Riflesso Magazine Novembre-Dicembre 2016

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M A G A Z I N E D I I N F O R M A Z I O N E , C U LT U R A E L I F E S T Y L E

Arts & Crafts


eek FashionW KASTA MORRELY

2016

10 YEARS SINCE THE LEGALISATION OF MANNEQUIN OCCUPATION

fall - winter edition

10 - 12 NOVEMBER

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CREATIVE INDUSTRIES AWARDS® IIIrd edition Contact: Phone: +40.722.137.137, Web: www.kastamorrelyfashionweek.com,

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INTO THE DREAM

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AUTOMATIC SWISS MADE

Via G.B. Pergolesi 121/b - San Sisto (PG)


In copertina DIRETTORE RESPONSABILE Mario Timio VICEDIRETTORE Carlo Timio REDAZIONE CENTRALE Alessio Proietti, Giulio Siena, Noemi Furiani, Alessia Mencaroni, Marilena Badolato, Walter Leti, Elisabetta Bardelli, Elisa Giglio REDAZIONI REGIONALI Piemonte: Margherita Carpinteri Liguria: Jessica Chia Samantha Chia Lombardia: Francesco Colamartino Francesca Fregapane, Elena Ciulla, Stefano Spairani Righi, Trentino Alto-Adige: Giuseppe Doria Francesco Taufer, Mauro Volpato Veneto: Carolina Bruno Fosca Parisi, Caterina Chiarcos Emilia-Romagna: Elena Brozzetti Toscana: Livia Ballan Ilaria Vannini Lazio: Marica Spalletta Umbria: Claudio Cattuto Laura Patricia Barberi, Italo Profice, Alessandro Biscarini Giuliana Spinelli Batta Marche: Elisa Cataluffi Carlo Trecciola, Olga Puccitelli Abruzzo: Sara Bernabeo Maria Concetta Dercole, Davide Gerbasi Campania: Giuseppe Ariano Molise:Andrea Mastrangelo Basilicata: Marco Caldarelli Puglia: Veronica Sonoro Christian Chiarelli Sicilia: Paola Faillace Sardegna: Marina Sotgiu Anna Paola Olita Principato di Monaco: Marinella Cucciardi Miami: Francesco Famà New York: Giovanni Bruna RINGRAZIAMENTI Cristiano Gallo, Mogol, Barbara Gimmelli, Luigi Rossetti, Franco Billi, Elena Sacco, Anna Defrancesco Gatti

Arts & Crafts

Un anno di concetti, parole ed immagini, che ha visto come protagonista, insieme alla Redazione Riflesso, l’Istituto Europeo di Design di Milano. La preziosa collaborazione, iniziata nel 2015 nel contesto dell’Esposizione Universale di Milano, si è strutturata nel 2016 con un laboratorio che ha permesso di affrontare tematiche di elevato spessore culturale e sociale, e che ha permesso di fondere la formazione all’informazione. Un vivo ringraziamento va a tutti i soggetti coinvolti, che hanno saputo mettere in evidenza l’importante ruolo del design della comunicazione, che vede le proprie basi in una didattica coscienziosa. Si chiude l’anno con il topic "ARTS & CRAFTS": una riflessione sul profondo legame tra arte, tecnica e artigianato. Realizzazione Classe di Design della Comunicazione, Y2-15/16 IED Comunicazione, Milano. Coordinamento Didattico IED Elisa Bergamaschino, Marianna Moller, Cinzia Piloni Direzione Artistica Alessio Proietti

EDITORE Ass. Media Eventi REGISTRAZIONE Tribunale di Perugia n. 35 del 9/12/2011 IMPAGINAZIONE E GRAFICA R!style Project STAMPA Tipografia Pontefelcino Perugia CONTATTI direzione@riflesso.info editore@riflesso.info artdirector@riflesso.info info@riflesso.info SITO WEB www.riflesso.info FACEBOOK Riflesso Magazine

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EDITORIALE

ARCHITETTURA

5 Il mondo dei giovani intorno alla politica

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PRINCIPATO DI MONACO 6 I Balletti di Montecarlo

Il Bastione di Saint Remy Le cisterne romane di Amelia L'ex mercato coperto di Gallipoli Prato della Valle a Padova

PERSONAGGIO

NATURA

EVENTI

LABORATORIO DI IDEE

AGENDA NEWS

BRIEFING CULTURALE

62 Gole di Celano 64 San Martino di Castrozza

14 Il maestro Mogol e i suoi 80 anni di successi

66 Arts & Crafts 68 Il design della pace

16 Mercatini di Natale 18 Eventi nazionali selezionati

INSERTO SPECIALE

70 Chicche culturali disseminate in Italia

DESIGN

72 Il tè di Natale

22 I sette vizi capitali

GIRI DEL GUSTO

32 Il segno del tempo

BENESSERE

36 Arnaldo Pomodoro 40 Museo Bagatti Valsecchi 42 Vinicio Momoli 44 Raffaello 47 Il presepe di Calvi

AMBIENTE

ARTE

74 Lo sport al freddo 76 Ecologia lacustre

FLORIDA

78 L'arte a Miami

DISCOVERY

50 Como e Varese

60

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Il mondo dei giovani intorno alla politica

EDITORIALE

di Mario Timio

e ne sono accorti in pochi. Ma è una notizia spiazzante. Amazon realizza un nuovo centro di distribuzione a Passo Corese in provincia di Rieti con un investimento di 150 milioni di euro e l’assunzione di 1500 unità in tre anni. Non è una notizia isolata. L’Italia sembra essere tornata “attrattiva” non solo per i turisti ma anche per le imprese. Sono imprese come Apple, Cisco, Huawei e altri colossi prevalentemente del settore tecnologico, che puntano su un valore aggiunto del capitale umano di qualità. Non a caso gli insediamenti non li trovi nelle metropoli o in zone ad alta intensità industriale e di servizi, ma in paesi della provincia italiana ove c’è maggiore disponibilità di tecnici e operai specializzati. Pronti a spendersi da subito. Senza abbandonarci a un facile ottimismo si percepisce che gli investitori internazionali guardino l’Italia con un certo interesse. Essenzialmente a favore dei giovani. Non più costretti ad emigrare da quelle zone provinciali. Forse per l’avvento di una nuova politica. Ma come si inseriscono i giovani nel mondo della politica? Tutti si lamentano dello scarso livello della politica, ma poi – soprattutto i migliori – ne disdegnano l’entrata. Nel migliore dei casi abbracciano l’impegno sociale o il volontariato, ove i risultati sono più immediati. Nel peggiore dei casi si omologano in un gretto individualismo. Ma questi giovani che conoscono la storia, sanno che non è stato sempre così. Nell’immediato dopoguerra le menti migliori si impegnavano in politica per ricostruire l’Italia. Così abbiamo avuto grandi statisti come De Gasperi, Fanfani, Moro, che però non hanno avuto “né eredi, né continuatori” come direbbe il giornalista Paolo Borgna. E non solo in ambito cattolico, ma anche tra i comunisti, i liberali, i socialisti, i repubblicani. Il pensiero plana allora sui vari Einaudi, La Malfa, Nenni, Togliatti, Lombardi, Berlinguer, Pertini. Insomma gli uomini delle prima Repubblica. Allora c’è da chiedersi

cosa ha tenuto lontani dalla politica, in un secondo momento, gli uomini e le donne migliori della scena sociale. Intanto la selezione di dirigenti politici del tempo che supponeva, in un ambiente carico di contrapposizioni, passione e spirito di servizio, e che veniva effettuata dai partiti, dalle parrocchie, dalle associazioni, dai sindacati che sapevano attingere il meglio dalle varie componenti della società civile. E questa classe politica fu in grado di fare scelte per il bene comune di cui sono espressioni riforme storiche: l’edilizia popolare, l’istituzione agraria, la scuola media unificata, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, il servizio sanitario, lo statuto dei lavoratori, la riforma del diritto di famiglia. Rallentatosi lo scontro ideologico, la selezione del ceto politico si è annullata prima ancora delle dissipazione dei partiti politici. Così i talenti, la passione politica, il desiderio di lavorare per il bene comune si sono sfilacciati facendo emergere e avanzare i mediocri. E la politica con la P maiuscola è precipitata con tutte le ricadute negative sociali ed economiche, a cominciare dalle problematiche giovanili. È stata la mediocrità politica a generare i danni della nostra società, a spingere i giovani, compresi i laureati, a cercare lavoro all’estero. Talvolta con grande successo. L’ultimo è stato Valentino Gantz che da Bologna si è trasferito a San Diego per scoprire addirittura come sconfiggere la malaria, la malattia che miete più vittime nel mondo. Ed è in odore di Premio Nobel. Ma è un’eccezione. In questo clima dobbiamo ringraziare chi porta lavoro in Italia come Amazon che promette lavoro a giovani, che la mediocrità dei politici non ha saputo procacciare in modo autoctono. La mediocrità si supera se attingiamo a giovani capaci di essere le nuove leve della classe politica. Con lo stesso spirito dei politici del dopoguerra. Abbiamo bisogno di politici perché le sfide alte sono tornate. E la disoccupazione dei giovani è solo una, forse la più importante.

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PRINCIPATO DI MONACO

Ph. Marie-Laure Briane

L’Accademia di danza creata nel 1975 dalla Principessa Grace Kelly e il Principe Ranieri III ha raggiunto con gli anni un livello di fama mondiale

La Belle

I Balletti di Montecarlo tra famosi coreografi stranieri e talenti emergenti

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di Marinella Cucciardi n sodalizio di successo quello tra Monaco e la danza. La Principessa Grace e il Principe Ranieri III creano nel 1975 un’accademia di danza di alto livello che negli anni

si è conquistata fama internazionale. L’Accademia non è solo un luogo dove nascono talenti ma anche una scuola di vita, con corsi in varie discipline artistiche e scolastiche. L’attuale Compagnia dei Ballets de Monte-Carlo è stata creata nel 1985 da


Ph. Marie-Laure Briane

Ph. Alice Blangero

Les Ballets de Monte-Carlo - Men's Dance for Women

Gala 2015

S.A.R. la Principessa Carolina di Hannover che desiderava continuare la tradizione della danza a Monaco. Nel 1993 alla direzione dei Ballets de Monte-Carlo è stato nominato Jean-Christophe Maillot, lui stesso eccellente ballerino e coreografo, che dà una svolta definitiva creando per la Compagnia più di 30 balletti. I Ballets de MonteCarlo conquistano così il mondo grazie alle famose opere di Jean-Christophe Maillot come Roméo et Juliette, Cendrillon, La Belle, Le Songe. Il repertorio include famosi coreografi stranieri ma anche talenti emergenti, a cui è data l’eccezionale opportunità di lavorare con i 50 ballerini della Compagnia monegasca. Nel 2000 Jean-Christophe Maillot crea il Monaco Dance Forum, vetrina internazionale di danza, che presenta un insieme di spettacoli ed esposizioni. La Compagnia partecipa regolarmente a questo festival, così come l’Accademia Principessa Grace. Nel 2011 S.A.R. la Principessa Carolina di Hannover riunisce in un’unica struttura la Compagnia dei Ballets de Monte-Carlo, il Monaco Dance Forum e l’Accademia Principessa Grace per

integrare tutte le attività legate all’arte coreografica del Principato. La stagione 2016-2017 proposta dalla Compagnia dei Ballets de Monte Carlo permetterà agli spettatori di provare emozioni diverse grazie a compagnie internazionali tra le più famose e le più innovative. I Ballets de Monte-Carlo saranno inoltre in tournée gran parte dell’anno in Cina, Colombia e Messico, passando per la Spagna e l’Italia presentando le opere di maggior successo. Si chiude l’anno 2016 con il balletto “La Belle” di Jean-Christophe Maillot in programmazione dal 28 dicembre al 3 gennaio 2017. Infine per il gran finale di stagione nella notte tra il 1° e il 2 luglio 2017, i Ballets de Monte-Carlo, in collaborazione con il Governo del Principato e la Société des Bains de Mer, invitano il pubblico a venire a ballare nel quartiere del Casino, trasformato per l’occasione in un festivo centro dedicato alla danza. Grazie a questa stagione 2016-2017 il Principato di Monaco si appresta a proporsi come uno dei principali luoghi di promozione dell’arte coreografica internazionale.

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Gennaio - Febbraio 2016 - Anno 5 - n.1 - € 1,00

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Luglio - Agosto 2016 - Anno 5 - n. 4 - € 1,00

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Marzo - Aprile 2016 - Anno 5 - n. 2 - € 1,00

Maggio - Giugno 2016 - Anno 5 - n. 3 - € 1,00

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M A G A Z I N E D I I N F O R M A Z I O N E , C U LT U R A E L I F E S T Y L E

Arts & Crafts

Si ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al Laboratorio Editoriale RIFLESSO / IED dal quale hanno preso forma le copertine del 2016


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Mario Timio

Carlo Timio

Alessio Proietti

Alessia Mencaroni

Elisa Giglio

Noemi Furiani

Alessandro Biscarini

Giulio Siena

La Redazione di Riflesso ringrazia tutti i suoi collaboratori e lettori, augurandogli un felice Natale e un Buon 2017!

Elisabetta Bardelli

Francesco Colamartino

Elena Ciulla

Francesca Fregapane

Claudio Cattuto

Jessica Chia

Carolina Bruno

Marilena Badolato

Elisa Cataluffi

Italo Profice

Francesco Taufer

Giovanni Bruna

Giuliana Spinelli Batta

Walter Leti


Giuseppe Ariano

Margherita Carpinteri

Ilaria Vannini

Marinella Cucciardi

Mauro Volpato

Laura Patricia Barberi

Livia Ballan

Carlo Trecciola

Francesco FamĂ

Stefano Spairani Righi

Davide Gerbasi

Marina Sotgiu

Giuseppe Doria

Paola Faillace

Marco Caldarelli

Anna Paola Olita

Olga Puccitelli

Andrea Mastrangelo

Samantha Chia

Maria Concetta D'ercole

Veronica Sonoro

Fosca Parisi

Caterina Chiarcos

Christian Chiarelli

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Ph. Ferruccio DApice

PERSONAGGIO

IL MAESTRO MOGOL E I SUOI 80 ANNI DI SUCCESSI a cura di Carlo Timio

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enza ombra di dubbio Giulio Rapetti "in arte Mogol" è il più grande autore e compositore di testi delle canzoni più significative nel panorama della musica leggera italiana. Con i suoi ottanti anni, una verve invidiabile e una lunga carriera di successi, è riuscito con le sue parole a trasmettere emozioni e profondi sentimenti, entrando di diritto nel cuore di ogni italiano. Maestro Mogol, i suoi successi sono stelle nel firmamento della musica italiana, riesce ancora ad emozionarsi al suono di una bella canzone? “Credo che dobbiamo distinguere tra le canzoni mie e quelle degli altri. Magari emozionarsi credo sia un termine un po’ esagerato, ma sicuramente mi fa piacere riascoltare le mie canzoni, sebbene ci sia ovviamente una piccola differenza di soddisfazione. Però devo ammettere che quando la musica è bella è bella”. Tra le canzoni che ha scritto quale è la sua preferita senza nulla togliere alle altre? “Non c’è ne è una in particolare. Sono tutte distinte e diverse, ognuna ha un fascino proprio. Ce ne sono tante ed è molto difficile per me sceglierne soltanto una, anche se credo che tra le più importanti annovererei I giardini di marzo, Pensieri e parole, La canzone del sole o Il mio canto libero. C’è per esempio anche un’altra canzone bellissima che si chiama Anche per te e che l’hanno fatta tanti cantanti, persino cantautori che a me piace molto”. Ci vuole parlare del suo progetto Centro Europeo di Toscolano? “Si tratta di una scuola di altissimo livello che ha conquistato la posizione in prima linea in Europa. Il lavoro che viene svolto si incentra sia sull’insegnamento che sulla formazione per il canto, autore, compositore e interprete. Abbiamo partecipato a progetti europei dove noi facciamo la formazione anche ad altre suole. Dal nostro Centro escono persone molto qualificate. Per esempio è la scuola dove è nata Arisa. Un altro ragazzo molto bravo è Pasquale Caprino in arte Son Pascal, che sta avendo molto successo in Kazakistan”. E come mai ha deciso di aprirlo proprio in Umbria? “Ho voluto scegliere un luogo ecologicamente integro, in uno spazio a dimensione d’uomo in cui prevalesse il silenzio immerso nella natura tra boschi e laghetti”.


Ph. Ferruccio DApice

Ph. Ferruccio DApice

Si può dire che questo Centro sia anche una vera e propria scuola di vita per i ragazzi che ne fanno parte? “Senz’altro sì perché curiamo anche l’aspetto etico. Il nostro motto è “prima l’uomo poi l’artista”. Riesce a riconoscere sin da subito se un giovane ha la “stoffa” per diventare un autore, compositore o interprete di successo? “È impossibile perché ognuno può avere una crescita imprevedibile. Noi tutti abbiamo delle capacità inimmaginabili che si sviluppano via via che si segue un certo tipo di percorso di formazione e apprendimento. Tutto dipende dalla capacità dell’allievo, dalla sua applicazione, dalla passione. Esiste una cosa che però può essere riconosciuta ed è il timbro vocale. Quello è effettivamente un dono. Arisa, per esempio, quando parla non si può immaginare che poi incanti cantando. Anche gli autori o compositori possono partire da una condizione di mediocrità e fare evoluzioni incredibili. Battisti ne è un esempio. Quando la prima volta lo incontrai e mi propose una canzone gli dissi che era poca cosa. E lui mi rispose che era d’accordo e mi fece un sorriso. Da lì cominciò a lavorare e dopo pochi mesi ha tirato fuori la canzone 29 Settembre. A dimostrazione che ha avuto una crescita spaventosa”. Quali sono gli insegnamenti e i consigli principali su cui puntate per far emergere il talento dei vostri allievi? “Il nostro metodo didattico è uno dei più innovativi. Consiste nell’esaltazione di un connubio esistente tra dna e ambiente. Cerchiamo di far assorbire l’ambiente migliore del mondo agli allievi, attraverso un sistema didattico di elevata qualità.

Ph. Cristina Scalabrini

Archivio Famiglia Rapetti Mogol

Centro Europeo di Toscolano

Abbiamo fatto studi da oltre trent’anni per arrivare a tali insegnamenti. Siamo convinti che l’ambiente può cambiare ed influire lo sviluppo di una persona. Costruiamo ad hoc delle competenze, attraverso tecniche didattiche particolari. Con questi due elementi vediamo quindi crescere e diventare bravi molti nostri allievi”. Per entrare nella scuola esiste una selezione? “Sì, ce n’è una ma non è molto difficile. Ci sono dei test di cultura generale, ma anche sull’intonazione. E chiaramente il compositore deve sapere suonare qualche strumento. Ognuno di noi nasce con un talento latente che va coltivato”. Il 17 agosto ha compiuto 80 anni. Cosa ricorda con più entusiasmo di questa sua lunga carriera? “La cosa che balza di più ai miei occhi è l’affetto della gente. Le persone che incontro mi esternano un tale affetto che lo ritengo il più bel regalo che si possa ricevere”. Per celebrare questo importante traguardo la Rizzoli gli ha dedicato un nuovo libro “Mogol, il mestiere è vivere la vita” incentrato sulla sua storia, le passioni, le avventure, i viaggi, tutto raccontato con dovizia di particolari.

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EVENTI

Mercatini di Natale in Umbria: dai sotterranei medievali ai borghi arroccati di Laura Patricia Barberi

U

Gubbio - Albero di Natale

Perugia - Rocca Paolina

nendo la magica atmosfera dei mercatini di Natale alle bellezze architettoniche e paesaggistiche della regione Umbria, si ottiene un’ambientazione a dir poco singolare: una costellazione di attraenti mercatini per allestimento e ambientazione, alcuni di cui en plein air, altri invece si trovano ben disposti all’interno di chiostri e antiche fortificazioni medievali. E soprattutto a seguito delle recenti scosse di terremoto avvenute nel centro Italia, l’invito a visitare questi luoghi sacri e magici è ancora più forte. Il primo mercato di Natale della storia è datato 1434 ed ebbe luogo a Dresda, in Germania, il lunedì precedente al Natale. Per l’occasione si radunarono i migliori artigiani della città per esporre le proprie opere fatte a mano. Ancora oggi la maggiore attrazione dei mercati di Natale é il fascino degli oggetti prodotti, tassativamente, a mano con cura e dovizia di particolari. L’Umbria, da secoli, è casa di alcuni dei più abili maestri artigiani italiani, ognuno con

la propria arte e riconoscibilità. Molteplici, altresì, sono i piccoli borghi e le cittadine arroccate che ben si prestano ad incantare il viaggiatore oltre ad essere adatte a ospitare i mercatini natalizi cosi charmant che tutti amiamo. Per questo i mercatini di Natale in Umbria sanno come conquistare i visitatori. Tra tutti il più conosciuto per dimensioni ed eccezionalità di location è a Perugia: allestito nei locali sotterranei della Rocca Paolina, monumento simbolo della città, edificata nel corso del XVI secolo per desiderio di Papa Paolo III. I suoi spazi immensi abbracciano una commistione peculiarissima di costruzioni medievali e rinascimentali che le conferiscono, de facto, uno stile fuori dall’ordinario. Tra i vicoli della rocca è allestito ogni anno tra il 5 di dicembre e il 6 di gennaio il Natale alla Rocca di Perugia, tra cui dolce il perdersi alla ricerca di prodotti artigianali di qualità e creazioni originali spesso firmate dai maestri artigiani stessi. Uno dei mercati natalizi più interessanti della regione è quello a Trevi: splendido borgo

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Tra le varie città umbre, in diverse ambientazioni singolari e magiche, è possibile perdersi nell’atmosfera natalizia tra artigianato locale, prodotti enogastronomici tipici e degustazioni

Spoleto - Duomo Cattedrale di Santa Maria Assunta

arroccato dell’Umbria di origine romana. Oltre ai tradizionali addobbi, giocattoli, presepi e delizie enogastronomiche questo mercatino é conosciuto per l’allestimento di un piccolo Villaggio di Babbo Natale, che piacerà ai più piccoli. Emozionante grazie alla creatività delle organizzatrici Annalisa e Sara Sposini è il mercatino di Natale di Pietrafitta, organizzato in collaborazione con Slow Tourism Umbria e con il patrocinio del comune di Piegaro. Ad attendervi ci sarà un artigianato di prima qualità ed eccellenze enogastronomiche con un’area designata alle degustazioni e un’originale sezione di melodie natalizie. Il mercatino di Natale di Spoleto, invece, è una spirale di colori. Dedicato all’arte, all’artigianato e al vintage per gli amanti del genere, lo troverete nel centro storico in Piazza Torre dell’Olio. Non potete mancare una visita ai mercatini di Natale di Gubbio: allestita a festa e di sera illuminata dall’albero di Natale più grande del Mondo disegnato sul fianco del monte Ingino, questa città è il perfetto

teatro per l’atmosfera natalizia. Deliziosi viottoli medievali, presepe vivente nei Quartieri di San Martino e San Pietro e un programma ben articolato di eventi per tutto il periodo. Tra le tante attrazioni una grandissima pista di pattinaggio sul ghiaccio in Piazza Grande per vivere in modo entusiasmante il Natale che verrà. Realizzati con cura, gli stand si trovano lungo il percorso che porta al centro storico e nelle sale della Rocca; tra addobbi e decorazioni natalizie, giochi e curiosità,oggetti in legno e ceramica, manufatti in tessuto e altri materiali, sarà facile trovare il regalo più adatto e unico. Si possono degustare prodotti tipici sia dolci che salati, sapori tradizionali legati anche alle festività di Natale. Tutti i giorni Babbo Natale sarà al Villaggio “Santa Claus”, il mercatino degli addobbi natalizi, con uno spazio giochi e la consegna delle letterine. Non dimenticate di visitare i presepi artistici e viventi realizzati nelle chiese più importanti della città.

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AGENDA NEWS

a cura di Elisa Giglio

MILANO JAZZMI dal 4 al 15 novembre

Ponderosa Music & Art in collaborazione con Crt Teatro dell’Arte e Blue Note Milano presenta dal 4 al 15 novembre Jazzmi, un festival jazz moderno, dinamico e diffuso. Con più di 80 concerti, 120 iniziative e un cartellone ricco di artisti tra i più affermati del panorama jazz internazionale classico e contemporaneo, la manifestazione si appresta a diventare l’evento jazz più importante dell’anno a Milano. Ron Carter, Dee Dee Bridgewater, Paolo Fresu!50 & Uri Caine, Gregory Porter, Enrico Intra, Junun di Jonny Greenwood, Robert Glasper e molti altri, che si alternano su alcuni dei palchi milanesi, tra cui Teatro Nazionale, Teatro dell’Arte, Circolo Magnolia, Teatro Dal Verme, Conservatorio Verdi e Blue Note.

VENARIA REALE (TO)

TEDXLECCE 2016 5 novembre

Torna il Gran Ballo della Venaria Reale nell’emozionante cornice della Galleria Grande della Reggia per chi vuole partecipare ad un evento davvero fiabesco, che comprende anche la cena di gala. Iniziativa di beneficenza in collaborazione con l’evento Vienna sul Lago. Si tratta di un tradizionale appuntamento di cultura e solidarietà, che permette alle giovani debuttanti in abito bianco accompagnate dai cadetti in alta uniforme di un’Accademia Militare di diventare “Ambasciatori Ufficiali Telethon”. L’intero ricavato della serata di gala viene devoluto in favore di associazioni benefiche.

“Memoria” è il tema della quinta edizione del TedxLecce. Si tratta di una manifestazione che racconta la “testimonianza” in economia, scienza, food, danza, teatro, impegno sociale, diritti umani e civili, nuove tecnologie e comunicazione. L’evento, promosso dall’associazione “Diffondere idee di valore”, si svolge al Teatro Politeama Greco di Lecce ed è la manifestazione principale della rassegna “Conversazioni sul futuro” dal 3 al 6 novembre. Quattro giorni con workshop, incontri, dibattiti, confronti, lezioni, proiezioni, musica, presentazioni di libri, le Officine dei bambini e delle bambine, le Officine del futuro.

GRAN BALLO DELLA VENARIA REALE 5 novembre

CASTELLAZZO COSTACCIARO (PG) DI BOLLATE (MI) CORSA DELLE BOTTI MIVEG dal 5 al 6 novembre

dal 12 al 13 novembre

Quarta edizione per MiVeg, festival dedicato agli animali e alla scelta vegan dal 5 al 6 novembre a Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (Mi). In programma buon cibo sostenibile, a km zero e 100% vegano, laboratori, conferenze e seminari su cucina, attivismo e musica. Per i più piccoli è presente uno spazio bimbi, dove farli divertire con giochi ecologici e a tema animalista. Obbiettivo della manifestazione è fornire una panoramica completa sull’universo vegano, promuovendo uno stile di vita attento all’ambiente e contro la sofferenza degli animali. Ingresso gratuito.

Nata nel 1991, la festa è legata al periodo della vinificazione, da qui il premio Trofeo di San Martino e la scelta non casuale delle botti. Si tratta di una vera e propria corsa di due botti, che rotolano attorno ad un asse, al quale è attaccato un timone trainato da un gruppo di ragazzi, chiamati “bottaioli”. Per ogni squadra vi sono poi un capo bottaiolo, un oste e un direttore di gara. I due simboli della competizione sono associati uno a Costacciaro capoluogo e l’altro alla frazione Villa Col de’ Canali. La manifestazione ha come contorno una sfilata e le tradizionali taverne, attive già dalla sera prima.

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LECCE

FIRENZE MODAPRIMA 81 dal 18 al 20 novembre

Collezioni moda e accessori per l’autunno e l’inverno 2017/2018. Si tratta di ModaPrima, evento di riferimento del settore curato da Pitti Immagine, che alla Stazione Leopolda rilancia la qualità della sua proposta, come punto d’incontro per la moda pensata e prodotta per la grande distribuzione. La fiera è dedicata alla presentazione in anteprima delle novità al pubblico internazionale, incontrando i protagonisti del grande dettaglio, delle catene di negozi, oltre ad importatori e grossisti. Il salone porta in scena a Firenze una selezione di collezioni prodotte in Italia, pensate per una distribuzione globale dinamica e in continua evoluzione.


TRENTO

TRENTO

BOLZANO

CONGRESSO NAZIONALE AIS dal 19 al 20 novembre

MERCATINO DI NATALE dal 19 novembre al 6 gennaio 2017

MERCATINO DI NATALE dal 24 novembre al 6 gennaio 2017

“Quando il vino è poesia della Terra”. Con questo slogan si inaugurano i lavori per il cinquantesimo anniversario dell’Ais, l’Associazione Italiana Sommelier. Il congresso si svolge in due giornate, con incontri a tema, degustazioni verticali di varie vendemmie, banchi di assaggi. La sede del convegno è il Grand Hotel Trento e la cena di gala si tiene al Muse, il Museo delle Scienze. Il 20 novembre vi è la prova pubblica finale del concorso “Miglior Sommelier d’Italia” in collaborazione con l’Istituto Trento Doc e, a seguire, la proclamazione del vincitore.

Tema “green” e offerta rinnovata per questa edizione del tradizionale mercatino di Natale della città di Trento. Novantadue espositori di provenienza locale, accuratamente selezionati in base ai prodotti esposti, rigorosamente artigianali. Giunto al suo ventitreesimo compleanno, la manifestazione si caratterizza per una particolare attenzione da parte del comitato organizzatore nei confronti dell’impatto ambientale e della sostenibilità, con una serie di iniziative tematiche a corredo del consueto evento principale. Per l’occasione sono distribuiti piatti di pane per ridurre i rifiuti e settantamila sacchetti di carta riciclata.

Il mercatino di Natale di Bolzano in Alto Adige è il più grande d’Italia. Da quasi due decenni, grazie al suo charme tutto particolare, questo evento attira ogni anno una folla di visitatori in Piazza Walther, magnificamente addobbata per l’Avvento. Bolzano nel confronto europeo è una delle migliori destinazioni vacanziere durante il romantico periodo natalizio. Per circa un mese, l’atmosfera natalizia invade le strade e i vicoli della città capoluogo dell’Alto Adige, immersa nel chiarore di romantici lumi e candele tremolanti, che per un momento l’avvolgono in una luce magica.

CAGLIARI

MATERA

AREZZO

VILLAGGIO TIROLESE dal 25 novembre al 26 dicembre

CRAI CAGLIARI RESPIRA 2016 4 dicembre

IL PRESEPE VIVENTE NEI SASSI DI MATERA dall’8 all’11 dicembre/ dal 17 al 18 dicembre/ dal 6 all’8 gennaio 2017

La magia del Natale si ritrova in Piazza Grande ad Arezzo. Un viaggio alla scoperta dell’atmosfera magica con trentadue stand. Questo mercatino è l’unico “doc” fuori dai confini della regione italo-austriaca. Baita tirolese, prodotti tipici, degustazioni, artigianato, decorazioni natalizie e tante sorprese vi aspettano nel villaggio. Molti gli eventi collaterali, concerti, spettacoli teatrali ed iniziative benefiche, nonché numerose dimostrazioni dal vivo dell’abilità di esperti artigiani, abbigliati con i tipici costumi altoatesini, nell’arte dell’intaglio, della falegnameria o del tombolo.

Sport, salute, ecologia e solidarietà. Sono queste le quattro parole d’ordine per descrivere la Crai Cagliari Respira 2016 al via il 4 dicembre. La mezza maratona è arrivata alla sua nona edizione; oltre a questa corsa si svolgono anche le tre KidsRun e la SeiKilometri non competitiva. Ma il fiore all’occhiello di questa edizione è la KaraliStaffetta, che si disputa sul percorso della mezza maratona su due diverse frazioni, la prima sulla distanza di nove km e la seconda di dodici km. La corsa è anche eco-friendly e solidale: l’Amministrazione Comunale ha confermato, dopo averla istituita l’anno scorso, una Giornata Ecologica, che si svolge in concomitanza con la maratona ogni prima domenica di dicembre.

Il presepe vivente di Matera giunge alla sua settima edizione. I Sassi, l’antico rione della città lucana, fanno da cornice alla manifestazione natalizia più attesa. Come consuetudine, l’evento ha luogo nei Sassi, che per conformazione naturale ricordano il territorio originale della Natività per l’unicità del paesaggio e per l’equilibrio tra insediamento umano ed ecosistema. Le comparse raccontano scene del Vangelo e della nascita di Gesù. Il titolo di questa edizione del presepe vivente di Matera è “Laudato Sì”.

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AGENDA NEWS

CASTELNUOVO DEL GARDA (VR) GARDALAND MAGIC WINTER dall’8 dicembre all’8 gennaio 2017

Come sempre, ritorna Gardaland Magic Winter, l’evento invernale di Gardaland, che con la sua atmosfera incantata riempe di magia uno dei periodi più belli dell’anno. Il parco divertimenti si trasforma in un paesaggio colorato e innevato, popolato da elfi, folletti, principesse, pupazzi di neve, orsi polari e ovviamente Babbo Natale con le sue renne. Decori sfavillanti e alberi di Natale illuminati. Non mancano poi le numerose attività espressamente pensate per l’occasione, come la nuovissima pista ghiacciata per i Go Kart, la colorata area gioco dedicata ai più piccoli interamente realizzata sulla neve, l’immancabile pista di pattinaggio e la casa di Babbo Natale.

MOSSO (BI)

IL PRESEPE GIGANTE DI MARCHETTO dall’8 dicembre all’8 gennaio 2017

Un grande museo etnografico all’aperto, che ricostruisce ambienti della memoria popolare, utilizzando le scenografie naturali e urbane di Mosso (Bi). Si tratta del Presepe Gigante di Marchetto. L’allestimento è probabilmente il più grande presepe a grandezza naturale d’Italia, sono ormai duecento le figure che vanno a ripopolare le vie e gli angoli più caratteristici del paese, dalla piazzetta dell’antico mercato a Via Carbonera, mentre la Natività è allestita nello spazio esterno del nuovo centro anziani.

MONTAPERTO CORCIANO (PG)

MANAROLA (SP)

IL PRESEPE DI MANAROLA dall’8 dicembre al 31 gennaio 2017

Il presepe più grande del mondo viene realizzato ogni anno a Manarola (Sp) e inaugurato solennemente l’8 dicembre. Si tratta di una creazione luminosa, con 250 figure della natività e 15mila lampadine, ed è allestita dal 1961 sulla collina che domina l’antico borgo della riviera ligure di Levante. I personaggi sono realizzati artigianalmente con materiali poveri di recupero da Mario Andreoli, ex ferroviere in pensione, e costituiti da migliaia di luci montate su apposite sagome, che conferiscono alla rappresentazione un fascino unico al mondo.

ORVIETO (TR)

(AG)

IL PRESEPE DI CORCIANO dal 24 dicembre al 6 gennaio 2017

UMBRIA JAZZ WINTER dal 28 dicembre all’1 gennaio 2017

Giornate speciali dedicate alla visita di uno dei più suggestivi presepi, quello di Agrigento, per gli studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e medie. I bambini hanno la possibilità di conoscere i più antichi mestieri, ormai sconosciuti alle nuove generazioni, e di vedere vecchi arnesi di lavoro non più utilizzati; di poter toccare con mano i giochi con cui passavano il loro tempo libero i bambini di una volta; di poter vedere vari animali e magari farsi anche un giro sul carretto con l’asinello. Durante il percorso vengono offerte genuine degustazioni, come ad esempio: pani cunzatu, vino, ceci in brodo, ricotta e tuma, carrubbe, dolci, sfinci, latte di mandorla.

Il Presepe di Corciano rappresenta un gradito spettacolo denso di emozioni per coloro che amano questa celebrazione natalizia. Organizzato dalla Parrocchia del comune umbro, rappresenta ormai una tradizione di successo, che anima l’intero paese. La tipica struttura del centro cittadino si amalgama bene con quella del Presepe; in una tale scenografia prende corpo l’ambientazione di scene vivaci della vita quotidiana di un tempo, con statue a grandezza naturale. Fulcro della rappresentazione è naturalmente una tipica stalla, in cui si celebra il luogo della natività. Musiche di zampognari e tradizionali contribuiscono a rievocare il più significativo evento della storia cristiana.

Ventiquattreesima edizione del festival internazionale di musica jazz in Umbria. Orvieto (Tr) ospita la tradizionale rassegna musicale invernale. Un’occasione per apprezzare artisti e musicisti jazz, provenienti da ogni parte del mondo e che si esibiscono in numerosi concerti nell’incantevole scenario della cittadina umbra. Tanti artisti in cartellone. A cominciare dal progetto tutto italiano, con Paolo Fresu e Gaetano Curreri, voce e leader degli Stadio, e con Raffaele Casarano e Fabrizio Foschini, dedicato al “jazz di Lucio Dalla e Fabrizio De Andre”. Poi, è la volta di Ryan Truesdell e Christian McBride. Numerosi eventi paralleli, esibizioni in strada e molto altro ancora.

IL PRESEPE DELLE SCUOLE dal 12 al 13 dicembre

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In occasione della XVI Settimana della Lingua Italiana nel mondo

“ I SETTE VIZI CAPITALI ” Percorsi artistici tra Moda, Monili e Design EVENTO DI PROMOZIONE DELLE ECCELLENZE ITALIANE TRA ARTE E ARTIGIANATO

CAFE DE PARIS/MONTECARLO

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Casinò di Montecarlo

Ambasciatore d’Italia Cristiano Gallo e Carlo Timio

“I SETTE VIZI CAPITALI” STUPISCONO IL PRINCIPATO DI MONACO

L’

a cura della Redazione

arte e l’artigianato di eccellenza italiana impressionano il Principato di Monaco per la loro creatività espressa attraverso i “Sette vizi capitali”. Questo è stato il tema scelto dal Gruppo Editoriale Riflesso che ormai da diversi anni realizza nel territorio monegasco in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia, iniziative di promozione delle eccellenze artigianali italiane declinate nei settori del fashion e dei complementi di arredo. Questa manifestazione, incentrata

Per la Settimana della Lingua e Cultura italiana si è svolto a Montecarlo un evento speciale per promuovere la creatività tra arte e artigianato di eccellenza in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia 23


sull’esposizione di opere d’arte, monili, collezioni di moda e oggetti di design, è stata l’evento clou di chiusura della Settimana della Lingua e Cultura italiana. Una simbiosi vincente che ha concentrato la capacità creativa e immaginifica di menti, saperi e mani capaci di guardare al futuro partendo dal passato, dalla storia, dalla tradizione. La passione che si unisce all’innovazione, la professionalità che

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si coniuga con l’arte del sapere fare. Del resto sono questi i fattori che oggi sempre più rappresentano la qualità e l’eccellenza del made in Italy. L’evento, che si è tenuto nella magnifica cornice del Cafe de Paris, la cui vista sul mare da un lato e sulla Piazza del Casinò e l’Hotel de Paris dall’altro, ha incantato i numerosi partecipanti presenti. Nella splendida Salle Bellevue sono stati quindi creati dei


percorsi artistici per rappresentare l’essenza dello stile italiano, articolati in diverse tappe per dare enfasi all’indissolubile connubio tra la capacità di creare un’opera d’arte e l’abilità di produrre manualmente un oggetto artigianale. Il tutto accompagnato dalla presentazione di collezioni di abiti di moda e gioielli preziosi indossati da bellissime modelle che con classe ed eleganza,

hanno sfilato tra le opere d’arte, con la direzione artistica di Rosanna Trinchese della Camera della Moda di Monaco. Oltre a ciò è stata organizzata un’esposizione di aziende selezionate nel territorio italiano. Nel settore design e complementi di arredo hanno spiccato i brand Veryposh, che produce oggetti esclusivi e pezzi unici di artigianato artistico frutto della contaminazione

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di materie prime coniugate alla creatività di un designer; le Ceramiche Sambuco Mario, che realizzano manufatti variegati nelle forme e nelle decorazioni, ispirati a modelli classici ma anche capaci di esprimere modernità; Monica Vignolini Home Collection, specializzata nella produzione artigianale di biancheria di lusso, con l’impiego di tessuti naturali unito a un’attenta lavorazione

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manuale e alla perfezione delle più piccole rifiniture. Invece nel comparto moda, accessori e gioielli, erano presenti Anna Siciliano Collection con la sua pregiata sartoria artigianale basata sull’utilizzo in chiave innovativa di una fibra tessile usata da millenni, con cui crea abiti di raffinata eleganza e sobrietà; Orogami, specializzata nella realizzazione di gioielli inconfondibili, un perfetto


mix tra prodotto artigiano e opera d’arte, con un approccio al design contemporaneo che consente di miscelare estetica, alta qualità e versatilità; Minnie’s Jewels, che produce gioielli lavorati a mano, creativi, raffinati ed originali, merito della qualità dei materiali usati, tra cui perle barocche, corallo mediterraneo, turchesi e pietre naturali. Le opere d’arte esposte appartengono ai

due artisti Daniele Buschi e Attilio Quintili, che hanno messo in risalto le loro capacità manuali, l’estro e la creatività. A questi si è aggiunta anche un’esposizione di dipinti di Galeazzo Tonini Von Morl. Per concludere al meglio la manifestazione, è stato offerto un cocktail con degustazione di prodotti francesi. E ovviamente si è brindato sorseggiando champagne.

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AZIENDE PARTECIPANTI

Veryposh

Il brand Veryposh rappresenta un’icona dell’artigianato artistico di alta qualità, frutto della lavorazione di mani capaci di produrre oggetti innovativi di elevato valore e di design. La contaminazione, la fusione e l’amalgama di materie prime unite al guizzo di ingegno e creatività di un designer, produce oggetti esclusivi e pezzi unici.

Ceramiche Sambuco Mario

Azienda fondata alla fine degli anni ‘50 a Deruta, con l’obiettivo di voler conservare e tutelare la tradizione attraverso la produzione di manifatture varie nelle forme e nelle decorazioni, ispirata a modelli e disegni della storia della ceramica derutese ma anche capace di esprimere un senso di modernità dettato dalle nuove esigenze del gusto estetico.

ANNA SICILIANO COLLECTION

Anna Siciliano Collection

Dopo una serie di esperienze lavorativa all’estero, nel 2014 Anna Siciliano decide di debuttare con una propria linea di abbigliamento che porta il suo nome. Anna porta sulla passerella una pregiata sartoria artigianale e ha il merito di utilizzare in chiave innovativa una fibra tessile usata da millenni, con cui crea abiti di raffinata eleganza e sobrietà. La perseveranza e la forza di questa straordinaria stilista ci dimostrano ancora una volta che ‘le radici sono importanti’ e che puntare sulla propria identità culturale, creando bellezza, gusto e originalità, conduce ad una sicura riuscita. Anna Siciliano si fa così protagonista del nostro impareggiabile Made In Italy.

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C

ostagliola

MINNIE’S JEWELS luxury oyster jewelry

Minnie’s Jewels

Eclettica, creativa e sognatrice. È il ritratto di Erminia Costagliola di Fiore, che ha dato vita al brand Minnie’s Jewels, conosciuto a livello internazionale. Un’azienda italiana specializzata nella realizzazione di gioielli di alto livello, raffinati ed originali. Merito della qualità dei materiali, della lavorazione eseguita a mano e della creatività. Perle barocche, corallo mediterraneo, turchesi e pietre naturali: gli elementi, che contraddistinguono il brand, selezionato da Natura Donna Impresa per “L’eccellenza creata dalle donne” ad Expo2015.

Monica Vignolini Home Collection

Un antica tradizione artigianale, fondata nel 1958 da Graziano Vignolini. Questa è un azienda specializzata nella produzione prettamente artigianale di biancheria di lusso, per la casa e per yacht, diretta attualmente da Monica Vignolini. L’impiego di tessuti naturali di altissimo livello qualitativo, come rasi di cotone, lino, seta, cachemire, l’attenta lavorazione manuale e la perfezione delle più piccole rifiniture, hanno decretato il successo della “Monica Vignolini - home Collection “ presso una clientela esigente e raffinata. Le esclusive creazioni, firmate Vignolini, sono disponibile nei migliori negozi d’Italia e del mondo.

Orogami

Il percorso creativo di Orogami nasce dalla filosofia espressiva dei fondatori Tiziana e Massimo Aloisio che realizzano gioielli inconfondibili, un perfetto mix tra prodotto artigiano d’eccellenza e opera d’arte. Il gioiello è il risultato di un percorso che da un' emozione, da un pensiero abbozzato su un foglio di carta diventa materia, espressione plastica. Questo particolare approccio al design contemporaneo consente di miscelare estetica, alta qualità artigianale e versatilità con i valori simbolici di cui le collezioni sono portatrici.

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Anna Siciliano Collection

Veryposh

Minnie's Jewels

Orogami


Grafox

Sambuco

Daniele Buschi

Monica Vignolini Home Collection

Attilio Quintili

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DESIGN

“IL SEGNO DEL TEMPO” a cura della Redazione

I

l Concorso internazionale “Il segno del tempo”, promosso dalla Regione Umbria con la collaborazione di ADI ha svelato i suoi vincitori. Nella elegante cornice di Palazzo Monte Frumentario ad Assisi il 14 ottobre si è svolta la premiazione nell’ambito del progetto “Ceramica made in Umbria”. L’occasione è stato il workshop “Tradizione, innovazione e design per le imprese del futuro”, dedicato sia al design come strumento d’innovazione per le imprese, che all’internazionalizzazione come leva dello sviluppo specialmente nel comparto della ceramica umbra. Ospite d’onore il presidente dell’Associazione per il Disegno industriale Luciano Galimberti. A moderare la serata l’eclettico Franco Billi, Dirigente del Servizio internazionalizzazione del sistema produttivo e finanza d’impresa della Regione Umbria, che è riuscito con classe, savoir faire e un pizzico di ironia, a condurre l’evento tra relatori di elevato profilo professionale ed esperti del settore. Il concorso “Il segno del tempo”, cui hanno partecipato oltre 150 tra professionisti e studenti italiani e stranieri, ha invitato progettisti e designer, grafici e illustratori, artisti e ceramisti a reinterpretare la decorazione della maiolica artistica umbra, alla luce della sensibilità estetica contemporanea. Dal Medioevo la decorazione della ceramica ha raggiunto alti livelli di qualità artistica ed esecutiva e numerosi esemplari sono conservati nei musei più importanti del mondo. Il brand “Ceramica made in Umbria” si propone come contenitore di progetti d’innovazione per il settore della ceramica e in questo quadro il ruolo

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Prima classificata per la sezione professionisti Agustina Mara Bottoni


Il Concorso internazionale promosso dalla Regione Umbria con la collaborazione di ADI svela i suoi vincitori nello splendido scenario di Assisi

Prima classificata per la sezione studenti Carla Pisano

del design dimostra una particolare capacità di sperimentazione per il recupero e la valorizzazione dell’artigianato. I progetti dei vincitori avranno la possibilità di entrare in produzione per il brand. La giornata ha evidenziato come, soprattutto per certi settori, il designer diventa un elemento imprescindibile per aumentare la capacità delle imprese di penetrare nuovi mercati. Tale iniziativa rientra nel corposo programma di eventi realizzati durante l’Expo per promuovere le migliori qualità dell’Umbria e dei settori produttivi, con particolare attenzione alla Food Innovation, all’artigianato di qualità, al cashmere e alla valorizzazione del territorio tra enogastronomia, tradizioni e cultura. Nel corso del workshop sono state anticipate alcune caratteristiche generali dei nuovi strumenti a disposizione per favorire i processi di innovazione, design e internazionalizzazione. Tra questi i voucher per servizi alle imprese, oppure un corso post laurea presso l’Accademia Belle Arti di Perugia di alta formazione in Fooddesign, che dovrebbe partire da marzo 2017. Ad intervenire all’iniziativa Stefania Proietti, Sindaco di Assisi; Edoardo Pompo, Dirigente del Servizio Innovazione, ICT ed infrastrutture per le imprese della Regione Umbria; Paolo Belardi, Direttore Accademia Belle Arti di Perugia; Francesco Paretti, Designer; Simona Finessi, Direttore Platform Architetture e Designm, Mauro Agostini, Direttore Sviluppumbria, Luigi Rossetti, Direttore attività produttive, Formazione a Lavoro della Regione Umbria, e Clarissa Sirci, componente giuria del Concorso “Il segno del Tempo”. Proprio la Sirci alla fine degli interventi ha letto le motivazioni della giuria per la nomina dei vincitori. Prima classificata per la sezione professionisti Agustina Mara Bottoni, mentre la sezione studenti è stata vinta da Carla Pisano. Assegnate anche le menzioni speciali per la sezione studenti a Martina Gobbi e per i professionisti a Carlo Antonelli, Noemi Romano, Anna Paola Marinozzi, Lucia Massari, Niina Aalto, Chiara Capuano e Davide Mele. Insomma ormai anche l’Umbria ha virato in maniera significativa verso il settore del Design, considerandolo uno strumento strategico essenziale per favorire lo sviluppo, la creatività e l’innovazione delle aziende locali, allineandosi perfettamente con le scelte nazionali che hanno recentemente approvato il Cluster Design made in Italy.

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Maggior valore per il Cliente è il risultato che deve ottenere la ricerca e l’innovazione di nuovi prodotti. Domiziani, con la nuova linea INOX LAVA DESIGN, è riuscito ad innovare stravolgendo tutti gli schemi del settore Living aumentando il valore dei suoi prodotti come nessun altro sino ad ora. Una produzione sempre originale, personalizzata, su misura per i gusti e le esigenze dei clienti. Tavoli, rivestimenti, oggetti d’arredo per la casa e la tavola, barbecue, ma anche poltrone, gazebo, fioriere. Unici…eterni. For the Client, the greatest value comes from the research and innovation that go into making new products. Domiziani, with its new INOX LAVA DESIGN line, has managed to innovate its products by breaking all the rules in the Living segment, increasing the value of its products like no one else up to now. A production always original, personalized, tailor made for the taste and the needs of the customers. Tables, coverings, tableware and furniture for the house, barbecues and also armchairs, gazeboes and planters. Unique…everlasting.

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ARTE

Milano celebra la lunga carriera di Arnaldo Pomodoro

M

ilano festeggia Arnaldo Pomodoro. Per i novanta anni del Maestro, la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, dal 30 novembre 2016 al 5 febbraio 2017, diviene il fulcro della grande antologica che abbraccia l’intera città e alcune delle sue sedi espositive più prestigiose. Cuore dell’iniziativa è la mostra curata da Ada Masoero, promossa dal Comune di MilanoCultura, ideata e prodotta dalla Fondazione Arnaldo

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Ph. Aurelio Barbareschi

Ph. Nicola Gnesi per fondazione Henraux

di Elisa Giglio

Sfera n. 1, 1963 - bronzo

Pomodoro e Palazzo Reale con la collaborazione di Mondo Mostre Skira. La Sala delle Cariatidi è uno dei luoghi simbolo della storia di Milano, accoglie una trentina di sculture realizzate dal Maestro dal 1955 ad oggi per rappresentare le tappe fondamentali del suo lavoro di oltre sessant’anni. Il percorso prende avvio dai bassorilievi degli anni Cinquanta in piombo, argento e cemento, dalla Colonna del viaggiatore e dalla Grande tavola della memoria, per arrivare alle forme geometriche di


Ph. Jerry L. Thompson Ph. Giorgio Boschetti

La luna il sole la torre, 1955 argento e rete di ottone patinata

Grande tavola della memoria, 1959-1965 piombo, bronzo, legno e stagno

Una serie di eventi ed esposizioni diffusi a Milano per festeggiare i sessant’anni di lavoro e di successi di uno dei più grandi scultori internazionali di arte contemporanea

Ph. Carlo Orsi

Ph. Dario Tettamanzi

The Pietrarubbia Group: il fondamento, l’uso, il rapporto, 1975-1976 bronzo, ferro, fiberglass e marmo

Colpo d’ala, 1984, bronzo

lucido bronzo squarciate e corrose, alle celebri Sfere, ai Cippi, fino all’imponente rilievo Le battaglie in fiberglass e polvere di grafite, che parla della materia come magma, fonte di vita ma anche di conflitto. In piazzetta Reale viene esposto, per la prima volta nella sua totalità, il complesso scultoreo The Pietrarubbia Group. Un’opera ambientale composta da sei elementi realizzati in un processo aggregativo in progress iniziato nel 1975 e completato nel 2015, che, rendendo un omaggio ideale all’antico

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Ph. Dario Tettamanzi Le battaglie, 1995 - 
fiberglass con polvere di grafite

borgo di Pietrarubbia nel Montefeltro, ha dato forma all’emozione e al legame del Maestro con le proprie origini, che sono qui luogo fisico e insieme immaginario. Alla Triennale di Milano e alla Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano vengono presentati quattro progetti “visionari”, che mostrano il dialogo tra l’opera scultorea, l’architettura e lo spazio circostante. Il Simposio di Minoa a Marsala, in Sicilia; il Carapace, la Cantina delle Tenute Lunelli a Bevagna, in Umbria; il monumento di Pietrarubbia; il progetto per il nuovo Cimitero di Urbino; si tratta di opere che si sviluppano dalle visioni di Pomodoro e diventano paesaggio urbano. Il Museo Poldi Pezzoli da conto della passione per il teatro del Maestro attraverso sedici teatrini, che raccontano il suo lavoro per il palcoscenico svolto tra il 1982 e il 2009 nei diversi campi drammaturgici. Il progetto espositivo è completato da un itinerario artistico che collega più punti della città. Da Piazza Meda con il Grande Disco, scelto quest’anno dai milanesi come una delle icone simbolo della città, a Largo Greppi con Torre a spirale collocata di fronte al Piccolo Teatro, fino a un luogo tra i più segreti del capoluogo lombardo, Ingresso nel labirinto. A Palazzo Reale, durante il periodo di apertura della mostra, i visitatori possono entrare, in modo virtuale, nel Labirinto, in un’esperienza multisensoriale che si estende nello spazio e nel tempo. Accompagnano la mostra una serie di eventi per approfondire l’opera di Arnaldo Pomodoro nei suoi rapporti con le idee e i movimenti dell’arte contemporanea. La mostra offre, infine, un ricco progetto pedagogico curato

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La Colonna del viaggiatore, 1965-1966 , bronzo

dalla sezione didattica della Fondazione Arnaldo Pomodoro con ADMaiora. Il catalogo Skira contiene una lunga conversazione tra l’artista e Ada Masoero, un testo critico di Giorgio Zanchetti e tutti gli apparati bibliografici.


NON CI SONO PIÙ LE QUATTRO STAGIONI Con Luca Mercalli e Banda Osiris

Il nostro futuro di fronte al cambiamento climatico: riflessioni in musica, tra arte e scienza Venerdì 4 novembre · ore 21.00 Genova, Magazzini del Cotone Festival della Scienza

Martedì 29 novembre · ore 21.00 Firenze, Teatro Puccini Con il patrocinio del Comune di Firenze

Lunedì 12 dicembre · ore 21.00 Roma, Teatro Quirinetta

Venerdì 27 gennaio · ore 21.00 Padova, Teatro MPX

Venerdì 10 febbraio · ore 21.00 Torino, Teatro Colosseo

Giovedì 9 marzo · ore 21.00 Bari, Teatro Forma Lo spettacolo si inserisce nel progetto A SEMINAR LA BUONA PIANTA eventi e approfondimenti voluti da Aboca per contribuire ad uno sviluppo sostenibile Ingresso gratuito fino a esaurimento posti Prenotazione consigliata prenotazioni@labuonapianta.it 337 13 93 274 (dalle ore 11.00 alle ore 18.00) www.labuonapianta.it

Smarrite le quattro stagioni, perduti per sempre i paesaggi rappresentati in arte e musica al tempo di Vivaldi, il cambiamento climatico minaccia la salute del pianeta e la sopravvivenza dell’uomo. Sei spettacoli gratuiti per comprendere, attraverso la musica irriverente della Banda Osiris e la chiarezza divulgativa di Luca Mercalli, l’entità del problema e le strade da seguire per cambiare direzione.


Ph. Ruggero Longoni

ARTE

Vestibolo soffitto

Museo Bagatti Valsecchi: la magia di un tempo custodito di Elena Ciulla

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n tuffo nel passato, un viaggio tra architettura e design del Rinascimento dove si respira ancora la magnificenza di un tempo. Tutto questo a pochi passi dal Duomo di Milano, nel quartiere di Montenapoleone, grazie allo straordinario progetto che ha avuto come protagonisti, nella seconda metà dell’Ottocento, due fratelli meneghini: i baroni Fausto (1843 – 1914) e Giuseppe Bagatti Valsecchi (1845 – 1934). Nelle loro tasche la laurea in giurisprudenza, ma in testa e nel cuore una passione che li spinge ad abbandonare sul nascere la professione di giuristi per imbarcarsi nell’impegnativa impresa della ristrutturazione della loro dimora familiare, tra via del Gesù e via Santo Spirito, seguendo i canoni dello

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stile da loro in assoluto preferito: il Rinascimento, in particolar modo quello lombardo. A quei tempi, tale scelta stilistica era consona al programma culturale varato dalla monarchia sabauda dopo la proclamazione del 1861 dell’Unità d’Italia: per i Savoia la cultura rinascimentale veniva individuata come riferimento per costruire le fondamenta di una nuova arte nazionale, nella quale fare identificare l’Italia intera. Fu così che Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi si cimentarono nell’impresa fuori dal comune: ricreare una vera e propria abitazione signorile rinascimentale, dove vivere immersi nell’eleganza della cultura del Cinquecento, senza rinunciare ai comfort messi a disposizione dal “progresso” ottocentesco.


Ph. Ruggero Longoni

All’interno di uno spazio signorile rinascimentale, tipico dell’eleganza della cultura del Cinquecento, è possibile visitare un’importante collezione ricca di antichi e preziosi manufatti

Ph. R. L.

Ph. R. L.

Salone alare

Sala da pranzo

Ingresso colonne

Spinti dal comune intento, i due fratelli, diedero ampio sfogo alla loro passione da collezionisti; girando l’Italia da cima a fondo, acquistarono numerose opere d’arte, oggetti e suppellettili tipici del Rinascimento. Ma non solo. Essi non si limitarono ad una puntigliosa ricerca, ma soprattutto accrebbero il loro innato talento per l’architettura e il design, impegnandosi, in prima persona, nella rielaborazione di alcuni tra i migliori esempi rinascimentali, maturando competenze, che misero al servizio di altre famiglie della nobiltà milanese. Progetto complesso ma che riuscirono a portare a termine: il Rinascimento rivive all’interno di un palazzo della Milano di fine Ottocento. Tutto questo senza perdere di vista lo scopo originario, non creare un museo o una collezione, ma un ambiente abitativo

dove gli stessi manufatti antichi venivano restituiti al loro uso originario nella quotidiana vita domestica. Dopo la morte di Fausto e di Giuseppe, casa Bagatti Valsecchi continuò a essere abitata dai loro eredi sino al 1974, anno in cui l’ultimo erede Pasino, uno dei figli di Giuseppe, decise di costituire la Fondazione Bagatti Valsecchi, alla quale donò il patrimonio del padre e dello zio. Oggi, il Palazzo passato alla Regione Lombardia, inserito nel circuito “Case Museo di Milano”, rappresenta una delle case museo d’Europa aperte al pubblico meglio conservate e rimaste intatte. La visita all’interno della dimora di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi è un’esperienza unica che vale la pena provare.

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ARTE

VINICIO MOMOLI

A

rtista poliedrico, curioso, vivace. Questo è il ritratto di Vinicio Momoli. Padovano, attivo tra Parigi e Castelfranco Veneto (Tv), ha partecipato a più di duecento mostre nazionali e internazionali in musei e gallerie private. I diversi viaggi in America e soggiorni a Parigi lo mettono a contatto con le esperienze artistiche più innovative. Da queste sollecitazioni, a partire dagli anni Sessanta, deriva la produzione di opere, caratterizzata da un’attenzione riflessiva attorno al senso della forma e alle dinamiche intrinseche dei materiali. Adotta fin dall’inizio della sua molteplice ricerca più forme espressive, con una dialettica sperimentale aperta a numerosi sviluppi, ancorati al pensiero minimalista e alla positiva semplicità della forma-materia. Decisivo il confronto con le opere storiche negli spazi parigini dell’Unesco. Il

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Abstract Relations XVI, 2015 - gomma

suo lavoro, negli anni Ottanta, si apre al confronto con lo spazio attraverso installazioni ambientali e sculture polimateriche, con cui ha interpretato e reinventato le forme archetipiche dell’abitare. L’opera del Momoli si ispira al minimalismo, movimento essenziale nato nella rivoluzione sessantottesca, insegnando la necessità di invadere lo spazio con forme massicce e di totale inerzia materica. Vinicio ha effettuato una correzione, avvalendosi di materiali di origine organica, legno, gomma, o anche pietra, procedendo a livelli multipli e sovrapposti. Per evitare i rigorismi dell’astrazione geometrica, l’artista ha fatto ricorso a due espedienti: l’introduzione del colore e poi ha intervallato le varie giaciture in maniera sovrabbondante. Ha voluto che la forza di gravità entrasse in gioco e quegli strati, se pur stesi in orizzontale, si sono fatti panciuti al loro centro,


Abstract Relations V, 2015 - Bianco di Asiago Opera permanente nel Parco di Roquebrune-Cap Martin (Costa Azzurra-Francia)

Venice, 2014 - Smalto su vetro - Monaco Yacht Show 2014 Installazione permanente a bordo dello Yacht ENTOURAGE Vinicio Momoli con il Principe Alberto II

Nexiture 2014, Installazione opere in gomma nell’Abbazia di Spineto Sarteano (SI)

subendo il peso di quanto veniva accumulato sopra di loro. Fase dell’Antiform, anche quando adotta le lamiere metalliche. Il titolo globale, che Momoli dà alle sue proposte, è Nexiture, neologismo denso di significati polivalenti. La nozione della tessitura, a confermare l’ispirazione di origine organica. Il concetto del legare contestualmente è dato dal nexus, ribadendo la volontà di pervenire a una proposta inconfondibile. Ci sono poi altre varianti, a questo “nesso”, nodo gordiano, che l’artista decide di infrangere con un gesto eloquente. Qualche volta gli strati di pietra si innalzano in verticale, ma questo non impedisce la volontà dell’artista di lasciarvi un segno. L’idea del legamento regge tutta la produzione di Momoli, anche quando decide di praticare il nesso con ricorso al neon. Tutto si tiene, tutto si lega, in una vasta operazione di bricolage, giocato su tasti molteplici.

Forme nell’isola 2016 Sculture in gomma nella Chiesa di Santa Margherita - Procida (Na)

Unknown Landscape n°5, 2016 - gomma

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ARTE

La “Muta” che risalta i virtuosismi di Raffaello di Carlo Trecciola

Q

uando la popolarità d’una persona conquista il consenso unanime di intere generazioni è sufficiente il solo nome per evocare la vita e la celebrità delle opere di quel personaggio. È il caso di Raffaello, che non ha certo bisogno del cognome, Sanzio, per essere immediatamente identificato anche tra i non “addetti ai lavori”. Il maestro nacque ad Urbino nel 1483, in uno dei centri artistici e culturali più vivi della Penisola. A scuola non sfoderò la stessa straordinaria abilità ed attitudine che lo resero famoso nella pittura, perciò appena poté, si liberò presto dei libri per maneggiare con più disinvoltura pennelli, colori e tavolozze. A soli 11 anni, dopo la morte del babbo, anch’egli pittore, passò dalla bottega di Timoteo Viti a quella di Pietro Vannucci, detto il Perugino, la cui fama all’epoca eguagliava quella di Michelangelo e di Leonardo. I lavori, che eseguì insieme al maestro umbro, gli valsero da trampolino di lancio e, giovanissimo, il pittore urbinate vide aumentare gloriosamente la sue ordinazioni e la sua fama. Monsignori, nobili e facoltosi cittadini se lo contendevano sborsando fior di ducati senza batter ciglio, tanto era la soddisfazione e il prestigio che una sua opera sortiva nei salotti dell’epoca. Raffaello si dedicò notte e dì alla pittura, con una tempra instancabile; l’unica distrazione era la sua immane passione per le donne, forse elevata quanto la pittura, dato che aveva spasimanti a iosa. Si dice che fosse bello, elegante e generoso e riservava alle sue dame la stessa dedizione che metteva nell’arte. Come tutti i grandi e rispettabili personaggi suoi

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Raffaello, Autoritratto

coevi girò un po’ tutta l’Italia e lo troviamo a Perugia, mentre lavora al Palazzo di Cambio, a Siena, a Firenze, dove conobbe Fra Bartolomeo e forse anche Leonardo e Michelangelo, si diresse poi a Roma su chiamata del Papa guerriero Giulio II, che lo volle nell’Urbe per adornare le celeberrime stanze vaticane con i gloriosi affreschi, che l’hanno incoronato per sempre nell’olimpo dei pittori. Guadagnava molto ed era anche un esteta irriducibile e magnanimo: il lusso e il bello erano per lui indispensabili, tanto che il volgare e il brutto gli causavano una vera e propria sofferenza fisica. Aveva sempre con sé un numeroso stuolo di amici, allievi e “scrocconi” e partecipava volentieri alle feste nei più importanti salotti mondani. Morì prematuramente all’età di 37 anni, un aneddoto leggendario vuole che ad assistere al suo funerale


Il "Ritratto di Gentildonna", realizzato nel 1507 e conservato a Palazzo Ducale di Urbino, riesce ad esprimere emozioni e trasmettere quel senso di malinconia attraverso la profondità dello sguardo

La Muta di Raffaello Sanzio

ci fosse un numerosissimo corteo di donne, la metà delle quali erano state sue amanti in vita, l’altra metà invece era costituita da coloro che avrebbero voluto esserlo. L’opera, che mi preme esaltare é il “Ritratto di Gentildonna”, conosciuto come “La Muta”, che Raffaello eseguì nel 1507 e che ora è conservata nella Galleria Nazionale delle Marche, all’interno dello splendido Palazzo Ducale di Urbino. La tavola raffigura probabilmente Maria Della Rovere Varano, nipote di Giulio II e vedova di Venanzio Varano. Alcuni sostengono si tratti invece di Giovanna Feltria, moglie di Giovanni Della Rovere. La sua identità ci interessa marginalmente però, perché in primis sì è colpiti dalle emozioni che evoca la sua vista. Il dipinto, un olio su tavola di 64 x 48 cm, è interamente pervaso da un’intensa

ed intelligibile malinconia, che risulta a tratti struggente. Lo sguardo innaturale della giovane tenta di celare invano un dramma, che l’ha condizionata a tal punto da valerle l’appellativo “la Muta”. Un silenzio austero che la ragazza osserva in maniera anche troppo seria e composta. L’opera appartiene alla prima maturità di Raffaello e lo sfondo scuro e uniforme riesce perfettamente a risaltare i virtuosissimi dettagli del maestro, come il velo trasparente che lievemente accarezza le spalle della giovane, i drappeggi dell’abito e la collana che invita a posare lo sguardo sugli anelli e sulle mani, che rivelano un chiaro nervosismo nella posa. Raphael Urbinas incarnò l’essenza del puro talento, aderendo perfettamente agli ideali di spensieratezza e di scetticismo della sua epoca, che lo consacrò vero genio pittorico rinascimentale.

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ARTE

QUANDO IL PRESEPE DIVENTA UN’OPERA D’ARTE: CALVI

I

di Noemi Furiani

l presepe in Italia è sempre stato un simbolo del Natale prima di venir affiancato e sopraffatto dall’albero: non vi era casa dove, l’otto dicembre, non venisse preparato a più mani familiari, in un rituale affettuosamente evocativo di ricordi. Statuine sbeccate che si tramandavano di generazioni, specchietti come laghi, stagnola per i ruscelli, muschi per i prati e falde d’ovatta per la neve, ma per molti secoli anche Papi, ordini religiosi, nobili e ricchi borghesi, commissionarono preziosi presepi a grandi scultori, vere e proprie “sacre rappresentazioni”

L’imponente presepe monumentale in terracotta realizzato nel Cinquecento, con oltre trenta grandi statue sviluppate su due livelli, rappresenta una sorta di teatro perenne 47


con decine di statue spesso a grandezza naturale, che purtroppo col tempo sono andate perdute. Intonso è rimasto quello di Calvi in Umbria, nell’Oratorio della Confraternita di S. Antonio: un imponente presepe monumentale del Cinquecento, realizzato dai fratelli abruzzesi Giacomo e Raffaele da Montereale tra il 1541 e il 1546, con più di 30 grandi statue che ne fanno una sorta di teatro perenne. È assai comprensibile la genesi di quest’opera mirabile se si pensa che Calvi si trova a circa 30 chilometri da Greccio, dove San Francesco nella notte di Natale del 1223 fu l’ideatore del primo presepe vivente. Il presepe monumentale in terracotta policroma è collocato all’interno di una nicchia che si sviluppa verticalmente per un’altezza di circa otto metri e in larghezza per circa quattro, con all’esterno un fascione continuo decorato a girali d’acanto. Ai lati del catino absidale in due nicchie sono collocate le statue di S. Antonio Abate e di S. Rocco, patroni della confraternita stessa ed invocati contro la peste. L’attuale collocazione del presepe non è quella originale: infatti per consentire la realizzazione del retrostante coro del monastero, negli anni quaranta del Settecento fu necessario accorciare questa chiesa ed il presepe venne smontato e poi ricollocato nella nuova abside su due livelli, in maniera analoga a come si trovava originariamente. L’opera si sviluppa su due livelli: nel registro inferiore troviamo rappresentata l’Adorazione dei pastori mentre in quello superiore Il corteo dei Magi in viaggio verso Betlemme. Al centro della scena principale, la Vergine e San Giuseppe sono inginocchiati in adorazione del Bambino, secondo un’iconografia diffusasi a partire dal XV secolo. A sinistra c’è un suonatore di cornamusa e sulla destra due contadine. Dietro la Sacra Famiglia, sul fondo della nicchia, compaiono il bue, l’asino e cinque angeli, dei quali quattro in piedi e uno in ginocchio. È evidente la disparità qualitativa tra le figure della Madonna, di S. Giuseppe e della giovane contadina, riferibili ai maestri, rispetto alle altre, opera invece degli allievi. Il secondo registro è diviso in due gradoni: su quello inferiore ci sono i tre Re Magi a cavallo recanti i doni, su quello superiore è invece collocato un corteo di sei figure, in parte a piedi e in parte a cavallo, una delle quali addirittura rivolta verso l’interno della rappresentazione. Quattro angeli musicanti sono sospesi nella volta celeste.

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Particolare è la presenza di una figura maschile seduta sul bordo del catino absidale superiore, con le gambe penzolanti nel vuoto: questa è stata interpretata sia come un giovane intento a togliersi una spina dal piede, tema ellenistico e classico, sia come il diavolo nell’atto rabbioso di strapparsi un piede per la nascita del Salvatore. Gli sguardi sembrano vivi, impressionante il realismo di certe figure come lo zampognaro che gonfia le gote suonando o il viso scavato e teso di Giuseppe. La tecnica della terracotta invetriata venne messa a punto verso il 1440 da Luca della Robbia anche se in realtà si trattò della “rinascita” di un’arte che era già molto cara agli antichi. A Luca della Robbia rimane il merito di aver abilmente riscoperto la tecnica portandola a livelli di esecuzione eccelsi e rendendola uno dei metodi più duraturi per dare policromia alla scultura. La tecnica consisteva nel creare un rilievo di terracotta che veniva poi dotato di un rivestimento ceramico policromo e lucente. Si usava uno smalto “stannifero”, cioè a base di ossido di stagno, ossido di piombo e sabbie silicee (responsabili dell’effetto vitreo), con un elemento alcalino e vari ossidi metallici per ottenere i diversi colori.


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DISCOVERY

Monache senza volto e chiodi di Cristo tra le nebbie dei laghi di Como e Varese di Francesco Colamartino

L

a scoperta dei luoghi più misteriosi e nascosti della Lombardia ci conduce a Torno, in provincia di Como. Qui si trova la chiesa gotico-romanica di San Giovanni del XII secolo, legata alla leggenda del ritrovamento di uno dei chiodi della passione di Cristo. Dopo la conquista di Gerusalemme, Alemanno, un arcivescovo teutonico che aveva preso parte alla Crociata, entrò in possesso di uno dei chiodi della croce di Gesù. Sulla via del ritorno in Germania si fermò a Torno. Dopo avervi trascorso la notte, riprese il cammino verso casa, ma d’improvviso fu bloccato da due

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violente tempeste. Il vescovo capì che si trattava di segnali divini e decise di posare le reliquie nel luogo dove oggi sorge la chiesa di San Giovanni. Durante il sacco di Torno, il Santo Chiodo fu rubato da un soldato di ventura, ma in seguito alle disgrazie che colpirono lui e la sua famiglia, venne riportato subito al suo posto. Da allora è conservato in un reliquiario tuttora presente dietro l’altare maggiore della chiesa, custodito da sette chiavi che richiamano i sette sigilli dell’Apocalisse. Una è tenuta dal parroco di Torno e le altre da sei famiglie del paese. A pochi passi dalla chiesa, nel fitto del bosco sulle rive del lago di Como, non è difficile


Un viaggio alla scoperta di misteri lombardi, che raccontano di una sacralità fatta di molte ombre, poche luci e anche di qualche fantasma

imbattersi in antiche vasche scavate in grandi massi. Ad oggi la loro reale funzione non è stata chiarita, ma si pensa fossero semplici tombe. Accanto a queste vasche vi è la “pietra pendula”, una pietra oscillante posizionata in bilico, ma in modo tale che non cada. Prima di riposarci da questo peregrinare tra i misteri lombardi, non si può non dare una sbirciata al monastero di Torba, in provincia di Varese. L’edificio, in origine un castrum militare, fu abitato da alcune monache benedettine che lo arricchirono con la costruzione della chiesa e del monastero nell’VIII secolo. Ma è al secondo piano dell’edificio, dove le sorelle si riunivano per pregare,

ci si imbatte in qualcosa di davvero inquietante: un affresco in cui sono raffigurate otto monache in processione, tre delle quali senza volto. Ogni contorno del volto è un ovale perfetto, senza alcuna traccia di erosione causata dal tempo, come se i ritratti fossero sempre stati senza viso. La leggenda vuole che, mentre veniva realizzato l’affresco, tre monache siano scomparse dal monastero per motivi tutt’oggi ignoti, lasciando così incompleti i ritratti. Ma i loro spiriti starebbero ancora oggi vagando nei campi e nei boschi intorno al monastero di Torba nel tentativo di riprendere possesso dei loro volti mai ritratti.

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Ristorante Amici Miei

la vera cucina italiana nel Principato di Monaco Il Ristorante Amici Miei si trova a Montecarlo nel porto di Fontvieille davanti alla Rocca, sede della residenza del Principe di Monaco. Si caratterizza per la calda accoglienza sia del locale che di tutto il personale, sempre gentile ed educato. La coppia Donatella e Giorgio ti darà il benvenuto con quello spirito di apertura, tipico di chi ha origini umbre. Donatella incanta il tuo palato seducendoti con piatti innovativi, sempre pronta a farti assaporare le tipicità e le prelibatezze essenzialmente di mare che offre la sua cucina. Giorgio dal canto suo, ti accoglierà con professionalità in un ambiente familiare, ormai divenuto un punto di riferimento sia per italiani che stranieri.

Ristorante Amici Miei 16, quai Jean-Charles Rey - 98000 Monaco Tel: +377 92 05 92 14 - Fax: +377 92 05 31 74


ARCHITETTURA

Visitabile sia di notte che di giorno, oggi la struttura in stile classicheggiante è anche adibita a esposizioni di carattere culturale

Il Bastione di Saint Remy simbolo del capoluogo sardo di Anna Paola Olita

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l Bastione di Saint Remy costituisce uno dei complessi monumentali più importanti di Cagliari. Il suo nome ha origine dal primo Vicerè piemontese, il Barone di Saint Remy. Fu costruito sulle antiche mura difensive nel cuore della città vecchia. L’imponente struttura venne progettata tra il 1896 e il 1901, anno in cui venne inaugurata dagli ingegneri Fulgenzio

Bastione Saint Remy, Cagliari

Setti e Giuseppe Costa, su un’idea prospettata a metà Ottocento dall’architetto Gaetano Cima. Lo scenografico edificio, che si affaccia sulla piazza Costituzione, collega il quartiere storico di Castello con la parte bassa della città. È costituito da una scalinata monumentale a doppia rampa di 170 gradini che si interrompe su un pianerottolo dal quale inizia la Passeggiata

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Coperta, che si sviluppa lungo l’alberato Viale Regina Elena; realizzata in stile classicheggiante, è costituita da colonne in calcare di colore giallo e bianco con capitelli in stile corinzio. Presenta vasti e luminosi ambienti, dipinti con colori vivaci e chiusi da grandi arcate con infissi collocati nel 1985. Durante il corso degli anni, gli ampi spazi della Passeggiata Coperta furono adibiti a molteplici usi; inizialmente utilizzata come sala ricevimenti, in epoca bellica divenne un’infermeria, successivamente luogo di riunioni e durante la seconda guerra mondiale rifugio per gli sfollati. Nel 1948 ospitò la prima edizione della Fiera Internazionale della Sardegna. Sotto l’arcata maggiore, nota come Arco di Trionfo, si trova un’ulteriore scala che conduce alla Terrazza Umberto I, dalla quale si gode di un magnifico panorama. Dal vasto piazzale si snodano altre due scalinate, che conducono al successivo Bastione di Santa Caterina, sul quale si affaccia l’omonima scuola elementare e dal quale si gode di una magnifica vista del porto e della città che spazia

fino al lungomare Poetto. Nel 1943, la scalinata a doppia rampa e l’Arco di Trionfo furono gravemente danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale; qualche tempo dopo, le parti distrutte vennero ricostruite secondo il disegno originale. Oggi il monumento è in ristrutturazione e il rinvenimento di reperti archeologici non ne garantisce una riapertura a breve. Ci si deve “accontentare” della straordinaria terrazza con vista sull’intera città. Il Bastione di Saint Remy è uno dei luoghi simbolo della città di Cagliari, una tappa obbligatoria per i turisti, da visitare sia di notte che di giorno. È bello sostare godendo del sole e del volo dei gabbiani e nelle giornate coperte, quando il cielo si colora di arancio, ammirare le nuvole, che danno luogo a figure oniriche che cambiano continuamente. Un tempo sede domenicale del mercatino dell’usato e dell’antiquariato, è uno degli spazi espositivi più prestigiosi del centro storico di Cagliari, spesso utilizzato come cornice per esposizioni e iniziative di carattere culturale.

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ARCHITETTURA

LE CISTERNE ROMANE DI AMELIA: UN PATRIMONIO CULTURALE IPOGEO di Giulio Siena

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dificate intorno alla prima metà del I sec. A.C. le Cisterne Romane di Ameria, allora municipio romano, fu una delle opere più imponenti della manovra di “romanizzazione” della città. Il sistema di approvvigionamento idrico costituiva, in una città con povere risorse idriche, la necessità, prima ancora dell’impianto viario, del foro cittadino e degli edifici istituzionali. Una città di dimensioni modeste, Amelia, ma dalla storia millenaria, le cui testimonianze vivono nei secoli: dalle mura ciclopiche a quelle megalitiche, al meraviglioso Germanico, ai palazzi rinascimentali, al duomo. Respirare il tempo e coglierne le stratificazioni storiche é qui alquanto immediato. Scelta rigorosamente in un’area pianeggiante d’impluvio tra le due alture circostanti e scavate nel calcare roccioso, le Cisterne Romane impressionano per le imponenti dimensioni. Oggi

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celate dalla piazza del comune, antico foro, e dal costruito storico che su di loro grava, le cisterne, alimentate da acqua pluviale, si compongono di dieci ambienti che con dimensioni medie di m 57x19 per un’altezza pari a 5,70m costituiscono un complesso idraulico di una capacità volumetrica globale di 4.400 metri quadrati. Ogni ambiente, voltato a botte in opera conglomerata cementizia di cui sono ancora visibili i segni delle centine lignee, si compone di una muratura perimetrale di contenimento realizzata con la tecnica dell’opus incertum rivestita a reticolatum. Il fondo è stato reso impermeabile con l’uso della malta idraulica, opus signinum, altrimenti detta cocciopesto e la stessa utilizzata anche per rivestire le pareti fino ad un metro circa di altezza. I passaggi di comunicazione tra gli ambienti sono mediamente centrati ma non perfettamente allineati tra loro, sia per una questione cantieristica a più fasi temporali,


Il sistema di approvvigionamento idrico è composto da dieci ambienti in sequenza dall’impressionante qualità spaziale-volumetrica

sia per la necessità di attenuare la spinta dell’acqua durante lo svuotamento periodico dei locali. L’alimentazione delle Cisterne avveniva sia attraverso i pozzetti (lumina) in cui era convogliata l’acqua piovana accumulata nel bacino della soprastante piazza, sia dai pluviali dei tetti che attraverso una serie di tubi di piombo (fistula acquaria) di cui sono ancora visibili i fori nell’ultimo vano. L’attingimento dell’acqua, invece, avveniva attraverso i vari pozzi situati sulla piazza forense e nelle immediate vicinanze. In sezione si é letta chiaramente una pendenza progressiva di 122cm di dislivello, mentre l’ultima camera in contropendenza di 12cm. La prima garantiva il naturale deflusso dell’acqua, durante lo svuotamento periodico delle cisterne a fini di pulizia e manutenzione, la contropendenza, invece, consentiva la permanenza, a svuotamento

completato dell’invaso, di una sufficiente quantità d’acqua residua, necessaria per completare le operazioni di pulizia del medesimo che era la sede naturale di accumulo di detriti che per trasporto provenivano dalle sale precedenti. Tra le curiosità, la volta degli ambienti 4, 5, 6, 7, crollate nel 1817 sono state completamente ricostruite, non alla maniera romana, ma in laterizio e tufo, creandosi pertanto stalattiti per lo stillicidio d’acqua. Le dimensioni degli stessi risultano minori, a causa della realizzazione di “camicie” di rinforzo alle murature preesistenti spesse anche fino a 80 cm. L’ambiente, 8 invece, appare diviso da tre muri di sostegno per la presenza di un edificio al di sopra della volta. Un patrimonio culturale ipogeo che, per la sua autenticità e le valenze spaziali-volumetrichemateriche, si offre al visitatore con entusiasmante sorpresa.

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ARCHITETTURA

Dettaglio struttura lignea di collegamento

Dettaglio aggancio nuova struttura lignea alla struttura del mercato

DA MERCATO COPERTO A SPAZIO POLIVALENTE NEL CUORE DI GALLIPOLI di Veronica Sonoro

Vista del Mercato dal lato corto affacciato sul mare

Porzione del percorso coperto del mercato

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L’

ex Mercato coperto si trova all’ingresso del centro storico di Gallipoli, città conosciuta anche come Perla dello Ionio, una vera e propria isola racchiusa entro le mura e collegata alla terraferma tramite un ponte seicentesco. L’edificio, costruito intorno al 1881 in aderenza al Castello Aragonese, si sviluppa lungo la superficie un tempo occupata dal fossato, che divideva la città dalla Fortezza. Si sviluppa su due livelli, il piano terreno in corrispondenza del piano stradale e quello interrato a livello della banchina del porto. In origine il piano superiore ospitava le attività del mercato e dell’artigianato, mentre quello inferiore veniva utilizzato principalmente come magazzino dai pescatori. Il mercato ha conservato la sua funzione originaria per circa un secolo, fino al completo degrado ed abbandono degli anni ’80. La riqualificazione del mercato ha avuto un iter


La riqualificazione della struttura ha reso tale spazio attrattivo, vivace e funzionale ai cittadini, ridando rilievo alle attività del mercato e a quelle degli artigiani Sistema di collegamento verticale inserito tra il Mercato ed il Castello

progettuale durato circa un decennio: nel 1997 è stato realizzato un lavoro preliminare di recupero con l’assegnazione del primo premio all’interno di un Concorso di idee promosso dalla città di Gallipoli, seguito da un esecutivo nell’ambito del premio Centocittà; protagonista del progetto di recupero, realizzato tra il 2007 ed il 2010, è stato lo studio di progettazione CodESIGN. L’obiettivo principale era quello di rendere nuovamente vivo ed attrattivo un luogo di fondamentale importanza per la città, per i suoi cittadini e per i turisti che ogni anno, soprattutto nei mesi estivi, accorrono numerosi. Il mercato è stato concepito come un percorso coperto che dalla Piazza – livello città – conducesse fino alla banchina – livello mare – attraverso un interessante sistema di scale in legno sospese, inserite nel vuoto che è stato ricavato tra il Mercato ed il Castello. Al piano terra sono state inserite attività commerciali e di ristorazione, con

degustazione di prodotti tipici, mentre il piano interrato è stato adibito a funzioni culturali ed espositive. Oltre alla ri-funzionalizzazione dello spazio interno, è stato riprogettato anche il rapporto tra il Mercato ed il Castello, in quanto attraverso opportune demolizioni che rispettassero entrambe le preesistenze, è stato ricavato uno spazio vuoto che potesse dare respiro ed essere sfruttato sia come collegamento tra i vari livelli, che come nuovo punto di osservazione tra i due corpi di fabbrica. Il progetto ha fortemente modificato il rapporto tra i due edifici, separandoli fisicamente, ma allo stesso tempo unendoli concettualmente. Il complesso sistema di scale, che si inserisce nell’interstizio riconquistato tra le preesistenze, sembra dividerle visivamente, ma allo stesso tempo le mette in relazione sul piano pratico e concettuale, come a simboleggiare il rispettoso assedio dell’intervento contemporaneo sul preesistente.

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ARCHITETTURA

A Padova, una delle piÚ grandi e suggestive piazze d’Europa: Prato della Valle di Alessia Mencaroni

Prato della Valle, statue

Palazzo Angeli

Caratterizzata dall’isola ellittica situata al centro, tagliata da due viali perpendicolari, con le sue piante e i suoi quattro ponti, tale spazio aperto presenta un fascino unico e indimenticabile Prato della Valle

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P

rato della Valle è una delle più scenografiche piazze al mondo, e con i suoi 90.000 metri quadrati è una delle più grandi d’Europa. È uno dei luoghi più attivi e vitali di Padova, molto frequentata dai padovani, la piazza viene spesso utilizzata per ospitare eventi e concerti ed è grandioso palcoscenico dei tradizionali fuochi d’artificio di capodanno e ferragosto. Dopo un lungo periodo di degrado negli anni Ottanta, il “Prato” ha subito un processo di riqualificazione negli anni Novanta, ed è ora uno dei fiori all’occhiello della città. In origine la zona ospitava un teatro romano, poi ridotto a palude; la piazza fu progettata nella sua forma attuale nel 1775 dall’abate Domenico Cerato, professore di architettura dell’Università di Padova, su commissione di Andrea Memmo, procuratore veneziano della città. Memmo riuscì a trasformare in pochissimo tempo il centro di Prato della Valle da palude malsana in luogo di mercati, spettacoli, incontri e di passeggio. In suo onore, l’isola ellittica situata al centro della piazza si chiama Isola Memmia. Nell’isola furono così inizialmente allestiti padiglioni per dar vita ad un mercato, ma in seguito furono piantati degli alberi, che insieme all’eterogeneità degli edifici che circondano la piazza, l’hanno resa unica, originale e indimenticabile. Così d’Annunzio la cantò nella sua “Città del silenzio”: “… prato molle, ombrato d’olmi e di marmi, che cinge la riviera e le rondini rigano di strida, tutti i pensieri miei furono colmi d’amore e i sensi miei di primavera

Loggia Amulea

come in un lembo del giardino d’Armida”. L’isola è tagliata da due viali perpendicolari, ombreggiati da una quarantina di piante di acero riccio, che si raccordano con la piazza attraverso quattro ponti: il Ponte Nord, i due ponti degli obelischi e il Ponte dei Papi. Sotto quest’ultimo, così chiamato per le quattro statue di papi che lo ornano, entrano e fuoriescono le acque del Canale Alicorno, che alimentano lo scenografico canaletto che circonda l’isola. L’isola Memmia è inoltre decorata da otto obelischi e da una doppia fila di statue realizzate in pietra di Costozza, dedicate ai personaggi più illustri della città, i notabili, padovani di nascita o d’adozione. Questi includono, tra gli altri, il mitico fondatore Antenore, Tito Livio, Torquato Tasso, Ludovico Ariosto, Andrea Mantegna, Francesco Petrarca e Galileo Galilei. Di grande interesse sono alcuni monumenti, che si affacciano sul Prato della Valle: la Basilica benedettina di Santa Giustina, la Loggia Amulea, un affascinante palazzo in stile neogotico, costruito all’inizio del Seicento per ospitare i giovani nobili che studiavano presso l’Università di Padova, e che fu poi devastato da un incendio, ma venne ricostruito sul modello degli edifici veneziani. Poco più a sud, nell’angolo occidentale del Prato della Valle, si trova Palazzo Zacco o “degli Armeni”, oggi sede del Circolo unificato delle Forze Armate. A sud del Prato è possibile notare l’ingresso dell’ex Foro Boario, e infine nell’angolo con Via Umberto I, si trova Palazzo Angeli, risalente alla fine del Sedicesimo secolo, dimora di Andrea Memmo alla fine del Settecento.

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NATURA

GOLE DI CELANO, IL CANYON D’ABRUZZO

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di Sara Bernabeo

ra le meraviglie naturali che l’Abruzzo cela nel suo territorio montuoso, le Gole di Celano ricoprono certamente un ruolo d’eccezione: si tratta di uno spettacolare canyon - uno dei pochi, in Italia - ben noto agli appassionati di montagna, italiani e stranieri, per il percorso di straordinaria bellezza, che è in

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grado di svelare a chiunque voglia addentrarvisi. Scavate dall’azione erosiva del torrente La Foce, le Gole si estendono per oltre 4 kilometri e separano il Monte Etra dalla Serra di Celano; le imponenti pareti rocciose arrivano ai 200 metri di altezza e, nel punto più stretto, tendono l’una all’altra fino a una distanza di poco più di 2 metri. Nonostante la conformazione impervia del territorio,


L’entusiasmante itinerario escursionistico si snoda tra imponenti pareti rocciose, che si ristringono fino ad una distanza di due metri, boschi, una ricca vegetazione e un’importante fauna che annovera anche l’aquila reale l’itinerario escursionistico alla scoperta delle Gole di Celano è adatto a tutti; due sono le vie di accesso al canyon: quella che, partendo da Celano, risale il greto del torrente e l’altra, in discesa, che prende avvio dalla Val d’Arano. Benché siano entrambe praticabili, è preferibile - per praticità e sicurezza - percorrere il sentiero in salita: ci si addentra così in un paesaggio dal sapore tolkieniano che tra pareti verticali, tratti di fitta vegetazione e piccole cascate che corrono sulla nuda roccia, conduce alla caratteristica Fonte degli Innamorati (1029 m) dove l’acqua sgorga dal soffitto di una grotta. Qui è possibile fare una piccola sosta per poi, se si vuole, proseguire per l’ultimo tratto fino ad arrivare alla Val d’Arano. In una dimensione senza tempo, si attraversano lungo il tragitto vari microclimi, dall’iniziale bosco di conifere, alle grandi piante di noccioli e felci,

fino agli spettacolari salici che crescono su pareti verticali; nella zona più impervia del canyon nidifica anche l’aquila reale: con un po’ di fortuna si potrà vedere questo splendido esemplare volare maestoso tra le rocce. L’escursione attraverso le Gole di Celano è da evitare, ovviamente, nei periodi piovosi o all’inizio della primavera, quando è ancora in corso il disgelo; è necessario, inoltre, indossare sempre un caschetto da trekking, a causa del pericolo di caduta massi, inevitabile data la natura dell’ambiente che ci si trova a percorrere. L’esperienza che questo luogo del nostro Appennino centrale può offrire è assolutamente qualcosa di fuori dall’ordinario: un’occasione per ritrovarsi immersi totalmente nella natura, avvertirla in tutta la sua forza primordiale e lasciarsi affascinare dalla sua impareggiabile bellezza, così semplice e così speciale al tempo stesso.

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NATURA

San Martino di Castrozza tra energie yin e yang

Pale di San Martino

di Mauro Volpato

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a oltre cinquant’anni frequento questo piccolo paese trentino, immerso tra lussureggianti boschi di larici, abeti ed imponenti rocce dolomitiche. L’ho visto crescere e svilupparsi ma, anno per anno, vengo attratto da questa particolare forza energetica che la natura stessa del posto sprigiona. È un amore viscerale che ti prende e ti trasforma nel tuo intimo, donandoti serenità e gioia di vivere; basta saper ascoltare, aprire il cuore e percepire l’energia che questa

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angusta valle trasuda. Vi domanderete come sia possibile tutto ciò; il segreto sta nella natura geofisica del posto: l’Yin e Yang, il dualismo femmineo maschile delle rocce e la madre terra; triade energetica motrice del diventare terreno. Ma analizziamo assieme quanto supposto. Dividiamo il paese lungo l’asse del torrente Cismon che divide appunto geostrutturalmente a metà la piccola valle da nord a sud e scopriremo che nulla è messo lì per caso. Ad est, dove sorge il sole a nuova vita, fonte maschile di energia Yang, è posizionata la


catena delle Pale di San Martino; affascinanti strutture rocciose che non possono non attrarre il viandante, soprattutto al tramonto quando si tingono di rosa. Queste rocce, uniche nella loro composizione, sono state così denominate da un giovane geologo francese che, nel 1791, per primo ne studiò la composizione minerale: un certo Deodart de Dolomieu. Esse derivano da stratificazioni di carbonato di magnesio e calcio assieme a detriti corallini, essendo queste rocce emerse da terreni lagunari e marini circa 230 milioni di anni fa; per tale composizione diventano rosa se colpite dai raggi solari del tramonto. Quindi magnesio e calcio, elementi fondamentali per un corretto sviluppo del nostro sistema osteo muscolare e di cui sono ricche le falde acquifere del posto. Ed il corallo? Secondo la medicina orientale è tipicamente un elemento tonificante del primo chakra; inoltre le sue proprietà benefiche spingono a fortificare lo spirito di gruppo, dà forza e coraggio. Ecco spiegato perché a San Martino di Castrozza diventa facile e spontaneo “far compagnia”, aggregarsi in gruppi per le escursioni, ritrovarsi assieme alla sera in amicizia ed armonia con la natura circostante. Ad ovest invece il torrente Cismon, tramonta il sole e sorge la femminea luna Yin: intelletto, saggezza e magnetismo energetico. Qui le montagne sono di tutt’altra natura, grigio scure, austere dall’energia introspettiva. Infatti la montagna chiamata Cavallazza, ad esempio, deriva da rocce vulcaniche effusive risalenti ad eruzioni nella zona bolzanese di circa 270 milioni di anni fa. La loro struttura fondamentale pertanto è il porfido, o meglio porfido quarzifero perché intriso di piccoli cristalli di quarzo (perlopiù citrino e rosa) che gli conferisce quel civettuolo brillio esaltato dai raggi lunari. Ma le proprietà del quarzo

Ph. Giuseppe Doria Vette Feltrine

Ph. G. D.

Numerosi gli effetti benefici sia fisici che spirituali in questa piccola valle immersa in un’oasi naturalistica tra scenari rocciosi e boschivi, capace di favorire meditazione ed una evidente remise en forme

Pale di San Martino e paese

citrino sono ben note: pietra dei chakra superiori, favorisce la guarigione delle ferite, depura il sangue, sviluppa calma interiore e sicurezza aumentando l’autostima; gran trasduttore di energia negativa in positiva; è la cosiddetta pietra del successo. Il quarzo rosa, invece, pietra del chakra cuore è un ottimo antistress; gli antichi egizi ne facevano un amuleto contro l’invecchiamento. Pensate dunque quali incroci energetici impregnano questa piccola fortunata valle e quanti benefici influssi attraversano i corpi fisici degli abitanti e villeggianti stessi. Qui a San Martino di Castrozza ci si ritempra, si rinasce a nuova vita, immersi in questa oasi naturalistica, tra scenari rocciosi e boschivi di sorprendente bellezza che, oltre a beneficiare il nostro corpo, ci inducono alla trascendenza favorendo l’introspezione, la meditazione e l’armonizzazione delle nostre energie fisiche e spirituali, e non dimentichiamo che il tutto avviene sotto il manto rosso protettore di San Martino (patrono del paese), santo e vescovo templare noto per essersi sempre prodigato per il benessere e la salute del prossimo. Ecco quindi spiegato in breve l’arcano dell’incrocio di energie a San Martino di Castrozza. Non vi resta che provarlo personalmente e sicuramente mi darete ragione.

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LABORATORIO DI IDEE

ARTS & CRAFTS

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a cura degli studenti dell’Istituto Europeo di Design di Milano Testo di: Carolina Valaguzza, Matteo Iaboni Art Direction: Michela Russo Copertina di: Lorenzo Gonnelli Docente: Cinzia Piloni

arte e la téchne sono legate indissolubilmente in molte parti del loro significato, bisogna ragionare però sull’origine e sul campo semantico di queste due parole. Su qualsiasi vocabolario di Greco antico alla voce téchne si trova “abilità manuale, tecnica, arte, mestiere, metodo teorico, lavoro, manufatto”. Dunque il termine indica due tipi di attività: l’intervento sulla natura per ricavarne un’opera e l’applicazione di una conoscenza alla pratica. Allo stesso modo leggendo la voce di ars, artis, nel dizionario di lingua latina si legge “arte, opera d’arte, modo di agire, abilità, mestiere, teoria, cognizioni teoriche, trattato”. La radice di ars è la stessa di artus che significa “strumento”, “articolazione”, “arto”. Ars esprime la

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capacità di produrre oggetti che si possono definire artistici, con abilità costruite sulla teoria. La parola téchne ha passato la propria radice a “tecnica”, ars invece è passata all’italiano come “arte”. Dobbiamo dunque chiederci come queste due parole che a noi sembrano di così diverso significato, erano intese dagli antichi con un valore semantico identico. Questo dualismo si è radicato profondamente in tutta la nostra cultura, si pensa spesso che la tecnica riguardi regole precise, una produzione scientifica e razionale, l’arte al contrario riguardi l’irrazionale, dell’incontrollato ed è svolta principalmente per permettersi “il lusso” di non lavorare. Il nodo centrale della questione sta nella parola artigiano: colui che produce oggetti, seguendo tecniche precise e assodate, alla fine del processo l’oggetto può essere


identificato come una sua personale creazione in cui lui ha messo la propria personalità. Processo che si è perso con la nascita della produzione industriale, chi produce in serie infatti compie solamente azioni necessarie e non frutto di una conoscenza tecnica. E quindi con l’avvento dell’industria che le strade di queste grandi categorie si separano definitivamente. Quando si parla di Arte e Tecnica bisogna andare in profondità e non fermarsi sulla superficie. Ragionando sul concetto di arte a molti verranno in mente i maestosi dipinti dei grandi maestri del passato mentre altri potrebbero pensare alla tanto bella quanto incomprensibile arte contemporanea. Sicuramente l’artista ha come scopo principale di esprimere se stesso e la sua visione del mondo, ma anche quello di emozionare lo spettatore e comunicargli qualcosa. Ecco perché, secondo noi, parlando di Arti e Mestieri bisogna discostarsi dal concetto di arte museo/dipinti/installazioni incomprensibili. Fortunatamente viviamo in un mondo in cui possiamo vedere bellezza in tantissime cose: nella scenografia de Il lago dei cigni al Teatro alla Scala o nella nuova collezione primavera/estate di Ermanno Scervino, in un antico palazzo della Milano Romana. Di certo, dietro ognuna di queste cose c’è uno studio, una tecnica sviluppata, un mestiere appunto. Fanno parte del mondo dell’arte pura o di quello dei mestieri? La risposta che diamo noi è: di entrambi i mondi, che infondo sono un unico universo. E fortunatamente esiste un’associazione che si occupa

di questo universo e fa in modo che cresca di giorno in giorno. Si tratta della Società d’incoraggiamento d’Arti e Mestieri (SIAM), una delle più antiche istituzioni italiane che dal 1838 opera come centro di formazione tecnica. Proprio da questa scuola, nel 1863 nasce il Politecnico di Milano, oggi una delle migliori università italiane per quanto riguarda la produzione tecnica. La società continua ad aggiornarsi per non rimanere una gloria del passato, infatti recentemente ha dato crescente spazio ad insegnamenti concernenti la ICT (Information and Communications Technology) con corsi di telematica e reti di personal computer, su Internet ed uno sul linguaggio C e di Editoria elettronica. Quando parliamo di Arti e Mestieri, dunque, non bisogna pensare a qualcosa che appartiene al passato o a un mondo di cui non possiamo fare parte.

Tra i due mondi dell’arte e dell’artigianato esiste un fil rouge profondo rappresentato dal gusto per il bello, che li lega intensamente creando un unicum universale 67


LABORATORIO DI IDEE

Sindaco di Assisi, Presidente e membri del Consiglio Comunale

IL DESIGN DELLA PACE

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uest’anno la celebre Marcia della Pace Perugia-Assisi, giunta alla XXII edizione, concentra la propria attenzione sulle novità che ha saputo introdurre. Sopra tutte la sua veste rinnovata: infatti oltre al famoso arcobaleno voluto dal filosofo Aldo Capitini oltre 50 anni fa, viene presentato il nuovo logo “I’M PEACE”, inserito nella copertina del Manifesto Ufficiale. Il Comitato promotore vira verso il Design per rendere ancora più impattante la propria comunicazione, selezionando questo logo in quanto ritenuto efficacemente espressivo e pieno di significato. Tale visual è stato realizzato all’interno del Laboratorio editoriale istituito con il magazine Riflesso presso l’Istituto Europeo di Design di Milano. Il Laboratorio,

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Gli organizzatori della storica manifestazione Marcia Perugia-Assisi hanno scelto il nuovo logo “I’M PEACE” come Manifesto Ufficiale per diffondere un messaggio di responsabilizzazione individuale alla pace


Al centro la Presidente della Camera Laura Boldrini e a destra Flavio Lotti

coordinato congiuntamente da IED e Riflesso nelle persone di Marianna Moller, Cinzia Piloni, Alessio Proietti e Carlo Timio, e con il prezioso supporto della Direzione IED, ha permesso la realizzazione delle copertine del magazine, di forte impatto comunicativo, oltre che di testi relativi a tematiche di elevato spessore culturale e sociale. In occasione del Programma “Pace, fraternità e dialogo” promosso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con l’ufficio Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, che si è svolto al “Meeting nazionale Scuole per la Pace” il 15 aprile scorso ad Assisi con la presenza di noti giornalisti, direttori RAI, ed istituzioni, è stato presentato il numero marzo-aprile 2016 del magazine Riflesso – dedicato alla cultura della pace – la cui copertina riportava lo slogan “I’M PEACE” ideato dalla studentessa Carolina Maria Valaguzza. Un messaggio semplice per quanto profondo, di forte impatto. A fine estate gli organizzatori della Marcia hanno annunciato che la copertina Riflesso “I’M PEACE” veniva scelta come logo del Manifesto Ufficiale ed entrava nella storia dell’evento. E così nel corso della manifestazione, nella splendida cornice della Rocca Maggiore di Assisi, si è celebrata la premiazione. Sul palco erano presenti l’editore del magazine Riflesso Carlo Timio e il direttore artistico Alessio Proietti, insieme alla studentessa che ha ricevuto una targa di riconoscimento per la sua creatività e capacità di esprimere un concetto di alto valore e pregnanza con un logo semplice, inedito ed accattivante. Il concetto che si è voluto esprimere si incentra sul messaggio

TG Regione

che la pace passa attraverso ognuno di noi, perché ogni persona ha la responsabilità di “essere” appunto la pace, vale a dire che ogni essere umano dovrebbe impegnarsi e fare uno sforzo per cercare e trovare una propria pace interiore e contemporaneamente essere capace di trasmettere agli altri il senso profondo della fede e della speranza per un mondo di pace. Responsabilizzare ogni singolo individuo al rispetto verso gli altri e alla condivisione di valori quali appunto la pace, la fratellanza e la solidarietà con ogni probabilità eviterebbe tante tragedie e tante distruzioni. Quest’anno i partecipanti al corteo pacifista sono stati oltre 50 mila, numerosi i gonfaloni di Comuni, Province e Regioni italiane e i sindaci con le fasce tricolore. Presenti 500 città, quasi 300 enti locali e 118 scuole, compresa quella di Amatrice. Tutti uniti con slogan, bandiere, canti e colori per combattere l’indifferenza.

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BRIEFING CULTURALE

a cura della REDAZIONE

Al Colosseo per rivivere i capolavori danneggiati dalle guerre Vale la pena recarsi a Roma per visitare il Colosseo, ma non per ammirare ciò che resta del monumento più famoso del mondo ma per visitare la mostra con le ricostruzioni di Palmira, Ebla distrutte dalla furia dell’Isis. La testa umana di Nimrud è lì nel cuore del Colosseo e sembra proprio l’originale, così come il tetto del Tempio di Bel a Palmira. Altro pezzo “forte” è il Grande Archivio di Ebla con i suoi trattati internazionali e inventari frutto di una grande civiltà senza tempo. Chi sono gli artefici di tale ricostruzione che hanno utilizzato la tecnologia applicata alla archeologia? Tre aziende che hanno lavorato con robot, laser scanner, macchine del polisterlo: Nicola Salviati, Arte Idea e Tryco 2.0. Nessuno si accorge della differenza con l’opera gemella. L’impresa è stata sostenuta economicamente dalla Fondazione Terzo Pilastro presieduta da Emmanuele Emanuele con una somma di 160mila euro in tre anni. Mai denaro è stato investito meglio che in questa impresa. La mostra alla quale è stato dato il nome simbolico Rinascere, ti attende fino all’11 dicembre 2016

A Firenze una mostra sugli orologi del passato A Palazzo Pitti se ti affacci fino all’8 gennaio 2017, senti lo scandire del tempo passato dai pendoli di orologi storici dal XVII al XIX secolo. Nella mostra intitolata Tempo Reale e tempo della realtà sono esposti orologi per tutti i gusti. Si va dal Kronos, gigantesca figura marmorea di Gherardo Silvani che accoglie il visitatore nel cortile del palazzo, ai vari tipi di orologi che regolavano e scandivano la quotidianità della vita di corte, diventati uno status symbol di chi li possedeva. Si fa presto a dire orologio; la mostra insegna che bisogna specificare che tipo di orologio. Si va dagli orologi a polvere (clessidra) agli orologi a mensola, a quelli da tavola (sfarzosi e intarsiati), dagli orologi a parete (le pendole tradizionali) a quelli da persona con le forme più originali, dagli orologi da tasca a quelli da al polso. Questi comparsi ai primi dell’800 divennero sinonimo di eleganza sia maschile che femminile. Infatti l’orologio doveva essere “indossato” ed accostato ad abiti nella giusta regola di galateo, oggi un po’ in disuso.

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A Napoli la civiltà egizia fa mostra di sé al Museo Archeologico È stata inaugurata l’8 ottobre la sezione Egizia del Museo Archelogico di Napoli curata da Valeria Sampaolo. La sezione ha una particolarità forse unica in Europa: è costituita da pezzi acquisiti prima dell’era napoleonica, a sostegno del gusto artistico di quel periodo, alimentato da importanti reperti provenienti dal mondo egizio comprati da Ferdinando I alla morte (1804) di uno dei più colti collezionisti del tempo: il Cardinale Stefano Borgia. I 2400 pezzi della ricca sezione (in esposizione sono circa 1500) comprendono sarcofagi, gioielli, statue, vasi, frammenti di obelischi che coprono un arco di tempo che va dal 3000 a.C. all’epoca greco-romana. La sezione comprende anche reperti provenienti dalla collezione ottocentesca di Giuseppe Pacchianti, che nel 1819 intraprese un viaggio in Egitto durante il quale ha fatto incetta di materiali provenienti essenzialmente da contesti funerari, adatti a soddisfare il gusto esotico e macabro di quei tempi. Tra i reperti esposti una statua di funzionario della III dinastia (2700-2600 a.C.) conosciuta come Dama di Napoli e la statua di Neoforo in granito nero inginocchiato recante un’edicola tra le mani al cui interno è il dio Osidite.


Roma e la nuova cultura del cibo If you go no a S.Francisco ma a Roma, non perdere il Mercato Centrale in Via Giolitti, vicino alla stazione Termini. È la nuova corte del cibo. Uno spazio di 2000 metri quadrati gestiti da superstar della gastronomia. Finalmente! Non più panini gommati o pizzette “bianche” al barretto intorno alla stazione, ma pane, pizza, dolci e focacce di Gabriele Bonci premiata forneria romana e carne di Liberati. Per parlare solo di alcune delizie all’insegna della nuova cultura che considera il cibo una priorità, con un’inversione di tendenza che paga in termini di occupazione, immagine e gusto. L’iniziativa è la versione romana di quella originale fiorentina. L’idea spiega Umberto Montano, manager dell’impresa, “è negare le grandi scaffalature e permettere ai cittadini di trovarsi davanti degli artigiani con cui parlare”. Creando un mercato di qualità, che sia allo stesso tempo, un luogo di aggregazione per viaggiatori e romani, in cui cibo e cultura si coniugano naturalmente. Così puoi disporre di sfiziosi Trapizzini ripieni con ricette della tradizione romana, i fritti di Martino Bellicampi di Pastella, le paste fresche di Egidio Michelis, i carciofi di Alessandro Conti, il cioccolato Steiner del cioccolataio Pierangeli. Il mercato è aperto dalle 7 alle 24.

L’Umbria brilla negli sport equestri È autunno e cadono le foglie, ma sembrerebbe che piovano anche importanti successi. Per l’Italia, in ambito equestre. La notizia è che Adelasia, cavalla grigia specialità salto ostacoli, ha rappresentato l’Italia ai Campionati del Mondo a Lanaken, in Belgio. Ma soprattutto, che sia entrata a far parte di una delle scuderie più prestigiose al mondo: la Stephex Stables. Contemporaneamente nell’elenco dei migliori saltatori italiani pubblicato dal Fise (Federazione Italiana Sport Equestri), figura un’altra femmina dal mantello grigio: Niker. Cosa hanno in comune Adelasia e Niker? Nate e cresciute in Umbria, a Perugia, allevate da Sergio Galmacci. Nome noto dell’ippica italiana. Gli amanti del trotto ricordano quando cavalli come Urgenza e Vinci Bieffe, a suon di vittorie e piazzamenti, incollavano gli scommettitori italiani davanti alla Tris. L’Umbria si conferma quindi terra sana, a misura d’uomo, e di cavallo.

I primi cento cervelloni a Napoli Napoli come capitale dell’innovazione. Con l’inaugurazione dell’Apple Academy nel nuovo complesso universitario di San Giovanni a Teduccio, per Napoli si apre un futuro in cui la cultura la fa da padrona, come laboratorio di idee e cuore pulsante dell’industria 4.0, con il valore aggiunto della creatività e della passione partenopea. La struttura avveniristica universitaria spicca tra reperti di archeologia industriale e case popolari, trasformati in “una fabbrica in grado di costruire menti” come ha sottolineato il rettore Gaetano Manfredi alla inaugurazione. E chi sono questi menti? Per il momento cento giovani che hanno superato ostiche prove di selezione per il primo centro di sviluppo App iOs europeo avviati alla formazione, seguendo un corso di nove mesi, con lezioni quotidiani per formare sviluppatori di App con lo sguardo rivolto al marketing, al business e al design. Ai primi cento cervelloni ne seguiranno altrettanti e poi 400 nel 2018, selezionati tra i giovani della Campania e di altre dieci regioni e di molti Paesi del mondo. Con la App iOs Academy si prova” a cambiare e migliorare il mondo con la tecnologia”. Con Apple si apre a Napoli una straordinaria occasione per risalire la china con la valorizzazione del merito e la capacità di affrontare e vincere le sfide. Lo ha detto il Governatore della Campania, De Luca.

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GIRI DEL GUSTO

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Drink to feel better: il tè di Natale di Marilena Badolato

ffascinante e misterioso tè. Eccitante e pur ci rilassa. Dietetico e pur appagante. Un intenso amalgama di leggende, storie, emozioni, sapori. Civiltà dietro una tazza di tè e mondi diversi che lo bevono, ognuno a modo suo, tanto da creare un rito, un mito. Innamorati del tè, non vi sono mezze misure, piace o non piace. E se piace si entra nel suo straordinario mondo fatto di conoscenze e di degustazione, di letteratura e teiere e tazze dallo straordinario design, di prove d’assaggio di colori e sapori indimenticabili. E soltanto propri, una esperienza intensa e personale. Il mondo conosciuto si eclissa, il caos quotidiano si annulla, i sensi riprendono vita in un turbinio di profumi, aromi e sapori nuovi da conoscere. Indimenticabile. Fantastico mondo che unisce golosi e salutisti

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Civiltà, letteratura, differenti tipologie e modalità di berlo. Tutto questo è il tè con i suoi variegati aromi e miscele da assaporare e degustare con dolcetti e tartine. Magari proprio a Natale con gli amici più cari


TÈ DI NATALE

Regaliamo allora un tè di natale in miscele già pronte di tè neri o verdi aromatizzati alle spezie e agrumi, che troviamo in tutti i negozi del tè o nelle erboristerie. O prepariamo alcuni giorni prima la nostra miscela: 1’arancia e 2 mandarini, 60 gr di tè Orange Pekoe, 20 gr di tè Assam e 20 gr di Oolong, un pezzetto di cannella, di stecca di vaniglia e di zenzero, 2 chiodi di garofano, 4 semi di cardamomo, 2-3 anici stellati, qualche mandorla a filetti. Laviamo e asciughiamo bene l’arancia e i mandarini e con un pelapatate preleviamone la scorza (solo la parte gialla) che metteremo, in una teglia rivestita di carta da forno, ad asciugare in forno caldo per qualche ora. Riuniamo in una ciotola i tre tipi di tè e aggiungiamo le scorzette di mandarino e arancia essiccate, tutte le spezie e le mandorle, mescolando bene. Conserviamo il nostro te di natale in un barattolo di latta ben chiuso per almeno una settimana per permettere agli aromi di amalgamarsi bene fra loro. Ora possiamo assaggiarlo e regalarlo in una bella scatola del tè. O organizzare un tè di Natale con i nostri amici, per consumarlo insieme. Un pomeriggio, o un dopocena, lontano dai frastuoni del mondo, dove il solo rumore ammesso è quello delle chiacchiere tra gente che si vuole bene.

insieme, in un assaggio con tartine e dolcetti o sorseggiato semplicemente solo, osservando le ampie e lente volute di fumo. Nomi di mondi legati a miscele straordinarie o a tè in purezza – assam, bancha, ceylon, oolong, darjeeling, earl grey, genmaicha, gyokuro, gunpowdwer, hojicha, lapsang suchong, keemum, sunna – e i pai mu tan e jin zen, i puri tè bianchi di soli germogli apicali. Alcuni di essi sono divenuti leggenda, preferiti da tutto il mondo. Tè con chicchi di riso soffiato, tè di benvenuto, tè dal retrogusto mielato, tè lievemente tostato e rinfrescante oppure affumicato e persistente, tè mescolati a fiori e frutta o ancora il tè speziato e corroborante che accompagna i nostri biscotti allo zenzero e all’arancia nel rito del Natale. Sì a Natale una parte del mondo beve tè. Attendevamo da tempo che le luci, i mandarini, i canditi e la frutta secca ci

stordissero di nuovo. Mancano pochi giorni alle cene festose e ai baci sotto il vischio di quella mezzanotte così attesa, momento sospeso che si ripete ogni anno nei colori, nei suoni, nei profumi, nei sapori. Così il tè di natale è uno stato d’animo riconquistato, rilassante, rappacificante. Ma anche quel toccasana naturale che ci aiuta a contrastare gli effetti negativi di pasti più ravvicinati e abbondanti che possiamo metabolizzare più in fretta proprio grazie alla nostra tazza di tè. Un ridotto assorbimento degli amidi per una digestione veloce, un accelerazione del metabolismo, la forte presenza di antiossidanti come l’EGCG (Epigallocatechingallato) che consente anche di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e tumorali oltre a risultare efficace nel contrastare gli effetti dell’invecchiamento, tutto questo in quella tazza di tè. Drink to feel better con il tè.

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BENESSERE

I BENEFICI DELLO SPORT AL FREDDO di Italo Profice

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Qualche suggerimento per praticare attività sportiva durante l’inverno, potenziare le proprie difese immunitarie, mantenere una corretta termoregolazione e rimanere in forma

I

mesi invernali possono essere spesso una scusa per allentare la tensione emotiva che ci spinge ad essere costanti nell’attività sportiva. Lungi dal voler essere ridondante, tutti noi dobbiamo essere consapevoli che i benefici dello sport sono tali solo se questi è praticato in maniera continuativa. I dati che gli esperti riscontrano parlano chiaro: lo sport

aumenta il tasso di HDL, il cosiddetto colesterolo buono che si innalza con esercizi ad alta intensità e preserva gli accidenti cardiovascolari; chi fa sport constata una sensibile diminuzione dei grassi circolanti del sangue (trigliceridi), abbassa i livelli di insulina, attiva il colon e riduce il livello degli ormoni (specialmente estrogeni e testosterone) che rappresentano un fattore di rischio tumorale data la loro capacità di far proliferare le cellule. In generale chi fa sport potenzia le proprie difese immunitarie. Gli interferoni e i leucociti killer aumentano, elementi quest’ultimi importanti per la profilassi delle infezioni virali e delle neoplasie. In inverno le occasioni per socializzare possono scarseggiare e fare sport in compagnia è un’ottima scusa: si è obbligati ad essere puntuali anche quando la pigrizia sembra vere il sopravvento, si favoriscono nuovi incontri e ci si stimola con un po’ di sana competizione. Praticare attività sportiva aiuta a bruciare più calorie perché il copro è obbligato a spendere più energie per mantenere una corretta termoregolazione. Attenzione però a coprirsi a dovere per non incorrere in malanni che ci mettano fuorigioco. Il 30% del calore corporeo viene dissipato dalle mani e dai piedi e ben il 40% dalla testa: è quindi fondamentale munirsi di cappellino di lana (meglio se copre anche le orecchie), guanti e calzini di lana. Fondamentale inoltre, è alimentarsi un paio di ore prima dello sforo fisico, soprattutto con carboidrati, sostanza rapida da metabolizzare. Con il freddo ci si può dimenticare i bere: è molto importante idratarsi perché l’acqua rimane uno dei carburanti migliori per il nostro organismo. Non dimentichiamoci degli effetti benefici a livello psicologico che lo sport regala: il rilascio delle endorfine è il primo e più immediato effetto positivo. Questo gruppo di sostanze prodotte dal cervello migliorano l’umore e riducono lo stress. Lo sport alimenta determinazione e ottimismo: è stato appurato con test di vario genere che chi pratica sport a certi livelli affronta le difficoltà con più dinamismo e cerca una soluzione ai problemi con più fiducia. Tuttavia il beneficiario maggiore è il metabolismo di base, che accelera: ecco spiegato perché chi pratica sport d’inverno percepisce meno il freddo rispetto a chi conduce una vita sedentaria. Leggendo questo articolo, oltre a trarne qualche motivazione in più, è bene essere consapevoli di ciò a cui si rinuncia quando si sceglie una vita comoda.

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AMBIENTE

Ecologia lacustre nel cuore verde d’Italia

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di Walter Leti

na magia senza tempo inserita nello scrigno intatto delle colline umbre. Parliamo del Parco del Trasimeno, il più esteso lago dell’Italia centrale, un ecoambiente lacustre dalle caratteristiche uniche che si estende per 13.200 ettari ai confini della Toscana. Il lago, di origine tettonica, con la sua ampia estensione e la scarsa profondità delle acque ha rappresentato da sempre un’importantissima area di svernamento e di sosta per l’avifauna acquatica mentre costituisce per le specie ittiche un habitat perfetto per vivere e riprodursi. I centri rivieraschi, i piccoli borghi di pescatori, lo sfalcio dei canneti, ancora effettuato a mano, danno una dimensione al di fuori del tempo di questi luoghi. Un paesaggio storico, inconfondibile,

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riprodotto nelle tavole di tanti maestri pittori fin dal ‘400. Con il vasto specchio d’acqua, ora verde ora azzurro, la cui superficie si confonde a tratti con le rive coperte da fitti canneti, il lago costituisce da sempre una straordinaria attrattiva, un modello unico di spazialità ed equilibrata serenità del panorama. Le acque del lago ospitano, come si diceva, una ricca ittiofauna di pregio fra cui la tinca, l’anguilla, la carpa, il luccio, il persico reale. L’avifauna è presente anche con i rapaci come il biancone, il gufo reale e il falco pescatore ma, soprattutto, con l’eliminazione della caccia nell’area protetta, si è moltiplicata l’avifauna migratoria. Oggi popolano il Trasimeno l’airone, la cicogna, il cigno selvatico, il germano reale, l’oca selvatica, il gabbiano, la gallinella d’acqua, la folaga. In questi ultimi anni i cormorani si sono moltiplicati


Il parco del Lago Trasimeno rappresenta un’importante area di svernamento e di sosta per l’avifauna acquatica e costituisce per le specie ittiche un habitat perfetto per vivere e riprodursi

oltre misura, 2.000-3.000 capi con i relativi tentativi di nidificazione e conseguenti misure di dissuasione. Analogo problema di contenimento si è verificato per le nutrie e i cinghiali. La vegetazione palustre, sia natante che sommersa, è particolarmente ricca con la predominanza di canneti. Sono inoltre presenti nella fascia litoranea il leccio, la quercia e il giglio acquatico, mentre nelle isole troviamo ulivi e pini. Una particolare menzione meritano l’Isola Polvese, l’Isola Maggiore e l’Isola Minore. L’isola Polvese si trova nella parte sud orientale del lago e con i suoi 70 ettari è la più grande delle tre. L’area, oltre ad essere di particolare interesse naturalistico con la presenza di un lecceto ad alto fusto, un uliveto secolare e un esteso canneto, luogo ideale di sosta e svernamento per un gran numero di uccelli acquatici, conserva

importanti memorie storiche quali la Chiesa di San Secondo, il Monastero Olivetano, la Chiesa di San Giuliano e un castello del XIV secolo recentemente restaurato. L’Isola Maggiore, situata sulla sponda settentrionale del lago, è l’unica a essere abitata permanentemente (18 abitanti). Ha una superficie di 24 ettari racchiusa in un perimetro di 2 chilometri e presenta un suggestivo paesaggio naturale costituito da ulivi, cipressi, lecci e pioppi. L’Isola Minore, come dice il nome, è la più piccola delle tre sorelle. Una sua particolarità è costituita dalla presenza di alberi completamente bianchi. Una caratteristica che intriga la curiosità di molti e scatena le illazioni più fantasiose. In realtà l’Isola Minore è solo il luogo “incantato” dove gli animali dimorano felici e indisturbati. Bene così.

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FLORIDA

L’arte a Miami: un settore in continua espansione Art in Miami: a continuously growing sector di Francesco Famà (corrispondente da Miami)

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uando si dice “Miami”, nell’immaginario comune balza subito alla mente l’idea di divertimento, belle spiagge, sole e mare. Ma coloro che conoscono profondamente la metropoli floridense sanno che non c’è niente di più sbagliato: infatti, le amministrazioni degli ultimi anni hanno propugnato un enorme sforzo per modernizzare la città in termini di trasporti, eventi culturali, musei e

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Wynwood Murals

hen you say “Miami”, the first things that come to mind for most is the idea of having fun, the nice beaches, sun and the sea. However, those who really know the Floridian metropolis also know that these concepts are wrong. In fact, the city government administrations, in recent years, have made a big effort in order to modernize public transportation, promote


Nina Torres & Lorenzo Maria De' Medici & Caterina De' Medici - Gala Event Nina at Nina Torres Fine Art

Nina Torres - Nina Torres Fine Art

rivalorizzazione di molte aree che erano da tempo ai margini della vita cittadina. Un settore su cui si sta indubbiamente investendo per aumentare l’appeal di Miami è l’arte. Ormai da anni, ad esempio, l’Art Basel di Miami Beach, estensione della fiera d’arte contemporanea che si tiene ogni anno a giugno a Basilea, rappresenta la manifestazione più famosa del settore negli Stati Uniti. Richiamando migliaia di appassionati da tutto il mondo, l’Art Basel di Miami Beach si svolgerà tra l’1 ed il 4 di dicembre ed arriverà quest’anno a spegnere tredici candeline, vantando la presenza di oltre 260 gallerie provenienti da più 30 paesi e decine di esposizioni collaterali. Un altro evento di livello internazionale nel mondo dell’arte moderna e contemporanea che avrà luogo sempre tra l’1 ed il 4 dicembre è il Miami River Art Fair, organizzato dalla mecenate dell’arte Nina Torres. La manifestazione si terrà al Downtown Miami Convention Center, all’interno del James L. Knight International Center, e rappresenta una vetrina di gallerie, artisti e progetti di livello mondiale in un grande spazio espositivo sulle rive dello storico fiume

cultural events, open new museums and reinvigorate certain areas that have been kept away from the core of the city’s life for too long. Undoubtedly, art is a sector that is growing a lot, helping increasing the appeal of Miami. Art Basel of Miami Beach (the US extension of Basel’s contemporary art fair) represents the most important initiative in this field in the United States. Art Basel, which will take place between December 1st and 4th, 2016, attracts thousands of visitors from all over the world. This year the event will reach its thirteenth edition and will host over 260 galleries coming from more than 30 countries, as well as tens of side expositions. Another internationally-renowned event within the modern and contemporary world, that will also take place between December 1st and 4th, 2016, is the Miami River Art Fair, organized by an art Maecenas like Nina Torres. This initiative will be held in the Downtown Miami Convention Center, inside the James L. Knight International Center, and represents an important showcase

Wynwood Walls

Wynwood Murals

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Art Basel Miami Beach

della città. Anche certi quartieri della metropoli hanno subito dei cambiamenti importanti al fine di abbracciare un più ampio concetto di cultura legato all’arte. Il Design District, ad esempio, già rinomata meta per lo shopping di alta moda e lusso, ha visto l’apertura di oltre 130 gallerie d’arte e showrooms, contribuendo ad arricchire ulteriormente una zona costellata dal meglio del meglio in tutti i campi. Un altro valido esempio è rappresentato da Wynwood: originariamente il quartiere non era certo tra i più famosi di Miami, soprattutto per lo squallore di certe sue aree trasandate e lasciate a sé stesse. Negli ultimi anni, invece, il processo di valorizzazione di Wynwood ha portato a renderlo molto trendy tramite l’ “ArtWalk”, un evento che ha luogo ogni primo sabato del mese dove diversi artisti esibiscono le proprie collezioni private fino a notte inoltrata, il tutto in un’atmosfera molto vivace tra bars, lounges e giovani vogliosi di passare un weekend alternativo. Wynwood è inoltre sede di una mostra murale permanente all’aperto con alcuni dei più famosi artisti di strada provenienti da tutto il mondo. Nonostante il fatto che questo quartiere non possa ancora vantare un livello espositivo di opere di caratura internazionale, rappresenta ad ogni modo una zona da non tralasciare in un ipotetico tuffo nell’arte della città di Miami.

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for galleries, artists, and projects from around the world within a huge bayfront exhibition space on the famous Miami River. Even certain neighborhoods of the city have had big changes in order to embrace the concept of art. The Design District, for instance, has always been a renowned stop for high fashion and luxury-kind of shopping, and now it hosts more than 130 art galleries and showrooms, contributing to enrich an area already characterized by the best of the best in each and every extent. Another good example is definitely Wynwood: originally, this neighborhood was not that known in Miami, especially due to the sleazy and shabby streets and areas you can find here. However, in recent years, Wynwood has had a steady development led by initiatives such as “ArtWalk”, an event that takes place every first Saturday of the month where you can see several artists showcasing their own collections within a very lively atmosphere among bars, lounges, and young people willing to spend an alternative-kind of weekend. Wynwood also hosts permanent outdoor murals by some of the most important woldwide street artists. Although this area cannot claim to boast internationallyrenowned art works yet, it actually represents a “must see” for all art enthusiasts visiting Miami.


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