La Valle delle Mille Mele
1 - Le mele di Gioacchino il contadino I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Quand’era giovane, Gioacchino era un contadino molto, molto povero. Abitava in una casupola poco distante dal Villaggio degli Spaventapasseri, viveva di piccoli lavoretti nei campi dei vicini e, quando andava bene, alla sera poteva mettere in tavola un po’ di minestra, che mangiava con un po’ di pane vecchio. L’unica sua ricchezza era un bellissimo albero di mele che teneva nel suo piccolo orto. Ma un albero di mele era veramente troppo poco, per poter vivere senza problemi. Certo, d’autunno, assieme alla minestra e al pane secco, Gioacchino poteva mangiare anche una bella mela gialla… ma le mele duravano solo un paio di mesi e poi tornava la miseria di sempre. Regina Natura, un giorno, decise di aiutarlo. E sai cosa fece? Sta’ ad ascoltare. Un mattino di ottobre Gioacchino si alzò come sempre all’alba, andò nell’orto a controllare che le mele del suo albero fossero tutte al loro posto e… meraviglia delle meraviglie! Sbarrò gli occhi incredulo, sentì le gambe che si piegavano per l’emozione e cadde in ginocchio senza forze. Lì, tra le foglie verdi del suo bell’albero, vide le mele più strane che mai si fossero viste! C’erano mele azzurre e mele celesti, ma anche mele rosse a strisce gialle, rosa a stelline dorate; un intero ramo portava appese mele verdi a bolli rossi, altre ancora erano a striscioline colora-
te come l’arcobaleno. Quelle più in alto, poi, erano di color violetto, ciclamino, rosso vivo e rosso scuro con righette azzurro chiaro… Sui rami più bassi, invece, si vedevano mele giallo limone con venature celesti, mele blu con piccole lune argentate, arancioni con cerchietti rossi… addirittura alcune erano tutte bianche, candide come grosse palle di neve! – CHE BELLE MELEEE! – mormorò sottovoce il nostro Gioacchino. Poi si rialzò, colse una mela color porpora a pallini giallo oro e l’addentò: era squisita, era la mela più buona che mai avesse mangiato!
Proprio in quel momento passò di lì lo spaventapasseri Lingualunga che, nel vedere quel meraviglioso albero multicolore, si fermò e… – Ma cosa hai fatto, Gioacchino! Hai dipinto tutte le mele del tuo albero? – No, devi credermi! Le ho trovate così questa mattina: guardate, tocca questa mela… non è stata colorata, è proprio così! – Ma lo sai che hai una bella fortuna tra le mani? Ascolta: ti do qualche consiglio… – e Lingualunga... PISSI PISSI PISSI... bisbigliò chissà che cosa all’orecchio del giovane. Fatto sta che di lì a pochi giorni, se foste passati davanti alla povera casa di Gioacchino il contadino, non l’avreste riconosciuta. Un’altissima palizzata di legno, infatti, la nascondeva agli sguardi dei passanti, mentre una lunga coda di spaventapasseri attendeva paziente di poter entrare ad ammirare l’albero delle mele colorate. Naturalmente pagando un biglietto d’ingresso! E Regina Natura sorrideva soddisfatta. Dopo qualche giorno Gioacchino, che in vita sua non aveva mai guadagnato tanto denaro, decise di costruire una bellissima villa accanto alla sua casupola. Detto fatto: dopo qualche tempo ebbe a disposizione una casa enorme e modernissima. E intanto la coda di curiosi che, naturalmente a pagamento, voleva entrare a vedere l’albero magico, s’allungava sempre più. E Regina Natura si fece un po’ più
seria. Gioacchino contava e ricontava, ogni sera, tutti i soldi raccolti durante il giorno e poi correva a nasconderli in un’enorme cassaforte. Mangiava quattro-cinque volte al giorno, si vestiva con gli abiti più eleganti e costosi che potesse permettersi, girava su automobili stupende e aveva al suo servizio camerieri, cuochi e autista, i quali avevano anche il compito di cacciar via tutti i mendicanti che osavano importunare il loro nuovo padrone. E Regina Natura scrollava la testa e si sentiva triste. Un bel giorno a Gioacchino venne un sospetto: “Se qualcuno prende un elicottero e vola sopra il mio orto, potrà vedere il mio albero fantastico senza pagarmi il biglietto!” Fece allora costruire un tetto di lamiera per coprire tutto l’orto e si sentì più tranquillo: d’ora in poi non ci avrebbe rimesso nemmeno mezzo soldo! Regina Natura si sentì il cuore gonfio di dolore e prese subito provvedimenti. Povero Gioacchino: non aveva fatto i conti con il sole! L’albero delle mele, infatti, al buio del capannone di legno e lamiere, perse una a una tutte le sue belle mele variopinte; caddero anche le foglie e dopo un po’ i rami divennero secchi e marcirono. Gli spaventapasseri, naturalmente, non avevano alcuna intenzione di pagare un biglietto per vedere un melo mezzo morto: Gioacchino il contadino dovette vendere la casa e le automobili, licenziò la servitù e si ritrovò solo, povero e affamato nella casupola in cui aveva
dovuto tornare ad abitare. Riprese la vita di prima: lavoretti qui e là e minestre e pane duro alla sera, mentre l’albero delle mele, liberato dal tetto di lamiera, poteva nuovamente godersi i raggi del sole. E infatti, alla successiva primavera… PLINK!… una fogliolina verde fece capolino sul ramo più alto. Gioacchino, che aveva finalmente capito la lezione, si sentì felice nel profondo del cuore: in autunno avrebbe potuto di nuovo sgranocchiare, ogni sera, una bella mela gialla e dolce! E Regina Natura decise di non interferire più nella vita del ragazzo.