Pistacchio, il passero che amava gli spaventapasseri
Quarta puntata: “Il passero di... montagna” I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Dopo il passero “solitario” e dopo il passero “spagnolo”, adesso Pistacchio s’è messo in mente d’essere un passero “di montagna”. Così, armato di zaino, piccozze e corde, è pronto a dare la scalata alle montagne più alte e pericolose della Valle di Risparmiolandia. Riusciranno i nostri amici Gellindo, Casoletta e gli altri spauracchi a riportare la calma nel cuoricino agitato del povero passerotto? Stiamo a vedere… Era veramente bello sentirsi un vero passero “di montagna”: zaino in spalla, scarponcini alle zampette, corde a tracolla e piccozza sotto l’ala, Pistacchio salutò gli amici del Villaggio e partì di buon mattino per la sua prima escursione. Innanzitutto si diresse al Picco del Falco Stanco, una montagnola ripida e rocciosa che si alzava al di là delle Paludi del Vampiri Striscianti. A metà della salita, però, Pistacchio aveva già la lingua fuori e la testolina che gli girava per la fatica. – Ma perché è così faticoso, scalare le montagne? – borbottò l’uccellino sedendosi a riposare in mezzo al sentiero. Era ancora lì che si lamentava col cuoricino che batteva a mille e che non voleva calmarsi, quando un’ombra grande come una nuvola oscurò il sole e con un frullo d’ali una grossa aquila atterrò poco distante. – Ehilà, tu devi essere Pistacchio, vero? Il passerotto adottato da Casoletta? – Sì, sono io – rispose l’uccelletto, – e tu chi sei? – Mi chiamo Cassandra, l’aquila Cas-
sandra… Amica degli spaventapasseri e dello scoiattolo Gellindo… – Allora sono tranquillo: sono amici anche miei! – Dove stai andando con quello zaino sulla schiena? – Voglio scalare il Picco del Falco Stanco, ma mi sono accorto che non ce la faccio. È troppo duro arrivare fino in cima… – Vuoi una mano, anzi, un’ala? Monta dai, che ti porto io fino in vetta! – Però non lo dire a nessuno, altrimenti mi fai fare brutta figura! – Tranquillo, piccolino, e se vuoi posso portarti in cima anche a molte altre montagne… cosa ne dici? Fu così che nel breve volgere di una decina di giorni Pistacchio scalò anche il Campanile dei Rododendri, la Cima Rosa, il Monte Coperto di Nevi, la Vetta delle Campanelle, la Montagna dei Castori Sordi, il Picco del Sole Spento, la Guglia degli Asparagi Dolci, la Punta del Ciclamino Azzurro… Ogni sera, poi, della Cioccolateria di Casoletta lasciava a bocca aperta tutti i suoi amici con racconti mirabolanti… – Oggi mancavano dieci metri alla vetta e la parete era liscia come il marmo, senza nessun appiglio. Allora con la punta delle alette mi sono aggrappato ad una fessura larga appena come un pelo della coda di Gellindo, ho fatto forza con le zampette e con un incredibile sforzo mi sono tirato su, aggrappandomi alla corda che pendeva dall’alto… Casoletta e gli altri si guardavano meravigliati per cotanta forza… – E sapeste cosa m’è successo l’al-
tro giorno, arrivato in cima al Monte Coperto di Nevi! Lassù c’era tanta, ma tanta di quella neve e faceva un freddo, ma tanto di quel freddo, che mentre io avanzavo sprofondando completamente sotto la neve, le mie alette diventavano di ghiaccio, col rischio che si spezzassero impedendomi poi di volare… – E come hai fatto a venirne fuori? – domandò Gellindo, che beveva con gli occhi tutte quelle avventure. – Mi sono ricordato che nello zaino avevo infilato un maglioncino di lana, quello che Casoletta mi aveva regalato per il mio comple-mese. Piano piano ho aperto lo zainetto, ho tirato fuori il maglione, me lo sono infilato e subito un gran caldo ha fatto sciogliere il ghiaccio che mi pendeva dal becco! Alla fine di quei racconti Pistacchio salutava gli amici, si preparava per andare a dormire e s’infilava sotto le coperte nel suo cestino puntaspilli. Una sera, mentre cercava di prender sonno, gli apparve il Passero delle Bugie, che parlò sottovoce alla sua coscienza… – Pistacchio, Pistacchio! – Cosa vuoi?? – Non ti pare che ai racconti di queste sere manchi qualcosa? – E cosa deve mancare? – La verità, piccolino mio! – Ma io la dico, la mia verità… – Appunto: tu racconti la “tua” verità, che è un modo gentile per dire che tu racconti solo e sempre… bugie! – Ma come ti permetti? – Che mi sai dire, Pistacchio passero “di montagna”, dell’aquila Cassandra? – Ehm, dell’aquila… chi?
– Dell’Aquila Cassandra, bello mio, di colei che ogni giorno ti aiuta a raggiungere le vette più difficili e più alte senza fare il minimo sforzo! Anzi, no: l’unico tuo sforzo è quello di restare ben bene aggrappato alle sue piume per non cadere in volo… Eh! Eh! Eh! – Be’, diciamo che nei miei racconti ogni tanto mi dimentico qualche particolare… – Allora facciamo così: se domani tu non racconti tutta, ma proprio tutta la verità, andrò io a dire due paroline a Cassandra e poi ai tuoi amici spaventapasseri! La meta di quel giorno era la Cresta delle Lame Taglienti, una montagna altissima e difficile da scalare. – Salta in groppa, che in cinque minuti saremo in cima! – esclamò l’aquila Cassandra al consueto appuntamento sul limitare del Bosco delle Venti Querce. – No, oggi non vengo con te – rispose il passerotto “di montagna”. – Oggi voglio salire lassù in cima da solo! – Ma morirai di fatica! – Be’, andare in montagna significa anche fare un po’ di sforzo, ma poi arrivare in vetta dev’essere bellissimo! Avvenne così che quel giorno Pistacchio, zaino in spalla e piccozza sotto l’ala, partì alla conquista della pericolosa Cresta delle Lame Taglienti. Dopo quattro ore di cammino in salita, era giunto solo a metà strada ma non si fermò nemmeno a riposare: mangiò camminando un pezzetto di torta paradiso, becchettò un po’ d’acqua a una
fontanella lungo il sentiero e poi su, là dove il bosco lasciava posto prima alle praterie e poi alle rocce. Scalò una, due, tre pareti verticali, saltò al di là delle forre e dei burroni con la paura che lo zaino in spalla lo trascinasse verso il fondo, attraversò il Nevaio Sotto la Vetta, s’inerpicò su per l’ultima parete e alla fine toccò la vetta! Era stanco morto, il fiato era rotto dai colpi di tosse e la testa gli vorticava per lo sforzo, ma in fondo al cuore sentì una felicità immensa, una gioia indescrivibile e la voglia di urlare la sua allegria all’orizzonte che si stendeva tutt’attorno! Tornò al Villaggio in un baleno, chiamò a raccolta tutti i suoi amici e quando giunse anche Gellindo, che abitava più lontano, Pistacchio chiese la parola. – Devo scusarmi con tutti voi se le sere scorse vi ho raccontato delle bugia. A dire il vero, fino a ieri tutto il merito è stato solo e sempre dell’aquila Cassandra, che mi ha portato in volo sulla cima di tutte le montagne di cui vi ho parlato, risparmiandomi così un sacco di fatica. Poi ho capito che non era bello mentire agli amici solo per sentirsi più bello ed essere più amato e così oggi per la prima volta sono arrivato da solo in vetta alla Cresta delle Lame Taglienti. Gli spauracchi, che avevano capito già da tempo che le avventure del piccolo Pistacchio erano frutto di fantasia, si misero a parlare tutti assieme… – Ma come, e io che volevo accompagnarti in una delle prossime scalate! – D’accordo, saranno anche state
delle bugie, ma erano così belle! Così emozionanti! – Dai, raccontaci ugualmente com’è andata oggi… Mi piace stare ad ascoltarti! – Su su, dai: dicci che cos’è successo sulla Cresta delle Lame Taglienti! Quella sera il Passero delle Bugie fece una seconda visita, al nostro piccolo amico. – Allora, Pistacchio, come va? – Bene, Passero delle Bugie, molto meglio di ieri sera… Però… – Però che cosa? – …però c’è qualcuno che mi sta parlando in fondo al cuore e mi sta dicendo che io in realtà non sono un passero “di montagna”… – E che passero saresti, questa volta? – Penso di aver scoperto di essere un passero… “domestico”! – Un passero che ama stare in casa? Che preferisce fare lavoretti in cucina e in cantina? Un passero “casalingo”, insomma? – Già, e penso che Casoletta questa volta sarà proprio soddisfatta di me! Non mi caccerò più nei pericoli e farò finalmente il bravo! Sarà proprio così? Casoletta può stare tranquilla, con un bravo passerotto domestico per casa? Lo sapremo la prossima settimana con la nuova avventura di Pistacchio, il passerotto che amava gli spaventapasseri. (4 – continua)