Bernardina, l'oca generosa

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Bernardina, l ’oca generosa I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Ci vollero alcuni giorni di “pensa e poi ripensa”, ma alla fine Gellindo Ghiandedoro capì qual era la cosa che gli si era impigliata sullo stomaco e che non lo faceva stare tranquillo. Si svegliò all’improvviso nel pieno di una notte di fine maggio urlando disperato: – Bernardina! L’oca Bernardina non è ancora tornata dalle Terre calde del Sud!! Proprio così, cari miei: tra aprile e inizio maggio stormi di rondini, di oche e di anatre migranti avevano attraversato i cieli della Valle di Risparmiolandia venendo dal Sud e a migliaia e migliaia gli uccelli avevano fatto ritorno ai loro nidi estivi. All’appello mancava solo… – Bernardina! Non è arrivata l’oca Bernardina! – strillò quella notte Quantobasta, svegliandosi anche lui nel pieno del sonno e balzando a sedere nel letto con la rivelazione che gli spuntata dal fondo del cuore. Venne immediatamente convocata un’assemblea del Villaggio nella Cioccolateria di Casoletta, e tra una tazza di cioccolata densa e qualche dolcetto pescato nel piatto, Gellindo e Quantobasta comunicarono a tutti gli spaventapasseri la loro drammatica scoperta notturna. – Qualcuno di voi ha visto per caso l’Oca Bernardina e s’è dimenticato di dircelo? – s’informò lo scoiattolo risparmioso, ma trenta testoline di spauracchio tentennarono deluse. – E allora la cosa si fa veramente complicata – concluse Quantobasta. –

Gli uccelli migranti sono tutti ritornati dalle Terre calde del Sud e all’appello manca solo la nostra Bernardina! – Vi ricordate quel che successe due anni fa? – disse allora Tisana la Dolce. – Quando la nostra amica oca venne bloccata sui confini della Valle di Risparmiolandia da frotte di cacciatori che sparavano a tutte le oche migranti di passaggio… – Certo che ce lo ricordiamo – disse Abbecedario, – ma da allora i cacciatori sono stati ricacciati altrove e non c’è più quel pericolo. No no: secondo me è successo qualcosa di grave alla nostra amica… – S’è fatta male? – Ha fatto indigestione e non riesce più a volare? – Magari s’è rotta un’ala e sta aspettando da qualche parte che si aggiusti… – Oppure s’è persa in qualche banco di nebbia sull’oceano e ha perso l’orientamento… Gli spauracchi si guardarono l’un l’altro per qualche istante e poi… – Sia quel che sia, dobbiamo andare a cercare Bernardina! – esclamò Bellondina, alzandosi da tavola. – Fin che stiamo qui seduti a cercar di immaginare quel che può esserle successo, non risolveremo un bel nulla! Bellondina aveva talmente ragione, che Gellindo prese subito la palla al balzo. – D’accordo – esclamò lo scoiattolo: – essendo il più leggero di tutti, andrò io a cercare l’Oca Bernardina.


Tu Brigida corri a chiamare l’aquila Cassandra: avrò bisogno delle sue ali e dei suoi muscoli… Tu, invece, maestro Abbecedario, corri a scuola a prendere la bussola: mi servirà per andare diritto diritto verso le Terre calde del Sud… – Vuoi andare da solo? – gli sussurrò Bellondina facendosi vicina. – No – rispose Gellindo, – Passero Pistacchio verrà con me e se troveremo qualcosa, sarà lui che tornerà indietro a cercar aiuto. Detto, fatto: due ore dopo la grande aquila Cassandra s’alzava in volo dalla piazza del Villaggio, portando sulla schiena uno scoiattolino munito di bussola e un passerotto aggrappato col becco alle piume del grosso uccello. E la ricerca ebbe inizio. Innanzitutto cercarono l’oca ritardataria lungo le consuete rotte che portavano gli uccelli migranti dalle Terre calde del Sud fino ai campi e ai boschi della Valle di Risparmiolandia, ma di Bernardina non trovarono traccia! Scesero allora a controllare uno ad uno gli isolotti grandi e piccoli spersi nel grande mare che divideva l’Europa dall’Africa, strillando ai quattro venti… «Bernardinaaa... dove sei, Bernardina? Siamo noi, siamo i tuoi amiciii!». Ma della loro amica non c’era nemmeno l’ombra! Giunsero alle catene montuose del continente africano e, col cuore in gola per paura di trovare Bernardina morta assiderata, sfiorarono i nevai perenni che ricoprivano le vette più alte…

«Vieni fuori, Bernardina! Non morire di freddo, per favore!!» Ma l’Oca pareva svanita all’improvviso chissà dove! Scesero nel forno abbagliante dei deserti infiniti del centro Africa, con distese enormi di sabbia fine e arroventata, attraversate solo da lunghe colonne di cammelli guidate da beduini vestiti di bianco… «Sei laggiù, Bernardina? Dove sei, che non ti vediamo??» Ma dell’amica oca non c’era traccia in nessun luogo! Arrivarono alle foreste equatoriali e lì si persero nell’intrico di giungle grandi come il continente intero, abitate da animali strani e pericolosi e attraversate da fiumi enormi e tumultuosi… «Bernardinaaa, noi non ti vediamo... ma dove sei sparita??» Ma di Bernardina non trovarono nemmeno il ricordo! Dopo un viaggio così lungo, anche Cassandra aveva bisogno di tirare il fiato, per cui scelse una collinetta che s’alzava al di sopra di quel mare verde di alberi lussureggianti e vi atterrò in cerca di riposo. Gellindo a dire il vero protestò: – Ma sei sicura di non aver più forze per volare? No, perché magari proprio adesso l’Oca Bernardina potrebbe aver bisogno di noi… E infatti proprio in quell’istante un punterellino scuro apparve all’orizzonte verso Sud. Di lì a poco divenne un punticino, poi un puntino, infine un punto e… – Ehi, ma quella mi sembra Bernardina! – strillò Passero Pistacchio, che aveva una vista ben più acuta dello


scoiattolo. – Ma sì, è lei! È Bernardina! Finalmente anche Gellindo la vide e quel che vide lo lasciò senza fiato: – Si può sapere che cos’è quel grosso sacco che le pende dalla pancia? Bernardina, in effetti, procedeva in modo alquanto strano. Si vedeva che faceva una gran fatica a restare in volo, anche perché il peso del sacco che portava appeso al collo la tirava inesorabilmente verso il basso… – Pant! Pant! Pant! Ansimava la poveretta sbattendo le grandi ali con le ultime forze rimaste. – Pant! Pant! Pant! Arrivò a malapena all’altezza della collinetta in mezzo alla giungla e si lasciò andare sull’erba senza aver la forza di spiccicare una parola di saluto. Bumppp! Cadde a terra e non ebbe più la forza di rialzarsi! Ci volle acqua fresca in abbondanza, massaggi a non finire ai muscoli delle ali e bisognò liberare la povera oca dall’imbragatura di quel pesante sacco, perché un po’ alla volta Bernardina riprendesse a respirare normale e a sorridere. – Ehilà, amici… cosa ci fate qui? – Come sarebbe a dire “cosa ci facciamo qui”… – esclamò Gellindo. – Cosa ci fai tu ancora in Africa, mentre noi al Villaggio ti stiamo aspettando da settimane? – Eh sì, a dire il vero sono un po’ in ritardo – convenne l’oca alzandosi sulle zampe e afferrando l’involto misterioso, – ma è colpa di questo sacco, se sto

rallentando il viaggio… – E cosa c’è in quel sacco? – s’informò Cassandra. Bernardina sorrise, aprì il sacco e ne trasse una collana d’ambra. – Un regalo per Casoletta! – esclamò. Poi prese uno specchietto incorniciato in legno d’ebano… – E questo è per Bellondina! Una grossa lente lucida… – Per maestro Abbecedario! Un cappello di paglia… – Per Lingualunga! Una stoffa dai mille colori… – Per Bellondina, così può farsi un bel vestito… Una penna di Uccello paradiso… – Per Còntolo, così può scrivere tutti i conti che vuole… E così via, amici! In quel sacco c’era un regalino per ciascuno degli spauracchi del Villaggio, più un porta occhiali ricamato per la civetta Brigida e un bellissimo disegno dei Pigmei per Gellindo Ghiandedoro! – Vedete – spiegò alla fine la povera oca, – ho cominciato a scegliere un regalo per Fra’ Vesuvio, ma poi ho pensato che Pagliafresca ne avrebbe avuto a male se non avessi pensato anche a lui… E Pasticcia? Non meritava anche lei un pensierino? E Casoletta? Tisana la Dolce? Dindondolo e tutti gli altri? Alla fine il sacchetto è diventato un saccone pesante, ma a quel punto non potevo più rinunciare al viaggio e nemmeno ai regali… e sono rimasta indietro! Mi dispiace avervi fatto


preoccupare – concluse la povera oca, – però adesso dovete aiutarmi a riportare a casa tutte questi regalini! Ci pensò naturalmente l’aquila Cassandra a caricarsi il sacco in spalla, lasciando a Bernardina il compito di trasportare verso Nord lo scoiattolo e il passerotto. Impiegarono alcuni giorni per arrivare a casa, ma la grande festa

con cui gli amici spaventapasseri accolsero l’Oca Bernardina ricompensò tutti quelli che avevano faticato e tutti quelli che s’erano preoccupati. Vennero distribuiti i regali portati dall’Africa e tra esplosioni di allegria e salti di gioia tutti corsero ad abbracciare, a ringraziare e a baciare forte forte Bernardina, l’oca più generosa che si sia mai vista!



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