Il raffreddore del draghetto Casimiro I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Dovete sapere, bambini, che i cuccioli del Bosco delle Venti Querce, prima di andare a dormire, ascoltano ogni sera tutti la stessa fiaba! Ecco la quinta... L’inverno aveva avvolto in un gelo profondo e bianco gli alberi e i prati del Bosco delle Venti Querce, ma gli animali non se n’erano nemmeno accorti: stavano tutti chiusi al caldo delle tane o dei nidi, sgranocchiando di quando in quando una nocciola o una castagna secca, in attesa dell’arrivo della primavera. Solo il povero draghetto Casimiro aveva smarrito la strada e non aveva fatto in tempo ad attraversare il bosco per raggiungere la grotta nella quale viveva: il poverino era acciambellato al centro del laghetto ghiacciato, sotto una coperta di neve alta più di un metro, e non si può dire che quella fosse una coperta calda! Fu così che il buio gelido e senza luna venne rotto a mezzanotte in punto una serie interminabile di starnuti che sollevarono la neve a spruzzi… EEEE… EEEEETTTCIÙMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… Il fatto è, però, che quando un drago starnuta forte, dai buchi del naso escono violente fiammate, che bruciano tutto ciò che può prender fuoco nel giro di almeno dieci metri! EEEE… EEEEETTTCIÙMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… – Oh no! – mormorò lo scoiattolo Gellindo, rivoltandosi nel calduccio del suo letto. – Anche quest’anno il draghetto Casimiro non ha fatto in tempo
a correre in tana, s’è beccato il solito raffreddore e adesso sta bruciacchiando qui e là il bosco a ogni starnuto! EEEE… EEEEETTTCIUMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… Non era la prima volta che il raffreddore di Casimiro portava scompiglio nel Bosco delle Venti Querce. Il fatto è che quello era un bravo draghetto, sempre pronto ad andare in aiuto di chi aveva bisogno di un po’ di fuoco per avviare la stufa o per accendere una torcia, ma quando prendeva un po’ di freddo e s’ammalava di raffreddore – cosa che puntualmente succedeva a ogni inverno! – era meglio scappar lontani per evitare d’esser colpiti da quegli starnuti... bruciacchianti! EEEE… EEEEETTTCIUMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… Questa volta, però, Gellindo aveva previsto l’incidente e aveva organizzato ogni cosa per benino. Si alzò dal letto, si calò fin sulle orecchie un berretto di lana, afferrò un sacchetto che aveva preparato ai piedi del letto e uscì dalla tana per andare in cerca del drago ammalato. Lo trovò al laghetto ghiacciato, tutto tremante, con la fronte che gli scottava per la febbre e col naso rosso e bagnato… EEEE… EEEEETTTCIUMMMMPETE! … CIÙMMMMPETE!… CIÙMMMMPETE!… – Casimiro – sussurrò Gellindo avvicinandosi all’amico, ma facendo attenzione a rimanere lontano dal raggio di
quel nasone, – ti ho portato una sciarpa di lana per tenere al caldo la gola… E un bel sciarpone di lana rossa venne fatto girare tre volte attorno al lungo collo del drago raffreddato.. – Uh, che bel calduccio! – sussurrò soddisfatto Casimiro, continuando a tremare per il gran freddo. – Bene! E adesso spalmati sotto al naso questa pomata di foglie di timo... – Ahhh, adesso respiro meglio! – Infine bevi questo infuso d’erbe di bosco che ha preparato Tisana la Dolce e vedrai che comincerai a guarire. – E... EEEEE... EEEEEE...
– Nooo! – strillò Gellindo facendo un balzo indietro. – Stai buono, Casimiro: non starnut... – È... È VERO, bi sento già beglio. Grazie di cuore, Gellindo: quest’anno sei stato fenobenale… Mi accompagni alla bia tana, adesso? Ho un sonno che dorbirei fino al prossibo letargo… Un inverno finalmente tranquillo scese sul Bosco delle Venti Querce e da una tana all’altra, da un nido all’altro, da un albero all’altro fu un fiorire sussurrato di teneri “Buonanotte!”… “Buonanotte!”…