili. Caratteristica dei lavori di manutenzione ordinaria è il mantenimento degli elementi di finitura e degli impianti tecnologici, attraverso opere sostanzialmente di riparazione dell’esistente (ad esempio, il rifacimento dell’impianto elettrico dei sanitari di un bagno). Per la manutenzione ordinaria non è richiesta alcuna autorizzazione, tranne nei casi in cui l’edificio è vincolato dalla sovrintendenza ai beni architettonici. Gli interventi di manutenzione straordinaria sono finalizzati a mantenere in buono stato l’intero edificio e quindi comprendono le opere e le modifiche per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, con la condizione di non alterare i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non modificare la destinazione d’uso. Tra questi ultimi sono
compresi ad esempio la sostituzione di infissi interni e gli interventi finalizzati al risparmio energetico. Interventi che, grazie all’entrata in vigore della Legge n.73 del 22 maggio 2010, di conversione del Decreto Legge 40/2010, diventano più semplici ed immediati. È sufficiente infatti, ora, inviare al Comune, prima di aprire il cantiere, una comunicazione (corredata di relazione tecnica e progetto, firmati da un progettista abilitato) e iniziare subito i lavori, senza aspettare i 30 giorni richiesti in precedenza dalla presentazione della Denuncia di Inizio Attività, con un notevole risparmio di tempo e denaro.
Gli interventi sugli immobili oggi sono più semplici e immediati. Con la Legge n.73 basta una comunicazione a inizio lavori
17
4,6%
Crescita in termini percentuali relativa ai contratti di locazione ad uso abitativo stipulati nel 2009 (con la previsione di un ulteriore
aumento del 2% nel 2010). Un balzo in avanti rispetto all’1,7 % del 2008, che già sottolineava un trend emergente degli investimenti:
maggiore redditività per l’acquisto e la messa in valore, attraverso l’affitto, di un immobile rispetto all’investimento in titoli di Stato.
A riveder le stelle testo di Francesca Cantoni foto di Eva Stonem
Tra Inferno e Paradiso, un lento movimento ci riporta sulla soglia. Come sarà la nuova alba del mercato immobiliare italiano? “E quindi uscimmo a riveder le stelle”: è possibile pensare che il 2010 si chiuda per gli operatori immobiliari del nostro paese con lo stesso ‘verso’ che chiude l’Inferno della Divina Commedia dantesca? Un’uscita dall’ ‘inferno’ della crisi verso una prospettiva di miglioramento e di ripresa rappresenta, oltre che un auspicio, una previsione concreta, a giudicare dalle analisi qualitative e quantitative dell’Osservatorio Immobiliare di Nomisma. Certo, prima di tornare in Paradiso, sarà d’obbligo il passaggio attraverso il Purgatorio. Fuor di metafora: gli indicatori del mercato immobiliare e i dati raccolti a fine 2009 e nei primi mesi del 2010 evidenziano come transazioni di compravendita e prezzi degli immobili del comparto abitativo ricominceranno, 18
lentamente, a crescere a partire dal secondo semestre di quest’anno. La ripresa sarà graduale e non si può dire se e quando i valori torneranno ai livelli del 2006, quando il mercato delle compravendite aveva raggiunto il suo picco storico. Ma sicuramente possiamo aspettarci che quello che molti considerano il motore dell’economia, fra sbuffi e scoppietti riprenda a funzionare, trainando con sé nella sua ripresa l’intero sistema economico italiano. Come noto, il mercato immobiliare è stato trascinato nel primo girone dell’Inferno a metà 2007 dall’oltreoceanico crollo dei mutui subprime che, dando il via ad una sorta di effetto domino, ha scatenato una serie di reazioni a catena nel mondo immobiliare ed economico che hanno avuto evidenti ri-
percussioni anche nel nostro paese. Dove le transazioni di compravendita di immobili abitativi, che avevano toccato quota 845.000 nel 2006, sono scese nel 2009 al di sotto dei valori del 2000, con un numero di transazioni fermo a 600.000. Una riduzione complessiva, nei 3 anni, del 29,5% circa, a cui, si è accompagnata una progressiva e sensibile variazione al ribasso dei prezzi. Se consideriamo i prezzi medi attuali al netto dell’inflazione i livelli odierni sono assimilabili a quelli del 2005, ma con tempi di vendita superiori del 50%. Una differenza, rispetto al mercato di ieri, dovuta principalmente al problema dell’accesso al credito. L’aumento delle insolvenze dei mutuatari, che, nel 2009 sono raddoppiate rispetto al 2008 (passando dall’1,5% al 3%), ha portato infatti
casa e famiglia
44.022.000
Fatturato complessivo in euro realizzato nel 2009 dalla rete Solo Affitti, per un utile di ben 21.250.000 euro. Che ha fatto passare la quota di mercato della
rete, relativa al numero di contratti di locazione stipulati, dal 2,9% del 2008 al 3,2% del 2009, con un aumento dei contratti conclusi pari al 15%.
Quando il settore immobiliare tornerà a funzionare, trainerà con sé l’intero sistema economico
Stabile nei valori e dinamico nelle tempistiche, con tempi di trattativa di 3 mesi per immobili ad uso abitativo. Il mercato delle locazioni si conferma a crescita costante, anche se la situazione economica generale ha determinato un suo aumento di complessità
le banche a richiedere maggiori garanzie e a finanziare una quota minore rispetto al valore dell’immobile oggetto dell’acquisto. Si stima che le erogazioni di mutui alle famiglie per l’acquisto di immobili nel 2009 siano scese del 12,9% rispetto all’anno precedente. Se il picco negativo in termini di numero di transazioni e di prezzi è stato toccato nel primo semestre 2009, il semestre successivo e i primi mesi del 2010 si sono caratterizzati da un aumento della domanda e da percentuali di calo più contenute. Al punto che, le previsioni degli esperti, danno per certo, che il secondo semestre del 2010 segnerà il momento del giro di boa. Dando inizio all’inversione di tendenza, con percentuali di variazione davanti alle quali si vedrà, finalmente e per la prima volta dopo 4 anni, il segno più. In questo contesto c’è un settore del mercato immobiliare che non ha conosciuto crisi e che si è, anzi, avvantaggiato della situazione congiunturale. Si tratta del settore della locazione e, in particolare, di quello della locazione di immobili ad uso abitativo. Un settore in continua crescita, ma che a differenza di quello delle compravendite, non è abituato alle emozioni forti. Se vedessimo disegnato su una linea l’andamento del mercato delle locazioni degli ultimi 30 anni, infatti, non troveremmo curve stile ‘montagne russe’, con grandi ascese e repentine discese, ma saremmo di fronte ad una linea quasi piatta, tipica di un andamento costante, che vede tuttavia, in corrispondenza di questi ultimi anni, una spinta al rialzo. L’aumento della domanda e un’offerta di immobili tendenzialmente stabile non hanno comunque spinto in alto i canoni, che hanno invece 19
3%
Percentuale di insolvenza dei mutuari all’anno 2009. Un punto percentuale e mezzo in più rispetto al 2008. Un dato critico, che testimonia
di una condizione di difficoltà longeva, a tal punto da rendere ancora più difficile l’accesso al credito, spingendo le banche a richiedere maggiori
garanzie per la disposizione dei mutui e a offrire finanziamenti molto più bassi rispetto al valore reale degli immobili oggetto d’acquisto.
sabile un’accurata selezione delle richieste e ancora più importante, per i locatori, assicurarsi le opportune garanzie e scegliere la formula contrattuale più adeguata all’esigenza, rivolgendosi per la locazione del proprio immobile ad operatori capaci e competenti. In questo scenario assume evidente rilevanza la figura dell’operatore immobiliare specializzato nelle locazioni, lanciata dalla nostra rete nel 1997. Non è un caso che proprio nel 2009 la rete Solo Affitti abbia raggiunto risultati da record, aprendo 52 nuove agenzie e arrivando a quota 270 punti affiliati sul territorio nazionale. Ma i dati più rilevanti sono quelli legati ai risultati prodotti dalle agenzie stes-
se: 44.022.000 euro è il fatturato complessivo realizzato nel 2009 dalla rete, mentre l’utile ha raggiunto quota 21.250.000 euro. La quota di mercato della rete Solo Affitti, relativa al numero di contratti di locazione stipulati, è passata dal 2,9% del 2008 al 3,2% nel 2009, con un aumento dei contratti di locazione conclusi pari al 15% (dai 29.000 contratti conclusi nel 2008 ai 33.350 contratti del 2009). A fare da traino all’incremento del numero dei contratti, l’aumento del numero di clienti e di immobili gestiti: 298.558 (+26% rispetto al 2008) clienti nel 2009, per 69.611 immobili. Un incremento del 16% rispetto al 2008, con i suoi 59.972 immobili.
proseguito la sostanziale stabilizzazione iniziata nel 2006. La combinazione di questi fattori ha contribuito a far salire la redditività delle locazioni in media dell’810% rispetto al 2007.
Il secondo semestre del 2010 segnerà il momento del giro di boa. Dando inizio all’inversione di tendenza, con percentuali di variazione davanti alle quali si vedrà, finalmente, il segno più L’offerta sul mercato delle locazioni, quindi, è favorita non soltanto dal fatto che per gli investitori, che hanno acquistato immobili da mettere a reddito prima dell’inizio della crisi, questo non è il momento per rivendere, ma anche dal fatto che, acquistare una casa a scopo di investimento, ora, è più redditizio e vantaggioso rispetto all’investimento in titoli di Stato. Questi fattori hanno fatto sì che i contratti di locazione ad uso abitativo, già aumentati dell’1,7% nel 2008, crescessero di un ulteriore 4,6% nel 2009. Si prevede che il 2010 si chiuderà con un altro incremento del 2% nel numero di contratti conclusi nel settore residenziale. Positivi anche i dati relativi ai tempi medi di locazione, che si aggirano intorno ai 3 mesi per gli immobili ad uso abitativo. Il mercato delle locazioni si conferma, pertanto, stabile nei valori e dinamico nelle tempistiche. Certo, non si può non considerare, come la situazione economica generale abbia avuto su di esso anche riflessi nuovi, legati ad un aumento della complessità. L’impoverimento della popolazione rende oggi indispen20
casa e famiglia
locazione
Diversamente dal mercato delle compravendite, quello della locazione non ha mai goduto di repentine ascese e brusche discese, stile ‘montagne
russe’. Sin dall’inizio è sempre stato caratterizzato da un andamento di crescita costante, con una particolare spinta al rialzo negli ultimi anni.
IN POCHE PAROLE
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 reale nominale
2007
torino
genova
bologna
firenze
7 6 5 4 3 2 1 0
7 6 5 4 3 2 1 0
7 6 5 4 3 2 1 0
7 6 5 4 3 2 1 0
roma
napoli
milano
7 6 5 4 3 2 1 0
7 6 5 4 3 2 1 0
7 6 5 4 3 2 1 0
2010
Secondo quanto affermano gli esperti la ripresa del mercato immobiliare sarà lenta e graduale lungo tutto il corso dell’anno, e non si può ancora dire con certezza se i valori delle transazioni di compravendita torneranno a quelli del 2006. Sul fronte della locazione alla crescita costante di sempre negli ultimi tempi si è accompagnata una spinta al rialzo, sintomatica della condizione economica generalizzata e dell’aumento della complessità del mercato nel suo insieme 21
Logica push o pull? Sono le leggi a correggere e modificare i comportamenti, o sono i comportamenti a stimolare l’idea di nuove leggi?
Insalata verde testo di Andrea Saporetti foto di White
Lo sviluppo di una società oggi dipende dalla sua cultura ecologica. Ma come far incontrare il vantaggio del singolo con quello di tutti? La direzione dei cambiamenti sociali è una questione controversa. Al punto che verrebbe da chiedersi: è possibile individuare una regola che stabilisca se i cambiamenti sociali sono provocati da quelli normativi di un paese, o viceversa? Esiste un settore nel quale la direzione è univoca: l’ecologia e il rispetto dell’ambiente. In questo ambito la logica è praticamente sempre quella “push”: sono le leggi che spingono le persone a correggere, modificare e, talvolta, stravolgere i propri comportamenti quotidiani affinché siano individualmente e socialmente ottimali. Se ogni persona riconosce nel rispetto dell’ambiente e nella conservazione delle sempre più scarse risorse naturali un bene primario per la collettività, il suo comportamento può spontaneamente perseguire questo fine. Eppure, la realtà dei fatti, in ambito ambientale, è assai diversa. Gli Stati, nella stragrande maggioranza dei casi, sono costretti ad imporre ai cittadini normative stringenti per salvaguardare l’ambiente, o incentivare, con la leva fiscale, comportamenti positivi. L’alternanza dei risultati di queste politiche è sotto gli occhi di tutti, e dipende molto dalla “cultura ecologica” di ciascuna società, oltre che dalla credibilità degli stimoli normativi dello Stato. Si procede con la politica dei piccoli passi. Il caso emblematico, che in Italia è all’ordine del giorno, è quello della Certificazione Energetica degli edifici. La cascata normativa parte dalla Direttiva della Comunità Europea 2002/91/CE, 22
che rende obbligatoria agli stati membri la predisposizione di un’adeguata legislazione che prevede “che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l'Attestato di Certificazione Energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario”.
Mettere in campo strumenti che rendano vantaggioso, oltre che virtuoso, rispettare l’ambiente è la strada maestra verso un futuro di vera ed efficace tutela ambientale Da qui una lunga serie di provvedimenti nazionali, di origine parlamentare e governativa, in applicazione della Direttiva Comunitaria. Per fare un po’ di luce: la trafila legislativa ha preso il via con il D.Lgs. 192/2005; poi modificato
dal D.L. 112/2008; a sua volta reso operativo dal “Regolamento” previsto nel D.P.R. 59/2009; definitivamente attuato tramite le “Linee Guida” nazionali, contenute nel D.M. del 26 giugno 2009. Non bastasse questa corsa alle tappe, la normativa sulla Certificazione Energetica degli edifici prevede che le Regioni che scelgono di darsene una propria possano stabilire termini diversi per l’applicazione dell’obbligo di redazione dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE). Come dire: la libertà fa esplodere i comportamenti virtuosi, e spinge le Regioni a cercare la propria “via alla Certificazione Energetica”. Si è passati così dall’ACE in salsa lombarda a quella dal sapore emiliano, dalla certificazione toscana al retrogusto di autocertificazione alla più ampia “certificazione di sostenibilità ambientale” pensata dalla Puglia e dalle Marche. Chi più ne ha più ne metta. La ratio della norma è l’unico vero comun denominatore delle declinazioni locali del concetto di certificazione energetica; creare un sistema di rilevazione della “qualità energetica” degli edifici, di nuova costruzione ed esistenti, per fare chiarezza sulle caratteristiche energetiche dell’immobile da affittare o acquistare, è stato l’obiettivo di ogni buon legislatore regionale. Cosicché, si applica alla casa lo stesso meccanismo di classificazione già in uso nel campo degli elettrodomestici. Semplice da leggere; intuitivo da comprendere. Una casa di classe G, la più bassa, consumerà molta
casa e famiglia
2002/91/ce
È la Direttiva della Comunità Europea sul rendimento energetico in campo edilizio. Rende obbligatoria la predisposizione di una legislazione che
preveda “che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l'attestato di Certificazione Energetica venga messo a disposizione del proprietario o del futuro acquirente o locatario”.
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Sono gli anni di validità di un attestato di Certificazione Energetica. Viene rilasciato dopo una Diagnosi Energetica dell'immobile.
15 Kwh È il consumo energetico annuo per metro quadro, sufficiente a riscaldare un modello di casa passiva. Tutte le abitazioni possono essere classificate in base al loro coefficiente energetico
< 30 Kwh/mq annuo
ACE
31< x <50 Kwh/mq annuo 51< x <70 Kwh/mq annuo
Attestato di Certificazione Energetica. È un documento ufficiale, valido 10 anni, indispensabile per gli atti notarili di compravendita, per i contratti di locazione e per l'accesso alle detrazioni del 55% sul reddito IRPEF
71< x <90 Kwh/mq annuo 91< x <120 Kwh/mq annuo 121< x <160 Kwh/mq annuo > 160 Kwh/mq annuo
più energia di una casa di classe A+, l’optimum dal punto di vista del risparmio energetico. La scelta dell’immobile da abitare sarà guidata, oltre che dai soliti criteri di valutazione (metratura, ubicazione, vetustà, parametri estetici, spese condominiali, etc.), anche da considerazioni di carattere energetico. Che bolletta energetica dovrò pagare se prenderò in affitto quel vecchio appartamento in centro, di classe energetica G? E perché invece non scegliere quel nuovo immobile in periferia, simile al primo, ma di classe energetica A? Nel caso, tutti gli altri parametri risultassero paragonabili, un rendimento energetico migliore può spostare senza dubbio la scelta dell’inquilino. E il proprietario lo sa. Qualche centinaio di euro spesi oggi da parte sua per richiedere ad un professionista un’ACE sulla propria unità immobiliare potrebbero diventare un ottimo investimento, in vista di canoni di locazione o prezzi di compravendita maggiori, nelle trattative di domani. È questo il salto che la normativa permette di fare: non pre-
tende di convincere i cittadini dell’importanza del risparmio energetico in sé, bensì come fonte di ritorno economico personale. Detto altrimenti: se questi ragionamenti riuscissero a imporsi nella società, sempre più proprietari sarebbero spinti a prassi eco-compatibili. Da un lato chi dispone di immobili di buona qualità dal punto di vista energetico potrebbe trovare conveniente certificare questa virtù ecologica, e di conseguenza vedersi attribuire un controvalore economico più elevato. Dall’altro, i proprietari di immobili di scadente qualità energetica sarebbero spinti ad attivarsi (con interventi di ristrutturazione edilizia, coibentazione e simili) per rendere più appetibile e richiesto il proprio immobile, e strappare al mercato un valore economico superiore. Aspettare e sperare che i cittadini si sveglino una mattina tutti insieme di buonumore e decidano di mettere in pratica comportamenti eco-compatibili non è la strada più efficace per una buona politica ecologica nel tempo. Mettere in campo strumenti
che rendano vantaggioso, oltre che virtuoso, rispettare l’ambiente è invece la strada maestra per un futuro di vera ed efficace tutela ambientale. La certificazione energetica rappresenta un piccolo passo nella giusta direzione. Ecologia ed economia devono andare braccetto. Convenienza di tutti e convenienza di ciascuno devono incontrasi, affinché il futuro del pianeta ed il vivere quotidiano delle persone trovino il giusto equilibrio.
Ecologia ed economia devono andare a braccetto. Convenienza di tutti e di ciascuno devono incontrarsi
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Il pianeta è malato. Per arrestare gli stravolgimenti climatici a cui siamo sottoposti, dovremmo ridurre le emissioni globali di CO2 del 50% entro il 2050
Rivoluzione energetica testo di Giovanna Rossi illustrazioni di Elena La Rovere
Da un’economia energy-intensive ad un sistema di produzione energetico, pulito e decentralizzato. L’obiettivo? Salvare il pianeta per vivere meglio Quando si pensa alla rivoluzione industriale l’immaginario collettivo si divide sicuramente tra quelli che si figurano il grigio delle fabbriche che sommerge le grandi città dell’Ottocento e quelli che immediatamente sentono il brivido della velocità e vedono la magia della catena di montaggio. Dalle prime macchine a vapore, il progresso ha fatto parecchia strada, ma non sempre nella direzione giusta: se da una parte le nostre vite non sono paragonabili per comodità e benessere a quelle dei nostri antenati pre-industrializzati, dall’altra la tempera globale del pianeta è aumentata di 0,8 gradi centigradi con conseguenze che mettono a repentaglio la vita di tutti. I cambiamenti climatici sono dovuti prin-
cipalmente all’immissione di anidride carbonica e di altri gas serra. Che facciate parte degli ottimisti, che della produzione industriale percepiscono esclusivamente profitti e miglioramento del tenore di vita, o dei pessimisti, che avvertono solo rumori assordanti e aria irrespirabile, le condizioni del nostro pianeta riguardano tutti noi. Può sembrare strano, ma questa fotografia dai contorni apparentemente inquietanti, racchiude in sé una buona notizia: le tecnologie che abbiamo sono in grado di fermare il surriscaldamento del pianeta e di arginare gli effetti collaterali del progresso industriale. Per evitare che il clima vada del tutto fuori controllo, però, sarà indispensabile diminuire le emissioni
Le tecnologie che abbiamo possono fermare il surriscaldamento del pianeta e i danni del progresso industriale
analisi della situazione attuale Innalzamento della temperatura Sos pianeta terra. Se rischiamo di diventare una grande serra la colpa è solo nostra
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Emissione di CO2 dal petrolio Bisogna liberarsi dell’energia nera. Responsabile del 40% dell’inquinamento fossile
Emissione di CO2 dal carbone La combustione killer per il nostro pianeta. Diventerà il nuovo simbolo della catastrofe?
Emissione di CO2 da gas L’energia azzurra è la più ‘pulita’. Ma facciamo attenzione a non prenderci troppo la mano
casa e famiglia
greenpeace
È un’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista, i cui finanziamenti provengono esclusivamente da donatori e
associazioni no-profit. Nata nel 1971 a Vancouver, oggi è presente in 41 paesi differenti. Tra le azioni di protesta più celebri: la lotta
contro i cacciatori di balene, la sensibilizzazione per le questioni climatiche e la battaglia contro le scorie nucleari.
di CO2 del 50% entro il 2050, mantenendo l’innalzamento della temperatura sotto i 2 gradi. Per contenere i danni della rivoluzione industriale dobbiamo operare quindi una controrivoluzione: la rivoluzione energetica. Visto che tutti utilizziamo le fonti energetiche maggiormente responsabili dell’inquinamento, come il petrolio e il carbone, tutti noi possiamo fare qualcosa per migliorare le condizioni della terra. Spesso non servono gesti straordinari, ma semplici modifiche delle proprie abitudini. E, altra buona notizia, un consumo energetico intelligente è un’ottima forma di risparmio. Il nostro budget di CO2 procapite al fine di raggiungere l’obiettivo dell’ “equità climatica” non dovrebbe superare le 1,3 tonnellate. Per intenderci questa è la quantità che emette un SUV o una limousine per percorrere meno di 3.000 chilometri. Allo stesso modo un aereo che viaggia per 2.500 chilometri immette nell’aria 1,3 tonnellate per ogni passeggero. Se non sempre è possibile rinunciare all’aereo, forse possiamo pensare concretamente ai consumi dell’auto che acquistiamo e tenerli presente nella scelta. I prossimi 10 anni saranno fondamentali per invertire la tendenza ai consumi e sfruttare le fonti rinnovabili come l’energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e le biomasse. Le istituzioni pubbliche si stanno attrezzando per ripensare le costruzioni e gli interventi sul territorio, ma molte delle scelte primarie sono nelle mani di noi cittadini. Nelle nostre case, ad
Emissione di CO2 dalle foreste Proteggiamo l’Amazzonia se non vogliamo avere casa nello spazio. Il verde ci salverà!
Emissione di CO2 da zootecnia Animali sotto accusa, non crediamo sempre al detto ‘il benessere dell’aria aperta…’
Innalzamento dei mari Se non lo fermeremo, diventeremo tutti pesci o finiremo come Atlantide
Estinzione delle specie Mondo domani: affrettiamoci a cambiare testa o presto saliremo su un’altra arca di Noè
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punti percentuali
Di consumi energetici in meno. È il risultato del Rapporto Greenpeace Energy [R]evolution, per dimezzare entro il 2050 le emissioni di carbonio.
esempio, basterebbe seguire alcuni piccoli accorgimenti alla portata di tutti: per prima cosa sostituire le lampadine classiche con quelle a risparmio energetico fa risparmiare a noi e al pianeta fino all’80% di energia, per non parlare degli stand-by che possono arrivare a farci spendere inutilmente 130 euro all’anno. Ricordiamoci, inoltre, che i caricabatterie o i trasformatori consumano anche se non utilizzati. La strada verso la miglior efficienza degli immobili dovrà passare anche attraverso la progressiva sostituzione degli elettrodomestici e il miglior isolamento degli edifici, per giungere alla costruzione di interi complessi residenziali e quartieri autosufficienti dal punto di vista energetico, attraverso pannelli fotovoltaici o impianti geotermici. La lista delle buone abitudini ecologiche potrebbe continuare all’infinito, con la riduzione degli acquisti fuori stagione e l'aumento dell’acquisto di prodotti locali per diminuire l’impatto dei trasporti, la limitazione del consumo d’acqua, la raccolta differenziata dei rifiuti. Tra qualche decennio, quelle che oggi rischiano di sembrare manie anticonformiste faranno parte della vita quotidiana di ciascuno di noi, così come gli impianti eolici o fotovoltaici faranno presto da sfondo ai nostri paesaggi, come già accade in tanti stati europei. Appurato che abbiamo tutte le carte in regola per salvare il nostro pianeta, possiamo solo farci un augurio: che la rivoluzione abbia inizio!
47% Tra qualche decennio, quelle che oggi rischiano di sembrare manie anticonformiste faranno parte della vita quotidiana di ciascuno di noi
azioni rivoluzionarie Spegni la luce Apparecchi elettronici e luminosi spenti riducono i consumi dell’80%
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Fai una doccia veloce La gestione razionale delle risorse è una buona fonte di risparmio
Punta alle novità Gli elettrodomestici certificati A sono i migliori amici dell’ambiente
Tieni calda la casa L’isolamento termico dimezza le spese di riscaldamento e aumenta il tepore casalingo
casa e famiglia
45,5
Miliardi di tonnellate di CO2. È questa la stima relativa alle emissioni di gas serra, per il 2050, fatta dall’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia), che attesta
un raddoppio della domanda globale di energia, con conseguente utilizzo in dosi maggiori di combustibili fossili: carbone, petrolio e gas naturale.
futu[r]e investement È il documento, redatto da Greenpeace, che raccoglie un’analisi globale dei costi necessari per avviare la cosiddetta rivoluzione energetica, che potrebbe salvare la terra minacciata dai cambiamenti climatici. Il rapporto confronta gli investimenti necessari per supportare lo sviluppo delle fonti rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, geotermico e biomasse) con i risparmi economici derivanti dal progressivo abbandono delle fonti fossili e del nucleare. L’obiettivo di base è quello di dimezzare le emissioni di gas serra entro l’anno 2030.
totale dei nuovi investimenti in tecnologia dal 2004 al 2030 con l'attuale metodo di sfruttamento delle risorse
Pensa al sole L’energia della natura è sana, ce n’è in abbondanza e non costa nulla. Perché non approfittarne?
Mangia sano Preferibilmente prodotti di stagione e a chilometro zero. Anche il gusto ci guadagna
Viaggia meglio In modo sostenibile ed intelligente, perché il futuro del pianeta è nelle tue gambe
fonti rinnovabili centrali elettriche centrali solari termiche eolico centrali a biomasse centrali geotermiche energia idroelettrica centrali elettriche marine
2.874 98 16 447 111 194 2.001 8
totale dei nuovi investimenti in tecnologia dal 2004 al 2030 con il metodo futu[R]e investment fonti rinnovabili centrali elettriche centrali solari termiche eolico centrali a biomasse centrali geotermiche energia idroelettrica centrali elettriche marine
5.693 1.062 502 1.865 109 217 1.939 72
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Il paradigma della città è cambiato. Il concetto di ecometropoli, tanto caro agli architetti, si sta facendo largo nella coscienza collettiva
Eco-veggenti testo di Tommaso Delmastro illustrazioni di Seltz
Quando gli architetti ci vedono giusto Flashback. Luglio 2008. Si chiudevano i lavori del XXIII Congresso Mondiale degli Architetti UIA. Transmitting Architecture. Questo il titolo dichiarativo dell'edizione italiana: archistar a casa e avanti con pianificatori e urbanisti che, per quattro giorni, si sono interrogati su come trasmettere (e realizzare) il sogno di una città sostenibile. Ed ecco il manifesto. Ogni edizione ne ha uno. Il titolo suonava così: dalla crisi delle megacity e degli ecosistemi verso ecometropoli e l'era post-consumista. Poi continuava più o meno in questo modo, dicendo che i 250 anni della rivoluzione industriale sono stati dominati per i quattro quinti dal paradigma meccanicista e dal mito dello “sviluppo illimitato” che hanno prodotto insieme all’affluent society, patologie oggi incontrollabili. Sottolineava poi come nell’ultima fase post-industriale, si fosse aperta una nuova prospettiva: quella del paradigma ecologico consapevole, della realtà dei “limiti dello sviluppo” orientato verso un’era post-consumista, una nuova frontiera ecometropolitana e un’architettura in grado di vivere in simbiosi con la Natura. Si parlava di disinnesco della bomba demografica, integrazione di reti virtuali con reti infrastrutturali reali, di 28
tutela del patrimonio storico e degli abitanti dei siti antropizzati e delle comunità tardo-antiche, di civiltà del riciclaggio e della rifondazione del modello di sviluppo come sintesi di economia e ecologia attraverso città a impatto zero grazie alle energie rinnovabili. Qualcuno sorrise. Vedeva nel resoconto del Congresso una sorta di melenso rigurgito socialista fuori tempo massimo. Una visione naïf di un mondo che non poteva esistere se non nella mente di un ragazzo, che però ragazzo lo era stato negli anni Sessanta. Buonista e bacchettone. Era il 2008, e la sensibilità collettiva relegava le questioni ‘eco’ a intrattenimento da periodico per signore, prima dell’oroscopo. Flashforward. 2010. Play. A rileggere oggi il manifesto dell'UIA di Torino, a soli due anni di distanza, non c’è proprio più niente da ridere. Suona tutto tristemente attuale. Sarà che questi architetti, magari, un po’ di ragione ce l'avevano. Ventiquattro mesi. Cos’è successo? La crisi, Obama, la Grecia. Il mondo è cambiato. Ancora una volta, come all’alba del 12 settembre, quando ancora non avevamo capito che davvero esiste una rete di relazioni così fitta, e che tutti siamo costretti ad interessarci dei problemi di tutti.
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Bomba demografica Quel fastidioso ticchettio che pende sul pianeta La popolazione mondiale sta attualmente crescendo di più di 80 milioni di persone all'anno. In 20 anni, la popolazione globale potrebbe superare gli 8,5 miliardi. Sia l’indice di crescita che il totale delle persone viventi sul pianeta rappresentano un fatto senza precedenti nella storia dell'umanità. Tutto ciò sta seriamente compromettendo l’ambiente in cui viviamo e la qualità della nostra vita in maniera inimmaginabile. Come evidenzia Robert McNamara, ex Presidente della World Bank, se si eccettua la guerra nucleare, è la crescita della popolazione il più grave problema che il mondo ha di fronte. Se non si agisce, il problema verrà risolto dalla carestia, dalle sommosse, dalle insurrezioni e dalla guerra.
citta` e futuro
“a” come cittÀ
Il logo del XXIII Congresso Mondiale UIA è stato ideato dal noto designer di fama internazionale Bob Noorda, recentemente scomparso. La lettera A come sintesi della
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Economia ecologica Mai sottovalutare la ricchezza della terra Secondo l’economia classica, una crescita economica infinita è sia possibile che desiderabile. Questo ‘dogma’, però, è in disaccordo con tutto ciò che le scienze naturali affermano a proposito del nostro pianeta, ed ignora totalmente il contributo del capitale naturale, come: regolazioni climatiche, riciclo dell'acqua e assorbimento dei rifiuti nella formazione della ricchezza. Quando l’espansione dell’economia ha un impatto eccessivo sull’ecosistema, si inizia a sacrificare il capitale naturale (fauna, minerali, combustibili fossili) che è più importante del capitale umano (strade, fabbriche...). A questo punto si ha una crescita diseconomica, che produce ‘mali’ più rapidamente che ‘beni’, rendendoci più poveri e non più ricchi. Una volta oltrepassato il punto ottimale, la crescita diventa insostenibile.
parola Architettura, ripetuta “n” volte per creare un effetto visivo ambivalente: il senso della trasmissione (Transmitting Architecture era il tema del Congresso), e l’immagine di uno scorcio di città.
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Divario digitale La battaglia contro gli ‘info-poveri’
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Patrimonio storico Global e glocal per l’identità territoriale Utilizzare al meglio le energie e le esperienze acquisite nel campo della ricerca scientifica e delle attività socio-culturali, stimolare e attivare la partecipazione allo studio e alla valorizzazione dei beni culturali storici territoriali, cercando di
Il digital divide, che indica il gap fra chi è in grado di usare i nuovi strumenti informatici e di comunicazione e chi invece no, rischia di aumentare se guidato esclusivamente dalle logiche interne allo sviluppo tecnologico ed economico. Istruzione e formazione, unite a politiche internazionali per l'alfabetizzazione informatica, rappresentano una delle linee guida dell'Unione Europea per promuovere la società dell’informazione e la diffusione della cultura digitale. Ridurre il più possibile il divario tra ‘info-poveri’
e ‘info-ricchi’ è fondamentale non solo a scala macro, tra Nord e Sud del mondo, ma anche ad una scala micro, all’interno delle stesse società industrializzate. Oggi più che mai, infatti, l’accesso alle informazioni rappresenta una condizione necessaria allo sviluppo economico e sociale. Occorre integrare le tradizionali reti infrastrutturali con le nuove reti “virtuali” per incrementare la formazione di una coscienza collettiva matura e solida, che agevoli la circolazione di idee, persone, merci e opportunità.
instaurare un dialogo aperto tra comunità scientifica, istituzioni e cittadini. Per promuovere non solo il turismo, ma anche tutte quelle attività produttive locali che trovano nell’appartenenza al territorio la loro specificità, in grado di collocarle sul mercato già globale e ora sempre più glocale. Paradossalmente proprio la globalizzazione e l’avvento dell’era informatica, infatti, possono restituire quelle possibilità e quegli spazi inizialmente sottratti alle piccole specificità territoriali: introdurre realtà locali sul mercato globale, salvaguardando un patrimonio di storia, cultura e tradizioni che può diventare, oltre che una grande risorsa culturale, anche un’importante possibilità economica di sviluppo.
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Una nuova prospettiva: un’architettura in grado di vivere in simbiosi con la Natura
Energie rinnovabili Modelli di vita a impatto zero Ogni attività umana emette anidride carbonica. Un italiano ne produce in media 21 kg al giorno. Meno di un americano, molti più di un africano. In ogni caso troppi. Il pianeta non può più reggere il nostro peso. In tutto il mondo si moltiplicano le iniziative a favore del cosiddetto impatto zero, cioè per un modello di vita che punta ad azzerare le emissioni di CO2 , ripensando le città. Oggi la maggioranza della popolazione mondiale vive al loro interno. Nel 1800 era appena il 2%. Nel 2050 sarà quasi il 70%. L'edilizia da sola è responsabile di circa il 40% delle emissioni. È così che in molte nazioni si stanno diffondendo a macchia d’olio i quartieri 'ecologicallycorrect’. La parola d’ordine è ‘compensare’: con zone verdi ed energie rinnovabili.
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Ettari di territorio, suddiviso tra boschivo, agricolo e residenziale, per una delle comunità più grandi al mondo. Damanhur include circa 1000 persone in tutta l’area
del canavese, 600 delle quali residenti in gruppi da circa 20/25 persone, all’interno della comunità, diffusa a macchia di leopardo sul territorio.
La città del sole testo di Carlotta Petracci illustrazioni di Elena La Rovere
Immersa tra le colline della Technocity, c’è chi dice che sarà la città santa del futuro. Un esperimento di ‘Tecnarcato’ premoderno che ci salverà dai mali del mondo Non è un colle ma una valle, ad ospitare quella che Tommaso Campanella, storicamente e filosoficamente lontano, avrebbe definito la “Città del Sole”. Un modello ideale di società in cui sarebbero confluite tutte le arti, i saperi e gli inventori, delle diverse regioni del mondo. E non è neppure il mito divenuto realtà di Arcosanti, la città fondata nel deserto dell’Arizona, dall’urbanista Paolo Soleri, che tra eccentrica sperimentazione architettonica e verve ecologista è divenuta il simbolo di un futuro sostenibile. Quella che si trova nel triangolo, definito Technocity, tra Torino, Ivrea e Novara è un’altra storia ancora, quella di una comunità fondata sulla gioia, la magia e il reincanto nei confronti della Natura. All’interno del circuito New Age la chiamano Damanhur, la “Città della Luce”, nata negli anni Settanta come piccolo nucleo ‘esoterico’ intorno alla figura di Oberto Airaudi, e poi divenuta una delle più grandi eco-società esistenti al mondo. Ma Damanhur non è una realtà compatta,
Arcosanti L’umanità futura nel deserto dell’Arizona La sua costruzione fu annunciata dall’architetto torinese Paolo Soleri nel 1965 su “L'Architecture d'Aujourd'hui”. La città, che doveva promuovere una visione arcologica (ossia archeologico-
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è piuttosto una città articolata e varia, che vede disseminati a macchia di leopardo in tutto il Canavese nuclei familiari di oltre seicento persone, in cinquecento ettari di territorio quasi interamente spopolato, per un totale di mille cittadini con diversi livelli di affiliazione. Sulla sua esistenza molte leggende sono state raccontate. Avvolta da sempre nel mistero, dovuto al disvelamento postumo (per l’esattezza sedici anni più tardi) dei suoi Templi scavati nelle rocce, e ricchi di simbolismi provenienti da diverse culture, per i cittadini che la abitano e che quotidianamente contribusicono a costruirla, impegnandosi in arti e mestieri tra i più diversi, Damanhur è il sogno di una società futura, in cui uomini, cose e Natura vivono immersi in una dimensione di sacralità ritrovata. Formica Coriandolo, il nostro Cicerone, ne ha parlato così: “Noi pensiamo che l’ecosistema sia qualcosa che va al di là della dimensione puramente materiale. Instaurare un dialogo con ciò che ci circonda non significa però vivere
ecologica) dell’urbanistica, fu effettivamente realizzata tra il ‘70 e il ‘72 in pieno deserto dell’Arizona, lungo l’autostrada che collega Phoenix al Grand Canyon. Oggi, in quel 5% costruito rispetto al progetto originario, vi risiedono 100 persone, per un totale di 50.000 visitatori l’anno. Pensata a
di sola spiritualità. Autodefinirsi un’ecosocietà significa al contrario scegliere di vivere secondo principi di armonia, e metterli in pratica concretamente, giorno dopo giorno. Quando più di trent’anni fa sono entrata a Damanhur non ho mai pensato ad una fuga dal mondo.
Abbiamo scelto di vivere e praticare l’armonia Ad attirarmi era stata la sua laboriosità”. E ancora: “La scelta di fondare la comunità proprio in questo luogo non è affatto casuale. Questo territorio si trova all’incrocio di quelle che noi chiamamo linee sicroniche, un reticolo energetico che avvolge l’intero pianeta, in grado di trasportare una
partire da una visione “frugale” dell’esistenza, Arcosanti è il mito di una società futura, fondata sul lavoro e sul principio, molto moderno, del “fare di più con meno”. Meno risorse energetiche, meno inquinamento, meno spreco di spazio e di materiali, dall’architettura alla vita quotidiana.
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sei
Mesi di prova per verificare la motivazione che spinge a voler diventare cittadino damanhuriano, e per sperimentare la vita comunitaria.
Alla fine dei quali, un esame sulla vita e la storia di Damanhur consentirà l’accesso definitivo e il riconoscimento mediante nome di animale.
a lato e nel tondo: due sale dei Templi dell’Umanità, costruiti dalla comunità damanhuriana nel cuore delle rocce della Valchiusella, e anche definiti l’ottava meraviglia del mondo immagini della pagina: cortesia ufficio stampa Damanhur
gran varietà di sogni e idee”. Circa dieci anni prima dell’esperimento damanhuriano fu infatti l’industria ‘reggente’ di Ivrea, l’Olivetti, a commissionare, poco distante dalla Valchiusella, un progetto di ‘ecocittà’, chiamato Talponia. Un complesso residenziale per i dipendenti che avrebbe dovuto coniugare, per la prima volta, in maniera equilibrata natura e artificio. Talponia certamente non fu un modello societario ideale (nè reale), fu piuttosto l’immagine di un futuro possibile, all’interno di un distretto produttivo che per molti aspetti rappresentò un vero e proprio cantiere della modernità. Diversamente, il micro-cosmo damanhuriano, con le sue “case e villaggi armoniosamente costruiti nel verde”, il suo “utilizzo ragionato di ciò che la tecnologia ha prodotto”, il suo “sfruttamento e sviluppo di energie dolci” e la sua “comunicazione attraverso sistemi di telematica, efficienti e puliti” (Delfino Mogano, Qui Damanhur, 28 agosto 1994, p.21), rappresenta uno dei più compiuti sistemi comunitari a basso impatto ambientale, costruito sulla consapevolezza dell’uomo come parte del tutto, in costante dialogo con le creature del pianeta. Una sorta di Auroville nostrana, che in quelle rocce che un tempo erano miniere, ha scavato una ‘città’ ipogea, celebrando il presente, il passato e il futuro dell’Umanità.
Auroville L’esperimento indiano della città dell’Aurora “Dovrebbe esserci in qualche angolo della Terra un luogo in cui nessuna nazione abbia il diritto di dire: ‘È mio’, un luogo dove ogni uomo […] possa liberamente vivere come cittadino del mondo obbedendo
ad una sola autorità, quella della Verità Suprema. Un luogo dove i bisogni dello spirito e la ricerca del progresso prevalgano sul soddisfacimento dei desideri e delle passioni, sulla ricerca del piacere e del godimento materiale”. Questa è Auroville, città sperimentale fondata nel 1968 in India, da Mirra Alfassa,
chiamata “la Madre”. Disegnata dall’architetto Roger Anger e famosa per la sua inconsueta forma di galassia, Auroville è uno degli esperimenti meglio riusciti di ‘città universale’: una città dove uomini e donne di ogni nazione, credo e orientamento politico vivono in pace e armonia.
Carne per tutti senza uccidere gli animali Esiti positivi per i prodotti di laboratorio All’interno del laboratorio di biologia molecolare della comunità si sta sperimentando la produzione ‘artificiale’ di carne. Facendo ricorso a cellule vive, nutrite fisiologicamente, in modo che possano riprodursi, a Damanhur si è trovata la soluzione per ottenere ottima carne, senza il bisogno di uccidere gli animali, con le stesse proprietà energetiche, caloriche e nutrizionali di quella che comunemente consumiamo. La carne di laboratorio non ha però l’aspetto di una bistecca, bensì di un gustoso e morbido macinato.
In concerto con le piante Società moderna, suoni perduti e ritrovati Nelle nostre giungle urbane siamo comunemente abituati a molti rumori: sonorità artificiali, spesso stridenti, quelle stesse che appena un secolo fa, per i futuristi, rappresentavano l’avanzata della modernità. Nella valle di Damanhur invece il tempo si ferma e inverte il suo segno, portando con sé la voce del mondo naturale. Qui, sofisticate strumentazioni elettroniche sono state messe a punto per registrare ogni minimo suono emesso dalle piante, che possono anche essere orchestrate, come in un vero e proprio concerto. Ascoltare per credere, la magia di questa musica ha rapito anche Sting!
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citta` e futuro
il gioco della vita
Pianta, animale o spirito del bosco? Se i Romani credevano che nel nome della persona fosse indicato il suo destino, a Damanhur il percorso di
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Formica Coriandolo Il Cicerone della comunità “Amo definire Damanhur come una comunità di individualisti – scherza Formica – ciò che conta non è l’omologazione, ma l’unicità e la diversità dell’individuo, pur mantenendo ideali e sogni comunitari.” Di sicuro l’ingresso in comunità non è un passo facile né da compiere in maniera affrettata: solo dopo un periodo di frequentazione avviene il ‘battesimo’ comunitario, e si è considerati veri cittadini. Il percorso di crescita spirituale dell’individuo prevede anche una parte più individuale. Questo percorso di auto-analisi, definito Tecnarcato, punta a mettere in luce i pregi e a smussare i difetti, attraverso lo scambio, l’introspezione e l’applicazione di una disciplina individuale a scelta. Si cambia per migliorare sè stessi e di conseguenza anche la comunità.
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Marlin Biancospino Il promotore della bioedilizia
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attribuzione dei nomi è fondamentale. Per entrare nella comunità bisogna acquisire un nuovo nome, unendo quello di un animale e di un vegetale. Portare il nome di un animale, infatti,
significa svilupparne il potenziale, così si ragiona per compensazione o per affinità. I nuovi arrivati devono convincere la comunità della loro scelta, rischiando i cosiddetti ‘appioppi’.
Se a Damanhur il rispetto per l’ambiente e le forme di vita è una parola chiave, di conseguenza è necessario prendersi la responsabilità per ogni boccone di carne che si mangia. Come? Allevando i capi di bestiame. Per questo motivo è nato l’allevamento Prima Stalla. La diversità sta nell’approccio: le mucche non hanno costrizioni, le porte della stalla sono aperte e permettono loro di muoversi, quasi a ricreare la naturalità della condizione originaria. Ma non si tratta solo di una questione etica:
dotata di pannelli fotovoltaici e pozzo, è indipendente dal punto di vista elettrico e idrico. Il foraggio è autoprodotto nei terreni limitrofi, e dagli scarti si ricava la paglia per gli animali. Tutto è certificato biologicamente: aboliti l’uso di pesticidi, prodotti di sintesi e quant’altro, i 60 ettari di proprietà sono una vera e propria officina biologica, “il nostro obiettivo è quello di ricreare una filiera produttiva a 360 gradi, come quelle dei nostri nonni, ma su scale produttive molto più ampie, tarate per la comunità”.
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“Ho conosciuto Damanhur appena diciottenne, frequentadovi un corso estivo. Dopodiché sono ritornato in Sicilia, la mia terra. L’esperienza vissuta lì, seppur breve, mi aveva profondamente segnato. Così quando, dopo tre
anni, un’opportunità lavorativa mi ha trasferito ad Agrate, ho visto nuovamente la possibilità di avvicinarmi a Damanhur. Il segno, che mi ha dato la conferma della scelta che stavo per compiere, è stata la nuvola a forma di falco che volava leggera sulla mia testa e che mi ha accompagnato durante tutto il viaggio. Ora vivo a Damanhur da più di 15 anni, nella comunità di Dendera. Lavoro nella Solerà, azienda nata dall’esperienza damanhuriana nel campo delle energie rinnovabili, occupandomi dell’installazioni di pannelli fotovoltaici a livello oramai nazionale. Nel tempo libero tengo corsi di teatro per dilettanti. Siamo lavoratori instancabili, lo riconosco, ma due mezze giornate a settimana vengono sempre dedicate alla comunità e alla famiglia.”
Ciò che differenzia Damanhur dalle altre comunità, è la capacità di aver sviluppato un sistema di vita a 360 gradi, nel rispetto della natura e di ogni suo prodotto. Quest’attenzione non viene a mancare nemmeno quando si affronta l’argomento dell’edilizia. L’azienda di Marlin nasce 15 anni fa, mettendo in pratica l’esperienza maturata sulle case damanhuriane. “Il personale viene formato sul cantiere: l’obbiettivo è fondere le tecniche di costruzione antiche con tecnologie moderne, ed i materiali utilizzati sono tutti
naturali per caricare positivamente l’edificio e creare ambienti naturalmente sani per chi ci abita e per il pianeta.” Seguendo questo dettame, il cemento è usato solo nelle fondamenta, dove l’uomo non può entrarci in contatto diretto, mentre il resto dell’edificio è costruito secondo criteri di risparmio energico, avvalendosi della collaborazione di partner damanhuriani specializzati in diversi settori, dalla Solerà, nel campo del rinnovabile, allo studio di architettura, che gestisce la parte progettuale.
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Sciacallo Grano Il ‘papà’ di Prima Stalla
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Zebù L’energia di Solerà
Silfi Segale Una ‘grande mamma’ per tutti La cascina della comunità sorge al centro di un ampio terreno, acquistato appena tre anni fa con i fondi comunitari. Nelle tre serre principali si coltiva qualsiasi tipo di ortaggio e anche qualche frutto, “lo scopo è di arrivare a coprire il fabbisogno di tutti gli abitanti -ci racconta Silfi- anche se lo sviluppo di un terreno agricolo è un processo che richiede molto tempo e pazienza”. Il vecchio cascinale è stato ristrutturato ed ampliato, sempre nel rispetto dei canoni della bioedilizia, arrivando a vincere l’etichetta di ‘green home’ rilasciata dalla FEE, importante organizzazione per l’educazione ambientale. Le porte della cascina si aprono ogni week end per trasformarla in un casereccio, ed alquanto rinomato, ristorante a chilometro zero: la Cacioteca.
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medio oriente
È una delle regioni più ambite dalla geopolitica mondiale, sin dall’antichità. Collegando tre dei cinque continenti – Europa, Asia, Africa – si situa
geograficamente in un crocevia di grande rilievo strategico, occupando allo stesso tempo un territorio molto ricco di risorse energetiche e
culturalmente controverso, avendo dato alla luce le tre grandi religioni monoteiste della storia umana: giudaismo, cristianesimo, islam.
Sultanato globale testo di Carlotta Petracci
Oro bianco, oro nero. A chi Dio ha dato il governo del petrolio? Tra soldi e santità le riserve finiranno. Il futuro sarà verde! Ma dopo cinquant’anni di trivelle e pipelines che fine ha fatto il moderno Califfato? Mentre Barack Obama, il ‘presidente verde’, il democratico, lo stratega, il nuovo uomo ad un anno di distanza si confronta con la mala sorte nell’Atlantico, dopo aver appoggiato il repubblicanissimo “Drill baby, Drill” (per chi non lo sapesse lo slogan con cui i Repubblicani alle elezioni del 2008 esortavano a sfruttare le riserve petrolifere nell’Atlantico per allentare la dipendenza dal Medio Oriente), in nome delle riforma energetica ed ecologica, noi scopriamo in un divertente libretto d’oltreoceano che il verde è un colore col turbante! Mentre cerchiamo, a colpi di memoria, di ricordare le ‘bizzarre’, e alquanto tragiche, teorie di Osama sul “Califfato Globale”, che avrebbero dovuto riportare, in forma più che ‘allegorica’, il controllo del petrolio alla penisola arabica, Micheal Pastoureau ci svela che la culla del verde naturale non è altro che l’Islam primitivo. Da Maometto, che usava comparire in pubblico rigorosamente con turbante e bandiera verdi, alle oasi simbolo di pace paradisiaca, l’Occidente ecologista s’è preso un bell’abbaglio quando, consciamente o inconsapevolmente, ha deciso di fare suo il colore del nemico, nella lotta, guarda caso, contro l’oro nero. Ma il verde si sa, non è un colore onesto, è instabile, furfante, è il re delle banconote, e ben si adatta a raccontare 34
la storia di questa nostra epoca inquieta. Le lobby di potere oggi sono verdi e le riserve del pianeta stanno per finire. O almeno, in teoria. Perché le previsioni dell’American Scientist di vent’anni fa e dei seguaci del Pick Oil, nel 2010 non si sono affatto verificate. Diciamo piuttosto che il 2008 e non l’anno corrente ha visto in atto una gigantesca bolla speculativa, con un vertiginoso aumento del prezzo del greggio, rapidamente rientrato grazie alla recessione finanziaria dei subprime.
Il petrolio a basso costo ha rappresentato per cinquant’anni il pilastro dell’american way of life I più pessimisti allora hanno spostato di un altro quindicennio la soglia della fine, mettendo il Medio Oriente, e in primo luogo l’Arabia Saudita, principale produttore del pianeta, sotto assedio mediatico per dar prova dei propri gia-
cimenti. Per la Nuova Roma, ossia per gli Stati Uniti, principale consumatore, importatore e operatore del mercato, il petrolio a basso costo ha, infatti, rappresentato per più di cinquant’anni il pilastro dell’american way of life. Ma come ricorda il ministro saudita AlNaimi, ormai diverso tempo fa, Allah ha dato il petrolio agli arabi, e non agli americani né agli europei. Ed è proprio dietro a questa affermazione che si sviluppa quell’intrigo di interessi economici e di poteri geopolitici, che con la guerra irachena pretendevano, da una parte e dall’altra, una rivoluzione degli assetti. Il governo globale degli idrocaburi del resto è una storia antica, che risale ai tempi delle Sette Sorelle, le sette principali compagnie petrolifere mondiali di matrice prevalentemente angloamericana (Standard Oil of New Jersey, diventata poi Esso, Exxon e ExxonMobil; Royal Dutch Shell; Anglo-Persian Oil Company, poi British Petroleum, BP; Standard Oil of New York, divenuta Mobil e successivamente ExxonMobil; Texaco, Standard Oil of California e Gulf Oil, poi confluite nella ChevronTexaco) che già nei primi anni Quaranta esercitavano un’enorme influenza sui grandi produttori arabi e iraniani, funzionando esattamente come le Compagnie delle Indie del XVII secolo, con il loro monopolio commerciale nelle colonie
abitare globale
pick oil
Secondo la cosiddetta teoria del Picco del Petrolio a causa della finitezza geologica di questo idrocarburo, una volta raggiunto il punto di produzione
massima, le riserve si estingueranni. Annunciando, la fine dell’era del petrolio e l’inizio di una catastrofe economica, dovuta all’aumento deregolamentato dei prezzi del greggio.
opec
a lato da sinistra a destra: l’Emiro del Qatar, il vice Primo Ministro dell’Oman, l’Emiro del Kuwait, il sesto Re dell’Arabia Saudita, il Re del Bahrain e il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, mentre posano per una foto di gruppo all’inizio del Consiglio di Cooperazione del Golfo in Kuwait il 14 dicembre del 2009. (tutte le foto: Yasser Al-Zayyat/ AFP/Getty Images)
L’emiro del Qatar, il vice primo ministro dell’Oman e l’emiro del Kuwait (sopra). Il Presidente degli Emirati Arabi Uniti a fianco al re del Bahrain, al loro arrivo al CCG del 2009 (sotto) illustrazioni pag. 35-36: Elena La Rovere
asiatiche. Se l’imperialismo quindi è sempre stato alla base della globalizzazione dei mercati, rimane da capire se quello degli idrocaburi abbia esportato, oltre che privilegi, anche diritti. S’innesta qui, nell’appiattimento del discorso dell’oro nero, e nella sua coincidenza con l’oro santo, la questione religiosa sollevata dal “Califfato Globale”; dalla volontà di far rientrare nel gotha del petrolio tutto il Medio Oriente, sottraendo agli Stati Uniti la loro posizione di forza, e all’Arabia Saudita (o più in
generale alle monarchie del petrolio), con la sua leadership dichiarata ancora oggi all’interno dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio), la possibilità di operare seguendo direttrici filo-americane. Un punto che però di rado è stato toccato, è la coincidenza degli interessi americani con quelli europei. Il fatto che dal Golfo Persico il petrolio continui a scorrere copioso, a basso prezzo e verso il nord-ovest del pianeta è, infatti, una questione che ci riguarda da vicino. Non solo per la difficoltà dell’Europa ad affrontare soluzioni comuni in materia di idrocarburi ed energia, ma anche per via della crescita spropositata dei consumi di Cina e India, che potrebbe aprire a risvolti fino ad oggi non considerati. Alla domanda se sia giunto il tempo di convertire la politica energetica mondiale prima che sia troppo tardi, rispondiamo con due accenni provenienti nuovamente da parti opposte del pianeta: da un lato Obama ha dichiarato pubblicamente che entro il 2011 l’Iraq tornerà agli iracheni, e dall’altro, nel Golfo già si parla di economie post-petrolio (turismo, finanza, infrastrutture, beni di consumo) con i vertici del Gulf Cooperation Council (GCC), che vedono in primo piano, ancora una volta, l’Arabia Saudita. Cambierà qualcosa? Noi abbiamo avvertito: l’epoca del verde sarà sempre fatta di acque torbide.
Acronimo di Organization of the Petroleum Exporting Countries. Fondata nel 1960, è oggi un’organizzazione internazionale che raggruppa i principali stati esportatori di petrolio nel mondo. Ne fanno parte: Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Venezuela, Qatar, Indonesia, Libia, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Nigeria. Insieme coprono circa il 40% della produzione petrolifera mondiale. Nel loro sottosuolo è inoltre racchiuso quasi l’80% delle riserve di petrolio planetarie, un quarto lo detiene la sola Arabia Saudita. Obiettivo dell’OPEC è la stabilità del mercato del petrolio, attraverso una regolazione dei livelli di produzione dei Paesi membri che aiuti a mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta.
consiglio di cooperazione del golfo Organizzazione internazionale regionale che riunisce sei stati arabi del Golfo Persico. Creata nel 1981, su impulso dell’Arabia Saudita e sotto la pressione degli Stati Uniti, ha scopi essenzialmente economici e sociali. Il Consiglio comprende gli stati del Golfo di Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Questi sono spesso chiamati Paesi della Cooperazione del Golfo. L’organizzazione ha per scopo l’instaurazione nel Golfo di un mercato comune, varato ufficialmente il 1 gennaio 2008.
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abitare globale
petroline
Una delle principali pipelines dell’Arabia Saudita dedicata al trasporto del greggio. Gestita dall’Aramco dal 1984, viene impiegata per trasferire il petrolio
“Arabian Light” ed “Estra Light” dalle raffinerie di Abqaiq verso le strutture portuali dello Yanbu, sul Mar Rosso, da cui salpano le navi dirette in Europa.
Oro nero: le riserve del pianeta elenco dei primi 20 Paesi per riserve certe di petrolio all’anno 2006. Nell’elenco non figura il resto del mondo che detiene il 6,2% delle risorse mondiali
arabia saudita 21,9% 11,4% iran 9,5% iraq 8,4% kuwait emirati arabi uniti 8,1%
2,5% 6,6% venezuela russia libia kazakistan nigeria
6,6% 6,6% 3,5% 3,3% 3,0%
usa canada cina qatar messico
confronto tra i milioni di barili di petrolio estratti con quelli bruciati, nell’arco di un anno nel mondo. Dati riferiti al 2006
30.557
29.807
drill baby, drill!
6,6% 1,3% 21%
2,5% 1,4% 1,3% 1,3% 1,1%
79%
algeria brasile angola norvegia azerbaijan
1,0% 1,0% 0,7% 0,7% 0,6%
previsione della percentuale della richiesta di petrolio del mondo asiatico nel 2030
Fu lo slogan repubblicano alle elezioni 2008. Un appello allo sfruttamento del petrolio e del gas delle profondità marine dell’Atlantico. Fatto proprio, di recente, dal presidente democratico in carica, Barack Obama, ha portato alla riapertura dei giacimenti atlantici offshore, dal Delaware alla Florida del Sud. Un’abile mossa bipartisan da parte di Obama, che ha cercato in questo modo di accaparrarsi il favore della lobby petrolifera e dei suoi clienti repubblicani al Congresso, temendo da parte loro il boicottaggio delle due riforme che gli stavano più a cuore, quella energetica e quella ecologica.
resto del mondo
principali paesi consumatori
50%
usa 24,1% cina 9%
8,4% usa
4,5% cina
russia 3,3%
12% russia
arabia canada saudita brasile 2,5% 2,4% 2,4%
2,2% 3,9% brasile canada 13,3% arabia saudita
principali paesi produttori [fonte : BP Statistical Review of World Energy - June 2007] 36
messico iran 2,2% 2%
4,5% 4,5% messico iran
regno unito 2,1%
economia di rendita
4,5% regno unito
44,7% resto del mondo
È il più classico fenomeno indotto dallo sviluppo della ricchezza petrolifera; un’economia basata esclusivamente sul commercio di materie prime e introiti delle esportazioni energetiche. Questa direzione di sviluppo intrapresa dal Medio Oriente, lo distanzia significativamente dai paesi del Sud-Est asiatico, che, privi di materie prime di base, sono stati costretti ad entrare nel mondo moderno seguendo il modello industriale giapponese.
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ambiente
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partner Solo Affitti
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Planisfero nucleare
SVEZIA 9399 0 0 0
REGNO UNITO 11035 0 6600 8600
di Undesign
BELARUS 0 0 2000 LITUANIA 2000 0 0 0 3400
CANADA 12679 1500 4400 3800 OLANDA 485 0 0 BELGIO 1000 5943 0 0 0 FRANCIA 63236 1630 1630 1630
GERMANIA 20339 0 0 0
POLONIA 0 0 6000 0
SLOVACCHIA 1760 840 0 1200
REPUBBLICA CECA 3686 0 0 3400
UNGHERIA 1880 0 0 2000
SLOVENIA 696 0 0 1000
SPAGNA 7448 0 0 0
USA 101119 1180 11800 33000
SVIZZERA 3252 0 0 4000
MESSICO 1310 0 0 2000
ITALIA 0 0 0 17000
ROMANIA 1310 0 BULGARIA 1310 1906 655 0 1900 0
EGITTO 0 0 ISRAELE 1000 0 1000 0 0 1200 GIORDANIA 0 0 1000 0
BRASILE 1901 0 1245 4000
UAE 0 0 5600 14400 ARGENTINA 935 692 767 740
2030: waiting for warning. A braccetto tra vent’anni Cina, Italia e Terzo Mondo. Mentre l’Ovest abbandona il nucleare, i ritardatari sono in corsa. Troppo bello il triplo triangolo che pulsa… 38
SUD AFRICA 1842 0 3565 4000
abitare globale
Topografia della produzione energetica nucleare
FINLANDIA 2696 1600 0 1000
RUSSIA 22811 7550 17100 28000
NAZIONE potenza centrali attive [MWe] potenza centrali in costruzione [MWe] potenza centrali pianificate [MWe] potenza centrali proposte [MWe]
potenza centrali proposte potenza centrali pianificate potenza centrali in costruzione potenza centrali attive UCRAINA 13168 0 1900 27000
TURCHIA 0 0 2400 1200 ARMENIA 376 0 1060 0
CINA 8587 25310 38160 120000
All’interno del planisfero nucleare il caso della Francia è più unico che raro. Il 76% del fabbisogno energetico francese è soddisfatto dai reattori nucleari, che innalzano di molto la percentuale di produzione nucleare europea, pari al 35%, in confronto a quella degli Stati Uniti, appena del 20%.
NORD KOREA 0 0 0 950 KAZAKISTAN 0 0 600 600 PAKISTAN 400 300 600 2000
BANGLADESH 0 0 0 2000
IRAN 0 915 1900 300
THAILANDIA 0 0 2000 4000 INDIA 4183 2572 16740 49000
SUD KOREA 17716 6700 8190 0
VIETNAM 0 0 4000 6000
INDONESIA 0 0 2000 4000
GIAPPONE 47102 2756 16532 1300
Classifica delle nazioni produttrici di energia nucleare e stima della futura crescita basata sulle strategie nazionali
Sono circa 440 i reattori nucleari attivi nel mondo, di cui 104 solo negli Stati Uniti. La produzione complessiva mondiale è pari a 370 gigawatt, ovvero il 16% dell’energia elettrica globale. 2010 Usa Francia Giappone Russia Germania
Potenza [MWe] 101119 63236 47102 22811 20339
2030 Cina Usa Russia India Francia
Potenza [MWe] 192057 147099 75461 72495 68126
[fonte: World Nuclear Association 2010] 39
La scienza come possibilità di scelta tra diversi futuri; una figura controversa che ha rappresentato un’alternativa di sviluppo
Fuori di Tesla testo di Massimo Teghille
Scienziato troppo innovativo per il suo tempo, non solo nell’approccio scientifico ma soprattutto per la condivisione democratica dei saperi. Se l’avessimo ascoltato, come sarebbe il mondo? Era il 1909 ed il XX Secolo era appena cominciato: nessuno sapeva ancora che sarebbe stato il secolo delle telecomunicazioni. O meglio, nessuno tranne due geni: un famosissimo, Guglielmo Marconi che a Stoccolma pronunciava il discorso dopo l’assegnazione del Premio Nobel; l’altro, sconosciuto ai più ma forse ancora più rivoluzionario e sicuramente più controverso: Nikola Tesla. Ecco, fosse un romanzo di Lucarelli, questa vicenda inizierebbe proprio così. Nato nel 1856 in Serbia, divenne ingegnere, fisico, inventore: soprattutto incarnò per molti versi la “figura dello scienziato pazzo” che nella letteratura era stata introdotta da Mary Shelley nel suo “Frankenstein”. Divenne famoso in tutti gli Stati Uniti al pari di Thomas Edison, ma alcune bizzarre affermazioni e il suo comportamento ossessivo compulsivo non lo aiutarono a farsi amare, facendolo guardare con
Tre È una delle numerose ed inusuali fisse dello scienziato: faceva le cose per tre, esigeva che la camera d’albergo avesse un numero divisibile per tre, visse gli ultimi anni della sua vita al 33º piano del New Yorker Hotel. Stanza 3327.
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sospetto dalla ricca borghesia newyorkese. Nonostante il suo genio, fu via via relegato ai margini della società scientifica fino a che non si ritirò nel laboratorio di Colorado Springs, dove poté sperimentare qualunque artifizio (pare che fosse riuscito persino a captare segnali alieni). Tesla è considerato il padre della corrente alternata: a chi non è un elettrotecnico, può bastare sapere che è
Il wireless Nel 1891, Nikola Tesla cominciò la ricerca sul wireless. Sviluppò mezzi per la realizzazione di produzione di frequenze radio, dimostrò pubblicamente i principi della radio e trasmise segnali a lunga distanza.
Fu il padre della corrente alternata, ma nella sua disputa con Edison tutti lo ricorderanno come lo scienziato pazzo
abitare globale
the prestige
Diretto da Christopher Nolan, nel 2006, è tratto dall’omonimo romanzo di Christopher Priest. Nel film compare Nikola Tesla, sotto le vesti di David
Bowie, con riferimenti sia agli studi sulla corrente alternata sia alla cosiddetta ‘guerra delle correnti’, che lo vide schierato contro Thomas Alva Edison.
“La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità”
alla base del funzionamento dei motori elettrici; oggi sono presenti in tutti gli elettrodomestici e presto spingeranno anche le nostre automobili. Decine di altri brevetti sono ascrivibili alla sua ricerca, tuttavia, alcuni degli esperimenti più arditi e radicali rimangono ancora sconosciuti. Dopo la sua morte, la Corte Suprema statunitense gli attribuì brevetti che prima erano ascritti a Marconi: si pensi che Tesla dimostrò in pubblico la trasmissione di comunicazioni radio senza fili già nel 1933. Ma perché la figura di Nikola Tesla è balzata agli onori delle cronache in questi ultimi tempi? A fine Ottocento, la guerra all’energia elettrica era paragonabile a quella che oggi si sta combattendo tra telefonia e internet. Era una tecnologia nuova e le prospettive di guadagno nell’elettrificare tutti gli Stati Uniti attraevano investitori munifici come General Electric e Westinghouse. Inoltre,
Il tesla L'unità di misura del Sistema Internazionale per la densità di flusso magnetico o l'induzione magnetica (comunemente conosciuta come campo magnetico), il tesla, prese questo nome in suo onore.
la tecnologia è sempre stata imposta dai vincitori (ricordate la disputa tra VHS e Betamax?) e così successe anche per l’energia elettrica. La General Electric restò così terrorizzata dagli ultimi esperimenti di Tesla che promettevano di trasmettere energia elettrica a distanza e gratuitamente a tutti, che interruppe i finanziamenti ai suoi esperimenti. Tesla ha rappresentato un’opportunità di scelta. A cent’anni di distanza, si rincomincia a valutare la bontà delle scelte fatte. In un mondo dove l’epopea industriale era agli inizi e si pensava che lo sviluppo non avesse limiti, la scelta di Edison fu la più scontata. Tesla è solo una tra le migliaia di opportunità tecnologiche che per vari motivi sono state scartate, finora. Senza scomodare il “butterfly effect”, basterebbe pensare che le corrette motivazioni per risolvere un problema sono legate al corretta valutazione dello scenario. Alcune scelte che possono rivelarsi vantaggiose in un presente certo, possono diventare fallaci in un futuro prossimo. Ormai che il futuro incerto è diventato presente, quindi tutte le possibilità sono di nuovo aperte. Nel film “The Prestige” di qualche anno fa, è addirittura David Bowie ad impersonare lo scienziato, regalandoci un cammeo da ricordare e unendo due genialità sempre ai margini, come a dire, che si poteva scegliere tra Beatles o Rolling Stones, ma sicuramente c’era anche il Duca Bianco.
La guerra della correnti Corrente continua vs corrente alternata La cosiddetta ‘guerra delle correnti’ elettriche è stata una ‘competizione’ economica del XIX secolo, per il controllo dell’allora crescente mercato mondiale dell’energia elettrica. Da un lato la Westinghouse Electric, che puntava sulle scoperte di Tesla e credeva nell’indiscussa superiorità della corrente alternata; dall’altro la General Electric Company, fondata da Thomas Edison e basata sul principio della corrente continua. Il mito popolare narra che Edison abbia inventato la sedia elettrica, nonostante fosse contro la pena capitale, al solo scopo di convincere l’opinione pubblica che la corrente alternata fosse più pericolosa della corrente continua, nonostante questa mossa, durante la Fiera Mondiale di Chicago del 1893, l’illuminazione fu affidata alla Westinghouse, e la corrente alternata si impose in tutto il mondo. Il Teleforce L’asso nella manica dello scienziato serbo Tesla lavorò al progetto di un’arma ad energia diretta tra i primi anni del Novecento fino alla sua morte, che propose inizialmente al Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La stampa la soprannominò "raggio della pace" o "raggio della morte". Qualsiasi fosse il suo scopo, lo scienziato morì prima di completare il progetto, e i suoi disegni si vocifera siano custoditi negli archivi dell’FBI.
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400
Sono gli addetti della scena creativa torinese, suddivisi in 90 studi, attivi nel campo del product, communication ed environmental design. Giovani
professionisti tra i 30 e i 40 anni d’età specializzati in servizi di area ‘creativa’, forniti ad imprese private piccole e grandi, istituzioni pubbliche e culturali
e clienti finali. Il numero degli iscritti varia di anno in anno: le iscrizioni si aprono solitamente a fine febbraio e continuano per tutto l’anno.
Creativi unitevi! testo di Elisa Facchin illustrazione di Elena La Rovere
Capitalismo umano ed energie intellettuali. Creatività e intelligenza fluida. Tutto questo è Turn, la prima design community d’Italia La società e l’economia occidentali, intrecciate come trama e ordito a formare il tessuto del sistema capitalistico a cui fino ad oggi abbiamo fatto riferimento, dopo alcuni strappi premonitori, si sono infine lacerate, aprendo il buco della temuta “crisi”. Crisi non irreversibile e foro quindi ricostruibile, partendo dagli orli, ponderando nuovi sistemi di sviluppo, riconfigurando la macchina organizzativa e produttiva, sperimentando modelli innovativi che consentano di ritornare competitivi. Sempre più fortemente, come peraltro già preconizzato da alcuni eminenti studiosi come l’economista americano Richard Florida o l’italiano Enzo Rullani, Presidente del centro di ricerca Tedis della Venice International University, si sta diffondendo la certezza che saranno il capitale umano e le energie intellettuali a dettare la differenza, che saranno la creatività e l’intelligenza fluida delle persone i fili capaci di rattoppare lo spacco, a livello non solo economico ma anche sociale. È dello stesso parere anche Marco Rainò, Presidente di Turn, la prima design community italiana, nata a Torino nel 2005 e formata da professionisti variamente legati al mondo del design, esempio emblematico di come la creatività possa essere orientata anche allo sviluppo del tessuto socioeconomico di un territorio. “La missione di Turn” -dice Rainò- “è sintetizzabile in alcuni obiettivi chiave: in primo luogo organizzare una struttura inclusiva capace di dar voce ai soggetti legati al mondo del design presenti nel comparto 42
metropolitano torinese e creare un dialogo fra loro al fine di fare massa critica e diventare un referente per i soggetti pubblici e privati del territorio; in secondo luogo promuovere e diffondere la cultura del design, proponendolo come punto chiave nell’agenda della città, in quanto capace di incidere concretamente sul quotidiano delle persone, sul loro stile di vita, sulle economie indotte”.
Per noi il design è una risorsa che può migliorare la vita delle persone Turn raccoglie e produce energia: è una rete in cui i singoli potenziali vengono amplificati; è un sistema che è riuscito a catalizzare l’attenzione delle istituzioni, dalla Regione Piemonte alla Città di Torino, alla Camera di Commercio, e di aziende private locali e internazionali che, ritenendola evidentemente una circostanza d’interesse, hanno cominciato a promuoverne i progetti, riconoscendo la community di ‘creativi’ come un referente di dialogo importante per la crescita anche produttiva del territorio. La creatività potrebbe quindi essere la
nel tondo: Marco Rainò, fondatore dello studio brh+ e Presidente in carica di Turn
vera energia rigeneratrice del futuro? Rainò non può che rispondere affermativamente, perché la ‘creatività’, nel senso più ampio del termine, si manifesta in diversi campi operativi e può quindi diventare pervasiva nei confronti di un’economia finora spesso organizzata per compartimenti stagni. La creatività potrebbe diluire le divisioni in blocchi, insinuarsi fluidamente in diversi ambiti e seguire le esigenze in continua evoluzione delle società, non solo quelle su larga scala, ma anche quelle minime e specifiche, sperimentando nuovi percorsi progettuali e fornendo risposte efficaci con ricadute su più livelli: economici, sociali, culturali. Dice Rainò: “noi contiamo sul design come risorsa e crediamo che le discipline legate al progetto abbiano bisogno di un’attenzione, mi permetto di dire, maggiore rispetto alle altre, perché concretamente possono contribuire a migliorare la vita delle persone”. Se quindi si va affermando la convinzione che il lavoro ‘creativo’ ci condurrà fuori dalla crisi, contemporaneamente si palesa la necessità di trovare un modo per corrispondergli il giusto valore, anche economico. La creatività e la progettualità, per natura intangibili e non codificabili in procedure standardizzate perché fluide e diversificate a seconda delle esigenze, difficilmente oggi vengono adeguatamente ricompensante. Forse solo educando le società tramite la diffusione della cultura del design e del progetto, come Turn pioneristicamente fa da cinque anni, lo scompenso verrà bilanciato.
mente locale
turn at the mirror
Questo è il nome della prima ricerca nazionale, condotta da Cna, che ha indagato il ruolo del design all’interno del capoluogo piemontese.
Il questionario, sottoposto a più di cento soggetti, tra studi e liberi professionisti, ha messo in luce punti di forza e debolezza del settore, palesando un’inaspettata vitalità economica e creativa.
luca ballarini il fondatore
Turn è una struttura inclusiva, nata per promuovere e diffondere la cultura del design. Un laboratorio di energia intellettuale
Ruolo della community rappresentare il sistema design torinese favorire la circolazione di idee e tecnologie promuovere progetti comuni tra gli associati distribuire commesse tra gli associati
60% 59% 41% 36%
Profilo Soggetti ad elevata scolarità, in possesso nella quasi totalità dei casi di ottime competenze trasversali e di base, come la conoscenza di lingue straniere e il possesso di elevati skill informatici. Provenienza
“Self-appointed, direbbero gli inglesi, nel senso che si è costituita, e data l’incarico, da sola. Seguendo un sentimento e un’esigenza che partivano dal basso”. È questo lo spirito che ha fatto nascere Turn, in quell’ormai lontano 15 febbraio 2005, quando Luca Ballarini, allora direttore di Label, con una semplice mail ha raccolto i creativi della scena torinese intorno a un’idea: fondare la prima design community italiana. Un nucleo che avrebbe riunito designer, architetti, grafici, copywriter, style leader, cultur diffuser e perché no, anche urban enthusiast.
?
I 3/4 dei turners proviene da famiglie della upper middle class urbana: dirigenti, imprenditori e liberi professionisti. Un dato rilevante, se posto in relazione con la relativa fragilità dei percorsi d’impresa indagati. Composizione Alla community aderisce un repertorio di soggetti giuridici articolato, non solo società di persone o capitali (poche), ma anche studi associati, ditte individuali o semplici liberi professionisti. Soggetti piuttosto eterogenei, dal punto di vista della struttura organizzativa, della posizione raggiunta sul mercato e delle attività svolte. Glocal & self appointed Sono i due attributi che caratterizzano la community. “Turn ama Torino” come recita il manifesto di fondazione: una città con una storia importante nel mondo del car design. Una città, invero, poco conosciuta nell’ambito dei settori ‘leggeri’. Design, comunicazione, interior sono le attività su cui la community rivolge la sua attenzione, con uno spirito auto-dichiarativo molto speciale; tipico di tutti i movimenti che nascono dal basso.
design attracts È questo il motto del 2010. Una nuova campagna (dopo le storiche ‘design is the cure’, ‘design is the seed’, ‘design enlargement’ e ‘design turns’) per parlare del ruolo strategico del design alla città, ma non solo. Mobile come il container che la porta in giro, l’idea di ‘design attracts’ è quella del confronto, non alla maniera del guerrilla marketing ma a favore dello sviluppo della cosidetta creatività diffusa, in grado di colonizzare vuoti urbani e spazi pubblici lungo tutta la penisola. 43
innovazione
Oggi non significa più solo aggiornamento tecnologico. Per determinare il futuro occorre cambiare l’angolazione da cui si osservano i
problemi. Il focus è ancora l’Uomo, ma questa volta inserito nel sistema in cui vive. In questo modello le attività di vita e produzione coesistono in maniera
paritaria, con una propria funzione nel sistema relazionale complessivo: “nessuna prevale sulle altre, ma ognuna esiste grazie a tutte le altre”.
Effetto Terra COSTO SOCIALE
testo di Michele Bortolami foto di White infografica di Undesign
! il Professore Luigi Bistagnino, Presidente del Corso di Studi in Disegno Industriale del Politecnico di Torino e fondatore di Consorzio Sistemico
Per ripensare il sistema di produzione industriale bisogna andare a scuola da Mamma Natura. Ma perché non l’abbiamo fatto prima? Mattina fresca di inizio estate, prime pedalate in sella alla bicicletta, pioggia improvvisa. Mi rifugio nel dehor di un bar e in attesa che spiova e che mi servano il secondo caffé mattutino spulcio le pagine del freepress locale. In mezzo ai soliti allarmanti report sulla crisi economica mondiale, scopro che a breve si celebrerà la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Un’iniziativa senza dubbio lodevole -penso- ma tardiva e beffarda, nel suo fare da ‘spalla’, all’ennesimo articolo sul disastro ecologico del Golfo del Messico. Trangugio il mio caffé nero, come la disgraziata Marea, assicuro la bici ad una palina e Moleskine alla mano mi avvio al mio appuntamento, per incontrare il Professor Luigi Bistagnino, Presidente del Corso di Studi in Disegno Industriale del Politecnico di Torino e fondatore di Consorzio Sistemico. Una nuova disciplina che promuove lo sviluppo di siste44
mi produttivi ecologicamente sostenibili. Si scrive Design Sistemico e significa nuova opportunità, di riprogettare la relazione tra uomo, ambiente e territorio. In un momento di crisi tra i più neri della storia economica mondiale Bistagnino, propone uno stravolgimento della concezione dell’intero sistema produttivo. La sua tesi parte dall’idea secondo cui i rifiuti e gli scarti oggi sono diventati un costo sociale ed economico insostenibile, e prosegue con l’affermazione della necessità di un cambio di prospettiva che porti a considerare tutti gli output del processo produttivo come possibili input di altri processi analoghi, con la finalità di ottenere un sistema ad emissioni zero. Secondo Bistagnino il Design Sistemico altro non è che una nuova cultura interdisciplinare, che punta a ripensare il ruolo dell’Uomo all’interno dell’ecosistema, avvicinando
I rifiuti sono un costo sociale ed economico insostenibile
mente locale
design sistemico
Una nuova cultura interdisciplinare, che punta a ripensare il ruolo dell’Uomo all’interno dell’ecosistema, avvicinando mondo industriale e naturale.
Design e designer Una rivoluzione attesa e indispensabile Com’è cambiato il mondo del progetto? La risposta sta tutta nel libro del Professor Luigi Bistagnino, dal titolo “Design Sistemico” (Slow Food Editore), ed è molto semplice. Progettisti e creativi devono uscire dalla logica del prodotto per abbracciare quella dei sistemi aperti, imparando a intervenire sulle relazioni tra settori, ad agire localmente e a ricercare la sostenibilità produttiva e ambientale.
Consorzio sistemico Un ritorno all’economia locale
nel Design Sistemico conta l’interconnessione tra processi. Le parole inizio e fine non rinviano più all’idea di ciclo di vita, ma diventano due momenti di una filiera continua
Meno scarti significa meno costi di smaltimento, nuovi posti di lavoro e migliore qualità della vita
“L’errore dell’industrialismo è quello di pretendere che gli stessi principi lineari e seriali siano applicabili ovunque”. Prima di parlare di efficienza e di omologazione produttiva, sarebbe bene infatti interrogarsi su ciò che è da considerarsi efficiente. Dal punto di vista del territorio, efficienza significa valorizzazione di tutti gli attori che fanno parte del sistema locale, sia in termini di denaro che di benessere. Sono le economie locali quindi a rappresentare il massimo delle potenzialità.
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mente locale
economia vs ecologia Secondo il professore Luigi Bistagnino il modello che dalla Rivoluzione Industriale a oggiha regolato l’intero sistema produttivo, non ha più futuro.
Per uscire dalla rigida contrapposizione tra economia e ecologia, è necessario cambiare approccio. Il Design Sistemico, puntando sull’interconnessione dei
“Il design oggi può portare ad un Nuovo Umanesimo”- così dice il professore Luigi Bistagnino (a lato) - fervido sostenitore del ritorno ad una visione artigiana del saper fare e ad un modello industriale di microscala
Occorre ripensare il mondo in cui viviamo, dalla progettazione delle città e delle abitazioni a quella degli oggetti di uso quotidiano. Al designer spetta il compito di riequilibrare il rapporto tra produzione, ambiente e società
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processi, come avviene nel mondo naturale, inaugura una visione olistica, in grado di considerare come compresenti questi due ambiti rimasti a lungo disgiunti.
mondo industriale e naturale, per lungo tempo disgiunti. Si può dire che sarà l’alba di una nuova Rivoluzione? Secondo la sua teoria assolutamente sì: perché il modello che dalla Rivoluzione Industriale ha regolato fino a oggi l’intero sistema produttivo, sembra non avere più alcun futuro. Il Design Sistemico al contrario, puntando sull’interconnessione dei processi, proprio come avviene nel mondo naturale, elimina completamente il concetto di scarto, per dare luogo ad un sistema aperto, in cui le parole inizio e fine, non stanno più all’idea di ciclo di vita, ma a quello di filiera continua. Per approfondire questo interessante discorso nel saggio Design Sistemico, edito da Slowfood Editore, di cui il professore Bistagno è autore, vengono forniti una serie di casi concreti di applicazione di questi principi, sottolineando oltre ai benefici ecologici anche quelli economici, visto che i due ambiti all’interno della sua visione non sono affatto distinti. Molti degli esempi riportati riguardano il campo agroalimentare, tra i tanti spunta il lavoro effettuato con Lavazza sui fondi di caffè, che da rifiuti indifferenziati sono diventati all’interno dell’approccio sistemico, nuovo humus per medicinali e cosmesi. In sintesi quindi: meno scarti, meno costi di smaltimento, nuovi posti di lavoro, nuove occasioni economiche e migliore qualità della vita. Il Design Sistemico ci salverà? Una volta c’erano i catastrofisti e le cassandre che a gran voce annunciavano l’inevitabile fine del mondo tra gli sguardi divertiti e scettici di tutti gli altri. Poi i ruoli si sono invertiti e i ‘picchiatelli’ sono diventati quelli che sostengono che tutto vada bene, che le margherite in Antartide sono carine, che il petrolio non finirà mai (e in caso c'è l’uranio) e che possiamo allegramente continuare ad abitare il nostro effimero paradiso terrestre. Di sicuro è un inizio, un buon inizo. Ma come sottolinea il professore Bistagnino sarà fondamentale per modificare radicalmente le dinamiche di produzione e consumo del vecchio capitalismo industriale, attivare azioni di sensibilizzazione in grado di promuovere la rinascita di questo ‘Umanesimo Culturale’. Finita la ‘lezione’ risalgo sulla bici e pedalo via veloce. In lontananza mi sembra già di sentire l’eco dei nostri primi ‘colpi di tamburo’... tam-tam...tam-tam..tam-tam.
Alcuni la chiamano ‘società dei rifiuti’. Ma se il gesto del ‘gettare’ ha radici molto antiche, che ne sarà delle nostre città?
Il futuro di Leonia testo di Giovanna Rossi illustrazioni di Elena La Rovere
Ogni giorno un nuovo inizio. Un mondo pulito che si lascia alle spalle quello sporco. E poi il giro di volta: si parte dall’energia per ripensare l’economia Prestare attenzione a ciò che si getta via ogni giorno può dar luogo a considerazioni inaspettate. Soprattutto se si pensa che il gesto del ‘buttar via’, con cui abbiamo familiarizzato sempre più negli ultimi decenni, ha in realtà radici e significati antichissimi, che esprimono il bisogno rituale della purificazione. Ma se la nostra società si sente ‘sporca’ e vive per gettare, diceva bene Calvino quando parlava di Leonia, dove andrà a finire tutta quell’immondizia? Un giorno ci sommergerà? Di fronte a questa domanda il mondo si divide. Il rivoluzionario Jeremy Rifkin, già nei ruggenti anni Ottanta, ammoniva che l’economia avrebbe dovuto imparare dalla fisica: la legge dell’entropia e la regola della scarsità, non dell’eccesso, ci avrebbero fatto prosperare. D’altra parte però invertire il sistema capitalistico, e il suo moto, è apparso a lungo come una grande eresia. Naturalmente, fino a
quando lo sviluppo del consumo incontrollato non ha concluso il suo corso. La questione dei rifiuti oggi è sempre più un’emergenza che va affrontata da un punto di vista sociale, industriale e politico. Non si può negare che la sensibilizzazione nei confronti della differenziazione abbia compiuto passi da gigante, anche se molte zone d’Italia sono lontanissime dagli standard europei. Se è vero che “il miglior rifiuto è quello non prodotto”, la strada per raggiungere un buon livello di benessere ambientale è ancora tanta, e richiede spesso politiche intermedie. Ogni italiano produce mediamente 550 chili di rifiuti all’anno e se da una parte le amministrazioni nell’immediato non possono fare altro che smaltirli, dall’altra tutti siamo chiamati a fare qualcosa per ridurre la nostra quota di rifiuti: da cittadini con piccoli accorgimenti, da politici o industriali incentivando siste-
Mongarte Quando il rifiuto diventa arte Gran parte dell’economia di Sogliano sul Rubicone (FC) gira attorno alla raccolta e alla differenziazione dei rifiuti. Questo tema, oltre a generare ricchezza, diventa protagonista sociale della vita cittadina. È in questo contesto
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Dovre andrà a finire tutto ciò che scartiamo? L’economia dovrebbe imparare dalla fisica: la legge dell’entropia e la regola della scarsità, non dell’eccesso,ci faranno prosperare
che l’amministrazione comunale in collaborazione con la società di servizi culturali e progetti espositivi ‘Il Vicolo’ organizza da diversi anni la manifestazione Mongarte. L’evento sonda il legame tra Arte e Riciclaggio, dando spazio a differenti artisti che utilizzano nel loro lavoro elementi di scarto o materiali
poveri. Nel corso degli anni hanno trovato spazio nei punti cardine della cittadina romagnola artisti del calibro dell’egiziano Medhat Shafik o delle italiane Anna Santinello e Gabriella Benedini . L’edizione del 2010, che si terrà a settembre vedrà protagonisti due artisti del territorio: Raffaella Zavalloni e Paolo Poni.
mente locale
tia
La Tariffa di Igiene Ambientale è il nuovo sistema di finanziamento comunale della gestione dei rifiuti e della pulizia degli spazi comuni introdotto in
Italia dal decreto Ronchi: dovrà sostituire progressivamente la TARSU, la Tassa sui rifiuti solidi urbani. La tariffa ha come obiettivo di far pagare agli utenti esattamente per quanto usufruiscono del servizio.
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Borse di plastica addio Torniamo a fare la spesa come i nonni
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2008
Comuni italiani che applicano la TIA Tariffa di Igiene Ambientale. Fonte: [Rapporto rifiuti 2008 di Ispra (ex Apat) e Osservatorio Nazionale sui Rifiuti]
mi produttivi e materiali che riducano imballaggi e scarti dei prodotti in commercio. Ci sono diversi esempi in Italia di impianti di smaltimento che spesso diventano il fulcro economico del territorio circostante. È il caso di Sogliano sul Rubicone (FC), dove la società Sogliano Ambiente gestisce numerosi impianti per lo smaltimento, il recupero e la produzione di energia. A questo progetto sono correlate una serie di attività secondarie come il trasporto dei rifiuti, la gestione dell’energia prodotta e la costruzione di edifici sostenibili da parte di Sogliano Sviluppo, la società che si occupa della gestione del patrimonio immobiliare del comune. Questa società, come ci ha spiegato l’ingegner Remo Semproli, progettista di Sogliano Sviluppo, ha appena terminato la costruzione di un complesso abitativo che utilizza energie rinnovabili (sistema geotermico e fotovoltaico) arri-
Fattore 10 Meno materie prime, più salute per l’ambiente È la possibilità di ridurre, nell’arco della prossima generazione, di un fattore 10 (quindi di quasi il 90%), con innovazioni tecnologiche di processo e di prodotto, l’input di materie prime ed
vando all’autonomia energetica e rappresentando un’anticipazione di iniziative importanti. Altro esempio, l’imminente costruzione di un piccolo centro commerciale con 14 appartamenti dotato di un impianto cogenerativo che funziona a cippato di legno e che verrà alimentato con legname vergine tratto dalla pulizia del sottobosco delle vicine colline. Se l’obiettivo del ‘rifiuto zero’ a molti sembra un miraggio lontano, è innegabile che fin da subito possiamo fare molto per evitare di sommergere la terra e i suoi abitanti di immondizia. Dobbiamo solo fermarci un attimo a riflettere e cominciare dai piccoli gesti quotidiani, che se un tempo potevano essere considerati il frutto del buon senso o di un’economia fondata sulla ‘mancanza’, oggi, per i cosiddetti mondi ‘evoluti’, rappresentano il segno di un’altra evoluzione, ispirata da un’indispensabile e consapevole lungimiranza.
energia nel processo economico. Questa possibilità è stata già prevista da numerosi studi internazionali avviati in particolare da Friederich Schmidt-Bleek che è stato vicepresidente del prestigioso Wuppertal Institute per il Clima, l’Energia e l’Ambiente ed ha successivamente fondato il
Factor 10 Institute ed è stata resa nota anche al grande pubblico dal rapporto al Club di Roma “Fattore 4” scritto da Ernst Von Weizsacher, Amory ed Hunter Lovins (edito in italiano da Edizioni Ambiente nel 1996). L’apposito Istituto citato (l’Istituto Fattore 10) riunisce autorevoli esperti internazionali
Nel mondo si consumano dai 500 ai 1000 miliardi di sacchetti di plastica ogni anno, di cui 100 miliardi in Europa e di questi 15 miliardi in Italia. Nei paesi industrializzati il consumo di sacchetti di plastica pro capite va dai 200 ai 500 pezzi all’anno. Se sostituissimo i sacchetti di plastica con sacchetti riutilizzabili faremmo risparmiare all’ambiente 1 milione di tonnellate di plastica disperse, 700 mila tonnellate di petrolio e le emissioni di CO2 verrebbero ridotte di 1,4 milioni di tonnellate. Grazie ad una normativa europea dal 2011 su tutto il territorio nazionale non verranno più distribuite le classiche ‘sportine’ di plastica, tanto vale abituarci fin da ora a fare la spesa con le borse riutilizzabili.
in materia e promuove la diffusione e l’applicazione di questo obiettivo, presente ormai in molti documenti ufficiali di singoli governi e delle Nazioni Unite. Una riduzione di un fattore 4 (del 75 %), come dimostrato dal rapporto al Club di Roma, è già possibile con le attuali tecnologie.
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il bivacco alpino
È normalmente una struttura di piccole dimensioni incustodita, situata in luoghi isolati per offrire una ricovero di fortuna. Sempre aperto e gratuito, al suo interno
è provvisto di brande, stufe e tavoli ma non di servizi. Gli alpinisti lasciano legna e generi alimentari di lunga durata, per chi ne usufruirà in futuro.
Il grande passo testo di Massimo Teghille
Riposare nello spazio. Archifuturismo o realtà? Sulle vette come ufo: Living Ecological Alpin Pod Erano gli anni Sessanta, e nell’aria c’era voglia di dire qualcosa di più, di immaginare futuri possibili, mondi alternativi e nomadi. L’architettura attraversava un momento di grande fermento innovativo, si pensava all’abitare in maniera inconsueta: il viaggio era il principio di tutto, al punto da ridurre la casa ai suoi elementi essenziali, ad una cellula abitativa minima e trasportabile, e fare della città un gigantesco ‘teatro’ su ruote. C’era chi come Archigram scompaginava i linguaggi del progetto architettonico, rubando il vocabolario al fumetto, alla fantascienza, alla cultura di genere per raccontare di come la conquista dello spazio potesse rappresentare un cambiamento di paradigma per il pianeta terra; e c’era chi come David Green sperimentava i primi Linving Pod, capsule autosufficienti che sarebbero servite in ambienti ostili, o vere e proprie architet-
Naturalmente liberi Un nuovo modo per vivere la montagna 01. Unità soggiorno/pranzo con dispensa e cottura (piastre ad induzione). 02. Unità ingresso con bussola termoisolante, rack deposito/essicatoio e vano attrezzatura di soccorso. 03. Unità letto con postazioni mobili per il massimo comfort in ragione del numero di presenti 04. Il film fotovoltaico incorporato nell'involucro assicura il fabbisogno di energia in funzione degli apparati installati
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ture modulari (Cushichle e Suitaloon), arrivando ad immaginare intere città come Walking City o Plug-in City. L’asticella già spostata dai Razionalisti verso progetti insoliti, ma plausibili, veniva in questo modo definitivamente abbattuta da progetti irrealizzabili, in grado però di modificare profondamente il punto di vista sull’abitare. Il mondo dell’architettura ricevette una scossa. Nell’Inghilterra ancora ispirata alle città giardino la rivoluzione degli Archigram e di Walking City generò scandalo, mostrando l’inadeguatezza dei tempi. Si scoprì ben presto che solo pochi innovatori sarebbero stati disposti a sacrificare le loro semi detached houses per capsule moderne e futuristiche, e che le diavolerie che Mr.Q metteva a punto per James Bond, non erano altro che affascinanti sperimentazioni cinematografiche, tecnologicamente impossibili per la realtà. Il ‘guaio’
Una visualizzazione 3d del Living Pod ecologico ideato dai due architetti Luca Gentilcore e Stefano Testa; progetto rivoluzionario e apripista per il lifestyle montano: moderno, orientato al design e all’architettura sostenibile e di qualità box in alto a pag. 51: illustrazione di Elena La Rovere
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lifestyle
hi tech - hi quality
Interamente costituito da moduli indipendenti, Leap è costruito ed assemblato in officina, per “limitare le costose lavorazioni in quota – dicono i
due progettisti- a vantaggio della qualità finale dell’oggetto e avvalendosi di tecnologie provenienti dal mondo della nautica da competizione e dell’aviazione”.
un volto alle menti Luca Gentilcore, istruttore di sci e alpinismo, si occupa di progettazione e restauro dei beni architettonici. Di lui dicono che si è spinto fino in Patagonia, sui 6354 m del Chopicalqui, per tener testa alla sua passione per la scalata. Stefano Testa, “climber” della prima ora, architetto del gruppo Cliostraat, nonché docente al Politecnico di Milano dice: “La mia passione è la roccia: ho iniziato a quattordici anni vivendo per intero l’evoluzione dell’“arrampicata libera” e oggi litigo con l’ età, rubando avidamente scampoli di energia e di tempo residui per i miei ‘giochi’ alpini. L’architettura è per entrambi: “un’aspirazione mediata con la professione e con la realtà che ci circonda.”
Le carte vincenti di Leap Materiali ecologici e tecnologie costruttive d’avanguardia Living come punto d’appoggio ottimale per vivere nel rispetto della natura, Ecological perché totalmente autosufficiente, Alpine perché concepito per resistere alle sollecitazioni d’alta quota e Pod perché si tratta di un’unità abitativa modulare e sofisticata. 01. Unità soggiorno/pranzo 02. Unità letto 03. Unità ingresso deposito 04. Unità igienica
mimetizzarsi o mostrarsi? 01
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Gli animali si mimetizzano, per sopravvivere: l’uomo deve fare esattamente il contrario, in caso di pericolo. Leap bianco e rosso, colori tipicamente segnaletici, si vede da lontano. Ma, avvicinandosi, ci si accorge che è una texture molto più articolata e mutuata dalla tradizione: è il punto maglia spigato dei vecchi pullover di lana. 51
lifestyle
ripartire dalle valli
Un progetto sostenibile per la montagna ma anche per le casse delle piccole comunità, che potrebbe portare alla riscoperta dei valori originari delle Alpi.
Molte valli, escluse dall’alpinismo di massa, potrebbero ampliare grazie a Leap il proprio indotto turistico, con un turismo montano più estivo e non più solo invernale e sciistico.
living pod
A impatto zero, in grado di segnalare guasti e anomalie e di ricevere energia dal sole, Leap è ottimizzato in tutto e per tutto per essere eco-friendly
di ogni epoca, a parte la nostra dove le cose sembrano ampiamente ribaltate, infatti è sempre stato quello di anteporre l’immaginazione al mondo reale, per necessità, o anche solo per il desiderio di anticipare, con pensieri fuori corso, tempi più maturi. Il bello di ogni epoca però, è sempre stata la possibilità data ai posteri di realizzare i sogni più lontani, le idee più folli, rendendole quotidiane e per questo ancora più rivoluzionarie. Ci piace vedere qui, l’inizio dell’avventura di Luca Gentilcore e Stefano Testa, nella loro capacità di coniugare e rendere vivi tre grandi amori: l’architettura, il territorio di appartenenza e la montagna. Rifacendosi ai concept architettonici degli anni Sessanta e Settanta hanno saputo trasformare un comune rifugio di fortuna ai piedi del Frebouze in un Living Pod contemporaneo; un rivoluzionario sistema abitativo per tutti gli amanti della scalata e della vita estrema all’aria aperta: modulare, eco-compatibile e soprattutto straordinariamente attuale nell’estetica, nell’apporto tecnologico e nelle forme. Il modulo Leap, acronimo di Living Ecological Alpin Pod, a memoria del “grande balzo per l’umanità” compiuto da Neil Armstrong nel luglio di quarantuno anni fa, è infatti interamente costruito in fabbrica per mantenere standard qualitativi elevati e realizzato prendendo a prestito tecniche e materiali usati nel campo della nautica da competizione e dell’aviazione. Sottolinea Stefano Testa: “L'impostazione 52
Leap è l’acronimo di Living Ecological Alpine Pod, con chiaro riferimento al Living Pod progettato dagli Archigram negli anni Sessanta, con in più l’attenzione all’ecologia: una sensibilità tipicamente contemporanea. Attraverso l’uso di tecnologie innovative, il modulo sarà completamente autosostenibile. A tenuta stagna, in materiali anallergici e imputrescibili, dotato di un sistema di alimentazione a celle fotovoltaiche, composto da moduli che possono essere assemblati aumentandone le dimensioni, diventerà il simbolo di un nuovo modo più moderno di intendere la montagna. www.leapfactory.it
L'impostazione seriale del progetto è programmatica seriale del progetto è programmatica. La tecnologia consente ampi margini di economia nella ripetizione dei moduli, ma allo stesso tempo l’abitacolo può essere personalizzato adattandosi ad esigenze specifiche. Immagino come un campeggio di UFO iridescenti sparpagliati nel verde cupo della macchia costiera”. Come nel paesaggio montano l’uomo è un’anomalia, anche Leap lo è. Il suo aspetto da sommergibile, siluro, quasi da carena di aereo ‘abbandonata’ lo allontana da una visione tradizionalista e vernacolare dello stile di vita d’alta quota. Estraneo per i più radicati alla naturalità della montagna, è in realtà ottimizzato da ogni punto di vista per essere in tutto e per tutto eco-friendly. A impatto zero, in grado di autosegnalare guasti e anomalie (un po’ come Hal di 2001 Odissea nello Spazio), facile da posizionare e rimuovere, senza lasciare tracce nel paesaggio Leap vuole fare quel famoso passo in più che ci si aspetta dall’architettura: intervenire nei territori per rinnovare le abitudini dell’uomo senza fargli smarrire il senso luogo.
un futuro possibile: archigram "Forse la possibilità più straordinaria" scrisse Arthur C. Clarke su Vogue nel 1966, "mi è stata suggerita dal professor Buckminster Fuller, una mattina a colazione: una casa che sarebbe virtualmente un’astronave poggiata al suolo, in grado di riciclare tutti i prodotti di rifiuto e riconvertirli in cibo, aria e acqua. La casa autonoma potrebbe quindi spostarsi ovunque sulla Terra. Le unità potrebbero volare, trasportate da un luogo all’altro da grossi elicotteri da trasporto non più potenti di quelli in uso oggi". L’ architetto di Archigram David Green, disegnò un’abitazione completamente sigillata, il Living Pod, che con opportuni adattamenti avrebbe potuto anche essere calata in fondo al mare e connettersi ad altre unità.
kenny design spalvieri del ciotto
Oggetti senza tempo per un vivere contemporaneo Italian style. Italian design.
trabo.it
il biologico
Il passaggio da un sistema di viticoltura tradizionale ad uno biologico è definito ‘inconversione’. Ciò che differenzia questa certificazione è l’impiego di
trattamenti non invasivi e con prodotti di ‘contatto’. Il cambiamento più evidente lo si ha sui tempi di lavoro: la presenza sul campo è molto più alta.
a lato: Fabrizio Iuli. La sua avventura nel mondo della viticoltura inizia quasi per caso. Dopo aver terminato gli studi in oreficeria, comincia a lavorare nell’azienda agricola del padre. E a soli trent’anni diventa il principale produttore di vino biologico del Monferrato
Barabba, Barabba testo di Elisa Facchin foto di Eva Stonem
Nel nome un destino. Perché la riscossa del Monferrato sta tutta in un calice di vino Tutto ha origine da un vigneto, la vigna Scandoleto, impiantata intorno al 1930 dal nonno di Fabrizio Iuli, il quale, quasi sessant’anni più tardi, dopo essersi dedicato prima allo studio dell’arte orafa a Valenza Po e poi al lavoro contadino nell’azienda agricola paterna, decide insieme a Umberta Barletti, Cristina Iuli e Gad Lerner di fondare la Iuli, Cantina Viticoltori del Monferrato, una cooperativa -formula scelta per ragioni etiche e pratichecon un’unica cantina che vinifica le uve provenienti dagli 8,5 ettari di vigneti di proprietà dei tre soci attuali (Fabrizio, Cristina e Umberta). L’avventura inizia nel 1998 nel paese di Montaldo di Cerrina (Alessandria) con una missione ben precisa: concedere al Monferrato, terra di potenziali spesso inespressi, una seconda chance, ovvero l’opportunità di dimostrare, nel confronto con zone viticole più conosciute, come le Langhe, che anche dalle sue colline 54
aspre e dai suoi terreni calcarei e acidi possono nascere vini prestigiosi, dal sapore nervoso e densi di profumi. E la rivincita si gioca a carte scoperte: nessun trucco, il vino è tutto di produzione biologica. “Noi da sempre apparteniamo alla schiera dei ‘non interventisti’: se hai buona uva, meno fai e meglio fai” dice Fabrizio “quindi in vigna non usiamo concimi né pesticidi e trattiamo le uve solo con rame e zolfo; in cantina non usiamo lieviti se non eccezionalmente, non chiarifichiamo, stabilizziamo né filtriamo e utilizziamo bassissime dosi di anidride solforosa. Chiaramente la scelta del ‘biologico’ prevede maggior attenzione, presenza e lavoro in vigna, quindi aumentano le energie impiegate, ma per un fine nobile: rispettare l’ambiente in cui viviamo e che ci dà da vivere e offrire un vino sano, puro, senza compromessi”. E per veicolare la propria missione due sono le carte giocate: da un lato
lifestyle
barabba
Il nome oltre ad avere un’assonanza con ‘Barbera’, richiama alla mente il noto episodio del Vangelo in cui Pilato liberò il ladrone al posto di Gesù. L’idea della
seconda possibilità è per Fabrizio Iuli analoga al percorso di rivalutazione del Monferrato, da sempre considerato secondo rispetto alle Langhe.
il segreto dell'etichetta
Nessun trucco, il vino è tutto di produzione biologica. Noi da sempre apparteniamo alla schiera dei ‘non interventisti’. Se hai buona uva, meno fai meglio fai
a lato: le grandi vasche in acciaio della Cantina, utilizzate per la vinificazione. Adiacente ad esse la cantina vera e propria, nel sottosuolo, adibita alla maturazione e al piano superiore, a temperatura più stabile, quella dedicata alla fermentazione maiolattica
la ricercata qualità dei cinque vini in catalogo -l’Umberta, il Rossore e il Barabba (tre barbere), il Malidea (taglio di nebbiolo e barbera), e il Nino (pinot nero)- che da subito hanno ottenuto riconoscimenti importanti dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier) e da Slow Food/Gambero Rosso. Dall’altro, la grande attenzione all’immagine, per garantire una buona riconoscibilità anche sul mercato. “La parte grafica è stata curata da Antonella Libretti con la preziosa collaborazione di un amico di Gad e Umberta Lerner, Oliviero Toscani. Toscani è stato davvero prezioso; l’immagine è semplice, pulita ma anche efficace”. Un’estetica elegante e incisiva, light e strong, capace di palesare la “purezza” del vino e la determinazione nel cercare una riscossa per il Monferrato. Emblematico a tal proposito il vino Barabba, che, come l’omonimo brigante della Bibbia, simboleggia la voglia di ricominciare della Val Cerrina. Ed è il vino a cui Fabrizio è maggiormente affezionato e che ritiene il più rappresentativo dell’azienda: perché il suo nome istituisce un gioco di parole con il termine ‘Barbera’ e, dice Iuli, “noi siamo dei barberisti”, ma anche perché viene prodotto con le uve di quella vecchia vigna, la Scandoleto, da cui tutto ha avuto origine.
Capita spesso che dietro al successo di un’immagine ci sia un grande autore. Oliviero Toscani in questo è stato un maestro. Questa volta però non è la fotografia a portare la sua firma, bensì l’etichetta di un vino, che doveva diventare, nello spirito originario della cooperativa Iuli, l’emblema della riscossa del Monferrato. Così è stato, l’estetica dei vini della Cantina è forte, incisiva e a suo modo provocatoria. In una sola parola: buca; traducendo fedelmente il carattere e il sapore del suo vino. Indimenticabile.
il vino della ‘gens iulia’ Alla Cantina Viticoltori del Monferrato l’organizzazione è quella della cooperativa. Due sono le famiglie riunite, gli Iuli e i vicini Lerner, che gestiscono gli otto ettari di vigna dei cinque famosi vini: Barabba, Rossore, Umberta, Malidea e Nino. Il barbera è senza dubbio il prodotto-punta dell’azienda, al suo fianco per volumi di produzione e notorietà: nebbiolo (che tagliato con il barbera origina il Malidea) e pinot nero. Le vigne sono distribuite tra quattro comuni del Basso Monferrato, su un terroir molto particolare, bianco e calcareo, che ha fatto la fortuna di questa parte del territorio piemontese, lontano dalle Langhe.
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Dimenticatevi del compagno di banco con i brufoli e gli occhialoni, il secchione torna alla ribalta: ripulito viso e guardaroba, la montatura spessa oggi è must
La rivincita dei nerds testo di Edoardo Gentile e foto di Sara Vindrola
Lâ&#x20AC;&#x2122;abc dello stile nerd: tra gadget elettronici, giochi di strategia e capi ispirati ai college anni 50 Impermeabile classico, beige, vintage; cappello da uomo nero, Chic per Cappelleria Teresa; in primo piano: occhiali da vista taglio rettangolare, montatura spessa con lenti sfumate su toni marroni, Prada
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fashion story
a beautiful mind
Dedicato alla vita del matematico e premio Nobel John Forbes Nash jr., fu il film che rese famoso Russel Crowe come attore impegnato,
nei panni di questa sorta di genio schizzofrenico. Si può far risalire a questo film la ripresa del fascino del nerd style e la sua moda.
Camicia in cotone a quadretti bianchi e verdi, vintage; cardigan in cotone grigio, Denny; cravatta nera opaca, Tessitura Serica Bernasconi; pantaloni fantasia scozzese su tonalitĂ terra bruciata e marrone, Erediribelli
Orologio Casio, A163WA; backgammon, gioco da tavolo in legno chiaro, con pedine gialle e verdi. Regole di gioco: ogni giocatore ha 15 pedine, con possibilitĂ di muoverle sui 24 triangoli secondo il lancio dei due dadi
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il professore matto
Il professore del MIT Gerald Sussman aspirava a instillare orgoglio nei nerd: “La mia idea è presentare ai bambini l’immagine che sia giusto essere intellettuali e di non preoccuparsi
Camicia in cotone viola, Patrizia Pepe; cravatta fantasia Principe di Galles bianca e nera, Ben Sherman; giacca e pantaloni grigio scuri con nuances violacee, tono su tono; occhiali da vista Ray Ban 5017; gemelli in madreperla; fermacravatta in argento
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delle pressioni dei compagni a non essere intellettuali. Voglio che ogni bambino diventi un nerd, dove questo significa qualcuno che preferisce studiare e imparare per competere nel predominio sociale”.
fashion story
roba da nerd
Sono pochi, ma molto codificati gli elementi dello stile del nerd. Occhialoni Ray Ban, con montatura tartarugata o nera; Orologio Casio, A163WA e calcolatrice. Anche quella meglio se Casio.
Camicia in cotone bianca, con inserto in seta grigia, Patrizia Pepe; gilet sportivo a rombi bianco e verde, Bob; giacca in velluto a coste cammello, vintage; scarpe scamosciate color cammello, Clarks Originals; pantaloni taglio classico beige, Dockers
Andrea Colzi, 28 anni, laureato in Ingegneria dei Veicoli Terrestri allâ&#x20AC;&#x2122;UniversitĂ degli Studi di Pisa. Il suo stile è caratterizzato da una spiccata contaminazione tra capi classici e vintage, limited editions e smart dresses
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La maggior parte dei miei lavori è realizzata in spazi molto piccoli. Case in cui ho vissuto o molto conosciute. Per costruire i miei ‘modelli di realtà’ devo vivere con gli oggetti. Mi ci vogliono settimane
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per realizzare una sola composizione, ma una volta che tutto è perfetto, che il mio mondo possibile è lì, di fronte ai miei occhi, lo fotografo e mi sento svuotato
portfolio
bio
Ha studiato film direction all’Università del Cinema di Buenos Aires, e seguito le lezioni di fotografia con Juan Carlos Villareal e Alberto Goldenstein. Premiato con il Subsidio a la Creaciòn Artistica
dalla fondazione Antorchas, nel 2003 ha vinto una borsa di studio per partecipare al Visual Arts Studio Program C.C.R. Rojas- UBA | Kuitca. Ha realizzato 2 film documentari: Cenando con Suarez (1998)
e Una Historia del Trash Rococò (2009). Durante gli anni ’90, è stato membro dell’Ar Detroy. Ha esposto in Argentina, Cile, Brasile, Colombia, Venezuela, Messico, Stati Uniti e Germania.
El ultimo movimiento foto di Miguel Mitlag testo di Carlotta Petracci
Garage art, arte povera, minimalismo trash, difficile etichettare Miguel Mitlag e la sua rivoluzione estetica. Partito da Buenos Aires alla volta dell’Europa, in un solo anno ha conquistato Berlino, e ora ci prova con l’Italia. Noi nel mentre lo ospitiamo, chissà che non ci scappi una bella ispirazione!
Per prendere possesso dello spazio, vivo con gli oggetti. Comporre è un delicato processo creativo che inizia col familiarizzare
Parafrasando George Perec, esiste una dimensione nella vita di tutti i giorni che spesso non cogliamo. Il banale, il comune, l’abituale o come dice lui stesso: l’infra-ordinario, è una realtà familiare ma a cui non prestiamo attenzione. Troppo piccola e troppo solita, la banalità è generalmente relegata ai margini, tranne quando, ‘follia delle follie’, viene eretta a opera d’arte. Uno spirito, quest’ultimo, comune a molti artisti conteporanei, principalmente di origine sudamericana. Tra loro, Miguel Mitlag, nato a Buenos Aires e ora italiano di adozione, il cui lavoro ha trovato innumerevoli definizioni: dalla garage art, non ancora codificata, all’arte povera, più conosciuta. Il senso è il medesimo: costruire attraverso il ‘riuso’ un nuovo percorso di significazione. Nelle riflessioni di Mitlag però la ‘poetica’ si fa più spinta. Nelle fotografie, come nelle installazioni o nelle
scenografie teatrali realizzate, il punto di partenza è sempre l’oggetto nello spazio. E lo spazio in questione è la casa. Per dirla come Heidegger, Mitlag abita, ossia prende possesso dei luoghi attraverso la sua arte. Durante le settimane che precedono la composizione vive con gli oggetti che raccoglie, con le ‘pseudo-realtà’ che costruisce. “Non si tratta -come dice- di un comportamento eccentrico, ma di un delicato processo creativo, in cui la componente empirica e sperimentale gioca un ruolo significativo”. Abituarsi ai materiali, selezionarli con cura, affiancarli con nuove gerarchie non ha altro scopo che quello di riflettere sulla società umana. Sul senso assegnato agli oggetti, alla loro funzione e a quel processo di usura e consumo che pur volendoli a un certo punto fuori dal ciclo di vita, non ne destituisce mai completamente il valore estetico e affettivo. 61
Gli oggetti che utilizzo provengono sempre dalla vita quotidiana. Oggetti di uso comune, molto spesso vecchi, unbranded. Nel momento in cui li decontestualizzo e li affianco, sono io a dargli un nuovo
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significato. Da un punto di vista concettuale, è come se, strutturando delle relazioni visive e cromatiche, volessi riflettere sulla società e le sue regole. Ma in maniera utopica
portfolio In Sud America l’arte povera è molto diffusa. È una questione quasi ‘ambientale’. Si vive alla giornata, le case sono stracolme di cose, non si butta niente e si riutilizza tutto. Il consumo è vissuto come uno spreco e la
distinzione tra ordine e disordine è fluida e ambigua. Per questo, amo molto mischiare vecchio e nuovo ed esaltare il potere visivo ed evocativo di oggetti banali
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Sono pochi i lavori in cui includo delle persone. E se lo faccio le tratto come suppellettili, pezzi di arredamento. Questa impostazione così statica mi viene dalla fotografia di architettura, che per
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alcuni anni è stata il mio lavoro. Nelle mie composizioni però il movimento non è assente, bensì in potenza. Spesso rappresento cose che stanno per succedere o che sono appena accadute
portfolio I miei set non sono mai troppo grandi. Le mie case non hanno mai superato la dimensione di un bilocale. Utilizzo sempre tre pareti, per avere maggior profondità. Tutto però è in scala reale. Mi piace molto giocare
al confine tra realismo e finzione, la fotografia è un buon mezzo per farlo. Gli spazi nelle foto sono reali, ma io ci posso mettere anche due mesi a costruire questa realtà
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luca service x rent
Luca Service
i nostri servizi
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02
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04
montaggio arredo case e uffici
05
depositi custoditi, moderni e sicuri
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Montaggio arredamenti, traslochi, trasporti e noleggio piattaforme
Velocità, sicurezza e puntualità: le buone regole di un servizio di trasferimento di alta qualità All’interno del mondo dei traslochi, Luca Service è una società altamente specializzata di servizi che opera con privati, aziende, uffici, banche e enti pubblici. Dal trasporto al montaggio arredi, segue tutto il processo di trasferimento delle attività garantendo il massimo dell’efficienza e della qualità. Personale altamente qualificato, prezzi competitivi e un corredo di automezzi, attrezzaturre e materiale per l’imballo di ultima generazione: sono
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Casette e pupazzetti - Non sono più gli anni Settanta: camper, tenda e materassini. Il costume è cambiato, e i campeggiatori hanno voltato pagina. Le vacanze? Anche se spartane non rinunciano alla casa e neppure ai suoi nuovi amici. Mettiamoci in viaggio per saperne un pò di più… -
Benvenuti in campeggio - Sono case a tutti gli effetti, ma mobili. Dalla Francia l’ultimo trend per gli appassionati di aria aperta e smart holidays -
Come nasce una lepre - Un’incursione tra le bozze del suo disegnatore. Per scoprire da dove viene il nuovo spiritoso amico di casa Solo Affitti -
Benvenuti in campeggio Non più piazzole e caravan, ma veri e propri villaggi vacanze. Tra Adriatico, Tirreno, Argentario, pianura e Appennini ecco come ci si riconcilia con la natura… E anche con la casa Glamping, eco-lodge, mobil home: sono molti i neologismi che oggi accompagnano la filosofia del campeggiare. Segno che qualcosa è cambiato, da quando il glamour, le case mobili e quelle rispettose dello stile di vita dei nativi hanno fatto capolino tra le richieste e le abitudini della nuova tourist gaze. La storia del campeggiare data ormai tempi lontani. Erano gli inizi del 900 quando nascevano, in Gran Bretagna e in nord Europa, le prime associazioni di campeggiatori; gli anni 50 quando il boom dell’automobile aveva coinciso con le vacanze fai da te e gli anni 70 quando lo spirito libero delle nuove generazioni aveva trovato nell’on the road il suo credo. Oggi che il viaggiare non coincide più con la fuga dal mondo, umano e urbano, e che la mobilità, si è per così dire, naturalizzata, il campeggiare ha imboccato altre strade. I campeggi, da luoghi aperti e ‘brulli’, provvisti solo di servizi minimi, si sono trasformati in veri e propri villaggi vacanze. Luoghi di intrattenimento che recuperano persino il valore della casa. Per scoprire dove tutto questo è avvenuto, ci siamo messi in viaggio. Destinazione: centro Italia. Tra Adriatico e Tirreno siamo stati ospitati all’interno di alcuni camping del Club del Sole, moderne strutture ricettive per gli amanti della natura, oggi, punto di riferimento per il turismo peninsulare all’aria aperta. Tra le accommodation più interessanti, le tanto decantate mobil home: case mobili spaziose, eleganti e superaccessoriate che sembrano aver sostituito i più comuni bungalow e le piazzole per caravan e tenda. Provengono dalla Francia e sono uno degli ultimi trend di questo tipo di turismo, in grado di coniugare la passione per la libertà con una dimensione familiare ritrovata. Perfette per chi in viaggio non vuole abbandonare la tranquillità e la comodità del proprio nido.
camping d’italia 01 Vigna sul mar camping village Lido di Pomposa, Ferrara 02 Spina camping village Lidi di Comacchio, Ferrara 03 Marina camping village Punta Marina Terme, Ravenna 04 Adriano camping village Punta Marina Terme, Ravenna 05 Cesenatico camping village Cesenatico, Riviera Romagnola 06 Pineta sul mare camping village Cesenatico, Riviera Romagnola 07 Orbetello camping village Albinia, Orbetello, Grosseto 08 Stork camping village Cologna Spiaggia, Roseto degli Abruzzi, Teramo
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i campeggi Quattro stelle in giro per l’Italia Fanno parte della famiglia Club del Sole otto camping village di nuova generazione, distribuiti tra Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo: Adriano, Cesenatico, Spina, Stork, Vigna sul Mar, Marina, Orbetello e Pineta sul Mare. La struttura dei villaggi è come quella di una piccola città. “Zone residenziali” affiancano spazi comuni, strutture per il relax e il divertimento si accompagnano a ritagli verdi, dove passeggiare. Bar, ristoranti e shops si distribuiscono al centro delle piazze, ricreando la familiarità della vita quotidiana. Eventi a getto continuo, scandiscono le giornate dei villeggianti. Al loro interno si possono trovare bungalow, piazzole per caravan e tende e le tanto decantate mobile home. Case prefabbricate trasportabili e iperaccessoriate, in legno e colori pastello che sembrano essere diventate l’ultimo trend per gli amanti della vita all’aria aperta e delle smart holidays. Prodotte in Francia e molto europee nello spirito, stanno spopolando anche in Italia tra turisti locali e stranieri.
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le case Mobili, spaziose e tanto tanto belle Sono proprio come quelle che si vedevano in tv quando eravamo bambini, nelle lande americane, accompagnate da camper futuristici. Qualcosa di lontano, che contrastava con la nostra tradizionale idea di casa, fatta di mattoni, legata al territorio, e allo stesso tempo suggeriva che si poteva vivere diversamente: viaggiando, senza fissa dimora ma con un tetto sulla testa. Oggi il turismo ha cambiato tutto, ha reso possibile e quotidiano questo sogno infantile e le case mobili sono diventate un’ottima soluzione per vacanze familiari all’aria aperta, in grado di conservare lo spirito del campeggio, aggiungendovi la comodità e lo spazio di una casa a tutti gli effetti. Le troviamo al Club del Sole, all’interno dei villaggi, come soluzione alternativa alla tenda e ai più comuni bungalow. Ce ne sono di diverse dimensioni e allestimenti, e possono essere prenotate direttamente dal sito dei campeggi in cui si vuole pernottare o all’interno delle agenzie Solo Affitti Vacanze.
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club del sole
la vacanza Come a casa propria, anzi di più L’idea di base del Club è quella di rivoluzionare lo stile di vita del campeggio. Conservare la sua libertà e il suo rapporto qualità-prezzo, ma offrendo accommodation più moderne, intrattenimento e strutture per il relax in stile villaggio. La comodità della casa viene ricreata attraverso la proposta delle mobil home, maxicaravan molto spaziosi che possono contare fino a tre camere da letto, cucina e servizi. Sono gli ultimi trend del mercato turistico ad aver messo in luce, sia in Italia che in Europa, questa dimensione familiare ritrovata e ad aver permesso una contaminazione tra offerte prima disgiunte. Ritmi meno accellerati, meno evasione e più intrattenimento, desiderio di non abbandonare completamente le proprie abitudini, hanno cambiato il modo di vedere e intendere il campeggio: un pò albergo, un pò villaggio, un pò nido quotidiano.
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Come nasce una lepre illustrazioni di Seltz
È arrivato un nuovo amico in casa Solo Affitti! Un leprotto giallo e spiritoso che diventerà il nuovo volto del mondo dell’affitto. Un concentrato di tutti i valori che ci hanno accompagnato per anni. Uno su tutti: la velocità. Andiamo a conoscerlo insieme Pensare di parlare attraverso un character è una scelta di campo. Significa abbracciare una visione amichevole e dialogica della comunicazione, e assegnare una personalità concreta a ciò che spesso risulta intangibile: un marchio. Di character e mascotte ce ne sono tanti, ma tutti hanno la medesima funzione: informare e intrattenere. Dalla preistoria, per poi passare al mondo totemicotribale e a quello moderno, ad ogni specie animale sono stati assegnati dei valori. Al punto che, nel linguaggio comune, si usa ancora dire: furbo come una volpe, laborioso come una formica, veloce come una lepre! Esiste nell’immaginario collettivo un bagaglio di conoscenze condiviso, che permette un’immediata comprensione, che prescinde dall’età, dalla posizione sociale, dalla cultura, dal lavoro, dalla lingua. Parlare attraverso ciò che tutti conosciamo, rende la comunicazione più diretta, efficace 76
e familiare. Un’affermazione ancora più vera se si considera la difficoltà che visivamente si incontra nel tradurre un concetto astratto come l’affitto. Cambiare casa più di una volta nella vita, è una cosa che oggi accade abbastanza spesso. La dimensione del viaggio è entrata a far parte stabilmente della nostra epoca e a ragion veduta possiamo descrivere quello dell’affitto, non più come un semplice servizio ma come un vero e proprio mondo. Riprendendo il logotipo del marchio e trasformandolo in un character, abbiamo scelto quindi di fare della lepre la guida fidata al mondo dell’affitto, dalla prospettiva del franchising e dei suoi valori. Il nostro mister “x” è veloce, curioso, amichevole e molto informato. Ma soprattutto è il punto di partenza di un viaggio: quello che condurrà ciascuno di noi alla ricerca di quel posto, sicuro e fantasmatico, che chiamiamo casa.
solo affitti
ciao!
Il nostro nuovo amico Una ventata di allegria lâ&#x20AC;&#x2122;ha portato fino a qui. Via, di corsa. Diamogli insieme un nome!
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bella testa Chissà cosa c’è dentro
Sferica, squadrata oppure a mezza luna? Quante prove ci sono volute per trovare proprio quella testa, quanti cartoni animati si sono guardati, quanti libri per bambini si sono sfogliati per far dire proprio a quella forma: “Ehi, io ce n’ho di sale in zucca!”.
fisico bestiale Per chi anticipa il mercato
Snello e agile, esprime l’idea di flessibilità tipica della rete, la sua vitalità e giovinezza e la sua disponibilità a cambiare. Piccolo ma energico, sa che la forza sta nel gruppo e che il mondo dell’affitto è tutto da conquistare. E non se lo lascerà scappare.
in forma
Chi bello vuol apparire… Ogni buon character incarna dei valori: interiori ed esteriori, che si richiamano a vicenda. Quando il suo ruolo è dare personalità a un marchio, questa relazione è ancora più stretta. Forma fisica e forma mentis coincidono: come per i greci bello e buono.
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solo affitti
faccia tosta Per chi non ha paura
Un bel musetto intelligente e astuto è tutto quello che ci vuole, soprattutto quando il valore guida principale è l’onestà. E la faccia tosta? É quella di chi sà che può dare sempre il meglio e contare su una grande rete, molto ben organizzata.
idee in movimento La corsa perfetta
Che cosa fa una lepre? Corre, ovviamente. Soprattutto perchè la velocità, in questo caso, è l’attributo principale di un servizio. Veloci nel proporre soluzioni, veloci nell’agguantare opportunità, veloci nel comprendere il mercato. Quindi, andale, andale!
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di tutti i colori Purché giallo 100%
Chi ha mai visto una lepre giallo canarino? Nessuno. Perchè lei è unica. Il suo colore è quello del franchising e del mondo dell’affitto. Gialli squillanti sono i cartelli degli annunci, per essere visti da lontano, e così non poteva che essere la mascotte.
C 000 R 164 M 000 G 154 Y 100 B 000 K 043
C 000 R 208 M 000 G 194 Y 100 B 000 K 023
C 000 R 243 M 000 G 224 Y 100 B 000 K 008
C 000 R 230 M 000 G 231 Y 100 B 232
C 000 R 000
K 010
M 000 G 000 Y 000 B 000 K 010
C 000 R 255 M 000 G 255 C 000 R 255
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M 000 G 242
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a me gli occhi Specchio dell’anima
Grandi, vispi e all’occorrenza languidi. Perché il nostro aiutante è attento ma anche terribilmente dolce e affettuoso. Il suo sguardo amichevole e sincero, traduce esattamente quei valori di trasparenza, informalità e fiducia che la rete ha scelto di incarnare.
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solo affitti
casa dolce casa Perché chi cerca trova
Ecco svelata la sua missione: trovare casa. Quale? Quella di un tipo un po’ speciale, in affitto! Una casa per tutti i gusti, per moderni viaggiatori e holiday lovers. Per tutti quelli che non mettono radici ma non rinunciano neppure alla propria tana.
ta-daaa!
In tutto il suo splendore Piccoletto e sorridente. Magro, atletico e scattante. Dallo spirito curioso e vagamente ‘saputello’. Lo si vede a colpo d’occhio. Ma dalla sua ha la simpatia e la voglia di diventare il migliore degli amici. Una mascotte di cui non potrete più fare a meno.
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coupon di sottoscrizione Per sottoscrivere l’abbonamento annuale compilare e spedire in busta chiusa e affrancata a: Rentasì srl Via Tortona, 190 47522 Cesena (Fc)
un anno con la lepre
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giro d’italia
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LINEA VERDE Eco-vacanze, auto condivise, mezzi di trasporto puliti e orti urbani. Senza dimenticarsi degli elettrodomestici rivisitati in chiave ‘animale’. Ecco la via italiana all’ecologically-correct
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Orti urbani a Milano Ovvero come avere "l'erba più verde di quella del vicino"
Car pooling: una realtà sostenibile Meno stress, meno costi, più qualità della vita
Il ritorno alla coltivazione dell’orto all’interno dell'ambiente urbano è un fenomeno recentissimo. Milano è tra i primi comuni ad aver adottato questa moda. Per citare un esempio: l’architetto Claudio Cristofani ha deciso di suddividere il terreno di famiglia in piccoli orti urbani da affittare a chi interessato: 75 mq costano 360 euro all’anno, iva compresa, col diritto all’acqua di falda. Al momento, in tutta la città, si contano più di 400 orti comunali, grandi in media tra i 45 e i 60 metri quadrati, che occupano nel complesso 28 mila metri quadrati di terreno. Sono ripartiti in sette zone della città, soprattutto nelle periferie. L’85% è assegnato a pensionati e anziani e il restante 15% a portatori di handicap autosufficienti, disoccupati e giovani residenti nella zona. Per tutti gli appassionati, l’appuntamento è all'Expo 2015, in cui Milano si proporrà come un nuovo modello di agricoltura urbana.
Nato per ridurre il numero di vetture circolanti e l'impatto ambientale, il car pooling è diventato un vero e proprio imperativo di stile. Niente agenzie nè istituzioni dietro l’iniziativa, ma solo persone che si organizzano per condividere la propria vettura: per recarsi sul posto di lavoro, a fare la spesa, in università. Principalmente
diffuso in nord Europa e negli Stati Uniti, dove esistono addirittura specifiche segnaletiche stradali, il car pooling sta prendendo piede anche in Italia, dove sull’autostrada A8-A9 è stata messa a disposizione una corsia del casello, con tariffe di pedaggio scontate del 64%. I vantaggi sono notevoli: si risparmia sul carburante, sui pneumatici, sui freni, sui pedaggi e sui parcheggi. Si riducono l’emissione di CO2 e il volume del traffico, senza dimenticarsi degli effetti benefici sullo stress.
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In arrivo i monopattini a noleggio L’eco-mezzo da 16 Km/h, rigorosamente per ambienti urbani
La pecora tosaerba L’ultima frontiera dell’eco giardinaggio
Tutte le grandi città da tempo mettono a disposizione delle biciclette per i cittadini, in modo da scoraggiare l’utilizzo dell’auto e ridurre il traffico. In futuro potrebbe arrivare un mezzo di trasporto più divertente: il monopattino. Il sistema si chiama “Link scooter system” ed è stato ideato da Anton Grimes, studente australiano dell’Università del New South Wales. In pratica, degli speciali lampioni per la luce contengono fino a 4 monopattini elettrici. Grazie a una carta magnetica, se ne può noleggiare uno e sfrecciare per la città. Al termine della giornata lo si inserisce in uno dei pali liberi che lo ricarica per il giorno seguente. Un’idea molto utile anche per ridurre l’emissione di sostanze nocive nell’aria.
Dopo gli asini netturbini in Sicilia, ecco le pecore tosaerba, incaricate della manutenzione del verde pubblico a Torino. Ne sono state ‘assunte’ 700, insieme a 40 mucche. L’operazione non costa nulla al Comune: due pastori hanno il permesso di portare le greggi a brucare nei parchi, senza più la necessità di pagare alcun tagliaerba. L’iniziativa, anche se locale, non è passata inosservata. E Google, società americana che gestisce il motore di ricerca più diffuso al mondo, nel giro di un paio di mesi ha disseminato il prato della propria sede in California di capre. L’affitto di 200 capi, dice il blog dell’azienda, è analogo al costo che si sosterrebbe usando una falciatrice. Punto a favore? Le capre non inquinano e offrono un quadretto molto più ‘rustico’.
05 Green ski Anche lo sci rispetta l'ambiente Impianti di risalita che si sostengono con energia prodotta in loco e servizi di trasporto che rispettano la natura: gli sport invernali, nei dintorni di Merano, sono sinonimo di rispetto dell'ambiente. Qui è nato il progetto ‘mobilità dolce’: il modello prevede la
chiusura del paese al traffico e l’arrivo sulle piste con minibus o trenino gommato. Gli impianti di risalita si alimentano con energia prodotta a valle, la neve artificiale è creata con acqua del posto, senza aggiunta di sostanze chimiche. Assieme all’affitto dell’attrezzatura da sci, il must have è la BusCard, che, con soli 6 euro, collega oltre otto comuni, ed ha validità di 7 giorni, su tutti i mezzi pubblici.
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TUTTI IN 'FISSA' PER LA FISSA testo e foto di Sara Vindrola modello: Kun Ding
La bici a ruota fissa è la quint’essenza di un velocipede: niente freni e niente cambio, ma ruota fissa, scatto fisso, pignone fisso. Ha un solo rapporto possibile e nessun meccanismo di ‘ruota libera’, per cui se girano le ruote, girano anche i pedali e con loro le gambe di chi monta in sella I padri spirituali sono i bike messengers d’oltreoceano, corrieri su due ruote che sfrecciano nel traffico e che hanno importato nelle vie urbane una dimensione ciclistica che apparteneva esclusivamente alla pista: la ruota fissa. Oggi la fissa è molto più che un semplice mezzo di trasporto: una vera e propria tendenza, che ha trovato terreno fertile nella cultura underground. Incarna una filosofia ‘no frills’, letteralmente senza fronzoli, come recita il
manifesto stesso ‘un movimento fluido e continuo [..] il tuo mezzo è assurdamente crudo, un fil di ferro [..] quasi invisibile’. Poesia ideologica a parte, i fixies puri e duri hanno le bici prive di freni. Allora, come si arresta la corsa? Occorre invertire la spinta sul pedale con tutto il peso del corpo, to skid, da cui deriva lo slang ‘skiddare’. Occhio però a non farsi prendere troppo dal gusto per l’essenzialità: in Italia senza freni, si è a rischio di paletta!
01 Manubrio
02 Sellino
All’insegna del DO IT YOURSELF, la fissa può essere assemblata attingendo a differenti tipologie di bici. Il manubrio, ad esempio, può essere da corsa, da MTB o a ‘corna di bue’. Il primo, è stretto e con impugnatura decisamente bassa, il secondo, è più stabile e largo, l’ultimo rappresenta un ottimo compromesso tra aerodinamicità e comodità.
Uno dei problemi principali per la scelta del telaio della bici fissa è conoscere la misura giusta. Esperti di biomeccanica sono in grado di calcolare perfettamente le quote, di cucire come sarti la bici perfetta per il suo possessore. Il parametro fondamentale è la misura del cavallo, ovvero il segmento che va da terra al sottosella, da moltiplicare per 0.65.
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Kun indossa una camicia azzurra ed una giacca a vento blu notte in tinta con i mocassini Superga: tra la comodità del biker, e l’eleganza del worker
carosello
Bici a scatto fisso, telaio Cinelli, assemblata e personalizzata da 10CENTO, gruppo di giovani fixies che puntano alla promozione e l’utilizzo di questa bici in città. In fibra di carbonio, pesa appena 7 kg, ma il suo valore è ben oltre 2000 euro
Bike Polo Praticato per la prima volta in Irlanda nel 1891 è molto simile al polo, con, al posto dei cavalli, le biciclette. Versione recente e di successo di questo sport è senza dubbio quella cittadina, il cosiddetto Urban Bike Polo. In questa variante meno formale, squadre di 3 o 5 giocatori si contendono la vittoria usando la città come campo da gioco. Predilette in questo contesto sono le bici a scatto fisso, perchè favoriscono maggiori accelerazioni e più controllo nelle manovre in spazi ristretti.
02 Critical Mass 01
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03 Rapporto
04 Ruote
La bicicletta a scatto fisso ha la particolarità di avere un solo rapporto possibile e niente ‘ruota libera’. Sarà quindi il ciclista a regolare la velocità con la cadenza di pedalata, o a fermarsi agendo sui pedali. Per questo motivo le biciclette a scatto fisso sono le più leggere e minimaliste: prive di sistemi di cavi, guaine, comandi e parti del cambio, e, perché no, anche dei freni.
Copertoni neri o bianchi? 36 raggi o 4 razze? Qualsiasi siano i vostri gusti, la ruota è una delle componenti più variabili. Le più tecniche, sono realizzate in fibra di carbonio e permettono di sfiorare velocità fino ai 50 km/h, mentre le più sceniche, le ruote lenticolari, hanno al posto dei raggi una struttura piena, una sorta di disco con superficie perfettamente piatta.
La prima, avvenuta a San Francisco nel 1992, contava appena 50 ciclisti. Oggi i raduni di ‘massa critica’ vedono l’afflusso di migliaia di persone e si svolgono in tutto il mondo. Si tratta di vere e proprie invasioni della strada da parte di ciclisti, con il conseguente blocco del traffico automobilistico. Questo attivismo urbano, a metà tra gusto anarchico e movimento ambientalista, non ha né leader né organizzatori, si parla di ‘coincidenza organizzata’ e ci si muove su un percorso improvvisato, il fine ultimo però rimane sempre quello di pedalare in compagnia.
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DIMMI COSA MANGI... testo di Vittorio Belafonte foto di White
2000 anni fa Ippocrate, padre della medicina antica, scriveva: ‘fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo’, ovvero non esagerare nella quantità nè riduci eccessivamente. Il cibo va consumato nelle giuste dosi e con tempi che ne ottimizzino la sua efficacia. Questo è il pensiero alla base della Diet Zone, ideata dal biochimico americano Barry Sears
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02 La Zona nella formulazione dei pasti utilizza il metodo a blocchi. Agli alimenti vengono attribuiti coefficienti numerici in base alla quantità e alla categoria di appartenenza.
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Un pranzo è composto di solito da non più di 3 o 4 blocchi, a seconda del fabbisogno. Uno spuntino è composto da 1 blocco o da 2 blocchi a seconda delle necessità.
1 blocco è composto da: 1 blocchetto di proteine + 1 di carboidrati + 1 di grassi
pane e vino
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01. Colazione / 3 blocchi uovo intero 60 gr / albume 40 gr / fruttosio 5 gr / prosciutto cotto 30 gr / cracker al sesamo 30 gr / caffè / fragole 60 gr 02. Pranzo / 4 blocchi roastbeef 100 gr / kiwi 1 / pane integrale 25 gr / mandorle 4 pezzi /
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03. Cena / 5 blocchi petto di pollo 90 gr / spinaci 100 gr / carote 100 gr / fagiolini 100 gr / olio di oliva extravergine 1 cucchiaino / vino rosso 60 cc / 1 banana 04. Spuntino / 1 blocco pane bianco 25 gr / mozzarella 25 gr / prosciutto crudo 10 gr 05. Spuntino / 2 blocchi 1 arancia / ricotta magra fresca 25 gr 06. Spuntino opzionale / 1 blocco frollini di avena 4 pezzi
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Esempio di giornata da 5 pasti per un uomo di 80 kg sottoposto a mediocre attività fisica: colazione 3 blocchi
spuntino metà pomeriggio 1 blocco
spuntino metà mattina 1 blocco
cena 5 blocchi
pranzo 4 blocchi
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07. Spuntino opzionale / 1 blocco yogurt magro bianco 300 gr 08. Mc Donald’s / 4 blocchi hamburger 150 gr / pane 50 gr / maionese 5 gr / ketchup 5 gr / patatine 6 pezzi 87
sopravvivenza urbana
10 REGOLE PER illustrazioni di Seltz
Aiutare il pianeta a sopravvivere. Manuale sul risparmio energetico casalingo
Quali sono i comportamenti da mettere in atto per favorire la sostenibilità ambientale? Si tratta di microazioni che coinvolgono il vivere quotidiano e fanno di ognuno di noi il diretto responsabile del futuro del pianeta. Mettiamo da parte la convinzione che in piccolo non si può risolvere nulla e rimbocchiamoci le maniche!
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bere acqua del rubinetto
non usare sostanze dannose
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usare lampadine a risparmio energetico
risparmiare sui consumi elettrici
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riciclare il piĂš possibile
non lasciare in stand-by gli elettrodomestici
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comprare solo merce italiana
fare la raccolta differenziata
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spegnere la luce quando non occorre
ridurre l'uso di plastica
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videoclub
UNA SCOMODA VERITÀ di Massimo Teghille
Il Pianeta sta andando verso la distruzione e i responsabili siamo noi. I dati e i segnali parlano chiaro. Questo è il messaggio, diretto, provocatorio, senz’altro ‘scomodo’, che ci lancia Al Gore all’interno di questo film-documentario. Vicende familiari, documentari, conferenze ed un pizzico di spettacolarizzazione sono gli ingredienti di questa ricetta. Sedetevi e prestate attenzione: il boccone ‘amaro’ potrebbe andarvi per traverso Si, lo so non è proprio un film: non ci sono inseguimenti, non si possono mangiare i popcorn, bisogna anche stare attenti alla lezione e quasi ci si rammarica di non aver una penna per prendere appunti. Ci si chiede anche se Al Gore sia proprio un attore: anni di esperienza politica gli hanno insegnato come affascinare una platea e, in questo caso, impersona se stesso, oratore magnetico. A parte le facezie, il film è un report sulle condizioni ambientali del nostro Pianeta. I dati non sono
È molto frustrante per me cercare di comunicare, convincere e spiegare con parole sempre più chiare che noi siamo ancora i maggiori responsabili di ciò che accade. Mi guardo intorno cercando di cogliere i segnali di un cambiamento da parte nostra ma continuo a non vedere nulla
incoraggianti e le prospettive future ancora meno: la sintesi più allarmante si deduce dal grafico che mostra l’incremento di CO2 avvenuto negli ultimi ottant’anni, solo paragonabile a quello avvenuto precedentemente nel corso di alcuni millenni. Come dire, la candela è più luminosa se brucia da due parti, ma dura la metà… Grafici, analisi e proiezioni aiutano Al a spiegare al pubblico in aula come abbiamo devastato il mondo. Una lezione vera e propria, che, intrecciata con aneddoti privati, lega intimamente la figura dell’oratore alla battaglia che ha deciso di combattere. Il Senatore Gore, liberato dagli impegni presidenziali e dagli scandali del suo ex capo, ha potuto occuparsi con dedizione della propria battaglia: salvare l’ambiente. Il tema trattato è di vitale importanza: quello che si vede sullo schermo non è finzione. È già accaduto ed è stata soprattutto colpa nostra. Una scomoda verità è un vero documentario contemporaneo che unisce un tema reale ad un mezzo potente come il cinema, sfruttando le potenzialità di entrambi. Un dicitore autorevole tratta un argomento d’attualità coadiuvato da una sceneggiatura affascinante che non tralascia la coerenza all’argomento; il tutto sapientemente adattato al linguaggio cinematografico con tanto di colonna sonora da Oscar, che, però, ricorda un Pierangelo Bertoli di trent’anni prima. Naturalmente, i detrattori hanno subito puntato il dito contro la scientificità dei dati che il film espone: certo non verrà adottato come testo formativo alle Scuole Medie, ma ci rende più consapevoli. Se chi lo guarda, sarà spinto a chiudere l’acqua corrente mentre si lava i denti, Al avrà già fatto molto.
regia:
produzione:
Davis Guggenheim
USA 2006
fotografia:
durata:
Bob Richman
100 min.
colonna sonora:
genere:
Michael Brook
documentario
montaggio:
interpreti:
Jay Lash Cassidy Dan Swietlik
Al Gore Billy West
La condizione del pianeta e i rischi che corre a causa dei gas serra è la scomoda verità che Al Gore si è impegnato a diffondere di persona attraverso un tour che si è esteso ai quattro angoli della terra avviato dopo aver perso la corsa alla Casa Bianca. Conscio di andare incontro allo scetticismo delle persone ma forte delle sue ricerche nel campo e di vent’anni di esperienza Gore espone una serie di dati scientifici inattaccabili, tabulati, previsioni sul nostro prossimo futuro e risposte alla domanda su come affrontare il riscaldamento globale del pianeta. Il ritratto è sconfortante e per questo "scomodo"; scomodo per i governi, che al momento fanno finta di non sentire, vedere, sapere e scomodo per le persone che pensano che non ci siano limiti allo sviluppo. In questo clima di scetticismo calcolato, Al Gore appare come un moderno Noè senz'arca. Una scomoda verità non è un film da vedere sgranocchiando pop corn, sconfina addirittura nel documentario; è un cine-notiziario realistico quanto agghiacciante. Girato da Davis Guggenheim è una di quelle opere che vanno viste perché riguardano tutti, nessuno escluso. Siete pronti a conoscere la verità?
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SOLOAFFITTI franchising immobiliare
sempre in viaggio
Un nuovo business, che prevederà la cessione in licenza del marchio Solo Affitti Vacanze, ad agenzie immobiliari, turistiche e villaggi.
La mobilità è stata ancora il punto di partenza di un nuovo incontro, dove si è parlato del mercato turistico.
A GONFIE VELE Strategie e prospettive delle rete più unita d’Italia. Tra le acque del Mediterraneo si è svolta la tre giorni del franchising Solo Affitti. Più di 200 professionisti del mondo della locazione riuniti in una cornice d’eccezione in vista di un unico obiettivo. Crescere, crescere, crescere insieme! ‘Siamo tutti nella stessa barca e navighiamo verso un’unica direzione’, è così che metaforicamente Silvia Spronelli, Presidente di Solo Affitti Spa ha scelto di aprire il consueto appuntamento annuale con la propria rete. Sullo sfondo, il Gran Teatro di una delle più belle navi della Msc Crociere, e davanti più di 200 imprenditori e ‘professionisti dell’affitto’, riuniti per conoscere i piani strategici del franchising, l’andamento del mercato all’anno 2009 e le prospettive di crescita future. Molti sono stati i punti toccati: dall’accordo siglato con la Uca Assicurazioni per l’insieme di servizi finanziari e assicurativi del pacchetto Affitto Sicuro, alle novità della comunicazione (dagli accessi record del nuovo sito web al nostro Rent!), all’espansione del business all’estero; e molte ancora sono state le occasioni per approfondire e consolidare obiettivi comuni. Per conoscersi uno a uno e per brindare, in un’elegante serata di gala, alla forza del gruppo. Uniti per crescere. 90
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01. Silvia Spronelli, Presidente Solo Affitti Spa 02. Maria Ruggiero, titolare agenzia Bologna 03. Massimo Sechi, titolare agenzie di Sanremo, Imperia, Ventimiglia 04. Andrea Garibaldi, titolare agenzia di Vasto 04
uno di noi
nel gran teatro
Dove, più di 400 professionisti dell’affitto, si sono riuniti per parlare del futuro della locazione e delle strategie del franchising.
Location d’eccezione per la convention è stato il Gran Teatro di una delle più belle navi della Msc Crociere.
05. un momento del meeting 06. Aldo Pressiani, titolare agenzie di Lecco e Bergamo 1 07. Manuela Pasinetti, titolare agenzia di Villasanta 08. Ketty Guerriero, titolare agenzia di Lainate
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09. Maria Borrometi, titolare agenzie di Faenza 10. Loris Spronelli, fondatore Solo Affitti Spa 11. Daniele Albano, titolare agenzia di Trezzo sull’Adda
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Siamo tutti nella stessa barca e navighiamo verso un’unica direzione: diventare il punto di riferimento indiscusso per il mondo della locazione 91
SOLOAFFITTI franchising immobiliare
L’UNIONE FA LA FORZA
Il segreto della rete risiede nella condivisione. A Solo Affitti l’esperienza di ciascuno diventa un’occasione per tutti In un tempo in cui tecnologia e progresso hanno raggiunto sviluppi prima inimmaginabili, la parola, o meglio la chiave di lettura, che torna sulla bocca di tutti è l’uomo e la sua condizione di vita. Di qui il nesso con la struttura abitativa è immediato. La crisi economica che ha fatto stringere la cintura un po’ a tutto il mondo ha rappresentato, sotto certi aspetti, il punto di forza della rete Solo Affitti. Ma non diamo nulla per scontato: l’investimento diretto e specializzato sul mondo dell’affitto è stato
affiancato da un surplus energetico notevole, in termini sia di energia-lavoro, sia di energia mentale. L’impegno costante di anni sta dando proprio ora i migliori frutti: così come l’agricoltore, dopo aver seminato il campo attende la crescita degli ortaggi, Solo Affitti, presente sul mercato da ben oltre una decade, si sta affermando più che mai come network di rilievo nel campo delle locazioni, in Italia e nella vicina Spagna. Quando si dice energie ben spese!
Chieri
Nichelino 1
Torino 2
via Garibaldi, 20
via Torino, 16/C
corso Rosselli, 87/D
t 011 9473522
t 011 6056467
t 011 3042934
VALLE D’AOSTA
chieri@soloaffitti.it
nichelino1@soloaffitti.it
torino2@soloaffitti.it
LIGURIA
LOMBARDIA
Aosta
Chivasso
Nichelino 2
Torino 3
Albenga
Bergamo 1
via Festaz, 51
via degli Orti, 4
via Torino, 161
via Madama Cristina, 115/D
via dei Mille, 139
via Garibaldi, 2/D
t 0165 610280
t 011 9131466
t 011 19917815
t 011 6696575
t 0182 630134
t 035 234492
aosta1@soloaffitti.it
chivasso@soloaffitti.it
nichelino2@soloaffitti.it
torino3@soloaffitti.it
albenga@soloaffitti.it
bergamo1@soloaffitti.it
Courmayeur
Ciriè
Omegna
Torino 4
Genova 1
Bergamo 2
viale Monte Bianco 10
via Taneschie, 6
piazza Beltrami, 6
corso Giulio Cesare, 116
via della Libertà, 63/R
via Borgo Santa Caterina, 18/A
t 0165 846839
t 011 9222135
t 0323 887177
t 011 2871777
t 010 5530009
t 035 226639
courmayeur@soloaffitti.it
cirie@soloaffitti.it
omegna@soloaffitti.it
torino4@soloaffitti.it
genova1@soloaffitti.it
bergamo2@soloaffitti.it
Saint Vincent
Collegno 1
Pinerolo
Torino 5
Imperia
Bollate
Via Emil Chanoux, 106
corso Francia, 229/A
via Martiri del XXI, 42
corso Unione Sovietica, 235
via G. Des Geneys, 14
piazza Martiri della Libertà, 9
prossima
t 011 9875332
t 0121 329997
t 011 6165505
t 0183 274959
t 02 38306571
apertura
collegno1@soloaffitti.it
pinerolo@soloaffitti.it
torino5@soloaffitti.it
imperia@soloaffitti.i
bollate@soloaffitti.it
Collegno 2
Rivalta di Torino
Torino 6
Imperia - Porto Maurizio
Brescia 1
via Torino, 182
via I° Maggio, 57
corso Monte Cucco, 6/A
via Matteotti, 2
via Zadei, 39
in prossima
t 011 9043177
t 011 7499577
t 0183 62927
t 030 3700894
PIEMONTE
apertura
rivalta@soloaffitti.it
torino6@soloaffitti.it
imperiapm@soloaffitti.it
brescia1@soloaffitti.it
Alessandria 1
Domodossola
Rivarolo Canavese
Torino 7
La Spezia 1
Bresso
via San Lorenzo, 99
via Moneta, 64
corso Italia, 44/B
via Chiesa della Salute, 84/b
viale Italia, 91
via Vittorio Veneto, 12
t 0131 260700
t 0324 241245
t 0124 424193
t 011 2207715
t 0187 778139
t 02 89280625
alessandria1@soloaffitti.it
domodossola@soloaffitti.it
rivarolo@soloaffitti.it
torino7@soloaffitti.it
laspezia1@soloaffitti.it
bresso@soloaffitti.it
Asti 1
Grugliasco
Rivoli 1
Torino 8
Loano
Brugherio
via Giulio Natta, 4
via Generale Perotti, 48
corso Susa, 115/A
via San Donato, 5
via Aurelia, 368
via C.B. Cavour, 9
prossima
t
t 011 9534121
t 011 5783230
prossima
t 039 2621300
apertura
grugliasco@soloaffitti.it
rivoli1@soloaffitti.it
torino8@soloaffitti.it
apertura
brugherio@soloaffitti.it
Beinasco
Ivrea
Settimo Torinese 1
Venaria Reale
Sanremo
Busto Arsizio
via Torino, 6
via Circonvallazione, 120
via Machiavelli, 7
via Canale, 8/A
via Roma, 2
corso XX Settembre, 57
t 011 3989991
t 0125 425810
t 011 8005184
t 011 4591767
t 0184 525507
t 0331 677780
beinasco@soloaffitti.it
ivrea@soloaffitti.it
settimotorinese1@soloaffitti.it
venaria@soloaffitti.it
sanremo@soloaffitti.it
bustoarsizio@soloaffitti.it
Biella
Leinì
Settimo Torinese
Verbania
Sanremo - San martino
Carate Brianza
via Lamarmora, 10/G
via Carlo Alberto, 168
via Roma, 40
corso Garibaldi, 12
corso Cavallotti, 139
corso Libertà, 8
t 015 2520055
t 011.9980592
prossima
t 0323 407761
t 0184 525904
t 0362 991266
biella@soloaffitti.it
leinì@soloaffitti.it
apertura
verbania@soloaffitti.it
sanremosm@soloaffitti.it
caratebriaznza@soloaffitti.it
Carmagnola
Moncalieri 1
San Mauro Torinese
Vercelli
Savona
Casatenovo
piazza IV Martiri, 3
via Goito, 3
agenzia
corso Libertà, 274
via Montenotte, 98 rosso
viale Milano (Camparada), 9
t 011 9715886
t 011 0676241
in prossima
t 0161 503493
t 019 8489572
t 039 6888054
carmagnola@soloaffitti.it
moncalieri1@soloaffitti.it
apertura
vercelli1@soloaffitti.it
savona@soloaffitti.it
casatenovo@soloaffitti.it
Caselle Torinese
Moncalieri 2
Torino 1
Ventimiglia
Cassano d’Adda
via Carlo Cravero, 30
agenzia
via Vanchiglia, 9/c
via Chiappori, 16
via Vittorio Veneto, 8
t 011 9962028
in prossima
t 011 8128648
t 0184 34521
t 0363 65692
caselletorinese@soloaffitti.it
apertura
torino1@soloaffitti.it
ventimiglia@soloaffitti.it
cassano@soloaffitti.it
92
011 7807551
elenco affiliati
1997
Nasce Solo Affitti Spa, il primo franchising specializzato nei servizi per la locazione.
2010
Solo Affitti conta oltre 270 agenzie su tutto il territorio nazionale.
Lecco 1
Milano 4A - Moscova
Seregno
Portogruaro
Udine 1
via Amendola, 47
via Varese, 1
via Magenta, 36
via Stadio, 30
via Roma, 27
t 0341 353644
t 02 36560234
t 0362 245274
t 0421 1849077
t 0432 229788
LOMBARDIA
lecco1@soloaffitti.it
milano4a@soloaffitti.it
seregno@soloaffitti.it
portogruaro@soloaffitti.it
udine@soloaffitti.it
Cassina de’ Pecchi
Legnano
Milano 4B - Zara
Sesto San Giovanni
San Donà di Piave
via Roma, 31
corso Sempione, 110
via Budua, 8
via C. da Sesto, 16
via Stefani, 12
t 02 9528157
t 0331 441006
t 02 89077343
t 02 23164299
t 0421 333146
cassinadepecchi@soloaffitti.it
legnano@soloaffitti.it
milano4b@soloaffitti.it
sestosangiovanni@soloaffitti.it
sandonadipiave@soloaffitti.it
EMILIA ROMAGNA
Cesano Maderno
Limbiate
Milano 4C
Somma Lombardo
S.Giovanni Lupatoto
Bellaria
corso della Libertà, 68/B
via Turati, 33
via Pellegrino Rossi, 16
via E. Fuser, 8
via Madonnina, 5/C
via Roma, 47
t 0362 522044
t 02 39432755
t 02 66200267
t 0331 250049
t 045 8753040
t 0541 345137
cesanomaderno@soloaffitti.it
limbiate@soloaffitti.it
milano4c@soloaffitti.it
sommalombardo@soloaffitti.it
sangiovannilupatoto@soloaffitti.it
bellaria@soloaffitti.it
Cinisello Balsamo
Lissone
Milano 5B
Sondrio
Thiene
Bologna 1
via Garibaldi, 79
via G. Matteotti, 36
piazza Caiazzo, 3
via Nazario Sauro, 54
via Santa Maria Maddalena, 8
via Malaguti, 2/D
t 02 36532707
t 039 2143037
t 02 67078454
t 0342 350419
t 0445 374138
t 051 254585
cinisello@soloaffitti.it
lissone@soloaffitti.it"
milano5b@soloaffitti.it
sondrio@soloaffitti.it
thiene@soloaffitti.it
bologna1@soloaffitti.it
Cologno Monzese
Lodi 1
Milano 5C
Trezzo sull’Adda
Verona 2
Bologna 2
viale Emilia, 66
viale Agnelli, 34
via Casoretto, 39
largo Matteotti, 3
via Betteloni, 2
via Mazzini, 113
t 02 2540027
t 0371 941251
t 02 39620963
t 02 92273037
t 045 532577
t 051 6360568
colognomonzese@soloaffitti.it
lodi1@soloaffitti.it
milano5c@soloaffitti.it
trezzosulladda@soloaffitti.it
verona2@soloaffitti.it
bologna2@soloaffitti.it
Como
Luino
Milano 6
Varese 1
Verona 3
Bologna 3
via Milano, 144
via XV Agosto, 27
via Bellotti, 13
viale dei Mille, 41
via G. Mameli, 88
via A. Costa, 67
t 031 263180
t 0332 536247
t 02 20240227
t 0332 830876
t 045 8309494
t 051 6146859
como@soloaffitti.it
luino@soloaffitti.it
milano6@soloaffitti.it
varese1@soloaffitti.it
verona3@soloaffitti.it
bologna3@soloaffitti.it
Cornaredo
Melzo
Monza 1
Vigevano 1
Vicenza 1
Bologna 4
via Brera, 15
via San Martino, 27/29
via A. Appiani, 25
corso Novara, 35
via Europa (Cavazzale), 149
via G. Marconi, 28D
t 02 23164255
t
t 039 2300019
t 0381 680009
t 0444 298822
t 051 6494477
cornaredo@soloaffitti.it
melzo@soloaffitti.it
monza@soloaffitti.it
vigevano1@soloaffitti.it
vicenza1@soloaffitti.it
bologna4@soloaffitti.it
Corsico
Merate
Monza 2
Villasanta
Bologna 5
piazza della Libertà, 2
via Don C. Cazzaniga, 25
via Cavallotti, 104
via G. Garibaldi, 16
via Toscana, 9/D
t 02 45100932
t 039 9907542
t 039 2140249
t 039 2912513
corsico@soloaffitti.it
merate@soloaffitti.it
monza2@soloaffitti.it
villasanta@soloaffitti.it
TRENTINO ALTO ADIGE
bologna5@soloaffitti.it
Crema
Milano 1A
Ospitaletto
Vimercate
Riva del Garda
Carpi 1
viale De Gasperi, 7
via Gian Galeazzo, 10
via Domenico Ghidoni, 77/A
via Mazzini, 59
viale Dante, 78
via C. Marx, 9
t 0373 201760
t 02 83242062
t 030 3450851
t 039 6260552
t 0464 557616
t 059 645787
crema@soloaffitti.it
milano1a@soloaffitti.it
ospitaletto@soloaffitti.it
vimercate@soloaffitti.it
rivadelgarda@soloaffitti.it
carpi1@soloaffitti.it
Desenzano del Garda
Milano 1B - Centro
Paderno Dugnano
Carpi 2
via Marconi, 46
via U. Visconti di Modrone, 4
via G. Rotondi, 60
corso M. Fanti, 63
t 030 9121083
t 02 76011898
t 02 99042068
desenzano@soloaffitti.it
milano1b@soloaffitti.it
padernodugnano@soloaffitti.it
VENETO
FRIULI VENEZIA GIULIA
carpi2@soloaffitti.it
Desio
Milano 1E
Pavia
Castelfranco Veneto
Bolzano 1
Cattolica
via San Pietro, 32
via Ripamonti, 11
corso Strada Nuova, 128
via Puccini, 1
corso Libertà, 68
viale Mazzini, 171
t 0362 302017
t 02 22223221
t 0382 301936
t 0423 724598
prossima
t 0541 968202
desio@soloaffitti.it
milano1e@soloaffitti.it
pavia@soloaffitti.it
castelfranco@soloaffitti.it
apertura
cattolica@soloaffitti.it
Gallarate
Milano 3A/3B
Rho
Padova 1
Monfalcone
Cento
via Borghi, 3
Sempione, Fiera,
via E. De Amicis, 38
via G. Bruno, 8/I
via Duca d’Aosta, 55
via Olindo Malagodi, 11/a
t 0331 790501
De Angeli,
t 02 93503480
t 049 8824785
t 0481 413642
051 6832236
gallarate@soloaffitti.it
San Siro
rho@soloaffitti.it
padova@soloaffitti.it
monfalcone@soloaffitti.it
cento@soloaffitti.it
Garbagnate Milanese
corso Sempione, 65
Saronno
Padova 2
Pordenone
Cervia
via Alessandro Manzoni, 42
t 02 48014327
via Caduti della Liberazione, 25
via dei Livello, 37
agenzia
via Parini, 15/A
t 02 99020231
t 02 435577
t 02 96703002
t 049 650628
in prossima
t 0544 973529
garbagnate@soloaffitti.it
milano3b@soloaffitti.it"
saronno@soloaffitti.it
padova2@soloaffitti.it
apertura
cervia@soloaffitti.it
Lainate
Milano 3C
Segrate
Padova 3
Trieste 1
Cesena 1
via Litta, 4/6
via Misurata, 9
via XXV Aprile, 19
via Falloppio, 28
via di Tor Bandena, 3/B
corso Cavour, 5
t 02 99766527
prossima
t 02 36630199
t 049 657258
t 040 3498720
t 0547 610802
lainate@soloaffitti.it
apertura
segrate@soloaffitti.it
padova3@soloaffitti.it
trieste1@soloaffitti.it
cesena@soloaffitti.it
02 95732462
t 051 444001
t 059 657102
93
SOLOAFFITTI franchising immobiliare
Nuove persone sono nuove energie. All’interno del gruppo l’apertura è il valore principale, perché conoscere aiuta a crescere
Langhirano
Rimini 2
Firenze 3
San Casciano in Val di Pesa
Ostra
via XX Settembre, 14/4
via Tiberio, 18
viale dei Mille, 77 Rosso
piazza Pierozzi, 4
via Del Pescatore, 1
t 0521 858086
t 0541 709802
t
t 055 8294668
t 071 7987021
EMILIA ROMAGNA
langhirano@soloaffitti.it
rimini2@soloaffitti.it
firenze3@soloaffitti.it
sancascianovp@soloaffitti.it
ostra@soloaffitti.it
Cesena 2
Lugo
Rubiera
Firenze 4
Scandicci
S.Benedetto del Tronto
via C. Cattaneo, 360
via Acqua Calda, 13
viale della Resistenza, 4
viale F. Talenti, 22
via Dante, 41
via Piemonte, 93
t 0547 602030
prossima
t 0522 1713931
t 055 700124
t 055 0516103
t 0735 782792
cesena2@soloaffitti.it
apertura
rubiera@soloaffitti.it
firenze4@soloaffitti.it
scandicci@soloaffitti.it
sanbenedetto@soloaffitti.it
Cesenatico
Mirandola
S.Giovanni In Persiceto
Firenze 5
Sesto Fiorentino
Senigallia 1
via Roma, 3
via Roma, 25
via Saati, 5
via Poggio Bracciolini, 25
via G. Matteotti, 7
strada Prima, 2/A
t 0547 675194
t 0535 20654
t 051 824445
t
t 055 4484427
t 071 6609814
cesenatico@soloaffitti.it
mirandola@soloaffitti.it
sgpersiceto@soloaffitti.it
firenze5@soloaffitti.it
sestofiorentino@soloaffitti.it
senigallia1@soloaffitti.it
Collecchio
Modena 1
S.Lazzaro di Savena
Firenze 6
Siena
strada Giardinetto, 6h
via Medaglie d’oro, 23/C
via Repubblica, 24
agenzia
via Vittorio Emanuele II, 52
t 0521 802837
t 059 3094057
t 051 450823
in prossima
t 0577 236210
collecchio@soloaffitti.it
modena1@soloaffitti.it
sanlazzaro@soloaffitti.it
apertura
siena@soloaffitti.it
Correggio
Modena 2
Santarcangelo di Romagna
Fucecchio
Alba Adriatica
viale Vittorio Veneto, 4D
via Giardini, 294
via Ugo Braschi, 60
via Battisti, 22
viale della Vittoria, 62
t 0522 694825
t 059 359759
t 0541 1831481
prossima
correggio@soloaffitti.it
modena2@soloaffitti.it
santarcangelo@soloaffitti.it
apertura
UMBRIA
albadriatica@soloaffitti.it
Faenza 1
Parma 1
Sassuolo
Grosseto
Bastia Umbra
Chieti
corso Garibaldi, 18
via della Repubblica, 97
via Pia, 12
via Scrivia, 6
via Firenze, 61
viale Abruzzo, 10
t 0546 667302
t 0521 386584
t 0536 1845560
t 0564 416743
t 075 8002715
t 0871 574825
faenza@soloaffitti.it
parma@soloaffitti.it
sassuolo@soloaffitti.it
grosseto@soloaffitti.it
bastiaumbra@soloaffitti.it
chieti@soloaffitti.it
Ferrara
Parma 2
Savignano sul Rubicone
Livorno
Gubbio
Francavilla
via Bologna, 47
via Gramsci, 19/B
via Emilia Ovest, 25/A
viale Petrarca, 182
via Perugina, 12
via Nazionale Adriatica, 1
t 0532 792090
t 0521 940170
t 0541 941447
t 0586 861173
t 075 9222659
t 085 4916059
ferrara@soloaffitti.it
parma2@soloaffitti.it
savignano@soloaffitti.it
livorno@soloaffitti.it
gubbio@soloaffitti.it
francavilla@soloaffitti.it
Ferrara 2
Ravenna 1
Livorno 2
Perugia 1
Giulianova
via Palestro, 77
viale Alberti, 27
via dell’Ardenza, 55
via XX Settembre, 92/O
via Trieste, 71
prossima
t 0544 276000
t 0586 808322
t 075 5733221
t 085 9040249
apertura
ravenna@soloaffitti.it
TOSCANA
livorno2@soloaffitti.it
perugia@soloaffitti.it
giulianova@soloaffitti.it
Forlì
Ravenna 2
Arezzo 1
Lucca 1
Perugia 2
Lanciano
largo de Calboli, 7
via Maggiore, 163/A
via A. dal Borro, 47
via C. Castracani, 85
via Settevalli, 18
via Dalmazia, 9
t 0543 26398
t 0544 461197
t 0575 401741
t 0583 396863
t 075 5058595
t 0872 709677
forli@soloaffitti.it
ravenna2@soloaffitti.it
arezzo@soloaffitti.it
lucca1@soloaffitti.it
perugia2@soloaffitti.it
lanciano@soloaffitti.it
Forlì 2
Ravenna 3
Arezzo 2
Montecatini
Montesilvano
viale Spazzoli, 110/A
via Sant’Alberto, 21
via Vittorio Veneto, 244
via Matteotti, 148 (Pieve a Nevole)
corso Umberto, 315
prossima
t 0544 453067
t 0575 942334
t 0572 80498
apertura
ravenna3@soloaffitti.it
arezzo2@soloaffitti.it
montecatini@soloaffitti.it
MARCHE
montesilvano@soloaffitti.it
Forlimpopoli
Reggio Emilia 1
Campi Bisenzio
Pisa 1
Falconara
Pescara 1
via Emilia per Cesena, 48
piazza XXIV Maggio, 1/G
via B. Buozzi, 143/a
via Giusti, 20
via Flaminia, 538
viale G. Bovio, 166
t 0543 741102
t 0522 406304
t 055 890150
t 050 579740
t 071 9160348
t 085 4224546
forlimpopoli@soloaffitti.it
reggioemilia@soloaffitti.it
campibisenzio@soloaffitti.it
pisa1@soloaffitti.it
falconara@soloaffitti.it
pescara1@soloaffitti.it
Formigine
Reggio Emilia 2
Empoli
Pistoia
Fano
Pescara 2
via Trento Trieste, 83
viale Regina Elena, 10/A
via S. Lavagnini, 59
corso Fedi, 16
via IV Novembre, 11
viale della Pineta, 14/3
t 059 573845
t 0522 512182
t 0571 74293
t 0573 976198
t 0721 1797005
t 085 4531281
formigine@soloaffitti.it
reggioemilia2@soloaffitti.it
empoli@soloaffitti.it
pistoia@soloaffitti.it
fano@soloaffitti.it
pescara2@soloaffitti.it
Fornovo di Taro
Riccione
Firenze 1
Prato1
Jesi
Pescara 3
via Nazionale, 18
viale Ceccarini, 211
via Vittorio Emanuele II, 34 R
via Roma, 62/A
viale Lavoro, 4H
agenzia
t 0525 404325
t 0541 609008
t 055 4633278
t 0574 605280
t 0731 215672
in prossima
fornovoditaro@soloaffitti.it
riccione@soloaffitti.it
firenze1@soloaffitti.it
prato1@soloaffitti.it
jesi@soloaffitti.it
apertura
Imola
Rimini 1
Firenze 2
Prato 2
Macerata
Vasto
viale A. Costa, 1
via XX Settembre, 74/76
viale Guidoni, 75/G
via Masaccio, 1/3
corso Cairoli, 12
via Ciccarone, 67
t 0542 25598
t 0541 787315
t 055 4288247
prossima
t 0733 291368
t 0873 380407
imola@soloaffitti.it
rimini@soloaffitti.it
firenze2@soloaffitti.it
apertura
macerata@soloaffitti.it
vasto@soloaffitti.it
94
055 5520646
055 6810430
ABRUZZO
t 0861 753001
t 085 4492640
elenco affiliati
2008
Valencia e Murcia le prime agenzie Solo Alquileres in Spagna.
600
Unità lavorative tra affiliati, collaboratori di agenzia e staff dell’azienda coinvolti nella rete Solo Affitti.
Roma 9 - Marconi
Martinafranca
Montalto Uffugo
Cagliari 2
Madrid 1
via G. Volpato, 1
via Bellini, 50/51
via Trieste (Settimo), 138
corso Vittorio Emanuele, 345
agenzia
t 06 5561712
t 080 4800499
t 0984 934390
t 070 4513901
in prossima
LAZIO
roma9@soloaffitti.it
martinafranca1@soloaffitti.it
montaltouffugo@soloaffitti.it
cagliari2@soloaffitti.it
apertura
Anguillara Sabazia
Roma 10
Modugno
Paola
Cagliari 3
Murcia 1
largo dello Zodiaco, 11
via Veturia, 68
piazza Plebiscito, 13
agenzia
via Riva Villasanta, 128/B
calle M. Vergara, 2 bajo
t 06 9968902
t 06 78345605
t 080 5325543
in prossima
t 070 2358260
t +34 968 934834
anguillarasabazia@soloaffitti.it
roma10@soloaffitti.it
modugno@soloaffitti.it
apertura
cagliari3@soloaffitti.it
murcia1@soloalquileres.es
Aprilia
roma 11
Rende 1
La Maddalena
Murcia 2
via G. Matteotti, 73
agenzia
viale della Resistenza, 152
piazza Bambin Gesù, 9
calle Cronista Carlos, 4 bajo
t 06 9200288
in prossima
t 0984 464822
t 0789 735413
t +34 968 903516
aprilia@soloaffitti.it
apertura
CAMPANIA
rende@soloaffitti.it
lamaddalena@soloaffitti.it
murcia2@soloalquileres.es
Ciampino
roma 12
Napoli 2
Rende 2
Nuoro
Valencia 1
via di Morena, 207
agenzia
via Card. Guglielmo Sanfelice, 12
via Alessandro Volta, 46/B
via Gramsci, 43/36
calle General Urutia, 8 bajo
t 06 79327471
in prossima
t 081 5528967
t 0984 014933
prossima
t +34 963 810445
ciampino@soloaffitti.it
apertura
napoli2@soloaffitti.it
rende2@soloaffitti.it
apertura
valencia1@soloalquileres.es
Fiano Romano
Roma 13
Napoli3
Quartu Sant'Elena
Valencia 2
via Aldo Moro, 124
via Galla Placidia, 13
via Diocleziano, 65/B
via Cagliari
calle Mùsico Ginés, 9 bajo
prossima
t 06 43597522
t 081 5700554
prossima
t +34 963 729331
apertura
roma13@soloaffitti.it
napoli3@soloaffitti.it
SICILIA
apertura
valencia2@soloalquileres.es
Nettuno
Roma 14
Catania 1
Sassari 1
Valencia 3
via Cavour, 57/59
via della Lega Lombarda, 31
via Caronda, 72
via Turati, 49
calle Cuba, 71
t 06 9805958
t 06 44258434
t 095 553081
t 079 218695
t +34 963 212112
nettuno@soloaffitti.it
roma14@soloaffitti.it
BASILICATA
catania1@soloaffitti.it
sassari@soloaffitti.it
valencia3@soloalquileres.es
Roma 1
Roma 19 - Eur bis
Matera
Catania 2
Sassari 2
Valencia 4
via Gregorio VII, 164
largo F. Juvarra, 15
via Lucana, 153 bis
via Cesare Beccaria, 24
corso Trinità, 205
avenida del Puerto, 189/2
t 06 39370021
t 06 97271952
t 0835 335018
t 095 505585
t 079 4921379
t +34 960 715482
roma1@soloaffitti.it
roma19@soloaffitti.it
matera@soloaffitti.it
catania2@soloaffitti.it
sassari2@soloaffitti.it
valencia4@soloalquileres.es
Roma 2 - Parioli
Velletri 1
Catania 3
Selargius
Valencia 5
via Po, 50/C
piazza Cairoli, 24
via V. Giuffrida, 135
via San Martino, 87
avenida Dr. P. Alexandre, 18 bajo
t 06 8541654
t 06 9641197
t 095 8366924
prossima
t +34 963 650609
roma2@soloaffitti.it
velletri1@soloaffitti.it
CALABRIA
catania3@soloaffitti.it
apertura
valencia5@soloalquileres.es
Roma 3 - S.Giovanni
Catanzaro 1
Modica
Valledoria
Valencia 6
via Gallia, 156
via Corace, 14
via Sacro Cuore, 38
corso Europa, 108
Padre Jofre, 26 bajo
t 06 7004406
t 0961 34464
t 0932 454364
t 079 582356
t +34 963 251977
valledoria@soloaffitti.it
valencia6@soloalquileres.es
roma3@soloaffitti.it
PUGLIA
catanzaro1@soloaffitti.it
modica@soloaffitti.it
Roma 4
Bari 1
Cosenza
Palermo 2
Valencia 7
circonvallazione Ostiense, 179
piazza Padre de Pergola, 69
corso L. Fera, 162
via Leonardo da Vinci, 436
agenzia
t 06 97271418
t 080 5760035
t 0984 33861
t 091 312468
roma4@soloaffitti.it
bari1@soloaffitti.it
cosenza@soloaffitti.it
palermo2@soloaffitti.it
spagna
Roma 5 - Monteverde
Barletta 1
Cosenza 2
Siracusa
Alicante 1
via Crivelli, 3
via Monfalcone, 22
via Aldo Moro, 24
via Tica, 161
avenida Holanda, 12
t 06 83766787
t 0883 534200
t 0984 482167
t 0931 30999
t +34 965 267672
roma5@soloaffitti.it
barletta1@soloaffitti.it
cosenza2@soloaffitti.it"
siracusa1@soloaffitti.it
alicante1@soloalquileres.es
Roma 6
Brindisi1
Crotone
Trapani
Almeria 1
corso Regina Maria Pia, 57
via dé Carpentieri, 29
corso Messina, 2
via Marsala, 127
calle Hermanos Machado, 14
t 06 56305532
t 0831 563126
t 0962 665144
t 0923 361339
t +34 950 888212
roma6@soloaffitti.it
brindisi1@soloaffitti.it
crotone@soloaffitti.it
trapani@soloaffitti.it
almeria1@soloalquileres.es
Roma 7
Foggia 1
Diamante
Barcelona 1
via Calpurnio Fiamma, 63
corso Giannone, 148
piazza 11 febbraio, 57
carrer Torre dels Pardals, 30-32
t 06 76962201
t 0881 771276
t 0985 876600
roma7@soloaffitti.it
foggia1@soloaffitti.it
diamante@soloaffitti.it
SARDEGNA
barcelona1@soloalquileres.es
Roma 8 - Prati
Gallipoli
Lamezia Terme 1
Cagliari 1
Estepona
viale degli Scipioni, 86
via Lecce, 75
via Garibaldi, 5
via Sonnino 124
plaza San Fernando, 5
t 06 39742488
t 0833 262608
t 0968 523011
t 070 6492493
t +34 951 965143
roma8@soloaffitti.it
gallipoli@soloaffitti.it
lamezia1@soloaffitti.it
cagliari@soloaffitti.it
estepona@soloalquileres.es
in prossima apertura
t +34 934 462130
95
glossario
SOLOAFFITTI franchising immobiliare
A Agenzia delle Entrate
È un ente pubblico non economico che si occupa della gestione, dell’accertamento e del contenzioso in materia fiscale. Dotata di autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria, è sottoposta alla vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che mantiene la responsabilità di indirizzo politico. L’Agenzia delle Entrate è una delle quattro Agenzie fiscali, insieme a quella delle Dogane, del Territorio, e del Demanio, che svolgono le attività tecnico operative prima di competenza del Ministero delle Finanze. Con il D.Lgs. del 30 luglio 1999 n.300, della Riforma Bassanini sull’organizzazione del Governo, vengono istituite ed entrano in attività il 1 gennaio 2001. Prima della riforma esistevano vari uffici destinati ognuno ad un particolare aspetto.
D Detrazione del 36 per cento
La riforma finanziaria del 2009 prevede una proroga di quelle che erano le agevolazioni fiscali inerenti la ristrutturazione delle costruzioni destinate ad uso abitativo. La Legge del 24 dicembre 2007 n.244 definisce i parametri della manovra finanziaria del 2008, agli art.17 e 18 avallando la precedente normativa. Il primo dei due articoli, stabilisce infatti che le agevolazioni siano prorogate per gli anni 2008, 2009 e 2010, per una quota pari al 36 per cento delle spese sostenute, nei limiti di 48.000 euro per unità immobiliare, ferme restando le altre condizioni ivi previste.
F foresteria
Viene chiamato con questo nome l’insieme di locali affittati da una società per ospitarvi personale temporaneamente distaccato presso una sede di lavoro diversa da quella abituale e di residenza. In alternativa si definisce 96
allo stesso modo l’insieme dei locali destinati all'alloggio dei forestieri, specialmente nei conventi e nei collegi.
verse classi di stakeholder dell’idea imprenditoriale e della formula strategica dell’azienda.
I
S
Irpef
societÀ di capitali
È un’imposta diretta, personale e progressiva per scaglioni che si applica al reddito complessivo netto, formato da tutti i redditi del soggetto passivo. È regolata dal testo unico dell’imposta sui redditi, DPR n.917/1986, ed è l'imposta con il numero maggiore di contribuenti e al primo posto per quanto riguarda il gettito fiscale dello Stato (circa un terzo). Concorrono alla formazione del reddito complessivo imponibile Irpef tutti i redditi, continuativi oppure occasionali, che fanno capo a un determinato soggetto, sia che li percepisca in denaro, sia che ne fruisca in natura, e da qualsiasi fonte provengano: redditi di fabbricati, di terreni, d’impresa, di lavoro autonomo o dipendente, e derivanti da partecipazioni in società di persone o di capitali.
Sono così definite quelle società in cui l’elemento del capitale ha una prevalenza concettuale e normativa rispetto all’elemento soggettivo rappresentato dai soci. La partecipazione può essere rappresentata da azioni o da quote a seconda della specifica tipologia societaria. Nelle società di capitali i soci rispondono per le obbligazioni assunte dalla società nei limiti delle azioni o quote sottoscritte; in caso di insolvenza della società i creditori non possono rivalersi sul patrimonio personale dei singoli soci. Le società di capitali si dividono in: società per azioni (Spa); società in accomandita per azioni (Sapa); società a responsabilità limitata (Srl) e società cooperative (Sc o Coop).
P Piano industriale
Per ogni azienda, di qualsiasi dimensione, è molto importante per realizzare una sistematica attività di pianificazione strategica attraverso cui fissare uno stato futuro desiderabile. Il piano industriale non elimina l’incertezza sul futuro ma rende i processi gestionali più coordinati e razionali. Il suo ruolo e i suoi obiettivi sono: mettere il personale dell’azienda nelle condizioni di meditare sull’idea imprenditoriale e sulla validità della formula strategica in atto o da realizzare; costituire una guida per la gestione e la realizzazione della strategia; favorire il grado di sistematicità e il coinvolgimento del management; consentire una verifica delle azioni per la realizzazione della strategia e della sua valutazione, stimolare la comunicazione alle di-
Sponsorizzazione
É una tecnica sviluppatasi nell’ambito del marketing con la quale un’impresa (sponsor), pagando un determinato compenso, ottiene che il proprio marchio venga evidenziato da un personaggio, da una squadra o da un’organizzazione che svolgono attività culturali, sportive o di spettacolo seguite dal pubblico. Le sponsorizzazioni sportive e culturali hanno entrambe lo scopo di promuovere l’attività e l’identità aziendale presso il pubblico. Nel caso di sponsorizzazioni culturali, lo sponsor, non punta tanto alla messa in evidenza visiva del proprio marchio quanto al vantaggio riservatogli dalla risonanza che i mezzi di comunicazione producono. Gli esperti sostengono che la sponsorizzazione non sia una forma alternativa di pubblicità, ma un tipo di propaganda con caratteristiche sue proprie sia sul piano aziendale siasul piano sociale: mentre la pubblicità mira direttamente all’incremento delle vendite, la sponsorizzazione punta a ritorni in immagine che danno i loro frutti più a lungo termine.
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RISORSE
RENT 06
numero 05
settembre 2010
Si ringraziano tutte le persone che hanno collaborato a questo quinto numero ed in particolare:
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Club del sole
Il numero dell'azzardo - Giocare per sconfiggere la paura, per diletto o per vincere? Ma soprattutto, cosa accade quando oltre agli individui è la società stessa ad aver raggiunto livelli così alti d’incertezza da far ricadere tutto nel calcolo delle probabilità? -
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- Dopo il sapiens sapiens è quello che meglio esprime lo spirito di un’epoca. La nostra, tra divertissement, economia finanziaria e relazioni a lungo raggio -
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corso Mortara, 46/c 10149 Torino turn.to.it
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- Nostalgici o felici. Siamo all’alba di un mondo senza rischio o stiamo solo prendendo la rincorsa? -
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