giornalino semestrale per scoiattoli - n° 16 - Marzo 2020 Rivista semestrale edita dalla Federazione Trentina della Cooperazione - Direttore responsabile: Walter Liber; Art Director: Gabriele Dalla Costa; Grafica: Archimede; Testi: Mauro Neri, Silvia Vernaccini; Illustrazioni: Fulber; Stampa: Litografica Editrice Saturnia; Coordinamento editoriale: Silvia Vernaccini - Testata registrata presso il Roc - n. 17967
La Natura ha bisogno di te! Mi scrive un piccolo lettore del Giornallindo: “Caro Gellindo, mi chiamo Giovanni e frequento la quinta elementare di Ala. A Scuola è da un po’ di tempo che parliamo dei problemi della Natura: il riscaldamento dell’atmosfera, l’inquinamento, la plastica negli oceani, il disgelo dei ghiacciai e del Polo Nord… Sono problemi grandissimi da risolvere, almeno io li sento così, e se non ci sono riusciti i grandi, cosa possiamo fare noi bambini? Lo chiedo a te perché leggo sul Giornallindo che hai sempre il consiglio giusto per tutti quelli che ti scrivono. Ciao e spero di leggerti sul prossimo Giornallindo!” Ed eccomi qui a risponderti, caro
Giovanni. Grazie per i complimenti, ma ti assicuro che le mie risposte non sono ricette magiche (anche se mi piacerebbe), ma solo piccole “pillole” di buon senso, aiutato dall’esperienza di Maestro Abbecedario, dalle conoscenze di Tisana la dolce e dai consigli di Casoletta. Vedi, ciascuno di noi, grande o piccolo, bambino o grande che sia, da solo può fare ben poco, sono d’accordo con te. Ma se si è in tanti allora le cose cambiano, allora è il nostro modo sbagliato di vivere che un po’ alla volta cambia, migliorando piano piano le cose intorno a noi. E come si fa a diventare tanti? A convincere tutti ad essere più attenti a non rovinare la Natura che abbiamo intorno? Facendo il primo passo ciascuno di noi, grande o piccolo che sia. Alcuni dicono che “la Natura ha bisogno dell’Uomo così come l’Uomo ha bisogno della Natura”. Io invece penso che “la Natura ha bisogno di te, Giovanni di Ala, così come la Natura ha bisogno di te, Giovanni di Ala”! Dobbiamo
sentire nel cuore di ciascuno di noi il desiderio di impegnarci per cambiare le cose vicine a noi (nella famiglia, nei giochi con gli amici, nella scuola, nell’oratorio…): tu sarai di esempio per i tuoi amici, insieme farete un primo piccolo “gruppo”, nel paese dove vivete sarete portavoce della Natura e pian piano diventerete sempre più numerosi. E qual è l’obiettivo, lo scopo, il fine di tutto questo percorso? Semplice, semplicissimo: “lasciare il mondo (e quindi anche la Natura) un po’ migliore di come l’abbiamo trovato! E io sarò sempre con voi! Un saluto a tutti dal vostro
Posta Caro Gellindo, a scuola, ma anche fuori di scuola, vedo tanti miei amici che hanno sempre un po’ di soldi in tasca e non ci pensano sopra tanto per spenderli. Mamma e papà mi hanno insegnato che guadagnare soldi si fa fatica, è lavoro: perché allora tanti bambini non ci pensano e spendono quasi sempre in sciocchezze?
Giorgia,
Castello di Fiemme La tua mamma e il tuo papà te l’hanno detto: i soldi che guadagnano lavorando (e faticando) servono per mantenere la tua famiglia, per non far mancare nulla a te (e, se ne hai, anche ai tuoi fratelli e sorelle). Bene, la tua famiglia è una piccola “isola” felice in cui non si spreca nulla e le spese vengono fatte con oculatezza, con attenzione. Se, poi, alla fine di ogni mese restano ancora un po’ di soldi da spendere, ecco il salvadanaio o la Cassa Rurale che consentono a ciascuno di crearsi un personale “tesoretto” sempre a disposizione quando ce ne sarà di bisogno. Anche col risparmio è necessario essere di esempio e non vergognarsi se si decide di non spender denaro per rincorrere questa o quella moda, per comprarsi qualcosa solo perché lo fanno gli altri… E allora invita i tuoi amici (oppure, magari, fatelo insieme) ad andare sul mio sito (www.risparmiolandia.it), aprite la pagina “Fiabe fiabissime/ Tutte le fiabe” ed entrate nel mondo de “L’Economia raccontata ai bambini”. Si tratta di sei storie per complessive diciotto puntate settimanali che vi accompagneranno nel mondo del risparmio e della cooperazione. Su questo numero del Giornallindo vi propongo la prima puntata: ci vediamo presto da qui a fine
giugno 2020 per vivere assieme mirabolanti avventure nella Valle di Risparmiolandia! E per non perdervi, avrete una guida di eccezione: il vostro risparmioso
Caro Gellindo, nella nostra classe (terza elementare) è arrivato da poco un bambino di colore, viene dall’Africa. Purtroppo se ne sta sempre in un angolo, non parla con nessuno, quando gli chiedi di giocare scappa via come fosse spaventato… Quando parla non la capiamo bene, perché l’italiano ancora non lo sa… Tu cosa faresti?
Maria Gioia Borgo Valsugana
Io, se fossi in te, lo inviterei in biblioteca, mi farei prestare un bellissimo libro con tante illustrazioni di animali, ad esempio, e aiuterei il mio amichetto straniero insegnandogli come si dice in italiano “cane”, “capriolo”, “leone”, “coccodrillo”… E magari io a mia volta potrei imparare come si dice nella sua lingua il nome dei miei animali preferiti. Oppure gli insegnerei uno dei giochi che tu conosci… Un bel “Memory”, ad esempio, permette di apprendere molte parole divertendosi! Vedi, Maria Gioia, prova a metterti nei panni del tuo nuovo compagno di classe: se tu fossi una giovane emigrata nel suo Paese e ti trovassi di colpo in una classe in mezzo a bambine e bambini che non conosci, che non capisci quando parlano, che ti guardano con gli occhi seri e perplessi, cosa faresti? Cosa penseresti? Spereresti che uno di quei nuovi compagni di classe ti si avvicinasse e ti proponesse di giocare assieme e di imparare grazie a lui tante
parole nuove della sua lingua. Tienimi al corrente di come procedono le cose, va bene?
Gellindo carissimo, leggo sempre le tue fiabe sul sito di Risparmiolandia e a scuola ho letto anche le tue fiabe delle regioni italiane. Bellissime. Ma come si fa a scrivere fiabe? Me lo potresti dire, così poi lo dico anche alla mia maestra…
Andrea, Pellizzano
Risponderti, caro Andrea, è facilissimo. Per scrivere delle belle fiabe ci sono tre segreti. Il primo segreto è… “leggere molto”! Leggere fiabe, ma anche racconti per bambini, leggere storie, leggere perché no anche fumetti… Il secondo segreto è… “leggere ad alta voce”. Se non disturbi nessuno, leggi ad alta voce e un po’ alla volta – è l’allenamento che ti aiuterà – prova a dare le giuste tonalità alla voce quando parla un bambino oppure uno stregone, un vecchietto o una fanciulla… A quel punto la fiaba “diventerà “tua”! Il terzo segreto è… “non stancarti mai di leggere”! Anche quando avrai imparato a scrivere fiabe o racconti, leggere storie scritte da altri ti aiuta a viaggiare con la fantasia, che è la “benzina verdissima” di chi vuole continuare a scriver fiabe! Aspetto la tua prima fiaba, va bene?
L’ECONOMIA RACCONTATA AI BAMBINI
Gellindo Ghiandedoro e un regalo complicato Ogni mattina ci vogliono sette sveglie, per tirar giù dal letto il povero Gellindo! Sette sveglie che si mettono a suonare una dietro l’altra. La prima sussurra con voce melodiosa e dolce “Buongiorno, mio caro scoiattolino… Buongiornoooo!”. Niente! Gellindo sbuffa inquieto e infila la testa sotto al cuscino. La seconda comincia piano piano a ticchettare impertinente e leggera, poi sempre più forte, sempre più veloce… “TICK… TICK… TICK!… TICK!… TICK-TICK-TICK-TICK-TICK-TICK TICKTICK-TICK-TICK!!!!!! – SGRUMPF! – è l’unica risposta di Gellindo, che corre a rifugiarsi sotto le coperte. La terza sveglia ha il suono di una tromba che trombetta allegra e sbarazzina in giro per la stanza… PEPPEREPPEPPÈÈÈÈ! PEPPEREPPEPPÈÈÈÈ!… – Lasciatemi dormire! – si lamenta Gellindo, sbucando da sotto la coperta con gli occhi chiusi. La quarta ha il suono delle campane che chiamano alla festa… “DINN DONN DANN… DANNNN DINNN DONNN... DANNNN DANNNN DONNNN…” Gellindo allora afferra l’enorme coda, se la mette a mo’ di sciarpa attorno alle orecchie e si tuffa sotto al letto per poter trovare un po’ di pace e continuare a dormire. La quinta sveglia duetta con la sesta… grancassa da un lato, piatti d’ottone dall’altro… ma solo quando entra in campo la settima… BATATATABÀMMM! BATATATABÀMMM!… con tuoni e fulmini d’un temporale che pare abbattersi proprio sulla quercia di Gellindo, lo scoiattolo emerge da sotto il letto con gli occhietti socchiusi e assonnati… – Ho capito! Ho capito… UAAAAUUUMMMM! Bastaaaa, fate silenzio, adesso mi sveglio! A quel punto il più è fatto. Adesso basta far colazione sgranocchiando un bel mucchietto di noci accompagnate da una tazza di latte tiepido, risciacquarsi il musetto con l’acqua fresca e dedicarsi finalmente al primo divertimento della giornata: l’impomatamento della bella coda! – Oggi voglio darmi alla pazza gioia – disse Gellindo il mattino di questa nostra storia, guardandosi allo specchio e aprendo l’armadietto dei tubetti di gel. Lì dentro ce n’erano stipati almeno cento, di tutti i colori, di tutte le forme, di tutte le qualità e di tutti i profumi:
gel per la sera e gel per il pomeriggio, gel per scolpire e gel per ammorbidire, gel per farsi bello e gel per far volume, gel per peli delicati e gel che pare cemento, gel che incolla e gel che inumidisce, gel coi lustrini e gel che scurisce… – Ecco, oggi scelgo questo! – esclamò Gellindo dopo averci pensato su. Afferrò il tubetto del “Gel Primavera” (“IL GEL DEI MILLE FIORI”, si leggeva sull’etichetta) e ne strizzò la metà direttamente sulla coda. Impiegò tre quarti d’ora a lisciare e ad accarezzare, a tirare e a stendere, a pizzicare e ad attorcigliare, ma al termine eccola lì, la sua enorme estremità: oggi avrebbe avuto la forma di una bella campanula di primavera! Con il cuore gonfio di gioia (e il pancino di latte e noccioline), Gellindo uscì dalla tana, salutò la talpa Melesenda immersa nella lettura della “GAZZETTA DEGLI SPAVENTAPASSERI”, diede una grattatina alla civetta Brigida, addormentata sul ramo più basso di una quercia… “Buona giornata, Brigida e dormi bene…” e s’avviò fischiettando in direzione del Villaggio. Ma c’era qualcosa di strano, nell’aria, c’era il peso di quel sasso sullo stomaco che impediva a Gellindo di fare un bel respiro profondo. “È come se mi dovessi ricordare qualcosa, però qualcosa
di importante, ma più ci penso e più non riesco a ricordare che cosa possa essere!” si disse Gellindo, rallentando la corsetta allegra e grattandosi la zucca. “Oggi devo ringraziare qualcuno? Boh! C’è qualche amico del Bosco che si aspetta qualcosa da me? Nooo! Ho promesso di fare qualche lavoretto per uno degli spaventapasseri?… ehm, mi pare proprio di no…” Solo quando uscì dal Bosco delle Venti Querce e giunse all’imbocco del Villaggio, Gellindo alzò gli occhi, lesse... e si ricordò!
Sei curioso di sapere che cosa vide il nostro Gellindo? Vai sul sito www.risparmiolandia.it e troverai la prima puntata di una storia lunghissima intitolata L’ECONOMIA RACCONTATA AI BAMBINI. Pensa un po’: è la fiaba più antica, è la prima lunga fiaba in assoluto nella storia di Risparmiolandia che ha per protagonista il nostro scoiattolino risparmioso, che ti farà compagnia da qui fino a fine giugno 2020 con un’avventura nuova settimana dopo settimana!
7 Differenze
CONSIGLIO DI PASSERO PISTACCHIO
Val di Rabbi: a piedi nudi nel parco Avete mai provato a camminare scalzi nel bosco? Vi pare una cosa incredibile? E invece non lo è, anzi è bellissimo e fa benissimo. Chiedete anche a mamma e papà e provate anche voi. Vi consiglio di andare in cima alla Val di Rabbi, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, più di preciso in località Coler. Qui è stato creato un percorso lungo mezzo chilometro dove potrete provare questa camminata a piedi nudi che – è provato scientificamente – migliora la circolazione del sangue, l’equilibrio, la postura, i dolori alla schiena. Si chiama “park therapy” e in Giappone questa terapia è riconosciuta valida anche dai medici. Camminerete calpestando materiali diversi, come pietre di fiume levigate, muschio ed erba, pigne secche di abete, tronchi di abete e larice ed entrerete anche in un ruscello di acqua di sorgente davvero fredda (dai 4 ai 7 °C). È così che, alternando la consistenza del fondo su cui mettete i piedi e anche la temperatura del terreno, si rafforza il vostro contatto con la Terra e vi sen-
tirete meglio, con più energie. E vi divertirete pure! Un consiglio: fate passi lenti e appoggiate bene la pianta del piede osservando le sensazioni che vi suscita. Quando vi rimetterete le scarpe, vi sembreranno strane, diverse, quasi non le aveste mai indossate! In Val di Rabbi, in località Valorz, vicino all’abitato di San Bernardo, è aperto il primo centro Kneipp all’aperto del Trentino. È un’area parco con aiuole, fontane, un laghetto, un torrente e comode sdraio in legno. Un modo piacevole per ricaricarsi di energie.
LA CARTOLINA DI FRANCO BOLLO
Musei insoliti Bergantino (Rovigo): il paese delle giostre! Il simpatico Franco Bollo, lo spaventapasseri portalettere del Villaggio di Risparmiolandia, si è messo in viaggio per l’Italia con il compito di scriverci di quando in quando alcune “cartoline” dai luoghi più amati dai bambini. Andate a vedere sul sito di Risparmiolandia https://www.risparmiolandia.it/it/ bosco-delle20-querce/consigli-degli-spaventapasseri/franco-bollo/?IDSP=9707 in quanti e quali quali posti è già andato Franco Bollo. Se durante il suo viaggio il nostro amico spauracchietto si è fermato a Bergantino, un paesello nel cuore della pianura padana in provincia di Rovigo, e da lì ci ha scritto questa bella cartolina, be’ un motivo ci sarà, no? Infatti Bergantino non è proprio il “paese dei balocchi” in cui si persero Pinocchio col suo amico Lucignolo, ma che sia il “regno delle giostre” questo non lo può mettere in dubbio nessuno! Qui, infatti, da molto tempo praticamente tutte le famiglie sono impegnate nella… costruzione delle giostre! Sì, proprio le giostre che trovate al Luna Park, ai grandi parchi di divertimento – come ad esempio Gardaland che di certo conoscete – o più semplicemente alle fiere con le bancarelle che si tengono
nelle vostre città. A Bergantino una settantina di fabbriche inventano, progettano, costruiscono, distribuiscono e vendono in tutto il mondo le giostre più belle, più grandi, più avventurose! Franco Bollo, però, la sua cartolina ce l’ha mandata per farci conoscere un affascinante museo che delle giostre conserva la memoria e la storia: è il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare che trovate in un bel palazzotto a Bergantino. È qualcosa di unico, in Italia, e visitando le sue sale potete fare un viaggio nel mondo dei divertimenti altrimenti inimmaginabile. Scoprirete come la giostra “del calcio in culo”, gli autoscontri, il tagadà, il bruco, l’ottovolante e tante altre incredibili attrazioni hanno un loro lontano “parente” nei giocolieri di strada, nel teatro dei burattini, nel cinematografo ambulante, nella ruota panoramica. Troverete antichi cavallini di legno o di cartapesta, modellini di giostre antiche e moderne perfettamente funzionanti, filmati e monitor da toccare per gli approfondimenti, stampe e dipinti ma non solo! Una sala è poi dedicata agli strumenti musicali meccanici di fine Ottocento, gli organetti, che trasportati su carretti venivano fatti suonare per le strade. Chiedete alle guide del museo di girare le loro manovelle e sentirete che allegria di musica! E c’è pure una scala, per accedere al piano superiore, che a salirvi vi sembrerà di entrare nella bocca di un mostro con le fauci infuocate: ma non abbiate paura, è lo spettacolo del Luna Park! Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare Piazza G. Matteotti, 85 - Bergantino (RO) - tel. 0425 805446 www.museodellagiostra.it Visite guidate e attività didattiche per le scuole di primo e secondo grado su diversi temi.
VAL DI NON
Fondo: l’orologio azionato dall’acqua Per primi furono i sacerdoti babilonesi, attorno al 3000 a.C., a dividere il giorno in 24 ore, ma per gli strumenti di misurazione del tempo bisogna attendere gli antichi egizi e l’invenzione della meridiana. La conoscete? È un’asta posta su un muro, possibilmente in posizione molto soleggiata che, illuminata dal sole proietta l’ombra su una superficie (una specie di quadrante) graduata con le ore. Prima dell’orologio meccanico, quello che già nel Medioevo faceva muovere le lancette dei grandi orologi che vedete sui campanili delle chiese o delle torri civiche, c’erano strumenti molto semplici. Ad esempio l’astrolabio, che serviva anche per non perdersi durante le navigazioni all’epoca dei grandi esploratori come Cristoforo Colombo, oppure l’orologio ad olio destinato ad uso notturno: dopo che il lume veniva acceso all’imbrunire, lo scorrere del tempo era misurato dalla quantità di olio rimasto nell’ampolla (tacche orarie).
Altri orologi simili, che segnano il tempo in base alla quantità di materiale che si consuma o che passa da un contenitore all’altro sono la clessidra – con la sabbia - e l’orologio ad acqua. Ma se una clessidra sicuramente l’avete vista più volte, per osservare quest’ultimo dovete andare a Fondo in Val di Non, nella piazza principale. Costruito nel 2010 sul modello di quelli antichi, assomiglia a un grande automa: a farlo funzionare è proprio l’acqua che muove due meccanismi distinti ma collegati. C’è l’idrocronometro che segna le ore, il giorno e il mese, la posizione della luna e del sole nello zodiaco, e l’idrosuoneria, che attraverso due ruote idrauliche aziona suoni diversi come quello dei martelletti o del cucù. Se girate per Fondo vi accorgerete poi che l’acqua è l’elemento che contraddistingue tutto il paese: nel rione “Giò a l’Aca” incontrate fontane lavatoio, ma anche i mulini un tempo azionati dall’energia idraulica e potete divertirvi nel percorso guidato lungo la forra scavata dal Rio Sass. Infine, c’è una cascata d’acqua che esce da un laghetto artificiale: il lago Smeraldo.