Le fiabe del Bosco delle Venti Querce - Un regalo dolcissimo... e gratis!

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Le fiabe del Bosco delle Venti Querce

Un regalo dolcissimo... e gratis! I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


C’è da dire che Babbo Natale, quell’anno, aveva fatto un lavoro veramente sopraffino! Se lo dissero tra di loro gli spauracchi riuniti la mattina presto nella Cioccolateria del Villaggio. – Sei contenta, Casoletta, del regalo ricevuto stanotte? – chiese Gellindo sorseggiando una tazza di latte caldo. La spaventapasseri si girò con un sorriso: – Babbo Natale m’ha portato in regalo un servizio di sei tazze da tè che sono una meraviglia! Proprio quelle che m’aspettavo, con il bordo d’oro zecchino e i fiorellini di campo sul fondo! E tu, Gellindo, cosa hai trovato nella calza? Lo scoiattolo infilò una mano nella grande coda vaporosa e tirò fuori un orologio a cipolla che era uno splendore: – Cosa si può regalare, di meglio, a uno scoiattolo, se non un bell’orologio per svegliarsi puntuale alla fine del letargo? Eccolo qua: bellissimo, d’argento e con tanto di catenella per tenerselo attaccato addosso! Il vecchio Empedocle si alzò, afferrò il bastone e s’avvicinò zoppicando a Casoletta e a Gellindo: – Non mi vedete nulla di nuovo, addosso? La spauracchia e lo scoiattolo osservarono attentamente l’amico anziano... e finalmente: – Gli occhiali! Hai un paio di occhiali nuovi! – Sono il regalo del mio Babbo

Natale: un bel paio di lenti nuove di zecca che ci vedo una meraviglia! Uno dopo l’altro, anche gli altri spaventapasseri mostrarono agli amici i regali trovati sotto l’albero. Bellondina aveva ricevuto uno splendido foulard leggero di seta, con foglie stampate con tutti i colori dell’autunno: straordinario! Il regalo di Tisana la Dolce era un grosso libro di ricette, con centinaia e centinaia di nuove tisane e originali decotti: prelibatissimi! E se a Dindondolo avevano regalato una bellissima campanella da tavolo, a Quantobasta era arrivata una bilancina nuovissima, così perfetta che riusciva a pesare perfino l’aria! E poi: una collana di libri d’avventure era il regalo di Maestro Abbecedario («Uh, che bello: avrò da leggere almeno fino ad agosto!»). Una confezione di ottimo “Profumo d’immondizia” aveva deliziato Lilli Spatoccia («Ma sentite che buono, che fragranza, che bontà!»). Il portalettere Franco Bollo aveva ricevuto una nuova borsa di cuoio con tanto di iniziali («È così bella che mi dispiace quasi usarla solo per il lavoro!»). L’ennesima finta pipa di legno era andata ad aggiungersi alla già grandiosa collezione di Pagliafresca («Ah, questa sì che è una vera finta pipa!»). Civetta Brigida si pavoneggiava in un bellissimo scialle («Mi mancava


proprio! È leggero, è caldo... è stupendo!»). Chiomadoro fece vedere a tutti la sua spazzola per capelli («E meno male: la vecchia spazzola ormai stavo per buttarla via!»)... RossoVerdeGiallo mostrò orgoglioso il suo nuovo fischietto a tre toni. Fra’ Vesuvio fece girare la collezione di vecchie foto del “suo” Vesuvio ricevuta in regalo. Caramella aveva trovato sotto l’albero una penna biro nuova fiammante... Insomma, tutti al Villaggio avevano ricevuto il regalo desiderato per tutto l’anno: Còntolo una nuova calcolatrice; Lingualunga l’abbonamento alla rivista “Te lo dico in un orecchio: Dicerie, gossip e leggende metropolitane”; Mamma Pasticcia un nuovo grembiule rosso a fiorellini; Passion di Fiaba un libro di fiabe; Candeloro un berretto di lana... Tutti tranne uno! – Babbo Natale s’è dimenticato di me – singhiozzò Topo Brisé, chiuso nella sua cameretta, – e sono l’unico a non aver trovato un regalo la mattina di Natale! – Scusa, Brisé – disse Mamma Pasticcia cercando di consolare il suo amico e di nascondere il mattarello nuovo, – ma lo sai come si usa da noi? Lo sai che, se uno vuole ricevere un

determinato tipo di regalo, scrive una bella letterina a Babbo Natale, gli dice quant’è stato bravo per tutto l’anno e gli confida qual è il regalo che gli piacerebbe ricevere. Dopo di che tocca a Babbo Natale provvedere... naturalmente sempre che possa! Topo Brisé smise di singhiozzare, tirò su col naso, infilò una mano sotto il cuscino e ne tirò fuori un foglio: – Questa è la brutta copia della mia lettera... Leggi! Pasticcia prese il foglio, lo spianò con cura e cominciò a leggere: – Caro Babbo Natale, mi chiamo Brisé e sono un topo-cuoco. È la prima volta che ti scrivo, perché fino all’anno scorso non sapevo nemmeno che esistesse, il Natale, perciò non so bene quali sono le parole che devo usare. Però, siccome qui al Villaggio tutti mi dicono che tu porti sempre dei bei regali, allora per me chiedo una qualsiasi cosa purché sia dolce, buona e soprattutto che non costi un soldo! Scegli tu. Firmato: Topo Brisé! Mamma Pasticcia si girò a guardare Brisé: – E cosa vorrebbe dire “una cosa dolce, buona e che non costa niente?” Brisé si strinse nelle spalle: – Be’, ho pensato che dovendo portare un sacco di regali ai nostri amici spauracchi, a quel povero Babbo Natale avrebbe fatto piacere una volta tanto portare un regalo senza spendere un soldo ma che fosse ugualmente


dolce e buono! – Sì, ma non è in questo modo che si scrive: Babbo Natale ha bisogno di indicazioni precise... Io, ad esempio, avevo desiderio di ricevere un nuovo grembiule da cucina e non solo gliel’ho scritto, ma lo ho anche descritto accuratamente: doveva essere rosso e coi fiorellini gialli, azzurri e verdi... ed eccolo qui! – esclamò Pasticcia mostrando soddisfatta un bellissimo grembiule rosso coi fiorellini verdi, azzurri e gialli. Comunque a chi l’hai data, la tua lettera? – Ho chiesto a Franco Bollo che la

portasse a Gellindo Ghiandedoro: lui di sicuro sa dove abita Babbo Natale... Toc! Toc! Toc! – Hanno bussato, vado ad aprire! – esclamò Casoletta con un sospiro. Era un po’ arrabbiata con Gellindo. Ma come: Topo Brisé s’era sempre fatto in quattro per gli altri, era stato generoso e gentile con tutti e poi, non appena chiede un regalo per Natale, Gellindo e gli altri non si fanno nemmeno vedere! Aprì la porta e... – Ciao, Gellindo... e ciao anche a


voi – balbettò Pasticcia vedendo lo scoiattolo in piedi davanti alla porta e gli spauracchi del Villaggio ammassati alle sue spalle. – C’è Topo Brisé? – domandò lo scoiattolo con un sorrisetto strano. – Certo che c’è, dove pensate che sia andato? È qui che sta piangendo... – E come mai? – Be’, fate un po’ voi – rispose Pasticcia facendo entrare in casa quella piccola folla. – Qui tutti hanno ricevuto il loro regalo di Natale, anzi, hanno ricevuto proprio il regalo che avevano chiesto. L’unico ad aver trovato la calza vuota è stato Brisé! E sì che non voleva niente di particolarmente strano o costoso... A un cenno di Gellindo, il piccolo Lampurio, lo spaventapulcino che più di altri voleva bene a Topo Brisé fece un passo in avanti con un grosso pacchetto in mano. Il piccino tossicchiò un po’ intimidito, poi cominciò a parlare: – Mio caro Brisé, tu a Babbo Natale hai chiesto un regalo che fosse dolce, buono e soprattutto che non costasse niente. Sul dolce e sul buono Babbo Natale non avrebbe avuto problemi, sul fatto però che non dovesse costar nulla, be’, è stato un po’ più difficile. E allora ci abbiamo pensato noi: ecco qua i nostri regali! Lampurio aprì il pacco e ne trasse due confezioni per fare il budino. – Questa busta è per un budino al cioccolato, e quest’altra è per un

budino alla vaniglia. Ce le ha regalate Casoletta, perciò Babbo Natale non ha speso nulla! Il piccino poi tirò fuori un flacone di panna montata... – Questa invece opera di Caramella, il direttore della nostra Famiglia Cooperativa del Villaggio! ...una confezione di latte... – L’ha messa Casoletta! ...una tazza di cacao in polvere... – È un regalo di Quantobasta! ...e infine una zuppiera colma fino all’orlo di fette di pandoro! – Ognuno di noi ha messo una fetta, così nessuno ha speso un solo soldino! Il cervellino di cuoco Brisé era già al lavoro: – Bene bene bene! Budini, latte, panna, cacao... e fette di pandoro! Non potevate farmi un regalo più grande, Lampurio! Mi metto subito al lavoro! Fu così che, sotto gli occhi meravigliati degli spauracchi e quelli divertiti di Mamma Pasticcia, Brisé lavorò per circa un’oretta e poi portò in tavola una stupenda, una buonissima, una dolcissima... torta di pandoro ai due budini da leccarsi i baffi! A quel punto Gellindo chiese un po’ di silenzio: – Caro Brisé, tu avevi scritto a Babbo Natale per avere un regalo dolce, buono e che non costasse nulla: d’accordo, quest’ottimo “pandoro ai due budini” è dolce, è buono e non costa niente, ma in real-


tà non è questo il regalo che vogliamo farti! Topo Brisé strabuzzò gli occhi: – Avete qualcos’altro per me? – C’è un’altra cosa che è allo stesso tempo buona, dolce e soprattutto... gratis! È l’Amicizia! – esclamarono in coro gli spauracchi, che corsero

felici ad abbracciare Brisé e a portarlo in trionfo con canti, urla e risate a non finire! Banchettarono tutti con la strepitosa “Torta di pandoro ai due budini” e fu un modo degno e simpatico per celebrare tutti assieme la Festa del Natale!

La ricetta della “Torta di Pandoro ai due budini ” Ingredienti per quattro persone: Avanzi di pandoro due buste di budino, una al cioccolato e una alla vaniglia latte panna montata cacao in polvere Preparazione della torta Per prima cosa, facendovi aiutare da mamma o da papà, preparate i due budini e metteteli da una parte. Poi prendete le fette di pandoro avanzato e fatele tagliare a fettine ancora più sottili; nel frattempo mettete il latte sul fuoco a scaldare e, quando sarà tiepido, inumidite leggermente il pandoro senza però inzupparlo. Prendete un piatto di portata e stendete sul fondo una prima parte delle fette di pandoro, sulle quali verserete abbondante budino (magari alla cioccolata). Sistemate quindi un’altro strato di fettine di pandoro, su cui verserete altro budino (magari questa volta alla vaniglia). Proseguite poi alternativamente, uno strato di pandoro e abbondante budino, fino a che gli ingredienti non saranno finiti. A quel punto ricoprire la “torta” con abbondante panna montata, che stenderete con cura usando un coltello non affilato e sulla quale farete cadere a mo’ di pioggerella il cacao il polvere. Mettete la torta in frigorifero a riposare per circa un ora, dopo di che andate a tavola e fatene una bella scorpacciata!



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