2007-2017: 10 anni di grandi viaggi
Le avventure di Samantha nello spazio Fiabe di MAURO NERI Illustrazione di FULBER
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Le avventure di Samantha nello spazio (1)
L’Astronave Risparmiolandia Prima In questa prima puntata si racconta di come la pace del Bosco delle Venti Querce venga all’improvviso rotta dall’arrivo di Samantha, una bambina dai capelli neri e corti, in cerca di more per preparare la torta del suo ottavo compleanno. Lo scoiattolino risparmioso Gellindo Ghiandedoro coglie al volo l’occasione per presentare a lei e agli altri spaventapasseri del Villaggio di Risparmiolandia la sua ultima invenzione: un’astronave tutta di legno… Quando quella mattina il sole sfiora le cime degli alberi e comincia a intiepidire le foglie, il Bosco delle Venti Querce è ancora immerso in un sonno profondo. Tutti gli animali se ne stanno rinchiusi nelle loro tane e gli spaventapasseri del Villaggio di Risparmiolandia si gustano gli ultimi minuti di riposo negli orti delle loro casette. La spauracchia Casoletta nella sua CIOCCOLATERIA. Spaventapasseri Maestro Abbecedario nella sua SCUOLA. Il ragionier Còntolo nella sua CASSA RURALE. Dindondolo in cima al campanile con le sue campane. Quantobasta nella sua FARMACIA. …e poi Bellondina e Chiomadoro, Tisana la Dolce e Mamma Pasticcia, Fra’ Vesuvio, Lingualunga, RossoVerdeGiallo… dormono tutti, ad eccezione naturalmente della saggia civetta Brigida, che dall’alto della quercia più grossa e più alta del bosco veglia e protegge il sonno del suo piccolo amico, lo scoiattolino risparmioso Gellindo Ghiandedoro. Ed è proprio Brigida che all’improvviso tende le orecchie, spalanca ben bene gli occhioni grigi e tondi e scruta nell’oscurità del sottobosco. Ecco un rumore. Alcuni passi. Un rametto che si spezza.
Un sasso che rotola giù per l’argine del torrente. Infine una voce... Qualcuno sta salendo lungo il sentiero che dal vicino villaggio portava dritto dritto nel cuore del Bosco delle Venti Querce! Chi mai può essere, a quell’ora del mattino? Un sonnambulo? Un viandante che s’è smarrito? Un cercatore di funghi? Un cacciatore che… UN CACCIATORE?!?! Il minuscolo cuore di civetta sussulta all’improvviso, togliendo del tutto il fiato alla povera Brigida: se quello è un cacciatore che se ne va in giro a cercar qualche preda, bisogna subito correre ad avvisare i suoi amici cerbiatti! – SON QUI, SON LA… SON GIÙ, SON SU… Ma è la voce di una bambina, quella! – NEL FONDO DEL BOSCO, ECCO LO RICONOSCO, VEDO UN BEL FIORE… Ma sì, è proprio una bambina, quella che sta arrivando. Brigida respira sollevata, abbandona la quercia e svolazza più tranquilla incontro alla sconosciuta. È cominciata proprio così, la straordinaria avventura che sto per raccontarti. – UAAAAOOO!!! Gellindo Ghiandedoro fu il primo a svegliarsi, quel giorno. Sbadigliò, aprì a fatica l’occhio destro, poi quello sinistro, si stirac-
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (1) chiò per bene e si alzò di scatto. STOCKKKK! – AHIAAA! Urca, devo ricordarmi di alzare un po’ il soffitto di casa, se voglio arrivare al prossimo inverno ancora con la testa sana! – si lamentò lo scoiattolo, massaggiandosi il bernoccolo spuntato d’incanto in cima alla testolina. Ma ci voleva ben altro per rovinare il buonumore di Gellindo. Quella mattina era proprio felice: di lì a poco avrebbe presentato agli amici del Villaggio la sua incredibile invenzione! Si svegliò anche Casoletta, che rabbrividì al fresco dell’alba. Mamma Pasticcia, invece, si mise subito al lavoro per preparare una delle sue famose e buonissime torte. L’Oca Bernardina si stiracchiò le ali e volteggiò alta nel cielo di Risparmiolandia respirando a fondo l’aria fresca e pulita. Maestro Abbecedario si stropicciò gli occhi, si pettinò i capelli grigi e cominciò a riordinare l’aula scolastica che tra poco si sarebbe riempita di allegri spaventapulcini. Bellondina scelse dall’armadio l’abito più elegante che possedeva. Chiomadoro si spazzolò a lungo i capelli a boccoli biondi. Quantobasta fece la solita ginnastica mattutina e s’avviò alla FARMACIA. Lo spauracchio vigile urbano RossoVerdeGiallo provò e riprovò il fischietto nuovo. Fra’ Vesuvio bevve una buona tazza di latte caldo pensando alla sua bella Napoli. Il ragioner Còntolo aprì puntuale lo sportello della sua CASSA RURALE e gli spaventapasseri in coda erano già lì pronti a depositare i loro ultimi risparmi.
Ratto Robaccio, la simpatica pantegana che abita nella discarica di rifiuti del Villaggio, con gli occhi ancora chiusi aprì la finestra e a tentoni afferrò la prima cosa che gli arrivò a portata di zampa: una succulenta e puzzolente patata marcia! Tutti gli abitanti del Villaggio di Risparmiolandia, insomma, si svegliarono uno dopo l’altro e la vita riprese il suo corso normale. Ma quella non era giornata da vita normale! A metà mattina Brigida arrivò svolazzando a mezz’aria, in compagnia di una bella bambina con un caschetto di capelli neri e tutti gli spaventapasseri vennero richiamati a gran voce nel prato grande su, al Bosco delle Venti Querce, al centro del quale si alzava una “cosa” misteriosa coperta da un enorme lenzuolo bianco. La civetta si appollaiò in cima al “mistero”: – Sono due le presentazioni che devo fare. Innanzitutto: questa è la mia piccola
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L’ASTRONAVE RISPARMIOLANDIA PRIMA amica Samantha, che ho trovato stamattina presto al Bosco delle Venti Querce. – Ciao, Samantha! – cantarono in coro gli spauracchi. – Ciao – rispose la piccola, per niente intimorita da tutti quegli spaventapasseri “parlanti”. – E cosa ci fai dalle nostre parti? – chiese Tisana la Dolce. – A dire il vero è tutta colpa della mia festa di compleanno! Fino a ieri avevo sette anni, e visto che oggi ne compio otto, sono venuta fin qui al vostro Villaggio a raccogliere un cestino di more per preparare una bella torta… – Uh che bello! – esclamò Mamma Pasticcia, al pensiero di una torta alle more con sopra otto candeline accese. – AUGURIII! – BUON COMPLEANNO… – AUGURIIII, SAMANTHA DAI CAPELLI ROSSI! – Ma c’è un’altra cosa che devo dirvi – intervenne ancora Brigida. – Gellindo Ghiandedoro, tocca a te! – Amici – intervenne a quel punto Gellindo Ghiandedoro, che stringeva in una zampa l’angolo dell’enorme lenzuolo che copriva il “mistero” al centro della piazza, – il compleanno della nostra nuova amica Samantha è l’occasione giusta per presentarvi ufficialmente la mia ultima invenzione… ecco a voi l’ASTRONAVE RISPARMIOLANDIA PRIMA! – Ooooooohhh! – Che bellaaaa! – Che grandeeee! – Che altaaaa! – Ma quella è un’astronave... DI LEGNO! – esclamò lo spaventapulcini Lampurio. – Guardate bene, è fatta di legno di
betulla! Uh, che ridere! – e scoppiò a ridere il piccolino, con le mani sul pancione e le lacrime agli occhi. Dopo un po’ anche gli altri spaventapasseri non ce la fecero più a restare seri e cominciarono a sghignazzare. Gellindo invece divenne molto triste: la sua bella invenzione, che gli era costata giornate e giornate di sudore, eccola lì, in pasto a tutti i suoi amici che lo stavano prendendo in giro. Che figura! – SILENZIO! – gridò Samantha più forte degli altri. – Siete proprio degli sciocchi e non capite niente di atros… di asrot… ehm, di navi spaziali, insomma. Io invece me ne intendo e posso dirvi che questa RISPARMIOLANDIA PRIMA è bellissima, proprio perché è costruita con legno di betulla! Anzi, sapete cosa faccio? La proverò subito! Vieni, Gellindo, fammi vedere come funziona la tua invenzione… Un silenzio spaventato calò tra gli abitanti del Villaggio, quando Samantha, lo scoiattolo risparmioso e la civetta Brigida sparirono all’interno dell’astronave di legno. Il portellone venne chiuso dall’interno e tutti cominciarono a contare in coro: – DIECI… NOVE… OTTO… SETTE… SEI… CINQUE… QUATTRO… TRE… DUE… UNO… Incredibile! Quel mucchio di assi e tronchi di betulla, tenutop assieme da semplici chiodi e da funi di canapa, si staccò dall’erba e con un rumore assordante, dopo un solo istante di esitazione, sfrecciò sicuro e leggero verso il cielo. Dopo soli due minuti, gli animali con il naso all’insù non la videro più. L’astronave RISPARMIOLANDIA PRIMA aveva cominciato il suo primo viaggio spaziale! (1 – continua)
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Le avventure di Samantha nello spazio (2)
Come nascono le stelle comete
Assai birichine e indisciplinate, le stelle continuano a bucherellare l’involucro dorato che avvolge l’universo, per far ancor più ricche le loro code. La piccola Samantha, allora dà un consiglio al Guardiano dell’Universo per rattoppare quel sipario d’oro che rischia di rovinarsi... Era bello, l’universo: era un lenzuolo nero tutto tempestato di lucette dorate e argentate. Samantha e Gellindo non sapevano più da che parte guardare, perché tutto era uno scintillio di stelle, stelline, pianeti, pianetini, asteroidi… Niente da dire: la RISPARMIOLANDIA PRIMA, l’astronave di betulla inventata e costruita da Gellindo Ghiandedoro, aveva superato magnificamente la prova del primo lancio: i nostri amici stavano volando nello spazio infinito. – Guarda, Brigida… guarda fuori: è… è… STUPENDOSO! – esclamò la bimba. La civetta Brigida, rannicchiata in un angolo, aprì un occhio, poi l’altro, allungò il collo e… – Non mi direte che siamo nello spazio? – Ma certo – le rispose entusiasta Gellindo. – Stiamo volando da una decina di minuti e la mia RISPARMIOLANDIA PRIMA funziona alla meraviglia. Ecco, guardate: adesso giro questa leva a destra… poi a sinistra… vedete? L’astronave va dove voglio io… Posso anche lasciare il volante e… Fu a quel punto che… – AAAA… AIUTOOO! – si mise a strillare Gellindo Ghiandedoro. – La RISPARMIOLANDIA PRIMA sta acquistando velocità!! Non la controllo più… In effetti le stelle e i pianeti s’erano messi a sfrecciare nel vuoto come se fuggissero da qualcosa di terribile, mentre le assi di betulla scricchiolavano in modo preoccupante. – Ma si può sapere cosa sta succeden-
do? – gridò Brigida la civetta. – Non lo so – rispose il lupo. – Ho lasciato un attimo i comandi e la RISPARMIOLANDIA PRIMA è improvvisamente impazzita! L’astronave, attratta da una forza irresistibile, sfrecciava nell’universo a tutta velocità. Le stelle e i pianeti si perdevano alle sue spalle come tanti granelli di sabbia spinti dal vento. – NON RIESCO A FRENARE! – urlava Gellindo aggrappato ai comandi. – TI PREGO, FA’ QUALCOSA! – supplicava la civetta coprendosi gli occhi con le ali. Samantha corse a infilarsi sotto il sedile, mentre Gellindo lasciò andare il volante e si buttò sul pavimento. La RISPARMIOLANDIA PRIMA corse, corse e corse ancora, sempre più veloce, finché s’infilò in un buco nero, perdendosi in un silenzio assoluto. Nel giro di un secondo e tre quarti anche il legno dell’astronave tacque. – Co… co… cos’è, questo silenzio? – balbettò Brigida, sbirciando da sotto le ali. Gellindo trovò il coraggio di aprire gli occhi e vide… IL BUIO! – Dove sono andate a finire, le stelle? Dove si sono cacciati i pianeti? – chiese Samantha, uscendo da sotto il sedile. – Sono spariti – rispose sbigottito lo scoiattolo che, dopo essersi ben bene stropicciato gli occhi, guardò dall’oblò ancor più attentamente. – Niente, non vedo proprio nulla!
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (2) – Oh, mamma mia – piagnucolò Samantha, – ma dove siamo capitati? – Ehi! – urlò all’improvviso Gellindo. – Laggiù, davanti a noi, guardate bene! Brigida e Samantha dapprima non si accorsero di nulla: solo buio, buio profondo. Poi, un po’ alla volta, il nero dello spazio divenne lentamente dapprima grigio e poi color dell’argento: pareva che qualcuno avesse steso un immenso lenzuolo davanti ai loro occhi. A mano a mano che la RISPARMIOLANDIA PRIMA procedeva nel suo volo, il gigantesco foglio di carta stagnola si fece più chiaro e alla fine si tramutò in… oro! Giunti a brevissima distanza da quella barriera che impediva loro di proseguire, Gellindo tirò tutte le leve, premette tutti i pulsanti del quadro di comando e finalmente la RISPARMIOLANDIA PRIMA si fermò docile docile, dondolando sospesa nel vuoto. Si erano arrestati appena in tempo: ancora pochi metri e avrebbero bucato quella grande tenda tutta d’oro! Già, l’enorme sipario dorato doveva essere sottilissimo, perché qui è là si vedevano numerosi buchi con gli orli sfrangiati… – Sapete a cosa assomiglia? – disse alla fine Samantha. – Sembra un palloncino di tela luccicante, come quelli che vendono nelle fiere… Un palloncino enorme tutto bucherellato... Stava ancora parlando, quando una voce calda, profonda, lontana e allo stesso tempo vicina, che proveniva da destra e da sinistra, da sotto e da sopra, disse lentamente: – Benvenuti, amici! Io sono il Guardiano dell’Universo. Gellindo Ghiandedoro fu il primo a riaversi dalla sorpresa. – Oh, buongiorno… cioè, buonasera… o buonanotte? Be’, non lo so… Insomma, ciao
Guardiano dell’Universo… – Vi siete spinti fuori rotta, eh? – Ecco – lo interruppe Gellindo, che non sapeva dove guardare, – a dire il vero qualcuno ci ha attirati fin qui… Noi non… – Eh no, caro il mio comandante di astronavi, la verità è un’altra. Sei tu che hai lasciato i comandi per guardare le stelle e così la tua astronave è uscita di rotta, spingendosi fino ai confini dell’universo! Pensate: siete a pochi metri dal nulla più totale! Al di là della parete dorata che avete davanti non c’è niente, tranne qualche stella birichina che ogni tanto esce all’esterno, va a farsi un giretto dall’altra parte per poi rientrare spaventata e in tutta fretta… – Allora quei buchi… – prese a dire la civetta Brigida. – Già, sono il risultato che si lasciano alle spalle quelle stelle sciagurate… Ecco, guardate alla vostra destra: ne sta arrivando una proprio in questo momento! Gellindo, Samantha e Brigida effettivamente videro una stellina che correva allegra e spavalda verso la barriera dorata… dieci chilometri… otto… sei… quattro… due… uno… La stellina urtò il velo d’oro che, come fosse fatto di gomma, si tirò un poco e poi… SSSPLOFFF!… si ruppe e lasciò schizzare dall’altra parte la stella, che proseguì il suo viaggio dispettoso. – Non preoccupatevi. Vedrete che non passeranno più di venti secondi e la stellina, terrorizzata da quello che “non” c’è dall’altra parte, farà marcia indietro e… L’enorme parete lucente, proprio all’altezza della RISPARMIOLANDIA PRIMA, sussultò all’improvviso, poi si tirò come se un enorme dito spingesse dall’altra parte e dopo uno… due… tre secondi… SSSPLAFFF!… la stellina rientrò nell’univer-
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COME NASCONO LE STELLE COMETE so con un sospiro di sollievo. – Vi rendete conto adesso dei pasticci che combinano queste stelle? Prima escono dall’universo bucando il velao dorato, e se ne portano dietro un bel po’… Poi, quando rientrano, altro buco e altro velo che va a farsi benedire. D’ora in avanti quella stellina girerà per l’universo pavoneggiandosi con la sua coda dorata… “Stelle comete”, le chiamano… Il fatto è che, se va avanti così, tra un po’ rimarremo senza involucro e l’universo si disperderà nel nulla! – Sono belle, però, le stelle comete – sussurrò Samantha, seguendo con gli occhi la bellissima stellina, che si perse nel buio dell’universo trascinandosi appresso una meravigliosa coda tutta d’oro. – Oh, certo, per essere belle sono belle... anche se ci sono stelle comete che passano e ripassano anche tre, quattro, cinque volte, fuori e dentro dall’universo, solo per avere una coda più lunga e sfolgorante delle loro amiche! – E non potresti ricucire in qualche modo la parete d’oro? – chiese Samantha. Silenzio profondo, silenzio pensoso, silenzio “universale”! – Ricucire la parete? – riprese a dire il Guardiano. – Sai che potrebbe essere un’idea, però bisognerebbe trovare qualcuno che… Ma certo! I ragni del pianeta Ragnoso sono bravissimi a tessere tele e sono moltissimi, milioni di ragnetti tessitori! Ma guarda tu che bella idea mi hai dato, bambina… – e la voce del Guardiano fece per andarsene. – Ehi, aspetta! – strillò Gellindo Ghiandedoro. – Cosa c’è, comandante? Parla in fretta, perché devo correre sul pianeta Ragnoso… – Noi come facciamo a muoverci da qui? – Oh, semplice: vi girate e mettete il
muso in direzione del centro dell’universo, andate piano piano in retromarcia con l’astronave a spingere contro il velo d’oro e, se l’involucro non si rompe, sarete proiettati nuovamente al centro dell’universo come lanciati da una fionda! Buona fortuna, amici… e ancora grazie… – Un momento – urlò lo scoiattolo. – E se la parete si buca? – Non preoccupatevi. I ragni del pianeta Ragnoso sistemeranno anche il vostro buco e d’ora in poi quelle birichine di stelle comete mi faranno dormire sonni tranquilli! – Ah, è una gran bella consolazione – borbottò Gellindo. – Se però la parete d’oro si strappa, noi resteremo fuori per sempre, i ragni aggiusteranno il telo e nessuno si ricorderà più di noi! Be’, amici, proviamo a partire. La RISPARMIOLANDIA PRIMA girò su sé stessa lentamente e con la coda andò ad appoggiarsi dolcemente alla parete d’oro. – Siete pronti? – domandò Gellindo a Samantha e a Brigida, legate saldamente con le cinture ai rispettivi sedili. – Certo comandante! – Prontissimi, Gellindo! – Bene, partiamo e speriamo di avere fortuna! Il pilota innestò la retromarcia e spinse su di giri i motori. La pellicola d’oro si tirò pericolosamente, giunse fin quasi al punto di rottura e cominciò a incrinarsi. Gellindo allora spense i retro¬mo¬tori e… SWIIIMMMMMM!… l’astronave dei nostri amici saettò in avanti come la freccia scoccata da un arco tutto d’oro. Un urlo di trionfo si alzò dalla cabina di pilotaggio della RISPARMIOLANDIA PRIMA. – Ce l’abbiamo fatta! Bravo Gellindo! – Forza, il viaggio prosegue! (2 – continua)
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Le avventure di Samantha nello spazio (3)
Il pianeta Pallarosa
I poveri Pallarosiani, sconfitti e sottomessi dai malvagi Cubiverdi, spiegano il loro problema a Samantha, a Gellindo Ghiandedoro e alla civetta Brigida, che sono atterrati sul loro pianeta. A quel punto proprio a Brigida viene in mente un curioso stratagemma per avere la meglio sui perfidi Cubiverdi. ma andiamo a vedere se il piano funziona! L’astronave di legno RISPARMIOLANDIA PRIMA volava tranquilla nello spazio: stelle e pianeti scivolavano via nel più profondo silenzio e Samantha non si stancava di ammirare dall’oblò quel mondo meraviglioso e sconosciuto. Quand’ecco che un puntino più luminoso degli altri attirò l’attenzione dei tre passeggeri. Il puntino dopo un po’ divenne un punto, poi un puntone grosso grosso e infine non c’erano dubbi: Samantha, Gellindo Ghiandedoro e la civetta Brigida stavano viaggiando diritti diritti verso un enorme pianeta. L’atterraggio – il primo dell’astronave di betulla – a dire il vero fu un po’ brusco. La RISPARMIOLANDIA PRIMA rimbalzò due… quattro… sette volte sul terreno del pianeta misterioso, prima di fermarsi di traverso. I nostri amici, al settimo urto, vennero proiettati fuori dalla cabina di pilotaggio e ruzzolarono a terra. Quando riaprirono gli occhi… la sorpresa fu enorme. – Guardate un po’ anche voi! – esclamò Gellindo, – siamo arrivati su un pianeta tutto… ROSA! – Che bello – fece Samantha. – Guarda, Brigida, qui è tutto rosa! Le montagne, l’erba dei prati, gli alberi, le foglie, i fiori e anche il cielo, le nuvole… Sembra di essere su un pianeta di gelato… mmmhh che buono… alla fragola! I nostri amici stavano ancora ammiran-
do quello stupendo panorama fragoloso, quando da dietro a una collina rotolarono tre grosse palle, naturalmente tutte di color rosa! – Attenti, stanno venendo verso di noi! – urlò spaventata Brigida. Samantha stava per aprir bocca, quando una delle tre palle rosa cominciò a parlare. Aveva una voce molto dolce, ma anche triste: sembrava quasi che cantasse una malinconica melodia. – La regina dei Pallarosiani, signora del Pianeta di Pallarosa, sta per arrivare, stranieri! I tre non ebbero nemmeno il tempo di rispondere, che da un boschetto d’alberi – naturalmente rosa – uscì rotolando la regina dei Pallarosiani. Era accompagnata da due guardie, rosa anch’esse e, quando fu all’altezza dei tre forestieri, si fermò. Aveva una voce bellissima, ma incrinata anch’essa da una profonda tristezza. – Benvenuti, stranieri. Io sono Pallarosetta Decima, regina di questo Pianeta. Stavo attendendo con ansia che qualche viaggiatore atterrasse sul mio mondo. Noi Pallarosiani abbiamo urgente bisogno di aiuto e spero proprio che farete di tutto per risolvere il terribile problema che affligge il mio popolo… Gellindo non aveva mai parlato con una regina, men che meno con una regina spaziale e tonda come un pallone tutto rosa. Comunque, in qualità di capitano, fece un
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (3) passo avanti, s’inchinò goffamente e disse: – Regina Pallarosetta Decima, la fortuna ha voluto che la nostra astronave RISPARMIOLANDIA PRIMA atterrasse proprio sul Suo… sul Vostro… sul Loro… be’, sul tuo pianeta. Spiegaci il problema e ti prometto che cercheremo di risolverlo. – Io sono una Regina senza trono – disse Pallarosetta. – Un tempo su Pallarosa vivevamo tutti felici: i Pallarosiani avevano le loro case alla luce rosata dei nostri otto soli e i bambini crescevano allegri e sereni. Poi un giorno giunsero dal cielo mille verdi astronavi cubiche, da cui scesero centinaia di migliaia di Cubiverdi, acerrimi nemici del mio popolo. Agli ordini del loro Re Cubiverdone assaltarono la reggia, fecero prigioniero mio padre Pallarosino e ridussero in schiavitù tutti i Pallarosiani. Solo io e pochi altri sudditi riuscimmo a fuggire e ci rifugiammo in una caverna, e là viviamo soli e derelitti, tristi e malinconici. Dovete aiutarmi a liberare mio padre e il mio popolo! Ditemi che lo farete, amici! – Ma certo che lo faremo, Pallarosetta – esclamò Samantha, – vedrai che Gellindo Ghiandedoro e Brigida, la saggia civetta, troveranno senz’altro un sistema. Vero? – Ecco… be’, insomma… – balbettò Gellindo, – potremmo provarci, che ne pensi Brigida? – Dimmi, Regina – disse allora la civetta, – ti fidi di noi? – Sì, certo… anche perché non ho alternative. – Bene, e farai qualsiasi cosa ti chiederò? Ma proprio qualsiasi cosa? – Be’… sì, faremo tutto ciò che ci chiederai. – D’accordo, e allora, mentre io, Samantha e Gellindo torniamo alla nostra astro-
nave a preparare una certa cosa, tu manderai una guardia da Re Cubiverdone per informarlo che sei pronta ad arrenderti in cambio della liberazione di tuo padre Pallarosino… e che lo aspetterai qui, stasera al tramonto, assieme a tutto il suo esercito. Hai capito bene? – C… certo… ma… – Niente ma: hai detto che ti fidi di noi, vero? Vedrai allora che prima di domattina il Pianeta Pallarosa tornerà libero! Noi, intanto – proseguì rivolta a Samantha e a Gellindo Ghiandedoro, – andiamo subito alla RISPARMIOLANDIA PRIMA. Ci aspetta una bella lavorata ai fornelli! Ah, dimenticavo la cosa più importante, Pallarosetta:
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IL PIANETA PALLAROSA procurati anche un grande ombrello, d’accordo? Ai fornelli? Un ombrello? Ma che cosa aveva in mente, Brigida? Se volete saperlo, state a sentire. Quella sera, quando le prime ombre rosa-scuro stavano calando sul Pianeta Pallarosa, dalla pianura in cui era atterrata un po’ malamente la buffa astronave di legno dei nostri tre eroi rimbalzò verso il cielo e cominciò a girare in tondo a qualche centinaio di metri d’altezza. Gellindo, Brigida e Samantha, mestoli in mano, erano affacciati ai tre finestrini, in attesa che sotto di loro giungesse Cubiverdone e il suo esercito. E infatti, dopo un po’, un rumore assordante di migliaia e migliaia di cubi rotolanti arrivò fino all’astronave. Cubiverdone, alla testa dei suoi soldati, scese dalle colline e andò a fermarsi proprio al centro della vasta pianura. Dopo pochi minuti Pallarosetta si fece avanti rotolando silenziosa sull’erba rosa del prato e riparandosi sotto un enorme ombrello. – Samantha… Gellindo – esclamò Brigida, – siete pronti con la… COLLA? Ecco qual era il piano della civetta! Chiamare allo scoperto l’esercito di Re Cubiverdone e annaffiarlo per benino con tutta la colla che i nostri tre amici erano riusciti a “cucinare” con l’acqua e la farina che Gellindo aveva ammassato a bordo prima di partire dalla Valle di Risparmiolandia. – Eccoti qui, finalmente, brutta pallina rosa – starnazzò Cubiverdone. – Ti sei decisa, finalmente, ad arrenderti e a consegnarti al tuo nuovo re? – Ti ricordo però la promessa che hai fatto: in cambio della mia resa, restituirai
la libertà a mio padre… – AH! AH! AH! E tu ti fidi della parola di un cubo malvagio come Re Cubiverdone? Soldati Cubiverdi, prendete quella brutta palla rosellina e imprigionatela assieme a suo padre Pallarosino! E finalmente il Pianeta Pallarosa sarà tutto mio! AH! AH! AH! Re Cubiverdone aveva ancora la bocca spalancata, quando i nostri amici dall’astronave cominciarono a rovesciare di sotto mestoli e mestoli e poi ancora mestoli di colla, uno dietro l’altro! In men che non si dica, tutti i Cubiverdi, Cubiverdone compreso, si ritrovarono appiccicati l’uno all’altro, mentre Palla¬rosetta, riparata sotto l’ombrello, uscì illesa da quella “pioggia” collosa! – AIUT… COSA… SUCC… – mugolava Re Cubiverdone, cercando di divincolarsi e di sfuggire a quella colla che cadeva dall’alto. Ma fu tutto inutile: più i cubi cercavano di liberarsi, più s’appiccicavano l’uno all’altro e ben presto l’esercito fu interamente… incollato! Quello fu un giorno di gran festa per i Pallarosiani. La regina poté finalmente riabbracciare il vecchio padre, tutti i prigionieri vennero liberati e i Cubiverdi, incollati in un unico ammasso, furono staccati uno a uno e rispediti sul pianeta lontano dal quale erano venuti. Pallarosina Decima era, adesso, la regina più felice di tutto l’Universo. È vero, pianse ancora qualche lacrima rosa quando Samantha, Gellindo e Brigida ripartirono a bordo della loro astronave RISPARMIOLANDIA PRIMA, ma nuove stupende avventure attendevano i nostro eroi a zonzo per lo spazio.
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(3 - continua)
Le avventure di Samantha nello spazio (4)
Atterraggio su Marte Park
Atterrati sul pianeta Marte, i nostri amici si trovano nel bel mezzo di un gigantesco “Marte Park”, un parco dei divertimenti fornito di ogni specie di gioco e di attrazione. Tra queste ultime, c’è anche un mago che leggerà nel futuro della piccola Samantha, mettendola in guardia contro i possibili nemici. Ogni volta che la RISPARMIOLANDIA PRIMA si avvicinava a qualche lontano pianeta, cominciava una lunga lotta tra l’astronave e la forza di gravità. La maggior parte delle volte la RISPARMIOLANDIA PRIMA riusciva ad avere la meglio: dopo aver vibrato a lungo da cima a fondo e aver oscillato paurosamente a destra e a sinistra mettendo a dura prova le assi e i tronchi di betulla con cui era stata costruita, l’astronave schizzava via lontana dal pianeta e poteva così riprendere tranquilla il suo viaggio. La volta, però, che i nostri tre amici Samantha, Gellindo e Brigida arrivarono nei pressi di un enorme pianeta rosso e azzurro, il pilota Gellindo Ghiandedoro capì subito che le cose sarebbero andate diversamente. La RISPARMIOLANDIA PRIMA cominciò a tremare all’inizio in modo leggero, poi sempre più forte. E dopo uno, due, tre, quattro lunghissimi minuti di lotta acerrima, l’astronave cedette di schianto e schizzò veloce come un asteroide in direzione di quell’immenso mondo colorato. L’atterraggio, per fortuna, fu morbido: le quattro grosse molle che Gellindo aveva attaccato alla base dell’astronave quella volta funzionarono a meraviglia e la navicella planò, rimbalzando…Boing… alcune volte… Boing… proprio al centro dell’enorme piazza quadrata… Boing… di una città stupenda e incredibile!
Col naso appiccicato al vetro del finestrino Samantha non sapeva da che parte e cosa guardare: dappertutto c’erano luci gialle, arancioni, verdi, azzurre, bianche; festoni illuminati erano appesi da casa a casa mentre torri altissime erano ornate da strisce colorate e fosforescenti. In cielo una scritta luminosa più grande delle altre si accendeva e si spegneva a intermittenza:
MARTE PARK «Marte Park? – si disse la bambina. – Ma che cos’è?». Un’allegra musichetta raggiunse l’astronave e penetrò attraverso le assi di legno: assomigliava tanto a quelle canzoncine che si sentono ai baracconi del tiro a segno, delle pesche miracolose, delle sagome da colpire con palle di gomma… – Ma sono le giostre! – esclamò Brigida la civetta. – Questo è un luna park! – Eh no – la corresse Samantha, – questa non è la Luna, ma il pianeta Marte, e perciò quello che vediamo là fuori è un “Marte Park”! Lo dice anche quella grande scritta luminosa lassù... Quando i nostri tre eroi aprirono il portellone della RISPARMIOLANDIA PRIMA e misero i piedi a terra, una valanga di suoni, musica, rumori, urla e schiamazzi li investì. La grande piazza quadrata era gremita di
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (4) marziani… No, non erano degli esserini verdi, magri e con due antenne sulla testa pelata, ma batuffoletti morbidi e di tutti i colori: c’erano marziani rossi, gialli, verdi, arancioni, lillà, azzurri… era un festival di colori, insomma! Samantha vide avvicinarsi un marziano che sembrava un grosso pon pon di lana rossa: la testa era una pallina più piccola, celeste, con due occhietti gialli, mentre le gambe e le braccia assomigliavano a lunghi salsicciotti gialli che continuavano a muoversi in tutte le direzioni. – Ben-ve-nu-ti a Mar-te Park – sillabò il marziano rosso, giallo e celeste. – Ci avete un po’ spaventati quando la vostra astronave è piombata dal cielo proprio qui in mezzo, ma poi abbiamo pensato che in un luogo dei divertimenti com’è il nostro pianeta, nulla deve stupire, nemmeno una navicella straniera che scende in mezzo al nostro Marte Park! – Ciao, io mi chiamo Samantha… – cominciò a presentarsi la bambina, – e i miei amici sono la civetta Brigida e Gellindo Ghiandedoro... – Il mio nome invece è Martino… e Martini si chiamano anche tutti i miei amici che vedete in questa piazza… e anche tutti gli altri abitanti di Marte Park: siamo tutti dei Martini! EH! EH! EH! – Non mi dirai, Martino – intervenne Gellindo Ghiandedoro, – che il vostro pianeta è tutto una grande città dei divertimenti?! – Come no! Abbiamo impiegato secoli e secoli marziani a costruire Marte Park, e ora possiamo dire che in tutto l’universo non esiste un pianeta più giocherellone del nostro. Volete visitarlo? – Oh certo! – si precipitò a rispondere Brigida. – A me son sempre piaciute le giostre! – Venite con me, allora – concluse Marti-
no, che s’avviò per il lunghissimo VIALE DEI DIVERTIMENTI. – Ecco, vedete: quella è la CASA DEL MISTERO. Se qualche Martino vuole provare il brivido dell’insolito, del misterioso e del terrificante, può entrare in quel castello e viene soddisfatto. Ci sono entrato anch’io, una volta, ma vi assicuro che non ci tengo a ripetere l’esperienza: mostri, trabocchetti, labirinti, specchi magici… BRRR! Questo, invece – proseguì Martino, – è un TIRO A SEGNO. Chi vuole, può tirare tranquillamente ai bersagli, ma chi ha intenzione di divertirsi ancora di più, può chiedere di fare il… bersaglio! – Senti, Martino – lo interruppe Samantha, – voi di Marte Park ve ne state sempre in piazza? Non andate mai a casa a riposare? – Ma le nostre case sono le giostre, mia cara! – E da voi ci sono le scuole? – continuò Samantha. – Ma certo: abbiamo scuole di tutti i tipi e i piccoli Martini sono obbligati a frequentarle finché non diventano adulti. Imparano il tiro a segno, a pescare le ochette di plastica da vaschette colme d’acqua, a manovrare le macchinette delle giostre… e se non studiano abbastanza, be’, allora devono ripete-
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ATTERRAGGIO SU MARTE PARK re l’anno e ricominciare tutto da capo, fino a quando non diventano dei provetti giocatori, con tanto di diploma. Ma ecco qua altre attrazioni… Videro campi da calcio in cui si giocavano partite al pallone in continuazione; piscine in cui ci si tuffava da lunghi scivoli mozzafiato; montagne russe (che su Marte si chiamano “montagne rosse”) interminabili e altissime… Dopo un po’ giunsero a una giostra molto strana: si trattava di un grandioso anfiteatro affollato di Martini che vociavano e urlavano. A turno un Martino si alzava e correva al centro. All’improvviso la musica si alzava assordante e un sinistro cigolìo si diffondeva per tutta l’arena. Al rintocco di un enorme
GONGGGG!!! il Martino si metteva a correre con quanta più forza poteva. Nel frattempo dall’alto un’ombra minacciosa si alzava: era un gigantesco martello di gomma che precipitava con un sonoro SBAMMM proprio al centro dell’anfiteatro, nel punto esatto in cui fino a pochissimi istanti prima c’era il Martino. – Ascolta, Martino – disse Samantha, – nel vostro Marte Park avete i maghi che predicono il futuro? Potrei vederne uno? – Ogni desiderio su Marte Park diventa un ordine! – sentenziò il Martino-guida. – Forza, venite con me. I nostri amici percorsero il VIALE DEI DIVERTIMENTI, attraversarono il PARCO DEI GIOCHI D’ACQUA, costeggiarono la STRADA DEI PAGLIACCI e si fermarono davanti a una piccola tenda rossa con gli orli dorati, piantata tra un rumoroso autoscontro e un immenso Vaso della Fortuna. L’interno della tenda era molto sempli-
ce: soffici tappeti sul pavimento, torce che emettevano una soffusa luce verde, un tavolino al centro, al quale era seduto un Martino completamente azzurro. – Vieni avanti, Samantha – sussurrò il Martino-mago, che parlava a occhi chiusi. – Che cosa vuoi sapere da un mago che conosce già tutto di te? – Vorrei… ecco, sì, vorrei sapere come andrà a finire questo mio viaggio nello spazio! Il Martino-mago rimase in silenzio per alcuni istanti, poi cominciò a parlare sottovoce: – SAMANTHA, ASCOLTAMI BENE, PERCHÉ SOLO TRE COSE POSSO DIRTI… UNO: IL TUO VIAGGIO NELL’UNIVERSO SARÀ ANCORA MOLTO LUNGO, MA ALLO STESSO TEMPO BREVE… DUE: STAI ATTENTA AI NEMICI TRASPARENTI, MA NON TI FIDAR DELL’AMICO CHE TI GUARDA CON OCCHI ROSSI… TRE: QUANDO ARRIVERAI ALLA CITTÀ FATATA, NON GUARDARE L’ORO E PORTA VIA IL FERRO! Chissà che cosa avrà voluto dire il Martino-mago, pensò la bambina, mentre usciva dalla tenda tutta pensierosa e raggiungeva gli amici. Ormai la visita a Marte Park stava per terminare. Il Martino-guida riaccompagnò gli ospiti all’astronave, li salutò e poi corse al più vicino Tiro a Segno a fare il bersaglio. Dopo un po’ l’astronave volava nello spazio infinito, incontro a nuove e strabilianti avventure, ma Samantha non sapeva liberarsi dal pensiero delle tre profezie del Martino-mago. Tre misteri, però, che non (4 – continua) posso svelarvi così presto.
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Le avventure di Samantha nello spazio (5)
Gli indovinelli di Re Querciastro Il terribile e cattivo Re Querciastro, che regna su un pianeta tutto ricoperto di alberi rinsecchiti, sottopone Samantha a una prova difficilissima: per potersene andare libera assieme ai suoi due amici, Gellindo Ghiandedoro e Brigida la civetta, la bambina dovrà risolvere tre indovinelli molto difficili... C’era una cosa che Samantha non riusciva a capire: in quell’immenso Universo tutto nero, tempestato da migliaia e migliaia di piccole stelle argentate e dorate, dov’era l’alto e dov’era il basso? Ad esempio, in quel momento la RISPARMIOLANDIA PRIMA, pilotata dal suo amico Gellindo Ghiandedoro, stava viaggiando in discesa oppure in salita? Quello era un vero mistero, per la nostra eroina. E mentre rifletteva su problemi così difficili, un numero sterminato di pianeti strani sfilava al di là degli oblò dell’astronave di betulla. Pianeti quadrati, ovali, luccicanti di mille colori… pianeti grandi, piccoli, medi… Su uno di questi capitò l’avventura che sto per raccontarvi. Visto dall’alto, il Pianeta Boscoso aveva l’aria di essere un mondo misteriosamente intricato, tutto ricoperto com’era da una fitta e tenebrosa foresta. Gellindo, Samantha e Brigida la civetta atterrarono in un piccolo spiazzo al centro di quello sterminato bosco. C’erano alberi a destra e alberi a sinistra, alberi davanti e dietro, sopra e sotto: quasi tutti senza foglie, facevano svettare verso il cielo scuro i loro rami secchi come tante fruste nodose. – Mamma mia, che paura – balbettò Brigida. Quegli alberi enormi assomigliavano a
mostri affamati pronti a saltar loro addosso. – Be’ – esclamò Gellindo tirando un profondo sospiro, – gambe non ne vedo e quindi quegli alberi non possono camminare... Non aveva ancora terminato la frase, che un leggero sibilo di vento corse tra i rami, scuotendoli piano piano. – Sssalute, ssstranieri… – Una voce roca e cavernosa uscì dal tronco di un albero più grosso degli altri. Pareva una quercia, solo che era molto, ma molto più grande di quelle del Bosco delle Venti Querce nella Valle di Rispamiolandia. – Sssalve! Sssiete rimasti sssenza voce? Sssu, qualcuno mi risssponda! – sussurrò quell’albero gigantesco, sulla cui corteccia s’intravedeva un volto terrificante: occhi profondi, naso deforme e una smorfia al posto della bocca. – Ehm, ecco – farfugliò Samantha, – buongiorno, anzi, buonas… La quercia la interruppe di colpo, facendo ondeggiare spaventosamente i rami secchi. – Non pronunciare mai la “esse” in mia presenza, alla presenza di Quer¬ciastro, Re del Pianeta Boscoso! – esclamò quello spirito strano. – Nesssuno può usare quella lettera, che è sssolo e sssoltanto mia, hai capito? – S… sssì – rispose Brigida. – AAAHHH! Ma allora sei proprio sciocca civettucola da strapazzo! Mi vuoi pren-
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (5) dere in giro, forse? E va bene: per punizione ti trasformo all’istante in un… ALBERO! Brigida cercò in tutti i modi di resistere e di respingere l’incantesimo, ma ogni sforzo fu inutile. Le piccole ali si alzarono verso il cielo e si tramutarono in tanti rami rinsecchiti: non erano trascorsi che pochissimi istanti e lì, accanto a Samantha e a Gellindo, adesso si alzava un albero vecchio e rinsecchito! – Avete capito, adesso, chi comanda sul Pianeta Boscoso? – proseguì con tono più tranquillo la quercia. – Ma certo, il grande Querciastro, che ha ai suoi ordini l’esercito di alberi più potente dell’Universo! Volete vedere, terrestri, come sono bravi i miei soldati? Samantha, atterrita da capo a piedi, stava per rispondere “no!”, ma si trattenne appena in tempo. – Oh certo, grande re. Ma Brigida, la mia amica civetta, per quanto tempo dovrà rimanere ancora albero? – E brava, la mia bambina – strillò soddisfatta la voce di Querciastro. – Vedo che stai imparando a non pronunciare mai la “esse”. Vuoi sapere che fine farà la tua amica civetta? Rimarrà così finché lo vorrò io! AH! AH! AH! Anche per sempre! AH! AH! AH! E adesso vi presento il mio esercito… Eccolo lì! Fu così che Gellindo e Samantha assistettero a uno spettacolo incredibile. Alcune file di alberi si sradicarono da terra, si mossero lentamente, si misero in riga e avanzarono minacciose incontro ai nostri due amici. I rami si piegarono fin quasi a terra e in men che non si dica i nostri due amici si ritrovarono imprigionati dietro a cento sbarre… di legno! – AIUTOOO!
– LIBERATECI! Re Querciastro, senza badare alle quelle urla, ordinò ai soldati di rimanere ben fermi dov’erano e… – Bene, ora che siete al sicuro in prigione, posso anche confidarvi un segreto. In realtà quelli non sono alberi: EH! EH! EH! Sono gli antichi abitanti di questo pianeta, che ho trasformato con un sortilegio per impossessarmi di tutti i loro averi. È scritto, però, che se uno straniero venuto dal cielo riuscirà a risolvere tre difficilissimi indovinelli che io stesso gli proporrò, ogni cosa e ogni persona torneranno come prima e io dovrò fuggire fino ai confini dell’universo. Se però quel temerario fallisse e non riuscisse a rispondere anche a uno solo dei tre indovinelli, lui e i suoi amici verrebbero all’istante trasformati pure loro in alberi… AH! AH! AH!… e io mi ritroverei, dunque, vediamo… con uno, due e tre soldati in più! Allora: a voi la scelta di chi dovrà rispondere ai tre indovinelli! Samantha e Gellindo si guardarono negli occhi, poi la bimba con uno strattone uscì dalla prigione di legno. – D’accordo re, lo farò io! Forza, qual è il primo indovinello! – Allora ascoltami bene, bambina.
Ha le ali... ma non ha le piume! vola in aria... ma non cinguetta! Che cosa è? Hai un minuto di tempo per rispondere, carina! Samantha si mise subito a pensare. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, si strinse la testa tra le mani e…
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GLI INDOVINELLI DI RE QUERCIASTRO – Questo primo indovinello è facile: la risposta è l’AREO! – urlò Samantha. – Perché l’aereo ha due ali che lo tengono in aria, ma non ha le piume. Poi, vola in cielo ma non è un cinguettio: lui romba... WRRROOOMMMM! Ho ragione? (Avete notato? nemmeno una “esse”, nella risposta) – Sssììì! – gridò Re Querciastro. – Ma adesso ascolta questo secondo indovinello e dammi la soluzione in mezzo minuto.
Arrivano di notte senza essere chiamate... spariscono di giorno ma nessuno le manda via... Che cosa sono? Samantha si guardò in giro preoccupata: i mille alberi della foresta parevano tutti sospesi sulla punta delle radici in attesa della risposta… Samantha alzò gli occhi sopra quegli alberi in attesa e lassù in cielo vide non una, ma mille e mille risposte esatte che brillavano intense: – Mio cattivo re, devo proprio pronunciare la lettera che odi, perché devo dirti che le STELLE arrivano di notte e appena è giorno vanno via (Solo una “esse”, questa volta!) – AAAHHH! Hai indovinato anche questa seconda volta, disgraziata, ma la terza non ce la farai, ne sono sicuro! Dimmi, in dieci secondi…
Quando gridi, ti risponde sempre per ultimo. Mi sai dire che cos’è?
Forza, sciocchina, rispondi subito: DIECI… NOVE… OTTO… Samantha aprì la bocca e... AAAAHHH!... urlò con tutto il fiato che aveva.... SETTE... SEI... CINQUE... L’urlo rimbalzò sugli alberi in cerchio e... CINQUE… QUATTRO… TRE… tornò indietro ancor più forte... AAAAHHH!... DUE… UNO… – È l’ECO, brutto re cattivo! – esclamò Samantha con quanto più fiato aveva in corpo, questa volta senza mai usare una “esse”. All’istante l’enorme quercia cominciò a tremare dalle radici fino alle punte dei rami secchi. Poi, con un urlo terribile fuggì lontana in direzione dei confini dell’universo, mentre gli alberi… OOOH!... gli alberi per incanto si sciolsero come fossero di cera, trasformandosi in uomini, donne e bambini che fecero gran festa a Samantha, a Gellindo e a… OHILÀ! E Brigida? Che fa lì, con le ali al cielo, ferma immobile come un albero? Vuoi vedere che il malvagio Querciastro è scappato dimenticandosi di far ritornare civetta la nostra Brigida-quercia? Poco male, bambini, perché adesso, con la formula magica giusta, ci penseremo noi ad aggiustare le cose. Allora: “Abratìm… abratóm… Sarcale… adesso Brigida tornerà normale!” Fu così che l’avventura di Samantha, di Gellindo e della povera Brigida terminò con una gran festa e un ricco banchetto sul Pianeta Boscoso. Dopo di che la navicella spaziale RISPARMIOLANDIA PRIMA riprese il suo fantastico viaggio verso una nuova, incredibile avventura. (5 - continua)
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Le avventure di Samantha nello spazio (6)
Il sogno di Samantha
In cui si racconta di uno strano sogno che vede Samantha dapprima alle prese con alberi parlanti, poi vittima di un tuffo fuori programma in un laghetto e infine prigioniera del misterioso e invisibile Re Cristallione. Riuscirà la bimba a svegliarsi in tempo, prima di ritrovarsi scaraventata nel nulla al di fuori dell’universo? È quello che saprai, leggendo la sesta puntata di questa avventura. Quel lungo viaggio nell’universo sembrava non dovesse mai terminare. L’astronave RISPARMIOLANDIA PRIMA procedeva nel più perfetto silenzio, mentre Gellindo Ghiandedoro, Brigida e Samantha ammiravano senza parole lo stupendo spettacolo che si godeva dagli oblò. Per la prima volta, però, Samantha era triste: continuava a pensare alla sua mamma e al suo papà, che erano rimasti sulla Terra. Rivedeva la sua stanzetta, i giocattoli, la vecchia bambola preferita Caterina Beccabimbi… Chissà quanto tempo era trascorso, dal momento in cui la navicella spaziale, costruita con legno di betulla, si era sollevata dalla Valle di Risparmiolandia per schizzare verso il cielo! Cullata dalla navicella che dondolava piano piano a destra e a sinistra, e Samantha chiuse gli occhi, s’addormentò e fece uno strano sogno. Era l’alba. Anzi, era l’alba del giorno del compleanno di Samantha: prima di sera la nostra amica avrebbe festeggiato gli otto anni. La bimba camminava lungo uno stretto sentierino che, costeggiando un laghetto, entrava nel pieno del Bosco delle Venti Querce. Pareva che tutti gli alberi, ancora umidi di rugiada, s’inchinassero al suo passaggio. – OH, CHE BELLA BAMBINA – esclamò allegro Signor Abete. – BUON COMPLEANNO, PICCOLA! –
sussurrò Messer Faggio. – QUANTI ANNI COMPI, OGGI? – domandò Signora Quercia. – … ne compio otto – rispose Samantha. – MA ALLORA DOBBIAMO FARTI UN REGALO – intervenne Ser Nocciòlo. – ECCO, BAMBINA, PRENDI PURE LA MANDORLA CHE VEDI SUL RAMO PIÙ BASSO… SÌ, PROPRIO QUELLA! È IL REGALO DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE PER IL TUO COMPLEANNO! – CON TANTI AUGURIIII! – CENTO DI QUESTI GIORNI... – TRASCORRI BENE QUESTO GIORNO DI FESTA... – E FATTI ANCORA VEDERE DA QUESTE PARTI... Samantha allungò una mano, afferrò la mandorla ancora verde e… si trovò tra le mani, come per magia, una MANDORLA D’ORO ZECCHINO! “Che bella – pensò ammirando il gioiello. – Potrei farne un pendente da infilare in una catenina e da portare sempre appeso al collo!”. Non è mai prudente camminare sulla riva di un lago con la testa che pensa a catenine e a mandorle d’oro. Infatti la bimba inciampò e… – AIUTOOO… – e SPLUFFF, Samantha cadde nel lago. Non sapeva ancora nuotare, la piccolina; d’altronde gli otto anni li avrebbe compiuti
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (6)
proprio quel giorno e quindi non poteva ancora considerarsi una bambina “grande”! Sprofondò, Samantha, scivolò giù… giù… giù… e, appena giunse sul fondo del lago, si guardò attorno. Le si avvicinò un pesce… – Salve… GLU… GLU… GLU… salve, bambina… Io sono… GLU… GLU… Trota Valentina… Che cosa ci fai quaggiù?… GLU… – Ecco, sono caduta per errore e non so nuotare… – Che cosa stringi nella mano? – Oh, questo è un regalo degli alberi del Bosco delle Venti Querce per il mio compleanno: è una mandorla d’oro puro! – Ma non mi dire! Oggi è la tua festa? Quanti anni compi? – Otto. – Benissimo, allora non voglio essere da meno di quei quattro alberi rincitrulliti che stanno di sopra… Questo è il mio regalo! – e la Trota porse a Samantha un sassolino. La bambina allungò la mano, prese il sasso e… – Ma è d’argento! Un sassolino d’argento brillante! – Certo – rispose Valentina la Trota, – che regalo sarebbe, se non fosse anche prezioso? Ma lasciamo perdere le chiacchiere: attàccati
bene alla mia coda, che ti riporto a riva! Ritornata velocemente sul sentiero, Samantha salutò il pesce (“Grazie di cuore, Trota Valentina!”) e proseguì il cammino. A dire il vero, giunta a quel punto della storia, la bambina non ricordava più il motivo che l’aveva spinta, all’alba del suo ottavo compleanno, a venire proprio nel Bosco delle Venti Querce. Il viottolo comunque la condusse in un immenso prato costellato di genzianelle e pieno zeppo di animali: riconobbe cervi, camosci e scoiattoli, caprioli, orsi e lupi, lumache, civette e… Stava ancora ammirando quello zoo all’aria aperta, quando all’improvviso cento zampe l’afferrarono e... – NO! Che cosa fate? Che volete da me? NOOO! Lasciatemi andare! Ogni protesta fu inutile. Gli animali costrinsero Samantha a salire su un’astronave di legno di betulla, ma prima che il portellone fosse chiuso, dall’esterno fece capolino la testa di una civetta che parlò in fretta in fretta: – Mi dispiace che sia toccata proprio a te, bambina, ma qui nella Valle di Risparmiolandia nessuno voleva collaudare la navicella spaziale di Gellindo Ghiandedoro, il nostro scoiattolo inventore. E allora abbiamo deciso di spedire nello spazio il primo forestiero che fosse passato da queste parti… e sei capitata tu! Comunque il pasticcio è fatto: prendi questa ghianda come portafortuna e arrivederci… forse! Samantha non ci capiva più nulla, ma allungò la mano, prese la ghianda… era fatta di RAME pesante!… e la mise in tasca assieme alla mandorla d’oro zecchino e al sasso d’argento brillante. Non arrivò nemmeno a dire grazie che… SWIIIMMM!… l’astronave sfrecciò verso il cielo! Trascorsero solo cinque o sei secondi… almeno così parve a Samantha… quando una
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IL SOGNO DI SAMANTHA gigantesca mano di cristallo azzurro afferrò l’astronave e un vocione ghignò soddisfatto: – E ADESSO SEI FINALMENTE MIA PRIGIONIERA, SAMANTHA. MI SONO SEMPRE PIACIUTI, I BAMBINI… A COLAZIONE! AH! AH! AH! – No, ti prego Cristallione… perché tu sei il terribile re Cristallione, vero? Ti supplico, lasciami andare… Ascolta: in cambio della mia libertà, ti regalo questa mandorla d’oro zecchino… – E COSA ME NE FACCIO, IO, DI UNA MANDORLA DORATA? – …e allora ti darò anche questo bellissimo sasso d’argento brillante! – È ANCORA TROPPO POCO, CARA MIA! LA TUA LIBERTÀ VALE MOLTO, MOLTO DI PIÙ, EH! EH! EH! – E va bene… Se t’interessa, anche questa ghianda di rame pesante sarà tua!
– FAMMI VEDERE… UUUHHH, CHE BELLA! SÌ SÌ, DAMMI ANCHE LA GHIANDA E IO TI LASCERÒ ANDARE LIBERA! Tuttavia, non appena Samantha ebbe consegnato all’invisibile Cristallione tutti e tre i suoi regali di compleanno, la mano di cristallo si alzò nello spazio e… – AH! AH! AH! CERTO CHE TI LASCERÒ ANDARE, MA AL DI LÀ DEI CONFINI DELL’UNIVERSO! ECCO… COSÌ! – e… SWIIIMMMM!… la gigantesca mano lanciò il razzo di legno di betulla con a bordo la povera Samantha proprio verso il limite dell’Universo, al di là del quale c’è solo il NULLA! – NOOO… NOOO! – …Nooo! – urlò la bimba– Samantha, cos’hai? Perché strilli a quel modo? La voce dolce e buona di Brigida la civetta scosse la bambina, che si liberò da quel brutto incubo, si stropicciò gli occhi e… – Oh, che bello! Per fortuna era solo un sogno, un brutto sogno! Meno male, perché se fossi uscita dall’universo, mi sarei ritrovata nel Nulla più vuoto e… ma queste cosa sono? Oh, mamma mia, guardate! – strillò tirando fuori di tasca e mostrando a Gellindo e a Brigida una mandorla d’oro zecchino, un sasso d’argento brillante, una ghianda di rame pesante! – Ma allora quello non era un incubo! Era tutto vero… Proprio in quell’istante la RISPARMIOLANDIA PRIMA ebbe un violento sussulto, come se qualcosa di gigantesco, una mano di trasparente cristallo l’avesse afferrata all’improvviso. Samantha intui¬va già chi poteva essere: il malvagio e tremendo Re Cristal-lione. E sapeva anche che una nuova avventura si stava preparando. (6 – continua)
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Le avventure di Samantha nello spazio (7)
Il potere di Cristallione
La gente più malvagia e pericolosa dell’universo s’è data appuntamento sul pianeta Cristallico e lì vive alla corte di re Cristallione. Ma guai se qualcuno guarda negli occhi anche un solo istante il perfido re: cade all’istante preda del suo potere e non se ne libera più… a meno che… Da mille e mille anni l’universo vive nel terrore di re Cristallione: dalla più lontana galassia al più vicino dei pianeti, tutti temono la sua crudeltà e i suoi magici poteri. Re Cristallione vive su Cristàllico, un pianeta che si trova proprio accanto al centro dell’universo, fatto tutto di cristalli che emettono in continuazione una luce bluastra. Su questo mondo tenebroso, inospitale e freddo re Cristallione governa con il suo esercito formato da tutti i malvagi dell’universo che si sono dati appuntamento proprio su Cristàllico, dove possono sfogare la loro cattiveria senza paura di essere fermati. La reggia di Cristallione si stagliava altissima contro il cielo color piombo del pianeta Cristàllico: le otto torri azzurrine svettavano sottili sottili e con le loro punte affilate pettinavano le nuvole metalliche che correvano da una parte all’altra di quel cielo cupo. Samantha, Gellindo Ghiandedoro e Brigida la civetta, uscirono tremando dall’astronave RISPARMIOLANDIA PRIMA, che una forza misteriosa aveva costretto ad atterrare su Cristàllico, e si guardarono attorno. Un mondo ostile li circondava: alberi di cristallo tintinnavano a ogni soffio di vento gelido. Nei pochi prati che attraversarono per raggiungere la reggia videro enormi fiori rossi, gialli, verdi: parevano rubini, topazi e smeraldi
incastonati sulla cima di lunghi steli azzurri e scuri. La Sala del Trono, se possibile, era ancora più tremenda. Il pavimento dell’ampio salone brillava come fosse di vetro, mentre le pareti salivano su su, perdendosi in un soffitto che nessuno mai era riuscito a scorgere. – Venite… venite avanti, miei cari prigionieri! Eccolo finalmente il potente, l’invincibile, l’incontrastabile, il tremendo re Cristallione! Grande e grosso come può essere grande e grosso il più alto dei monti della Terra, il re attraversò lentamente la sala stringendo in mano uno scettro di vetro color dell’argento e andò a sedersi sul Trono di cristallo. Aveva un potere straordinario, Cristallione: tutti gli esseri viventi che avevano la sventura di fissarlo diritto negli occhi per più di tre secondi, cadevano in suo potere. Perdevano ogni volontà ed eseguivano senza ribellarsi tutti gli ordini che il re impartiva loro con la sola forza del pensiero. – Ho… ho paura, amici! – balbettò Brigida. – Io non ho mai visto tanta cattiveria in un solo uomo! – sussurrò Gellindo Ghiandedoro. Samantha, invece, s’era ormai rassegnata ad andare incontro alle avventure più strane e mirabolanti: fece forza ai due compagni di viaggio e tutti e tre s’avvicinarono al trono reale con gli occhi però pun-
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (7) tati sul pavimento. – Venite avanti – ripeté la voce metallica di Cristallione. – Guardatevi pure in giro e ammirate la mia reggia… AH! AH! AH!… Sarà l’ultima cosa che vedranno i vostri occhi! – A… amici, vedete anche voi, quello che vedo io? – biascicò Gellindo Ghiandedoro, indicando due lunghe lance argentate che se ne stavano ritte in piedi senza che nessuno le tenesse in mano! – AH! AH! AH! – urlò Cristallione. – Quelle non sono lance che stanno in piedi da sole, ma lance tenute in mano dai miei soldati… INVISIBILI! A Samantha, con un tonfo al cuore, tornò subito in mente la profezia che le aveva fatto il Marti¬no-mago del Marte Park: “STAI ATTENTA AI NEMICI TRASPARENTI, MA NON TI FIDAR DELL’AMICO CHE TI GUARDA CON OCCHI ROSSI!” Eccoli lì, i nemici trasparenti… ma l’amico con gli occhi rossi? La bambina osservò Brigida e poi Gellindo… No, per il momento i loro occhi erano normali! Re Cristallione si chinò in avanti e berciò con uno sguardo terrificante: – Adesso tocca a voi, terrestri! Guardatemi negli occhi: re Cristallione ve lo ordina! Giù le mani dalla faccia, presto! Non voglio ripeterlo una seconda volta! Samantha e Gellindo non obbedirono subito, mentre la povera civetta non seppe resistere alla paura. – NOOOO! BRIGIDA, NON FARLO! – strillò Samantha. Troppo tardi, ahimè: la civetta abbassò le alette e fissò negli occhi il malvagio Cristallione… uno, due e… tre! Ecco: la frittata era fatta, Brigida era caduta nelle mani di quel mostro! Con gli occhietti rosso fuoco,
la povera civetta guardava imbambolata Cristal¬lione, in attesa di qualche ordine, che non si fece attendere. – Brutta civetta, chiama le guardie e fa’ arrestare i tuoi amici! Brigida guardò nel vuoto e sillabò con un tono strano: – SBIR-RI DI CRI-STALLIONE… PREN-DE-TE I MIEI A-MI-CI!! Due sgherri armati di lance emersero dal nulla, afferrarono Samantha e Gellindo alle spalle, li girarono con violenza verso re Cristallione e… AHI! AHI! I poteri di quel perfido sovrano erano veramente infiniti! Anche la bimba e Gellindo Ghiandedoro, finirono nella trappola di Cristallione! Non ebbero la forza di opporsi, guardarono negli occhi quel mostro e… uno, due e… tre! Si trasformarono in due bambole di pezza dagli occhi rossi e senza più volontà … Ehi, ma vedete anche voi quel che sto vedendo io? Samantha, sì, proprio lei, la nostra eroina si sta girando nella nostra direzione e ci sorride allegra! I SUOI OCCHI NON SONO AFFATTO ROSSI! Ma allora… allora lei non è stata ipnotizzata da Cristallione! È ancora libera e forse potrà salvare i suoi due compagni di viaggio… Come avrà fatto a sfuggire al potere di quel mostro malvagio? Semplice: Samantha s’era concentrata forte forte, immaginando a occhi aperti ma con tutta la sua volontà di essere non sul terribile Pianeta Cristàllico, bensì nella Valle di Risparmiolandia, al Bosco delle Venti Querce in compagnia dei suoi amici spaventapasseri: Maestro Abbecedario, Casoletta e Bellondina, Tisana la Dolce,
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IL POTERE DI CRISTALLIONE Fra’ Vesuvio e Mamma Pasticcia assieme a tutti gli altri l’aiutavano a raccogliere le more per la torta del suo ottavo compleanno. E tutti ridevano, cantavano, danzavano tra mirtilli e lamponi, tenendosi per mano in un grande girotondo che attraversava l’intero bosco. Quando re Cristallione s’accorse che per la prima volta un essere umano era riuscito a sconfiggerlo e non era caduto nelle sue mani ipnotizzato, dapprima s’infuriò come un ossesso ma poi… – Senti, piccola e assurda bimbetta, – sbottò alla fine il perfido re, – va bene, hai vinto! Non sono riuscito a ridurti in mio potere, come invece ho fatto con i tuoi amici. Ciò significa che hai una possibilità, una soltanto però, per andartene sana e salva dal mio regno. – E cosa devo fare? – chiese sorridente Samantha. – Il pianeta Cristàllico è molto vicino al centro dell’universo. Bene: là, proprio nel luogo esatto in cui lo spazio si raccoglie in un unico punto centrale, si trova la CITTÀ FATATA. Se tu sarai capace di impossessarti dello Scettro d’oro del Potere infinito che appartiene alla regina Mùrgot e lo consegnerai al sottoscritto, potrai andartene da qui libera assieme ai tuoi amici… Era veramente incantata, la CITTÀ FATATA, incastonata com’era in un panorama meraviglioso che Samantha ammirò per alcuni minuti a bocca aperta. Palazzi chiari e scintillanti di luce svettavano arditi in un cielo candido come la neve; case, casette e villini erano costruiti tutti di trasparente diamante, mentre negli orti brillavano alberi di smeraldo da cui pendevano grosse
mele color rubino. Giunta davanti alla reggia di Mùrgot, che s’alzava grandiosa e limpida al centro della Città Fatata, Samantha vide quattro guardie senza volto e senza lance che se ne stavano diritte e impettite sul portone d’ingresso. La bimba fece per entrare, ma quattro aste invisibili la bloccarono. – Ehi, ma queste sembrano lance! Però non le vedo… – Sono lance invisibili – esclamarono in coro le guardie. – Invisibili come i nostri volti. E che città incantata sarebbe mai, questa, altrimenti? – Io vorrei vedere… – …vorresti vedere la regina Mùrgot, qui in città lo sanno tutti, ormai! Adesso puoi entrare! Samantha entrò in un ampio salone dalle pareti trasparenti: fece solo pochi passi e una luce azzurra la abbagliò. Quando riaprì gli occhi vide davanti a lei una bellissima signora: alta e sottile, i suoi lunghi capelli biondi incorniciavano un volto… trasparente come l’acqua! Era proprio una fata! – Cosa sei venuta a fare nella CITTÀ FATATA, mia bella Samantha? – chiese quell’essere magico. – Re Cristallione mi ha spedita fin qui per… – …per rubare lo scettro d’oro di Mùrgot, so anche questo. Io sono Mùrgot, la regina di questa città, e quello che stringo in mano è lo scettro d’oro, lo scettro che dà un potere infinito a chi lo possiede. Guarda, le vedi quelle statue laggiù? La regina indicò alcune statue di marmo che Samantha non aveva notato. Una rappresentava Diana la cacciatrice; l’altra Bacco l’ubriacone; c’erano poi Marte il
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (7) guerriero, Giove l’imbronciato, Vulcano il lavoratore, Apollo il bello, Venere la vanitosa… – Ecco, stai attenta: grazie allo scettro – esclamò la regina Mùrgot, – una a una queste statue prenderanno vita! – E le statue cominciarono a muoversi, a camminare, a parlare tra di loro… – Ma se solo io lo voglio, torneranno a essere delle semplici statue! – e Diana, Marte, Vulcano e gli altri s’immobilizzarono nel candore del marmo. – Non solo: questo scettro è così potente, che posso ordinare tutto ciò che voglio. Ad esempio che Venere… diventi ubriaca! Che Vulcano non sia più laborioso bensì… vanitoso! Che Apollo il bello si trasformi nell’imbronciato Giove! Che Marte il soldato diventi lavoratore! Che Diana non sia più cacciatrice ma amica degli animali… – Adesso comprendo perché Cristallione vuole il tuo scettro, regina Mùrgot – esclamò Samantha, interrompendo quello strano spettacolo di statue viventi e mutanti. – Non gli basta il potere di ipnotizzare i suoi prigionieri: vuole poterli trasformare a suo piacimento in marionette obbedienti, per ingigantire così le schiere del suo esercito di malvagi! – È vero, Samantha, succederà proprio così. Il fatto è che io, questo scettro d’oro, devo proprio consegnartelo! È scritto nel mio destino, infatti, che il simbolo supremo del potere dovrò affidarlo al primo umano che mette piede nella CITTÀ FATATA… a meno che… – A meno che cosa? – chiese la bimba. – A meno che tu, di tua spontanea volontà, non scelga, al posto dello scettro d’oro, questo scettro di ferro! È un semplice bastone con un unico potere: esaudisce tre desideri, che devono essere espressi solo
da chi lo possiede. Dimmi, bimba, quale dei due scegli? E tieni bene a mente: se vorrai lo scettro d’oro, quello del potere assoluto, io te lo consegnerò, ma l’universo intero cadrà nelle mani di Cristallione. Ascoltando quelle parole, Samantha si ricordò della seconda profezia che le aveva fatto il Martino-mago quand’era stata su Marte Park: “QUANDO ARRIVERAI NELLA CITTÀ FATATA, LASCIA STARE L’ORO E PORTA VIA IL FERRO!”. – D’accordo, Regina Mùrgot – esclamò decisa la bambina, – dammi lo scettro di ferro e tu rimani qui, al centro dell’universo, a custodire quello d’oro. Il volto trasparente della regina tremò un attimo: la fata si chinò e, dopo aver baciato in fronte Samantha, le consegnò la pesante verga di ferro. Quali furono i tre desideri che la nostra piccola amica chiese allo scettro? Ecco subito il primo:
“Scettro nero di ferro dei desideri, fammi tornar subito dai miei amici veri!” …e TACCC! Eccoci di ritorno su Cristàllico, dove re Cristallione attende impaziente lo Scettro d’oro del Potere infinito. Se però vuoi sapere come andrà a finire quest’avventura, devi avere un po’ di pazienza e aspettare la prossima, fantasmagorica e incredibile avventura della piccola Samantha nello spazio!
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(7 – continua)
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Le avventure di Samantha nello spazio (8)
Il carnevale nello spazio
Per festeggiare la libertà ritrovata e per farsi esaudire l’ultimo dei tre desideri dello scettro di ferro della regina Mùrgot, Samantha chiama a raccolta tutti i suoi amici incontrati per l’universo a una favolosa festa di Carnevale... alla quale si presenta anche re Cristallione! – Vieni, vieni avanti, Samantha! Il perfido Cristallione era ancora seduto sul Trono di cristallo e aveva ai suoi piedi, ipnotizzati dalla punta della testa a quella delle zampe, il povero Gellindo Ghiandedoro e Brigida, la saggia civetta. – Allora, hai portato con te lo scettro della regina Mùrgot? – Certo, maestà – rispose la bimba, mostrando il bastone di ferro che teneva dietro la schiena. – Ecco qua il tuo scettro! – Ma… ma… ma quello non è d’oro! Quello è lo scettro di ferro e chi lo possiede… – …può esaudire tre desideri! – esclamò tutta contenta Samantha. – Dammelo! Consegnami immediatamente quel che è mio! – si mise a strillare Cristallione, che intuì ciò che stava per succedergli E infatti:
“Dei tre desideri pesante bastone, fa’ scomparire re Cristallione!” Accadde tutto in meno di un secondo. Click! La luce azzurra si spende e il buio scese improvviso nel Salone del Trono, un vento fortissimo scese dall’alto facendo tremare colonne e pareti e… ri-Click!... quando la luce tornò, più forte e più calda di prima, Cristallione non c’era più! Era veramente sparito dalla faccia di quel pianeta!! Svanito chissà dove nell’Universo!!! Gellindo e Brigida si svegliarono dal loro magico sonno e corsero subito ad abbracciare Samantha, che raccontò loro tutto quello che le era capitato nella CITTÀ FATATA mentre loro erano imbambolati. – Ma allora hai ancora un desiderio da esprimere! – esultò Brigida, che in matematica aveva opinioni ben precise. – Certo, ma sono indecisa – rispose Samantha. – Non so se chiedere allo scettro di riportarci subito sulla Terra, al Bosco delle Venti Querce, oppure… oppure qualcos’altro. Samantha se ne accorse subito: Gellindo Ghiandedoro, che aveva inventato, progettato, costruito e guidato fin lì l’astronave di pregiata betulla RISPARMIOLANDIA PRIMA, nell’udire le parole della bimba era andato a sedersi in un angolo con un musetto serio serio. La bambina gli si sedette accanto e…
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (8) – Ma che cos’hai, Gellindo? Ho detto qualcosa che non andava? – No no, cioè, insomma… Ecco… il fatto è che tu non ti fidi più di me! – E perché mai? – Perché vorresti tornare sulla Terra con una magìa e non a bordo della mia astronave di legno! Pensi che non ce la faccia, a fare il viaggio di ritorno? – Ma no, cosa dici! È solo che… che… be’ hai ragione! Siamo arrivati fin qui a bordo della tua RISPARMIOLANDIA PRIMA e con la RISPARMIOLANDIA PRIMA da qui ce ne andremo! Gli occhi di Gellindo tornarono a brilla-
re felici: finalmente qualcuno credeva nel suo genio di inventore! – Allora quale sarà il terzo desiderio? – domandò impaziente Brigida. – Potresti chiedere un sacco d’oro, oppure un magnifico vestito per le feste, uno scatolone pieno zeppo di giocattoli, oppure… – NO! – la interruppe decisa Samantha. – Ho deciso: ora che Cristallione, quel cattivo, è sparito chissà dove, tutti gli abitanti dei pianeti dell’Universo hanno diritto e bisogno di fare un po’ di festa. Ecco, allora, il mio terzo desiderio:
“Scettro nero dei desideri, voglio qui tutti gli abitanti dell’Universo, per divertirci assieme con una gran festa di… Carnevale!” Come d’incanto, dai pianeti più vicini e da quelli più lontani giunsero tutti gli amici che Samantha, Gellindo e Brigida avevano incontrato durante il loro lungo viaggio in giro per l’universo. Arrivarono per prime Pallarosetta decima e le sue ancelle, mascherate da fatine cicciottole e tutte rosate. Le buone pallarosiane fecero il loro ingresso alla grande festa rotolando allegre: abbracciarono Samantha e i suoi due amici e ruzzolarono subito in un angolo ad attendere gli altri ospiti. Fecero irruzione i Martini, gli abitanti di Marte Park, che si presentarono vestiti tutti da pagliacci del circo. C’era il Martinoguida, il Martino-mago e moltissimi loro amici, che festeggiarono i nostri eroi con giochi di prestigio, con difficilissime acrobazie e con scherzi di ogni tipo.
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IL CARNEVALE NELLO SPAZIO Ed ecco Valentina la Trota. Mascherata da pirata, arrivò cantando una canzonaccia da lupi di mare: “Quindici pesci… quindici pesci… nella padella del re!” Giunse la regina Mùrgot, direttamente dalla CITTÀ FATATA: per nulla al mondo avrebbe rinunciato la festa di Carnevale organizzata da Samantha grazie allo scettro di ferro dei tre desideri. E anche la regina s’era messa in maschera: si era vestita da Arlecchina! Arrivarono anche tante stelle comete con le code dorate che s’intrecciavano come tante stelle filanti… Samantha non era mai stata così felice e si guardava attorno con una gran voglia di piangere per la felicità. – Fermi, fermi tutti! Voglio partecipare anch’io al vostro bellissimo e allegro carnevale! Re Cristallione?! Ma che ci faceva, lì, il cattivo Cristallione? Non era sparito nel nulla dell’universo con il secondo desiderio di Samantha? – Fermi, ho detto! A me gli occhi… Adesso vi potinizz… itopiniz… ipponitiz… insomma, vi addormenterò tutti all’istante: alzate il braccio destro… SUBITO! Alzate anche il sinistro… BENE! Ora la gamba destra… e pure quella sinistra!… AH! AH! AH! Ma… ma quello non era Cristallione! Era… Gellindo Ghiandedoro mascherato da terribile re malvagio! – A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE!!! La festa scoppiò in un tripudio di coriandoli, stelle filanti, risate e canti, e andò avanti per molte ore, finché la regina Mùrgot chiamò Samantha in un angolo. – Adesso – le disse la regina, – lo scettro di ferro non ti serve più. Sei stata molto
brava nello scegliere i tre desideri. Con il primo hai chiesto di raggiungere i tuoi amici prigionieri per ridare loro la libertà, con il secondo hai liberato l’universo dal suo più feroce nemico e con il terzo hai restituito a tutti noi la gioia di divertirci assieme. Per te, invece, non hai chiesto nulla e perciò voglio regalarti questo anello d’oro. Non esaudirà alcun desiderio, ma ti aiuterà a ricordare, quando sarai tornata sulla Terra, i tanti amici incontrati nello spazio. Ciao, Samantha… ciao, Brigida… ciao, Gellindo… sei proprio un vero mattacchione, scoiattolino… CIAOOOO!
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(8 - continua)
Le avventure di Samantha nello spazio (9)
Gli Scacchi tristi
Esiste un modo far tornare il sorriso sul volto degli Scacchi Bianchi di re Làtteo, che hanno perduto il loro simpaticissimo buffone Ridolino? E riusciranno, gli Scacchi Bianchi, ad andar d’accordo e a far la pace con gli Scacchi Neri di re Nèreo? Il viaggio proseguì. L’astronave RISPARMIOLANDIA PRIMA procedeva scricchiolando, mentre i nostri tre amici non si stancavano, nasi e becchi schiacciati contro il vetro degli oblò, di ammirare il firmamento tutto punteggiato di stelle e pianeti. Poi, all’improvviso, tutto si dipinse di bianco! Bianco il cielo, bianche le stelle, bianchi i pianeti e gli asteroidi che sfrecciavano via silenziosi. Samantha, Gellindo Ghiandedoro e la civetta Brigida, con le mani, le zampe e le ali sugli occhi per ripararsi da quel bagliore accecante, non capirono subito dove fossero capitati. Poi… – Questa dev’essere la VIA LATTEA! – esclamò Brigida, che di astrologia ne sapeva più degli altri! – Già, è vero! Hai ragione… Il fatto è che a rispondere non era stata Samantha e che quella non era la voce di Gellindo! I tre si guardarono l’un l’altro perplessi, quando… – Sono qui, amici. Qui fuori, accanto alla vostra astronave… Guardate bene! I tre strizzarono gli occhi, allungarono il collo e lì, proprio accanto alla loro navicella, videro lo spettacolo più abbagliante che mai nessuno di loro aveva solo immaginato. Su un immenso trono candido era seduto un re… tutto bianco! La corona e il volto, lo scettro, la barba e il vestito, le mani e le scarpette di seta erano bianchi come fossero di latte, di panna montata, di ricotta! – Salve, amici – disse il re bianco chi-
nando appena il capo. – Sono Làtteo, re del PIANETA DEGLI SCACCHI BIANCHI. Io e la mia bianca corte vi stavamo aspettando, sapete? – Se tu sei il re degli Scacchi Bianchi, – domandò Gellindo, – gli altri scacchi, dove sono? – Volete che vi presenti la mia corte? Eccola! Uno ad uno, staccandosi da un vicino satellite, scesero gli Scacchi Bianchi della corte di re Làtteo. Entrarono i PEDONI marciando in fila per due: seri, corrucciati e musi lunghi, andarono a disporsi ai piedi del loro re e rimasero in attesa di altri ordini. Fu poi la volta delle due TORRI: volavano diritte impettite e, quando dovevano curvare, lo facevano sempre ad angolo retto. I due CAVALLI arrivarono nitrendo e sbuffando impetuosi. Anche loro, come gli altri, avevano i musi tristi e trottavano con scarti continui: due passi in avanti e uno a destra… poi uno in avanti e due a sinistra… Ecco giungere gli ALFIERI, con tanto di lancia e di elmo bianchi come la neve. Avanzando sempre in obliquo, andarono a sistemarsi ai lati del loro re, restando poi fermi immobili, con i volti assorti e accigliati. Infine venne avanti, solenne e malinconica, la REGINA. Lei non aveva problemi: poteva camminare dove e come voleva. Senza degnare d’uno sguardo il resto della corte, si mise al fianco del suo CONSORTE REALE e si rinchiuse nel suo dolore.
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (9) – Ma perché siete così tristi? – chiese Samantha. – Vedi, bambina mia – rispose re Làtteo, – successe molti e molti anni fa… A quei tempi alla corte di RE LÀTTEO tutti, ma proprio tutti, erano allegri e felici. I PEDONI ridevano e scherzavano mattina e sera. TORRI, ALFIERI e CAVALLI vivevano spensierati. RE LÀTTEO, con la sua bellissima sposa, regnava sereno. E sapete perché? Perché in mezzo a loro c’era RIDOLINO, il buffone di corte che teneva tutti in allegria. RIDOLINO ballava, suonava il clarinetto, faceva giochi di prestigio, giocava con le clave e soprattutto sapeva raccontare le barzellette più esilaranti che mai si fossero sentite in tutto l’universo. La maestra chiede ai suoi alunni: “Bambini, come vorreste che fosse, la vostra scuola?” ... “Chiusa, signora maestra!” AH… AH… AH… “Sai – dice Franco a Dario, – mio fratello cammina già da quattro mesi!” “Accidenti – risponde Dario a Franco, – chissà dove sarà arrivato!...” EH… EH… EH… Un signore dà un’arancia a un bambino. “E cosa si dice al signore?” lo riprende la mamma. “Me la sbucci?!?” Papà, chiede un bimbo al suo babbo, mi sai dire dove sono le piramidi? “Chiedilo alla mamma: è lei che mette in ordine le cose, in casa!” IH… IH… IH… “Mamma, è vero che sono le api a fare il miele?” “Certo…” “Ma come fanno a chiudere i barattoli!?” OH… OH… OH… “Lo sai mamma che oggi, a scuola, sono stato l’unico della classe che ha saputo rispondere a una domanda della maestra?” “Bravo, e che domanda era?” “Chi ha rotto la finestra?” UH… UH… UH…
Quando arrivava RIDOLINO, come per incanto tutti dimenticavano tristezze e malinconie: ridevano, cantavano, non avevano problemi insomma. Poi, un giorno terribile NERÈO, il re del pianbeta degli Scacchi Neri, scese dal cielo e piombò nel bel mezzo della corte di RE LÀTTEO, rapì il buffone e sparì nel buio della notte fonda. Da quel giorno la corte degli Scacchi Bianchi scivolò nella tristezza assoluta: nessuno rideva più, nessuno faceva simpatici scherzetti, nessuno cantava, ballava, faceva giochi di prestigio, giocava con le clave e raccontava barzellette. Senza l’amico RIDOLINO pareva che la vita non avesse più alcun significato… – Hai capito, adesso, perché siamo tutti così tristi? – sussurrò re Làtteo, mentre la bianca regina singhiozzava in silenzio, appoggiando la sua regale testa candida sulla regale candida spalla del marito. – Ma scusa, re – chiese Gellindo Ghiandedoro, – perché non andate a cercare questo vostro amico buffone? Avete soldati, alfieri e cavalli: non dovrebbe essere difficile sconfiggere l’esercito nero di Re Nerèo! – Certo – le rispose Re Làtteo, – potremmo andare a liberarlo, il nostro buffone prigioniero alla corte degli Scacchi Neri. Il fatto è, amici terrestri, che assieme a Ridolino se n’è andata anche la nostra voglia di vivere: se solo potessimo tornare, almeno per una volta, a sorridere un pochino, forse ci tornerebbe anche il coraggio… Bastava far ridere la corte degli Scacchi Bianchi: ecco la soluzione al problema! Samantha chiamò vicini a sé Gellindo e Brigida, i tre confabularono sottovoce per un po’ e poi… – Adesso siamo qui noi, amici, e vedrete
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GLI SCACCHI TRISTI che in meno di un minuto vi metterete tutti a ridere di gusto come da tanto tempo non avete fatto! – promise la bimba. Cominciò, allora, un piccolo spettacolo buffo. Gellindo provò a fare il pagliaccio, Brigida l’equilibrista ubriaca, Samantha tentò con alcune magie… ma nessuno rideva! Soldati, corte e reali se ne stavano lì a guardarli, muti e seri come prima! Gellindo tentò allora con le smorfie: s’avvicinò al re e alla regina e s’impegnò con tutte le forze e la sua fantasia per farli ridere. Niente da fare: i due rimasero impassibili alle facce strane e pazzerelle del simpatico scoiattolo. Fu allora che Samantha ebbe una trovata geniale: avrebbe tentato di fare come faceva un tempo Ridolino. Avrebbe raccontato barzellette! – Allora – disse la bimba, – un tale telefona a casa mia: Ciao Samantha, mi passi tuo papà? È occupato, bisbiglio io. E allora mi chiami la mamma? È occupata anche lei, sussurro io. E cosa stanno facendo? Mi stanno cercando...” Un pallido sorriso si disegnò sul volto di re Làtteo. – Mio fratello se ne sta ore e ore davanti a uno specchio a occhi chiusi... E perché, poi? ... Vuol vedere che faccia ha quando dorme! Una risatina apparve nei suoi occhi e le guance si gonfiarono un poco. E allora a raffica... – “Papà, tu sai firmare a occhi chiusi?” “Ma certo, perché?” “Perché mi devi firmare la pagella... “ – “Mamma, mi dai un bicchiere d’acqua?” “Per... per... per...” “Ma per bere, no?” – Tema: Come hai trascorso le vacanze estive. Svolgimento: Bene grazie, signora maestra, e lei? – Una bimba guarda una coppia di conigli
che si strappano i peli a vicenda. “Ma perché fanno così, papà?” “È per fare un nido più soffice per i loro piccoli...” La bimba guarda la testa pelata del babbo: Allora tu ti sei strappato i capelli per me, papà!” E finalmente avvenne il miracolo tanto atteso: re Làtteo e la sua corte non ce la fecero più a trattenersi e scoppiarono a ridere, ma a ridere così forte, che dopo un po’ tutti si tenevano la pancia per il gran male e si rotolavano a terra! – Ci… siete… ci siete riusciti! – farfugliò il re tra uno sghignazzo e l’altro. – Ce l’avete fatta, siamo tornati a sorridere… anzi, a ridere di gusto! Adesso sì che ci sentiamo finalmente forti e coraggiosi! Forza, amici – esclamò Làtteo rivolto alla sua corte, – andiamo subito a liberare Ridolino! Partiamo immediatamente! – GUERRA! GUERRA, VOGLIAMO FAR LA GUERRA AGLI SCACCHI NERI! – urlarono gli ALFIERI. Ma non ci fu bisogno di nessuna guerra. La Regina degli Scacchi Bianchi salì sul pianeta degli Scacchi Neri: parlò a lungo con la Regina degli Scacchi Neri e alla fine si arrivò a un accordo. Visto che entrambi i popoli di Scacchi volevano godere dell’allegria di Ridolino, nei giorni pari il buffone avrebbe abitato nella corte degli Scacchi Bianchi e nei giorni dispari si sarebbe trasferito sul pianeta degli Scacchi Neri. La domenica, invece, be’, la domenica Scacchi Neri e Scacchi Bianchi avrebbero fatto festa tutti assieme e da soli, mentre Ridolino si sarebbe riposato dalle fatiche di una settimana così lunga e intensa! Tornata finalmente la pace, Samantha, Gellindo e Brigida salutarono i nuovi amici Scacchi Bianchi e Scacchi Neri e volarono (9 – continua) verso una nuova avventura.
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Le avventure di Samantha nello spazio (10)
Le Olimpiadi dello Zodiaco
Anche nell’universo si pratica lo sport e, fra tutte le manifestazioni organizzate dai vari pianeti, quelle di gran lunga più apprezzate e seguìte da miliardi di miliardi di tifosi sono senz’altro le... OLIMPIADI DELLO ZODIACO, che naturalmente si disputano sul pianeta Olimpo! È proprio vero che la pubblicità arriva dappertutto, anche nel vastissimo spazio cosmico! Samantha, Gellindo e Brigida stavano con gli occhi ben puntati davanti a loro, sperando di finalmente di veder spuntare da lontano spuntare la loro amata Terra, quando un volantino pubblicitario giallo e rosso andò a stamparsi sul vetro di uno degli oblò della RISPARMIOLANDIA PRIMA. – Ehi – urlò Gellindo, – guardate un po’ cosa c’è scritto su questo volantino:
!ocaidoZ olled idaipmilO eL Cosa vorrà dire? – Ma guarda bene! – esclamò Brigida, la sapiente civetta. – Non vedi che stai leggendo il foglio di carta dal dietro? Ecco, gìralo:
Le Olimpiadi dello Zodiaco! – Boh, chissà cosa significa… – Leggi anche le righe sotto, quelle scritte più piccole: Non perdete l’occasione di assistere alle Olimpiadi dello Zodiaco che vedranno scendere in campo tutte le Costellazioni del firmamento per contendersi la vittoria nelle più diverse specialità sportive. Non mancate all’appuntamento con le stelle dello sport cosmico: scendete subito sul Pianeta Olimpo e… buon divertimento. ATTERRAGGIO GRATUITO!
– Forza dai, andiamo su Olimpo – gridò Gellindo Ghiandedoro. – A me sono sempre piaciute le gare di corsa e poi non si paga per atterrare! – Già, ma dove sarà questo benedetto pianeta Olimpo? – chiese Brigida. – Con tutte le stelle e stelline che ci sono da queste parti, vai tu a sapere qual è il pianeta giusto! – Eccolo! – urlò Samantha, che nel frattempo, nasino schiacciato sul vetro, aveva scrutato per bene l’universo a destra e a sinistra. – Lo vedete quel pianeta circondato da cinque cerchi ognuno di un colore diverso? Blu, giallo, nero, verde e rosso? Quello dev’essere Olimpo! Su, proviamo ad atterrare... Un potente squillo di tromba zittì i miliardi di miliardi di spettatori assiepati sul pianeta Olimpo e la voce gracchiante dell’annunciatore rimbalzò da uno all’altro dei cinque cerchi colorati che riempivano il cielo di sopra. – Ed ecco a voi la prima delle gare finali, quella dei cinque¬mila chilometri di nuoto cosmico a stile libero! Ecco i quattro finalisti: il campione della COSTELLAZIONE DELL’ACQUARIO… Un boato immenso di applausi e di evviva accolse l’atleta muscoloso, che andò a disporsi al suo blocco di partenza. – …ed ora il campione della COSTELLAZIONE DELLA BALENA… Altri applausi… – Il rappresentante di quella del DELFI-
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (10) NO… Applausi ancora… – …e il finalista della COSTELLAZIONE DEI PESCI! Applausi a non finire, finché… TRE… DUE… UNO… VIA! La finale ebbe inizio. La gara – che prevedeva una “nuotata” cosmica di cinquemila chilometri suddivisi in tre giri – fu molto combattuta. Andò subito in testa la Costellazione dei Pesci, seguita dalla Balena e dall’Acquario, mentre il Delfino nuotava un po’ staccato. Al secondo giro la situazione cambiò all’improvviso: passò in testa la Balena, seguita dal Delfino che aveva recuperato lo svantaggio, mentre chiudevano la corsa in evidente difficoltà l’Acquario e i Pesci. In dirittura d’arrivo, all’ultimo giro, i quattro campioni erano tutti sulla stessa linea. – FINALE INCANDESCENTE – sbraitava l’altoparlante. – LA BALENA ATTACCA, IL DELFINO DIFENDE I POCHI CHILOMETRI DI VANTAGGIO… MA ECCO FARSI SOTTO L’ACQUARIO, CHE SI TIRA DIETRO I PESCI… ANCORA TRE BRACCIATE… DUE… UNA… STRAORDINARIO! HA VINTO LA COSTELLAZIONE DELLA… BAAALENAAA! Seguì la gara di corsa. Entrarono i concorrenti, anch’essi presentati dal vocione dell’annunciatore. – Per la gara dei tremila chilometri piani, ecco i quattro finalisti: la COSTELLAZIONE DELL’ARIETE… Applausi a scrosci. – …la COSTELLAZIONE DEL CANE DA CACCIA… Applausi ancor più forti. – …la COSTELLAZIONE DEL CENTAURO…
Applausi ancor più lunghi. – …e per finire la COSTELLAZIONE DEL PICCOLO CAVALLO! Applausi assordanti. Al via, tutti e quattro i velocisti scattarono come saette. Il Centauro prese subito qualche centinaio di chilometri di vantaggio, ma Cani da caccia si mise all’inseguimento, rosicchiando chilometro su chilometro e trascinandosi appresso il Piccolo Cavallo. Chiudeva l’Ariete, che ahimè pareva un po’ sotto tono. A metà della corsa Cani da caccia agguantò il fuggitivo Centauro: ormai la gara si sarebbe risolta tra loro due, e infatti sia l’Ariete sia il Piccolo Cavallo abbandonarono la corsa. Sul filo di lana il Centauro, con un ultimo, tremendo sforzo… – SÌÌÌ! HA VINTO LA COSTELLAZIONE DEL CENTAURO, CONFERMANDOSI CAMPIONE SULLA DISTANZA DEI TREMILA CHILOMETRI PIANI! Quando gli applausi si smorzarono, entrarono in campo altre tre costellazioni: erano i concorrenti per la finale del sollevamento pesi! Venne avanti la COSTELLAZIONE DI ERCOLE: i muscoli del campione guizzavano e scintillavano per la tensione. Ercole afferrò il peso con due manacce grandi e grosse così e con un terribile urlo cercò di sollevarlo da terra. Sudava tutto, Ercole, mentre le vene del collo pulsavano pericolosamente… tuttavia, all’apice dello sforzo, con uno sbuffo Ercole lasciò andare la presa e crollò al tappeto. SQUALIFICATO, poverino! Fu poi la volta della COSTELLAZIONE DEL TORO: il loro campione, certo, dava l’idea di essere forte! Grande come una
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LE OLIMPIADI DELLO ZODIACO montagna, attraversò la pedana per raggiungere il peso da sollevare. Lo osservò a lungo e da vicino, concentrandosi ben bene. Si stropicciò le braccia e le mani con polvere di stelle, abbrancò forte il bilancere e lo alzò un poco… poi un altro po’… un pochino ancora… più su, dai, che ce la fai! Ci sei, quasi… PATAPUMF! Peso e Toro caddero a terra, uno sull’altro, con un gran fracasso! Ahimè, SQUALIFICATO pure lui! Rimaneva l’ultimo concorrente, il campione della COSTELLAZIONE DEL CIGNO. Quando entrò l’atleta, i miliardi di miliardi di spettatori scoppiarono a ridere: era un ometto piccolo piccolo, carino d’accordo, un biscottino dolce dolce, ma nulla di più che una mezza calzetta! Senza dar retta agli schiamazzi del pubblico, il minuscolo Cigno s’avvicinò all’immenso peso: sorrise, fece un inchino, con una mano afferrò il bilanciere e senza il minimo sforzo lo sollevò al cielo! I tifosi dapprima ammutolirono, si guardarono l’un l’altro increduli e infine scoppiarono in un assordante applauso, che si perse nel firmamento del pianeta a cinque cerchi per raggiungere in un baleno la COSTELLAZIONE DEL CIGNO!. – E ora ecco a voi l’ultima gara della giornata: il tiro con l’arco! I bersagli furono sistemati a dieci chilometri dal punto in cui si disposero i tre finalisti. Come da sorteggio, tirò per prima la COSTELLAZIONE DELLA FREC¬CIA: prese con cura la mira, tese l’arco con grande sforzo e… SWIMMM… SSSSSSS…. TOCK! – CENTOQUARANTA PUNTI! Il punteggio era molto alto, la gara si stava facendo interessante e gli applausi si sprecarono, quando entrò in pedana il secondo
famosissimo campione che rappresentava la COSTELLAZIONE DEL SAGITTARIO. Con sicurezza l’arciere afferrò l’arco, incoccò la freccia, guardò appena in che direzione fosse il bersaglio, tese con forza l’arco e… SWIMMM… SSSSSSS… Il “TOCK” finale non lo sentì nessuno! – Ha sbagliato! Incredibile: il Sagittario non ha nemmeno colpito il bersaglio e quindi viene SQUALIFICATO! Il campione del Sagittario uscì di scena, accompagnato dall’ululato del pubblico inferocito, che immediatamente dopo venne chiamato ad applaudire il terzo e ultimo concorrente: quello della COSTELLAZIONE DELLA TALPA. Portava, il poverino, un paio di occhialoni grandi e grossi così: avanzò a tentoni e, se qualcuno non l’avesse aiutato, avrebbe scoccato la freccia direttamente verso il pubblico. Non prese nemmeno la mira (tanto, non vedeva nulla al di là del suo naso!) e tirò… SWIMMM…SSSSSSS…TOCK! – CENTO… CENTO… CENTOCINQUANTA PUNTI! Ha vinto, anzi, ha stravinto la COSTELLAZIONE DELLA TALPA! Il vincitore dell’ultima gara della giornata salutò a lungo il pubblico plaudente e se ne andò, non dopo aver sbattuto il muso contro lo stipite della porta che portava agli spogliatoi. Senza voce per le urla del tifo, Samantha, Brigida e Gellindo, al termine delle gare, corsero alla loro astronave e si alzarono subito in volo... Ormai la voglia di essere a casa, al Bosco delle Venti Querce, era forte e bruciante per tutti e tre... Ma non corriamo troppo in fretta: ancora un’ultima avventura attende i nostri amici. E proprio di questo vi parlerò la (10 – continua) prossima volta.
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Le avventure di Samantha nello spazio (11)
Ritorno a casa
Prima di rimettere finalmente piede a casa, nel Bosco delle Venti Querce, i nostri amici vivono un’ultima, stranissima e divertente avventura sulla Luna, dove fanno la conoscenza con alcuni tipi veramente... LUNATICI! Ormai la povera astronave RISPARMIOLANDIA PRIMA, dopo le folli avventure in giro per l’universo, era veramente ridotta male: le assi e i tronchi di betulla con i quali Gellindo, lo scoiattolo inventore, l’aveva costruita molto tempo prima, si erano scollate, stavano cedendo e scricchiolavano. C’era la probabilità, quindi, che da un momento all’altro la navicella andasse in mille pezzetti… E infatti l’impatto con la Luna fu abbastanza traumatico, ma anche quella volta l’astronave superò l’impatto e i suoi occupanti ne uscirono illesi. Un mondo tenebroso e glaciale si presentò agli occhi dei nostri amici: montagne color latte s’alzavano altissime, fino a sfiorare un cielo nero come l’inchiostro, mentre le immense e solitarie pianure lunari, che da terra scorgiamo appena, erano solcate da crepacci che scendevano fin nelle viscere gelide del satellite. Camminando molto lentamente per non spiccar balzi alti sette-otto metri, Samantha, Gellindo e Brigida fecero per dirigersi verso la collina più vicina, quando da dietro a un grosso masso uscì un Lunatico! Era in tutto e per tutto uguale a un essere umano: due gambe, due braccia, una testa… Camminava disinvolto e, solo quando fu a meno di un metro dai tre, s’accorse di loro. – Salve, terrestri – disse con tono gentile. – CHE ACCIDENTI SIETE VENUTI A FARE, SULLA LUNA? – sbraitò all’improv-
viso con un ghigno terribile. – Abbiamo forse fatto qualcosa che non dovevamo? – chiese timidamente Samantha. – Oh, no – rispose dolcissimo l’altro, – no no, non avete fatto nulla di male! – E subito dopo, ridiventando nuovamente furioso: – MA INSOMMA, CHI VI HA DATO IL PERMESSO DI ATTERRARE, EH? Che tipo strano, pensò Samantha. – Senti, Lunatico, hai per caso la luna? – domandò Brigida. – Io… la luna? Certo che ho la luna e infatti sono un Lunatico! – Dopo di che proseguì con tono violento: – UN LUNATICO CHE HA LA LUNA, PERCHÉ È SULLA LUNA E LA LUNA È CASA MIA! D’ACCORDO? Non appena ebbe terminato di urlare, da dietro alle montagnole lì vicino uscirono molti altri Lunatici, che andarono a disporsi in cerchio attorno ai nostri amici. Avevano tutti uno strano modo di comportarsi: passavano tranquillamente da un’espressione felice ad una furiosa e terribile, per poi tornare sereni, salvo, subito dopo, ridiventare cattivi… E via così, senza mai stancarsi! Dopo qualche minuto di stupore, anche Gellindo si sentì un po’ nervoso: cominciò a strabuzzare gli occhi, a stropicciarsi le zampe, a grattarsi il petto e l’enorme coda… Pure Brigida non riusciva a stare nelle piume, rideva a scatti, poi aggrottava all’improvviso la fronte…
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LE AVVENTURE DI SAMANTHA NELLO SPAZIO (11)
– AAAA…AIUTO! – strillò Samantha. – Questi Lunatici sono anche contagiosi! Gellindo, sta’ fermo, smettila di grattarti! Brigida, sta’ calma, basta sghignazzare! Forza, andiamocene subito! – Ma certo, Samantha – sussurrò con un sorriso Gellindo, e poi gridò: – ADESSO CE NE ANDIAMO IMMEDIATAMENTE! La bimba trascinò i due compagni di viaggio fino alla navicella malandata. Gellindo fissò le assi di betulla scombinate, dopo di che balzarono tutti e tre a bordo e… SWIMMM… ripartirono in tutta fretta. E i Lunatici? – Ciaooo, terrestri… Arrivederci... E NON FATEVI PIÙ RIVEDERE DA QUESTE PARTI, CHIARO!?… Ciaoooo… ciao amici… Ed eccola finalmente laggiù, la piccola, la dolce, la tenera Terra! L’astronave venne
attratta da una forza irresistibile e cominciò a scendere sempre più veloce. A mano a mano che i tre viaggiatori s’avvicinavano alla mèta conclusiva delle loro avventure, sentivano quasi il profumo di casa farsi più forte, finché… L’atterraggio fu perfetto: la RISPARMIOLANDIA PRIMA andò a posarsi proprio al centro del prato grande del Bosco delle Venti Querce, a un tiro di sasso dal Villaggio degli Spaventapasseri. Samantha, Gellindo e Brigida, balzando a terra, s’aspettavano naturalmente trionfali accoglienze, che invece non arrivarono! I loro amici spaventapasseri… Lingualunga, il ragionier Còntolo e Quantobasta, RossoVerdeGiallo e Dindondolo, Palostorto, Chiomadoro e tutti gli altri rimasero lì dov’erano, sparsi un po’ dovunque per il prato, fermi immobili e con la testa alzata verso il cielo e un’espressione a metà strada tra lo spavento e la meraviglia. Samantha s’aggirò tra i suoi amici animali cercando inutilmente di svegliarli; chiamò allora Gellindo e Brigida e tutti e tre in coro urlarono con quanto più fiato gli era rimasto in corpo: – AMICI, SVEGLIATEVI! Uno dopo l’altro gli spauracchi si riscossero dal torpore e non appena videro Samantha, poi Gellindo e quindi Brigida, non credettero ai loro occhi. Guardarono l’astronave di betulla, tornarono a fissare il cielo lassù e nuovamente i loro tre amici laggiù, scrollando perplessi la zucca. – Be’, cos’avete? – esclamò Gellindo. – Siamo appena rientrati dall’universo dopo un lunghissimo viaggio pieno di avventure e voi ve ne stavate là, con gli occhi per aria? Siete rimasti così, fermi immobili per settimane e settimane?
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RITORNO A CASA “…Il vostro viaggio sarà molto lungo, ma allo stesso tempo molto breve!”
– Settimane? – ribatté perplesso il farmacista Quantobasta. – Hai proprio detto “settimane”? – Certo – ribatté Samantha. – Il nostro viaggio in giro per lo spazio sarà durato almeno undici settimane! – Undici settimane? – la interruppe Mamma Pasticcia. – Ma se siete appena partiti! L’astronave di Gellindo è stata catapultata verso il cielo… su su… ha raggiunto quella nuvola, è sparita solo un secondo e poi è precipitata come un sasso proprio in mezzo al prato! Undici settimane? Ma il vostro viaggio sarà durato sì e no mezzo minuto… AH! AH! AH! Che ridere! Fu proprio in quel momento che a Samantha tornò in mente la terza profezia che le aveva fatto il Martino-mago su, Marte Park:
A loro tre era sembrato di trascorrere settimane intere passando da un’avventura all’altra, a zonzo per l’universo, e invece erano trascorsi soltanto pochi, pochissimi secondi! Ma allora… quello era ancora il giorno del suo compleanno! Eh, già: quella era la festa Samantha e gli spaventapasseri del Villaggio non se n’erano dimenticati. Casoletta e Pasticcia andarono a prendere le loro famose e buonissime torte e tutti assieme fecero un banchetto memorabile. Danzarono, cantarono e fecero gran festa ai loro tre amici che, seppur per alcuni secondi, avevano veramente volato! Nel bel mezzo dei festeggiamenti, Samantha, Gellindo Ghiandedoro e Brigida si misero un po’ in disparte e si guardarono negli occhi, stupiti. Ma allora era stato tutto un sogno? Il GUARDIANO DELL’UNIVERSO… i PALLAROSIANI, CRISTALLIONE… le OLIMPIADI DELLO ZODIACO… gli SCACCHI BIANCHI… la REGINA MÙRGOT… – La Regina Mùrgot! – esclamò la bambina, la cui mano corse subito a frugare nella tasca e… l’anello d’oro c’era! L’anello d’oro che la regina le aveva regalato era la prova che tutte quelle avventure non erano state un sogno! Eccolo lì, tutto vero, tutto d’oro, un anello tutto suo… Ma quel piccolo dono fu l’unico prezioso ricordo concreto delle strabilianti avventure vissute da Samantha nello spazio, assieme a mille e mille ricordi che le fecero compagnia per tutta la vita!
fine
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2007-2017
10 anni di avventure con
Gellindo Ghiandedoro
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