Sparmi e... Risparmi
2. Ride male chi... non ride in compagnia! I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Gellindo Ghiandedoro capì ben presto con quale forma di risparmio strano gli spaventapasseri del Villaggio volevano partecipare al grande Concorso “... SPARMI E RISPARMI” alla prossima Festa del Risparmio di Risparmiolandia. Lo capì quando, il giorno dopo, scese al Villaggio e incontrò spauracchi col volto serio, che si guardavano in giro guardinghi e senza l’ombra di un sorriso. – Ciao, Chiomadoro... bella giornata, vero? – esclamò lo scoiattolino imbattendosi nella bella spaventapasseri dal capelli lucenti come l’oro. – Non direi proprio bella – borbottò quell’altra sempre scura in volto. – Senz’altro non è una giornata che fa ridere... per fortuna! – Come sarebbe a dire, “per fortuna”? Non ti va più di sorridere? – Sorridere, ridacchiare, ridere, sghignazzare, spanciarsi dalle risate... Niente da fare! Proibito!! Non si fa più!!! – E perché, poi? – chiese Gellindo, che subito dopo si diede da solo la risposta giusta: – Non dirmi, Chiomadoro, che la nuova forma di risparmio è proprio questa! – RISPARMIAMO SULLE RISATE – disse Dindòndolo, uscendo proprio in quell’istante dalla chiesa. – Pensarci su prima di ridere, ridere poco, anzi, se è possibile non ridere affatto... e stai pur sicuro che, questa volta, riusciremo a vincere il grande Concorso “...SPARMI E RISPARMI”! Gellindo Ghiandedoro era coster-
nato, allibito, senza parole: ma com’era possibile risparmiare sul riso? Voleva dire risparmiare sulla felicità, sulla gioia, sullo stare bene assieme, sull’allegria! Lo scoiattolo salutò frettoloso Chiomadoro e Dindòndolo e andò in cerca di Bellondina. La trovò seduta sulla panchina in piazza mentre, seria in volto, stava leggendo un grosso libro dal titolo “I PROMESSI SPAVENTASPOSI”. – Ciao, Gellindo – sussurrò ad occhi bassi e tristi chiudendo il libro. – Hai sentito la novità? – Gran bella novità, non c’è che dire! – strillò Ghiandedoro sedendosi accanto alla bella spauracchia. – Ma siete sicuri di aver fatto la cosa giusta? – Perché? – Ma perché è brutto risparmiare sulle risate! È triste, è monotono ed anche sciocco! Io, se fossi la giuria del Concorso “...SPARMI E RISPARMI”, vi punirei, altro che premiarvi! Giunsero anche Quantobasta, Pasticcia e Tisana al Dolce, tutti e tre immusoniti che pareva avessero appena litigato col mondo intero! – Pure tu, Tisana?! Anche tu partecipi a questo scherzo di cattivo gusto? – Non è facile, sai, rimanere seri quando il resto del mondo va avanti con la sua allegria – gli rispose Tisana la Dolce. – Il fatto è che, non appena decidi di non ridere più, proprio in quel momento ti viene una voglia matta di ridere che è difficile restar seri! – E allora ridete, no? – strillò lo scoiattolo balzando in piedi sulla panchina. – Ridete, lasciatevi andare e fatevi un
bello sghignazzo! Niente da fare: i quattro spauracchi con gli occhi seri aggrottarono la fronte nello sforzo di non ridere. – Non potete prendermi in giro! Lo so benissimo che vi piacerebbe da matti scoppiare a ridere, ma l’orgoglio vi impedisce di darmi ragione... E allora sapete che facciamo? – propose lo scoiattolo risparmioso. – Ci troviamo qui in piazza tra mezzora: andate a chiamare tutti gli altri e vedrete che ci faremo due belle risate! Sono tutti lì, gli amici spaventapasseri del Villaggio, grandi e piccini tutti impegnati a restar seri e a non ridere. – Ma lo sapete che siete proprio buffi? – cominciò a dire Gellindo Ghiandedoro dopo esser montato in piedi sull’orlo della fontana. – Avete la fortuna, cari amici spauracchi, di poter ridere quando, come e quanto volete e invece decidete di risparmiare proprio sul riso! – Be’, però devi ammettere – lo interruppe Pagliafresca, – che se vogliamo vincere il primo premio al grande Concorso “...Sparmi e Risparmi”, quella delle risate è una bella trovata, no? – NOOO! Non è affatto una bella trovata perché, se pensate a quante persone veramente tristi ci sono al mondo, se pensate a quanti piangono sul serio per un qualche malanno... voi, comportandovi così, è come se li prendeste in giro! E questo non è bello! Gli spaventapasseri, che non avevano esaminato la cosa sotto questo aspetto, si guardarono l’un l’altro un
po’ confusi... Poi parlò Lingualunga: – Be’, puoi anche aver ragione, Gellindo, ma che male c’è a restar seri per qualche giorno? Almeno fino alla proclamazione dei vincitori del Concorso? – C’è che, facendo così, voi grandi date un cattivo esempio ai vostri spaventapulcini... A quel punto lo scoiattolo si accorse che i piccoli Frigerio e Liquirizio, nascosti tra i piedi degli spaventapasseri adulti, stavano ridendo a crepapelle per chissà quale battuta o scherzetto. E a Gellindo venne una stupenda idea! – Facciamo così, è semplice: voi mi date dieci minuti esatti... Dindòndolo cronometrerà il tempo con l’orologio del campanile... e io vi prometto che vi farò ridere, ma ridere di gusto da tenervi la pancia! Se ci riuscirò, lascerete perdere questa forma di risparmio e ve ne inventerete un’altra per partecipare al concorso. Siamo d’accordo? Restare seri quando dentro la voglia di ridere è forte come un torrente in piena, non è facile. Restare seri quando sei abituato fin da piccolo a ridere ad ogni battuta scherzosa di Fra’ Vesuvio, oppure a ogni pasticcio del vecchio Empedocle, oppure ancora a ogni scherzetto di Ratto Robaccio, non è semplice! Perciò... – D’accordo – disse Maestro Abbecedario parlando a nome di tutti, – hai dieci minuti di tempo per farci ricordare quanto sia bello ridere, ma se non ci riuscirai, ti unirai pure tu alla nostra triste combriccola e rimarrai serio con tutti noi fino alla proclamazione dei vincitori. Va bene?
Gellindo accettò, si schiarì la gola e... – Un giorno Dindondolo – e tutti si girarono a guardare lo spauracchio campanaro – vede lo spaventapulcini Lampurio che salta su e giù nel tentativo di raggiungere il campanello della casa di Tisana la Dolce. Dindòndolo allora si avvicina, pigia il bottone al posto del piccolino e dice: “E adesso che facciamo, spauracchietto?”... “Adesso scappiamo più veloci che possiamo!!” risponde Lampurio scoppiando a ridere... Gli spaventapasseri si guardarono l’un l’altro seri e pensierosi, scossero la testa come se non avessero capito la battuta e si girarono in direzione di Gellindo. L’unico che si teneva la pancia trattenendo a stento una sonora sghignazzata era naturalmente il piccolo Lampurio! – “Cosa sono i mammiferi?” chiese un giorno Maestro Abbecedario ai suoi alunni. Alza la mano Occhialetta e... “I mammiferi sono quegli animali che tutti gli anni celebrano la Festa della Mamma!” AH! AH! AH! – rise Gellindo, felice alla propria battuta. Ma fu probabilmente l’unico a capirne il significato, perché tutti gli altri rimasero seri, Abbecedario compreso! – E allora sentite questa: qual è il colmo per un agnello?... Non lo sapete? Non c’è nessuno che vuole indovinare? Be’, ve lo dico io... Il colmo per un agnello è... avere una fame da lupo!” GLI SPAVENTAPASSERI RIMASERO TUTTI FERMI IMMOBILI... – Qual è allora il colmo per un uomo grasso?... Fare una magra figura!
...SEMPRE SERI... – E qual è il colmo per un astemio? Per uno che non beve mai?... Darla da bere a tutti! ...SEMPRE SCURI IN VOLTO, SEMPRE DI PIÙ!!! – E il colmo per un asino? Qual è?... Nessuno lo sa? Ma è semplice: avere una febbre da cavallo... EH! EH! EH! IL SILENZIO DEGLI SPAURACCHI ERA PROFONDO!| – “Tu che farai da grande?” chiede uno spaventapulcini a un suo amichetto. “Io sogno di diventare miliardario come il mio papà”. “Ma davvero tuo papà è diventato miliardario?” “No, però lo sogna anche lui, proprio come me!” Gellindo notò un piccolo movimento in fondo al gruppo, come se qualcuno stesse cercando di non ridere aggrappandosi ai vicini, e allora insistette! – “Occhio d’Aquila”, dice un medico oculista al capo indiano pellerossa che è andato a farsi visitare, “bisogna che tu faccia subito due cose: la prima è che devi deciderti a portare gli occhiali”... “E la seconda”, domanda il pellerossa. “La seconda è che devi cambiar nome... farti chiamare ad esempio Grande Talpa!” Preso dalla disperazione, lo scoiattolino ne sparò subito un’altra: – “Chi sa dirmi dove abitavano gli antichi Galli?” chiede il maestro. “Negli antichi pollai!” rispondono in coro tutti i suoi alunni... E a quel punto, come quando scoppia un palloncino troppo gonfio d’aria, i trenta spaventapasseri raccolti in
piazza esplosero in una gran risata che non si fermò più! Rideva di gusto Casoletta... Singhiozzava tra le lacrime Tisana la Dolce... Sghignazzava Fra’ Vesuvio... Si rotolava per terra Dindòndolo... Si teneva la pancia Pasticcia... Si piegava in due con le mani sulla bocca Quantobasta... Gellindo era felice. Aveva impiegato solo otto minuti e ce l’aveva fatta: – Era proprio bella la storiella dei Galli, vero? All’improvviso gli spauracchi smisero di ridere, si ricomposero, ritornarono ad essere seri e a nome di tutti parlò Lingualunga: – Vedi Gellindo, noi non abbiamo riso per quelle insulse battutine. Le tue barzellette le conoscevamo già da molto tempo... – E allora perché siete scoppiati a
ridere? – Abbiamo riso perché eri troppo buffo – intervenne Bellondina, avvicinandosi allo scoiattolo suo amico e mettendogli una mano sulla spalla – perché eri così tenero e mettevi allegria vederti così impegnato a raccontare quelle buffe storie. Ma abbiamo riso soprattutto perché meritavi un premio per il tuo impegno e per la tua amicizia... – E voi, adesso? Come farete a partecipare al grande Concorso “...SPARMI E RISPARMI”? – Per quello non c’è da preoccuparsi – disse Casoletta. – Faremo subito un’assemblea e vedrai che ci verrà di sicuro in mente qualcosa di strano, di originale e di bislacco! Era proprio quel che Gellindo temeva! (continua - 2)