L ’economia raccontata ai bambini - 14 - Gellindo Ghiandedoro in cerca di lavoro

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L ’economia raccontata ai bambini

Gellindo Ghiandedoro in cerca di lavoro

2 - Una scelta difficile I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER


Cento lavori: due Fu così che per Gellindo Ghiandedoro, la mattina dopo, cominciò una vera e propria giostra di lavori da far girare quasi la testa. – Maestro Abbecedario, che ne diresti se oggi vengo ad aiutarti a far scuola agli spaventapulcini? – E tu che cosa vorresti insegnare? – Potrei… ad esempio potrei insegnare ai tuoi scolari come ci si orienta nel bosco! – Bene – rispose Abbecedario, chiudendo il libro di matematica e rivolgendosi ai dieci spaventapulcini seduti sui banchi di scuola. – Oggi basta aritmetica e niente lezione di storia degli Spaventapasseri famosi, perché il nostro amico scoiattolo vi insegnerà a non perdervi quando camminate in un bosco. Gellindo: tocca a te! – Dunque… ehm, allora fate attenzione: quando camminate in un bosco e arrivate a un bivio, vedrete una strada che va a destra e una che gira a sinistra. Va bene? Avete capito? Allora fin qui non ci siamo persi: se prendete la strada di destra, fate attenzione al ritorno, perché quel bivio lo vedrete diverso e potreste sbagliar strada. Per evitare di perdervi, se all’andata avete girato a sinistra, quando tornerete a casa, giunti al bivio, prendete la strada di destra… no, cioè, scusatemi, la strada di sinistra e girate poi a destra… ma quando sarete a casa, forse… no, anzi: così a casa non ci tornerete mai! – Stop! – intervenne Abbecedario, quando si rese conto che Gellindo era

in difficoltà. – Sapete cosa fate, adesso? Lasciate i libri sul banco e andate a fare una passeggiata qui attorno accompagnati dal vostro nuovo insegnante. Vedrete che a Gellindo verrà senz’altro in mente quale strada scegliere, quando si ritorna a casa… Quella sera gli Spaventapasseri del Villaggio attesero fin dopo notte che gli spaventapulcini e Gellindo facessero ritorno a casa e dovettero muoversi Abbecedario, Quanto-basta e Candeloro per andare a recuperarli al di là del ruscello, oltre il Bosco delle Venti Querce. Dopo che gli spaventapulcini abbracciarono i loro genitori in lacrime e tornarono ognuno nel proprio orto, Abbecedario prese in un angolo Gellindo, gli mise due soldi in mano e… – Bisogna sempre conoscere quali sono i propri limiti, caro il mio scoiattolo. Tu sei bravo e sei volonteroso, ma in quanto a orientamento ti perderesti dal tuo letto alla porta di casa! Perciò ti saluto e domani cerca qualcos’altro da fare! Cento lavori: tre – Quanto-basta, a me sono sempre piaciute le bottigliette di vetro di tutti i colori, i bilancini d’ottone piccoli piccoli, i pestelli per tritare le pillole… Mi prenderesti con te come aiutante? Quanto-basta non aveva bisogno di alcun aiuto, nella sua farmacia, ma siccome all’occorrenza era bravo a fare anche il medico, l’infermiere, il barbiere e il meccanico…



– D’accordo, Gellindo: sei assunto come aiutante farmacista, così quando qualcuno mi chiama per il mal di pancia, per aggiustargli il tosa-erbe o per accorciargli il ciuffo dei capelli, ci sarà qualcuno che tiene aperta la farmacia… I guai cominciarono di lì a un paio d’ore quando, solo in negozio, Gellindo vide entrare Chiomadoro. – Ciao, Gellindo: ho sentito che hai un nuovo lavoro, oggi! Mi daresti uno shampo per capelli biondi? – Ai tuoi ordini, Chiomadoro! – esclamò Gellindo, che si precipitò allo scaffale nel quale erano allineati tutti gli shampo della bottega. – Vuoi uno shampo a presa rapida, uno shampo per capelli tinti, uno shampo per capelli secchi, uno shampo per capelli storti, uno shampo per capelli unti, uno shampo per capelli secchi, uno shampo per capelli corti, per capelli lunghi, per capelli medi, a riccioli, annodati, con pulci, senza pulci, di fieno, di paglia, di… – STOP! Di paglia, i miei capelli sono di paglia… – Bene, però vuoi uno shampo per paglia chiara, per paglia scura, per paglia stagionata, per paglia a strisce, per paglia a boccoli, per… – ECCO! Vorrei uno shampo per capelli di paglia a boccoli! – Allora questo è lo shampo che fa per te – esclamò soddisfatto Gellindo, consegnando a Chiomadoro un vasetto sul quale c’era scritto: “Shampo per capelli di paglia a boccoli piccoli”… Siccome, però, i capelli di Chiomadoro erano di “paglia a boccoli grandi”!, lo shampo ebbe un effetto strano su

quella bella capigliatura… – Aiutooooo! Quanto-bastaaaa, guarda come si sono ridotti i miei stupendi capelli! – si mise a strillare di lì a poco la povera Chiomadoro, saltellando fino alla farmacia con una massa di capelli arruffati e diritti in testa! – Lo so che sei stato sfortunato, Gellindo – disse quella sera Quantobasta, dopo aver chiuso i battenti della farmacia, – ma forse il lavoro di farmacista non fa per te! Ecco qui due soldi e vedrai che domani sarai più fortunato! Cento lavori: quattro – Din Dòndolo, sono certo che il tuo è un lavoro che fa per me! Mi assumeresti come tuo aiutante? Sono un campanaro nato, io! – Non c’è problema, Gellindo, anche perché ho il lavoro che fa per te. Vedi queste due corde? – disse Din Dòndolo, dopo aver accompagnato lo scoiattolo nel campanile della chiesetta del Villaggio. – La corda sottile è quella della campanella dei quarti d’ora; la corda più grossa, invece, è attaccata alla campana delle ore. Allora: tra un po’ saranno le otto e un quarto… Ecco, guardami e ascolta… Din Dòndolo afferrò la corda grossa e al momento giusto… Donnn… (“Uno”, urlò Din Dòndolo)… Donnn… (“Due”)… Donnn… (“Tre”)… Donnn… (“Quattro”)… Donnn… (“Cinque”)… Donnn… (“Sei”)… Donnn… (“Sette”)… Donnn… (“E otto!”)… Afferrò poi la corda più sottile e… Dinnn…



– Ecco, hai visto? Abbiamo avvisato l’intero villaggio che sono le otto e un quarto. Fra un quarto d’ora toccherà a te, tirare otto volte la corda grossa e due volte quella sottile e così via, per tutta la giornata… – Ma è semplicissimo – esclamò Gellindo battendo le zampette di gioia. Aveva finalmente trovato un lavoro intelligente, utile, divertente e facile! Facile? Mah… Quando fu il momento di battere le dieci e mezzo, Gellindo s’attaccò alla fune grossa e cominciò a tirare e contare a voce alta… “Uno”… “Due”… “Tre”… “Tre l’ho già detto? Mi pare di no, e allora: Via col tre!”… “E poi quattro”… “Quattro non l’ho detto, e allora: Quattro!”… “Cinque”… Insomma, quando gli Spaventapasseri del Villaggio contarono i rintocchi del campanile… – Ma come fanno a essere le ventisette e sei quarti! – esclamarono sbalorditi, e scoppiò una sommossa: si radunarono tutti in piazza e chiamarono a gran voce Din Dòndolo, che arrivò con gli occhi fuori dalla testa. – Scusatemi, amici, il fatto è che Gellindo… – Non dirci che hai assunto Gellindo come aiutante!? – esclamarono gli Spaventapasseri. – Il fatto è che, poverino, lui stamattina mi ha chiesto… – Allora è tutto chiaro… lascia perdere e non arrabbiarti troppo con lui! È un pasticcione, quello scoiattolo, ma è anche simpatico! – Come è andata, oggi, Din Dòn-

dolo? – chiese quella sera Gellindo, che non aveva il coraggio di guardare quell’altro negli occhi – Secondo me poteva andare peggio – rispose il campanaro, annodando le funi delle due campane. – Potevi suonare le quarantotto e dodici quarti, oppure un mezzogiorno con settantasette rintocchi grossi e ventiquattro piccoli… No no: vedrai che con l’esperienza le cose miglioreranno e… e questi sono i tuoi due soldi di paga. Domani mattina… – Domattina è meglio che cambi lavoro, vero? – Beh, ecco: quasi quasi… Io direi di sì! – sussurrò Din Dòndolo, abbracciando forte forte il suo amico scoiattolo. Cento lavori: cinque – Rosso-Giallo-Verde, che ne diresti se ti aiutassi a regolare il traffico del Villaggio? – chiese la mattina dopo Gellindo, andando a svegliare lo spaventapasseri vigile urbano. – Che traffico vuoi che ci sia, nel nostro Villaggio – rispose Rosso-Giallo-Verde. – Nessuno ha l’automobile e l’unico pericolo per i pedoni è la bicicletta color argento con cui Bellondina ogni tanto va a fare i suoi giretti… Comunque sappi che il lavoro del vigile urbano non è solo quello di dirigere il traffico: noi aiutiamo i vecchietti ad attraversare la strada, accorriamo quando c’è un incendio, aiutiamo i bambini a tornare a casa senza perdersi, recuperiamo le cose che gli altri lasciano in giro… Ecco, Gellindo: potresti aiutarmi


a raccogliere i portafogli, i cappelli o gli occhiali che gli Spaventapasseri dimenticano sui muretti o sulle panchine. Il tuo compito sarà quello di restituire gli oggetti smarriti a casa dei rispettivi proprietari! Fu così che da quel giorno Gellindo divenne il “recuperatore” ufficiale del Villaggio degli Spaventapasseri. Si appostò in piazza nascondendosi dietro all’angolo di una casa e si mise a osservare tutti quelli che passavano di lì, pronto a intervenire se qualcuno avesse perso qualcosa… un fazzoletto, un cappellino, una pipa… Dopo tre ore di inutile attesa… – Certo che mi sono scelto un lavoro proprio barboso, eh! – si lamentò Gellindo, che proprio in quell’istante vide Paciocco, lo spaventapasseri che non s’arrabbiava mai, appoggiare il giornale arrotolato sull’orlo della fontana per sistemarsi un po’ la vecchia giacchetta che gli pendeva di lato. Gellindo gli piombò alle spalle, afferrò la Gazzetta degli Spaventapasseri e scappò via urlando: – Se vuoi riavere il giornale che hai lasciato in giro, torna a casa e io ti aspetto là! Paciocco, che stava ancora mettendosi a posto la giacchetta, si girò e vide lo scoiattolo scappar via con il suo giornale in mano. Ma non si arrabbiò, perché lui era un tipo tranquillo. Piano piano, invece, zampettò fino al suo orto e lì trovò Gellindo con il giornale in mano. E Paciocco lo ringraziò, perfino, per la premura e per il bel pensiero avuto! Andò però peggio, poco dopo, con

Paglia-fresca: arrivò in piazza sfoggiando la sua nuova pipa di ciliegio, se la tolse di bocca, l’appoggiò con cura al davanzale di una finestra lì accanto e si piegò per bere un lungo sorso d’acqua alla fontana. Quando si tirò su e si girò… la pipa non era più lì! Sparita dal davanzale in meno di mezzo secondo! Ma com’era possibile? Lo era, lo era… specie se in fondo alla piazza Gellindo lo stava a guardare con la sua pipa in mano. – Caro il mio Paglia-fresca – esclamò lo scoiattolo con un sorrisetto felice, – tu hai lasciato in giro la pipa e io te la riporto, ma a casa tua! Così m’ha detto di fare Rosso-Verde-Giallo e io obbedisco! Ci volle tutta la pazienza di Empedocle e la dolcezza di Mangia-torte per calmare un Paglia-fresca infuriato. – Questa volta non gliela faccio passare liscia! Una bella sculacciata non gliela toglie nessuno! – Ma cosa dici! – lo rimproverò bonariamente Empedocle. – È pur sempre un nostro amico, no? E agli amici bisogna voler bene! Aspetta, invece: vado a parlare con Rosso-Giallo-Verde e forse riusciremo a fargli cambiar lavoro… – Caro Gellindo – sospirò quella sera Rosso-Giallo-Verde, mettendo due soldi in mano allo scoiattolo, – penso che dovrai dire addio alla tua carriera di vigile urbano e di “recuperatore” ufficiale di oggetti smarriti! Non è una professione che fa per te, anche se devo dire che mi hai obbedito esattamente, forse troppo! Ma domani sarai più fortunato, ne sono certo… (2-contonua)


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