Una festa di primavera senza... Gellindo Ghiandedoro!

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Una Festa di Primavera senza... Gellindo Ghiandedoro! I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Naturalmente non si poteva dare il via alla grande Festa di Primavera senza che fosse presente Gellindo Ghiandedoro. – Avete visto in giro Gellindo? – domandò Casoletta mentre finiva di disporre sul vassoio una montagnola di biscottini al burro. Gli spaventapulcini del Villaggio, che seguivano con attenzione i gesti della spauracchia mentre ordinava con cura le file di biscotti, scossero la testa: no, loro non l’avevano visto… – Be’, allora sarà meglio se vi date un po’ da fare e andate a cercarlo – sbottò Casoletta, aprendo un contenitore colmo fino all’orlo di ciuffetti di spumiglie. – Fin che non c’è Gellindo, la festa non comincia! Lampurio, Occhialetta, Frigerio e i topolini Rattina Glassé, Liquirizio e Pancrazio si guardarono con occhi delusi: niente festa, niente biscotti… e niente spumiglie, per giunta!!! – Ragazzi, non c’è niente da fare – esclamò Occhialetta, che di tutti era la spauracchietta più grande, – dobbiamo trovare il nostro Gellindo! Dividiamoci! Rattina Glassé si fece accompagnare da Occhialetta a casa sua, alla tana delle pantegane della discarica del Villaggio: forse Gellindo stava chiacchierando con papà Ratto Robaccio e con mamma Lilli Spatoccia… – No mia piccola Rattina, mi spiace Occhialetta ­– sbraitò suo papà Robaccio, che se ne stava steso a poltrire come al suo solito su un mucchio di

bucce di patate, – Gellindo non s’è fatto vedere da queste parti! È da un po’ di tempo che non lo vediamo… I due topini gemelli Liquirizio e Pancrazio bussarono alla porta di Mamma Pasticcia. – Gellindo è da te, forse? Lo stiamo cercando per dare il via alla Festa di Primavera! – No carini, lo scoiattolo qui non c’è… ma se volete, potete assaggiare un pezzettino di una delle trenta torte che ho preparato per la festa… – Ecco – balbettarono i due topini, – noi vorremmo tanto, abbiamo fame… ma senza Gellindo non si può cominciare! E allora ciao Pasticcia, e grazie: noi andiamo a cercarlo da un’altra parte! Lampurio sapeva che spesso Gellindo andava a lavorare dal ragionier Còntolo, il direttore della Cassa Rurale del Villaggio degli Spaventapasseri. Lo spauracchio ragioniere se ne stava seduto dietro la cassa della Rurale immerso in una serie complicata di conti. – Buongiorno signor Còntolo. – Ciao Lampurio mio bello! Sei per caso venuto a controllare il tuo Libretto di Risparmiolandia? – Oh no, l’ho già fatto la settimana scorsa, quando ho versato la mancia che mi ha dato Tisana la Dolce per averla aiutata a ripulire l’orto dall’ultima neve… No no, volevo solo sapere se per caso Gellindo Ghiandedoro è qui da lei… – Oggi no, oggi non l’ho visto, ma


d’altronde non è la Festa di Primavera, oggi? Vedrai che sarà su in piazza, ad aiutare gli altri a preparare i festeggiamenti… – No, in piazza non c’è. È per questo che lo stiamo cercando: senza di lui la festa non può cominciare! – E lo credo bene! Che Festa di Primavera vuoi che sia, se non c’è il nostro scoiattolino risparmioso a festeggiare con noi? – Vabbe’, allora lo cerco da un’altra parte… Frigerio infine provò a bussare alla porta della Scuola. Gellindo si fermava spesso da Maestro Abbecedario a scambiar due chiacchiere, a commentare qualche nuova avventura, a parlare di questo e di quello insomma. – Signor Maestro, stiamo cercando Gellindo Ghiandedoro. Tu forse sai dov’è andato a nascondersi? Abbecedario si grattò il mento con uno strano sorriso, poi s’inginocchiò per essere all’altezza degli occhi del piccolino e gli disse: – Oggi che festa stiamo preparando? Frigerio strabuzzò gli occhi meravigliato a quella domanda: – Ma la Festa di Primavera, lo sanno tutti! – E per il nostro buon Gellindo, l’arrivo della primavera con che cosa coincide? Lo spauracchietto ci pensò su a lungo, aggrottando la fronte per lo sforzo. Poi gli occhietti gli si illuminarono: aveva la risposta giusta! – Per Gellindo l’arrivo della primavera coincide con il

ritorno dei primi caldi! – Bravo! – disse compiaciuto il maestro. – E uno scoiattolino dove sta, quando arrivano i primi caldi? Che cosa sta facendo? Frigerio si rannuvolò di nuovo, pensò e ripensò alla riposta giusta da dare e alla fine sorrise soddisfatto: – Ma è in letargo, lo sanno tut… E lo spaventapulcino s’interruppe a metà della risposta: certo, è semplice no? Gellindo non s’era nascosto chissà dove e men che meno s’era dimenticato della festa. – Adesso so dove trovare lo scoiattolo! – Dove? – Su al Bosco delle Venti Querce,


nella sua tana su quattro piani… sarà ancora addormentato e qualcuno deve andare a svegliarlo! – E allora pensateci voi, piccoli! Manca ancora poco all’inizio della Festa di Primavera, ma se farete in fretta riuscirete a svegliare il nostro amico Gellindo Ghiandedoro! In realtà Gellindo non s’era dimenticato che doveva svegliarsi in tempo per la grande festa che il Villaggio degli Spaventapasseri organizzava ogni anno all’arrivo della primavera. E per non mancare all’appuntamento aveva caricato addirittura quattro sveglie, una più forte e squillante dell’altra. E infatti, all’ora stabilita… Triiinnn... Triiinnn... Triiinnn… la prima sveglia suonò delicata, argentina e discreta sul comodino. Gellindo non la sentì nemmeno e continuò imperterrito il suo sonno! Allora scattò la seconda: Sdlèèènnn... Sdlèèènnn... Sdlèèènnn… cominciò a scampanare dal buio un campanaccio da mucca collegato a una sveglia a molla. Gellindo sbuffò nel sonno, si girò nel letto e riprese a dormire della grossa. La terza sveglia si mise d’impegno: …Dinnn Donnn Dannn... Dannn Dinnn Donnn… presero a suonare tre campane a distesa appese al soffitto della tana, collegate pure loro alla terza sveglia meccanica. Gellindo si mosse, aprì un occhietto, si guardò in giro ma venne sopraffatto dal letargo e riprese a russare sotto le

coperte. La quarta sveglia fece allora partire il suono lacerante di una sirena… Uuueeeooo… Uuueeeooo… Uuueeeooo... a cui si aggiunse Triiinnn... Triiinnn... Triiinnn... il trillo della prima sveglia e anche Sdlèèènnn... Sdlèèènnn... Sdlèèènnn… il campanaccio delle mucche e perfino Dinnn Donnn Dannn... Dannn Dinnn Donnn… le tre campane che suonavano a distesa! In quel concerto di suoni fracassoni che avrebbero svegliato addirittura un ghiro duro d’orecchie, Gellindo si rigirò nel letto, sbirciò da sotto la coperta e si chiese la ragione di tutto quel chiasso. Il motivo proprio non gli venne in mente, quindi richiuse gli occhietti e si riaddormentò cullato da quel frastuono incredibile di Uuueeooo... Triiinnn... Sdlèèènnn... Dinnn Donnn Dannn… Non c’era proprio niente da fare: quattro sveglie forti e potenti non erano riuscite a tirar giù dal letto lo scoiattolo risparmioso. Che cosa potevano fare allora quei tre spaventapulcini e quelle tre panteganotte che avevano assistito muti e sbalorditi dalla finestrella della tana a quel concerto fracassone? – Gellindo proprio non vuol saperne di uscire dal letargo – disse rassegnata Occhialetta. – Se non l’ha svegliato tutto questo chiasso, noi cosa possiamo a fare? – osservò Rattina Glassé con le lacrime agli occhi. – Qualcosa però dobbiamo inventare – esclamò Lampurio, – perché senza



Gellindo la Festa di Primavera non comincia! – Volete dire che se non riusciamo a svegliare Gellindo… – balbettò Liquirizio… – …niente festa, ma soprattutto per quest’anno niente Primavera? – singhiozzò Pancrazio Poteva essere, si disse Occhialetta, che però tenne per sé quel dubbio. Perché niente Primavera significava niente erba fresca nei prati, niente fiorellini profumati nei giardini, niente carotine fresche e fagiolini dolci negli orti… E se venivano a mancare tutte queste buone cose, magari non arrivava nemmeno l’Estate!! Proprio in quel momento passò di lì Fra’ Vesuvio, lo spaventapasseri che

sapeva sempre la barzelletta migliore del momento. – Ehilà, ragazzi, si può sapere cosa state facendo appesi alla finestra della tana di Gellindo? Gli spaventapulcini gli raccontarono in breve delle quattro sveglie che invano avevano cercato di strappare dal letargo il loro amico e della Festa di Primavera che aspettava solo l’arrivo dello scoiattolino risparmioso… Fra’ Vesuvio ci pensò su un istante e mezzo, poi s’arrampicò anche lui all’altezza della finestrella della camera da letto e… – Gellindo, la sai l’ultima? ­– urlò quasi lo spauracchio, per poi girarsi e sussurrare ai piccolini: – Vedrete che con la mia barzelletta si sveglierà ridendo a crepapelle! Allora… “Papà, è Carnevale” dice un bambino: “perché quest’anno non mi vuoi comprare i coriandoli?” “Perché l’anno scorso li hai buttati via tutti!”… Gli spaventapulcini scoppiarono a ridere, le panteganotte si staccarono dal davanzale per tenersi la pancia dalle risate e caddero nel prato ai piedi della quercia, ma lo scoiattolo nemmeno si mosse! – Proviamo con un’altra storiella… Ah sì, questa è bella: Maestro Abbecedario chiede a Occhialetta: “Mi sai dire quanto fa due più due?” E Occhialetta risponde: “È un po’ strano che lei non lo sappia, signor maestro!” Occhialetta e gli altri si rovesciarono dalle risate e pure Gellindo sorrise nel sonno, ma non si svegliò.


“Papà, lo sai dov’è la Sicilia?” chiede Liquirizio a Ratto Robaccio. “Chiedi a mamma Lilli, piccolo mio: è lei che tiene le cose in ordine, in questa casa!” Risero i piccoli e rise anche lo spauracchio barzellettiere: l’unico che non diede segnali di reazione fu proprio lo scoiattolo in letargo! Fra’ Vesuvio, ahimè, aveva esaurito la scorta di storielle nuove: ­– Niente da fare, amici! Quest’anno il nostro amico dev’essere veramente stanco, se non riesce ad aprir occhio! Ci rinuncio e vado giù in piazza: chissà, magari a qualcuno degli altri verrà in mente l’idea giusta… Maestro Abbecedario fece portare una lavagna di scuola ai piedi della quercia e provò a scrivere facendo stridere i gessetti: tutti fuggirono terrorizzati tappandosi le orecchie, ma Gellindo non se ne accorse nemmeno e… Rooonnn Bzzz! Rooonnn Bzzz!... rimase ben stretto al suo sonno profondo. Farmacista Quantobasta tirò fuori dall’armadio la vecchia tromba che non aveva mai trovato il tempo di imparare a suonare e… Pereppepè Pereppepè Pereppepè… provò invano a svegliare l’amico con una stonatissima serenata. Le spauracchie Casoletta, Bellondina, Chiomadoro e Tisana la Dolce si presentarono sotto la cameretta di Gellindo impugnando ognuna un paio di grandi coperchi da cucina e… Spiattt Spiattt Rispata-Spiattt… improvvisarono una grancassa da turarsi le orecchie

per il frastuono. L’anziano Empedocle portò su al Bosco delle Venti Querce il suo vecchio grammofono a conchiglia: mise sul piatto un disco, girò fino in fondo la manovella, mise la puntina sul primo solco e accese l’altoparlante… Nessun dorma! Nessun Dorma! Dilegua, o Notte! Tramontate stelle! Tramontate, stelle! All’alba vincerò... Vinceròòò... Vinceròòò! Insomma, s’impegnarono tutti allo spasimo per svegliare Gellindo dal letargo, in modo da poter dare il via alla grande Festa di Primavera, ma… Rooonnn Bzzz! Rooonnn Bzzz! Rooonnn Bzzz! lo scoiattolo non voleva proprio saperne di staccarsi dai suoi sogni! C’era però nel Bosco delle Venti Querce qualcuno che conosceva Gellindo meglio di tutti gli altri: sì, lei, proprio lei! La civetta Brigida venne alla fine convocata davanti alla tana dello scoiattolo: – Cara Brigida – le disse Maestro Abbecedario, – noi le abbiamo tentate proprio tutte, ma Gellindo Ghiandedoro proprio non ne vuol sapere di partecipare alla Festa di Primavera. Ma senza di lui non possiamo cominciare… Brigida sbadigliò, sospirò e borbottò: – E allora avete pensato alla vecchia Brigida, vero? Bene, vi darò una mano, anzi… – esclamò sorridendo tra sé, – vi darò una delle mie… Penne! E… Staccc!... la civettina si tolse una delle penne della coda e la allungò al maestro spauracchio. – E cosa ci possiamo fare con… con


questa? – Che cosa dici spesso, tu, ai tuoi spaventapulcini? Quando qualcuno vi indica qualcosa, se vi accontentate di guardare la punta del suo dito non scoprirete mai quel che vuole mostrarvi! Cosa si può fare con una penna d’uccello? Dopo un attimo di imbarazzo, si alzò la vocetta di Lampurio: – Si può… scrivere! – Si può fabbricare un’esca per andare a pesca! – strillò spauracchio Pagliafresca. – Si può decorare un cappello da montagna! ­– buttò lì il vecchio Empedocle. – Si può costruire una freccia! – disse Occhialetta. – Posso usare tante penne morbide per spolverare in casa! – propose Mamma Pasticcia. – Con una penna posso fare il solletico!! – urlò sopra tutti Bellondina. E Brigida la civetta: – Brava, Bellondina, hai indovinato! Io conosco molto, molto bene il nostro Gellindo e so che soffre terribilmente il solletico sotto ai piedi… Perciò, se volete svegliarlo in tempo per la Festa di Primavera… ecco qui la mia penna e buon divertimento! Scelsero Rattina Glassé: le misero in mano la penna di Brigida e la spinsero nella cameretta dello scoiattolo. La panteganina si avvicinò al letto e non ebbe nemmeno bisogno di spostare le coperte, perché le due zampe di Gellindo erano lì, spuntavano da sotto

il lenzuolo. Avvicinò appena la punta della penna alla pianta della zampina di sinistra che… – Ehi, che succede? Ihhh! Ihhh!... No, dai, lasciami stare! No, il solletico no, ti prego! Ti supplico! Ti scongiuro! Faccio tutto quel che vuoi, ma il solletico nooo! – Allora ti svegli una buona volta da questo benedetto letargo? – esclamò la topolina, avvicinando ancor di più la penna morbida e solleticosa alla zampina di destra. – Cosa? Il letargo? E perché poi dovrei svegliarmi! – Perché abbiamo organizzato la tradizionale Festa di Primavera, ma senza di te non si può cominciare – Ah sì, la festa… Ma avevo messo quattro sveglie… – Inutili! – Allora potevate svegliarmi voi… – Tempo perso! Vuoi scendere dal letto, oppure devo accarezzarti anche l’altra zampetta? – No no: eccomi qui in piedi e pronto per venire con voi! Ci fu una gran Festa di Primavera, quell’anno: ricca di botti e di scherzi, di danze e di dolcetti, di auguri e di regalini. Il più felice però di tutti fu Gellindo Ghiandedoro, che restituì a Brigida la sua bella penna e fece festa con tutti i suoi amici. Aveva un solo, unico, piccolo pensiero: “Chissà che cosa mi toccherà inventare, il prossimo anno, per svegliarmi in tempo e da solo per la gran Festa di Primavera!”




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