L ’avventuroso viaggio di Gocciola e Fiocchina I RACCONTI DEL BOSCO DELLE VENTI QUERCE - FIABA DI MAURO NERI - ILLUSTRAZIONI DI FULBER
Dovete sapere, bambini, che gli spaventapulcini del Bosco delle Venti Querce, prima di andare a dormire, ascoltano ogni sera tutti la stessa fiaba! Eccone una... – Com’è bello, il mondo visto da quassù” – esclamò Gocciola, una minuscola perla d’acqua sospesa in una nuvola grigia ferma immobile da ore sopra il Bosco delle Venti Querce. – Guarda che bella foresta laggiù… e come sono enormi, quegli alberi… Mi piacerebbe scender fin laggiù per vedere se ci abitano degli animali simpatici… Stava ancora pensando a quelle belle cose, quando all’improvviso dagli strati più interni della nube un sordo rimbombo fece tremare il cuoricino trasparente di Gocciola. – Oh, santo cielo! Ma cosa sta succedendo? Mi sento sempre… sempre più pesante, sto scivolando… mi sto staccando… NOOOOOOOOO! E Gocciola cadde dalla nube, cominciando un viaggio pazzesco verso quel
bel Bosco laggiù. Dopo un attimo di smarrimento, la goccia aprì gli occhi e si guardò attorno. La nuvola si stava allontanando veloce da lei, mentre il bosco diventava sempre più grande e vicino… – Oh povera me! – singhiozzò la piccola. – Adesso chissà dove andrò a finire… e mi farò male, anche! Prenderò una gran bella zuccata che mi crescerà un bernoccolo… Quando c’è qualche problema da risolvere, un bambino o una bambina si rivolgono a mamma e papà, no? E Gellindo Ghiandedoro corre da Brigia la civetta a farsi dare un consiglio. A chi si rivolgono, invece, le gocciole disperate? – Mamma, Mamma Acqua, aiutami, ti prego! – supplicò Gocciola. – Perché non me ne sono rimasta tranquilla tranquilla sulla mia nube? Perché mi sono messa in testa di voler scendere fino
a quel boschetto… che poi, diciamo la verità, cosa ha di così diverso dagli altri boschi? Attorno a lei centinaia e centinaia di altre gocce, di altre piccole amiche urlanti, cadevano verso terra e tutte erano ugualmente spaventate. – Mamma Acqua, ascolta! – disse allora la nostra Gocciola. – Non lo chiedo solo per me, non ti chiedo di aiutare me e di lasciar perdere tutte le altre mie sorelle, ma aiuta tutte quante! Intervieni subito, ti supplico, perché altrimenti fra un po’ sarà una strage di tante belle e piccole gocciole… Quella sì, era una bella preghiera! E infatti avvenne che un vento freddo uscì da dietro la montagna a nord e prese a soffiare e a correre fra le gocce in caduta libera. – Brrr, che freddo! – si lamentò Gocciola tremando. – Avevo chiesto di evitarci un bernoccolo in testa, non di farci venire il raffreddore… Mamma Acqua, che cosa hai in mente? Voi avete capito, vero, quel che aveva in mente Mamma Acqua? E di lì a poco
se ne accorse anche Gocciola, quando videche… – Ehi, ma io sto cambiando! Guardate, amiche, non sono più una pallina liquida: e anche a voi, stanno spuntando tante zampette dentellate! Come siamo belle: tutte bianche, lucide, di ghiaccio… Solo allora s’accorse che la velocità della caduta era diminuita e che adesso stava scendendo lente verso il Bosco, trasformata in un… FIOCCO DI NEVE! E che accanto a lei migliaia e migliaia di altri fiocchi di neve stavano danzando verso il basso, cullati da quel venticello rigido. Dove andò a cadere, la nostra Fiocchina? Piano piano, lenta lenta andò a posarsi sul pomolo della porta della tana di Gellindo , raggiunta subito da decine e decine di altre fiocchine sue sorelle. – Grazie, Mamma Acqua – sussurrò Fiocchina col cuore che le batteva di fredda gioia, perché un’altra avventura stava per cominciare. L’avventura di un fiocco di neve nel Bosco delle Venti Querce!