Sparmi e... Risparmi
6. La Grande Festa di... Risparmiolandia! I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
E finalmente arrivò il giorno della Grande Festa di Risparmiolandia! In uno spiazzo erboso poco distante dalla discarica delle pantegane Ratto Robaccio e Lilli Spatoccia vennero innalzati un palchetto per la Giuria, una grande tribuna per il pubblico e tante piccole casette di legno col tetto in paglia per vendere limonate, panini imbottiti, dolcetti e spiedini di frutta caramellata, zucchero a velo, pasticcini e caramelle. La casetta più grande venne destinata alla Cassa Rurale del Villaggio degli Spaventapasseri, dove Còntolo e Gellindo Ghiandedoro cominciarono a lavorare fin dal primo mattino a distribuire regalini e foglietti che illustravano perché conviene depositare i soldini in luoghi sicuri e vantaggiosi come le Casse Rurali. A metà mattina praticamente tutti gli abitanti della Valle di Risparmiolandia erano assiepati nel grande prato. C’era chi rideva... ...chi chiacchierava del più e del meno, mentre altri rispondevano chiacchierando del meno e del più... ...chi succhiava lecca lecca dolcissimi... ...chi faceva volare gli aquiloni alti nel cielo... ...chi sgranocchiava mele appena colte... ...chi piangeva e faceva i capricci... ...chi cantava in coro allegre marcette... ...chi dipingeva in un angolo... ...chi scattava fotografie... ...chi urlava per richiamare l’atten-
zione di un amico... ...chi abbracciava un conoscente che non vedeva da molto tempo... ...chi sospirava ricordando i bei tempi andati... ...chi continuava a guardare l’orologio aspettando l’arrivo della banda musicale... E all’improvviso... ZUM PAI PAI ZUMMM... ZUM PAI PAI ZUMMM... – Eccola! La banda sta arrivando! – Evviva... la Festa di Risparmiolandia comincia adesso! – Dai, forza: correte, così prendiamo i posti migliori... ZUM PAI PAI ZUMMM... ZUM PAI PAI ZUMMM... Richiamata dal suono inconfondibile degli ottoni e dal rimbombo ritmico della grancassa e dei tamburi, la folla accorsa per la Festa di Risparmiolandia riempì in un batter d’occhio la grande tribuna, i bambini si sedettero sull’erba del prato e tutti si godettero felici un bel concertino di polke e mazurke. Al termine... – ED ORA – gracchiò l’altoparlante che svettava proprio alle spalle della tribuna – VENGA AVANTI... LA GIURIAAA! Erano gli spauracchi più anziani della Valle di Risparmiolandia: tre nonni spaventapasseri vestiti di nero, che vennero avanti zoppicanti e con la schiena curva: uno si chiamava MONTALBANO, ed era uno spauracchio di monte; il secondo si chiamava PÈRSICO, ed era uno spauracchio di lago; il terzo noi lo conosciamo bene, perché
era il buon vecchio EMPEDOCLE, che per l’occasione aveva tolto dall’armadio il suo vestito nero delle feste. I tre giudici si sistemarono sul loro palchetto, si sedettero su tre comodissime poltrone e aprirono la busta che ciascuno stringeva in mano. Il giudice Pèrsico si alzò dalla sua poltroncina, s’avvicinò il microfono, inforcò un paio di occhiali dalle lenti spesse così e cominciò a leggere. – Amici della Valle di Risparmiolandia, benvenuti alla grande Festa del Risparmio che ogni anno celebriamo qui, nel prato grande del Villaggio degli Spaventapasseri! APPLAUSO. – Siamo orgogliosi della nostra tradizione – continuò a leggere Pèrsico, – ed anche quest’anno intendiamo premiare la forma di risparmio più strana, più originale, più nuova. Sappiamo che gli spauracchi di monte, quelli di lago e quelli del Villaggio si sono impegnati al massimo per vincere la gara, ma solo uno di loro riuscirà ad aggiudicarsi il trofeo di “...SPARMI E RISPARMI”. Già fin d’ora, comunque, la Giuria intende dedicare a tutti i concorrenti il premio più importante e più bello: l’applauso di questo grande pubblico! APPLAUSO SCROSCIANTE! – E che ora si dia inizio al grande Concorso di “...SPARMI E RISPARMI”! – concluse Pèrsico, che tornò a sedersi e fece un cenno al giudice-spauracchio che veniva dal monte. – Si facciano avanti gli spaventapasseri di monte! – esclamò Montalbano parlando nel microfono.
Da destra entrarono una cinquantina di spauracchi vestiti da contadini, pastori, malgari e boscaioli, che trainavano un carretto colmo di forme di formaggio. Giunsero all’altezza del palchetto della Giuria e si fermarono. Uno di loro si fece avanti e... – Il mio nome è Abetone e sono il responsabile del gruppo di spauracchi che scendono dai monti. – Quale forma di risparmio strano, originale e bizzarro avete inventato, quest’anno? – domandò il giudice Empedocle. – Abbiamo riflettuto a lungo, abbiamo discusso tra di noi e anche quasi litigato, ma alla fine abbiamo deciso all’unanimità di provare a risparmiare... IL LATTE DI MALGA! – E cioè? – s’informò Pèrsico. – Cioè, i nostri malgari sono abituati a mungere il latte delle loro mucche e a venderlo poi fresco in città: latte ottimo da bere, per colazioni sopraffine. Noi quest’anno abbiamo deciso di risparmiare metà del latte munto e di trasformarlo in tante forme di formaggio, che adesso sono qui su questo carretto, pronte per essere vendute al miglior offerente. La Giuria rimase per un istante in silenzio e poi Empedocle prese la parola: – Ottima idea, spauracchi di monte! La vostra è una forma di risparmio nuova, originale, ma soprattutto profumata e deliziosa! Però adesso capisco perché, giù in città, da un po’ di tempo tutti si lamentano del poco latte in circolazione... Gli spauracchi di monte si guar-
darono stupiti e ammutoliti: «Che sciocchi! – pensarono. – Non c’è venuto in mente che la nostra forma di risparmio avrebbe potuto danneggiare qualcun’altro...» – Comunque passiamo a un altro concorrente! – disse Empedocle andando a sedersi al suo posto. Si alzò allora il giudice Pèrsico e... – Vengano ora avanti gli spaventapasseri di lago! Da sinistra irruppero sul prato una sessantina di spauracchi vestiti da bagnanti e da marinaretti che tenevano ognuno in mano un cesto di vimini colmo di abiti multicolori. Giunti davanti alla grande tribuna del pubblico, rovesciarono sull’erba del prato i cesti pieni di maglie e maglioni, sciarpe e cappotti, pantaloni di lana e berretti pesanti che formarono una montagnola alta tre metri! – Con quale forma di risparmio intendete partecipare al grande Concorso “...SPARMI E RISPARMI”, voi spauracchi di lago? – chiese Montalbano. Si fece avanti il marinaretto più alto del gruppo, che s’inchinò fin quasi a terra e... – Per poter vincere il trofeo di quest’anno, abbiamo pensato che ogni gruppo di spaventapasseri deve mettere in campo quel che è e quel che ha. Noi, che viviamo in riva a un grande lago, che d’estate lavoriamo indossando un paio di pantaloncini e una maglietta leggera, oppure che ce ne stiamo sdraiati sulla spiaggia con addosso soltanto un costume da bagno, cosa ce ne facciamo di tanti vestiti? Abbiamo allora deciso di risparmiare su sciarpe
e camicie di lana, maglie e maglioni, guanti e colbacchi... che adesso sono qui, a disposizione di tutti quelli che ne hanno bisogno! – Magistrale! – esclamò Montalbano. – Ottima idea, amici che abitate sul lago... ma cosa succederà quando avrete freddo? Perché l’inverno arriva anche da voi, vero? Magari non avete mai visto cadere la neve, ma sapete benissimo che cosa siano la pioggia gelata e il vento umido e freddo... Come farete, se gli abiti di lana risparmiati li avrete regalati tutti? Gli spauracchi di lago s’incupirono e chinarono la testa: «Che sciocchi siamo stati – si dissero i bagnanti e i marinaretti, – non abbiamo previsto che la nostra forma di risparmio avrebbe danneggiato proprio noi!» – Lasciamo perdere – disse Empedocle, che si alzò e... – Vengano avanti adesso i terzi e ultimi concorrenti: gli spauracchi del Villaggio degli Spaventapasseri! Guidati da Maestro Abbecedario, da dietro la tribuna entrarono correndo RossoVerdeGiallo, Casoletta, Bellondina, Chiomadoro, Casoletta, Tisana la Dolce, Lingualunga, Dindondolo, Passion di Fiaba, Fra’ Vesuvio, Pasticcia... I trenta spaventapasseri non avevano ceste in mano e non trainavano alcun carretto: si disposero in due semicerchi davanti al palchetto dei giudici e alla tribuna del pubblico e Abbecedario cominciò a parlare. – È stata una lunga e difficile ricerca, amici miei, perché se ci pensate non è facile individuare una forma di rispar-
mio che sia strana, originale, nuova e bizzarra. Ma soprattutto che sia anche utile, bella e simpatica. Alla fine, dopo molti tentativi andati a vuoto... e non sto qui a raccontarvi quel che è successo l’ultimo mese al Villaggio degli Spaventapasseri... grazie all’aiuto di un vero amico – e il vecchio maestro lanciò un’occhiata piena di gratitudine allo scoiattolo Gellindo Ghiandedoro – oggi siamo qui per presentarvi... le nostre tre... POESIE! Un silenzio di tomba scese sul prato. Il pubblico ammutolì, i giudici si guardarono perplessi, i bambini quasi quasi si mettevano a ridere... Fu Bellondina allora a prendere la parola: – Maestro Abbecedario vuol dire che ognuno di noi, in questi ultimi giorni, ha risparmiato cinque parole... – Cinque... parole? – esclamò il giudice Moltalbano. – E che tipo di risparmio sarebbe? – ...cinque parole per ognuno di noi, però parole importanti e piene di significati – proseguì Bellondina come se non avesse sentito l’interruzione, – che poi abbiamo usato per scrivere tre brevi poesie... Eccole a voi! Casoletta fece cinque passi, si fermò davanti agli spauracchi di monte e recitò: POESIA DEDICATA AGLI AMICI CHE VENGONO DALLA MONTAGNA. È importante avere amici veri che abitano lassù in montagna: da dove viene il legno e l’acqua,
il dolce latte e il buon formaggio, i fiori più belli e le albe dorate che allietano il borgo e le vallate. Molte grazie, spauracchi di monte: queste parole sono il nostro dono, regalo d’amore e un grazie di cuore! Dopo alcuni istanti di silenzio imbarazzato e sorpreso, gli spauracchi di monte furono i primi a esplodere in un grande applauso. Avevano capito che chi abita in montagna ha la responsabilità dell’acqua pulita che arriva in pianura, del latte fresco portato in città, della bellezza di una Natura incontaminata e preziosa! Venne poi Fra’ Vesuvio, che andò a fermarsi davanti al gruppo di bagnanti e marinaretti, prese di tasca un foglietto, tossicchiò un poco e cominciò a leggere: POESIA DEDICATA AGLI AMICI CHE VENGONO DAL LAGO. Ho mille ricordi in fondo al cuore, ricordi di mare e profumi di sale. Ho sempre negli occhi il golfo di Napoli e l’ombra chiara del mio Vesuvio. Ma quando mi prende la nostalgia e sento la voglia di correre via, io scendo da voi, amici di lago, mi siedo sui sassi della riva e mi par d’essere sulla sabbia di casa mia! Be’, qui ai più teneri di cuore spuntarono le lacrime agli occhi, i marinaretti tirarono su col naso e i bagnanti furono i primi a circondare il buon Vesuvio e a ringraziarlo per la sua bella poesia.
Alla fine si fece avanti la piccola Occhialetta, la simpatica spaventapulcini che prese per mano Maestro Abbecedario, lo trascinò davanti al palchetto della Giuria e cominciò a declamare guardandolo negli occhi da sotto in su: POESIA DEDICATA AGLI AMICI DEL MIO VILLAGGIO. – Io questa non la conosco proprio... – sussurrò imbarazzato il maestro rivolto alla Giuria. – È una sorpresa anche per me, una sorpresa dei nostri spaventapulcini... Avrei potuto nascere in cima a una stella, oppure nel cuore dell’isola più bella, oppure in una reggia d’argento e d’oro. Avrei potuto crescere in una città, oppure nelle sale d’un bel castello, oppure nella villa d’un gran signore. Ma io ringrazio la mia fortuna che m’ha fatta nascere nel posto più bello e crescere assieme a tanti amici: agli spauracchi del mio Villaggio! Una cascata di applausi accolse le ultime parole della bella poesia recitata da Occhialetta, che venne sollevata dai suoi amichetti e portata in trionfo per tutto il prato. Ci volle del bello e del buono per riportare un po’ d’ordine, ma alla fine tutti zittirono e si misero pazienti in attesa di quel che avrebbe deciso la Giuria.
I tre giurati confabularono un po’ e poi Montalbano si alzò, s’avvicinò al microfono e... – C’è ben poco da dire, amici miei – esordì l’anziano spauracchio, – se non una cosa soltanto: ogni volta che viene indetto il concorso “...SPARMI E RISPARMI” abbiamo sempre paura che sia difficile ormai trovare una forma di risparmio veramente nuova, originale e anche strana. Ma ogni anno c’è sempre qualcuno che ci meraviglia, che ci spiazza, che ci insegna qualcosa. Questa volta è stata la poesia dei nostri amici del Villaggio a conquistare il nostro cuore, è stata la loro bontà a inumidirci gli occhi, la loro semplicità a farci capire che il bello quasi sempre è anche piccolo, nascosto ma alla portata di ciascuno di noi. E allora, cari amici spauracchi del Villaggio... il trofeo “... SPARMI E RISPARMI” di quest’anno l’avete vinto... VOIII! URRÀ! EVVIVA! GRAZIE! CHE BELLOOO! Le urla di gioia si persero in alto, verso un cielo azzurro e felice. A quel punto, però, le sorprese non erano terminate, perché sapete che cosa accadde? Accadde che da dietro al palchetto della Giuria venne fuori uno scoiattolone, un Gellindo Ghiandedoro enorme, altissimo, gigantesco... un pupazzone di peluche che stringeva in mano una coppa d’oro piena di cioccolatini. – Ecco il vostro trofeo! – esclamò il Gellindone di stoffa, che si chinò e consegnò la coppa nelle mani di Occhialetta.
E scoppiò una grande festa, una festa gioiosa, chiassosa e allegra. E quando gli spauracchi del Villaggio finalmente scovarono il vero Gellindo che se ne stava al chiuso della casetta della Cassa Rurale assieme a Còntolo, lo presero, se lo issarono sulle spalle e lo portarono in giro per il grande prato cantando allegri a squarciagola:
...ma io ringrazio la mia fortunaaa che m’ha fatta nascere nel posto più bellooo e crescere assieme tanti amiciii.... agli spauracchi del mio Villaggiooo! agli spauracchi del mio Villaggiooo...
FINE