Le avventure di un perfetto Topo di campagna
2. Lilly Spatoccia I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Riassunto della puntata precedente. La tranquillità del Villaggio degli Spaventapasseri viene improvvisamente interrotta dall’arrivo di una terribile pantegana: Ratto Robaccio è il nome del topastro che è fuggito dalla Grande Città in valle per cambiar vita e che ha deciso di trasferirsi a vivere nella serenità del nostro bel Villaggio, dove le spazzature ben custodite negli appositi bidoni sono sempre a portata di zampa. Gettando però il panico tra i nostri amici spaventapasseri! Gellindo Ghiandedoro stentava ad addormentarsi, raggomitolato al calduccio del suo lettino. Aveva qualcosa, in fondo al cuore, qualcosa che gli pesava e non lo lasciava tranquillo, qualcosa che aveva visto e a cui sul momento non aveva fatto caso… Era un particolare, un’immagine che avrebbe dovuto metterlo subito sull’attenti e che invece gli era sfuggita, era scappata via, travolta dagli avvenimenti di quella giornata strana… Su una cosa si poteva essere certi: era senz’altro un particolare che riguardava il nuovo arrivato, quel terribile Ratto Robaccio piombato al Villaggio dalla città e che s’era impossessato di tutti i loro rifiuti, facendone gran bisboccia e lauto pranzo… E fu proprio la parola “pranzo” a fargli tornare all’improvviso la memoria. Un colpo al cuore fece saltar giù dal letto il povero scoiattolo, che sbarrò gli occhi e si batté la zampa sulla fronte. Adesso ricordava benissimo… e quel che aveva davanti agli occhi era una cosa terribile! – Oh nooo! – esclamò sedendosi sul
bordo del letto. – No no no no! Candeloro fece capolino sulla porta della tana proprio in quell’istante. – Ho visto la luce accesa, Gellindo. Come mai non dormi? Ehi, ma cos’è quella faccia stravolta dalla paura? Ti senti bene? – Sì, cioè no… anzi, sto malissimo… Candeloro ti prego: chiama subito tutti gli spaventapasseri. Ho una tremenda rivelazione da farvi… Subito! – Avete presente il nuovo venuto? – sussurrò Gellindo agli amici spauracchi riuniti in assemblea nella piazza del Villaggio. – Ti riferisci a Ratto Robaccio, vero? – chiese Quantobasta. – Mi riferisco proprio a quella pantegana schifosa che sta facendo il bello e il brutto con le nostre immondizie! – rispose lo scoiattolo, alzando il tono della voce perché qualcuno nascosto nei paraggi sentisse bene quel che c’era da sentire. – Vi ricordate quando poco fa quel topo balzò affamato nel bidone dei rifiuti di Empedocle? Bene, proprio in quell’istante con la coda dell’occhio ho visto che il bidone dei rifiuti di Casoletta sussultava anche lui, come se avesse una vita propria… Gli spaventapasseri non capirono subito quel che significava ciò che Gellindo aveva appena rivelato, ma bastarono… Un, Due e Tre… tre secondi di profonda riflessione e… – Se nell’istante in cui Robaccio saltava nei rifiuti di Empedocle, qualcun altro stava frugando tra i rifiuti di Casoletta… – mormorò Dindondolo.
– …ciò vuol dire – era stata Bellondina a parlare, – …che i topi fuggiti dalla Grande Città in Valle… – Sono due! – strepitò allarmata Pasticcia, mettendosi le mani nei capelli! – Hai ragione, cocca: io sono Lilli Spatoccia – disse una voce sgraziata e roca, – la “signora” Lilli Spatoccia, moglie di Ratto Robaccio! Gli spauracchi si girarono uno dopo l’altro e lì, accanto a una montagnola di frutta e verdura andata a male, videro una grossa pantegana dai capelli ricci, neri e sporchi, con addosso una tuta da ginnastica rossa e bucherellata, che li guardava con due occhi truccati e cattivi. – E tu da dove salti fuori? – trovò alla fine il coraggio di chiedere Lingualunga. – Là dove sta il vecchio Ratto Robaccio, lì ci sono sempre anch’io, belli miei! – berciò la brutta topastra infilandosi in bocca un pugno di olive col verme. – Affamata come non mai e pronta a difendere con le unghie e con le zanne i “miei” schifosi rifiuti! La mia pappa puzzolente… Mmmmmhhh, che buona!! Se già Ratto Robaccio da solo aveva portato scompiglio nella tranquillità del Villaggio, figuratevi che cosa sarebbe successo con due pantegane alleate e mai sazie! Immaginatevi i guai, i disastri, la preoccupazione di dover nutrire Ratto e Lilli Spatoccia giorno e notte, sette giorni la settimana… roba da far subito le valige e andare a cercar pace da un’altra parte! – Rattoooo! – urlò all’improvviso Gellindo Ghiandedoro portandosi le
mani a imbuto davanti alla bocca. – Ratto Robacciooo, vieni fuori… Dobbiamo parlarti! – Rattuccio mio bello – aggiunse la pantegana riccia e con gli occhi dipinti, – Rattuccino della tua bella Lilli, ascolta quel che ha da dirti questo mostriciattolo dalla coda lunga… Vieni fuori, dai… – Prrrr!… Cosa c’è di così urgente?… Prrrr! – esclamò il topaccio fra una puzzetta e l’altra, uscendo dal bidone del concime naturale di Tisana la Dolce. – Lo sai, Lilli, che io vado matto per le bucce di patate dolci, e qua dentro ce ne sono almeno cinque chili… – Ascolta, topo – lo interruppe Gellindo, – ho un patto da proporti… – Parla, scoiattolo. Dimmi quel che hai da dire! – A te e alla tua… ehm… “signora”, piacerebbe restare a vivere in questo Villaggio? – Se continuate a produrre spazzature così buone, ci facciamo subito la firma… Eh! Eh! Eh! – Vi posso assicurare che in tutta la Valle di Risparmiolandia non c’è nessuno bravo come noi a riempire di rifiuti bidoni e bidoni colorati – rispose Gellindo. – Ma se volete vivere in mezzo a noi, ci sono delle regole da osservare! – Che cosa sono le… le “regole”, Rattuccio mio caro? – chiese Lilli Spatoccia, avvicinandosi al consorte e rubandogli tre bucce di patate dolci. – Lascia stare quel che è mio – ringhiò la pantegana con la pancia a botte, riprendendosi le bucce rubate. – Le regole, cara mia, sono quelle cose che
qualcuno decide e a cui poi tutti gli altri devono obbedire… E a me le regole non sono mai piaciute! – Se queste regole non piacciono a te, non piaceranno nemmeno a me, oh! – scimmiottò Lilli togliendo di mano al marito una piccola buccia di patata e mettendosela subito in bocca. – Sputa quella buccia, disgraziataaa! – strillò il topastro saltando al collo della sua amata. Ne seguì una breve zuffa, al termine della quale i due si ritrovarono seduti a terra, pieni di graffi e ognuno con un occhio pesto. – Qui non combiniamo nulla – esclamò Abbecedario. – Con questi due è difficile mettersi d’accordo e non saranno mai capaci di osservare le nostre regole. Per cui… – Per cui, belli miei – esclamò Lingualunga rimboccandosi le maniche e afferrando il manico di una scopa, – o ve ne andate immediatamente dal nostro Villaggio, oppure ne vedremo delle belle… a cominciare da subito! Ratto Robaccio che, come tutti i vigliacchi, quando viene aggredito diventa una pecorella, si alzò in piedi, tossicchiò nervoso e ripulì il pancione da alcune bucce di patata dolce. Poi sorrise con gli occhi più belli e buoni che riusciva a fare e… – Se voi avete delle regole da suggerirci, noi siamo pronti ad ascoltarvi, vero Lilli?
Gellindo approfittò di quello squarcio di sereno e… – Allora… Uno: voi due potrete razzolare solo nei rifiuti che gli spaventapasseri depositeranno nella discarica poco fuori il Villaggio. Due: per voi saranno vietati i bidoni in casa, i bidoni lungo le strade e quelli nelle piazze. Tre: potrete mangiare quattro ore al giorno, due al mattino e due alla sera… Quattro: nelle altre ore non vogliamo vedervi in giro a bighellonare, ma resterete a dormire nella tana che vi scaverete in discarica. Sono stato chiaro? Ratto e Lilli si guardarono negli occhi con un cenno di intesa e… – D’accordo, affare fatto – esclamò Robaccio, tendendo la zampa sporca e unta a Gellindo, che si guardò bene dallo stringerla. – Allora sparite dal Villaggio, voi due, ché non vogliamo vedervi mai più! Saranno di parola, Ratto Robaccio e Lilli Spatoccia? Accetteranno di vivere nella discarica seguendo le regole del Villaggio? Riusciranno, le due pantegane cittadine, a resistere al richiamo dei profumini deliziosi che si alzano dai bidoni delle spazzature degli spaventapasseri? È quel che saprete la prossima settimana, con la terza puntata de Le avventure di un perfetto Topo di campagna. (2 - continua)