GIORNALLINDO #18

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giornalino semestrale per scoiattoli - n° 18 - Marzo 2021 Rivista semestrale edita dalla Federazione Trentina della Cooperazione - Direttore responsabile: Walter Liber; Art Director: Gabriele Dalla Costa; Grafica: Archimede; Testi: Mauro Neri, Silvia Vernaccini; Illustrazioni: Fulber; Stampa: Litografica Editrice Saturnia; Coordinamento editoriale: Silvia Vernaccini - Testata registrata presso il Roc - n. 17967

Finalmente è primavera! Appena uscito dal letargo, come sempre i miei amici spaventapasseri mi hanno ricoperto di regali di “bentornato”: Abbecedario un bel libro; Casoletta una stecca di cioccolata; Quantobasta delle caramelle balsamiche; Fra’ Vesuvio una delle sue ineguagliabili pizze… Tisana la Dolce si è presentata con una … patata! Ma cose se ne fa, uno scoiattolo, di una patata? Me lo sono chiesto anch’io. Ma poi ho capito. “Metti questa patata in un vaso e coprila...di terra”, mi ha detto Tisana. “Una volta al giorno la bagni con un goccio d’acqua e poi… poi aspetta e vedrai!” Io guardavo il vaso della mia patata almeno cinquanta volte al giorno, ma non si vedeva nulla

di nuovo. Ero diventato nervoso e insopportabile, ma poi… “Prova a non guardarla per due giorni interi!” mi ha detto Tisana la Dolce. Le ho obbedito e all’alba del terzo giorno… UNA FOGLIOLINA! Dal terriccio spuntata una piccola, debole fogliolina, che in breve è cresciuta, è diventata un grosso gambo in cima al quale… È SPUNTATO UN FIORE AZZURRO! La mia patata era diventata un fiore stupendo, cancellando tutte le mie paure. Ecco, proprio questa è la primavera: dopo i mesi del vento gelido e del silenzio di neve, è bastata una nuvola che si apriva in cielo per far passare il primo raggio di luce e in men che non si dica è arrivata la primavera! Dopo il buio, ecco la luce. Dopo la luna, ecco il sole. Dopo il freddo, ecco il tepore. Dopo la noia, ecco il gioco… Perché la primavera è proprio questo: la certezza che malgrado

il brutto di oggi, la solitudine delle settimane trascorse, l’ansia di non vedere i nostri amici, le brutte notizie che il mondo dei grandi ci riversa addosso ogni giorno, malgrado questo inverno dei sentimenti, di sicuro la primavera arriverà coi suoi profumi e i suoi fiori, con il verde novello dei prati e col sereno limpido del cielo. Certo, di tanto in tanto ci sarà qualche rovescio di pioggia, qualche folata di vento freddolino, ma saremo tutti fuori dalla stagione che ci siamo lasciati alle spalle. È il miracolo della primavera. È la certezza della primavera. È la primavera, bambine e bambini, ve lo dice il vostro Gellindo Ghiandedoro!



Posta Caro Gellindo, puoi aiutarmi, oppure darmi un consiglio? Mi puoi dire come posso aiutare la mia mamma e il mio papà a non avere troppi pensieri in questi mesi così difficili e pieni di brutte notizie?

Luca, Pinzolo

Carissimo piccolo Luca, per prima cosa fai leggere questa letterina alla tua mamma e al tuo papà, anche se so già che, prima di scrivermela, ne hai parlato con loro e gliel’hai fatta vedere. Vedi, anche solo il fatto di aver pensato a che cosa può fare un bambino per portare un po’ di serenità nella sua famiglia è per una mamma e un papà una ventata di ottimismo… Se poi ce la fai a essere ancor più servizievole in casa, ancora più diligente coi compiti a scuola, se tieni in ordine la tua cameretta meglio di quanto facevi prima, be’, ti assicuro che i tuoi genitori ne saranno felici e orgogliosi! Comunque bravo, Luca!

Ciao Gellindo! a scuola vado bene in quasi tutte le materie… Mi piace scrivere e anche la matematica, adoro le scienze e leggo molto, ma quando si tratta di imparare le regole ad esempio dell’analisi grammaticale e di quella logica, delle proporzioni e delle frazioni, allora mi perdo e non capisco più niente.

Ivano

Fiera di Primiero Roac Vanoi, ehc soac sopos tridi? Che ne dici se rispondessi alla tua letterina senza aver ben ben imparato prima le regole della scrittura? Quelle

che ci fanno mettere le lettere al loro posto giusto perché formino parole e poi frasi che abbiano un senso compiuto? Senza queste regole, che evidentemente bisogna pur imparare, ognuno sarebbe autorizzato a inventarsele, ma a quel punto nessuno più riuscirebbe a capire quel che pensano e dicono gli altri! Insomma, lo so che all’inizio per ogni cosa… leggere, scrivere, far di conto, ma anche guidare l’automobile, andare in bicicletta… c’è un periodo di tempo in cui bisogna sforzarsi per “imparare”. Ma quando sei ben ben sicuro di aver appreso le regole giuste, allora nessuno più ti può fermare e anche le cose che sembrano le più difficili diventano prima facili e poi belle! Prova e vedrai che ho ragione. Il tuo caro amico Ligendol Ghidonaerdo

Carissimo Gellindo, in casa è arrivato un cagnolino, un cucciolo che è un amore! Gli piace un sacco giocare, correre su e giù per il corridoio abbaiando come un matto. Come posso fare per insegnargli a non abbaiare troppo? Posso dargli da mangiare anche fuori dai suoi pasti? E se fa la pipì in giro per casa come devo comportarmi?

Angela,

Riva del Garda Avere un cagnolino in casa è una cosa che ti porta allegria e che ti dà la possibilità di dare tanto affetto. Ma ti procura anche qualche problemino. Allora: il cane abbaia (ad esempio quando suona il campanello di casa) perché vuole avvertire quelli della

famiglia che c’è uno “straniero” intenzionato a entrare. Se quelli di casa fanno finta di non sentire il cane che abbaia, un po’ alla volta lui capirà che chiamare a raccolta il “branco” non ha senso. La pipì? All’inizio tutti i cani devono imparare quali sono le regole di casa: gli orari dei pasti e quelli delle uscite, che devono essere il più possibile regolari, così il cane si sa regolare. E quando gli scappa proprio e la fa su un tappeto, be’, sgridarlo senza fargli del male può servire per fargli capire che voi non siete d’accordo. Il cane, che ci vuol bene, lo capirà e aspetterà la gitarella fuori casa. Una crocchetta come premio? Certo che si può fare, ma anche in questo caso mai eccedere: il cane non va viziato, ma solo educato. Bau bau bau da


L’alfabeto dei fiori La primavera ci regala i primi tepori, il primo sole, i primi giochi all’aria aperta e anche i primi fiori. Di tutti i tipi e le misure, di ogni colore e profumo… Ma lo sapete che i fiori tra di loro “parlano”? E lo sapete che è possibile capire quel che si dicono? E, soprattutto, che possiamo anche rispondere al loro saluto o alle loro domande? Volete imparare l’alfabeto dei fiori? Allora leggete con calma e attenzione questa bella fiaba e scoprirete il mistero del linguaggio segreto dei fiori! Era il tardo pomeriggio di una bella giornata di metà marzo, quando dalla periferia del Villaggio degli Spaventapasseri si alzò improvviso uno strillo forte e acuto… – Ci sono riuscitaaa! Correte, correte… Finalmente ce l’ho fatta! L’invocazione proveniva dalla casetta di Tisana la Dolce ed ebbe l’effetto di far sobbalzare tutti gli spaventapasseri e gli spaventapulcini che riposavano all’ombra in quel tiepido pomeriggio di inizio maggio. – Correte! Venite subito… ma che cosa aspettate!?!? Solo quando Gellindo Ghiandedoro, Abbecedario e Quantobasta, Casoletta e Bellondina, Fra Vesuvio, Lingualunga e tutti gli altri arrivarono di corsa alla casa di Tisana, la povera spauracchia si calmò, tirò un respiro profondo e fece un timido sorriso. – Be’, si può sapere che è successo? – chiese allora Gellindo. – Cos’è tutto questo strepito? Questo urlare “correte, correte!” come se la tua casa fosse preda delle fiamme? – No, amici, nessun incendio solo che ho fatto una scoperta sensazionale! – disse Tisana la Dolce tutto d’un fiato. Gli spaventapasseri e gli altri abitanti della valle di Risparmiolandia accorsi alla richiesta di aiuto di Tisana la Dolce fecero silenzio e si misero ad ascoltare. – Allora – disse Tisana dopo aver tirato l’ennesimo profondo respiro, – tutti voi sapete qual è la mia più grande passione, vero? – Come no – esclamò Casoletta: – Coltivare fiori! Tisana sorrise. – Ma certo: io amo cercare i semi dei fiori più strani, li semino nel mio giardino e poi li curo e li allevo come tanti piccoli figlioletti finché non diventano belli grandi, colorati


e profumati. Io gli parlo, sapete?, ai miei fiori: gli do il buongiorno al mattino, li consolo quando il vento rischia di spezzarne lo stelo, gli racconto delle belle storie la sera per farli addormentare… La interruppe Pagliafresca: – Vuoi dirci però che cosa hai scoperto di così eccezionale sui tuoi fiori, da farci accorrere tutti spaventati e curiosi! – Oggi – sillabò con cura Tisana la Dolce, – ho scoperto il modo di capire il linguaggio dei miei fiori! Un silenzio di tomba scese in quella parte del Villaggio. Un silenzio di attesa coprì ogni cosa come una coltre leggera che attutisce i rumori e le idee. Un silenzio di incredulità si fece strada tra i visi degli spauracchi, fermandosi alla fine sulla punta del naso di Gellindo Ghiandedoro, che si schiarì la gola e cominciò a parlare. – Allora ascolta, cara la mia Tisana: è già strano che nella Valle di Risparmiolandia parlino gli scoiattoli come me, le oche migratrici come Bernardina, le civette come Brigida, i draghi come Casimiro, i passeri come Pistacchio e soprattutto gli spaventapasseri che sono corsi fin qui… E tu vorresti dire che, da adesso in poi, anche i fiori potranno parlare? Ma ti rendi conto dell’enormità di quel che hai appena detto?

– Io non so che farci, – si difese Tisana facendo il broncio, – ma dopo anni e anni che io parlo ai miei fiori, finalmente loro, oggi, mi hanno risposto? – E cosa ti avrebbero detto? – chiese spauracchia Pasticcia. – Mi hanno detto… “Ciao”! Il silenzio di tomba venne percorso da un bisbiglio prolungato, che però ben presto si trasformò in una cascata di urla e di risate, di prese-in-giro e di sberleffi… – Ma voi dovete credermi – urlò allora Tisana. – Che amici siete, se non credete a


quello che vi dice una che conoscete da sempre? – Un momento! – intervenne a quel punto Gellindo. – Silenzio... fate silenzio, vi prego! Ascolta, Tisana: vuoi spiegarci come funzionerebbe questo linguaggio dei fiori? – È la cosa più semplice del mondo, tanto che mi meraviglio di non averla scoperta prima. – La spaventapasseri fece un passetto in avanti perché tutti la potessero sentire e cominciò a spiegare. – Io mi siedo al centro del mio giardino pieno di fiori d’ogni specie e di tutte le famiglie. Li guardo uno a uno e, quando la brezza comincia a soffiare leggera, sto attenta alla lettera iniziale dei loro nomi secondo l’ordine in cui ondeggiano i fiori. Quando si agitano prima la Campanella, poi l’Iris, l’Arnica e infine l’Orchidea... metto insieme le iniziali dei loro nomi e: “C”, “I”, “A”, “O”... CIAO! È così che i miei fiori oggi hanno cominciato a salutarmi! – Ehi, lo sentite anche voi il vento che si sta alzando? – urlò a quel punto Bellondina saltando felice. – Forse… forse i fiori di Tisana stanno per dire qualcosa anche a tutti noi! Tutti fecero silenzio e, una dopo l’altra, dissero in coro le lettere iniziali dei fiori che via via si mettevano a ondeggiare nel giardino di Tisana: ecco là un Botton d’oro, poi i fiori d’Uva, l’Orchidea, il Narciso, l’Arnica... ancora il Narciso e l’Orchidea, due Tulipani e infine l’Edera... – B... U... O... N... A... N... O... T... T... E! BUONANOTTE! – esclamò Gellindo Ghiandedoro. – I fiori di campo ci hanno augurato la buonanotte! – E allora andiamo a dormire felici, – sussurrò con un sorriso la buona Tisana la Dolce, – perché oggi ci siamo fatti moltissimi amici nuovi!


7 Differenze


Il Museo del miele di Lavarone Di certo anche voi bambini siete attratti dal mondo delle api, da quell’incredibile organizzazione che regna all’interno dell’alveare e dalla dolcezza dei suoi prodotti. Affascinante risulta dunque una visita al “Museo del miele” di Lavarone, in località Tobià, che vi aiuterà a scoprire i molti segreti nascosti delle api. Strutturato su tre piani, mostra una notevole varietà di attrezzi tipici dell’apicoltore e altri oggetti come favi, bugni, arnie, smielatori provenienti da più Paesi e risalenti a epoche diverse: una suggestiva ambientazione storica alla quale si aggiungono alcuni bellissimi video. Grandi pannelli e fotografie – proprio come a scuola – raccontano l’evoluzione, l’anatomia, le abitudini delle api, i loro nemici e il rapporto con l’uomo: un mondo che appare ben visibile attraverso una speciale arnia in vetro che permette di seguire da vicino e direttamente il frenetico lavorìo delle api. Il percorso di visita si completa visitando una fornita

E nei dintorni di Lavarone? Poco distante, in contrada Oseli, potete visitare Forte Belvedere, una fortezza della Prima guerra mondiale costruita dagli austriaci e che faceva parte della corona di fortificazioni a difesa dell’Altopiano di Lavarone. Per la visita telefonate allo 0464 780005 o inviate una mail a info@fortebelvedere.org Aggiornamenti su www.fortebelvedere.org


biblioteca specializzata. All’esterno, invece, in posizione tale da non essere disturbata, una postazione di arnie raccoglie l’incessante produzione del dolce quanto salutare miele che potrete assaggiare e anche acquistare nel piccolo negozio annesso. Il museo è aperto su richiesta, organizza visite guidate e attività didattica (Azienda Apistica A. Marigo: tel. 0464 783315; museo@museodelmiele. com). Se non sarà possibile farci visita quest’anno a causa della pandemia, ricordatevi però di appuntarvi questa gita per quando sarà più facile muoversi. Ne vale la pena!


IN GITA CON IL PASSERO PISTACCHIO

Monte Baldo: la Riserva di Cornapiana Con l’arrivo della bella stagione vi propongo questa bella gita nel Parco naturale locale del Monte Baldo, un’area trentina protetta da apposite leggi provinciali. Ne fa parte la Riserva naturale di Corna Piana (52 ettari) che, insieme al sottostante Altopiano di Bes (100 ettari) nell’Altopiano di Brentonico, rappresenta un rifugio per piante e insetti rari. Camminando tra i 1500 e i 1700 metri di quota, incontrerete rocce diverse – calcaree, dolomie e tufi – ed anche insetti, piante e fiori altrove estinti e qui classificati con il termine scientifico baldensis: questo perché alcune cime del Monte Baldo sono rimaste escluse dalle ultime glaciazioni del Quaternario. Si parte dalla Bocca del Creer (1617 m), dove si trova il Rifugio Graziani ai piedi del Monte Altissimo (occorre poco più di un’ora per arrivarci in cima e da quassù vedrete l’azzurro del Lago di Garda, 2079 m;). Diversi ed emozionanti sono gli itinerari segnati dai cartelli bianchi e rossi della Sat, che magari potete appuntarvi come idee per altre gite. Quello che vi propongo richiede un paio d’ore, dipende dalla voglia che avete di camminare e scoprire paesaggi meravigliosi. Seguite


dunque le indicazioni Sat prima col numero 633 poi 650: è un sentiero facile che aggira la cresta rocciosa di Corna Piana e guida in mezz’ora a Malga Bes (1500 m). La riconoscete per il grande stallone, la casa del malgaro, la porcilaia con il tetto coperto da lastre di pietra com’è uso sul Baldo e per le tante mucche che in estate pascolano tranquille nei prati attorno o si abbeverano alla pozza. In un paesaggio ondulato imboccate ora la strada bianca a destra che, attraverso un bosco rado di antichi faggi, scende sulla strada provinciale. Tranquilli, camminerete sull’asfalto per qualche decina di metri. Potete scegliere una breve deviazione per il Rifugio Fos-Ce, se volete magari fare merenda (1430 m; apertura estiva), oppure proseguire diritti tagliando alcuni tornanti attraverso i prati (se il pascolo lo consente), per seguire il

tracciato che porta a Malga Canalece, altro generoso pascolo per le mucche. Ancora una volta qui potete scegliere di tornare direttamente al Rifugio Graziani oppure di seguire a destra l’indicazione per la cresta di Corna Piana e attraversare così la Riserva Naturale di Corna Piana, particolarmente interessante per le specie botaniche. Immersi in questo fantastico mondo naturale scendete al Rifugio Graziani. Se siete amanti della neve questo percorso lo potete fare anche in inverno, con le ciaspole: di certo è affascinante, ma privo dei mille colori dei fiori.



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