L ’economia raccontata ai bambini
Gellindo Ghiandedoro e un inverno senza fine
3 - Amici tutti assieme I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
L’altra parte del mondo Vi lascio immaginare la gioia con cui Gellindo rivide il sole, la luce del giorno, i colori del mare, della sabbia, degli alberi lungo la riva. E faceva caldo, per giunta! Un caldo torrido che però gli fece bene: gli asciugò il pelo della coda e del ciuffo, gli ammorbidì i muscoli e sciolse le ossa. – Ah, questa sì, che è vita! – sospirò lo scoiattolo, addentando affamato una noce di cocco che era caduta dalla palma spaccandosi ai suoi piedi. – Mmmm, che delizia… Ancora, ancora! Ne voglio ancora… – Toh, guarda lì chi si vede! – esclamò Cassandra, l’aquila reale, atterrando sulla spiaggia proprio accanto a Gellindo. – Che ci fai, da queste parti? Mai conosciuto, in vita mia, uno scoiattolo “migratore”… – Ciao, Cassandra – rispose Gellindo, che con un tuffo al cuore si ricordò il motivo per cui era giunto fin lì. E che non era senz’altro quello di abbuffarsi di noce di cocco! – Ciao, sono arrivato fino alla tua isola per chiedere e te e a tutti gli altri un grande aiuto! – Di solito quando tu mi chiedi un aiuto, è perché all’orizzonte ci sono sempre guai, vero? – È vero, guai grossi, questa volta, ma non per colpa mia! Guai terribili mi hanno spinto fin quaggiù: ho camminato tre giorni e tre notti sotto terra per venire a chiederti di tornare subito a casa… Sono qui a chiederlo a te, Cassandra, ma anche all’oca Bernardina, all’anatra Silvana e a tutti quelli che vorranno venire con me…
– A fare cosa? Non è ancora il momento di tornare verso Nord! – A salvare i nostri amici animali del Bosco delle Venti Querce e gli spaventapasseri dei Villaggio! – Perché? Cos’è successo? – domandò Bernardina, un’oca elegante e ben pasciuta che stava ascoltando poco lontano. – È successo che voi uccelli migratori ve ne siete andati come sempre per passare l’inverno qui al caldo; anche tu, Cassandra, quest’anno hai preferito fare un lungo viaggio per sopravvivere al freddo intenso scoppiato al Nord. Gli altri no: non hanno potuto andarsene e sono rimasti vittime di un gelo terribile, spaventoso! – E noi che possiamo fare? – domando l’anatra Silvana, sguazzando in una pozza d’acqua che si era aperta sulla spiaggia. – Ecco… potete tornare con me, dovete tornare con me su, alla Valle di Risparmiolandia, perché solo se saremo in molti riusciremo a far tornare in vita gli animali e gli spaventapasseri nostri amici. Ma dovremo essere moltissimi! Cassandra guardò Gellindo, poi l’oca Bernardina, l’anatra Silvana e poi sé stessa. – Se non sbaglio, noi siamo in quattro. Come possiamo fare, in quattro, a sconfiggere il freddo di quest’inverno? – Ma voi senz’altro conoscerete tanti altri uccelli migratori che svernano qui! – alzò la voce Gellindo per essere più convincente: – cormorani e garzette, aironi e rondini, cigni, fringuelli e gru… Forza: andate a chiamarli e speriamo
che vengano con noi! Non ci fu un solo uccello che esitò, che ci pensò su e che chiese tempo per decidere: tutti, ma proprio tutti risposero gracchiando, pigolando e zufolando all’invito di Cassandra, di Bernardina e di Silvana. Gellindo si aggrappò alla schiena dell’aquila reale e un enorme stormo multicolore s’alzò in volo, dirigendosi deciso e sicuro verso Nord. In direzione del freddo polare! Amici tutti assieme A mezzodì del sesto giorno, il bianco gelido del cielo sopra la Valle di Risparmiolandia venne percorso da un gigantesco stormo proveniente da Sud, che sorvolò il Villaggio degli Spaventapasseri cristallizzato nel ghiaccio e atterrò nell’immenso prato che si apriva nel cuore del Bosco delle Venti Querce, proprio davanti alla vecchia casa dello scoiattolo Gellindo Ghiandedoro. Lì, ad attendere i nuovi venuti c’era la talpa Melesenda, a sua volta accompagnata da tutti, ma proprio tutti gli abitanti del sottosuolo: c’erano infatti le marmotte con Puzzetta in testa e i grossi topi di campagna; c’erano volpi ed ermellini, castori, lepri e conigli selvatici, ma anche insetti e bisce innocue, lombrichi e grosse formiche… – Adesso che ci siamo ritrovati – disse Gellindo, – avremo la forza di sconfiggere questo gelo e così potremo riportare in vita tutti i nostri amici… – Però essere in tanti è troppo poco – obiettò la talpa Melesenda. – D’accordo, il numero è importante, ma adesso
dobbiamo pensare a come aiutarli! – È vero, ma la fantasia non ci manca, vero amici? – esclamò l’aquila Cassandra sbattendo le lunghe ali… Fu così che gli ermellini e i castori, le volpi e i conigli corsero al Villaggio degli Spaventapasseri e saltarono letteralmente addosso agli spaventapasseri ghiacciati, che se ne stavano fermi immobili ciascuno al suo posto. Bellondina si risvegliò di lì a un paio d’ore, quasi soffocata da una folta pelliccia di castori. Naturalmente vivi! Casoletta, quando riaprì gli occhi e s’accorse dell’“abito” che indossava, si pavoneggiò a lungo in una stupenda pelliccia di ermellini morbidi e caldi, ma soprattutto vivi! I conigli selvatici, a coppie, pensarono alle mani intirizzite di Passion di Fiaba, di Guardostorto e di tutti gli altri spaventapasseri. I topolini selvatici unirono le loro forze e scaldarono Candeloro e Chiomadoro facendoli tornare in vita… Se fino a un paio d’ore prima il Villaggio dormiva un sonno silenzioso avvolto nel gelo profondo, adesso la vita brulicava in ogni angolo e in ogni orto. La latteria venne riaperta e Casoletta, aiutata da Marmotta Puzzetta, si diede da fare a preparare latte caldo e thè bollente per tutti. Din Dondolo corse a suonare le campane per invitare tutti a far festa. Candeloro, circondato da mille e mille topolini, invitò Chiomadoro a ballare al suono della chitarra dello spaventapssseri Si-bemolle, sconfiggendo in modo definitivo gli effetti del grande gelo!
Paglia-fresca si riscaldò stringendo tra le mani il fornello della sua pipa finta in vero legno di ciliegio, e il calore lo sentì per davvero! Lingua-lunga coccolava sorridendo i venti castori che gli facevan pelliccia, divertendosi a dare un nome a ciascuno di loro: “Tu ti chiami Caldonio, tu Carbonetto e tu Brillafuoco; a te invece do nome trepidino, a te Scaldaletto e tu, castorina, la più piccola di tutte, ti chiamerai Favilla! E il Bosco delle Venti Querce? Lassù fu più difficile riportare la situazione a una temperatura normale, ma alla fine gli uccelli migratori riuscirono nell’intento. Gli aironi si dedicarono ai camosci e ai caprioli, realizzando per loro coperte di piume finissime e calde. Le oche e le anatre fecero una gran palla di penne e piume accoglienti e riportarono in vita la povera civetta Brigida. I cormorani e i cigni, le rondini e i fringuelli regalarono invece a ognuna delle venti querce una piccola montagna di soffice piumaggio, con cui i passerotti si costruirono tanti bei nidi vaporosi e tiepidi… Bisce e lombrichi, invece, assieme a cavallette, formiche e grilli piano piano ripulirono il bosco dai rami caduti sotto al peso della neve e del ghiaccio: e anche il loro fu un contributo piccolo, ma importante! Epilogo Quella sera Gellindo si ritrovò nella sua
tana, scavata nel tronco dell’albero più vecchio del Bosco delle Venti Querce, sudato di fatica e agitato per l’emozione, a guardar fuori dalla finestra aperta con una gran voglia di raccontare a tutti quella giornata straordinaria. Un frullo d’ali lo riscosse e lo riportò alla realtà. – Oggi mi sono dimenticata di ringraziarti, Gellindo – esclamò la civetta Brigida, che era ben sveglia e pronta a ricominciare una lunga notte di lavoro. – Senza di te chissà cosa avremo fatto, tutti quanti… chissà come sarebbe andata a finire! Plink! – Io ho ben fatto poco, sai? Ho solo corso come un matto sottoterra, ma sono stati gli altri a fare il più del lavoro. Plink! Plink! – Eh no, caro mio! – rispose la civetta. – Mentre tutti se ne stavano o intrappolati nel ghiaccio o spaparanzati in spiaggia giù, al Sud, tu e Melesenda siete andati in cerca di aiuto. È mica poco, sai? Plink! Plink! Plink! – Ehi, ma da dove vengono queste gocce d’acqua che mi bagnano le piume?! – si lamentò Brigida scrollando le ali. – Cosa stavo dicendo? Ah, sì: siete stati bravissimi, tu e quella talpa. Di te lo sapevo già, ma dovrò invece ricredermi su Melesenda: magari ci vede poco e abita sempre al buio sotto terra, ma bisogna dire che ha il cuore grande come quello di una quercia! Plink! Plink! Plink! Plink! – Ehi, ma qui sta… piovendo! – urlarono in coro Gellindo e Brigida. Plink! Plink! Plink! Plink! Plink! Plink…
Proprio così, cari miei: sarà stato tutto quel tepore di piume e pellicce, oppure il caldo di quell’amicizia sincera, fatto sta che fin da quella sera il ghiaccio cominciò a sciogliersi e il freddo a diminuire. Di lì a qualche giorno la Valle di Risparmiolandia tornò a risplendere in
tutta la sua bellezza e la vita riprese a scorrere come sempre, nel Villaggio degli Spaventapasseri e nel Bosco delle Venti Querce, sotto un sole sorridente e soddisfatto. Perché quando ci si dà tutti una mano per raggiungere lo stesso obiettivo, il risultato non può che essere… tempo bello e soleggiato!
FINE