N° 1 – Novembre 2012 !
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ziano Ferro, Fiorella Mannoia, Renato Zero, Negramaro, Elisa, Claudio Baglioni, Litfiba, Biagio Antonacci, Jovanotti e Ligabue. Laura Pausini è assente ma giustificata dalla cicogna in arrivo, ma palloncini rosa e striscioni che portano il suo nome la rendono partecipe. Fiorella Mannoia e Giuliano Sangiorgi (Negramaro) cantano ‘Anna e Marco’, tributo all’amico Lucio Dalla scomparso pochi mesi fa. Altro momento di estrema carica emotiva è rappresentato dalla canzone ‘A muso duro’ di Pierangelo Bertoli: “Affronterò la vita a muso duro, un guerriero senza patria e senza spada, con un piede nel passato, e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Il testo della canzone incarna pienamente lo spirito della popolazione emiliana, che pur tremando resta in piedi e tenta di ricominciare.
poesia, racconta la propria esperienza. Le lezioni hanno ripreso il loro corso, ma non come al solito: la scuola “non ha banchi né lavagna, nulla che possa somigliare ad una classe”. La determinazione dei cittadini però supera i disagi, forte anche del fatto di essere coscienti del sostegno e della vicinanza di tutta Italia. La chiusura del concerto si sposa perfettamente con lo spirito dell’evento: l’ultima canzone è infatti preceduta dal discorso di Ligabue pieno di speranza che termina con ‘Non abbiamo scelta: il meglio deve ancora venire’. Conclusa la meravigliosa serata a 00.00 circa, il pubblico, con lo spirito leggero grazie all’esperienza appena vissuta, torna a casa.
LUCREZIA DELLA CASA IB
E spesso ho sentito La sirena cantare Svegliata dalle onde. Un mostro, molti dicono. Un girotondo e Tutto per terra. Confusi Ma rimaniamo per mano. Vicini A riseminare un’altra storia. Seguendo la stessa era E le stesse idee di prima” ELISA DEBBI
Durante l’esibizione di Biagio Antonacci sale sul palco Elisa Debbi, 17enne di Finale Emilia, che frequenta il liceo Classico di Mirandola, legge una sua
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“Guardate il vostro cielo. Guardatelo. E’ uguale al mio questione di angolazione. Come il cielo anche la terra. La mia cambia, a volte Da verdi i campi Diventano gialli.
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ARABIA SAUDITA, IKEA CANCELLA LE DONNE DAL CATALOGO !"#"$%&'()"*+,-(.'$%&'/0+,!'$+&$*"-).+))'$'$-*(-'.-0$ J;)$7,&$/"+%)&$&%0%%"&#"&=$7)-#)"L& +"!)%$6$&0*&7$*)="1%,&+$==)-0+$*< %"&'0"&0,7)*)&')&1/$##"&!?"&1)&%"< *"6$*,& /"+& 7$*,9& K,*& #($#%+$&& 7$*,& +"--"6$*,& )#& !#$11)!,& 2,+< 1,*"&')&/#$1%)!$&-)$##$&!,*&)&7$*)< !)& )*& %"#$& 2#0"%%"9& @*& M0"#& !$1,& @A"$& $6"6$& 2$'$%,& /,!,& $##"& +)< 7,1%+$*8"&-)0*%"&'$&/)5&/$+%).&+)< 2$'"*',& ')& "11"+"& !,*%+,& J,-*)& ')1!+)7)*$8),*"& ')& +$88$.& -"*"+".& +"#)-),*".& "%3& ,& ,+)"*%$7"*%,& 1"110$#"L9& K,7"& 7$)& $'"11,& 1)& /)"-$& $##$& /,#)%)!$& '")& '0"& /"1)& "& '"##"&'0"&7)10+"&=$!"*',&7$+!)$& )*')"%+,& $//"*$& #(N+$2)$& ;$0')%$& =$& 70+,& !,*& )& 10,)& /+"-)0')8)O& P$##($+%)!,#,& '"#& K,++)"+"& '"##$& ;"+$.& 1"72+"+"22"& )*=$%%)& !?"& )#& -,6"+*,& 1$0')%$& $22)$& /+"%"1,& !?"& #$& 7$77)*$& )*& /)-)$7$& 1/$< +)11"&'$##$&=,%,&Q6"')&1,/+$R&&"&1,< #,& ',/,& M0"1%$& !"*10+$& $6+"22"& '$%,& )#& 6)$& #)2"+$& $##$& ')==01),*"& '"#& !$%$#,-,& #,!$#"9& S"& )77$-)*)& ="77)*)#)& 1,*,& 1%$%"& M0)*')& !$*<
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LUCIA MORANDI Novembre 2012
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THE
BEST
TECNOLOGIA
OF INTERNET
Nuovo anno, nuova rubrica! The Best of Internet vuole mantenere il Muratori al passo con i tempi della nostra era tecnologica e digitale. Vi mostreremo qui e nei numeri a venire alcune delle numerose applicazioni che Internet propone e possono essere funzionali nella vita di tutti i giorni. Cominciamo con le cose più semplici: siti internet e programmi. Ecco alcuni dei migliori siti e software open source sulla rete, valutati secondo la loro velocità, il rating e il minimo impatto su RAM, processore e scheda video. In parole semplici quelli che offrono ottime prestazioni senza rallentare il computer. MIGLIOR RIPRODUTTORE FORMATI MULTIMEDIALI
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Teatro
ARSENIC AND OLD LACE “Arsenic and Old Lace”, commedia scritta nel 1939 dal newyorkese Joseph Kesselring, dalla quale è stato ispirato l’omonimo film del 1944 diretto da Frank Capra, costituisce un classico della black comedy all’inglese. La scelta di quest’opera non è casuale: pochi giorni fal, al Teatro dei Segni si è tenuto il debutto dei giovani attori di “Modena Theatre Workshop” che hanno messo in scena la commedia. Il ritmo vivace e la comicità pungente che celano un retroscena spesso macrabo e grottesco fanno in modo che lo spettatore si senta piacevolmente coinvolto, senza precludere la possibilità di fare una riflessione più seria sugli avvenimenti. Di seguito vi proponiamo la trama. Lo scrittore Mortimer Brewster , non più scapolo, si reca a casa delle zie Abby e Martha per annunciare la felice notizia del matrimonio con Elaine Harper. Nel periodo di permanenza dalle zie viene a conoscenza del fatto che queste due “simpatiche” e anziane signore sono solite ospitare inquilini che sono dalle stesse “aiutati” ad abbandonare la vita con un sorriso sulle labbra , offrendo loro del vino di sambuco corretto con veleni ( tra cui l’arsenico e da qui il nome della commedia). Una volta compiuta la lodevole azione, con la cooperazione del fratello di Mortimer, Teddy , nascondono i cadaveri in cantina dove Teddy scava e ricopre buche a questo scopo. Mortimer scopre che il fratello, oltre ad assecondare la follia delle zie crede di essere Theodore Roosevelt e che la cantina sia il Canale di Panama. Il protagonista esasperato dalla pazzia dilagante che assale i suoi parenti cerca di far rinchiudere Teddy in una casa di cura dove possano aiutarlo ma la risoluzione dei problemi è ancora lontana a causa dell’inaspettato arrivo di un secondo fratello,
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Jonathan, il quale chiaramente non è da meno delle zie e di “ Theodore” . Egli è un efferato pluriomicida dai lineamenti rovinati a causa dei numerosi interventi di chirurgia plastica subiti. È accompagnato dal suo fidato medico e amico Einstein ed ha un cadavere di cui deve disfarsi. A questo proposito non poteva esserci luogo migliore della cantina ormai da tempo battezzata come “location di cadaveri”. La follia di quest ultimo fratello, però, rischia di andare a danno dello stesso Mortimer , che pensa di uccidere. Presa piena coscienza del fatto che era l’ultimo erede di una famiglia di pazzi maniaci il protagonista per amore di Elaine e per preservarla da possibili pericoli cerca di allontanarla ma poco prima della partenza di Teddy per la clinica le zie ( che avevano intenzione di seguire Teddy) rivelano a Mortimer che in realtà è figlio illegittimo di una domestica che lavorava in casa Brewster poco prima che egli nascesse.
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ELENA CAVAZZONI IIA Novembre 2012
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RACCONTO
«Watson, essendo lei un buon conoscitore dei classici greci, ricorderà sicuramente l’Iliade e l’Odissea, i due poemi omerici.» Era un tranquillo giorno di marzo, fuori una pesante e acquosa neve impantanava gli stivali dei Londinesi. Alzai lo sguardo dal mio libro. Non mi aspettavo una simile domanda da parte di Holmes, ma non fu difficile rispondere. «Certo, due opere molto appassionanti, anche se assai ardue da rappresentare teatralmente a causa della loro lunghezza», replicai per poi tornare sul mio romanzo, ma a quanto pareva Holmes quel giorno aveva deciso che non era tempo di lettura. «E, mi dica, quale preferisce delle due?», mi chiese cordialmente e con un sorrisino malizioso che piegava leggermente le sue labbra. «Sono entrambe d’immensa bellezza, ma se devo scegliere, direi l’Odissea», dissi un po’ perplesso dalla sua espressione. Rise leggermente, inclinando la testa verso il soffitto. «Ci avrei scommesso e scommetto anche che lei la preferisce perché Ulisse rispecchia di più la sua idea di eroe.» «Esatto.» «E immagino anche che Ettore, nell’Iliade, sia uno dei suoi favoriti.» Mi scoccò un’occhiata, quasi mi stesse sfidando a contraddirlo, ma io non ne avevo la minima intenzione. «Holmes, non so come abbia fatto, non abbiamo mai toccato questo argomento e io non ho mai accennato ai miei gusti in questo campo. Se non la conoscessi così bene la giudicherei 11
EROI E CONFRONTI uno stregone!» Ora era il mio turno di ridere alle mie sciocchezze, ma gli occhi d’acciaio lievemente opachi di Holmes mi seccarono il sorriso sulle labbra. «Niente magia, Watson. Solo la ruota della società che gira.» «Cosa intende?» «Secondo lei quale preferisco tra i due poemi?» A questa domanda mi sistemai meglio sulla poltrona e soppesai accuratamente ogni possibilità, sotto lo sguardo imperturbabile di Holmes, ma la risposta mi pareva tanto scontata che non ci riflettei molto. «L’Odissea, sicuramente.» «No.» Aggrottai le sopracciglia a quella secca sentenza e Holmes allacciò le dita tra loro, abbandonando poi le mani sopra le gambe. «Ma come! Pensavo che l’ostentata razionalità dell’Odissea fosse più nella sua linea di pensiero.» Come se si fosse aspettato questo mio intervento, mi spiegò tranquillo la sua teoria. «C’è molta più razionalità nell’Iliade che nella sua opera favorita, Watson. E sinceramente trovo più interessanti la figura di Achille, insieme a Ettore, che quella di Ulisse.» A quel punto chiusi il mio libro di scatto, ormai assorbito dalla conversazione. «Sta cercando di dirmi che lei disprezza Ulisse, orditore d’inganni, e parteggia per Achille, sterminatore di popoli?» Con questa frase sottolineai ancor di più le mie preferenze e Holmes ne sorrise. «Sto solo tentando di dire che Achille non era solo uno sterminatore e Ulisse non era solo un Fahrenheit 451
orditore d’inganni.» «Non capisco dove vuole arrivare.» Come la maggior parte delle volte, ma il mio amico aveva sempre accettato di chiarificarmi le sue ermetiche risposte e quel giorno non fu diverso. «Per spiegarmi userò le stesse parole di Omero. Mi faccia un favore, Watson. Mi cerchi i due poemi, li ho letti circa due ore fa, dovrebbero essere qui vicino… Ah, eccoli! Allora, da dove vogliamo partire? Dal riscatto del Pelide o dal disfacimento del Laertide? Suvvia, partiamo da quest’ultimo. Ecco, il suo primo vero intervento! Agamennone per mettere alla prova i suoi soldati li esorta a tornare a casa, Ulisse lo intuisce e riesce a bloccarli. Ricorda questo passaggio, Watson?» Novembre 2012
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Sorrisi annuendo e schioccai le labbra. «Certo, è sicuramente un esempio di come la parola possa placare anche la più ribelle delle folle.» «E il seguito? Ricorda il seguito di questo canto?» «Se devo essere sincero no, sono passati troppi anni.» «Non si preoccupi di questo, vecchio mio, quasi nessuno conosce i fatti immediatamente successivi, per questo ho preferito avere il testo sotto mano. Ecco, legga. Qui si parla di un vecchio zoppo di nome Tersite che ribatte alle affermazioni di Ulisse, accusando Agamennone di tracotanza e avidità, sostenendo invece Achille, a cui era stata sottratta ingiustamente la propria schiava, e esortando i soldati a rinunciare alla guerra che riteneva inutile. Ora ricorda?» «No, non penso di avere mai letto quel particolare passaggio.» «Eccellente, allora provi a pensare a che tipo di risposta avrebbe potuto dare il principe del pensiero.» «Uhm, dunque. Sicuramente era un amico del Pelide e sapeva riconoscere un'ingiustizia quando la vedeva, quindi su questo punto avrà appoggiato il vecchio, ma si sarà sicuramente opposto alla proposta di ritornare in patria, perché a quel tempo l’orgoglio e l’onore erano i fattori su cui si basava la società.» «Magnifico ragionamento, Watson, ma mi deve ancora dire la reazione di Ulisse.» «Sicuramente avrà tenuto un discorso, riuscendo sia a dimostrare il suo parteggiare per Achille sia a convincere i soldati a non abbandonare il campo di battaglia, rammendando al vecchio di non aver paura e di affrontare la guerra.» «Se il suo ragionamento è stato magnifico, non lo è stata la sua deduzione, mio caro.» «Ho sbagliato qualcosa?» «Tutto, per la precisione. » «Mio caro Holmes!»
Ebbi come risposta il solito sorrisino malizioso, ma non mi fu dato il tempo di esprimere la mia sorpresa, ché il frusciare delle pagine mi riempì le orecchie. Poi, con voce profonda, Holmes incominciò a leggere espressivamente, mentre muoveva la mano libera dal peso del libro. «“Parli bene ma parli da stupido. Tu sei il peggiore di tutti, sai?, Tersite. Il peggiore di tutti i guerrieri venuti sotto le mura di Ilio. Ti diverti a insultare Agamennone, il re dei re, solo perché tanti doni gli avete portato voi guerrieri Achei. Ma io ti dico, e ti giuro, che se ti sorprendo un’altra volta a dire scempiaggini come queste, ti piglierò, ti strapperò le vesti – il mantello, la tunica, tutto – e ti rimanderò nudo e piangente alle navi, coperto di ferite da far schifo”. E poi incomincia a malmenarlo, mentre lui piange e gli altri ridono.» «Ma si comportavano così all’epoca!» «Ecco, Watson, ha centrato il punto. Si comportavano tutti secondo il rigido regolamento imposto dalla società.» «E Achille no?» «Amico mio, non affrettiamo i tempi, continuiamo con Ulisse. Prendiamo un altro brano significativo… Trovato! Qui, con il suo amico Diomede, uccide nel sonno molti uomini alleati con l’esercito troiano.» «Non mi dica che non trova questo stratagemma astuto!» «Mai messo in dubbio ed è proprio questo che mi fa pensare. L’ingegno all’epoca era molto spesso scambiato con la codardia.» «Però non accusarono mai Ulisse per i suoi inganni.» «Infatti, li chiamano inganni, astuzie, e mai menzogne o scorciatoie, perché questo sarebbe disonorevole.» «Quindi lei sostiene che alla fine abbia adattato le sue qualità alla società?» «Precisamente, vecchio mio. Ulisse è il perfetto esempio di schia-
vo della società, o degli dei, che dir si voglia.» «Degli dei?» «Mi passi un attimo l’Odissea, ecco. Se nota, lui esegue sempre gli ordini degli dei, fa sacrifici, non si arrabbia con loro nonostante lo perseguitino. Ma chi sono gli dei? Esistono veramente Zeus e l’Olimpo?» «Ovviamente no, ma la società all’epoca...» La consapevolezza si fece largo nella mia mente. Holmes mi sorrise. «Vedo che incomincia a capire, Watson.» «Sì, temo di aver inteso: Ulisse non è altro che un fantoccio della società.» «Non esattamente. Diciamo che la società ha limato quelle piccole imperfezioni che l’avrebbero reso fuori dal comune, così vicino al nostro punto di vista moderno da essere ritenuto pazzo e codardo. L’Odissea si basa sul nòstos, sul ritorno, eppure leggendo non pare che Ulisse smani di tornare a casa.» «Questo non è vero, ricordo benissimo la scena struggente in cui Ulisse, tenuto prigioniero da Calipso, piange in riva al mare preso da una forte nostalgia.» «Ultimo punto, Watson. Sicuramente vuole tornare a casa, ma perché?» «Per sua moglie e suo figlio.» «Lui vuole ritornare a Itaca, che ci sia la sua famiglia è un altro discorso.» «Mi pare un ragionamento troppo azzardato persino per lei, amico mio.» «Forse, ma se ci riflette bene, capirà le mie argomentazioni. Per i Greci l’identità del singolo individuo era importantissima. Persino i morti ne risentivano: se rimanevano uccisi in mare e senza una degna sepoltura erano costretti a vagare per anni lungo le rive dello Stige, il fiume
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infernale. Itaca è sinonimo di casa, d’identità. Ulisse adesso è solamente un vagabondo, molti lo credono morto, deve riacquistare il suo status di re, di padre e di marito, ma perché? Perché lo status era importante, sullo status di un individuo si basava la società. La società è—» Si perse un attimo nei suoi pensieri e le sue labbra si dischiusero lentamente mentre i suoi occhi si spalancarono. Febbrilmente passò lo sguardo da un punto all’altro della stanza, poi si fermò sui fogli sparsi sulla sua scrivania. Si alzò in piedi e con passo deciso li raggiunse. Afferrò gli scritti e li guardò, mentre lentamente si avvicinava al camino. Si fermò di fronte a esso e sorrise. Sorrise e scosse la testa, mentre gettava tutti i fogli nel camino, consegnandoli al fuoco. «Holmes, ma cosa fa? La sua monografia!» Scattai in piedi raggiungendolo e fissai tutto il lavoro del mio amico finire, letteralmente, in fumo. Lui sbuffò divertito e mi appoggiò una mano sulla spalla stringendomela e scuotendomela scherzosamente, «Non si crucci! Ancora una volta, ragazzo mio, lei mi ha condotto alla luce. Senza i suoi interventi avrei probabilmente sprecato altro del mio prezioso tempo su
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quell’inutilità.» Volsi lo sguardo al suo viso, ma lo trovai sereno, solo una punta di rammarico negli occhi. «Le sembrerò ottuso, ma non riesco proprio a comprenderla. Non mi pareva un lavoro inutile e non capisco come da un momento all’altro la sua opinione sia cambiata.» Holmes mi fece un sorriso a mezza bocca. «Semplicemente ho capito che era un vano spreco di energie, tanto tra un centinaio d’anni sarà come carta straccia.» Con un gesto della mano m’invitò a sedermi di nuovo sulla poltrona e lui fece lo stesso, ma prima si appropriò della sua pipa. «Watson, come ben saprà, sono un appassionato del medioevo e per la mia monografia appena bruciata avevo in mente un confronto diretto tra la visione di quell’epoca e quella odierna.» Nascose il volto dietro una mano, celando un sorriso leggermente amaro. «Avrei dovuto capirlo all’istante.» «Che non erano comparabili?» «Che non era una comparazione oggettiva.» Ormai Holmes non mi guardava più in viso. Rigirava tra le mani la sua pipa di radica e fissava un punto non definito oltre le mie spalle. «Non potrà mai essere oggettiva semplicemente perché noi stessi siamo influenzati dall’epoca in cui viviamo, noi stessi siamo, in minor o maggior misura, schiavi della società. Per la Grecia antica l’eroe era Achille, per i colonizzatori sempre dell’antica Grecia, Ulisse, per il medioevo Ettore e per le generazioni future chissà. Eppure ognuna di queste civiltà era fermamente convinta della sua opinione, indirettamente o meno influenzata dal mondo in cui viveva e dai principi che vigevano. Per esempio, durante le crociate difficilmente si sarebbe Fahrenheit 451
optato per Achille, mentre il pio e martire Ettore sarebbe risultato perfetto. Ed ecco il perché, ecco il motivo per cui ho buttato tutto nel nostro camino. La mia era una monografia inutile. Non c’era oggettività e, data tale consapevolezza, un’innocente ipocrisia velava tutto lo scritto. Chi sono io per denunciare Ulisse come schiavo della società se io stesso faccio parte della stessa categoria? E come posso essere certo che non sia soltanto una visione autoimposta quella che mi si presenta davanti? Come posso sapere che le mie idee sono solo mie e non guidate da un vincolo superiore e inconscio? No, Watson, questo è un argomento troppo ampio, con troppe risposte e pochi dati certi. Lasciamo ai filosofi l’arduo compito di cercare di spiegare il mistero umano. Dopotutto io sono solo un consulting detective.» Ma non era quello che vedevo. Dentro quegli occhi d’acciaio, nei quali il fumo della pipa incominciava a riflettersi, vedevo di più. Sorrisi pensando a quanto nascondeva Holmes in sé. Quanti filosofi, matematici, letterati, musicisti, e non solo detective, conteneva quella figura pallida e dinoccolata che tutti conoscevano come Sherlock Holmes. Il grande consulting detective Sherlock Holmes. Che in realtà non era nient’altro che un uomo, uno schiavo della società. Ma che, per me, continuava ad essere il mio grande e unico amico.
GINEVRA CERAMI IIA
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RACCONTO
STORIA DI UN GATTO E DELLA GABBIANELLA CHE GLI INSEGNO’ A VOLARE I giorni passavano uno uguale all'altro in quella casa vicino al porto. Le notti seguivano i giorni, l'autunno seguiva l'estate, cadeva la neve e sbocciavano i fiori. Così, sempre uguale. Ci viveva un gatto in quella casa vicina al porto. Era vecchio, tanto che nessuno ricordava più il suo nome, forse nemmeno lui. Trascorreva le sue giornate sdraiato sotto una quercia, ancora più vecchia di lui, di cui conosceva romani ogni foglia, tanto che le chiamava per nome. Le aveva viste nascere, ingiallire, cadere e rivivere ad ogni nuova primavera. Un giorno tutto questo cambiò. Il vecchio gatto era disteso e parlava con le foglie quando, d'un tratto, una piccola gabbanella si posò vicino a lui e gli rivolse la parola. "Chi sei?" gli chiese. "Solo un gatto" rispose lui. "Voglio dire: come ti chiami?" precisò la gabbanella. Da tempo non si poneva la questione, ci penso un po' su e rispose: "Non lo so, non me lo ricordo più…" La sua voce esprimeva rimpianto e rammarico e la gabbanella se ne accorse: "Sei ormai prossimo ala fine della tua nona vita, vero?" "Temo di sì, ma non sono certo neppure di questo". La sua afflizione cresceva ancora. "E dimmi - chiese la gabbanella cosa hai fatto in tutto questo tempo?" "Sono rimasto qui, in questo giardino, ho contemplato le foglie di questa quer14
cia, ho parlato con loro, le ho conosciute e ora so tutti i nomi!" La gabbanella sembrava molto dispiaciuta: "Quindi - disse nessuno ti ha mai insegnato a volare?" "Ma cosa dici?! - rispose lui - i gatti non possono volare!" "Quanto ti sbagli amico mio… Pensi veramente che sia necessario avere le ali per poter volare? Quanto mi dispiace…tu hai vissuto tutta la tua vita senza sapere cosa c'è oltre questo giardino. Non hai mai conosciuto il mondo! Tu puoi volare più alto delle aquile e degli uccelli di ferro degli uomini, se solo lo vuoi! Libera la mente, liberati da tutto questo! Ti devi impadronire del mondo, immagina! sogna! vola! impara a volare con le ali che hai dentro di te: loro ti possono portare ovunque, dove vuoi! Senti il cuore leggero…non ti sembra di star già volando? Liberati dai pesi, da tutto ciò che conosci, impara a stupirti, a meravigliarti
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I would like to leave this planet you know I’d stay But I just can’t stand it… Half the world away Oasis
come un fanciullo che si apre per la prima volta alla vita e prova gioie immotivate. Ama le cose che ti circondano ma anche il sole e le stelle che non sono irraggiungibili, anzi, molto più vicine di quanto credi". Il gatto ha chiuso gli occhi, ora gli sembra di fluttuare, si stente leggero, finalmente in pace. Apre gli occhi e ringrazia la gabbanella che spicca il colo e si alza nel cielo azzurro di marzo. Mentre la vede allontanarsi, il gatto inizia a piangere, non di tristezza ma di gioia. Ha finalmente imparato a volare e può seguire la sua nuova amica.
ALICE MANZINI
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ETIMOLOGIA
M ULTA PAUCIS
Peculato, dagli armenti alla politica Ci capita di sentirlo alla televisione e in radio, di leggerlo sui quotidiani e su internet: peculato è un termine (purtroppo) diffusissimo al giorno d’oggi. Non tutti però conoscono l’etimologia di questo antichissimo reato, tanto remota quanto ironica e paradossale. Innanzitutto una breve definizione. Con “peculato” diciamo il reato di un pubblico ufficiale che si appropria di beni affidatigli in ragione della sua mansione; si tratta di fatto di un furto aggravato dall’abuso della posizione pubblica del reo. Le prime fonti scritte risalgono alla Roma repubblicana, dove il peculium era un costume diffuso tra i più abbienti, ben lungi dall’essere perseguibile dalla legge. Lo Ius Civile, lontano antenato del nostro Codice Civile, lo definiva come la quota pecuniaria (cioè di denaro) che il dominus metteva a disposizione dei filii e dei servi, essendo questi inca-
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paci legalmente di godere di beni propri. Analizzando però la radice del termine ci si accorge che è la stessa di pecus,oris (“pecora”) e pecus,idis (“animale domestico”), dalla quale derivano anche pecunia, peculio e altri vocaboli. Non è una semplice coincidenza; considerata infatti la concretezza del lessico latino possiamo facilmente immaginare che la civiltà capitolina, quantomeno quella più arcaica, identificasse la ricchezza nel bene agricolo allora più prezioso: il bestiame, le pecore! D’altronde non è l’unico esempio di quanto i romani fossero un popolo terra-terra: basti pensare che lieto e felice derivano l’uno da “letame” e l’altro da “fertile”. Insomma, qualcuno potrebbe dire che mentre i greci “inventavano” la filosofia occidentale, i latini se ne stavano a lavorare i loro campi, ma non dimentichiamoci che mentre i primi caddero in breve
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nelle mani dei loro “bruti” vicini macedoni, i nostri concreti antenati laziali costruirono uno dei più estesi nonché longevi imperi della storia! Ma torniamo al peculato. Con il tempo ovviamente il termine arrivò a riferirsi unicamente all’aspetto negativo del suo significato: evidentemente il poter disporre di denaro altrui era, e sembra tuttora non esimersi dall’essere una tentazione troppo forte per potervi resistere. Nel noto Corpus Iuris Civilis di Giustiniano il peculato venne codificato nel significato moderno sopra citato. Attualmente nella nostra Repubblica quello di peculato è un reato che riassume in sé numerosi illeciti affini, dal “prestito temporaneo” al furto vero e proprio di denaro pubblico, ognuno di questi comunque perseguibile penalmente.
LORENZO TAGLIAZUCCHI IIA
Novembre 2012
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MUSICA
JOSS STONE “Perché nella mia vita cerco amore incondizionato da un essere umano quando è la musica che è incondizionata? È sempre lì per me. È l'amore della mia vita. L'ho trovato"
Negli anni ’90 la musica Soul e Rhythm ‘n Blues veniva offuscata da altri stili musicali ma poi rispolverata all’inizio del 2000 da voci potenti quanto originali che la riportano alla sua antica energia: Anastacia e Amy Winehouse occupano la scena rielaborando e reinterpretando il genere in chiave più moderna. Tra loro però si fa spazio una giovane ragazzina inglese di soli sedici anni che, con le sue qualità canore, mette a tacere tutti coloro che l’avevano ritenuta ancora troppo immatura per cantare Soul: Joscelyn Eve Stoker. Con The Soul Sessions nel 2003 strega il mondo intero e questo primo album vende quattromila copie perché è straordinariamente nuovo nel palinsesto musicale e trasmette un brivido lungo la schiena, caldo e avvolgente. Mind, Body & Soul del 2005 conferma che questa giovane talentuosa è consapevole del fatto che sta giocando con il fuoco che la stessa Janis Joplin aveva acceso tanti anni prima e, come Janis, riesce a trasmettere grandi emozioni. In America diventa disco di platino; Joss Stone si aggiudica anche 3 Grammy Award e rende omaggio a Janis cantando Cry Baby e Piece of my Heart con Melissa Etheridge. Prima di aver compiuto i 19 anni Joss appare sulle riviste più importanti del mondo quali Rolling Stones, Vanity Fair ed Elle, si esibisce al Live 8 cantando davanti a più di 200,000 persone. 16
Ritorna ai Grammy nel 2007 dopo aver collaborato con altri cantanti quali Steve Wonder, John Legend, India Arie e Van Hunt ed entra in casa Virgin Record con il suo album Introducing Joss Stone. "Questo è il primo album che mi rappresenta totalmente". Introducing Joss Stone è una scommessa vincente: nell’album descrive se stessa, si presenta e canta al mondo che la musica è la sua vita. Tutti coloro che l’hanno seguita sin dai suoi primi passi nel mondo “dei grandi” capiscono che Joscelyn si è allontanata dall’origine Soul ed è entrata nella luce colorata dell’ R’n’B firmato anni ‘70 e nell’energia jazz arricchita dalle sfumature che solo una live band può dare. Del disco si vendono dieci milioni di copie e Joss si aggiudica altri 4 Grammy, salendo sul palco con James Brown, The Rolling Stones, Stevie Wonder, Elton John, Patti Labelle e Donna Summer. La strada per il successo è spianata, il suo talento è indiscusso. La cantante si è presentata: ora è grande abbastanza per scoprire la propria vita da sola. Nel 2009 esce Free Me che nella prima settimana scala le classifiche: è il proseguo di Introducing Joss Stone e si allontana sempre più dal lato più cupo del Soul. Il quinto album viene annunciato il 26 luglio 2011: LP1. In Italia il disco raggiunge l’ottava posizione, negli Stati Uniti la nona mentre nel suo paese natale la trentaseiesima: LP1 appare meno brillante rispetto agli album che lo Fahrenheit 451
hanno preceduto ma sempre e comunque coerente allo stile della cantante che continua a stupire per le sue grandi doti canore abbinate alla giovane età, che la vedono distante anni luce dagli altri artisti, suoi coetanei. Tanto che un mito quale Mick Jagger rimane affascinato da lei e la chiama a far parte del suo nuovo e poliedrico gruppo chiamato SuperHeavy insieme a Dave Stewart, A.R. Rahman e Damian Marley: incidono il singolo Miracle Worker.
Joscelyn Eve Stroke è ora icona del Soul e del Rhythm ‘n Blues, una delle voci più amate e stimate nell’ambiente musicale, sempre innamorata della magia che sprigiona la Musica, che per lei come per molte persone, è motore ruggente della vita.
MURIEL FERRARESI IID
Novembre 2012
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Il nuovo anno di corso ADE Group è cominciato; di che cosa si tratta? ADE Group è un laboratorio e workshop dedicato allo studio della psicologia comportamentale e della scienza del comportamento, con specializzazione in analisi dell'espressività facciale; studiamo ed analizziamo i più piccoli dettagli che il corpo lascia trasparire, per arrivare a capire meglio le emozioni delle persone. Il corso consiste nello studio delle sei emozioni principali Felicità, Sorpresa, Disgusto/Disprezzo, Paura, Rabbia, Tristezza- per riuscire così successivamente ad approfondire lo studio della Menzogna; ciò è possibile attraverso il sistema di decodifica FACS (Facial Action Coding Sistem) che analizza le espressioni facciali scomponendole nelle più piccole unità d’azione fondamentali (action unit -AU) e, attribuendo a ciascuna unità un significato, permette la lettura delle emozioni e degli stati d’animo di una persona. Il FACS, tutt’oggi utilizzato come volume di consultazione dagli analisti, fu realizzato alla fine degli anni 70 da Paul Ekman e Wallace Friesen per determinare come le contrazioni di ogni muscolo facciale, singolarmente o in combinazione con altri muscoli, cambino le sembianze di una faccia.
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Per compiere uno “scoring” l’analisi di un volto- è necessario vedere un video sia a rallentatore sia fermando le immagini, per determinare con certezza non solo quali unità d’azione, o combinamenti di AU, sono coinvolte nei cambiamenti facciali, ma anche l’intensità di ciascuna e ogni asimmetria bilaterale. Fu proprio Ekman a scoprire le microespressioni facciali, che possono dare un contributo nel rivelare se una persona mente o meno. Egli è inoltre consulente di una famosa serie riguardante proprio questa scienza: Lie To Me, in cui il protagonista, Cal Lightman –archetipo di Ekman- riconosce la menzogna, anche se con un’immediatezza non realizzabile nella realtà.
precedente, istruiti dai più esperti Federico Bedostri, Federico Giacobazzi e Simone Barani. Il corso si tiene ogni GIOVEDI', dalle ore 15.00 alle ore 17.00 presso la sede (via Mar Jonio 23, Modena) e si accettano ancora iscrizioni!! Se volete saperne di più visitate il nostro sito http://adegroup.it/ (o su fb http://www.facebook.com/ade group), sempre aggiornato e con una nuova veste grafica!
EUGENIA MARTINELLI IIIA
Ormai al terzo anno, la presentazione dell’ADE group è stata una grande soddisfazione (e anche sorpresa) per l’affluenza numerosa di quasi quaranta ragazzi interessati di cui più di venti si sono iscritti. Il corso è molto interessante e formativo, perché può aprire vari sbocchi ad uno studio universitario futuro. Gli insegnanti che tengono le lezioni siamo Nicolas Aureli, Davide Barbieri, Claudia (Emma) Binetti, Gabriele Chincoli, Caterina Ferrari ed io, poiché abbiamo seguito il corso l’anno Fahrenheit 451
Novembre 2012
IPSE DIXIT A cura di BRIDGET OSAY Pianesani: “Chi è il primo ministro francese?” Alunni: “Holande” Pianesani: “Nah! La parte più divertente è che nemmeno io lo so!”
Filoni: “La versione della Maya desnuda la mostrava solo agli amici stretti oppure se la gustava da solo indisturbato.”
Prova di evacuazione generale Vinsentin: “Ci siamo tutti? Chi non è presente dica <<assente!>>”
Pianesani: “Siamo a pagina 9… di già?!?! Io stesso sono sconvolto dalla mia rapidità!”
Codeluppi: “I miei figli mi raccontano della quarta dimensione, quella che nei cinema in sale specializzate ti fanno anche gli odori, tipo le scorregge di Shrek!”
Alunno: "Sta piovendo!" Rossi: "Beh allora?! Non siete mica solubili!"
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Visentin: "...Se non è zuppa è pan bagnato...beh qui i casi sono tre... zuppa, pan bagnato e... pane a metà: metà asciutto e metà bagnato!"
Vinsentin: “…Mendel sottopone la pianta di pisello a…?” Studente: “a…” Vinsentin: “A, b, c, d…” Lo studente riprova: “a…” Vinsentin: “Alle forche caudine!”
Paradisi: "Voi cercate le parole nel dizionario per tentativi... come quelli che vanno a farfalle col retino!"
Paradisi: “Non ho mica bisogno delle risate di sottofondo come nei telefilm americani!”
Uno studente guarda fuori della finestra. Visentin: “Come la configurazione elettronica che… che… è scritta fuori dalla finestra! […] immagino che B. abbia visto un cartello con su scritto la configurazione écco!”
Fahrenheit 451
Pressi: “Mattia faccelo vedere! .... Lo studio dei segni"
Cattani: "Se non la pianti ti scrivo una nota, così facciamo una bella sonata in Mongol maggiore sul registro!"
Paradisi: “Avete presente l’immagine dei baci di Catullo? Non era mica come adesso, che ci si bacia per 5 minuti come delle salamandre!”
Uno studente chiede un fazzoletto e i compagni gli tirano un pacchetto. La prof se ne accorge e rimane senza parole. Vinsentin: “Ho visto un corpo non identificato e ho pensato a un ufo nella classe!”
Rossi: “Mi date un recapito che vi contatto?” Alunna: “Vuole un numero di telefono?” Rossi: “No! Datemi un indirizzo che vi mando un piccione viaggiatore!”
Novembre 2012
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ORIZZONTALI
1. Pesaro-Urbino 3. In più, aggiuntivamente 4. In quel posto 6. Rileggo senza "andare" in inglese 7. Insignificante, senza identità 8. Vegetale proteico 10. Targa automobilistica di Eichsatt 12. Parte anatomica dell'essere umano 13. Nome maschile 14. Prefisso indicante provenienza africana 15. Preposizione semplice 17. Grande quantità in inglese 20. Unità di misura usata in informatica 21. Grandi pappagalli molto longevi 22. Si fanno piccole quando è tardi 24. Tasso di rotazione del capitale investito 25. Passato remoto plurale di lodare 27. Sinonimo di profumo 29. La tv pubblica 30. La cosa più importante per vivere 32. Lo sono le donne per i rispettivi suoceri 33. Targa automobilistica di Oldemburg 34. Elementi architettonici 35. Parola onomatopeica
VERTICALI
1. Addetto alle pubbliche relazioni 2. Pulisco con acqua 5. Verso la fine della serata 9. Pronome personale 11. Aosta 12. Provincia piemontese 13. Vegetale molto usato in cucina 16. Frutta rossa 18. Sinonimo di anneghi 19. Centro… 23. Metallo 26. Comune in amuleto e quieto 28. Egregio 31. Tipo di sedia 34. Passato remoto di liberare 37. Sposta, mobilita 38. Un pezzo di sgombro 39. Nota musicale 40. Parola onomatopeica 42. Un osso dello scheletro 43. Creatura fantastica
36. Mi sto divertendo, quindi… 38. Simbolo chimico dello Stronzio 40. Raccomandata con ricevuta di ritorno 41. Triacetato di cellulosa
a cura di LAURA FREGNI IIA
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Fahrenheit 451
Novembre 2012
AVVIATI GLI SCONTI PER GLI STUDENTI DEL LICEO MURATORI NEI SEGUENTI ESERCIZI: Ricordiamo che è necessario identificarsi con il libretto delle giustificazioni. VIA CANALINO 50
Redattrice e grafica: REXHINA SARACI IIA
10% sull’acquisto di libri escluso manuali scolastici (su cui c’è già lo sconto) Muriel Ferraresi Martina Di Toro
PIAZZA MAZZINI 46 VIA EMILIA CENTRO 59
Cecilia Caliumi Bridget Osay
10% su qualsiasi consumazione
Elena Cavazzoni Laura Fregni
PIAZZA MAZZINI 35
Ginevra Cerami
sconto 10% su cd e dvd; sconto 15% su t-shirt e merchandising
Lorenzo Tagliazucchi Marco Convertini Alice Manzini
PIAZZA DELLA TORRE 7/10
Davide Alessi
sconto 10% sull’acquisto di qualsiasi articolo
Eric Zizzi Lucrezia Della Casa Lucia Morandi
V.LE MARTIRI DELLA LIBERTA’ 18/A lun-sab fino alle 18 sconto del 20% su qualsiasi consumazione, fino alla chiusura e dom 10%
VIA CITTADELLA 77 sconto 10% su materiale scolastico escluso fotocopie e articoli da regalo
Copertina VIA CITTADELLA 81-83
Disegno di
sconto 10% sul prezzo pieno
Giuseppe Placido Zuccarato Sfondo Lalla M.
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Fahrenheit 451
Novembre 2012