Pistacchio, il passero che amava gli spaventapasseri - Sesta puntata: “Il passero... ballerino”

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Pistacchio, il passero che amava gli spaventapasseri

Sesta puntata: “Il passero... ballerino” I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Adesso che Pistacchio è chiuso in gabbia come si conviene a tutti i passeri “domestici” che rispettano, riuscirà Casoletta a godersi la sua casa, la sua Cioccolateria e i suoi amici spaventapasseri? Io non ne sarei così sicuro e infatti… Tutto ebbe inizio nel preciso istante in cui, a metà di quella mattina di primavera e in attesa che giungessero i primi clienti nella Ciccolateria, Casoletta accese la radio di casa e una musichetta allegra riempì la stanza e raggiunse anche la bella gabbia in cui Pistacchio stava riposando sazio e felice. Proseguì poi con la zampetta destra, che prese a vibrare piano piano al ritmo di quella musica brasiliana; poi la vibrazione passò anche alla zampetta di sinistra e ben presto Pistacchio si ritrovò in piedi, a ballare un’allegra samba in equilibrio sull’altalena. Quando poco dopo Casoletta buttò un occhio alla gabbia per vedere se tutto era a posto, con un balzo al cuore vide il suo passerotto impegnato in un tango solitario, al suono di una dolce melodia di fisarmonica che veniva dalla radio. Allungò una mano per spegnere quella musica e… – No, Casoletta, lasciala accesa! – strillò Pistacchio, che con una piroetta e un inchino finì sul fondo della gabbia, dove incominciò a ballare un walzer dolce e trascinante. – Non toccare la radio, ti prego: è così bello danzare, per un passero… “ballerino”! La povera spaventapasseri, che aveva già sofferto mille pene a causa di un Pistacchio “solitario”, poi “spagnolo”,

“montanaro” e infine “domestico”, capì che la pace era ancora lontana! – Come sarebbe a dire… un passero “ballerino”? – balbettò la spauracchia aprendo la gabbia e facendo uscire quell’esserino elettrizzato dalla musica della radio. – Ma certo: stando chiuso in gabbia ho capito che io non sono fatto per essere un passero “domestico”. Grazie alla bella musica della tua radio, mi sono convinto che non posso essere altro che un passero “ballerino”! E fu così che per Pistacchio cominciò l’epoca delle danze e dei balli. Per prima cosa andò alla palestra “QuiSiBalla” di Ghira Bakira e si iscrisse a tutti i corsi musicali. Piccolo, agile e leggero com’era, in breve divenne un campione di ballo in tutte le discipline: mazurka e polka, tip tap e rumba, cha cha cha e samba, walzer e tango, balli moderni e balli d’ogni tipo, Pistacchio sapeva ballare ogni danza e in tutte le danze era sempre il migliore! Casoletta non poté far altro che assecondare l’entusiasmo del suo pulcino adottivo e ben presto fece costruire uno scaffale per metter in bella mostra nella Cioccolateria i trofei, le coppe e le medaglie che il passerotto cominciò a vincere nei vari tornei di ballo che si tenevano nella Valle di Risparmiolandia. – Quel che mi dispiace – si lamentò una sera Casoletta chiacchierando con Bellondina e Tisana la Dolce, – è che non posso godermi più il mio Pistacchio. Almeno una volta se ne stava in casa, mi faceva compagnia, parlava con me di tutto quel che gli capitava… Adesso, in-


vece, con la scusa della danza è sempre in palestra, quando è in casa si chiude nella gabbia e prova passi nuovi a ogni ora del giorno e della notte, mentre la sera è sempre in giro per questo o quel torneo… – Certo, però – la interruppe Bellondina, – che dovresti essere orgogliosa del tuo passerotto! – Guarda quante coppe ha portato a casa! – E’ vero e mi dispiace star qui a lamentarmi… Se mi ricordo i pianti che mi sono fatta quando aveva deciso di vivere solitario in cima alla quercia di Gellindo! O quando s’era messo in testa di essere un torero… Però cosa volete che vi dica: il giorno in cui ho visto un ovetto di passero sul davanzale della finestra, mi ero illusa di aver trovato un uccellino a cui voler bene, non un passero in pena che non sa che cosa vuol fare da grande! – Scusami, Casoletta – fece allora Tisana la Dolce, – non ti è mai venuto in mente di domandare a Pistacchio di far coppia con te, nelle gare di danza? Che io sappia tu sei la miglior ballerina del Villaggio e dintorni: perché non ballate assieme? Ma te lo immagini? “Signore e signori, ecco a voi il bravo Pistacchio ballerino con la sua spauracchia adottiva, la bravissima Casolettaaa!”. Casoletta rimase per alcuni istanti in silenzio, osservando ora Bellondina e ora Tisana la Dolce. Poi un sorriso le riempì gli occhi: si alzò dalla seggiola, si avvicinò all’armadio in cui teneva i vestiti e tirò fuori uno stupendo abito rosso perfetto per ballare qualsiasi danza.

– Che ne dite? Potrebbe andar bene, questo? Fecero un figurone, Casoletta e Pistacchio, alla grande gara di ballo liscio che si tenne nella Grande Città in Valle la settimana successiva. Agili e leggeri come due aironi in volo, la spauracchia e il passerotto conquistarono l’applauso del pubblico, in mezzo al quale c’erano anche i trenta spaventapasseri del Villaggio, scesi in città assieme a Gellindo e a tutti gli altri amici del Bosco delle Venti Querce, ed ebbero il voto massimo da una giuria entusiasta. Tornarono a casa con una gigantesca coppa d’oro, che per farcela stare dovettero spostare tre tavoli della Cioccolateria. Ci fu festa, quella sera, in piazza, al culmine della quale tutti vollero rivedere i due campioni all’opera e si misero a urlare: – Ca-so-let-ta… Pi-stac-chio... Ca-solet-ta... Pi-stac-chio… Casoletta si fece avanti nel suo bell’abito rosso ciliegia, s’inchinò al pubblico e si voltò per chiamare il piccolo compagno, ma Pistacchio non venne avanti! Anzi: Pistacchio era proprio sparito! Lo chiamarono in trenta, poi in quaranta, poi tutti assieme in cinquanta… Urlarono per mezz’ora, strillarono ai quattro venti, l’Oca Bernardina, il Gabbiano Capobianco e l’Aquila Cassandra perlustrarono dall’alto l’intera valle di Risparmiolandia, ma del passero Pistacchio non trovarono traccia. – Se n’è volato via – disse sconsolata


Casoletta, – ha voluto riprendersi la sua libertà ed è scappato chissà dove… Be’, io adesso vado a casa – disse la povera spaventapasseri sull’orlo del pianto, – e forse è meglio se anche voi andate a dormire… Ciao, ci vediamo domani… Quando lo spaventapasseri Abbecedario, il maestro degli spaventapulcini, rientrò quella sera nella Scuola del Villaggio, capì subito che c’era qualcosa che non andava per il verso giusto. Lui non avrebbe mai dimenticato la luce dello studio accesa, anzi: si ricordava molto bene d’averla spenta prima di scendere in piazza a festeggiare i due vincitori… C’era forse un ladro, a casa sua? Per sicurezza il vecchio maestro afferrò un bastone da passeggio e aprì di botto la porta della stanza in cui passava ore e ore a leggere, a scrivere, a studiare e a correggere i compiti dei suoi alunni. E lì, al centro dello studio, seduto sulla poltrona e sommerso di libri d’ogni tipo, chi ti vide? – Pistacchio – esclamò Abbecedario, – ma che ci fai, in mezzo a tutti quei libri? Non lo sai che Casoletta e tutti gli altri ti hanno cercato per tutto il Villaggio? Lo sai che la tua povera amica se n’è tornata a casa in lacrime, pensando che tu te ne sia andato per sempre? – A Casoletta pensiamo dopo – rispose Pistacchio chiudendo il libro che

teneva tra le alette. – Maestro Abbecedario, tu mi devi aiutare! – A far che cosa? – Ho scoperto che io non ho la pasta di un passero “ballerino” e che invece mi piacciono tanto i libri. E allora ho deciso che d’ora in poi io sarò un passero “professore”! – Bene, bravo: bella idea, ma adesso Casoletta… – Solo che ho un problema – continuò Pistacchio. – Io non so né leggere né scrivere… E qui entri in scena tu. – Io? – Già: se qui al villaggio qualcuno non sa leggere e nemmeno scrivere, cosa fa? A chi si rivolge? – Al maestro della scuola – rispose Abbecedario, – e cioè a me! – Vedi che lo sapevo? Sono capitato nella casa giusta! – concluse Pistacchio con un sorrisetto furbo. E il povero Abbecedario scosse la testa, pensando a tutti i guai che ancora attendevano Casoletta! Ve lo vedete, voi, il nostro amico Pistacchio alle prese con la matematica e con le lingue straniere? Con la storia e con la geografia? Se volete sapere quali e quanti guai il passero “professore” combinò alle spalle del povero Abbecedario, aspettate lunedì prossimo e lo saprete! [6 – Continua]



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