Le fiabe del Bosco delle Venti Querce - La gran fame degli Spaventapulcini

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Le fiabe del Bosco delle Venti Querce

La gran fame degli Spaventapulcini I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Probabilmente Mamma Pasticcia non era più abituata ad avere spaventapulcini per casa, fatto sta che si pentì quasi subito d’aver detto sì alle sue amiche, che le avevano pregata di accudire per un’intera giornata ai loro teneri frugoletti di legno e di paglia: gli spaventapulcini Lampurio, Occhialetta e Frigerio. I guai cominciarono subito, ancora al mattino presto. – Pasticcia, hai delle matite colorate? – le chiese Lampurio con due occhietti vispi e furbetti. – Vi vanno bene pennarelli coloratissimi? Ecco qui per voi tre nelle scatole da otto colori ciascuna e sbizzarritevi con tutta la fantasia che riuscite a trovare... buon disegno, ragazzi! Il fatto è che i teneri frugoletti s’erano ben guardati dal dire “dove” avrebbero dato sfogo alla loro arte e infatti... Di lì a mezz’ora Pasticcia, incuriosita dal silenzio che veniva dal salotto, andò a controllare. Quando gli occhi le caddero sulla parete di fondo, la povera spauracchia impallidì e arrossì allo stesso tempo, le andò di traverso la saliva e si mise le mani nei capelli... Poi si riprese, si appoggiò allo stipite della porta e strillò: – Ma cosa avete fattooo? Il muro di fronte era interamente ricoperto da un ghirigoro rosso-giallo-verde-azzurro-marrone-arancio-

violetto e nero! – Ti piace la nostra opera d’arte? – le chiese Frigerio con un colore in mano, un secondo tra i denti, un terzo incastrato sopra l’orecchio destro, un quarto che spuntava dal taschino della giacchetta. – Opera... opera d’arte quella? Ma mi avete rovinato la casa! Pasticcia avrebbe voluto castigarli, ma si trattenne: in fin dei conti erano spaventapulcini suoi ospiti... – Ascoltate, perché non andate a giocare in giardino? Lì potrete darvi alla pazza gioia senza rovinarmi la casa! Proposta accettata! Occhialetta, Frigerio e Lampurio sparirono per un po’ dalla circolazione e Pasticcia ebbe il tempo di riordinare le stanze e rammendare il cappello da cuoco di Topo Brisé. Fatto sta che nei successivi trenta minuti fu un continuo andirivieni... – Mamma Pasticcia, mi presti una pentola? Era stata Occhialetta a entrare di corsa in cucina. – Una pentola? Come no, ecco qua! – Ne avresti altre due? – È vero, siete in tre e non bisogna litigare per una padella, vero? Ecco altre due pentole! Dieci minuti dopo... – Ho bisogno di tre coperchi... – strillò Lampurio presentandosi sulla porta.


– ecco qua i coperchi: uno a testa, così siete tutti contenti, vero? Un quarto d’ora dopo... – Ci sarebbero tre mestoli? – chiese Frigerio spuntando dalla finestra aperta. – E già: dopo le pentole e dopo i coperchi, mancano solo i mestoli! Agli ordini... ecco tre bei cucchiai di legno! Passarono appena cinque minuti che... Patapim... Patapum... Crashhh... Crashhh... Sbadabemmmm... Sbadabammm..: Sbadabuuummm! – Ma cos’è tutto questo baccano? – urlò Pasticcia correndo alla finestra. Quel che vide la lasciò senza fiato! In mezzo al giardino, su una pedana fatta con cassette di legno rovesciate, si stava esibendo una vera band musicale composta da tre spaventapulcini coi capelli lunghi rossi, azzurri e gialli, vestiti in modo bizzarro e alle prese con tre strumenti musicali originalissimi inventati lì per lì: pentole e coperchi d’alluminio con accompagnamento di mestoli in legno! – Lasciate perdere quella gazzarra tornate in casa! – strepitò la spaventapasseri con tutto il fiato che ancora le restava. – Oh bene! Adesso sedetevi su quella poltrona, prendete questi libri, uno a testa, e divorate queste pagine in silenzio!

Effettivamente il silenzio calò improvviso sulla casetta di Mamma Pasticcia: un silenzio riposante, un silenzio profondo, un silenzio inquietante, un silenzio... pericoloso! – Cosa state facendo, bambini? – chiese dopo un po’ Pasticcia dalla cucina. Silenzio totale! – Avete bisogno di qualcosa, spaventapulcini? Silenzio assoluto!! – Volete che venga a leggervi qualcosa? Silenzio illimitato!!! Pasticcia allora andò a sbirciare da dietro allo stipite della porta... Un colpo al cuore le fece fare un balzo all’indietro e cadde a terra come un sacco di patate. Quelle pesti di spaventapulcini l’avevano presa in parola! Erano tutti e tre beatamente seduti sul tappeto del salotto e stavano allegramente mangiando le pagine dei rispettivi libri: le strappavano una a una, le appallottolavano con cura e se le infilavano in bocca masticando a più non posso! Mamma Pasticcia provò a suggerire un gioco meno indigesto. – Perché non giocate a guardia e ladri? Non l’avesse mai proposto! Fu costretta a intervenire con urgenza, perché le due guardie – Occhialetta e Frigerio – s’erano messe in testa di


catturare il ladro – cioè Lampurio – tempestandolo di patate e di melanzane grosse così. Il tutto nella stanza da letto di Pasticcia! – Perché non prendete le carte? Sapete giocare a “rubamazzetto”? Ecco sì, appunto: se per vincere una partita bisogna rubare all’avversario il mazzo di carte, quale occasione migliore per litigare, per tirarsi i capelli, per frignare e scoppiare a piangere? – Perché non fate le bolle di sapone? Già: acqua e sapone in abbondanza, che se Pasticcia non accorre in fretta e furia, la sua bella casetta viene inondata da una cascata di acqua saponata che fuoriesce dalla vasca da bagno al piano di sopra! – Ciao, Pasticcia: sono di ritorno. Come va? Topo Brisé si bloccò sulla porta e si guardò in giro. Non occorreva che la sua amica rispondesse: una parete del salotto era ricoperta da strani ghiribizzi di tutti i colori; al centro della stanza c’era una montagna di pagine di libro tutte spiegazzate e mangiucchiate; dalle scale che portavano di sopra scendevano cascatelle d’acqua e bolle di sapone; in camera da letto non si poteva entrare,e piena com’era di melanzane e di patate... – Ehi, ma è passato un tornado in questa casa? – esclamò il topocuoco.

Ci mise poco, Pasticcia, a spiegargli quel che era successo: il piacere fatto alle amiche, i tre spaventapulcini che non riuscivano a trattenersi e che non sapevano giocare come si deve... – Le ho provate tutte, ma a questo punto non so proprio se riuscirò a resistere fino a stasera! Topo Brisé rimase un istante in silenzio, poi vide il suo cappello da cuoco rammendato, un grande sorriso gli si aprì sul volto e... – Se vuoi tirare un po’ il fiato e riposare, lascia fare a me! Spaventapulcini, vi andrebbe di preparare voi il pranzo, oggi? Lampurio si bloccò stupefatto per la proposta. Occhialetta si girò con gli occhi sbarrati. Frigerio non sapeva più cosa dire... Brisé fece una smorfia furbetta e sussurrò: – E se vi proponessi di aiutarmi a preparare una zuppiera colma di... spaghetti con le polpettine? Se avete ancora visto uno spaventapulcini con l’acquolina alla bocca, provate a immaginarne tre, affamati, incuriositi e anche un po’ intimoriti. Nessuno aveva mai proposto loro di darsi da fare in cucina... – Ma sul serio possiamo fare i cuochi? – chiese Frigerio. – Nel senso che possiamo usare la farina bianca? – Occhialetta non credeva alle proprie orecchie. – Mettere il sale nell’acqua che bolle e preparare le polpettine? –


Lampurio aveva visto ancora la sua mamma impastare le polpette, ma non gli era mai passato per la mente di chiederle di aiutarla! – Venite con me in cucina e vedrete! Lavorarono con entusiasmo, i tre spaventapulcini, sotto la guida esperta e paziente di Topo Brisé. Frigerio impastò la carne macinata con il pane raffermo ammorbidito nel latte e il formaggio grana grattugiato, l’uovo sbattuto e il prezzemolo. Lampurio s’impegnò a preparare venti piccole polpettine, che poi passò nel pangrattato, pronte per essere fritte da Brisé nell’olio bollente. Occhialetta pensò invece ai pomodori pelati, che tagliuzzò con cura usando un coltello di legno... Lavorarono fin quasi a mezzogiorno, i tre piccoli “cuochi”, inventando simpatiche canzoncine che Brisé accompagnava con la chitarra... Uno, due, tre, quattro, cinque e sei... E quando finalmente dico sette, s’alzi in piedi chi non mangia le polpette! – Pasticcia, è pronto! – urlarono in coro gli spaventapulcini, proprio mentre le campane di Dindondolo rintoccavano il mezzodì. – È pronto che cosa? – chiese la spaventapasseri affacciandosi alla porta della cucina.

– Come che cosa!? Non lo senti questo buon profumino? – esclamò Topo Brisé con un bel sorriso. – Lo sento, questo profumino delizioso, e vedo anche questa bella zuppiera coperta... Cosa avete preparato per pranzo? Toccò a Occhialetta scoperchiare orgogliosa la zuppiera: – Abbiamo cucinato tutti assieme un piatto di spaghetti con le polpettine che ti farà star bene fino a questa sera! E infatti avvenne proprio così! Quando poco prima di cena arrivarono le tre spauracchie a ritirare i loro spauracchietti... – No... noi vogliamo restare con Pasticcia e con Topo Brisé! – strillò Occhialetta. – Non vogliamo tornare a casa: è troppo bello restare qui! – pianse Lampurio – Ciao mamma, ci vediamo domattina... forse! – pestò i piedi Frigerio. Dovette intervenire Topo Brisé a salvare la situazione. S’avvicinò alle tre spauracchie che avevano già le lacrime agli occhi e gli sussurrò qualcosa nelle orecchie. – Figlioletti cari – dissero le mamme sorridendo soddisfatte, – che ne dite se andiamo a casa a preparare “assieme” le frittelle di mele? Gli spaventapulcini esitarono ancora un solo istante, poi presero le loro cose e s’avviarono saltellan-


do felici verso l’uscita, lanciando un sorriso riconoscente che riempì di

gioia i cuori di Mamma Pasticcia e di Topo Brisé.

La ricetta degli spaghetti con le polpettine Ingredienti per 6 persone: Ingredienti per 6 persone: 3 etti e mezzo di spaghetti 250 gr di carne di vitello macinata 1 uovo mezzo panino raffermo mezzo bicchiere di latte

mezzo etto di grana grattugiato mezzo etto di pangrattato 250 gr di pomodori pelati un cucchiaio di zucchero prezzemolo tritato quanto basta olio di arachidi da frittura olio di oliva quanto basta sale grosso e sale fino quanto basta

Preparazione delle polpette Sbriciolate il pane vecchio e inzuppatelo nel latte che avrete versato in una ciotola. Mescolate con cura la carne macinata, il pane inumidito nel latte che avrete strizzato con cura, il formaggio grana, metà del prezzemolo che avete a disposizione e aggiungete un pizzico di sale. Aiutandovi con un cucchiaio e con le mani, formate tante polpettine tonde finché avrete impasto a disposizione e passatele con cura nel pangrattato. A questo punto intervengono mamma o papà, che metteranno abbondante olio di arachidi olio in un tegame e, quando sarà caldo, vi friggeranno le polpettine. Quando saranno cotte, scolerete le polpette su un piatto coperto da un foglio di carta assorbente e le cospargerete con il prezzemolo tritato che vi è rimasto. Rimarranno a riposare finché non saranno pronte la salsa e la pasta. Preparazione della salsa Sgocciolate i pomodori pelati, versateli in un piatto e con un coltello di legno tagliuzzateli a piccoli pezzi. In un tegame mettete un goccio d’olio d’oliva, aggiungete i pelati, un pizzico di zucchero, insaporite con il sale fino e fate cuocere per venti minuti. Preparazione del piatto In una pentola mettete tre litri d’acqua, salatela col sale grosso e portatela a ebollizione. Aggiungetevi gli spaghetti e fateli cuocere secondo i tempi indicati sulla scatola. Quando sono cotti al dente, scolateli in una zuppiera, aggiungete la salsa di pomodoro e le polpettine, mescolare con cura e servire. Credetemi: non ci sarà nemmeno il tempo di dire “Buon Appetito”!



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