Le fiabe del Bosco delle Venti Querce
Gellindo Ghiandedoro e la Coppa della “Mela d’Oro” I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Quella mattina Casoletta si svegliò all’alba e si mise subito al lavoro. Prese farina, acqua, uova, sale e zucchero e preparò l’impasto per la torta di mele, che avvolse in uno straccio pulito e mise sul davanzale della finestra a riposare. Poi andò in dispensa per prendere quattro grosse mele gialle e… – Ma se le ho raccolte proprio ieri pomeriggio! Dove sono andate a finire, le mie mele?! La stessa scena si ripeté nella tana di Gellindo Ghiandedoro. Quando finalmente la settima sveglia tirò giù dal letto il nostro scoiattolo, Gellindo si ricordò che quello era un giorno importante e corse in cucina per vedere a che punto fossero le sue fettine di mele secche. – Ehi, ma sono sparite! – strillò il poverino. – Le mie belle fette di mele secche non ci sono più! Qualcuno me le ha rubate… Poi, di seguito, il vecchio Empedocle al risveglio non trovò l’ottimo succo di mela che lo spaventapasseri aveva preparato la sera precedente; lo stupendo quadro che ritraeva un cesto di mele rosse, gialle e verdi, opera di Pintacchio, non c’era più: era svanito nel nulla senza un motivo, senza un perché! Il decotto di fiori di mela che Tisana aveva preparato contro il mal di gola… PUFFF!, disperso nel nulla, introvabile. Era misteriosamente scomparso!
Dovete sapere che ogni anno, quando arriva ottobre, il Villaggio degli Spaventapasseri e gli abitanti del Bosco delle Venti Querce celebrano la grande festa della “Mela d’Oro”. E tutti sono invitati a preparare qualcosa – una pietanza, un dolce, un succo, un quadro, una poesia e così via – che abbia per soggetto o per ingrediente proprio la mela! Al termine della festa Brigida la civetta assegna la coppa della “Mela d’Oro” allo Spaventapasseri o all’animaletto del Bosco che ha dimostrato di essere il più fantasioso o il più originale. L’anno prima aveva vinto lo scoiattolo Gellindo con una stupenda collana di “melesecche” che aveva poi regalato alla simpatica Bellondina; l’anno prima ancora il trofeo era andato ad Empedocle, che aveva vinto presentando un succo di mela dolcissimo e profumato ai frutti di bosco; e negli anni precedenti avevano vinto Casoletta con una buonissima torta di mele, Pintacchio con un bel quadro, Abbecedario con una poesia sulle mele, Passion di fiaba con un racconto naturalmente dedicato alle mele… Questa volta, invece, nessuno avrebbe potuto vincere la coppa della “Mela d’Oro”, visto che l’ultima notte qualcuno aveva fatto man bassa di mele, di quadri, di torte alle mele, di decotti…
Brigida la civetta, comunque, nel tardo pomeriggio di quel giorno triste convocò nella piazza del Villaggio tutti gli spaventapasseri e gli abitanti del Bosco. Vuoi vedere che magari qualcuno era riuscito a metter assieme qualcosa che ricordasse una mela? – Tu, Gellindo, cosa hai preparato? – Vorrai dire “che cosa avevo intenzione di preparare”?! Un braccialetto e un diadema di “melesecche”, se proprio vuoi saperlo, ma non trovo più le fettine che avevo lasciato ieri sera a seccare in cucina! – E tu, Casoletta? – Volevo presentare al concorso l’ennesima torta di mele, questa volta però guarnita con panna montata e fragole tardive di bosco, ma le quattro mele che avevo raccolto ieri sera non ci sono più! – Abbecedario? – Non ci crederete, visto che un maestro di scuola deve essere sempre ordinato nelle sue cose, ma non riesco più a trovare le tre poesie sulle mele che avevo scritto in questi giorni! – E tu che mi dici, Dindondolo? – Ti dico che avevo preparato un concertino con le campane dedicato alle mele, ma qualcuno s’è portato via le campane della nostra chiesa! – Pintacchio? – Io non so che fine ha fatto il
quadro che avevo finito ieri sera tardi: un cesto pieno di mele verdi, rosse e gialle che era un vero capolavoro! – Tisana la Dolce? – È stato difficile conservare freschi fino a ieri i petali bianchi dei fiori di mela della scorsa primavera, ma c’ero riuscita e stamattina avrei preparato un decotto contro il mal di gola, ma i petali non ci sono più! Sono spariti! – Fra’ Vesuvio? – Io avrei preparato una nuova “pizza alle mele”, ma qualcuno mi ha rubato l’ingrediente principale! – Insomma, – concluse sconsolata Brigida guardandosi in giro, – c’è qualcuno che quest’anno ha potuto preparare qualcosa con le mele? Il silenzio profondo e triste della piazza venne rotto dallo strillo dello spaventapasseri Lingualunga che… – Certo che c’è qualcuno! Ci sono io! – E con che cosa ti presenti al concorso? – Con una mela rossa tagliata in otto spicchi! – Tutto qui? Solo una mela tagliata sul piatto? – Certo – disse Lingualunga stropicciandosi le mani, – e visto che sono l’unico ad aver portato qualcosa, la coppa della “Mela d’Oro” quest’anno è mia! Non c’era altro da fare: il trofeo
venne assegnato a Lingualunga, che afferrò la coppa d’oro, sgattaiolò via veloce e corse a rinchiudersi in casa senza attendere i complimenti degli amici. TOCK! TOCK! TOCK! – Chi è? Chi è che bussa alla mia porta così tardi – urlò Lingualunga poco prima di mezzanotte. – Siamo noi, siamo Bellondina e Gellindo – disse per tutta risposta lo scoiattolo. – Si può sapere cosa volete da me a quest’ora? – Lascia stare l’ora: vogliamo solo parlarti un po’… Dai, apri la porta! Quando Gellindo e Bellondina furono nella casetta di Lingualunga… – Questa sera non riuscivamo a prender sonno, sai? – disse Gellindo. – Pensieri? – Molti. Molti brutti pensieri… e tutti che partono da qui, da casa tua. Siamo amici, noi, vero Lingualunga? – Come no! Amici per la pelle, Gellindo… – E allora vuoi per favore aprirci quell’armadio laggiù? – Questo? E perché proprio quest’armadio? Lingualunga aprì l’armadio e il quadro di Pintacchio, quello del cesto con le mele verdi, gialle e rosse, scivolò a terra, tirandosi dietro due campane, tre foglietti di poesie, una bottiglia di succo di mela, un bel po’
di fettine di melesecche... – Ma come avete fatto a scoprirmi? – sussurrò Lingualunga con la voce incrinata di lacrime. – È stato semplice – disse Bellondina, – abbiamo cercato di ricordare chi di noi non aveva mai vinto la coppa della “Mela d’Oro” e l’unico eri tu! – Non solo – aggiunse Gellindo. – Io mi sono ricordato che lo scorso anno hai pianto a lungo, quando il premio venne assegnato a me… A quel punto bastava fare uno più uno e abbiamo capito! – E adesso? – Adesso – disse Gellindo, – hai tutta la notte di tempo per rimettere al suo posto ciò che hai momentaneamente rubato ai tuoi amici. Le mele, i quadri, le campane, le poesie, le fiabe… – Poi domani pomeriggio – continuò Bellondina, – ci ritroveremo tutti nella piazza del Villaggio come se non fosse successo nulla, e la civetta Brigida procederà ad assegnare il premio a chi se lo meriterà. Sei d’accordo, Lingualunga? Lo spaventapasseri aveva capito d’essersi comportato male, abbassò la testa e fece cenno di sì con la testa. Sapete chi vinse quell’anno il trofeo della “Mela d’Oro”? Lo vinse Fra’ Vesuvio con la sua buonissima “piz-
za alle mele glassate”, e un diluvio di applausi quasi soffocò lo spauracchio napoletano. Ma il premio speciale per la cosa più semplice e più buona – una coppa fatta con una grossa mela gialla scavata all’interno! – venne
assegnato allo spaventapasseri Lingualunga, per la sua mela rossa tagliata in otto fette e presentata su un piatto bianco! Con una risata generale tutti lo perdonarono e gli si strinsero attorno per far festa.