Le avventure di Franco Bollo
4. Franco Bollo e le bacche Sparagnine I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Doveva capitare, prima o poi, che il giovane portalettere Franco Bollo non riuscisse a consegnare una lettera! – Gellindooooo! – strillò quel giorno a più non posso il povero spauracchio ai piedi della grande quercia in cui abitava il nostro scoiattolo “risparmioso”… – Svegliati, Gellindoooo! Ho una lettera per te! Un silenzio profondo fu l’unica risposta alle invocazioni gridate dal postino. – Gellindooo, esci dal letargo, ti prego! Qualcuno ti ha scritto… e magari aspetta anche una risposta! Bussò sulla porta sbarrata, Franco Bollo, tirò sassetti ai vetri delle finestrelle, s’arrampicò fino all’altezza delle finestre del piano di sopra e sbirciò all’interno: nella penombra della stanzetta, vide solo una gran coda di scoiattolo che spuntava da sotto le coperte e un lungo berretto da notte adagiato sui cuscini! – Gellindo… Gellindooo! Apri gli occhi, ti supplico… Io devo consegnarti questa lettera, altrimenti mi licenziano, mi cacciano con disonore, devo emigrare in un altro villaggio di spaventapasseri… A nulla servirono le urla, le implorazioni e anche le lacrime: quando Gellindo decide di dormire della grossa, nemmeno un colpo di cannone sparato sotto le finestre di casa ha la forza di svegliarlo! Fu così che Franco Bollo decise di rivolgersi alla saggia civetta Brigida, che dormicchiava su un ramo lì sopra. – Al Villaggio mi hanno detto che solo tu sei capace di tirar giù dal letto
Gellindo… Io devo fargli avere questa lettera entro oggi, assolutamente!, e non so come farmi aprire… Brigida arruffò le piume, ribaltò gli occhi e stiracchiò ben bene le ali, poi sospirò e scese in volo fin davanti alla porta della tana. Non urlò, la civetta, non alzò la voce e nemmeno si arrabbiò o si mise a piangere disperata: afferrò solo la maniglia e con la semplicità più assoluta aprì la porta – che non era mai stata chiusa a chiave! – ed entrò in casa con un sorriso tranquillo e sornione. Di lì a dieci secondi Gellindo fece la sua apparizione: occhietti chiusi, coda arruffata e uno sbadiglio indietro l’altro, il povero scoiattolino si avvicinò al postino e… – Mi dicono che hai una lettera da consegnarmi… – Certo – rispose il povero Franco, intimidito per il fatto di trovarsi a meno di mezzo metro dal famosissimo scoiattolo “risparmioso”. – Questa è la lettera e… – Aprila! – Iooo?! – Certo: come vedi, sono ancora troppo addormentato e Brigida non ci riuscirebbe mai, con le piume delle sue ali! Franco Bollo stracciò la busta, ne tolse un cartoncino e lesse… Buona Primavera, mio caro Gellindo… – Primavera? – strillò Gellindo girandosi di scatto a guardare Brigida. – Ma è già primavera? Cioè, fammi capire: oggi
è il 21 marzo? Oggi è la data che segna la fine ufficiale dell’inverno? Del freddo? Della neve… e del letargo? La civetta allungò gli occhioni sul cartoncino arrivato per posta e… – Stando a quel che scrive Tisana la Dolce in questo bigliettino, oggi è proprio il 21 marzo, primo giorno di primavera! – Allora sentiamo cos’ha da dirmi la buona Tisana… – concluse Gellindo rivolto ad un Franco Bollo sempre più stupefatto. – Allora, rileggo e ripeto… – balbettò il giovane portalettere: Buona Primavera, mio caro Gellindo! Come ogni 21 marzo, pure quest’anno – assieme a tutti gli spaventapasseri del Villaggio – sei gentilmente invitato questa sera a mezzanotte sulle rive della Palude dei Vampiri Striscianti per aiutarmi nella raccolta delle “Bacche Sparagnine”. Ti aspetto Firmato: Tisana la Dolce. – Le Bacche… Sparagnine? – chiese Gellindo, cercando una risposta negli occhi di Brigida. – Cosa sono queste Bacche… Sparagnine? – domandò anche Franco Bollo stringendo il cartoncino d’invito tra le mani. – Ma non ti ricordi, Gellindo? – disse allora Brigida. – Gli infusi, i decotti, gli unguenti e le creme di Tisana la Dolce non avrebbero alcun effetto contro la
gola infiammata, il mal di testa e il mal di denti, gli occhi stanchi e arrossati, le scottature, le ferite della pelle e tutti gli altri malanni che ci possono capitare, se non contenessero tutte almeno qualche goccia di sciroppo fatto con le Bacche Sparagnine… I cespugli delle Bacche Sparagnine, però, danno frutti una sola notte all’anno, quella che dal 21 di marzo va al 22 di marzo… – È la prima notte di Primavera!! – strillò Franco Bollo. – Bravo, vedo che hai capito – lo rimbeccò il grosso uccello piumato, – e che giorno è, oggi? – Oggi è il 21 marzo – borbottò il portalettere, – e allora stasera… Solo a quel punto lo scoiattolo “risparmioso” finalmente si svegliò del tutto e… – Stasera, ci troveremo tutti a mezzanotte in punto sulle rive della Palude dei Vampiri Striscianti! Mi raccomando, Franco Bollo: ricorda a tutti gli spauracchi del Villaggio che dobbiamo essere puntualissimi all’appuntamento con Tisana la Dolce, perché le Bacche Sparagnine possono essere raccolte solo la prima notte di primavera nelle poche, pochissime ore che vanno dalla mezzanotte a prima dell’alba! Franco Bollo, nel corso della giornata, consegnò lo stesso invito a tutti gli spaventapasseri del Villaggio e quindi gli spauracchi si ritrovarono sulle rive della Palude dei Vampiri Striscianti esattamente a mezzanotte in punto, ognuno con un bel cesto infilato nel braccio. Tisana la Dolce era agitata e nervosa. – Mi raccomando, amici, raccogliete
tutte le bacche che trovate, ma badate bene che siano proprio bacche Sparagnine… le conoscete, vero? – Ma certo, Tisana – la rincuorò Fra’ Vesuvio, – lo sappiamo tutti ormai come son fatte: le Bacche Sparagnine sono quei piccoli frutti azzurri e a forma di riccio di castagna che crescono su cespugli dalle foglie gialle a bollini rossi… – Santo cielo no – strillò spaventata Tisana la Dolce, – le Bacche Sparagnine sono tutta un’altra cosa: sono palline che sembrano uva spina, ma di color verde chiaro, tenere e dolci… crescono sui rami delle Felci Sparagnine, che si trovano sempre e solo ai piedi delle Betulle… – Stavo scherzando, Tisana – la prese in giro Fra’ Vesuvio scoppiando a ridere. – In tutti questi anni ci hai fatto una testa grande così, con questa storia delle Bacche Sparagnine della prima notte di primavera, che sfido chiunque di noi a raccogliere qualche bacca diversa da quelle che vuoi tu! – Ragazzi attenti! – urlò Gellindo tenendo un grosso orologio in mano. – Mancano cinque secondi…
– Quattro! – urlò Bellondina. – Tre! – fece eco Pagliafresca. – Due! – aggiunse Abbecedario. – UNO! – concluse Tisana la Dolce, che afferrò il suo cesto e s’inoltrò nel buio profondo del Bosco delle Venti Querce. Volete sapere se la “caccia” di quella notte andò a buon fine? Siete curiosi di sapere se Tisana la Dolce riuscì a metter insieme tutte le Bacche Sparagnine che le sarebbero servite per tutto l’anno? Io avevo troppo sonno, quella notte: scoccata la mezzanotte, vidi gli spauracchi del Villaggio sguinzagliarsi per il grande bosco in cerca di Betulle e di Felci Sparagnine, mentre io andai subito a nanna! Posso però dirvi che anche quell’anno al Villaggio degli Spaventapasseri nessuno soffrì di mal di gola, di mal di testa, di dolore ai denti, di occhi stanchi e arrossati o di qualsiasi altro malanno, segno che di Bacche Sparagnine quella notte ne vennero raccolte tantissime, facendo felice la buona Tisana la Dolce! (4 – segue)