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Che cos’altro si può fare
Dal giardino miracoloso della natura – piante medicinali di provata efficacia Ogni pianta rappresenta una cosa finita e conclusa in se stessa, nata su una base di intelligenza, saggezza e lungimiranza. Fin dai tempi più antichi la fitoterapia è un metodo terapeutico noto, che dimostra tutta la sua efficacia soprattutto in caso di quadri clinici cronici, tra i quali si annoverano anche i disturbi reumatici. Queste malattie croniche reagiscono bene ai rimedi vegetali con ridotti effetti collaterali. Tuttavia le sostanze vegetali agiscono con lentezza: hanno bisogno di tempo per sviluppare completamente il loro potere terapeutico. Non ci si deve aspettare un effetto straordinario dopo una settimana, ma bisogna avere pazienza per qualche settimana.
L’efficacia delle piante varia da individuo a individuo e richiede del tempo. È importante sapere che non tutte le piante agiscono su tutte le persone con la stessa rapidità e lo stesso grado di efficacia. Ci sono differenze consistenti da individuo a individuo: come avviene per l’alimentazione, una pianta può avere un’azione analgesica su una persona e non su un’altra. In compenso quest’altra persona ottiene effetti molto positivi da un’altra pianta.
Contro le malattie reumatiche vengono utilizzate con successo le piante seguenti: ■ Erba strega (Harpagophytum). Quest’erba svolge un’azione analgesica soprattutto in presenza di quadri clinici infiammatori. ■ Incenso (Olibanum). Le resine dell’incenso svolgono un’azione analgesica e antinfiammatoria. Sono indicate in particolare contro tutte le malattie reumatiche infiammatorie. ■ Frassino (Fraxinus excselsior). La corteccia del frassino ricca di salicina viene impiegata fin dall’antichità con ottimi risultati contro le malattie reumatiche.
■ Arnica (Arnica montana). L’arnica può portare sollievo contro tutte le manifestazioni dolorose e infiammatorie. ■ Consolida maggiore (Symphytum officinale). Applicata esternamente, la consolida maggiore svolge un’azione analgesica in presenza di disturbi reumatici. ■ Betulla (Betula folium), tarassaco (Taraxacum) e ortica (urtica dioca) stimolano il metabolismo e hanno azione depurante, per questo possono influire favorevolmente su stati dolorosi. ■ Verga d’oro (solidago virgaurea) e ginepro possono avere un’azione benefica soprattutto in presenza di quadri clinici reumatici accompagnati da una marcata sensazione di freddo e un accentuato affaticamento. ■ Rosa canina. La polvere ricavata macinando delicatamente il frutto della rosa canina contiene il galattolipide,
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un principio attivo che per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche viene impiegato in presenza di quadri clinici infiammatori, contro l’artrosi e più in generale per alleviare i dolori alla schiena.
La fitoterapia può essere applicata sotto forma di tisane, tinture, pomate o anche impacchi. Spesso una pianta utilizzata in tutta la sua interezza agisce più efficacemente di quanto non avvenga estraendo i suoi componenti e utilizzando questi ultimi come sostanza unica. Tuttavia, contro disturbi molto forti può essere utile impiegare un fitofarmaco che svolge un’azione più forte.
Integratori alimentari – quanto sono utili? Molti studi dimostrano che i pazienti colpiti da reumatismi con patologie infiammatorie o da logoramento presentano una carenza di vitamine e di minerali vari.
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È noto per esempio che in presenza di forme reumatiche infiammatorie il livello di antiossidanti (vitamina A, C, D, E, selenio e zinco) nel sangue è troppo basso. Anche il livello del ferro spesso è troppo basso. Per questo motivo oggi si raccomandano frequentemente gli antiossidanti. Un atteggiamento più critico merita il ferro: in questo caso gli specialisti presumono che in presenza di patologie infiammatorie sia preferibile un livello basso, in quanto la presenza di troppo ferro nell’organismo può provocare infiammazioni.
Per le malattie da logoramento si raccomandano soprattutto le vitamine C ed E, il selenio e il rame.
Un’alimentazione equilibrata costituisce la base indispensabile. Vitamine e minerali in forma di preparati possono essere utili come integrazione. Anche il bilancio acido-base svolge un ruolo importante in caso di carenza di minerali ed elementi traccia. Molte persone colpite da reumatismi soffrono di superacidità. In tal caso vengono a mancare soprattutto magnesio e calcio come pure alcune vitamine. Una mancanza di magnesio può far aumentare i dolori e dare origine a contrazioni e crampi. Tuttavia il magnesio deve essere sempre considerato in combinazione con il calcio. Può essere utile assumere queste sostanze con un preparato idoneo come integrazione all’alimentazione.
Tuttavia usare un preparato per compensare il deficit di vitamine e minerali può dare risultati positivi a lunga scadenza solo a condizione che si adeguino anche l’alimentazione e lo stile di vita complessivo.
Un integratore alimentare, come dice già il nome, può avere senso solamente se integra l’alimentazione: l’alimentazione equilibrata costituisce il presupposto indispensabile, mentre un preparato utiliz-
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zato in maniera mirata può avere solo un ruolo di sostegno. Tutte le vitamine, i minerali e gli elementi traccia hanno tra loro una relazione di dipendenza molto complessa. Se vengono utilizzati solo alcuni di questi come integrazione dell’alimentazione, può darsi che ciò provochi una carenza degli altri. Inoltre un numero sempre più cospicuo di studi dimostra che i preparati vitaminici ad alto dosaggio influiscono in parte addirittura sfavorevolmente sul metabolismo. È consigliabile pertanto assumere un preparato di base a basso dosaggio, sempre ai pasti.
Anche l’uso mirato di antiossidanti può essere sensato, soprattutto in presenza di quadri clinici infiammatori. Non tutti i preparati sono da raccomandare. Pertanto conviene sempre chiedere il parere di un esperto (medico, dietista).
Digiuno – un argomento ricorrente Varie ricerche dimostrano che durante un digiuno terapeutico si ottiene un miglioramento dei disturbi reumatici di natura infiammatoria. Il digiuno dovrebbe essere programmato sempre insieme al medico.
Digiunare ha senso solamente se lo si fa con un atteggiamento positivo.
Tra le forme di digiuno più note si annoverano: ■ il digiuno a tisane o acqua ■ il digiuno a pappe di avena ecc. ■ il digiuno con siero di latte ■ il digiuno del dr. Buchinger (con succhi di verdura e brodi vegetali) ■ la cura FX-Mayr (pane e latte con minestre di base)
Chi non vuole digiunare completamente può osservare anche un digiuno parziale. Questa è una cosa che si può fare bene a casa. Più indicato è un digiuno parziale con verdura o riso e un po’ di quark o pesce o un digiuno con minestre di base (minestra di verdura con erbe aromatiche), eventualmente con un po’ di riso o patate come contorno.
Quando si digiuna, anche parzialmente, si dovrebbe sempre bere a sufficienza, preferibilmente acqua o tisane alle erbe (per le erbe aromatiche vedasi capitolo «Dal giardino miracoloso della natura»). Gli alimenti voluttuari sono da evitare in toto durante i giorni di digiuno.
Digiunando si aumenta l’eliminazione dei metaboliti (acidi) e quindi si migliora anche il bilancio acidobase.
Dovrebbe digiunare solamente chi non ha riserve in proposito. Infatti il digiuno non ha niente a che vedere con la fame, ma dovrebbe essere praticato con la convinzione di fare del bene al proprio organismo.
Il timore che l’infiammazione si ripresenti molto rapidamente dopo il digiuno è motivato soprattutto per quanto riguarda il digiuno totale. Se praticate un digiuno parziale e successivamente passate ad un’alimentazione razionale, farete invece un’esperienza positiva. Anche per impedire un’atrofia dei muscoli, è sensato rinunciare a un digiuno totale e assumere un minimo di proteine, ad esempio con del latticello, siero di latte o quark. Per chi soffre
di gotta è consigliabile un digiuno parziale con verdure e quark per evitare un attacco artritico.
Per tutte le malattie reumatiche, non è consigliabile praticare un digiuno rigoroso da soli, ma è bene farlo in una clinica specializzata sotto il controllo di uno specialista.
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Riguardo all’influsso che il bilancio acidobase esercita sulla salute ci sono ancora alcuni risvolti da chiarire
L’influsso del bilancio acido-base Il rapporto fra acidi e basi ha grande rilevanza per il funzionamento di tutti i processi metabolici che avvengono nell’organismo. Per un metabolismo normale è necessario che tra acidi e basi vi sia un rapporto di equilibrio. Questo equilibrio è determinante per la struttura e il funzionamento delle proteine, la permeabilità delle cellule, la distribuzione delle sostanze minerali e per la funzione del tessuto connettivo.
I vari processi possono svolgersi in modo regolato nel nostro corpo, se il valore ph del sangue e il valore ph dei composti liquidi all’interno ed all’esterno delle cellule sono mantenuti costanti in tutte le condizioni. Possono esserci solo variazioni limitate.
Nel caso delle malattie reumatiche è soprattutto l’atrofia delle ossa (osteoporosi) ad avere attinenza con una superacidità latente dei tessuti e minimi spostamenti del valore ph del sangue. Inoltre è nota una relazione fra artrosi e supera-
cidità latente dei tessuti. Per tutte le altre malattie reumatiche sono ancora molte le questioni aperte e non esistono ancora tesi scientificamente convalidate.
Con il termine «acidosi» nella medicina scolastica si designa una superacidità del sangue che si presenta con estrema rarità. Nella medicina complementare per superacidità s’intende una variazione della capacità tampone1 che può influenzare il valore ph del sangue. Quali ripercussioni questo abbia a livello di salute e malattia non è ancora del tutto chiaro.
Si parla di una superacidità latente dei tessuti quando il tessuto
1 Capacità di legare le basi agli acidi, con l’effetto di produrre sali che rendono inoffensivi gli acidi. 2 Trasformazione dell’alimento in energia, con l’effetto di produrre anche metaboliti (scorie).
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intercellulare deposita troppi acidi che si sono formati tra l’altro anche per effetto della metabolizzazione2 dell’alimentazione. Di conseguenza la capacità tampone della cellula diminuisce e ciò può determinare dei disturbi nei processi metabolici e causare successivamente delle malattie.
Per le malattie reumatiche da logoramento è importante osservare il bilancio acido-base allo stesso modo che nelle forme infiammatorie.
È possibile evitare o curare una superacidità nel seguente modo: ■ Innanzitutto è indispensabile un’alimentazione equilibrata. Verdure, insalata verde e frutta hanno un’importanza fondamentale. Questi sono gli elementi principali del maggior numero possibile di pasti. È meglio evitare l’insalata verde e la frutta fresca a cena, dato che i processi di fermentazione nell’intestino possono influenzare negativamente l’equilibrio acido-base del corpo. ■ Il siero di latte non dolcificato e i latticini acidi come lo yogurt, il latte acido o il kefir sono altamente consigliabili. Infatti hanno un effetto positivo sui batteri intestinali, i quali a loro volta hanno un ruolo importante in relazione al bilancio acido-base. ■ L’effetto positivo delle erbe aromatiche è ancora discusso a livello di esperti. ■ Gli alimenti che formano acidi come il formaggio stagionato, il pesce e le uova possono essere consumati tutti i giorni, ma solo in piccole quantità come contorno alla verdura. La carne dovrà essere consumata con parsimonia ancora maggiore e non tutti i giorni.
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■ Anche i cereali e i prodotti derivati dai cereali come il pane, le paste lievitate e i pasticcini svolgono un’azione acidificante a causa della loro elevata percentuale di fosforo. Con questi alimenti è opportuno moderarsi e preferire i prodotti integrali. ■ Ai prodotti finiti sono preferibili gli alimenti di base di alto valore qualitativo. L’equilibrio acido-base è correlato anche alle sostanze supplementari. ■ L’alcool influenza sfavorevolmente il bilancio acido-base. È quindi opportuno non consumarlo quotidianamente. Gli effetti del caffè e dello zucchero sono ancora discussi a livello di esperti. ■ È importante bere a sufficienza, soprattutto acqua e tisane. In questo modo si facilita l’eliminazione dei metaboliti. Oltre all’alimentazione, altri fattori hanno grande importanza ai fini della prevenzione o della riduzione di una superacidità latente: ■ Fate tutti i giorni del movimento all’aperto con respirazioni profonde. ■ Dedicate abbastanza tempo al rilassamento. Lo stress contribuisce a produrre più acido. ■ Evitate la flatulenza e la stitichezza, in quanto i gas dell’intestino sono anch’essi corresponsabili della superacidità dell’organismo.
In singoli casi può essere utile per un certo periodo impiegare un farmaco basico. Ma è opportuno sempre discuterne l’opportunità con uno specialista. Anche dei bagni basici, preferibilmente con bicarbonato di sodio da una a tre volte la settimana possono aiutare a ridurre una superacidità.
Il movimento all’aperto, il rilassamento e una buona digestione favoriscono l’equilibrio di acidi e basi.