Le fiabe del Bosco delle Venti Querce - Topo Brisé e le “barchette di zucchine”

Page 1

Le fiabe del Bosco delle Venti Querce

Topo Brisé e le “barchette di zucchine” I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Non era passato nemmeno un giorno dall’arrivo di Topo Brisé in casa di Mamma Pasticcia, che il passaparola fece il giro di tutto il Villaggio degli Spaventapasseri. – Avete saputo di quel che ha combinato Gellindo Ghiandedoro a Pasticcia? – No, che cos’ha combinato? – L’ha convinta a tenersi in casa un topolino... – Mamma Pasticcia? Un topolino?! Ma com’è possibile? – Si chiama Brisé... – Chi? – Come chi! Il topolino, no? Topo Brisé, adesso, abita da Mamma Pasticcia! – E dicono che sia anche bravo in cucina... – Nel senso che tiene puliti i fornelli e in ordine il frigorifero? – Ma che dici! Nel senso che gli piace far da mangiare e conosce una montagna di ricette gustosissime che Mamma Pasticcia sta imparando a cucinare... – Un topo cuoco, insomma? – Cuoco e pasticcere sopraffino, se il mio naso non mi inganna! – Scusa, ma cosa c’entra il tuo naso? – C’entra eccome, perché oggi a mezzogiorno sono passato davanti alla casa di Mamma Pasticcia e ho sentito un profumino delizioso di biscotti appena sfornati...

Questo e molto altro ancora si dicevano, gli spauracchi del Villaggio, ma nessuno poteva prevedere quel che sarebbe accaduto di lì a una settimana esatta: la voce dell’arrivo di Topo Brisé giunse dalle parti della discarica, proprio là dove abitavano le simpatiche pantegane Ratto Robaccio e Lilli Spatoccia, assieme ai loro tre panteganotti Liquirizio, Pancrazio e Rattina Glassé. – Cooosa? Un topo s’è insediato nella casa di Mamma Pasticcia? – strillò Lilli Spatoccia facendo cadere il secchio delle immondizie che aveva in mano. – Sì, mio puzzolente tesoro – rispose il buon Ratto Robaccio, che stava sgranocchiando pomodori marci e carote andate a male. – Un topolino di campagna di nome Brisé è ospite da Pasticcia... – E perché proprio da Pasticcia? – urlò Lilli dando una pedata al secchio. – Non ti capisco: perché quel Brisé non dovrebbe stare da Pasticcia, se così gli garba? Spatoccia si tolse il grembiule, si spettinò i capelli, si mise le zampe sui fianchi e...: – Perché gli spauracchi stanno con gli spauracchi e i topi stanno coi topi, va bene? Ratto Robaccio aggrottò la fronte, ci pensò su a lungo e poi sbuffò: – Qualcosa mi dice che noi due stiamo per metterci nei guai, ma il tuo ragionamento non fa una grinza! Topi


coi topi, scoiattoli con gli scoiattoli, spaventapasseri con gli spaventapasseri... Ma cosa pensi di fare, adesso? Per tutta risposta Lilli aprì la porta di casa, cacciò fuori la testa e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo: – Rattina Glassé! Pancraziooo! Liquiriziooo... Subito a casa! Quando tutta la famiglia di pantegane fu riunita, Spatoccia controllò che le zampe dei piccoli fossero ben ben sporche, corse a infilarsi la camiciola più lurida che aveva e scompigliò i capelli di Ratto: – Ora siete a posto... Andiamo! – Dove, mamma? – Andiamo a far visita a Mamma Pasticcia! Ci volle del bello e del buono per convincere Pasticcia: Lilli s’arrabbiò, Ratto Robaccio cercò di convincere la spauracchia che non bisognava rompere l’equilibrio naturale delle cose, Liquirizio e Pancrazio pestarono i piedi e Rattina Glassé scoppiò a piangere... Alla fine la povera spaventapasseri scrollò il capo, si stropicciò a lungo le mani e alla fine sbottò: – E va bene. Se proprio volete ospitare voi Topo Brisé, chiedeteglielo e che sia finita. Io mi rimetto a quel che deciderà lui! A dire il vero dispiaceva un sacco, a Pasticcia, non aver più per casa Brisé: ormai s’era abituata alla sua presenza, e poi era così piccolo, edu-

cato e silenzioso, che era come non averlo! E anche a Brisé dispiaceva lasciare quella casa in cui s’era trovato benone fin dall’inizio: – Io, Pasticcia, rimarrei volentieri qui con te: avremmo ancora molte ricette da imparare, ma forse ha ragione Lilli Spatoccia. I topi devono vivere coi topi e gli spauracchi con gli spauracchi! – Già – rispose Mamma Pasticcia tirando su col naso, – questo vale per te, piccolino mio, che te ne vai a vivere in compagnia, ma cosa devo dire io, che me ne resto qui da sola? – Ma cosa dici – intervenne Lilli Spatoccia prendendo l’amica sotto braccio. – Qui nessuno resta solo, te l’assicuro: i miei panteganotti verranno a farti visita ogni giorno... – E se cucini i tuoi famosi biscotti, anche due volte al giorno! – promise Pancrazio. – Vedo poi che la tua casetta avrebbe bisogno di qualche lavoretto: il mio Ratto potrebbe venire a dipingere le pareti, a cambiare lo steccato del giardino, a sistemare il prato qui davanti... Pasticcia si sentiva molto triste: aveva capito che il piccolo Brisé sarebbe volentieri andato a vivere in discarica con gli altri ratti, ma che lo tratteneva l’affetto per la sua nuova ospite... Se volevano uscire da quel problema, la decisione la doveva prendere lei!


– Va bene: vieni con me Brisé... – Dove andiamo? – A preparare la tua valigetta! Vai a vivere con i tuoi nuovi amici alla discarica del Villaggio! Esattamente una settimana dopo accaddero due cose strane. Seguitemi e capirete anche voi! Al mattino... Tock! Tock! – Avanti! – urlò Gellindo Ghiandedoro dal fondo della sua tana. – Sono qui, nel mio magazzino delle provviste. Chi è? – Sono io, Gellindo: sono Mamma Pasticcia! – Ciao, Pasticcia: e cos’è mai successo, da piangere a quel modo? – Sto soffrendo le pene della nostalgia! Gellindo aveva saputo dei cambi al Villaggio: gli avevano detto che il topo nuovo venuto era andato a vivere coi topi giù in discarica e che Pasticcia era rimasta sola... – Ti manca il tuo Brisé, vero? – Non pensavo che avrei sofferto in questo modo – singhiozzò Pasticcia sedendosi su una seggiola. – Io, poi, che avevo una paura terribile dei topi, mi ritrovo a piangere perché non ho più un topo in casa! – E da me cosa vorresti? – domandò lo scoiattolo risparmioso accarezzando la povera Pasticcia. – Non è che potresti scendere alla

discarica e cercar di far ragionare quella banda di topastri? La colpa è soprattutto di Lilli Spatoccia: è lei che fomenta Ratto Robaccio e che ha accecato il mio Brisé con la storia che i topi stanno coi topi e gli spauracchi con gli spauracchi. Se questo fosse vero, cosa ci faresti tu, Gellindo, nel nostro Villaggio? – Sì, ma mi risulta che sia stata tu a decidere... – È vero, è successo proprio così, ma lui poverino non sapeva scegliere: allora sono stata io a lasciarlo andare ad abitare in discarica, ma sono sicura che soffre di nostalgia quanto me! – Va bene, facciamo così – esclamò lo scoiattolo dopo averci pensato a lungo. – Finisco di sistemare qui sotto il magazzino delle provviste e poi vado da Ratto Robaccio a sentire quel che ha da dirmi lui. Pasticcia se ne andò asciugandosi le lacrime con l’angolo del grembiule e Gellindo tornò al suo lavoro. Non fu però necessario scendere alla discarica, perché di lì a mezz’ora qualcun altro bussò alla posta del nostro amico. Tock! Tock!.... – Avanti! Chi è? Sono qui, nel mio magazzino: vengo subito! Quando Gellindo entrò nella cucina, un colpo al cuore gli tolse quasi il fiato: lì, in piedi al centro della stanza,


con il capo chino a terra, c’era Topo Brisé che piangeva a dirotto! – Ehilà, Brisé... non ti chiedo nemmeno come va la vita! Lo si vede che le cose non vanno per il verso giusto, vero? Il topetto tirò su col naso e sospirò: – Ecco, ho bisogno che qualcuno mi aiuti e ho sentito dire che quando si è nei guai, basta rivolgersi a Gellindo Ghiandedoro... – Che tipo di guai sono? Brisé indugiò un paio di secondi e poi si liberò in un colpo solo del fardello che gli pesava in petto: – Ho nostalgia di Pasticcia e non riesco a vivere in casa di Ratto Robaccio! Gellindo fece una smorfia: – Che tu abbia nostalgia di Mamma Pasticcia non può farmi che piacere, anche perché so che questa nostalgia è ben ricambiata. Ma che tu non voglia più vivere coi topi di discarica, questo proprio non posso crederlo! – Ma sì, Ratto e Lilli sono delle pantegane simpatiche e anche i tre piccoli sono deliziosi: c’è sempre allegria, in quella casa, si ride e si scherza, si gioca e ci si rincorre per un nonnulla facendo finta di litigare... Ma sapessi quanto sporco c’è in giro, laggiù... – E lo credo, siete in mezzo a una discarica di rifiuti! – C’è uno sporco e un puzzo insopportabili! Loro sono nati lì, sono fatti per stare in mezzo alle immondizie,

ma io sono un topolino di campagna che deve lavarsi tre volte al giorno e che è abituato a mangiar bene! Sapessi invece quante cose schifose mette in tavola la povera Lilli! Pomodori marci, fondi di scatolette andati a male, pane duro e vecchio, resti di torte che fanno rabbrividire... Ma lo sai che sono sette giorni esatti che non tocco cibo? Gellindo sorrise, non perché Brisé fosse affamato, anzi: corse alla dispensa e gli apparecchiò una tavolata piena di noci, nocciole, noccioline e fichi secchi. Stava sorridendo perché a volte è proprio strana la vita: quando, per risolvere i problemi, basterebbe parlarsi e dirsi le cose come stanno, ecco che ci si tiene ognuno dentro il proprio dolore e si soffre, si piange, ci si dispera. Se solo Brisé, Pasticcia e le pantegane della discarica avessero l’occasione di vedersi, di parlarsi, di spiegarsi... – M’è venuta un’idea! – esclamò a quel punto lo scoiattolo. – Quale idea? – chiese Brisé a bocca piena. – C’è una ricetta che sei sicuro piacerà sia a Pasticcia che a Lilli e Robaccio? Il topino ci pensò un poco e poi rispose: – Da quel che ho visto, alle pantegane della discarica piace qualsiasi cosa che si può mangiare, mentre penso che a Pasticcia piacciano in modo particolare le zucchine!


– Perfetto, e allora vada per le zucchine: qui siamo nella mia cucina, che adesso diventa la “tua” cucina. Mettiti subito al lavoro e prepara una montagna di zucchine, mentre io nel frattempo corro a fare gli inviti per la cena. E mi raccomando, Brisé: supera te stesso, perché la felicità tua e di Pasticcia dipende proprio da quel che cucinerai questa sera! Lilli Spatoccia e Ratto Robaccio giunsero alla cena vestiti con gli abiti più vecchi e rattoppati del loro guardaroba e i tre panteganotti, da parte loro, erano sporchi dalla testa alle zampe! Mamma Pasticcia, invece, ancora non credeva a quell’invito a cena. Gellindo le aveva detto che era stata un’idea di Brisé e che non doveva preoccuparsi perché le cose si sarebbero sistemate da sole. Quando Brisé apparve vestito da cuoco con un enorme vassoio colmo di “barchette di zucchine”, venne accolto da un applauso. Ma l’applauso si trasformò in un gran silenzio quando i commensali cominciarono a mangiare quella leccornia... – È un piatto straordinario! – esclamò dopo un po’ Pasticcia con le lacrime agli occhi. – Sei stato bravissimo, Brisé: ti sei superato! – Ottime davvero – convenne Ratto Robaccio servendosi ancora dal vassoio. – Non ho mai mangiato

delle zucchine così buone... cioè, non ho mai mangiato nulla di così buono! Lucrezio, Pancrazio e Rattina Glassé continuavano a essere silenziosi, ma solo perché avevano le bocche piene e ancora un sacco di “barchette di zucchine” nel piatto. E Lilli? Lilli Spatoccia aveva gli occhi chini sul suo piatto e mangiucchiava le sue “barchette” senza molta convinzione. Alla fine sbottò con un pugno sul tavolo: – E va bene, Gellindo, ho capito il tuo piano! – Cos’hai capito, mia bella Lilli? – Sì sì, fammi i complimenti tu, che sappiamo tutti dove vuoi arrivare! Vuoi che ti dica che hai ragione? E va bene: te lo dico! Hai ragione, Gellindo Ghiandedoro! – Ti riferisci a Topo Brisé, vero? – Mi riferisco al grande sbaglio che stavamo... che stavo facendo! Non posso tirar via Brisé dalla casa di Pasticcia, questa è la realtà! E non solo perché Brisé e Pasticcia hanno la passione della cucina in comune, oppure perché Brisé ha cucinato queste ottime zucchine! La verità è che noi pantegane della discarica abbiamo uno modo di vivere che non va bene al topino qui! Siamo disordinati e lui è ordinatino! Siamo fracassoni, e lui ogni tanto ama starsene in pace e in silenzio! Siamo sporchi e puzzoni e lui si lava mattina, mezzogiorno e sera... Non potremmo mai andare


d’accordo vivendo assieme, per cui se Pasticcia vuole, se è ancora intenzionata, se non ha nulla in contrario... vorrei che Brisé tornasse a casa sua! Sgranò gli occhi il topetto. Sgranò gli occhi la spauracchia. Sgranarono gli occhi tutti quanti e tutti quanti corsero a consolare e ad abbracciare la povera Lilli Spatoccia. – Ma no, è meglio così, credetemi – diceva la pantegana sorridendo, – non è affatto vero che i topi devono vivere coi topi e gli spauracchi con gli spauracchi... Altrimenti che cosa ci starebbe a fare, qui, lo scoiattolo

Gellindo Ghiandedoro? Però Brisé deve farmi una promessa! Tutti tacquero e rimasero in attesa. Lilli chinò gli occhi a terra e sussurrò: – Dovete promettermi, voi due, che d’ora in avanti, di ogni piatto che cucinerete, alcune porzioni le farete avere anche a noi giù, in discarica, così i miei tre piccoli panteganotti e il mio Robaccio cominceranno finalmente a mangiare qualcosa di buono! Promesso? Il coro di risposta fu forte e chiaro: – COME NO: PROMESSO!

La ricetta delle “Barchette di zucchine” Ingredienti della ricetta per otto “barchette”: quattro zucchine di media grandezza due etti di formaggio fontina un etto di prosciutto cotto otto filetti di acciughe sott’olio due pugni di pan grattato due pizzichi di prezzemolo tritato fine olio d’oliva, sale... Prima prepariamo la nostra flotta di “barchette”! Lavate bene le zucchine; quindi chiamate in aiuto un adulto e fate tagliare a ognuna le estremità. Sempre usando il coltello, mamma o papà taglieranno ogni zucchina per il lungo. A quel punto voi vi armerete di un cucchiaino (meglio ancora se avete in casa un cavatorsolo, che serve per scavare la polpa della frutta) col quale toglierete un po’ di polpa fino a ottenere delle vere e proprie “barchette” vuote all’interno.


Adesso prepariamo il ripieno. Se vi piacciono le cose saporite ma delicate, in un piatto taglierete a pezzetti molto piccoli un terzo di fontina e il prosciutto cotto. Se vi piacciono invece le cose saporite e forti, sempre in un piatto taglierete a pezzettini un altro terzo di fontina e i filetti di acciuga sott’olio. A entrambi i ripieni unirete del pangrattato e il prezzemolo e mescolerete con cura, aggiungendo un pizzico di sale soltanto al ripieno di fontina-prosciutto. Con un cucchiaio riempirete le “barchette” fino all’orlo. Vi sarà rimasta un terzo di fontina: per farne cosa? Semplice: tagliate il formaggio in otto fettine sottili, che adagerete sopra le “barchetta”. Mettete un foglio di carta da forno su una teglia, disponete le “barchette”, fate passar sopra un filo sottile di olio e infilate il tutto al forno per 15-20 minuti circa a 170 gradi, finché il ripieno delle “barchette” e la fontina avranno preso un bel colore marroncino. A quel punto chiamate tutti a tavola, servitele ben calde e... buon viaggio a bordo delle “barchette di zucchine”!



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.