Bellondina e la prima nevicata

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Bellondina e la prima nevicata I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


E finalmente giunse la prima nevicata dell’inverno. I primi fiocchi di neve caddero quando nessuno se ne accorse, perché tutti gli spaventapasseri del Villaggio e gli abitanti del Bosco delle Venti Querce erano chiusi in casa o in tana a dormire. E fu una bella sorpresa, al mattino, svegliarsi, aprire le finestre e accorgersi che un manto candido di neve pulita e fresca aveva coperto ogni cosa! Il silenzio strano che ha il mondo, quand’è sotto un metro di neve, venne rotto dalle urla degli spaventapulcini che a frotte corsero in piazza per rotolarsi nella neve o slittare giù per il tetto della chiesa di Din Dondolo. – Perché non ci dividiamo in due squadre – propose Marachellino, lo spauracchietto più vivace e birichino del Villaggio, – e facciamo una bella battaglia a palle di neve? La proposta venne subito accettata e per una mezz’ora la piazza si trasformò in un autentico campo di battaglia, tanto che dovette intervenire Rosso-Verde-Giallo, lo spauracchio vigile urbano che, fischietto in bocca, interruppe la guerra e mandò i piccoli da Casoletta a fare la pace davanti a un bel bicchiere di latte caldo. – Tutti gli anni sempre la stessa storia – borbottò Rosso-Verde-Giallo all’indirizzo di Quantobasta, il farmacista che stava andando ad aprir bottega. – E che vuoi farci – rispose quell’altro allargando le braccia, – gli spaventapulcini sono tutti uguali! – Però, se dopo si fanno male, Tisana la Dolce se la prende con me che non ho

saputo mantenere l’ordine… – Ma è così bella la neve – s’intromise Bellondina, che saltellava sorridente in direzione del Bosco delle Venti Querce. – Sali anche oggi al Bosco, alla quercia di Gellindo, per controllare che vada tutto bene? – le chiese Quantobasta. – Certo, ho promesso al nostro amico scoiattolo di salire ogni giorno a vedere se il suo albero è in ordine e se per caso ci sono problemi durante il letargo… – Ah! Ci fosse sempre, un’amica come te, per tutti gli scoiattoli! – sospirò con un sorriso Quantobasta. – Intanto però mi è venuta un’idea per evitare che gli spaventapulcini si facciano male a giocare con la neve! – esclamò Bellondina. – Ascolta, RossoVerde-Giallo: mi daresti una mano? Io adesso corro al Bosco e poi torno subito in piazza. Mi raduneresti tutti gli spaventapulcini, diciamo tra un’ora sotto al campanile di Din Dondolo? – Sarà fatto, Bellondina… ci vediamo dopo! – Allora, piccoli miei – disse la bella spaventapasseri, quando tutti gli spaventapulcini furono in cerchio attorno a lei, – sapete che cosa facciamo adesso? – Un’altra bella battaglia a palle di neve… ma di quelle ghiacciate, però, quelle che fanno male, insomma! – rispose Marachellino con un sorrisetto furbo. – Nooo! – E allora prepariamo una bella pista in discesa e facciamo una gara con gli slittini! – propose Okombo, uno spau-


racchietto figlio di una coppia di spaventapasseri africani. – No, quella magari la facciamo domani… – E allora ci terrai una lezione su come le gocce d’acqua si trasformano in fiocchi di neve… – disse Piccioncina, una bella spaventapulcini molto studiosa. – Ma sì!! – esclamò Marachellino alzando la voce. – Oggi è il primo giorno di neve e dobbiamo sorbirci l’ennesima lezione di scuola? E per giunta sulla neve?! – Nessuno di voi ha indovinato – concluse a quel punto Bellondina, – e allora ve lo dico io: oggi faremo una bella gara di… pupazzi di neve! – SÌÌÌ – urlarono gli spaventapulcini battendo le manine e saltellando nella neve. – Sì dai: cominciamo subito! – E allo spaventapulcini che farà il pupazzo più bello, più originale e più strano, andrà in premio una cioccolata calda gratis da Casoletta! S’impegnarono fin da subito, i giovani spauracchi. Si disposero in cerchio tutt’attorno alla piazza, ognuno raccolse la neve davanti a sé in un gran mucchio e poi cominciò il lavoro vero e proprio. Furono impegnati con le statue per parecchie ore, gli spaventapulcini, e solo a metà pomeriggio il lavoro poté dirsi concluso. Allora vennero in piazza Candeloro e Lingualunga, il vecchio Empedocle, Rosso-Verde-Giallo e Palostorto, che assieme a Tisana la Dolce, Casoletta, Chiomadoro e Bellondina, giudicarono i pupazzi e diedero a ognuno un voto. Marachellino aveva scolpito nella

neve una bella oca Bernardina, con tanto di fazzolettone rosso attorno al collo. Okombo, ricordandosi la terra da dove erano venuti i suoi genitori, aveva preparato con la neve un grosso elefante con la proboscide lunga fino a terra. Piccioncina, con tutto l’impegno di cui era capace, aveva intagliato nella neve una farfalla dalle grandi ali di ghiaccio scintillante. E poi, ancora: uno spaventapulcini aveva preso spunto da Rosso-VerdeGiallo per realizzare un soldato in divisa; un altro, pensando all’ormai prossimo Natale, aveva costruito un bel Babbo Natale vestito di rosso; un altro ancora, ricordandosi di Gellindo Ghiandedoro, con la neve aveva scolpito un bellissimo scoiattolo dalla coda enorme… e Bellondina gli diede il massimo dei voti! Insomma: gli spaventapulcini avevano lavorato con impegno e fantasia tutto il giorno per realizzare, nella piazza del Villaggio, uno stupendo “bosco” di statue di neve: cavalli bianchi e maestosi, macchine da corsa potenti, castelli scintillanti di neve ghiacciata, alberi di Natale con tanto di addobbi… – È proprio difficile scegliere quale sia la statua più bella – disse sottovoce Candeloro rivolgendosi agli altri. – Se diamo la cioccolata calda ad un solo spaventapulcini, tutti gli altri ci rimarranno male e torneranno a guerreggiare con le palle di neve! – convenne Rosso-Verde-Giallo. – E allora lasciate fare a me! – esclamò Casoletta, che chiese silenzio e… – Bene: la giuria del Villaggio degli


Spaventapasseri ha deciso all’unanimità di premiare ognuna delle vostre statue con un premio speciale e subito dopo vi aspetto tutti nella mia Latteria per ritirare la cioccolata calda! Allora: Marachellino vince il premio per la statua più bizzarra… Okombo vince il primo premio per la statua più etnica… Piccioncina per la statua più leggera… E così via: ci fu chi vinse per la statua più originale e chi per la statua più avveniristica; chi vinse per l’opera più alta, chi per l’opera più natalizia e chi per la statua più equestre… Il premio speciale di Bellondina, infine, che consisteva in uno sbuffo doppio di panna montata sulla cioccolata calda, lo vinse lo spauracchietto che aveva scolpito lo scoiattolo Gellindo… – E adesso correte tutti da Casoletta a festeggiare! – urlò Candeloro. Quando i piccoli se ne furono andati, Palostorto, Rosso-Verde-Giallo, Cande-

loro e Lingualunga rimasero in piazza a parlottare tra di loro e… – Noi, adesso, che facciamo? – mormorò Candeloro, chinandosi a raccogliere un po’ di neve fresca. – Che ne dite di dividerci in due squadre – propose Lingualunga, schiacciando ben bene tra le mani una grossa manciata di neve… – …e di fare una bella battaglia – continuò Rosso-Verde-Giallo, retrocedendo per andare a ripararsi dietro al tronco di un albero… – …A PALLE DI NEVE GHIACCIATE?! – urlarono tutti in coro, prima di dare il via a una furiosa battaglia, condita da urla e strepiti, da risate e da sberleffi. È proprio vero che, nel fondo del cuore di ogni spaventapasseri adulto, c’è sempre un piccolo spaventapulcino che non vuole crescere!!



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