Fra' Vesuvio, Pasticcia e il mercante Robecorte

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Fra’ Vesuvio, Pasticcia e il mercante Robecorte I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Ogni giovedì mattina arrivava al Villaggio, puntuale come la neve d’inverno, il simpatico spaventapasseri Robecorte, che si trascinava appresso un carretto pieno zeppo di merce d’ogni tipo: bottoni e rocchetti di filo da cucire d’ogni colore; pettini, aghi e spillini; scampoli di stoffe e nastrini di seta d’ogni tipo e d’ogni grandezza… E, poi, ancora: spremiagrumi, tagliacarte e grattugia patate, tazzine da caffè e cucchiaini d’ogni foggia, magliette e costumi da bagno, parasole e ombrelli, calzetti di lana e mutandoni di cotone, cappellini i più strani e occhiali da sole di plastica e di vetro a seconda del prezzo… Era una gran festa, il giovedì mattina, nella piazza centrale del Villaggio degli Spaventapasseri: una festa per Robecorte, ma anche per gli altri spauracchi nostri amici, che potevano acquistare quel che aspettavano da una settimana intera, ma anche scambiar due chiacchiere con l’ambulante che conosceva tutte le strade del mondo. Un giovedì, però, Robecorte non si fece vedere! – Chissà cos’è successo, al mio amico mercante – commentò tutto triste Fra’ Vesuvio, che su tutti era quello più amico di Robecorte. Messi assieme, i due, conoscevano veramente tutte, ma tutte le storie più strane del mondo! – Avrà avuto da fare in un altro villaggio – lo consolò Pasticcia. – Oppure che ne so: si sarà rotto il carretto, magari alle ultime piogge tutta la sua mercanzia si sarà bagnata e adesso

sta asciugandola al sole e al vento da qualche parte… Quando però il giovedì successivo e anche quello dopo ancora Robecorte non si fece vedere al Villaggio degli Spaventapasseri, Fra’ Vesuvio cominciò a preoccuparsi seriamente. – Senti, Empedocle – disse quel giorno lo spauracchio napoletano, – tu che sei il più vecchio, sai dirmi in quale posto si ferma a lavorare Robecorte, il mercoledì? E cioè il giorno prima di venire da noi? – So per certo che al lunedì Robecorte porta il suo carretto nelle città in riva al mare; al martedì è in riva al lago e al mercoledì è nella Grande Città in valle… – Bene – disse Fra’ Vesuvio, – allora è dalla Grande Città che comincerò le ricerche… – Aspetta, Vesuvio – esclamò allora Pasticcia, – aspetta, che vengo con te! Impiegarono una giornata intera, i due spaventapasseri, a raggiungere la Grande Città e lì giunti si resero conto che avevano proprio ragione quelli che l’avevano chiamata “grande”! Ci volle un giorno intero per girarla tutta, e alla fine si ritrovarono ai giardini pubblici in centro, stanchi morti e con una barbetta di pannocchia in mano! – Ehi voi due – strepitò una guardia che passava di lì, – che ci fate in questi giardini? Qui gli spaventapasseri sono proibiti! Fra’ Vesuvio e Pasticcia si guardarono allibiti. Proibiti? Gli spaventapasseri? Esistevano ancora dei luoghi al


mondo in cui era proibito l’ingresso agli spaventapasseri? – Ci scusi, signora guardia – disse allora Pasticcia, – noi non facciamo del male a nessuno! Stiamo solo cercando il mercante Robecorte, che ogni mercoledì fa mercato in questa città e ogni giovedì sale su, al nostro Villaggio in montagna. Siamo stanchi morti a forza di girare in lungo e in largo la sua città e ci stiamo solo riposando pochi minuti, prima di riprendere le ricerche… – D’accordo, allora sedetevi su una panchina per dieci minuti, ma poi andatevene via … – Ci dica almeno se ha visto di recente questo nostro amico… – lo interruppe Fra’ Vesuvio. – È alto e magro, vestito con una camicia rossa e un paio di pantaloni color del grano e si trascina appresso un carretto pieno zeppo di mercanzie le più varie… – Ma voi parlate di quello spaventapasseri che faceva mercato ogni settimana giù, in riva al fiume? Ah, povero diavolo… E a Pasticcia si strinse il cuore, temendo ormai il peggio! – …un improvviso temporale ha trascinato il suo carretto nel fiume… Insomma, ha perso ogni cosa e da quel giorno s’è messo a domandar la carità, anche se a dire il vero sarebbe proibito chiedere l’elemosina, nella Grande Città in valle… Fra’ Vesuvio e Pasticcia usarono le ultime loro forze per correre in riva al fiume e laggiù si misero in cerca del loro amico, finché…

– Fate la carità a un vecchio spauracchio rimasto senza lavoro – sussurrò una vocina debole e stanca nell’angolo più buio di una piazza con la fontana. – Datemi un soldino, perché possa finalmente mangiare un piatto di minestra… Ho fame e sono povero, ho perso il mio carretto… – Robecorte, ma che stai facendo qui? – esclamò Fra’ Vesuvio facendosi avanti. – Non sia mai detto che il mio più carissimo amico, il mercante più allegro di tutto mondo, l’ambulante che conosce più storie di me, si riduca a chiedere la carità agli angoli delle piazze! – Vieni con noi, Robecorte – disse Pasticcia aiutando l’amico a mettersi in piedi. – Andiamo a mangiar qualcosa e poi torniamo subito al Villaggio! – Ma il mio carretto… nel fiume, è caduto nel fiume e io… non ho più… – Tu hai ancora noi – ribatté Fra’ Vesuvio prendendo Robecortesotto al braccio, – e fino a prova contraria gli amici sono più importanti dei carretti più ricchi e più gonfi di merci! Il Villaggio degli Spaventapasseri accolse a braccia aperte e con un sospiro di sollievo il povero mercante rimasto senza mercanzie e ci pensò Gellindo Ghiandedoro a sistemare le cose. Con l’aiuto di Pagliafresca e di Candeloro, sistemò un vecchio carretto a due ruote da contadino e lo trasformò in un perfetto banchetto da ambulante. Bellondina e Chiomadoro, invece, si presero l’incarico di far visita una per


una a tutte le case del Villaggio degli Spaventapasseri per farsi restituire tutto quello che era stato acquistato da Robecorte negli ultimi mesi e non era stato ancora usato: bottoni e spillini, cappelli e mutandoni, forbici e coltelli, piatti e tazzine, nastrini e scampoli di stoffe… Vi lascio immaginare quel che accadde, il giovedì, quando Robecorte venne accompagnato in piazza da Fra’ Vesuvio. – Ma cosa vuoi che vada in piazza a fare, se non ho più il mio carretto! – Tu vieni, e poi capirai! – Ma cosa vuoi che capisca, Vesuvio… Sei tu che sei zuccone: ho perso tutto! Sono povero in canna, adesso! Un povero ex ambulante che non ha nemmeno un bottone da vendere… – Ciao, Robecorte – esclamò invece tutta allegra e pimpante Casoletta, – mi daresti mezzo metro di quel nastro rosso lì dietro? È proprio uguale a quello che ho comprato da te quattro

settimane fa e mi serve per un altro lavoretto… – Nastro rosso? Quale nastro… io non ho più… – Ma sei capace di girarti, Robecorte? – esclamò allora Fra’ Vesuvio, alzando un po’ la voce per farsi capire. Secondo te, quello che cos’è? Robecorte si girò e… senza alcun dubbio quello era uno stupendo carretto a due ruote da ambulante! E certamente quelle mercanzie erano tutte lì, pronte per essere vendute! Un’ondata di incredulità e di felicità sommerse Robecorte, che nello stesso istante capì due cose: uno, che avrebbe potuto riprendere il suo lavoro di mercante; due, che lì, al Villaggio di Risparmiolandia, aveva trovato dei veri amici! – Tu lo vedi bene, Casoletta, quel nastro rosso? – mormorò Robecorte con un gruppo in gola per la gioia. – Allora prendilo da sola, perché a me è entrato un moscerino nell’occhio…



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