ARCHITECTURAL DIGEST. LE PIÙ BELLE CASE DEL MONDO
NUMERO
455.
LUGLIO/AGOSTO 2019
ESCLUSIVO
LE NUOVE STANZE DEL QUIRINALE
idee per una grande
ESTATE
6 STORIE DI MARE STRAORDINARIE
RITORNO ALLA LETTURA LIBRERIE, PARETI ATTREZZATE FOCUS ATMOSFERE “ON THE BEACH”
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Editoriale. a destra: Ruben Palazzetti, ad di Palazzetti, ed Ettore Mocchetti, uno dei membri della giuria che, all’Hôtel Lutetia di Parigi, ha assegnato i premi del concorso “Dessiner le feu” organizzato da Palazzetti, leader nel settore di camini e stufe.
OPEN MIND
EVENTO EPOCALE Man on the Moon. Il 20 luglio del 1969 l’uomo sbarcava sulla Luna. Per audacia e tecnologia, la più grande impresa umana della Storia. Il frutto di un enorme sforzo collettivo a cui ciascun partecipante contribuì con competenza, responsabilità, ed entusiasmo. Una grande vittoria di squadra e di ideali. L’OPINIONE Sbloccare l’Italia si può. Tutto è (apparentemente) fermo nell’Italia del cambiamento. Pochi o nulli gli investimenti, scarsa la libertà economica (80esima in classifica). Ma la vittoria di Milano-Cortina per le Olimpiadi invernali 2026 è un segnale che si può invertire il trend... La copertina La terrazza-living di una casa napoletana: pouf Tatino di Baleri Italia, sedia e tavolini di Equilibri, carrello Chariot di Casamania. Sullo sfondo Capri. ARCHITECTURAL DIGEST. LE PIÙ BELLE CASE DEL MONDO
NUMERO
455.
LUGLIO/AGOSTO 2019
ESCLUSIVO
LE NUOVE STANZE DEL QUIRINALE
idee per una grande
ESTATE
7 STORIE DI MARE STRAORDINARIE
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rima cosa da mettere in risalto nel presentare questo numero di AD è la visita in esclusiva a QUIRINALE CONTEMPOR ANEO, un progetto, fortemente voluto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aggiorna l’allestimento di alcuni ambienti della residenza presidenziale arricchendoli con opere d’arte moderne e contemporanee e con mobili e oggetti di design made in Italy. Un’idea magnifica per mostrare il volto creativo dell’Italia migliore. E poi c’è il MARE . «Nessuna casa dovrebbe essere senza vista sul mare», sostiene l’aforista-pop Fabrizio Caramagna, autore del bestseller Il numero più grande è due. Non sempre è così, ma le dimore che visitiamo nelle pagine seguenti tale qualità possono sfoggiarla tutte. In un appartamento della Napoli liberty, per esempio, la magica veduta di Capri – quasi un quadro di Antonio Pitloo – è il VALORE AGGIUNTO di un arredamento 100% contemporaneo giocato sull’osmosi interno-esterno. In un’antica residenza di Polignano a Mare, trasformata con molto garbo estetico in bed&breakfast, e in una villa a Maiorca sono il GENIUS LOCI e la tradizione architettonica locale a colloquiare con le tinte squillanti del paesaggio marinaro, mentre nella pineta di Castiglione della Pescaia il mare è una presenza-assenza evocata dalle brezze salse che spirano dal litorale. Dal canto suo, Marc Ferrero, l’estroso inventore della Storytelling Art, s’è ricavata la propria casa-atelier tra le rocce di Èze per godere della SOLARITÀ UMBR ATILE della Costa Azzurra, ingrediente fondamentale della sua rutilante pittura. Case fresche, lineari, colorate, piene di gioia di vivere e che invitano a vivere con gioia. E per chi la casa “vista mare” non l’ ha? Ci sono i consigli di FOCUS che propone una ricca galleria di arredi e accessori per creare nella scena domestica un’atmosfera “on the beach”. Il PORTFOLIO, infine, censisce le nuove librerie, e nelle STORIE si parla di due miti nati 100 anni fa: la CITROËN e PAOLO SOLERI , architetto visionario che coniò il concetto di “arcologia” (architettura+ecologia). Un numero tutto da leggere.
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IN EDICOLA DAL 16 LUGLIO 2019
ISSN 1123-9719
9 771123 971003
EDIZIONI CONDÉ NAST - € 5,00
ETTORE MOCCHETTI
RITORNO ALLA LETTURA LIBRERIE, PARETI ATTREZZATE FOCUS ATMOSFERE “ON THE BEACH”
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
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N° 455 — LUGLIO/AGOSTO 2019
SOMMARIO. «Il design è come una farfalla tra le mani, se la stringi troppo muore, se la lasci andare vola via». RODOLFO BONETTO
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DISC OV ERIES .
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HOME —
Lo stile scandinavo rivisitato alla luce di un minimalismo elegante nella casa di VALERIE AFLALO . FOOD DESIGN — Estetica e spirito fusion nelle creazioni gastronomiche di JULIEN ROYER . MOSTRE — MATTEO PUGLIESE reinterpreta L’Ultima Cena di Leonardo attraverso la scultura. NEW PROJECTS — Una capsule collection disegnata da CRISTINA CELESTINO per FENDI CASA . WATCH — Design futuribile e alta tecnologia per un originale segnatempo realizzato da MB&F. SEVEN FOR THE FUTURE — L’idea di innovazione è al centro dei progetti di ALESSANDRO STABILE . MADE IN ITALY — Anima cosmopolita e mood contemporaneo per le linee di CER AMICA CIELO . BR AND — NOMA BAR ha firmato una limited edition di bottigliette d’autore per COCA-COLA . TEXTILE DESIGN — Armonie tra stoffe e colori nei lavori di HELLA JONGERIUS . In mostra a Parigi. PREMI — Un concorso di PALAZZETTI per reinventare il caminetto domestico. LE ASTE — La street photography, auto e mobili da collezione nelle VENDITE ALL’INCANTO . I MAESTRI — Lo spirito autentico della natura anima le sculture di PABLO ATCHUGARRY. OPEN AIR — Le strategie e le nuove collezioni di TALENTI , tra i leader degli arredi per l’outdoor. ARTS & CR AFTS —
Un legno millenario è il materiale delle borse create da LIA BOSCH .
MOTORING —
Linea grintosa e potenza per la nuova GR Supra di TOYOTA .
KITCHEN —
I nuovi elettrodomestici HOOVER coniugano tecnologia ed ergonomia. EVENTS — A Milano, una conversazione sui nuovi trend degli spazi della CUCINA . AGENDA — Gli STILI DI VITA del nostro tempo evocati dalle mostre di arte e design del momento.
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PORT FOL IO.
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COME MUR ALES —
Una rassegna ragionata per orientarsi tra i tanti modelli di LIBRERIE , pareti attrezzate e boiserie.
FOCUS.
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PROFUMO DI MARE — Forme, colori e decori ispirati al GR ANDE BLU . Arredi e complementi che evocano
le meraviglie dei fondali.
BACK STAGE .
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DENTRO AD — Cercando ispirazioni dietro le quinte del numero di LUGLIO-AGOSTO.
STORIE .
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CHIAMATELA, SE VOLETE , UTOPIA —
Architettura e ecologia caratterizzano l’opera di PAOLO SOLERI .
IL SECOLO DELLA DOPPIA CUSPIDE — CITROËN
festeggia
cento anni di successi e auto iconiche.
UN LUSSO RICERCATO E SU MISUR A — LONGHI , brand di riferimento per il
Compie 60 anni living.
Precursore. a sinistra: l’architetto Paolo Soleri, famoso per le sue innovative concezioni urbanistiche, che ripensavano l’idea di città anche alla luce di un sentimento ecologico molto in anticipo sui tempi.
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SOM M ARIO.
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104 112 LE CASE DEL MESE.
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
Opere d’arte e oggetti di design che raccontano lo spirito contemporaneo arricchiscono le sale del QUIRINALE .
IN & OUT — Si apre sul panorama circostante un appartamento di NAPOLI arioso come un loft urbano.
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RITORNO AL PASSATO — Lo spirito del luogo riecheggia nelle forme e nei materiali di una villa sull’isola di MAIORCA .
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ON THE ROCKS — La casa di Marc Ferrero a ÈZE , un’abitazione d’artista in uno dei borghi più belli della Costa Azzurra.
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LUCE DI PUGLIA —
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MAREMMA D’AUTORE —
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FRONTE DEL PORTO — Rende omaggio alla tradizione della Sardegna il nuovo negozio di Louis Vuitton a PORTO CERVO .
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IERI E OGGI —
A POLIGNANO A MARE , un’antica dimora con la vocazione per l’ospitalità.
Una residenza ricca di atmosfera immersa nella natura della TOSCANA più autentica.
ENGLISH TEXTS
MATTIA AQUILA. GIORGIO BARONI. GREG COX/BUREAUX. MASSIMO LISTRI
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In questo numero. MASSIMO LISTRI Inizia la carriera di fotografo giovanissimo e realizza reportage per Franco Maria Ricci. Le sue mostre sono state ospitate in tutto il mondo. L’ultima, “A perfect day”, è al Forte Belvedere di Firenze fino al 27 ottobre. Nella foto è con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un tesoro nascosto a Roma? «A Trinità dei Monti, l’anamorfosi del matematico padre Emmanuel Maignan, del 1642. Lungo il corridoio delle celle dei frati Minimi, un trompe-l’oeil di 10 metri. E, nell’ infermeria, la Stanza delle Rovine».
GREG COX
Una mostra di fotografia? «Les Rencontres de la Photographie d’Arles, che quest’anno compiono 50 anni. Dal primo luglio al 22 settembre. Imperdibili».
PINO BRESCIA Artista/scenografo formato all’Accademia di Belle Arti di Bari, studi poi integrati da corsi di design seguiti per passione. Basato nella sua Puglia, a Fasano, da cui segue progetti in tutto il mondo.
Una meraviglia da vedere a Polignano? «L’abbazia di San Vito, spettacolare monastero fortificato costruito sul mare. All’ interno ha anche un piccolo villaggio. Un luogo magico».
MARINA FILIPPOVA Nata e cresciuta a San Pietroburgo, ha studiato Economia e finanza in Russia e Storia dell’arte negli Usa. Per AD è una delle interior designer russe più influenti, con progetti in tutto il mondo.
Un posto speciale in Maremma? «Roccamare, in una pineta fittissima a pochi chilometri da Castiglione della Pescaia. Costruita negli anni Õ70, conserva, grazie ai vincoli, lo spirito dell’epoca».
LUCA PISCITELLI E FILIPPO ARPAIA Lo studio Piscitelli+Arpaia Architetti, nato nel 1994 a Napoli, è specializzato nell’interior design di ispirazione modernista (gestione di piani, volumi e geometrie) e di edilizia residenziale e ricettiva, benessere e spa.
Il belvedere più incredibile a Napoli? «La città vista dalla collina di Pizzofalcone è talmente bella che a guardarla ti senti riconciliato con il mondo intero. Il legame con questo luogo è così intimo e speciale perché ci ricorda la nostra infanzia».
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SONIA COCOZZA Nata a Napoli, si è laureata in giurisprudenza per poi diventare giornalista e blogger. Collabora con testate nazionali e internazionali di architettura e design.
Un gioiello Liberty a Napoli? «Palazzo Mannajuolo di Giulio Ulisse Arata, con il capolavoro della scala ellissoidale in marmo a sbalzo e balaustre in ferro battuto».
ROBYN ALEXANDER Ha lavorato alle edizioni sudafricane di House and Leisure e Marie Claire e partecipato al lancio del Sunday Times Home Weekly. Dal 2016 è editor di House and Leisure. È una vera appassionata di design, architettura, abiti e buon cibo.
L’architettura simbolo di Cape Town? «Lo Zeitz MOCAA, il museo di arte contemporanea africana, il primo nel continente, creato dal designer britannico Thomas Heatherwick».
MATTIA AQUILA. GIORGIO BARONI.
Sudafricano di Durban, dove ha studiato fotografia per tre anni, si è trasferito a Cape Town undici anni fa. La sua ispirazione nasce dalla bellezza naturale che lo circonda.
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Ci accontentiamo semplicemente del meglio e creiamo i migliori prodotti editoriali. Per questo abbiamo AD, che da oltre 30 anni racconta le più belle case del mondo, La Cucina Italiana, da oltre 90 anni la guida più autorevole nel mondo del gusto e della tradizione italiana, e Traveller, viaggi straordinari accompagnati da eccezionali reportage fotografici per viaggiare comodamente dalla poltrona di casa. Tradotto in una parola, Qualità. In due parole, Condé Nast.
Direttore Responsabile
ETTORE MOCCHETTI Art Director GIUSEPPE PINI Caporedattore Attualità MARIO GEROSA Caporedattore, RUBEN MODIGLIANI Caporedattore ELENA DALLORSO Caposervizio Impaginazione FRANCESCA MARINO Vice Caposervizio, MICHELA BUZZONI Segreteria di Redazione MARIA GRAZIA CECCONELLO Responsabile, FEDERICA CLARI Photo editing Project Consultant RICCARDO BIANCHI New York CHRISTINA NICASTRI Segreteria e Redazione Hanno collaborato: ROBYN ALEXANDER, SONIA S. BRAGA, ANITA CASATI, SONIA COCOZZA, CESARE DE SETA, NICOLETTA DEL BUONO, FIAMMETTA FADDA, UMBERTA GENTA, GIAMPIERO NEGRETTI, GAIA PASSI, FRANCA ROTTOLA, ALESSANDRA VALLI, FRANCESCA VINCI, MICHELE WEISS STEPHEN PICCOLO traduzioni, STUDIO DIWA revisione testi Fotografie di: MATTIA AQUILA, GIORGIO BARONI, CHIARA CADEDDU, GREG COX/BUREAUX, MASSIMO LISTRI, JOHANN SELLÉN/LIVING INSIDE
Direttore Editoriale LUCA DINI Digital Editorial Director JUSTINE BELLAVITA Chief Marketing Officer FRANCESCA AIROLDI Sales & Marketing Advisor ROMANO RUOSI Brand Advertising Director CARLO CLERICI, Advertising Manager CRISTINA RONCAROLO Responsabile Content Experience Unit VALENTINA DI FRANCO, Responsabile Digital Content Unit SILVIA CAVALLI Moda e Oggetti Personali: MATTIA MONDANI Direttore Beauty: MARCO RAVASI Direttore. Grandi Mercati e Centri Media Print: MICHELA ERCOLINI Direttore. Arredo: CARLO CLERICI Direttore Branded Content Director: RAFFAELLA BUDA. Digital Sales: GIOVANNI SCIBETTA Responsabile Triveneto, Emilia Romagna, Marche: LORIS VARO Area Manager. Toscana, Umbria, Lazio e Sud Italia: ANTONELLA BASILE Area Manager Mercati Esteri: MATTIA MONDANI Direttore. Uffici Pubblicità Estero - Parigi/Londra: ANGELA NEUMANN New York: ALESSANDRO CREMONA. Barcellona: SILVIA FAURÒ
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Presidente GIAMPAOLO GRANDI Amministratore Delegato FEDELE USAI Direttore Generale DOMENICO NOCCO Vice Presidente GIUSEPPE MONDANI, Direttore Centrale Digital MARCO FORMENTO Direttore Circulation ALBERTO CAVARA, Direttore Produzione BRUNO MORONA Direttore Risorse Umane CRISTINA LIPPI, Direttore Amministrazione e Controllo di Gestione LUCA ROLDI Digital Marketing MANUELA MUZZA, Social Media ROBERTA CIANETTI Digital Product Director PIETRO TURI, Head of Digital Video RACHELE WILLIG Digital CTO MARCO VIGANÒ, Enterprise CTO AURELIO FERRARI Digital Operations e Content Commerce Director ROBERTO ALBANI
Sede: 20123 Milano, piazzale Luigi Cadorna 5 - tel. 0285611 - fax 028055716. Padova, via degli Zabarella 113 - tel. 0498455777 fax 0498455700. Bologna, via Carlo Farini 13, Palazzo Zambeccari - tel. 0512750147 - fax 051222099. Roma, via C. Monteverdi 20 tel. 0684046415 - fax 068079249. Parigi/Londra, 3AvenueHoche75008Paris-tel.00331-53436975. New York, Spring Place 6, St Johns Lane New York NY 10013 - tel. 212-3808236. Barcellona, Passeig de Gràcia 8/10, 3° 1a-08007Barcelona-tel.0034932160161-fax0034933427041. Redazione: 20121 MILANO - piazza Castello 21 - tel. 0285611 - fax 0285612698
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NORDIC STYLE. La stilista svedese Valerie Aflalo sul terrazzo della sua casa di Enskede, nella zona sud di Stoccolma. Siede su un lettino del brand danese Tine K Home. Indossa abiti disegnati da lei per il marchio Valerie.
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HOME
Le bianche luci del Nord Le eleganti atmosfere dello stile scandinavo caratterizzano gli ambienti della casa della stilista VALERIE AFLALO , dove dominano i colori tenui e i materiali naturali. 1 2
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estate svedese riempie ogni stanza con i suoi bagliori: la luce entra dalle ampie vetrate, si riflette sul pavimento di legno chiaro e si posa sugli arredi, esaltandone le forme lineari. Questa casa dall’atmosfera nordica è il regno della stilista svedese Valerie Aflalo – fondatrice e ceo del marchio di moda Valerie – che abita qui insieme al marito Johan e alle loro tre figlie, Nicoletta, 13 anni, Bianca, 7, e Leonie, 4. La residenza si trova a Enskede, un sobborgo residenziale nella zona sud di Stoccolma. «Io e mio marito lavoriamo in centro. Dopo una giornata stressante, in questa casa ritroviamo l’equilibrio. È il nostro luogo felice», racconta la stilista. La ristrutturazione della casa – l’edificio risale al 1945 – è durata un anno e mezzo e ha coinvolto tutti gli ambienti. «È stata molto più lunga, costosa e faticosa di quanto avessi mai immaginato. Però ne è valsa la pena», ammette Valerie. Le pareti color senape e gli interni in legno scuro hanno lasciato il posto a uno spazio accogliente e arioso, dall’eleganza minimalista, in cui dominano tonalità neutre – grigio, crema e bianco – e materiali naturali come legno, cemento e pietra. Il cuore della dimora è ciò che lei definisce una “non cucina”: un ambiente ampio e conviviale realizzato su misura, che riunisce la sala da pranzo e una cucina a isola. L’interior design è stato curato direttamente dalla proprietaria, che ha scelto ogni singolo oggetto. «Prima di iniziare i lavori di ristrutturazione ho creato un moodboard, prendendo ispirazione dai nostri viaggi, ma anche da Instagram e Pinterest», spiega Valerie. Curiosamente, il suo gusto come deco32
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FOTOGRAFIE JOHAN SELLÉN/LIVING INSIDE. STYLIST GILL RENLUND
MINIMALE. 1. La sala da pranzo, con la cucina a vista. Sulla sinistra, tavolo Bermuda di Thomas Eriksson per Asplund; sedie Wishbone di Hans Jørgen Wegner (Carl Hansen & Søn) e lampadario Roll and Hill. Sulla destra, al di sopra del bancone della cucina, lampadari Länna Möbler. Sgabelli Frama. 2. In soggiorno, divano Gervasoni, lampadario Heracleum di Moooi, sedie di Hans-Agne Jakobsson, tappeto di Pia Wallén, pouf di Broberg & Ridderstråle. 3. La cabina armadio: panca Ruth & Joanna. Lampadario Markslöjd e tappeto di KVM. Borsa Dior. 4. Sul letto, lenzuola di Himla, comodino Tati di Asplund.
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ratrice d’interni non rispecchia le creazioni che firma come fashion designer: «Lo stile dei miei abiti è femminile e vezzoso, mentre il mio interior design è molto più semplice, essenziale. Ciò che hanno in comune è l’attenzione per la qualità e il fatto di essere creati per durare nel tempo». L’arredamento rappresenta la quintessenza dello Scandinavian style: quasi tutti gli oggetti sono firmati da designer nordeuropei (con poche eccezioni: tra queste il divano di Gervasoni). Oltre ai maestri del passato – ci sono le sedie dell’architetto svedese Hans-Agne Jakobsson e le iconiche Wishbone del designer danese Hans Jørgen Wegner – troviamo diverse firme contemporanee, come Pia Wallén e Thomas Eriksson, entrambi svedesi. «Mi piace mescolare pezzi vintage con arredi più attuali, per creare uno stile unico e personale», spiega Valerie. Tra le tante sfumature di bianco spicca qualche macchia di verde: alcune sono piante, altre sono fotografie, affiancate a dipinti che ritraggono alberi di ogni forma; un indizio dell’amore della stilista per la natura, che trova la sua massima espressione nel giardino che abbraccia la casa. Oltre la portafinestra al piano terra si apre un grande terrazzo in legno: da lì basta scendere qualche gradino per ritrovarsi immersi nella vegetazione. «È quello che ho sempre desiderato: amo uscire anche soltanto per sedermi e godere del verde; oppure per piantare fiori e fare piccoli lavoretti. Il giardinaggio è meraviglioso e terapeutico». □ GAIA PASSI
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FOOD DESIGN
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WHO’S WHO A soli 37 anni JULIEN ROYER è lo chef/ patron di Odette, prestigioso ristorante a Singapore. Membro del circuito delle “Grandes Tables du Monde”, si fregia delle due stelle Michelin ed è in continua ascesa. È paladino dell’alta cucina francese moderna. odetterestaurant.com
In pochi anni Julien Royer è arrivato ai vertici delle maggiori classifiche mondiali: a iniziare dal 50 Best of Asia. Col contributo determinante di una nonna francese. di FIAMMETTA FADDA
IN UNA PAROLA: PERFETTE. Lo chef acquista i suoi prodotti da “fornitori boutique” ricercati a lungo. Qui la delicatezza delle capesante è esaltata dall’aroma di anice dell’aneto.
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ILLUSTRAZIONE DI MAURO GATTI
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er divertirvi, davanti a questo piatto, potreste fare ai vostri amici la domanda del test di Rorschach: a che cosa ti fa pensare? All’aiuola di un paesaggista giapponese, a una palude amazzonica fotografata dall’alto da Yann Arthus-Bertrand, a una installazione artistica a tema “la salvezza del pianeta”? Comunque sia, l’incanto prodotto da questo simil-paesaggio è grande. Tanto che procedere a demolirlo sembra una profanazione. Quanto tempo c’è voluto in cucina per ottenere questo effetto da cui trapela un accenno d’incuria? D’altra parte lo chef attende il giudizio del palato perché è di cucina che stiamo parlando. Julien Royer ha la fortuna di avere a disposizione il meglio di una città, Singapore, dove la fusion più totale ha diritto di chiamarsi “terroir”. Però la chiave del suo stile è racchiusa nell’insegna del ristorante: Odette, il nome di una sua amata nonna, colei che per prima gli ha insegnato il piacere della convivialità intorno a un buon cibo. Poi sono arrivati gli anni di lavoro dal grande Michel Bras, a Laguiole, profeta della sacralità di ogni ingrediente in ogni piatto unita alla tecnica impeccabile. Il titolo della ricetta conferma il credo minimalista: “Capesante pescate a mano al naturale”. Spiega lo chef: «Per fare risaltare la purezza del sapore dolce e la consistenza carnosa delle capesante, le nappo con una crème fraîche profumata con aneto, rafano, cipolline sottaceto. E le incornicio con una emulsione di aneto e olio all’aneto». Due ingredienti e poco più. Sembra facile.
MOSTRE
Nobili arti
WHO’S WHO
Raccontare l’ULTIMA CENA di Leonardo attraverso le mani. Una sfida raccolta da Matteo Pugliese, artefice di sculture dense di pathos e passione. di SONIA S. BR AGA
MATTEO PUGLIESE, classe 1969, vive e lavora a Milano. Da oltre 20 anni si dedica alla scultura, suo strumento espressivo d’elezione. Tra le sue serie più famose, esposte in Italia e all’estero, gli Extra Moenia e i Custodi, di cui la galleria Imago propone oltre 30 opere della produzione più recente. Il prossimo autunno la mostra farà tappa a Hong Kong.
ELOQUENTI. in alto: nel suo studio milanese Matteo Pugliese lavora all’installazione Nelle tue mani (2018-2019): un’interpretazione dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, composta da 20 mani di bronzo e sagoma tracciata su parete (misura 850x180 cm, dimensione non lontana dall’originale). a sinistra: le mani di Andrea, l’apostolo che siede accanto a Giacomo.
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MOSTRE
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i sono immagini che catturano lo sguardo e lasciano un’impressione indelebile sulla nostra retina. È il caso dell’Ultima Cena raffigurata nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano, icona senza tempo dipinta da Leonardo che ancora oggi si presta ai remake più originali: da Salvador Dalí a Andy Warhol, ognuno l’ha interpretata a modo suo. Ed è attraverso la nobile arte della scultura che Matteo Pugliese ha voluto rendere omaggio al capolavoro del genio toscano a 500 anni dalla scomparsa. Per la prima volta nella sua carriera l’artista milanese si misura con un Maestro del passato. E lo fa con un’opera inedita – Nelle tue mani – che 38
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
dà il titolo alla personale allestita a Lugano (fino al 14/09), nei nuovi spazi di Imago Art Gallery. Fulcro dell’installazione, che si compone di 20 sculture plasmate nel bronzo e di un esile profilo dipinto, è la danza di gesti scaturiti dalla frase pronunciata da Cristo: “Qualcuno di voi mi tradirà”. Le mani scolpite, isolate nello spazio del muro, trattengono ed esprimono il pathos emotivo della scena: quelle stesse mani cui Leonardo dedicò centinaia di disegni, avvinto com’era dalla vita del corpo e dalle passioni umane. «Ho pensato di tradurre un’opera pittorica in chiave scultorea», dice Pugliese, «e l’idea di concentrarmi sulle mani è stata immediata, quasi istintiva; l’esecuzione, invece, ha richiesto 6 mesi di lavoro. L’opera si estende per oltre 8 metri: la gestualità percorre l’intero sviluppo del soggetto, come nel Cenacolo vinciano. «Tutto è iniziato dalla mano di Tommaso, con l’indice rivolto verso il cielo, poi Pietro che brandisce il coltello, quindi le altre mani». L’effetto trompe-l’œil è un artificio ricercato dall’artista, che vuole attirare lo sguardo dello spettatore “dentro” la narrazione. «Anche la luce, intangibile, è un elemento di illusionismo prospettico: le ombre conferiscono plasticità alla scultura. Poi c’è la fisicità della materia, modellata in modo un po’ violento, grezzo, con spatolate evidenti. La vitalità del gesto ne plasma la drammatica tensione espressiva».
FABIO MANTEGNA. LORENZO VECCHIA
DALLA PITTURA ALLA SCULTURA. sopra: visione d’assieme dell’opera Nelle tue mani di Matteo Pugliese. in basso, a sinistra: l’artista studia la prospettiva della composizione basandosi sull’originale. in basso: la mano di Tommaso, uno dei dodici apostoli.
DI S C OVE R I E S .
N E W PRO J E C T S
Lusso, calma & voluttˆ La nuova collezione firmata da Cristina Celestino per FENDI CASA: citazioni e dettagli preziosi evocano un gusto sofisticato e colto.
CHIC TOTALE. sopra: pezzi della collezione Back Home di Cristina Celestino per Fendi Casa. Tavolino Effe (con una versione del logo a doppia F ideata da Lagerfeld nel 1983), specchiera Matinée, poltroncine Flaminia, panca Tivoli, tappeto Tournée. Le lampade Lux sono disponibili anche da terra e da tavolo.
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ravertino, radica, omaggi a grandi progettisti (da Luigi Moretti a Willy Rizzo): in Back Home, la “capsule collection” disegnata da Cristina Celestino che Fendi Casa ha presentato ad aprile nel corso della Milano Design Week, le citazioni si stratificano creando un linguaggio estetico inconfondibile. «Uno dei punti di partenza è stato il Pequin, il motivo a righe tabacco/ nere che per Fendi è un logo non-logo. L’ho ripreso, utilizzato in diagonale, trasformato nei colori. Ma soprattutto ho pensato a un’eleganza borghese, molto Roma anni ’70», racconta la progettista. Alcuni elementi richiama40
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WHO’S WHO Nata a Pordenone nel 1980, CRISTINA CELESTINO si è laureata in Architettura allo Iuav di Venezia. Nel 2012 partecipa al Salone Satellite, nel 2016 firma per Fendi The Happy Room in occasione di Design Miami/. Ha ricevuto numerosi premi internazionali.
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N E W PRO J E C T S
«UNA FONTE DI ISPIRAZIONE? I GIOIELLI, OGGETTI DALL’ESTETICA RAFFINATA MA PIENI DI DETTAGLI FUNZIONALI». CRISTINA CELESTINO
TEMI E VARIAZIONI. sopra: la collezione è percorsa da alcuni temi ricorrenti, come il motivo Pequin tipico di Fendi (la rigatura nero/tabacco, anche in nuovi colori) o l’interesse di Cristina Celestino per il mondo del gioiello (la lampada ricorda un gemello da polsino). a sinistra: la collezione nell’allestimento realizzato per la Milano Design Week, che ricreava una serie di ambienti domestici stilizzati. A parete tre mobili Agio, ispirati ai mobili d’ingresso d’antan. sotto: il doppio specchio Matinée, tappeto Capitolino e tavolino “triplo” Effe, con piani in marmi colorati intarsiati.
no la sua prima collaborazione con Fendi, quella di Design Miami/ 2016. Allora c’erano tavolini che sembravano orecchini oversize, qui invece luci e specchi ricordano gemelli da polsino. «Il mondo dei gioielli mi affascina, sono oggetti che mettono insieme un’estetica raffinata e una grande quantità di dettagli funzionali: chiusure, snodi, supporti. Tutti elementi che funzionano benissimo anche portati fuori scala», conferma la designer. Un’idea che troviamo inoltre nelle sedute imbottite: la panca, per esempio, è come se fosse l’astuccio di un bracciale. Ingigantito. A differenza degli oggetti disegnati per Design Miami/, tutti pezzi unici, la collezione Back Home è pensata per essere prodotta. «Per me è stato lavorare con modalità che appartengono più alla moda che al design», osserva Cristina Celestino. È un catalogo che va a completare la linea Fendi Casa. «Che tra l’altro è nata nel 1987, lo stesso anno di nascita del Pequin», nota la designer. Che nel suo lavoro di ricerca in archivio ha recuperato una variante del logo con le due F tondeggianti, firmata da Karl Lagerfeld nel 1983. Citazione top. □ 42
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WATC H
IL TEMPO DEL FUTURO. a sinistra: tra le molte peculiarità tecniche dell’Horological Machine HM6, diversi ingranaggi conici e il tourbillon volante. Quest’ultimo ha una cupola in vetro, sormontata da una calotta metallica mobile che protegge il lubrificante del dispositivo dai raggi ultravioletti. La corona a destra regola l’ora, l’altra abbassa o solleva la calotta sul tourbillon. in basso, a sinistra: l’Horological Machine HM6.
Fantascientifico Fa l’effetto di un’elaborata NAVE SPAZIALE l’Horological Machine N°6, originale creazione di MB&F. di GIAMPIERO NEGRETTI
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n’astronave del tempo al polso: è quanto si era prefissato Maximilian Büsser quando, insieme con i suoi collaboratori, ha ideato il modello HM6 (Horological Machine N°6) di MB&F, ispirandosi alla nave spaziale di una serie tv giapponese. Quella illustrata è la Final Edition, la versione in acciaio che va a completare la collezione. La cassa (49,5 x 52,3 mm) è di forma molto particolare con quattro elementi sferici alle estremità e il tourbillon volante al centro. In primo piano appaiono i due globi rotanti di colore blu che indicano ore e minuti, mentre dall’altra parte si trovano due piccole turbine. Ruotando velocemente con il movimento del polso servono a regolare l’intensità della carica, che è del tipo automatico, per evitare un sovraccarico della molla. Con un movimento dalla struttura al di fuori degli schemi tradizionali, l’orologio si avvale di numerose finezze tecniche, ha il rotore in platino a forma di alabarda spaziale e 72 ore di autonomia di marcia. In tiratura limitata (8 esemplari), è un pezzo di grande fascino, astronomico anche nel prezzo: 229.000 euro. 44
QUATTRO IN UNO Titanio per la cassa (49 mm) e fibra di carbonio per i quadranti dell’Icon Podium di Meccaniche Veloci, marchio italiano costruito in Svizzera. L’orologio, la cui forma ricorda un pistone, mostra in simultanea ben 4 fusi orari: tutte le indicazioni sono governate da un unico movimento automatico e ogni quadrante è regolabile individualmente e con correzione rapida mediante la relativa corona. Impermeabile fino a 50 metri, costa 9.200 euro.
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S E V E N F O R T H E F U T U R E 2 /Ch a p te r o n e
FARE LA DIFFERENZA Rigoroso ed eclettico, interessato a tutti i campi del progetto, ALESSANDRO STABILE è il prototipo dell’industrial designer. Una riuscita sintesi di competenza e versatilità tecnologica, sensibilità estetica e capacità d’innovazione. di RICCARDO BIANCHI
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WHO’S WHO ALESSANDRO STABILE (1985) ha progettato mobili, serrature intelligenti, forbici, geniali rubinetti a ponte e trolley per Alessi, My Home, Internoitaliano (con Giulio Iacchetti), Moleskine e altri. È co-fondatore del brand Have a Good Tie, che produce cravatte innovative, e art director di Belca e Artifex. «Il progetto che più amo è forse il lucchetto per automezzi disegnato per Serrature Meroni. Mi fa piacere vederlo ogni giorno sui portelli dei furgoni degli spedizionieri». 46
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CHIARA CADEDDU
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n che cosa consiste il tuo lavoro? Sono un industrial designer, collaboro con le aziende per creare nuovi prodotti che abbiano contenuti innovativi con l’obiettivo che siano largamente utilizzati, funzionino bene e che le persone ci si possano anche affezionare. Miro a realizzare oggetti che contengano un’intelligenza inaspettata: una piccola innovazione funzionale, formale o tecnologica. Li disegno in modo che abbiano eleganza, cioè siano dotati di una bellezza non urlata e non legata alle mode, frutto spesso di dettagli e attente proporzioni. Hai qualche particolare fonte di ispirazione? Osservare ogni giorno gli oggetti e il comportamento delle persone. Ma soprattutto cercare di intercettare la contemporaneità e cogliere gli spiragli di futuro. Di recente, per esempio, ho tratto spunti ideativi dalla sfilata di Gucci ai Musei Capitolini, dal libro The Game di Baricco o dagli oggetti presenti nella serie tv Chernobyl. C’è un tema progettuale che vorresti affrontare? Amo spaziare tra le categorie più diverse, per esempio in autunno usciranno due miei prodotti afferenti a merceologie che non avevo ancora trattato: una maniglia e una collezione di zaini e borse. Vorrei affrontare ambiti per me inediti, in particolare quelli in cui occorre umanizzare la tecnologia e quelli più lontani dal patinato mondo del design. A proposito, hai una definizione per “design”? Mi piace quella di Alice Rawsthorn, critica del New York Times: “Il design è un agente di cambiamento”.
PROGETTI INTELLIGENTI. 1. Il tavolo delle idee di Alessandro Stabile: prima la matita, poi il computer. Dice: «Il disegno è fondamentale. Ho una serie di taccuini che ogni tanto sfoglio per recuperare e rivitalizzare idee passate alla luce di una maggiore esperienza». 2. Stabile con le forbici Lama in acciaio galvanizzato, per Internoitaliano. 3. Trolley Hard Luggage, per Moleskine: all’interno, il contenitore per il vestiario è rimovibile. 4.-5. Timeless: poltroncina e sedia Riquadra per My Home. 6. Coffee table Vinnie (My Home) a due profondità: per appoggio e per conservare riviste, libri e oggetti vari.
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M A D E I N I TA LY
WHO’S WHO Fondatore di Ceramica Cielo nel 2004, ALESSIO CORAMUSI, in veste di amministratore delegato, ne ha fatto un brand di riferimento del settore dei sanitari. Innovare con giudizio e riportare al centro della produzione “la cultura delle mani” sono i cardini del suo operare che ha visto affidare la direzione artistica del brand a due designer di alto profilo come Andrea Parisio e Giuseppe Pezzano.
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Nuovi concept per il bagno In un mondo omologato conta avere identità. E CER AMICA CIELO ce l’ha. L’amministratore delegato spiega come il brand se l’è costruita. di FR ANCA ROTTOLA
no dei fenomeni che caratterizzano i nostri tempi è l’omologazione. Sottrarvisi significa avere un’identità forte e qualità che distinguono. Cielo, con le sue collezioni di sanitari e accessori per il bagno, fa parte di questa “metà del cielo”. Con quali strategie ci è riuscita lo chiediamo ad Alessio Coramusi, ad della società: «Le nostre carte vincenti sono la qualità del design, la selezione dei materiali migliori, la fruibilità e la praticità dei nostri prodotti, e soprattutto lo “stile e il sapore” della nostra proposta di bagno: uno stile unico, dal mood contemporaneo ma senza tempo, e con la bellezza della memoria». Da poco, chiediamo, Ceramica Cielo ha ampliato lo showroom di Milano: con quale obiettivo? «L’ampliamento di Spazio Cielo, che è pensato come un contenitore di design, nasce dalla volontà di offrire a clienti e architetti una vetrina privilegiata per scoprire l’anima cosmopolita e allo stesso tempo trasversale del brand. L’obiettivo è quello di presentare di volta in volta le nostre molteplici anime tramite setup sempre diversi dei nostri prodotti. Per questo abbiamo cercato di creare un ambiente che racconti la capacità del brand di interpretare la cultura del design italiano e proporre una nuova concezione della sala da bagno in cui protagonista indiscussa è comunque e sempre la ceramica».
Lavabo decorativo. in alto: di Ceramica Cielo, sistema lavabo Elle Ovale disegnato da Andrea Parisio e Giuseppe Pezzano, armonizza lo specchio ovale allungato dotato di luce led perimetrale, con l’alzata e il lavabo in ceramica finitura Lavagna della gamma “Terre di Cielo” e con struttura in cemento.
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BR AND
Italia in bottiglia Con la limited edition “Face of the City” COCA-COLA rende omaggio a Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Bari. Un viaggio e una dichiarazione d’amore. di ELENA DALLORSO VOLTI E CITTÀ. Le bottigliette di Coca-Cola in edizione limitata “Face of the City: l’omaggio di Coca-Cola all’Italia” disegnate da Noma Bar: sei città si raccontano attraverso i dettagli dei personaggi inventati dal designer e illustratore israeliano.
WHO’S WHO Nato in Israele nel 1973 e a Londra dal 2000, NOMA BAR è designer, illustratore e grafico. Le sue illustrazioni sono state pubblicate su The New Yorker, The Guardian, The New York Times, GQ, The Economist, Wallpaper ed Esquire.
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ei città (Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Bari), sei bottigliette in edizione limitata per celebrare l’Italia e la sua way of life, secondo Coca-Cola, presente nella penisola da oltre 90 anni: il progetto si chiama “Face of the City: l’omaggio di Coca-Cola all’Italia” ed è firmato dal designer e illustratore israeliano Noma Bar, che ha trasformato sei città nei volti di altrettanti personaggi. «Avevo a disposizione per ognuna pochi elementi iconici, così ho disegnato come si fa per la moda, concentrandomi non sul vestito, ma sui dettagli», racconta, in esclusiva per AD, Noma Bar. «Ho catturato l’anima di ogni città creando un personaggio, perché sono le persone a fare i luoghi e i loro volti a raccontare le storie che mi interessano». Milano è un hipster che, su una t-shirt con la facciata di una casa di ringhiera, ha una sciarpa in cui si riconosce la sagoma di un tram, e nella barba lo skyline; Venezia è un gondoliere tra maschere di Carnevale e pellicole cinematografiche; Firenze è una ragazza sofisticata ed elegante; Roma una donna con la sagoma delle sue scalinate a delineare l’abito e Napoli un’altra con un cappello a forma di pizza; Bari è invece un omaggio al lungomare. E se dovesse disegnare Londra, dove vive? «È una città dalle molte anime, con un sacco di luoghi e personaggi iconici con cui giocare».
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Armonie in punta d’ago Nel suo laboratorio di Berlino, la designer olandese HELLA JONGERIUS ci mostra il lato tessile del suo lavoro. di ALESSANDR A QUATTORDIO
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n palazzo ottocentesco, che, come tanti ne quartiere Mitte a Berlino, dall’atrio lascia intravedere le facciate interne in mattoni. In fondo alla corte, vasi multicolori, piante e fiori segnalano la presenza di un atelier. In questa città in pieno fermento architettonico – recenti gli interventi di David Chipperfield all’Isola dei Musei –, anche il design svela i suoi tesori. Nell’edificio ha sede infatti il quartier generale di Hella Jongerius, “espatriata” in Germania dall’Olanda nel 2009 e oggi inserita nel milieu del design internazionale. La sua formazione, analogamente a quella di altri protagonisti della progettazione dei Paesi Bassi – Marcel Wanders, Piet Hein Eek o Maarten Baas – è avvenuta alla Design Academy Eindhoven, e Jongerius, in particolare, ha sviluppato una straordinaria sensibilità per il colore, raccogliendo l’eredità del Bauhaus, e ha applicato una disciplina calvinista a qualsiasi sua ricerca. «La nostra generazione ha interagito con le aziende fondendo artigianato e industria. Chi è venuto dopo ha perseguito vie estranee al sistema della produzione», commenta. Nel 1993, quando fondò JongeriusLab (jongeriuslab.com), iniziò a costruire
MOTIVI ASTRATTI. in alto: Hella Jongerius nel suo atelier di Berlino. a sinistra: Il tavolo di progettazione con prove di colori e due pouf Bovist prodotti da Vitra su design di Jongerius (2019). L’imbottitura è in microsfere sintetiche, il rivestimento in lana, cotone e poliammide.
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ROEL VAN TOUR
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Per chi ama il benessere e la raffinatezza un materasso Simmons è di casa. Lo straordinario comfort e l’incomparabile fascino assicurano un riposo impareggiabile. La cura meticolosa dei dettagli, la scelta dei materiali più nobili e la manifattura artigianale più scrupolosa, esclusivamente made in Italy, sono gli elementi caratterizzanti dell’indiscussa qualità Simmons. Perchè i materassi non sono tutti uguali e per dormire bene c’è bisogno di Simmons.
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TEXTILE DESIGN
1 PROVE DI TESSITURA. 1. Hella Jongerius sperimenta filati, pellami, fili metallici per poi passare all’elaborazione digitale. 2. Il matching dei colori è sempre l’idea base dei suoi progetti. 3. Vlinder Sofa, disegnato da Jongerius per Vitra (sarà in vendita da ottobre) presenta sette diverse tessiture jacquard, realizzate su più livelli con filati di due spessori e otto colori.
WHO’S WHO HELLA JONGERIUS (Utrecht, 1963) collabora con aziende e realizza progetti indipendenti (per il MAK di Vienna o la Galerie kreo di Parigi). Ha vinto nel 2017 il Sikkens Prize. Suoi pezzi sono al MoMA. A Parigi, la mostra “Interlace” (Lafayette Anticipations, fino all’8/9) illustra i rapporti fra hand weaving e digital weaving nella sua opera.
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un’importante rete di collaborazioni con aziende che via via venne a includere Maharam, KLM, Danskina, Kvadrat, Mutina. Dal 2007 è Art Director of colours and materials per Vitra. Sua la Colour & Material Library, che ha permesso l’ampliamento della palette degli arredi, anche “storici”, dell’azienda svizzera. Jongerius lavora principalmente sulle superfici ed è nei progetti tessili che esprime al meglio il suo linguaggio, là dove, anche per un anno intero, studia l’applicazione delle cromie, e la reazione del filato all’intreccio, alla tintura, al posizionamento sul prodotto, per passare poi all’intervento a computer, spesso in 3D. Come nel caso del Vlinder Sofa di Vitra. Dice: «La mia sperimentazione sui materiali inizia dalla manualità. I colori scaturiscono in parte dalla ricerca scientifica, in parte dal mio intuito». Intanto, muovendosi leggera fra progetti tessili, sculture e creazioni in ceramica, vetro, resina, parla della mostra aperta ora a Parigi, dove si avvera ancora una volta la sua sapiente sintesi di artigianato, design e arte. Come già è accaduto in prestigiosi musei quali il Victoria and Albert di Londra o il Boijmans di Rotterdam.
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PR E M I
1 I MIGLIORI TRE. 1. Occurrens, di Rafaël Tetedoie e Antonin Odin. 2. Zigrinatura, di Thomas Sablé. Ex aequo col precedente. 3. Brick, di Victor Ohlmann e Pierre-Alexandre Cesbron, ha ricevuto il Premio Speciale Palazzetti. 4. I giurati (con la famiglia Palazzetti ed Ettore Mocchetti, direttore di AD) insieme ai vincitori del concorso.
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LA SCINTILLA DELL’IDEA
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A Parigi, un concorso promosso da PALAZZETTI e indirizzato agli studenti di una grande scuola di progettazione reinventa il caminetto domestico. In modi brillanti. di RUBEN MODIGLIANI
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uoco, elemento primordiale. E materia di un concorso promosso da Palazzetti, azienda italiana leader nella produzione di stufe e caminetti, che ha coinvolto la prestigiosa scuola parigina di design Ensci Les Ateliers. Il tema era racchiuso nel titolo: “Dessiner le Feu”, disegnare il fuoco. Agli studenti è stato chiesto di progettare un nuovo rivestimento per focolari per uso domestico utilizzando Stratistaff, un materiale esclusivo ottenuto a partire da una miscela di gesso, acqua e fibre di vetro tagliato. Per i giurati, tra cui la famiglia Palazzetti e il direttore di AD Ettore Mocchetti, questi i progetti vincitori: Occurrens di Rafaël Tetedoie e Antonin Odin, che considera il focolare come luogo di convivialità e riposo, ex aequo con Zigrinatura di Thomas Sablé, un motivo in pietra naturale incisa. Un Premio Speciale Palazzetti è stato assegnato a Brick di Victor Ohlmann e Pierre-Alexandre Cesbron, ispirato ai tradizionali caminetti rivestiti in mattoni e terracotta.
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LE ASTE
SCATTI E ROMBI
L’indimenticabile New York del Dopoguerra nelle immagini dei maestri della STREET PHOTOGR APHY, le auto da collezione e i mobili d’autore. di UMBERTA GENTA
SCULTOREE. in alto a destra:
Broadway Convertible, New York City di Louis Faurer, 1950. Stima 2.700-4.500 euro (Christie’s). sopra: busto italiano in porfido e marmo, parte di una coppia raffigurante gli imperatori Marco Aurelio e Nerone. 20.200-26.950 euro (Bonhams). a destra: la Porsche Type 64 Berlin-Rome No.3 (Sotheby’s).
spicca una coppia di busti di imperatori romani in marmo e porfido egizio, probabilmente realizzati nel XIX secolo. Si apre in California, e all’insegna dei possibili record mondiali, la stagione delle vendite all’incanto di automobili d’epoca: riflettori puntati sulla Porsche Type 64 Berlin-Rome No. 3, presentata da Sotheby’s in occasione dell’appuntamento annuale “RM Sotheby’s Monterey”, dal 15 al 17 agosto. Unico esemplare sopravvissuto di una serie di tre, la Type 64 è considerata tra i pezzi più significativi dell’ingegneria e della storia del design Porsche, e potrebbe sfiorare i 17,7 milioni di euro.
9-16 LUGLIO
20 LUGLIO
6 AGOSTO
7 AGOSTO
24 SETTEMBRE
• CHRISTIE’S Asta online. Christies.com
• SOTHEBY’S 1334 York Avenue, New York
• SWANN GALLERIES 104 East 25th Street, New York
• IL PONTE via Pontaccio 12, Milano
Contemporary Edition
Space Exploration
• BONHAMS 7601 W. Sunset Boulevard, Los Angeles California and Western Paintings and Sculpture
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Vintage Posters
Libri antichi e manoscritti
©2019 ESTATE OF LOUIS FAURER
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i distinguono tra i fotografi più apprezzati del momento gli autori americani del Dopoguerra: in testa i luoghi e i volti della New York postbellica immortalati dai più celebri esponenti della street photography, da Weegee a Louis Faurer, da Robert Frank a Diane Arbus. Ad alcune delle loro immagini più espressive, identificate dallo stile crudo e indifferente al taglio tradizionale, Christie’s dedica l’asta online “Photographs: New York, New York” (16-24 luglio): interessanti le stime dei 34 lotti, provenienti da un paio di collezioni private americane, che spaziano dai 2.000 agli 8.000 euro. Tra gli antichi mobili, gli argenti, i tappeti e le sculture europee di scena nell’asta “Home & Interiors” di Bonhams, prevista a Londra il 17 e 18 luglio,
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I MAESTRI
Un linguaggio che guarda in alto Il marmo di Carrara, ma anche il metallo e il legno a volte colorati con le vernici per auto: nella loro astrattezza le sculture di PABLO ATCHUGARRY esprimono lo slancio vitale della natura. di RICCARDO BIANCHI
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ablo Atchugarry è un omone dal viso sincero e generoso. La sua vocazione per la creatività è cosa di famiglia: il padre, pittore, era innamorato dell’arte come del resto la mamma di origine italiana. Le prime esperienze da pittore appena undicenne, poi scoppia la passione divorante per la scultura interpretata attraverso i più diversi materiali e linguaggi compreso il registro figurativo, fino alla scoperta, quasi una fulminazione, del marmo, nella cava del Polvaccio, quella di Michelangelo. Ha spiegato Atchugarry in un’intervista: «Era il 1979 ed ebbi modo per la prima volta di lavorarlo (lui non si affida a scalpellini), fu subito amore. Il marmo è di sicuro il materiale che prediligo, nelle sue quattro varianti che amo definire “pennellate della natura”: lo statuario di Carrara, che è bianco, il marmo rosa, quello grigio e quello nero del Belgio. Amo il blocco intero: come insegnava Michelangelo, cerco di “estrarre” l’opera che vi è contenuta».
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Uruguaiano, PABLO ATCHUGARRY (1954) è artista e maestro della scultura astratta dalla luminosità traslucente. Le sue opere fanno parte di collezioni museali e private, e sono installate anche in contesto urbano. Atchugarry risiede a Lecco in Italia e a Manantiales in Uruguay. Nel 2007 ha creato la Fundación Pablo Atchugarry cui fa capo un grande parco-sculture. MODUS OPERANDI. sopra: Pablo Atchugarry in un momento di riflessione mentre è all’opera su un blocco di marmo di Carrara. L’artista uruguaiano esegue di persona ogni passaggio di lavorazione, dal disegno al taglio, dalla scalpellinatura alla politura.
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GIORGIA PANZERA
WHO’S WHO
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L’OFFICINA DELL’ARTE. 1. Atchugarry impegnato nella levigatura di una scultura in marmo nel suo atelierofficina a Lecco. 2. Il laboratorio svolge anche funzione di “sala espositiva” delle sculture in fase di lavorazione. Fino al 29
I MAESTRI
I punti fissi del suo linguaggio sono la reinterpretazione di codici plastici consolidati dal tempo e da maestri come lo stesso Michelangelo, e poi Brancusi, l’espressività della luce modulata e modellata dai volumi, l’eternità della materia, la verticalità, ovverosia la spinta verso l’alto; e ancora la teoria dei panneggi che, con il loro andamento curvilineo, ammorbidiscono ma non negano lo slancio ascensionale, solo lo volgono anche in abbraccio, lo rendono più umano ne esprimono l’indispensabile parte femminile. E tutto ciò l’artista ricompone nell’astrattezza del segno che, nell’immobilità danzante della resa plastica, sembra alludere, nel profondo, al soffio vitale della natura. Da qui la scelta di vivere e lavorare a Lecco per metà dell’anno: «Ovunque guardi a Lecco trovi la natura: l’uomo spesso se ne dimentica così come dimentica di far parte di un ciclo più grande di lui. Abito sotto gli strapiombi del Medale, ogni mattino mi alzo e guardo in su, verso quelle meravigliose montagne – che cosa sono se non sculture, le più belle? – e non c’è volta che io non mi senta ispirato». Ora in mostra in piazze e vie di Pietrasanta a cura della Galleria d’A rte Contini, Atchugarry è da annoverare tra i massimi scultori d’oggi.
settembre 30 opere di Atchugarry sono esposte in piazze e vie di Pietrasanta e Marina di Pietrasanta, e quelle di minori dimensioni in spazi museali (Galleria d’Arte Contini). 3. Senza titolo, scultura in marmo statuario di Carrara, 2019.
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ABSOLUTE Aroma nobile e raffinato con sentori di nocciole e di cioccolato fondente.
SUPREMO Aroma elegante, tostatura delicata con sentori di fruttato e di floreale.
MAGNIFICO Aroma pieno, tostatura decisa con sentori di cioccolato e di miele.
ARMONIOSO Aroma forte, gusto persistente con sentori di tostato e di frutta secca.
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O PE N A I R
COLLEZIONI D’AUTORE. a destra: disegnata da Ramón Esteve nel
2019, la collezione Casilda (qui anche con la poltrona della linea Cottage) prevede divano, poltrone e tavoli. Premiata con l’Iffs Award. in basso: composta di elementi combinabili, Cliff Collection di Ludovica+Roberto Palomba è versatile. Da notare l’uso di corde nautiche intrecciate.
Dall’Umbria with love Grazie a collezioni firmate da grandi designer e a mirate strategie di sviluppo, TALENTI è tra i leader dell’outdoor. di FR ANCA ROTTOLA
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WHO’S WHO A fondare Talenti nel 2004, per realizzare mobili da giardino d’alta gamma, è stato FABRIZIO CAMELI che oggi ne è il patron. Tra le sue strategie vincenti l’incontro con i nomi del design come Karim Rashid, Marco Acerbis, Ludovica+Roberto Palomba, Ramón Esteve, Roberto Serio e Cristian Visentin.
COURTESY TALENTI
ra le più recenti iniziative di Talenti, industria umbra che produce arredi destinati all’impiego all’aria aperta, ma perfetti pure per uso indoor, è stata la partecipazione all’Icff - International Contemporary Furniture Fair di New York. Una presenza sostenuta da novità eccellenti come le collezioni Panama di Ludovica+Roberto Palomba, già autori della versatile e fortunata Cliff Collection, e Casilda, firmata dal talentuoso spagnolo Ramón Esteve, fresca trionfatrice agli Iffs Awards. Il successo presso un pubblico molto sensibile al made in Italy è stato notevole. «La partecipazione a Icff», spiega Fabrizio Cameli, fondatore e presidente di Talenti, «s’inserisce in una strategia di consolidamento e maggior riconoscibilità del brand a livello mondiale. Ma puntiamo anche a un ulteriore sviluppo nel nostro Paese. Dopo l’apertura del flagship store di Milano, è ora imminente l’inaugurazione della nostra nuova sede con uffici, produzione, esposizione e magazzino, un importante progetto di riqualificazione dell’ex Pastificio Federici di Amelia in collaborazione con realtà locali per creare sinergie, sviluppo e valorizzazione del territorio». □
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A RT S & C R A F T S
Arte circolare Utilizzando come tela un legno millenario, LIA BOSCH dà vita a una capsule collection di borse che restituisce significato alla natura e al decoro. di ELENA DALLORSO LABORATORIO VEGETALE. sopra e a sinistra: Lia Bosch ritratta nel corso della performance “Lia Bosch Collection by Abonos™”tenuta da Arte 9 Milano durante il Salone del Mobile 2019. in basso: colori ottenuti da pigmenti ed elementi naturali, utilizzati da Lia Bosch per decorare le sue opere.
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WHO’S WHO Nata a Napoli e formatasi all’Accademia di Brera, LIA BOSCH è un’artista che interagisce con i più diversi linguaggi, dalla moda al design. Ha studiato regia cinematografica, fotografia, danza, recitazione ed è atleta agonista di Muay Thai, la boxe thailandese. Ha partecipato alle collettive “Utopia del Sembiante” nel 2012 e “Tabula rasa” nel 2013. 66
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urante la scorsa Design Week nell’atelier Arte 9 Milano di Carlo Tuzzi Lia Bosch ha dato vita a una performance (curata da Davide Rampello) per mostrare le fasi del suo lavoro, che il prossimo autunno si declinerà in una capsule collection di borse molto particolari: utilizzando colori naturali, l’artista è intervenuta sul legno millenario Abonos™ di origine fluviale trasformato in un tessuto morbido come la pelle dopo un lungo processo. Viene conservato sott’acqua (fatto che gli conferisce durezza e resistenza) e poi estratto manualmente e lasciato a essiccare da uno a tre anni. Su questa superficie sottilissima Lia Bosch ha combinato disegni e forme eleganti, la sua personale interpretazione del “decoro” latino (compostezza, contegno, finezza), con un discorso di economia circolare, liberando, attraverso le tonalità cromatiche del legno, il suo personale racconto. «Esercitare l’arte della “decorazione” vuol dire indagare un archetipo carico di sfumature di primitiva istintività. Il “decoro” infatti è concordanza, ornamento, dignità, forma», ha affermato Davide Rampello.
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M OTO R I N G
ESTREMA. La GR Supra di Toyota arriva in allestimento Premium. 1. Sedili sportivi in pelle con memory della posizione, cockpit avvolgente. L’infotainment vanta un impianto con 12 altoparlanti, display da 8,8”, navigazione con Supra Connect, Bluetooth e Usb. 2.-3. Il concept è di Toyota Gazoo Racing: cofano allungato da corsa, posteriore compatto e nuovo turbo 3.0 a 8 rapporti con 340 cavalli. 4. Tanta elettronica connessa allo smartphone.
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Un bolide dal Sol Levante Toyota rinverdisce un mito del passato. La nuova GR SUPR A nasce direttamente nel reparto corse e si presenta come la Sportscar più cattiva della casa. di MICHELE WEISS
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rendete un ruggente motore turbo a sei cilindri, inseritelo in un possente cofano rosso Prominence e lasciate scaricare i suoi 340 cavalli di potenza sul posteriore con un’accelerazione esaltante: in sintesi, ecco la carta d’identità della quinta generazione di Toyota GR Supra, la più “cattiva” di sempre. È concepita nel Toyota Gazoo Racing e le linee filanti dell’anteriore sono ispirate alla 2000 GT mentre i robusti parafanghi posteriori derivano dalla versione precedente. La nuova Sportscar della casa nipponica nasce all’insegna della filosofia “Condensed Extreme”: passo ridotto e aggressivo, abitacolo a due posti superavvolgente, cofano allungato racing e corpo compatto. Un missile che tocca i 100 km/h in 4,3 secondi grazie al turbo 3.0, potente ma bilanciato, con trasmissione automatica a 8 rapporti, che garantisce una cambiata fluida e veloce in modalità di guida Sport, resa sicura dal differenziale autobloccante, dalle sospensioni adattive variabili e dai freni altamente performanti. Sensori e app sullo smartphone controllano lo stile di guida e le condizioni della strada, adeguando di conseguenza il lavoro degli ammortizzatori.
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MILAN • ROME • LUGANO • LONDON • KIEV • MOSCOW • ST. PETERSBURG • BAKU • SEOUL • SHANGHAI • SYDNEY • NEW YORK • MIAMI
Dimora ai piedi del Monte Grappa
Quercia Castoro Listoni tre strati di legno massiccio di Quercia Europea dalla finitura Castoro. Parquet fornito di certificazioni di Qualità, Tracciabilità ed Ecosostenibilità. Collezione Listoni Epoca. POSSAGNO (TV) • Tel. +39 0423 920 209 • commerciale@cadoringroup.it
cadoringroup.it
...più di duemila foto ambientate
DI S C OVE R I E S .
K I TC H E N
INTELLIGENZA IN FORNO
TUTTO D’AVANGUARDIA. 1. Vista d’insieme della collezione Collection 7 di Hoover che combina le più innovative tecnologie di cottura con un design d’impatto. 2. H-System 700 è un cooking set d’avanguardia dotato di cassetto per cotture sottovuoto (3), forno compatto combinato a vapore e abbattitore inseribili in cucina o in una colonna in acciaio. Con H-System 700 si possono preparare e conservare le porzioni e consumarle in un secondo tempo.
Tecnologie sempre più avanzate e in dialogo con l’utente nei nuovi elettrodomestici per cucina studiati da HOOVER . di ANITA CASATI
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a ricerca del benessere non è più da anni solo una tendenza, bensì un vero stile di vita. Vale in ogni ambito del nostro quotidiano, tanto più in cucina, luogo tornato a essere centrale nella casa con ricadute che coinvolgono, in una sintesi sinergica, l’elemento tecnologico-ergonomico, e la sfera emotiva, del piacere dei sensi e della convivialità. Al cuore di questa ribalta si pone Hoover, brand oggi del gruppo Candy, con la nuova Collection 7, una gamma di elettrodomestici innovativi presentata all’interno del Vanity Fair Social Garden, un accogliente temporary space allestito durante la Milano Design Week. La linea prevede per iniziare il forno H-Keepheat, progettato per svolgere, al massimo livello, le consuete performance cuciniere dei forni Hoover, con l’aggiunta di un elemento per conservare i cibi alla temperatura di servizio. Un piccolo grande “cuoco” compatibile con i nuovi assistenti vocali Digital Butler
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Google Home e Alexa di Amazon. Come ha spiegato Marco Balliano, Head of Built-In Business del Gruppo, nel presentare questo nuovo prodotto: «Con H-Keepheat nasce un nuovo modo di concepire il forno. Strumento destinato principalmente a cucinare e riscaldare le pietanze, si arricchisce ora di nuove funzioni che servono per la conservazione degli alimenti e nello stesso tempo a rendere i cibi sani esaltandone le qualità organolettiche e nutrienti. Penso si tratti di un prodotto destinato a rivoluzionare il modo in cui verrà vissuta la cucina nel futuro. Un futuro che Hoover vuole scrivere insieme ai propri consumer di oggi e di domani». Altro item d’avanguardia è H-System 700, un particolare sistema di cottura a indirizzo salutistico composto da forno a vapore compatto, cassetto per le cotture sottovuoto a bassa temperatura, e abbattitore per eliminare germi e batteri e favorire una conservazione a lunga durata dei cibi. Buona cucina a tutti.
tempotest.it
DI S C OVE R I E S .
EVENTS
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TRA DESIGN E FUNZIONE 7
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di MARIO GEROSA
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ambiente cucina è un osservatorio privilegiato per focalizzare le nuove tendenze del progetto domestico. Nell’ideazione di quello spazio si concentrano stile, design e funzionalità, in una sinergia tra tecnologia ed estetica. Per mettere a fuoco i vari trend in atto, il 13 giugno a Milano si è tenuto l’evento “Scegliere il meglio”, organizzato da AEG e AD e ospitato nello showroom Valcucine in corso Garibaldi 99. All’incontro, che prevedeva una conversazione su questi temi, hanno partecipato Manuela Soffientini, presidente e amministratore delegato Electrolux Appliances Italy, Giuseppe Di Nuccio, Ceo di Valcucine e Italian Creation Group, di cui fa parte Valcucine, e il direttore di AD, Ettore Mocchetti.
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1. Giuseppe Di Nuccio, Manuela Soffientini, Ettore Mocchetti. 2. Lo showroom Valcucine, dove si è tenuto l’evento. 3. Carla Aradelli. 4. Lorenzo Glavici e Carlo Clerici. 5. Cristina Roncarolo. 6. Alessandro Ubertazzi tra il numeroso pubblico dell’evento. 7. Luca Arosio e Paolo Nava. 8. Svetlana Bezus, Valentinaki. 9. Brieuc Kremer. 10. Giuseppe Pini e Martino Crespi. 11. Ilaria Decaro e Koren Mor. 12. L’evento è stato organizzato da AD e da AEG Italia. 13. Dario Guidi. 14. Mirco Carloni, Carlotta Zaina, Manuela Soffientini, Marco Zanon.
ANTONIO ROSATA
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Le TENDENZE dell’ambiente cucina al centro di una conversazione organizzata da AD e AEG nello showroom Valcucine.
DI S C OVE R I E S .
AG E N DA
Storytelling
Artipelag, Stoccolma
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GENNAIO 2020
FAMIGLIA ECLETTICA Non c’è ambito creativo che non abbia risentito della sua influenza. “Inside Out Outside In” dà conto dei mille volti della produzione di Piero Fornasetti (1913-1988): dai disegni ai dipinti, dalla grafica agli oggetti di design. Completano la rassegna i lavori di suo figlio Barnaba, oggi alla guida dello storico Atelier milanese.
L’arte contemporanea in ogni situazione racconta modi di essere e STILI DI VITA . Che si esprima attraverso un dipinto, un oggetto o una scultura, osserva, registra e descrive il nostro tempo. di SONIA S. BR AGA
DA COLLEZIONE. piatto da parete della serie Tema e Variazioni di Piero Fornasetti. a sinistra: Barnaba Fornasetti. a destra: Three Girls in a Wood di Kehinde Wiley, 2018. Olio su tela, cm 274,3x366. Courtesy Roberts Projects.
sopra:
Galerie Templon, Parigi
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LUGLIO
CRONACHE PER IMMAGINI A tre anni da “Lamentation” al Petit Palais, Kehinde Wiley torna a esporre nella Ville Lumière: le nuove opere realizzate a Tahiti esplorano il concetto di genderness nella cultura della Polinesia francese. Lo fanno attraverso il filtro dell’opera di Gauguin e delle vicende coloniali di quel territorio. 74
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CID, Grand-Hornu, Belgio
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DESIGN AEREO Quali sono le possibilità espressive dell’aria, il più essenziale dei quattro elementi, nel design? Prova a raccontarlo, coinvolgendo il lavoro di 60 creativi internazionali, “Design on Air”, un’insolita panoramica sul tema tra ecosostenibilità, ricerca estetica, nuove tecnologie.
Lajatico e Forte dei Marmi, sedi varie
©DANIEL HERTZELL. ©2018 KEHINDE WILEY. ©MAARTEN DE CEULAER. ©SCARLETT HOOFT GRAAFLAND
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LUGLIO AL 15 SETTEMBRE
R ACCONTI SCULTOREI Daniele Basso è protagonista della lunga estate in Versilia. Il percorso espositivo si snoda tra piazza Vittorio Veneto, il Palazzo Comunale di Lajatico e il Teatro del Silenzio con la monumentale scultura Gabriel, creata per lo spettacolo del tenore Andrea Bocelli. A Forte dei Marmi l’antologica “Oltre Verso” riunisce 40 opere nel celebre Fortino.
ENIGMATICO. sopra: Bimbo di Daniele Basso, 2017, bronzo bianco, cm 40x15x28. a destra: Sweating Sweethearts 2 di Scarlett Hooft Graafland. in alto: la Club Chair di Maarten de Ceulaer. a lato: Senders di Tony Cragg, 2018. Fibra di vetro.
Fotografiska, Stoccolma Giardino di Boboli, Firenze
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FINO ALL’ OTTOBRE
FORME NEL VERDE Una mostra di statura museale – la prima in Italia – dedicata a Tony Cragg, scultore tra i più influenti del panorama contemporaneo. Per l’occasione 16 sculture installate nei luoghi più suggestivi del Giardino di Boboli ripercorrono gli ultimi 20 anni di carriera del pluripremiato artista britannico.
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IL MONDO RIVELATO Viaggio negli scenari naturalistici più remoti del pianeta, luoghi aperti all’immaginazione che Scarlett Hooft Graafland sceglie come set delle sue fotografie. I soggetti? Tutti da scoprire. Dal deserto salato di Uyuni (Bolivia) a Socotra, alle isole del Madagascar, ecco i suoi scatti riuniti in “Vanishing Traces”.
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«AD» PER THE ST. REGIS VENICE
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Un giardino in Laguna 2
A DUE PASSI DA PIAZZA SAN MARCO, AFFACCIATO SUL CANAL GRANDE, THE ST. REGIS VENICE È UN'OASI CARATTERIZZATA DALLA EQUILIBRATA COMBINAZIONE TRA RIFERIMENTI STORICO-ARTISTICI E DESIGN CONTEMPORANEO.
1. Il giardino al crepuscolo con vista sul Canal Grande. 2. L’atmosfera contemporanea della Library è ideale per ricercati momenti conviviali. 3. Cocktail moderni o classici vengono serviti all’Arts Bar, uno spazio intimo e raccolto che si apre su una terrazza panoramica sul Canal Grande. 4. Uno degli scorci straordinari che si possono ammirare dalle stanze dell’hotel è quello sulla Basilica di Santa Maria della Salute. 5. Soffitti con stucchi veneziani e arredi opulenti caratterizzano il Gran Salone.
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roppo bella da dipingere. Così Claude Monet definì Venezia durante il suo unico viaggio in laguna, nel 1908. Ammaliato dalla città e dalla sua lucentezza paesaggistica, durante quel soggiorno l'artista lavorò di gran lena producendo una quarantina di tele, tra cui veri capolavori come Le Palais Ducal e Saint-Georges majeur au crépuscule, e pare che una di quelle sublimi opere sia stata dipinta sulla terrazza della sua camera d'albergo, il futuro The St. Regis Venice, uno scrigno di eleganza e raffinatezza, a quattro minuti a piedi da piazza San Marco. Oltre a Monet sono tanti i viaggiatori illustri che si sono avvicendati nelle sale di questo hotel di lusso, tappa obbligata del Grand Tour e definito patrimonio artistico e culturale della città. Combinazione di cinque palazzi del XVIII e XIX secolo, l'hotel che fa capo al brand St. Regis Hotels & Resorts, regala scorci indimenticabili che si possono ammirare dalle grandi terrazze del giardino, del ristorante Gio's e dai tradizionali balconi in pietra e colonne di alcune camere affacciate sul Canal Grande. Il retaggio storico si fonde armoniosamente con gli interni in stile contemporaneo nell'interior design curato dallo studio londinese Sagrada. I riferimenti artistici alla città diventano cifra stilistica ricorrente negli arredi delle 129 stanze e 40 suite dove comfort, design e raffinatezza accolgono gli ospiti. Dai decori e colori che riproducono la tavolozza tanto cara a Monet, all'iconica prua della gondola che ispira la forma di molti degli elementi d'arredo, fino ai pattern di tende e tessuti: sono molti numerosi i rimandi ad elementi architettonici e decorativi della Serenissima, senza trascurare l'omaggio discreto dei designer ai lavori dell'architetto Carlo Scarpa. A completare un'insieme in cui il senso del bello è diffuso e vibrante, una collezione eclettica d'arte contemporanea che comprende sculture, pitture e opere d'arte dal Dna veneziano. Cuore della vita sociale dell'hotel è il giardino all'italiana, rivisitazione moderna della Venezia classica in uno spazio accogliente e dinamico dove ospiti e veneziani si ritrovano per vivere intense esperienze multisensoriali, sorseggiando un cocktail preparato con maestria dai barman del The St. Regis
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Venice. Preludio alla cena gourmet al ristorante Gio's dove si celebra la cucina italiana e veneziana più autentica non senza una gustosa aggiunta di innovazione. Una sorta di viaggio esperienziale che prosegue nell'Iridium Suites Spa, un luogo come sospeso nel tempo dove lasciarsi coccolare con gli esclusivi trattamenti in collaborazione con la maison de beauté Carita di Parigi. Quel medesimo senso di eccellenza che si ritrova anche nei servizi impeccabili firmati St.Regis Butler, segno distintivo dell'esperienza St. Regis. stregisvenice.com
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PORTFOLIO. Come murales
Geometriche, superaccessoriate, decorative: librerie, boiserie, pareti attrezzate vestono gli ambienti, fanno ordine e organizzano lo spazio. Servizio di NICOLETTA DEL BUONO
A GIORNO Componibile a piacere, il sistema a giorno Wall System di Poliform ha struttura e schienali in laccato opaco, inclinati in grès porcellanato Calacatta oro, griglie e porta Tv con cassetti in laccato metallico, luce a led integrata. Prezzi a composizione.
COME TU MI VUOI
Continuum è un sistema componibile con funzioni di libreria e parete attrezzata progettato da Matteo Nunziati per Natevo Flou, in rovere, noce Canaletto e materiale antigraffi, con struttura in alluminio e luci led. Prezzo a composizione.
PORTFOLIO.
In metalli trattati ed essenze pregiate, le nuove scaffalature sono elementi indispensabili e decorativi nel panorama domestico.
Funzionale Scaffalatura Image di Euromobil, disegnata da Roberto Gobbo e realizzata con struttura in metallo verniciato
goffrato a polveri epossidiche e ripiani in metallo verniciato, laccati o impiallacciati in frassino tinto caffè. Da 1.690 € a modulo.
Contemporanea
Progettata da Leonardo Dainelli per Giorgetti, la libreria Amiral ha un tratto molto moderno, forme fluide, dinamiche, appena sfuggenti alle estremità, plasmate manualmente nel legno di frassino. Da 5.840 €.
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EFFETTO VINTAGE
Componibile a quindici elementi, la libreria di Dialma Brown è realizzata in legno vecchio riciclato, ha gli interni e i ripiani con finitura naturale, le ante decorate e gli esterni laccati e cerati a pennello. Disponibile in più colori, costa 4.110 €.
Legno di recupero, decori anni ’50-’70.
In ordine
Fa parte del sistema a spalla portante 505 disegnato da Nicola Gallizia per Molteni & C questa libreriacontenitore con struttura laccata rame e luci a led integrate. Modulare e versatile, il sistema può fungere anche da porta Tv e home theatre. Questa composizione costa 7.800 € .
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PORTFOLIO.
BAXTER Libreria componibile da soffitto o parete Libelle di Pietro Russo per Baxter, con struttura in vetro temperato o multistrato impiallacciato in acero miele o tinto nero, top e basamento in massello di acero rivestito in pelle, prezzo a composizione.
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PORTFOLIO.
Grafismi in cemento, colonne portanti: il posto dei libri si fa sempre più architettonico.
Modulare Libreria componibile Aria di David Dolcini per Porada, con colonne portanti in frassino e fissaggio a soffitto o a parete, personalizzabile con mensole in frassino o cristallo fumé, cassettiere e contenitori in frassino. 11.097 €.
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ONDULATO
Modulor di Rimadesio è un sistema di boiserie polifunzionale e componibile in materiali vari, per rivestire con effetto continuo le pareti. Qui ha struttura in alluminio e pannelli ondulati in noce Sahara. Prezzi a composizione.
Iconica Di Giuseppe Bavuso per Alivar, l’iconica libreria Shanghai ha la struttura esterna in rovere termotrattato o tinto nero e quella interna in Baydur strutturale espanso, ottenuto con stampo in acciaio, rivestito in cemento spatolato grigio. Il suo prezzo è 20.605,80 €.
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Sistemi attrezzati da terra al soffitto. COME IL LEGO Iconica libreria Infinity
di Antonio Citterio per Flexform: il sistema prevede moduli in metallo smaltato con polveri epossidiche liberamente sovrapponibili, contenitori in cuoio e un basamento in metallo cromato, tutti assemblabili come mattoncini Lego. Prezzi a composizione.
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Con seduta Di Piero Lissoni per Porro, la
scaffalatura System, in eucalipto, poggia su un mensolone con cassetti sormontato da un ampio vano rivestito in lino ĂŠcru che funge da panca, porta Tv, porta quadri e oggetti, illuminabili con led integrato. In alto vetrine luminose in cristallo. Prezzo a composizione.
MAISON&OBJET 06 10 SETT. 2019 PARIS
IL SALONE LEADER DELLA DECORAZIONE CHE CONIUGA INTERIOR DESIGN & LIFESTYLE COMMUNITY DI TUTTO IL MONDO
UNA TENDENZA RACCONTATA ATTRAVERSO OGGETTI, STORIE E LUOGHI.
FOCUS. PROFUMO DI MARE
Multicolori e ludici. Dotati di grande praticità e resistenza. Tutti gli arredi e gli accessori pensati per il periodo e la destinazione più attesi e amati dell’anno.
servizio a cura di NICOLETTA DEL BUONO e ALESSANDR A VALLI
Sgabello Donut, di Diabla, in gomma poliuretanica espansa, rivestita in tessuto impermeabile. Ispirato alle ciambelle dolci americane e ai salvagente nautici, declinato in tinte vivaci, accende l’estate con ironia. Costa 323 €.
FOCUS.
UN TUFFO nel blu Giochi di forme e materiali,,cromie e disegni ispirati agli abissi: LA CASA si ispira ai fondali marini.
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rriva l’estate, arriva la voglia di mare, la fantasia si scatena. Scriveva Gustave Flaubert: «Il mare. Immagine dell’infinito. Induce pensieri grandi». Di sicuro accende l’inventiva dei progettisti, almeno a osservare le millanta proposte legate ai temi vacanzieri che il design ci serve di questi tempi. Forme e colori rubati agli abissi prendono corpo in sculture ornamentali, lampade, vasi in vetro dai riflessi scintillanti. I fondali marini spiccano, con disegni delicati, su mobili e carte da parati, per trasformare gli interni domestici in giganteschi acquari. Le creature dell’oceano trovano espressione in gioielli da indossare nelle sere più calde, in riva all’acqua. E c’è anche l’attenzione per l’ambiente con meritorie e intelligenti intraprese volte a riciclare il nylon delle reti da pesca o altri materiali inquinanti dispersi in mare, per farne prodotti innovativi. Chapeau. 90
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[ ] Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 184.
1 – Come il fumaiolo di una nave, la lampada di Régis de Saintdo per Art Digital Studio, prezzo da definire. • 2 – Sottopiatto in plexiglas biodegradabile Una questione naturale di Emanuela Crotti, 38 € da Rossana Orlandi. • 3 – In cristallo, la scultura-squalo Persepolis, della collezione Aquatique di Lalique. Prezzo a richiesta. • 4 – Sgabello Donut di Diabla, rivestito in tessuto impermeabile, 323 €.
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new www.paolocastelli.com | showroom Milano via San Carpoforo, 12
FOCUS.
OCEAN style deciso e
ON THE BEACH DISEGNI ISPIRATI ALLA FAUNA MARINA NELLE COLLEZIONI DI MODA E ACCESSORI: UN TOCCO GLAM. Da poco approdato in Italia, il brand di total look femminile Bimba Y Lola, creato in Spagna dalle sorelle María e Uxía Domínguez, è caratterizzato dalla forte connotazione stilistica: linee nette, colori decisi, uno stile facile da indossare, ma ricco di dettagli. Come nel caso del portacarte da portare a tracolla, con motivo di squali. 52 ¤.
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1 – Chaga è il nome della lampada creata da Ayala Serfaty, dalle sinuose forme marine, prezzo a richiesta. 2 – Cabinet rialzato con motivi di fondo marino in legno serigrafato dipinto e laccato a mano, di Fornasetti. Da 11.000 €, anche con base in ottone. 3 – Vassoio della collezione Bel Paese disegnata da Sam Baron per Bitossi Home, 49 €.
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[ ] Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 184.
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1 – Life Is Fun è la carta da parati disegnata da Alessandro Gottardo, alias Shout, per Wall & Decò, 110 € al metro quadrato. • 2 – Tavolino Magique, dalle suggestive trasparenze, realizzato da Fiam Italia, il prezzo è 470 €. • 3 – Magica creatura marina, il pezzo di Junko Mori, tra i finalisti del Craft Prize della Loewe Foundation, sostenuto dal gruppo luxury LVMH. Prezzo a richiesta.
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DESIGN AI PIEDI LE CIABATTE FASHION IPANEMA VISTE DA PHILIPPE STARCK. L’iconico brand brasiliano di infradito presenta l’ultima collezione firmata da Philippe Starck: colore, design minimal, comfort, eleganza sono di rigore. La collaborazione Ipanema with Starck è nata nel 2015, e si arricchisce di cromie, delicate e decisamente vivaci. I prezzi partono da 40 ¤.
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L. PENNATI
[ ] Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 184.
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OCEAN style 1 – Mer Noire: in cuoio, acciaio e frammenti di marmo, il coffee table di Damien Gernay per Cliff Edition, prezzo a richiesta. • 2 – Vaso Spike, delle collezioni di Wave Murano Glass, nucleo di soffiatori e molatori che operano in una fornace recentemente rinnovata dell’isola della laguna veneta capeggiati dal giovane artigiano Roberto Beltrami, da 488 €. • 3 – Fanno parte del servizio Corallo Blu, in materiale sintetico, i piatti di Mario Luca Giusti, da 21 €.
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LE GIOIE DI NETTUNO SCINTILLANTI E SINUOSE CREATURE MARINE: PER ESALTARE LA FEMMINILITÀ. Fa parte della collezione Eden di Mattioli, l’anello African Queen a forma di polpo, realizzato in oro nero o rosa con diamanti bianchi e zaffiri rossi. Ancora una volta Mattioli racconta l’eterno femminino con anelli incassati in oro dalle gemme variopinte elegantemente incastonate in forme seducenti. Da 2.300 €.
[ ] Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 184.
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CERSAIE – BOLOGNA 23/27 settembre 19 HALL 21 • STAND A39–B38
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MARE DA SALVARE AZIONI CHE VENGONO DAL MONDO FASHION, UTILI PER LA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE . La moda in soccorso dei fondali marini: sono prodotti in Econyl, nylon rigenerato dalle reti da pesca e da altri materiali recuperati in mare, i collant di Wolford (39 ¤). Un’iniziativa encomiabile, che permette di aiutare la conservazione del mare, altamente minacciato da plastiche e rifiuti. Una pratica da incoraggiare e incrementare, quella del riciclo, purtroppo ancora poco diffusa.
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[ ] Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 184.
1 – Lampadario Aura della collezione Sintesi disegnato da Davide Bruno per Salviati, in vetro soffiato con tecnica del rigadin, 14.030 €. • 2 – Tavolo da pranzo Sam, del designer belga Nicolas Bovesse, tutto blu, prezzo da definire. • 3 – Divano Misfits, di Ron Arad per Moroso, sculturale e modulabile, in poliuretano schiumato ad acqua, rivestito in tessuto superaderente, da 4.465 € a elemento.
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1 – Paravento Screen di Martino Gamper, per Anton Kern Gallery, con i colori del mare. Prezzo a richiesta. • 2 – Mobile contenitore Oblù 6651 di Analogia Project per Fratelli Boffi, in legno di pero con oblò marmorizzati effetto mare, 10.370 €. • 3 – Seduta Pepa della collezione Pepainspired in Barcelona di Andreu Carulla per Calma, presentata all’ultimo Fuorisalone nel contesto della mostra Mediterranean Design. in tondino di acciaio e tessuti Sunbrella, 842 €.
OCCHI PROTETTI SOTTO IL SOLE, MA SOLO CON GLI ACCESSORI GIUSTI. Montature leggere, in nylon, lenti per raggi Uva e Uvb: Saraghina Eyewear offre una vasta gamma di occhiali, destinati a rendere felici anche le più esigenti fashion addicted. Il brand romagnolo ha fatto centro, con proposte che giocano su accostamenti e packaging che imitano le scatole di sardine. Gli occhiali Ada (sopra) costano 99 ¤.
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[ ] Gli indirizzi delle aziende si trovano a pag. 184.
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COPERTURE PER PISCINE
ABRISUD,
L’ECCELLENZA NELLE COPERTURE PER PISCINA Leader europeo tra i produttori di coperture per piscina e terrazze, Abrisud concepisce, produce e installa oltre 6000 coperture ogni anno. La vasta gamma di coperture Abrisud è sinonimo di artigianalità ricercata e su misura, materiali pregiati e meticolosa attenzione per i dettagli e il design. Che sia alta, bassa, motorizzata o manuale, forte dei suoi brevetti, la copertura per piscina Abrisud dona comfort, eleganza e sicurezza. Uno spazio in più da vivere, un vero valore aggiunto per la casa, un’oasi di pace nel cuore del giardino. Viale Dante, 3 - 23900 Lecco Tel : 0341 227640 | info@abrisuditaly.it | www.abrisud.it
CASE.
MASSIMO LISTRI
Questo mese AD visita, in esclusiva, le sale del QUIRINALE , che sono state rinnovate con opere d’arte, mobili e oggetti di design ideati nel periodo repubblicano. In un reportage fotografico firmato da Massimo Listri si ammira la nuova disposizione degli ambienti della Casa degli italiani, che il progetto “Quirinale contemporaneo” ha reso ancor più ricchi di fascino. E poi un’ampia rassegna di case che raccontano stili e tendenze, da NAPOLI a MAIORCA .
Il trumeau Architettura di Gio Ponti e Piero Fornasetti, prodotto da Fornasetti, esposto nella Sala della Vittoria del Quirinale.
CONTRASTO
LE VISITE ESCLUSIVE
IERI E OGGI
Grazie a un ambizioso progetto, sono state rinnovate molte sale del QUIRINALE, arricchendole con opere d’arte e mobili legati alla sensibilità contemporanea. progetto di RENATA CRISTINA MAZZANTINI testo di MARIO GEROSA — fotografie di MASSIMO LISTRI 104
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SOPRA: LA SEDUTA EDA-MAME DI PIERO LISSONI PER B&B ITALIA NELL’ATRIO ACCOGLIENZA VISITATORI DEL QUIRINALE. PAGINA PRECEDENTE: SERGIO MATTARELLA, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA. A PROPOSITO DEL PROGETTO DI RINNOVAMENTO DEGLI AMBIENTI DEL QUIRINALE CON OPERE D’ARTE, MOBILI E OGGETTI DI DESIGN IDEATI NEL PERIODO REPUBBLICANO, IL PRESIDENTE HA DETTO: «“QUIRINALE CONTEMPORANEO” NON È UN MUSEO NEL MUSEO». GLI ARREDI, INFATTI, NON SONO SEMPLICEMENTE ESPOSTI MA VENGONO UTILIZZATI, E PERIODICAMENTE SI AGGIUNGERANNO NUOVI MOBILI E OPERE.
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gni giorno cinquecento turisti varcano le porte del Quirinale, per visitare il palazzo in cui svolge le sue funzioni il Presidente della Repubblica. Nel corso di una visita guidata scoprono le meraviglie di un luogo in cui si respira la storia, attraversano gli enormi saloni che raccontano i fasti del passato e confermano l’autorevolezza del presente, soffermandosi davanti a opere d’arte e arredi di grande valore che testimoniano la nostra cultura. Pare di trovarsi in un museo, varcando quelle sale di marmi, stucchi, velluti, quadri e mobili eccelsi, che portano la firma di pittori, scultori, maestri ebanisti e valenti designer, da Guido Reni a Lucio Fontana, da Pietro Piffetti a Gio Ponti. Si ha l’impressione di trovarsi in un luogo senza tempo, passando in rassegna le opere di grandi autori che hanno scandito i capitoli della storia dell’arte italiana. Ma il Quirinale, cuore pulsante della nostra Repubblica, non è un museo, è un luogo vivo, in continua evoluzione. E proprio partendo da questo assunto è nata l’idea del progetto “Quirinale contemporaneo”, fortemente voluto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il concetto di base consiste nell’aggiornare l’allestimento di alcuni ambienti, arricchendoli con opere d’arte moderne e contemporanee e con mobili e oggetti di design, rendendo quelle sale più attuali. L’intervento riguarda il piano nobile, oltre al Torrino e ai luoghi di lavoro della Palazzina del Fuga, gli spazi esterni e i giardini. Dal 2 giugno, il giorno della Festa della Repubblica, gli arredi del Quirinale sono
SOPRA: NELLA PALAZZINA DEL FUGA SPICCA LA LAMPADA ARCO, DISEGNATA DA ACHILLE E PIER GIACOMO CASTIGLIONI E PRODOTTA DA FLOS. PAGINA PRECEDENTE: DUE GRANDI FOTOGRAFIE DI MASSIMO LISTRI, AUTORE DELLE IMMAGINI DI QUESTO SERVIZIO, ESPOSTE NELL’ATRIO ACCOGLIENZA VISITATORI. I DUE SCATTI, CHE FANNO PARTE DI UN VOLUME DEDICATO AL QUIRINALE EDITO DA TRECCANI NEL 2016, RITRAGGONO LA LOGGIA D’ONORE E IL CORTILE D’ONORE DEL QUIRINALE. SOTTO: IL VASSOIO 100 PIAZZE - LUCCA PIAZZA MERCATO DI FABIO NOVEMBRE PER DRIADE, ESPOSTO NELLA SALA DELLA PACE DEL QUIRINALE.
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SOPRA: DUE POLTRONE DELLA COLLEZIONE I FELTRI DI GAETANO PESCE PER CASSINA NELLA SALA DELLE API. A SINISTRA: NELLA SALA DI DRUSO I TAVOLINI CICLADI, DISEGNATI DA JACOPO FOGGINI PER EDRA, SI CONIUGANO PERFETTAMENTE CON IL DIVANO LUIGI XV E CON GLI ARAZZI CHE ADORNANO L’AMBIENTE. SOTTO: IL TAVOLINO BONGO DI ANDREA PARISIO PER MERIDIANI NEL SALOTTINO NAPOLEONICO. A DESTRA: GRANDE CARDINALE SEDUTO, UN’OPERA DI GIACOMO MANZÙ DEL 1983, RISALTA TRA I MARMI E GLI ELEGANTI DECORI DELLA CAPPELLA PAOLINA.
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stati arricchiti con 37 opere d’arte contemporanea e 33 oggetti scelti tra quelli che meglio rappresentano la creatività del nostro Paese. Senza costi, giacché le opere sono state donate o concesse in comodato d’uso gratuito. Come spiega il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, «l’idea è di rappresentare nel palazzo alcune delle più alte espressioni della creatività italiana del periodo repubblicano, dando spazio alle opere degli artisti e dei designer che, con la propria genialità, hanno dato lustro all’Italia». Si sentiva l’esigenza di ampliare il già ricchissimo patrimonio culturale del palazzo, offrendo una rassegna di quadri, mobili e oggetti che raccontasse anche il presente, creando una reale continuità culturale. Naturalmente il progetto è rispettoso dell’assetto storico. «Per non snaturare il palazzo, che doveva conservare la sua immagine storica e la sua bellezza, abbiamo deciso di non apportare nessuna modifica
all’architettura», spiega l’architetto Renata Cristina Mazzantini, curatrice del progetto. «Non siamo intervenuti sugli apparati decorativi originali e organici, in particolare quelli del periodo sabaudo. Ciononostante, il progetto ha interessato quasi tutti gli ambienti situati nel piano nobile. I dipinti che dovevano essere esposti a parete sono stati collocati in sale già sottoposte a restauro, come la Galleria di Alessandro VII e la sala delle Fabbriche di Paolo V, che si prestavano meglio a un aggiornamento. Volevamo assicurare un inserimento garbato e accurato, nel pieno rispetto della storia del palazzo». Alle opere di maestri come De Chirico, Fontana, Manzù si affiancano mobili di design che non vengono semplicemente esposti, ma possono essere utilizzati. «“Quirinale contemporaneo” non è un museo nel museo», afferma il Presidente Mattarella, ma è un progetto in fieri, «l’inizio di una nuova fase che rimette in moto l’innovazione». L’architetto Mazzantini,
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SOPRA: NELLA SALA DEL BALCONE, DUE ESEMPLARI DELLA POLTRONA PROUST DI ALESSANDRO MENDINI PER CAPPELLINI. A DESTRA: NERO E ORO (1992) DI ALBERTO BURRI, NELLA SALA DI AUGUSTO. PAGINA SEGUENTE: LA CONSOLE QUADERNA DI SUPERSTUDIO PER ZANOTTA NELL’EX CAPPELLA DEGLI UDITORI DI ROTA. AL PROGETTO “QUIRINALE CONTEMPORANEO” È DEDICATO UN LIBRO CURATO DA RENATA CRISTINA MAZZANTINI E PUBBLICATO DA TRECCANI, CHE RACCOGLIE LE FOTOGRAFIE SCATTATE DA MASSIMO LISTRI NEL PALAZZO.
che ha saputo ambientare con grande gusto e sensibilità, in un contesto storico importante, mobili e opere d’arte contemporanei, sottolinea «le opere esposte si confrontano e dialogano con i grandi del passato, senza bisogno di un allestimento che le isoli dal contesto, nel quale si inseriscono con sorprendente ma sostanziale armonia. Lo stesso vale per gli oggetti di design, scelti rigorosamente tra quelli in produzione, che riescono a distinguersi anche all’interno di saloni con soffitti alti nove metri». Mazzantini ricorda che «occorre fuggire l’antagonismo tra antico e moderno, che crea un progressivo inaridimento della continuità culturale e nuoce alla conservazione quanto all’innovazione. Occorre, invece, sovrapporre e intrecciare il presente con il passato, per creare di volta in volta scenari misti, coesi e pregni di storia. Questo è l’intento che ha guidato e guida il progetto». È un concetto fondamentale quello che ha ispirato l’intervento, basato
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sull’idea che l’accostamento di opere d’arte o di mobili antichi e moderni possa contribuire notevolmente a esaltare e a valorizzare entrambi, aiutando anche i fruitori dell’opera a cogliere tali legami, che si instaurano e appaiono più evidenti nel momento in cui viene creato un confronto tra passato e presente. Spiega con un esempio efficace questo concetto l’architetto Mazzantini: «Un secrétaire di Maggiolini, visto insieme con altri mobili di illustri ebanisti coevi, certamente suscita un’emozione, ma difficilmente innesca un prolifico gioco di rimandi e resta più distante. Invece, accostando un capolavoro di ebanisteria del ’700 a un bellissimo pezzo di design, lo spettatore si emoziona, cercando subito possibili affinità stilistiche». È un approccio molto più stimolante e costruttivo, che ricerca le assonanze tra oggetti apparentemente lontani e invece uniti tra loro da una profonda appartenenza alla tradizione. «Si tratta di suggerire questi legami, come una
“corrispondenza d’amorosi sensi”, tra artisti di epoche diverse», sottolinea Mazzantini. «Nelle foglie d’oro del quadro Nero e oro di Burri si coglie l’eco dei mosaici bizantini e nei riflessi argentei del Concetto Spaziale Venice Moon di Fontana si afferra la magia di Venezia, dei suoi canali e dei suoi palazzi». Un delicato gioco di affinità, che si ritrova anche nelle fotografie di Massimo Listri: nelle sale del palazzo ci sono le sue foto del Quirinale, che dialogano idealmente con gli ambienti veri, a loro volta ricchi di tante sensibilità di artista e di tante stratificazioni storiche. «Tre anni fa ho avuto l’onore di avere una mostra personale al Quirinale, dove ho esposto dieci fotografie di grande formato che ritraevano ambienti del palazzo», spiega Listri. Ora alcune di quelle foto adornano una sala dove c’erano mobili e arazzi, a testimoniare ancora una volta il desiderio di raccontare il nostro tempo attraverso la grande arte in tutte le sue espressioni. FINE
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IN & OUT
Una zona di NAPOLI ricca di tracce Liberty, un progetto 100% contemporaneo, dove gli spazi hanno linee nitide. E dove il panorama è un tesoro ritrovato.
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progetto di FILIPPO ARPAIA e LUCA PISCITELLI testo di SONIA COCOZZA fotografie di MATTIA AQUILA
A SINISTRA: LA GRANDE TERRAZZA È STATA TRASFORMATA IN UN PAESAGGIO SPONTANEO DAL SAPIENTE USO DEL VERDE, CON UNA DISPOSIZIONE DELLE PIANTE CHE FA PENSARE ALLA MACCHIA MEDITERRANEA E CHE INCORNICIA LA VISTA SULL’ISOLA DI CAPRI. DISSEMINATI UN PO’ OVUNQUE I POUF SFERICI TATINO DI BALERI ITALIA. SEDIOLINA A DONDOLO DI EQUILIBRI, COME I TAVOLINI. PAVIMENTAZIONE IN TEAK E PIETRA DI TRANI. SUL TAVOLO DI ROYAL BOTANIA, VASO MADAME DI ICS FUTURE VILLAGE. CARRELLO FLUO CHARIOT DI CASAMANIA.
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LÕ
L’aria, qui, profuma di cacao tostato. Un aroma che si espande tutt’intorno, a tratti ci precede quasi a voler anticipare il racconto che lega la casa al luogo ma soprattutto al nome di Isidoro Odin che proprio qui negli anni Venti decise di costruire la sua fabbrica di cioccolato. All’interno della casa, però, non c’è nessun segno di quella Napoli Liberty e dell’architettura di Angelo Trevisan. Lo spazio vive e risplende di luce propria grazie al progetto degli architetti Filippo Arpaia e Luca Piscitelli. La grande spazialità ha indirizzato in modo univoco le loro idee. Racconta Arpaia: «L’appartamento si presentava chiuso tra stanze che facevano fatica ad aprirsi sul panorama. Nessuna profondità, nessuna percezione dell’esterno. Eravamo di fronte a un potenziale da tirare fuori. E che quando c’è, fa la differenza». La casa oggi si presenta come un loft urbano articolato, rigoroso, fortemente materico e con rimandi continui all’esterno, a quello che si vede dalle finestre. «Il panorama ha accompagnato l’intera progettazione, la sfida è stata quella di riuscire a farlo entrare dappertutto, persino in bagno», continua l’architetto. «Qui, il vano doccia col suo sedile in pietra biancone di Trani invita, sotto scrosci corroboranti, a contemplare il mare». In fondo, a Napoli nessuna progettazione è capace di
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A DESTRA: NELL’AMPIO LIVING, DIVISO IN TRE VOLUMI, DIVANI EASY LIPP DI LIVING DIVANI. SUL TAPPETO (KASTHALL), COPPIA DI TAVOLINI ALANDA DISEGNATI DA PAOLO PIVA, DUE PEZZI VINTAGE. SUL MOBILE DI LEMA, VASI KORA DI STUDIO PEPE PER ATIPICO. A PARETE UN’OPERA SU ACCIAIO DI SERGIO FERMARIELLO. SUL MOBILE CONTENITORE SU DISEGNO, LAMPADA PORCINO DI LUIGI CACCIA DOMINIONI PER AZUCENA, 1956. SULLA SINISTRA, SOSPENSIONI AIM DI E. E R. BOUROULLEC PER FLOS.
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IN QUESTA PAGINA: LA ZONA PRANZO VISTA DALLA CUCINA, DA CUI LA SEPARA UNA PARETE VETRATA (REALIZZATA SU DISEGNO). TAVOLO LIM 3.0 DI MDF ITALIA, VASI DI ETTORE SOTTSASS PER BITOSSI. POLTRONCINE SWAN DI FRITZ HANSEN, SEDIE UNO DI SEGIS. LAMPADARIO GIOGALI, VISTOSI.
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staccarsi dalle suggestioni che questa città regala. Le sagome di Capri e del Vesuvio, come gouache ottocentesche, riscattano lo spazio rendendolo fluido e a misura delle esigenze dei proprietari. Living, camere, bagni e cucina: si allineano tutti a questa logica. La compenetrazione col paesaggio, per Lucio e Véronique, che vivono tra Parigi e Napoli, è stata imprescindibile. E come poteva non esserlo? Per il proprietario l’appartamento rappresenta il legame familiare, le radici, la sua identità culturale. Gli ambienti disegnati dai due architetti sono ariosi e connessi agli umori della città. «I vincoli architettonici non ci hanno impedito di progettare uno spazio open in cui cogliere e raccontare la natura intrinseca del luogo», racconta l’architetto Luca Piscitelli. «Il legno di quercia a grandezze variabili e levigato a mano, di Galleria Elena Superfici, è stato scelto per conferire morbidezza ai grandi volumi.Abbiamo disegnato un appar-
«Il desiderio di VALORIZZARE IL PANORAMA ha accompagnato l’ intera progettazione. La sfida è stata quella di riuscire a farlo entrare dappertutto, persino in bagno. Qui il vano doccia col suo sedile in pietra biancone di Trani invita, sotto scrosci corroboranti, a contemplare il mare».
IN ALTO: PER LA CUCINA, BLOCCO REALIZZATO CON ELEMENTI DEL SISTEMA DI TM ITALIA. SGABELLI SPAGHETTI DI ALIAS, CON SEDUTA E SCHIENALE IN TONDINO DI PVC. A SINISTRA: CONTROCAMPO DELLA CUCINA. SULLA PARETE IN FONDO UN PREZIOSO PEZZO DI FAMIGLIA: PARAVENTO CINESE OTTOCENTESCO IN LEGNO LACCATO CON INTARSI IN AVORIO.
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tamento su tre livelli: una doppia scala collega il living al pensatoio, diaframma tra la prima zona notte e la seconda posta al terzo piano; da qui una seconda scala raccorda i primi due livelli all’ultimo, dove trovano posto una terza camera da letto, una piccola cucina e il giardino pensile superpanoramico». E qui lo spettacolo merita una sosta. La luce è ovunque protagonista del progetto, tanto quella naturale che entra con generosità dalle finestre tanto quella artificiale, studiata per esaltare i tagli architettonici. «Ogni lavoro possiede una poetica progettuale», dice Filippo Arpaia, «e la luce, se da un lato rappresenta una sfida, dall’altro può essere un’opportunità. Ogni volta che entravamo per un rilievo, sembrava ci suggerisse qualcosa che poi in qualche modo sentivamo di dover comunicare attraverso il progetto. Entravamo volutamente in cantiere nelle ore più disparate per osservarne e catturarne l’andamento. Nel living la luce esprime tutta la sua forza. Da un lato narra gli aspetti simbolici e architettonici della città; dall’altro, con i suoi volumi, diventa tutt’uno con la materia che tocca». er la cucina, continua Arpaia, «abbiamo rinunciato alle tradizionali partizioni murarie per privilegiare quelle vitree. Sempre in funzione della luce. La luce fluisce libera di giorno, mentre la sera è direzionata da una cascata di cristalli luminosi di Murano. Quasi un’installazione». Tutto il progetto è caratterizzato da dettagli raffinati che si svelano a mano a mano. La proprietaria aveva un’idea molto precisa del modo in cui vivere durante le sue trasferte a Napoli. La collaborazione con gli architetti, seppur lunga (la distanza di certo non ha aiutato), è stata piacevole. Nella zona giorno il gusto partenopeo incontra quello francese. I coffee table di La Chance dialogano con l’opera di Sergio Fermariello e con la scultura di Marianna Andolfi. Per la zona notte la palette colori vira verso un’estetica in contrasto con quella più rigorosa della zona giorno. Ma si tratta di una scelta voluta che rimanda al gusto floreale delle carte da parati tanto in voga in Francia ai primi del Novecento. Ecco così che un luogo storico, il palazzo che custodisce ancora oggi i segreti della fabbrica di cioccolato Gay Odin, può diventare una casa moderna e familiare. Che alterna spazi privati ad altri di mediterranea rappresentanza. FINE
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SOPRA: PER LA STANZA PADRONALE, CARTA DA PARATI ORIENTAL DI LONDONART. LAMPADE C_BALL S1 DI B.LUX. COPRILETTO E FEDERE DI SOCIETY LIMONTA. SOTTO: IL BAGNO, REALIZZATO SU DISEGNO, È IN PIETRA BIANCONE DI TRANI (GALLERIA ELENA SUPERFICI). PAGINA SEGUENTE: UN ANGOLO PER IL RELAX CON PEZZI VINTAGE (POLTRONA, TAVOLINO, LAMPADA). APPOGGIATA ALLA PARETE UN’OPERA DI ARMANDO DE STEFANO.
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Ritorno al passato Lo spirito del luogo e la cultura della tradizione rivivono in una villa di MAIORCA grazie a un’attenta ristrutturazione.
A SINISTRA: LA PISCINA DELLA VILLA È STATA REALIZZATA NEL CORSO DELLA RISTRUTTURAZIONE. ANCHE QUI, COME NEL RESTO DELLA CASA, SI IMPONE UNO SPICCATO GUSTO PER L’ARCHITETTURA ORGANICA, CON PARETI RIVESTITE IN PIETRA E UN AMPIO UTILIZZO DI MATERIALI NATURALI IN SINTONIA CON LO SPIRITO DEL LUOGO E CON GLI STILEMI DELLA TRADIZIONE LOCALE. I BORDI DELLA PISCINA SONO RIFINITI CON PIASTRELLE IN GRES PORCELLANATO DI ROSA GRES. I LETTINI E I TAVOLINI IN LEGNO SONO REALIZZATI SU DISEGNO. PAGINA SEGUENTE: UNO SCORCIO DEL GIARDINO, RICCO DI VEGETAZIONE MEDITERRANEA.
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STYLING TILLE DEL NEGRO. PRODUCTION SVEN ALBERDING/BUREAUX/LIVING INSIDE
progetto di MORE DESIGN — interior design di MORE DECOR — testo di ROBYN ALEXANDER — fotografie di GREG COX/BUREAUX
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i si innamora facilmente di Maiorca. Ma non è altrettanto semplice trovare la residenza dei propri sogni su quest’isola delle Baleari, come sanno i proprietari di questa casa, una coppia di Londra che ha impiegato diversi mesi prima di trovare la dimora adatta. Situata su una collina, con una vista che spazia a 180 gradi sul Mediterraneo, la casa è nella zona occidentale di Maiorca, tra Valldemossa e Deià. La proprietà, che a sud è protetta dalla Serra de Tramuntana, è immersa tra gli ulivi e vive in una dimensione appartata, benché Valldemossa sia a solo cinque minuti d’auto. Un po’ più distante è Port des
Canonge, la spiaggia prediletta dai padroni di casa, un angolo di paradiso a ridosso di una cala verdeggiante. Quando venne acquisita dagli attuali proprietari, la residenza era una costruzione abbastanza ordinaria realizzata tra gli anni ’‘60 e ’70. Per offrirle un’identità più definita, la scelta cadde su More Design, uno studio di architettura di Deià, specializzato in ristrutturazioni che fondono tradizione maiorchina ed elementi contemporanei. Per prima cosa, fu deciso di rivestire in pietra le pareti esterne, per renderle più consone alla
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SOTTO: UN ANGOLO DEL LIVING, CON IL PAVIMENTO RIVESTITO CON LASTRE IN PIETRA. I DIVANI, INSERITI SU UNA BASE IN CEMENTO, SONO RIVESTITI CON UN ANTICO TESSUTO MAIORCHINO TINTO A MANO CON PIGMENTI NATURALI. ALCUNI CUSCINI SONO REALIZZATI CON ANTICHI TESSUTI GIAPPONESI. IL LAMPADARIO IN VETRO È SU DISEGNO, COME I TAVOLINI. PAGINA SEGUENTE: NEL SOGGIORNO, LAMPADE DI ALEX DE WITTE, POLTRONE DI STEPHEN KENN STUDIO, COFFEE TABLE DI MORE DESIGN. LE SCULTURE SONO DI KIM JAMES.
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A DESTRA E NELLA PAGINA SEGUENTE: DUE IMMAGINI DELLA CUCINA. LE TRAVI, AGGIUNTE DURANTE LA RISTRUTTURAZIONE, SONO IN CASTAGNO. LA LAMPADA A SOSPENSIONE, CHE SOVRASTA IL TAVOLO IN CEMENTO, È DI APPARATUS STUDIO, I RUBINETTI DI BRODWARE. IN BASSO: UN ANGOLO DELLA SALA DA PRANZO. LE SEDIE, VINTAGE COME IL TAVOLO, SONO DISEGNATE DA HANS OLSEN E PRODOTTE DA FREM RØJLE. LAMPADARIO SU DISEGNO.
cultura architettonica dell’isola. Come spiega Manuel Villanueva di More Design, «abbiamo dovuto ricostruire la casa dalle fondamenta, mantenendo però l’impronta originale». Per rendere gli spazi più ariosi e creare un’atmosfera rilassante, sono state demolite le pareti divisorie di molte piccole stanze, per creare una grande zona giorno, che forma il centro della casa e che, come nota Villanueva, «ha una forte vocazione conviviale». La cucina, il soggiorno, il portico e la sala da pranzo fanno parte del cuore della casa. Il risultato è che all’interno di un «involucro tradizionale», come lo definisce Villanueva, è stato creato uno spazio aperto di gusto moderno. «Per noi», dice, «è un progetto molto speciale, che ci ha permesso di evolvere da concetti più tradizionali per esplorare schemi e idee contemporanei». Un altro elemento chiave è l’interior design, studiato da More Decor, la nuovissima branca dello studio More Design, gestita da Tille Del Negro. Il restyling degli interni ha preso l’avvio con una collaborazione tra More Decor e il pittore e designer belga Eddy Dankers, famoso per le sue vernici a base di minerali e le tecniche tradizionali di pittura, per creare esclusive finiture per pareti e soffitti. A proposito della collaborazione con Dankers, «abbiamo voluto esplorare il mondo dell’imbiancatura a calce per aggiungere un’altra dimensione ai nostri progetti», dice Tille Del Negro. «Il nostro obiettivo era distillare le tonalità neutre del paesaggio e rifletterle negli interni». Il dosaggio dei colori è stato studiato con estrema accuratezza. Come nota Del Negro, «negli spazi dove la luce è più abbondante,
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IN QUESTA PAGINA: IL VANO SCALE È INCORNICIATO DA UN ARCO ACUTO IN STILE MAIORCHINO. LE PARETI SONO IN PIETRA A VISTA O IMBIANCATE A CALCE, CON COLORI MOLTO TENUI. PAGINA PRECEDENTE: UNA DELLE CAMERE DA LETTO. IL PAVIMENTO È RIVESTITO CON LASTRE DI PIETRA LOCALE, IL SOFFITTO È SCANDITO DA TRAVI IN LEGNO DI CASTAGNO. IL TESSUTO DORATO USATO COME TESTATA È UNA SETA CINESE DELL’800. COPERTE DI SOCIETY LIMONTA.
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SOPRA: UNA SALA DA BAGNO DOVE SI COGLIE L’ATTENZIONE PER LA RIDEFINIZIONE DEGLI SPAZI ARCHITETTONICI. PAGINA PRECEDENTE: UNA CAMERA DA LETTO, ARRICCHITA CON UNA RICCA SELEZIONE DI TESSUTI TIPICI MAIORCHINI.
la pittura a calce è più chiara, mentre il colore diventa più intenso nelle aree maggiormente ombreggiate». More Decor ha anche progettato o acquistato tutti gli arredi e i complementi, oltre ad alcune opere d’arte. Il risultato è una casa in cui i colori decisi si sposano alle texture naturali. Nelle parole di Del Negro, questa stratificazione cromatica «intensifica la personalità di ogni spazio e crea un’atmosfera
e un carattere ben distinti». Per quanto la casa sia molto ampia – comprende sei camere da letto con bagno privato – appare intima e proporzionata. E soprattutto, come spiega Villanueva, crea una serie di ideali connessioni con il paesaggio, attraverso «punti di accesso multipli e scale». Ciò consente alla villa di aprirsi verso uno scenario naturale generoso, da vivere in ogni stagione. FINE
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SOPRA: UN AMBIENTE DELLA VILLA DESTINATO AL RELAX. I CUSCINI SONO STATI REALIZZATI UTILIZZANDO I TESSUTI DI TAPPETI TRADIZIONALI. IN BASSO: UNA PICCOLA TERRAZZA PANORAMICA PROTESA VERSO IL MARE. LE SEDUTE A SACCO SONO STATE DISEGNATE DA MORE DECOR, COSÌ COME IL TAVOLINO IN LEGNO, REALIZZATO DA UN ARTIGIANO LOCALE. I VASI SONO DELLA CERAMISTA MAIORCHINA DORA GOOD. PAGINA SEGUENTE: IL TEAM DI MORE DESIGN E MORE DECOR: ORO DEL NEGRO, MANUEL VILLANUEVA, TILLE DEL NEGRO. IN PRIMO PIANO, PEARL.
Tutto, dai tessuti ai materiali che evocano una natura rude e generosa, rimanda alle atmosfere e allo stile dell’ isola delle BALEARI.
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LE VISITE ESCLUSIVE
ON THE ROCKS A Èze, a strapiombo sulla Costa Azzurra, l’artista MARC FERRERO ha costruito la sua casa. Un insieme di luoghi e di storie, come le sue tele. testo di ELENA DALLORSO fotografie di MASSIMO LISTRI
A SINISTRA: LO STUDIO DI MARC FERRERO, CREATORE DELLA STORYTELLING ART, È UN AMBIENTE GRANDISSIMO, NEL QUALE POTREBBE ESSERE OSPITATA PERFINO GUERNICA DI PICASSO. DI PADRE ARGENTINO/ITALIANO E MADRE FRANCESE, FERRERO È AUTODIDATTA E HA LASCIATO LA SCUOLA A 16 ANNI PER GIRARE IL MONDO IN CERCA DI ISPIRAZIONE: DA QUELL’ESPERIENZA SONO NATI I PERSONAGGI DEI SUOI QUADRI.
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La casa, 850 metri quadrati abbarbicati alle rocce della Corniche a strapiombo sul mare della Costa Azzurra e di Montecarlo, è moderna e su tre piani per seguire i dislivelli del terreno scosceso. Un mix di architettura mediterranea e di BAUHAUS. 134
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SOPRA: SULLA GRANDE TERRAZZA APERTA SUL MAR MEDITERRANEO, SCULTURA IN ACRYGLASS FEMME AU REGARD BLEU DI MARC FERRERO. SOTTO: IL GIARDINO ZEN DELLA VILLA, CON IL “BAR BALINESE”, COSÌ DETTO PER LA PROVENIENZA DELLE STATUE SUL BANCONE. PAGINA PRECEDENTE: IL LIVING, UN OPEN SPACE DI 250 METRI QUADRATI. TUTTE LE OPERE SONO DI MARC FERRERO, COME LIPSTICK, DIPINTO ICONICO DELL’ARTISTA, SUL QUALE SI È BASATA LA SUA COLLABORAZIONE CON HUBLOT. CAMINO DOPPIO E DIVANI CUSTOM. COLONNA IN ACRYGLASS CON LA SCULTURA JAZZ BAND.
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uesta è una storia scandita dai colpi di fulmine. Il primo a Parigi, molti anni fa, quando Marc Ferrero, giovane artista pop autodidatta, incontra Sabine, che gli aveva organizzato un appuntamento con un produttore tv: un’ora e mezzo dopo le chiede di sposarlo e adesso hanno due figlie di 14 e 18 anni. Il secondo, nel 2005 a Èze, nella sua galleria, con l’architetto Alexandre Vuillaume che, venuto ad acquistare una delle sue tele, è diventato l’autore del progetto della casa dei suoi sogni, 850 metri quadrati abbarbicati alle rocce della Corniche a strapiombo sul mare della Costa Azzurra e di Montecarlo. Moderna, su tre piani per seguire i dislivelli del terreno scosceso, è un mix di architettura mediterranea e di Bauhaus, estremamente semplice nelle linee, con grandi aperture verso il mare, che è inquadrato in ogni finestra. «Volevamo una casa contemporanea, che potesse ospitare i miei quadri senza trasformarsi però in un display», spiega Marc Ferrero, creatore della Storytelling Art, ispirata
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IN QUESTA PAGINA: UNA DELLE STANZE PER GLI OSPITI. I COLORI DEL DIVANO CUSTOM RIPRENDONO QUELLI DELL’OLIO NU ET BATEAU MONTE CARLO. SCULTURA IN ACRYGLASS PINK ABSTRACTION. A SINISTRA: LA SALA DA PRANZO CON IL GRANDE TAVOLO CON IL TOP IN CRISTALLO. ALLA PARETE, OLIO SWEET DREAMS DI MARC FERRERO.
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SOPRA: LA ZONA-PRANZO DELLACUCINA, CON IL CAMINO DOUBLE FACE APERTO ANCHE SUL LIVING. ALLA PARETE BOX OFFICE, ACRILICO SU TELA DI MARC FERRERO. A SINISTRA: NELLA TV ROOM, L’OLIO LISA NUE AU PLASTRON E LA SCULTURA IN ACRYGLASS THE MUSICIANS. SOTTO: IL BOUDOIR, CON UN DIVANO CUSTOM. LE OPERE DI MARC FERRERO ALLE PARETI SONO LISA IN THE ART JUNGLE E BUSINESS RENDEZ VOUS.
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al mondo dei fumetti, ma in scala decisamente macro. «Per più di due anni abbiamo cercato il terreno per edificare a Èze, perché le radici familiari di Sabine sono qui e poi, dall’incontro con l’architetto Vuillaume, è nata la residenza perfetta per noi». Dall’ingresso una grande scalinata un po’ hollywoodiana scende verso il living: «È stata Sabine a volere l’effetto sorpresa della scala, il “guardatemi!” che potesse essere attribuito sia alla casa sia a chi vi entra», spiega Ferrero. L’open space di 250 metri quadrati è collegato alla grande cucina e alla sala da pranzo, in una sequenza continua e aperta. Nella sala da
pranzo un grande lampadario Rain di Studio Italia Design sormonta il tavolo in cristallo scuro. Qui, a differenza delle altre stanze della zona giorno giocate su una palette chiara di perla e crema, le pareti sono grigie antracite, per far risaltare le opere dell’artista. Tutti gli ambienti sono pieni di sue opere, a partire dall’olio Lipstick, talmente iconico da essere diventato il centro della collaborazione di Marc Ferrero con Hublot. Con comode sedute custom e un camino doppio, il living si apre letteralmente sul golfo tra Cap Ferrat e Cap d’A il grazie alle porte-finestra a tutta altezza che conducono alla grande terrazza. Da qui la vista spazia anche sulla piscina all’aperto e il verde, dove, nascosto nel “giardino zen”, ci sono un bar balinese e un’area-cucina marocchina per la famiglia e per gli ospiti (amici, galleristi, collezionisti) che hanno a disposizione anche un piano della casa, con stanze indipendenti, una zona wellness e una piscina indoor, a ribadire un concetto molto caro ai Ferrero, quello dell’accoglienza senza fronzoli. «Mi piace che la nostra casa sia un insieme di luoghi diversi che raccontano storie diverse», commenta Marc Ferrero, proprio come succede nei suoi quadri, dove è la sovrapposizione (sia di materiali sia di concetti) la cifra narrativa. Dall’edificio principale si passa, attraverso una porticina, all’atelier, un grandissimo spazio essenziale («Volevo uno studio che potesse contenere Guernica, e così è stato»), coperto di colori: quelli degli oli, delle resine, delle colle piene di brillantini che si stratificano sulle tele e quelli dei quadri, finiti o meno, con cui Marc Ferrero racconta le avventure dei suoi eroi da fumetto (Lisa L’Aventura, Duke Spencer e Don Cello) rispecchiando con ironia il mondo in cui viviamo. FINE
SOPRA: LA PISCINA INDOOR, NELLA ZONA WELLNESS DELLA CASA. ALLA PARETE, COUPLE AU BALCON, ACRILICO SU TELA DI MARC FERRERO. SOTTO: UNA DELLE STANZE PER GLI OSPITI. ALLE PARETI, STICKERS DI FERRERO LISA AND DUKE HARMONY BROWN SUGAR. PAGINA SEGUENTE: LA PISCINA ESTERNA, AFFACCIATA SUL MEDITERRANEO. DAL GIARDINO TERRAZZATO LA VISTA SPAZIA DA CAP-FERRAT A ROQUEBRUNE.
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«Mi piace che la nostra casa sia un insieme di luoghi diversi che raccontano STORIE DIVERSE», dichiara Marc Ferrero. Proprio come succede nei suoi quadri, dove è la sovrapposizione, sia di materiali sia di concetti, la vera cifra narrativa.
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Luce di PugLia
Nel cuore antico di POLIGNANO A MARE, borgo spettacolare affacciato sulle onde, un restauro pieno di tatto trasforma un’antica casa in un mini bed & breakfast fuori dall’ordinario. progetto e interior design di PINO BRESCIA testo di RUBEN MODIGLIANI — fotografie di GIORGIO BARONI
A SINISTRA: LA TERRAZZA A TETTO, AFFACCIATA SULLA PARTE VECCHIA DI POLIGNANO A MARE. IN QUESTO ANGOLO È STATA RICAVATA UNA VASCA IDROMASSAGGIO; UN TAVOLO E UNA ZONA COTTURA PERMETTONO DI ORGANIZZARE QUI PRANZI E CENE. PAGINA SEGUENTE: LA FACCIATA DELL’EDIFICIO È TRATTATA CON LATTE DI CALCE, CHE LE CONFERISCE IL CANDORE TIPICO DELLE CASE PUGLIESI. PICCOLE MENSOLE FANNO DA SUPPORTO A PICCOLE PIGNE DECORATIVE E A UN SISTEMA DI ILLUMINAZIONE CHE RENDE ANCORA PIÙ MOSSA LA SUPERFICIE.
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urche se , a zz ur ro, bianco, grigio roccia. Sono i colori del paesaggio di Polignano a Mare, piccolo borgo abbarbicato alle scogliere a sud di Bari. Visto dal mare, il paese vecchio è un grumo di case a strapiombo sull’acqua, addossate una all’altra, una muraglia impenetrabile come una formazione minerale, ritmata da finestre e piccoli balconi. Una fortezza sull’acqua. Che, all’interno, è solcata da strade strette e irregolari che sembrano piccoli canyon. La casa di queste pagine si trova proprio qui. Un edificio antico, risalente al ’700 (o addirittura al secolo precedente) ma la cui forma è cambiata nel tempo. «Come succedeva spesso in antichità, le case venivano ampliate man mano che la famiglia cresceva», racconta Pino Brescia, autore del progetto di recupero di questa architettura. «Qui a Polignano, dove lo spazio è sempre stato il bene più prezioso, si cresceva per forza in altezza. Questo edificio è su tre piani; e anche il tetto è uno spazio da vivere, una terrazza affacciata sul paese». La casa, in origine l’abitazione di una famiglia, oggi è diventata un minuscolo bed & breakfast: due sole stanze, al primo e al secondo piano. «Quella al primo piano è minuscola. È un posto dove andare se ci si vuole veramente bene», commenta divertito il progettista. La ristrutturazione è stata eseguita con precisione millimetrica, preservando il più possibile i solai originali, e con pochissime variazioni in pianta: è stato reso più agevole l’accesso al primo piano (l’ultimo tratto della scala si poteva fare solo stando chini), rivedendo il taglio degli ambienti del secondo sono stati ricavati una lavanderia e un bagno, oltre alla camera. La terrazza è stata dotata di una vasca idromassaggio e anche di un angolo cucina. All’interno gli spazi sono sfruttati al meglio, un po’ come si fa nelle barche: ogni centimetro è prezioso. Gli ambienti offrono tutti i comfort moderni, a partire dalla climatizzazione. Il codice
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IN QUESTA PAGINA: PER LA SALA DA PRANZO AL PIANO TERRA, UN TAVOLO CON PIANO IN NOCE NATURALE. I VASI IN CERAMICA A PARETE, DISEGNATI DA PINO BRESCIA, RIVISITANO LE FIASCHE IN TERRACOTTA DEI CONTADINI DI QUI. PAGINA SEGUENTE: LA TERRAZZA DELLA CASA VISTA DA UN EDIFICIO VICINO.
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estetico però è quello di una casa di qui, ancorata alla tradizione. Con tocchi di modernità che non stonano affatto. «Anche se pensato per l’ospitalità, ho voluto preservare l’atmosfera di questo spazio. L’atmosfera qui è creata, oltre che dai volumi così speciali, anche dai materiali: le pareti mantenute con le loro irregolarità e imbiancate con latte di calce, i pavimenti in chianca, la pietra calcarea compatta con cui è costruita tanta architettura pugliese. Nelle architetture di pregio
è lavorata, intagliata; qui è quasi grezza. Per le armadiature, come quella ricavata sotto la scala che unisce primo e secondo piano, ho utilizzato ante in sottile rete metallica tesa su telai di legno: mi sono ispirato a quelle delle dispense nelle vecchie case contadine, che sono nicchie scavate nel muro per garantire frescura. Lì le ante in rete permettono il passaggio dell’aria ma proteggono dagli insetti gli alimenti contenuti all’interno. Un frammento di storia popolare».
L’arredamento è una miscela di elementi tradizionali – magari reinventati – e di creatività contemporanea. Molti dettagli sono disegnati dallo stesso Brescia: come le applique in pietra imbiancata con latte di calce, che oltre a dare una luce indiretta e morbida hanno una sorta di asola a cui appendere coperte, abiti, oggetti. O i vasi in ceramica smaltata di Grottaglie che, legati insieme a festone da una corda, decorano la parete della sala da pranzo al piano terra e
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«L’atmosfera in questa casa è creata anche dai materiali: le pareti imbiancate con LATTE DI CALCE; i pavimenti in chianca, la pietra calcarea compatta con cui è costruita tanta architettura pugliese».
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SOPRA: SCORCIO VERSO LA CUCINA AL PIANO TERRA. LE DUE APPLIQUE BIANCHE SULLA DESTRA, IN PIETRA IMBIANCATA A CALCE, SONO DISEGNATE DA PINO BRESCIA E SONO PENSATE ANCHE PER APPENDERCI OGGETTI E TESSUTI. A SINISTRA: NELLA SALA DA PRANZO QUASI TUTTO È REALIZZATO SU DISEGNO. COME DECORAZIONE, OGGETTI IN CERAMICA E LEGNO E VECCHI SETACCI DA FARINA.
si ritrovano anche in altri spazi. Tutto evoca la tradizione, in modo moderno ma delicato, senza snaturarla: il tavolo con piano in noce della sala da pranzo, i setacci per la farina appesi alle pareti, le ceramiche che portano una nota di colore in una palette tutta giocata tra bianco e colori naturali. Nei bagni anche le pareti sono rivestite in pietra: materiale su cui spicca il design moderno dei sanitari e della rubinetteria. La sera, strisce led invisibili mettono in valore le linee architettoniche degli interni. E anche la facciata è illuminata in modo scenografico, con faretti nascosti posti su piccole mensole. Su alcune di esse sono anche posate delle versioni in tufo (ideate sempre da Brescia) delle classiche pigne in ceramica smaltata, quelle che si mettevano sui balconi e sulle facciate delle case: «Fanno parte della tradizione mediterranea, poste a protezione della casa», spiega il progettista. Un tocco di folclore, perfetto per questo luogo fuori dal tempo. FINE
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IN ALTO, A SINISTRA: LA SCALA TRA PRIMO E SECONDO PIANO. LO SPAZIO SOTTOSTANTE È UTILIZZATO COME ARMADIATURA, CON ANTE IN RETE METALLICA DI ISPIRAZIONE CONTADINA. IN ALTO, A DESTRA: NEL BAGNO DELLA CAMERA GRANDE (PAGINA SEGUENTE), IL LAVELLO IN CERAMICA RICORDA UN VECCHIO BACILE. QUI ACCANTO: LA CAMERA PICCOLA, AL PRIMO PIANO DELLA CASA. TUTTI I LETTI SONO PROTETTI DA UNA CUPOLA IN GARZA CHE DI GIORNO VIENE ARROTOLATA.
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MAREMMA D’AUTORE In una villa a Castiglione della Pescaia un mix eclettico di arredi crea un’ATMOSFERA suggestiva ed elegante. interior design di MARINA FILIPPOVA testo di MARIO GEROSA — fotografie di GIORGIO BARONI
UNA VEDUTA NOTTURNA DELLA PISCINA. LA VILLA, COSTRUITA NEGLI ANNI SETTANTA, SI INTEGRA PERFETTAMENTE CON IL PAESAGGIO DELLA MAREMMA. QUASI TUTTE LE STANZE HANNO PORTE FINESTRE DA CUI SI PUÒ ACCEDERE ALLA PINETA.
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Calma. È questo il concetto che meglio identifica questa casa, una residenza costruita negli anni ’70 a Castiglione della Pescaia, nella Maremma più esclusiva, che ha saputo preservare gelosamente le sue tradizioni, la sua splendida natura e quell’inimitabile gusto del tempo perduto che aleggia ovunque, nelle pinete come nelle viette della città. Tutto questo si sente ancor di più a Roccamare, una località balneare che fa parte del comune di Castiglione della Pescaia sviluppatasi a partire dagli anni ’60, arricchitasi nel tempo di decine di ville seminascoste nella pineta, a raccontare un periodo importante della storia della villeggiatura ai tempi del Boom economico. Ed è proprio facendo riferimento a questa idea di vintage più recente che è nato il progetto di restyling degli interni di questa casa, firmato da Marina Filippova, interior designer russa dalla vocazione cosmopolita, che ha saputo cogliere e ricreare con grande sensibilità lo spirito di un luogo dalla forte identità. «La casa è stata rinnovata completamente», spiega Marina Filippova, «cercando però di mantenere il look e l’atmosfera anni ’70 che si ritrovano anche nel villaggio». La disposizione interna ha richiesto un importante lavoro di ridefinizione degli spazi, giacché c’erano molte stanzette di dimensioni ridotte e si voleva invece privilegiare spazi ampi e ariosi. Però il diktat era di non snaturare la personalità originaria. «Ci piaceva che nella casa si respirasse l’aria di quel tempo, e per questa ragione abbiamo
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SOPRA: NEL SOGGIORNO, SULLA SINISTRA, SPICCA UNA FOTOGRAFIA ESEGUITA DALL’ARTISTA IRANIANA SHIRIN NESHAT. ATTORNO A QUELL’OPERA, L’INTERIOR DESIGNER HA CREATO TUTTO L’AMBIENTE. SULLA SINISTRA, DIVANO DI VLADIMIR KAGAN, AL CENTRO, POLTRONE DIAGRAMMA DI IGNAZIO GARDELLA, SULLA DESTRA POLTRONE DI KELLY WEARSTLER. LAMPADARIO VENINI. TUTTI I PEZZI DI DESIGN SONO VINTAGE.
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Nelle stanze è protagonista un’ idea di raffinato EQUILIBRIO. Le forme degli oggetti e i colori degli arredi danno vita a una meditata armonia che trae ispirazione anche dalla natura. A DESTRA: LA SALA DA PRANZO. ATTORNO AL TAVOLO, REALIZZATO SU DISEGNO, ALCUNE SEDIE DI DESIGN. IL LAMPADARIO È DI ALEXANDRE LOGÉ. NEL RESTYLING DEGLI INTERNI DELLA VILLA L’INTERIOR DESIGNER HA PRIVILEGIATO ARREDI E OGGETTI DI GUSTO VINTAGE, RIALLACCIANDOSI ANCHE ALLA STORIA DI ROCCAMARE, LA LOCALITÀ IN CUI SI TROVA LA VILLA, SVILUPPATASI NEGLI ANNI DEL BOOM ECONOMICO.
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privilegiato un mix di arredi e oggetti vintage». Un altro elemento che ha influenzato notevolmente il lavoro dell’interior designer è la presenza incombente del paesaggio. La pineta circonda la villa, che ne respira i profumi e vive in simbiosi con la natura rigogliosa del giardino. «Gran parte delle camere hanno grandi porte finestre, da cui si può andare direttamente nel giardino», nota Marina Filippova. «Ciò contribuisce a rafforzare l’atmosfera di calma e rilassatezza che si percepisce nella casa». La pineta ha anche influenzato le scelte di progetto. Quando si è trattato di scegliere i colori, i proprietari – una coppia di russi con due bambine che passano qui l’estate e approfittano di ogni occasione per trascorrere qualche giorno in Maremma – hanno espresso la loro predilezione per il verde. «Per tale ragione ho usato molto il verde, in varie tonalità: dà un’idea di freschezza, di leggerezza, e si intona con il paesaggio circostante», commenta l’interior designer, che ha scelto questo colore per varie situazioni dello scenario domestico, si tratti di un tappeto o di un gruppo di poltrone. Il vintage, la natura, e poi c’è l’arte, altro elemento fondamentale nella personalità di questa villa. I proprietari avevano già una collezione di fotografie d’autore e di quadri, ed è successo che Marina Filippova si sia lasciata ispirare proprio da un’opera per trovare la soluzione più adatta. «Nel soggiorno, per esempio, c’è una grande fotografia di Shirin Neshat. L’ho considerata un punto focale attorno a cui costruire l’intero ambiente». All’arte fa da controcanto il design, quello da collezione, presente in ogni ambiente della residenza. «Ho dedicato un anno intero alla ricerca dei pezzi giusti», spiega Filippova. «I pezzi di design sono stati acquistati in varie gallerie europee e americane, ma anche online, sul sito di 1stdibs». Il risultato è una villa dalla forte identità, che ha il grande merito di raccontare una storia, di porsi come un’architettura trasversale, a cavallo del tempo, dove è piacevole perdersi tra le memorie d’arte e cultura e tra il profumo dei pini. FINE
SOPRA: LA CUCINA, CHE RICHIAMA LO STILE DELLA TRADIZIONE, È DI LA CORNUE. AL CENTRO DELLA STANZA, TAVOLO E SEDIE TULIP DISEGNATE DA EERO SAARINEN E PRODOTTE DA KNOLL INTERNATIONAL. SUL MOBILE SULLA SINISTRA, UNA CLASSICA BILANCIA BERKEL. ANCHE IN QUESTO AMBIENTE C’È UNA GRANDE PORTA FINESTRA CHE INQUADRA LA VEGETAZIONE DEL GIARDINO.
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A SINISTRA E SOPRA: LA SALA DA BAGNO DELLA STANZA PADRONALE. LA VASCA DA BAGNO FREESTANDING È DI ZUCCHETTI. A DESTRA: UNA CAMERA DEGLI OSPITI. LE PARETI SONO RIVESTITE CON CARTA DA PARATI IN SETA DI FROMENTAL. LE SCULTURE AL DI SOPRA DEL LETTO SONO DI CURTIS JERE. IN BASSO: GLI ARREDI DELLA STANZA PADRONALE SONO STATI REALIZZATI SU DISEGNO DI MARINA FILIPPOVA. POLTRONE ITALIANE VINTAGE, SPECCHIO DI HERVÉ VAN DER STRAETEN, CARTA DA PARATI DI FROMENTAL. NELLA RESIDENZA PREVALGONO I TONI TENUI. QUI È STATA SCELTA UNA RAFFINATA PALETTE CROMATICA GIOCATA SUI GRIGI E SUI BEIGE.
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A DESTRA: LA BORSA ONTHEGO LOUIS VUITTON, EDIZIONE SPECIALE PORTO CERVO. A SINISTRA: IN PRIMO PIANO LOOK UOMO PRE COLLEZIONE F/W 19. COCOON ROSA E GIALLA DEI FRATELLI CAMPANA, COLLEZIONE LOUIS VUITTON OBJETS NOMADES. DIAMOND SCREEN DI MARCEL WANDERS, COLLEZIONE LOUIS VUITTON OBJETS NOMADES. TAVOLO IN LEGNO AT-303 (HANS J. WEGNER).
Fronte del Porto A pochi passi dalla Piazzetta, LOUIS VUITTON inaugura il negozio di Porto Cervo. Un omaggio all’arte orafa sarda, alla nautica e alla vocazione al viaggio della Maison. testo di ELENA DALLORSO — fotografie di MASSIMO LISTRI
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SOPRA: L’ESTERNO DEL NEGOZIO LOUIS VUITTON PORTO CERVO, SULLA PASSEGGIATA. IN ALTO, A DESTRA: COLLEZIONE UOMO PRE COLLEZIONE F/W 19, TAVOLO IN CERAMICA BLU TWIST TABLE (STUDIO FLORIS WUBBEN). IN BASSO, A DESTRA: TAVOLO IN MARMO BIANCO SAMO, DI CARLO SCARPA (1973); SPIRAL LAMP GM ROSSA DI ATELIER OÏ, COLLEZIONE LOUIS VUITTON OBJETS NOMADES; ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI DONNA LV PRE FALL 19.
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a Piazzetta è a due passi, il mare della Costa Smeralda proprio davanti. Impossibile non tenerne conto nell’ideazione del nuovo negozio Louis Vuitton di Porto Cervo che si sposta di poche decine di metri lungo la Passeggiata (il paradiso dello shopping di lusso, un continuum di griffe internazionali lungo il viale in cotto) rispetto al precedente, ma è di fatto un altro mondo. Sviluppato su due piani collegati da una scala dal design nautico, in metallo e legno con un corrimano in pelle color avorio, lo spazio si ispira, secondo la new wave comune a tutti gli store della Maison, al territorio che lo ospita, ovvero alla Sardegna. Ed è infatti alla tradizione orafa locale che si rifanno le pareti espositive, la cui texture, studiata appositamente, ricorda le filigrane d’oro dell’isola. Ogni elemento è un riferimento al paesaggio della Costa Smeralda. La palette di colori, le finiture su misura, le forme organiche, gli arredi e la pavimentazione si ispirano all’universo marino. Il pavimento
È alla tradizione orafa locale che si rifanno le pareti espositive, la cui texture, studiata appositamente, ricorda le FILIGRANE D’ORO dell’isola.
in mattonelle della parte inferiore della scala e del piano con le zone del ready to wear maschile e femminile ha il colore delle rocce e della sabbia della Costa Smeralda. Che idealmente confluisce nel mosaico esagonale custom blu come il mare, di Recuperando, che copre l’ambiente ready to wear donna e la terrazza di 26 metri quadrati affacciata sul porto e dedicata al relax dei clienti. La bellezza del negozio è data dalla mescolanza di diversi materiali nei colori del sabbia e del beige: gli arredi modulari sono impreziositi da cinture in pelle e decorati con cuciture a vista e rivetti in ottone dorato per evocare le cinghie della valigeria Louis Vuitton. E, ovviamente, dalla presenza di opere d’arte e oggetti di design: una selezione della collezione Objets Nomades, come la poltrona Cocoon rosa e gialla dei fratelli Campana che domina la scala, pezzi vintage e arredi contemporanei firmati da grandi nomi come Gio Ponti, Carlo Scarpa
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SOPRA: TAVOLO IN LEGNO GUAÇU TABLE (TORA BRASIL), READY TO WEAR E ACCESSORI DONNA S/S 19. PAVIMENTO IN PIASTRELLE DI MOSAICO BLU (RECUPERANDO). A SINISTRA: POUF OTTO IN CORDA CUCITA A SPIRALE BIANCA (PAOLA LENTI). PAVIMENTO IN PIASTRELLE DI MOSAICO BLU (RECUPERANDO).
(è un suo disegno del 1973 quello del tavolo Samo in marmo bianco che si trova nell’area ready to wear donna) e Patricia Urquiola tra i molti. L’offerta è completa: pelletteria, calzature femminili e maschili, articoli da viaggio, tessili, orologi, gioielli, accessori e fragranze, oltre al servizio di personalizzazione Louis Vuitton e a due borse in vendita esclusiva: Onthego e Beach Pouch, prodotte in versione in tela azzurro intenso, con Monogram Giant a contrasto blu mare e finiture bianche con stampa Mini Monogram e il tag “Porto Cervo”. Gli Objets Nomades, che arredano questo come gli altri negozi del marchio, sono in vendita ma solo su ordinazione, un po’ come facevano un tempo i viaggiatori con i bauli Louis Vuitton, creando un legame con il passato, la tradizione artigianale e l’A rte del Viaggio inventata dal fondatore nel lontano 1854. FINE
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LUGLIO - AGOSTO 2019 | TEATRO LA VERSILIANA | MARINA DI PIETRASANTA - LUCCA
31 LUGLIO
NOMADI IN CONCERTO
1 AGOSTO ORCHESTRA DELLA TOSCANA
4 AGOSTO
PAOLO RUFFINI IN UP&DOWN
Direttore DANIELE GIORGI Fisarmonica IVANO BATTISTON Musiche di Piazzolla e Beethoven
IL LAGO DEI CIGNI* RUSSIAN CLASSICAL BALLET GRAN TEATRO GIACOMO PUCCINI TORRE DEL LAGO *in collaborazione con
FONDAZIONE FESTIVAL PUCCINIANO
18 AGOSTO
23 AGOSTO SHAPIRO E VANDELLI LOVE AND PEACE
ANDREA PUCCI IN…TOLLERANZA 2. ZERO
5 LUGLIO - 25 AGOSTO
La casa delle Muse Spazio Romano Battaglia
Festival internazionale di musica
SPAZIO CAFFÈ ROMANO BATTAGLIA INCONTRI AL CAFFÈ DE LA VERSILIANA DAL 1 LUGLIO AL 26 AGOSTO TUTTI I GIORNI ORE 18.30
Michaël Guttman presenta
PIETRASANTA CONCERT TO IN CONCERTO
IL GIRO DEL MONDO A MISURA DI BAMBINO 1 LUGLIO - 27 AGOSTO DALLE 17.00 ALLE 19.30 LABORATORI, ATTIVITÀ E SPETTACOLI
19-28/07
ore 21:30
ARTISTA: LUCA PIGNATELLI CURATORE: SERGIO RISALITI
GALLERIA POGGIALI PIETRASANTA
Chiostro di Sant’Agostino, MuSa La Rocca pietrasantainconcerto.com
Un palco per due Una rassegna inedita che unisce musica e teatro di grandi artisti. Ideata da Loft Produzioni in collaborazione con Friends&Partners
IN COLLABORAZIONE CON
CON IL SOSTEGNO DI
SPONSOR TECNICI
PER INFO E PREVENDITE BIGLIETTI WWW.TICKETONE.IT TEL. 0584265757 | WWW.VERSILIANAFESTIVAL.IT
CON LA CONSULENZA ARTISTICA DE
SUGGERIMENTI, INDIRIZZI, CURIOSITÀ, DETTAGLI: DIETRO LE QUINTE DI AD.
BACKSTAGE. PAG. 150 Sembra una dormeuse il sinuoso divano Bo• di Jai Jalan per Désirée, con struttura in alluminio lucidato e cuscini in piuma trapuntati. Da 4.990 €.
SOTTO IL SEGNO DEL SOLLEONE In estate prevale la vita all’aperto, ma le si accendono di esotismi.
PARETI DOMESTICHE
PAG. 112 Motivi esotici, palme, vegetazione tropicale sulla carta da parati Bananier di Wallpepper, realizzata su misura. Da 108 € al metro quadrato.
PAG. 112 PAG. 120 Lampade a sospensione Crystal Rock disegnate da Arik Levy e realizzate da Lasvit in cristallo di vari colori, con sfaccettature irregolari. Illuminazione a led, da 1.195 € a elemento.
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Una vera icona, la lampada da tavolo Tizio di Richard Sapper per Artemide, basculante, in alluminio e tecnopolimero, e in varie dimensioni, ora anche a led, da 300 €.
BIANCO E NERO
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Un artista-designer milanese reinventa la TR ADIZIONE ceramica umbra.
Lavabo rotondo d’appoggio Semisfera di Arbi Arredobagno, in tekno, 290 €, qui nella composizione Sky 182 montato su pensile in rovere tinto Masai.
Forme geometriche e grandi dimensioni caratterizzano le collezioni rigorosamente black & white di Ugo La Pietra per la manifattura umbra Ceramiche Rometti. La Pietra si rifà al genius loci e recupera il motivo a chiasmo tradizionale, innestandovi però segni e incisioni di matrice spazialista. Qui, il vaso l’Hydra, alto 71 centimetri, da 854 €.
PAG. 112 Versione bolidista della classica bergère e omaggio a una diva dell’operetta, Gea della Garisenda, la poltrona Gea di Tommaso Garattoni per Adrenalina è disponibile in vari colori e 2 altezze, da 3.290 €.
PAG. 112 Letto matrimoniale Colette di Treca Paris, con alta testata trapuntata rivestita in tessuto o pelle e sommier fisso o articolato. Da 3.930 €.
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ei mesi più caldi cresce la voglia di lasciare la città, viaggiare, esplorare Paesi esotici, stare all’aperto: la casa diventa quasi un concetto astratto, è un nido “mentale”, una sorta di rifugio virtuale, un punto di partenza più che di arrivo. Eppure la voglia di intervenirci, di cambiare o aggiungere qualcosa non si spegne mai. Magari proprio per ambientarci qualche insolito souvenir, o per accenderla con pennellate di rosso, arancio intenso, tinte calde che fanno pensare al sole e all’estate. Come ben suggerisce la rassegna di abitazioni presentate in questo numero: tanti spunti dalla Costa Azzurra, Porto Cervo, Maiorca, Napoli. Tutti da copiare. NICOLETTA DEL BUONO
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PROMUOVIAMO L’INNOVAZIONE, INCORAGGIANDO L’IMPREDITORIA FEMMINILE
Cartier Women’s Initiative è una competizione internazionale annuale di iniziativa di impresa che mira a sostenere e promuovere progetti di business guidati da donne imprenditrici. Creata nel 2006 dalla Maison in collaborazione con la scuola di management INSEAD, il programma seleziona 21 finaliste provenienti da 7 differenti aree geografiche: America Latina, Nord America, Europa, Africa Subsahariana, Medio Oriente e Nord Africa, Sud Est Asiatico, Est Asiatico.
Candidati subito per vincere un premio in denaro di US$ 100.000, una borsa di studio per l’Executive Program di INSEAD, visibilità mediatica, opportunità di networking e una formazione personalizzata.
SCADENZA PER LE ISCRIZIONI: 14 AGOSTO 2019
www.cartierwomensinitiative.com
STORIE PROGETTARE IL DOMANI
ARCHITETTURA CAR DESIGN STORIE D’IMPRESA
PAOLO SOLERI, VISIONARIO
COSANTI FOUNDATION - ARCHIVES AT ARCOSANTI
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CITROËN, UN SECOLO DI STORIA a pag. 174
60 ANNI DI LONGHI a pag. 178
Paolo Soleri negli anni ’60 a Cosanti con il modello del suo ponte Double Cantilever. Dietro, modelli di Single Cantilever e Ramp, altri due ponti visionari.
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Chiamatela, se volete, utopia Compirebbe 100 anni PAOLO SOLERI , l’architetto e urbanista che inventò il concetto di “arcologia”, il terreno progettuale su cui fare incontrare architettura ed ecologia. E diede vita, nel deserto dell’Arizona, a una città autosufficiente e in grado di minimizzare l’ impatto ambientale.
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di CESARE DE SETA
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ALAMY. ALFONSO ELIA. IVAN PINTAR. TOMIAKI TAMURA
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icorrono i cento anni dalla nascita di Paolo Soleri (morto nel 2013), che svolse una intensa attività come architetto, urbanista, scultore e teorico di innovative concezioni progettuali. Nato a Torino, si laurea nel 1946 e l’anno successivo si trasferisce negli Stati Uniti e per due anni lavora a Taliesin West, in Arizona, poi a Taliesin East, nel Wisconsin: l’incontro con Frank Lloyd Wright lascia un profondo segno nella sua formazione. Ma Soleri dissente dalla metodica del maestro come espressa in Broadacre City. In questo periodo progetta The Beast, un ponte, il cui plastico sarà esposto al Museum of Modern Art di New York. È il primo seme delle sue idee. Tornato in Italia nel 1950, realizza la fabbrica Ceramica Artistica Solimene a Vietri sul Mare (Salerno): unica opera costruita in Italia. I volumi conici di facciata sono rivestiti di ceramiche che sono lo status symbol del committente: l’influenza del Parco Güell di Gaudí è un riferimento molto sentito che si riconosce anche nella striscia di parapetto-sedile proprio come nell’opera di Barcellona. Vi tornerà venti anni dopo per il restauro e l’aggiunta di sculture. Nel 1956 abbandona definitivamente l’Italia e torna negli USA per stabilirsi a Paradise Valley, in Arizona. Con l’apertura del suo studio, inizia un incessante lavoro teorico che mette al centro i temi dell’architettura e dell’ecologia, della vita comunitaria, dell’etica sociale e del sovraffollamento globale. Temi di straordinaria attualità che affronta con impeto già dagli anni Cinquanta, quando crea la Cosanti Foundation, una scuola-cantiere in
Città futura. 1. Il modello per Arcosanti, progettata da Paolo Soleri. Circa 1970. 2. The Beast Bridge, disegnato da Paolo Soleri nel 1948. 3. Vista da sud-ovest, Arcosanti, la città per 5.000 abitanti realizzata da Soleri a poco meno di 100 km a nord di Phoenix, in Arizona. 4. In cemento colato e prefabbricato, la Ceramics Apse è un laboratorio per la produzione di campane, piastrelle e altri artefatti fittili. Viene impiegato anche per concerti e spettacoli.
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Paesaggi. sopra: il progetto di Mesa City Market, 1961. Matita, carboncino e pastello su carta, collezione della Cosanti Foundation. sotto: la fabbrica Ceramica Artistica Solimene, commissionata nel 1952 da Vincenzo Solimene a Paolo Soleri. L’edificio venne completato nel 1954 a Vietri sul Mare. pagina seguente: un dettaglio della facciata della fabbrica Solimene, completamente rivestita di bottoni ceramici.
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ALFONSO ELIA. PAOLO SOLERI. COSANTI FOUNDATION/SOLERI ARCHIVES/DAVID DEGOMEZ. STUART A. WEINER
WHO’S WHO Paolo Soleri, nato a Torino nel 1919, dopo la laurea in Architettura, nel 1947 si trasferisce negli Stati Uniti. È lì che incontra Frank Lloyd Wright, a cui si ispirerà per tutta la vita. Nel 1956, in Arizona, fonda vicino a Scottsdale la Cosanti Foundation e nel 1970 Arcosanti, prototipo di città per 5.000 persone, basata sul concetto dell’arcologia (architettura ed ecologia). Muore nel 2013.
cui studenti dell’Università dell’A rizona tentano un approccio di vita comunitaria, costruendo un ambiente sperimentale ed ecologico, autofinanziato da oggetti artigianali in ceramica. Lo scopo è quello di edificare Arcosanti, una città nel deserto dell’A rizona per 5mila abitanti che Soleri inizia a costruire nel 1970 con il contributo di centinaia di volontari: un «laboratorio urbano» che «si contrappone alle grandi metropoli e alle loro periferie degradate»: fondamentale per l’evoluzione delle “città del futuro”. L’edificio ha un nucleo centrale, sotto le cui grandi volte trovano spazio corpi multifunzionali delle 24 hours city, circondate da aree destinate alla ricreazione e all’agricoltura. Soleri con il concetto di arcologia persegue l’unione di “architettura” e “ecologia”. Progetta iperstrutture ad alta densità di popolazione, autosufficienti e in grado di minimizzare l’impatto ambientale, ottimizzare gli spostamenti, «le relazioni temporali, spaziali e i problemi energetici». La sua principale produzione è solo in parte realizzata ed è tuttavia riconducibile al filone dell’arcologia. Si segnalano i progetti di Mesa City, città di 2 milioni di abitanti su 55mila acri pensata per Manhattan (19581963) e l’Hyper Building a Tokyo, costruzione-sito che si espande per 1 km di altezza e in grado di ospitare 100mila abitanti. Viene insignito del Leone d’oro alla Mostra internazionale di architettura di Venezia nel 2000. FINE
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Il secolo della doppia cuspide La casa automobilistica più audace d’Oltralpe compie cent’anni: la gloriosa storia della CITROËN nacque grazie a un’ intuizione del fondatore, André-Gustave, deciso a forgiare l’ industria automobilistica moderna nel 1919. Lanciando in pochi decenni icone a 4 ruote, tuttora ammirate. di MICHELE WEISS
Innovativo. a sinistra: André Citroën acquisì in Polonia, nel 1919, un ingranaggio che avrebbe cambiato la storia dell’industria automobilistica europea: la doppia cuspide divenne anche il celebre simbolo della nuova marca.
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e un’automobile è uno scrigno di sogni in movimento, buona parte del merito va a Citroën, marca che deve la sua leggenda alle intuizioni del fondatore, André-Gustave Citroën. Proveniente da una famiglia polacca trapiantata in Francia nell’Ottocento, crebbe respirando l’eccezionale brama di modernità che Gustave Eiffel e gli altri pionieri della Seconda rivoluzione industriale avevano instillato nel Paese grazie all’Expo Universale del 1889: grandeur francese e fantasmagorie avveniristiche si fondevano in un’età in cui tutto pareva possibile. Il sogno si spense con la Prima guerra mondiale ma Citroën non si arrese e, alla fine del conflitto, ebbe l’intuizione decisiva: far sì che la nascente industria dell’automobile decollasse grazie al design, al fordismo, alla tecnologia e al comfort. In Europa non ci aveva ancora pensato nessuno, e così nel 1919 nacque la prima vettura francese prodotta in larga serie (24 mila esemplari): la 10 HP Type A, che era anche la prima auto commercializzata dalla nascente casa della “doppia cuspide”. Fu un successo immediato per la leggerezza, i consumi ridotti e il comfort regale. Dopo nuovi progetti
All’avanguardia. 1. Il design rivoluzionario della Citroën 19_19, concept car elettrica progettata per il centenario. 2. Un salotto mobile così leggero da trasmettere l’impressione di volare
sull’asfalto. sopra: André Citroën al lavoro nel suo ufficio (a sinistra): il patron era illuminato anche nei confronti dei lavoratori dei suoi stabilimenti, cui concesse un trattamento superiore.
CREDITI
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Icone del ’900. 1. La mitica 2CV (1948) incarnava i sogni di rinascita dopo la guerra. 2. La Traction Avant 7 (1934) rivoluzionò il comparto con monoscocca e motore basculante. 3. Flaminio Bertoni, progettista italiano della 2CV, della DS e di molti altri successi. 4. La Dyane (1967) nacque come versione moderna della 2CV. 5. La Méhari (1968) stupì il mondo per la carrozzeria in plastica. 6. Audacissimo lo “squalo”, la DS 19 (1955), per le innovazioni. 7. Ami One è una concept car elettrica per la nuova mobilità urbana.
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uno scultore-progettista italiano d’infinito talento, Flaminio Bertoni. Dietro alle sembianze sinuose della Traction, scolpite pensando a un cigno, c’era la sua mano e insieme diedero forma e corpo ad alcune folgoranti icone dell’automobilismo novecentesco. Come la leggendaria 2CV, la prima utilitaria a trazione anteriore il cui tetto apribile incarnava i sogni di rinascita degli europei alla fine della Seconda guerra mondiale: un successo quasi eterno, in produzione fino al 1990. O il mitico “squalo”, la DS 19 del 1955 che, al di là dell’inimitabile silhouette futuristica, racchiudeva anch’essa una ridda di soluzioni all’avanguardia. Nel secondo Novecento la storia della Citroën proseguì con luci e ombre, fino alla recente rinascita e riscoperta creativa dei modelli storici come la stessa DS, totalmente rinnovata e diventata un brand a sé stante nella multiforme galassia del brand nel terzo millennio. FINE
baciati da alterne fortune ma anche da incoraggianti successi commerciali (e anche di comunicazione, André ne aveva capito in anticipo l’importanza: memorabile la Tour Eiffel illuminata con l’enorme scritta Citroën per i 10 anni dalla nascita), nel 1934 arrivò la nuova rivoluzione, la Traction Avant 7: il primo modello ribassato dell’automobilismo grazie alla trazione spostata sull’anteriore e a una monoscocca aerodinamica dotata di “moteur flottant”, un propulsore “elastico” che limitava le vibrazioni. Un concentrato di innovazioni stupefacente per l’epoca che fu però l’ultimo progetto del patron, che si spense di lì a poco. Ma la fortuna della Double Chevron non volgeva al termine, visto che Citroën aveva anche il dono di saper scovare, e valorizzare, i talenti: a bordo aveva fatto salire un coraggioso ingegnere francese, André Lefèbvre, che guiderà il Centro Stile per vari decenni coadiuvato da
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Un lusso ricercato e su misura Azienda mobiliera specializzata in arredi per il living, LONGHI compie 60 anni di attività. Un lungo percorso contrassegnato da una crescita continua e da collezioni timeless basate su materiali pregiati e lavorazioni, per lo più manuali, di altissimo profilo. Nel segno di una spinta personalizzazione. di RICCARDO BIANCHI
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orreva l’anno 1959. Un anno importante per l’arredamento italiano. Maestri e giovani progettisti (la parola designer non si usava ancora) erano all’opera per riformulare il paesaggio domestico. Gio Ponti crea una bellissima poltrona pieghevole per Reguitti, Vico Magistretti un longseller come la seduta Carimate e i Fratelli Castiglioni l’iconica bergère Sanluca. Ma quell’anno segna pure la nascita di Longhi, un’azienda destinata a lasciare un segno profondo nelle case italiane (e non solo) importanti. «Abbiamo iniziato giusto 60 anni fa», racconta Andrea Longhi, attuale patron della società, «e con me siamo alla seconda generazione. La nostra è una storia solida, di una realtà che è cresciuta e continua a crescere restando fedele ai valori trasmessici da chi l’ha avviata: grande tradizione artigianale, utilizzo di materiali pregiati, continua ricerca per evolvere costantemente, linee essenziali, ma soprattutto massima attenzione al tailor-made e alla customizzazione. Ritengo che il vero lusso stia nel piacere di poter scegliere e realizzare il proprio arredo in esclusiva, come
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se fosse un pezzo unico». A caratterizzare la vivace “adolescenza” della ditta sono eventi come il debutto, nel 1965, al Salone Internazionale del Mobile di Milano, e l’ingresso in catalogo di prodotti già iconici quali le poltrone Elda e Astrea che pure Joe Colombo, il “designer del futuro”, aveva progettato per un altro marchio. Dice Longhi: «Indiscutibilmente quei pezzi hanno tracciato un solco e lasciato delle impronte. Sono nella storia del design e ci identificano come un’azienda con radici profonde nel mondo del design, con sua cultura e certamente non improvvisata». Quasi per contrasto, da quei formidabili capisaldi, cui si aggiunsero altre sedute di rango come Rodica e Dolcevita, tutte ancora in produzione, scaturisce una svolta strategica vincente: non pensare più per prodotti singoli, ma per collezioni. In realtà non fu un vero scatto in avanti, piuttosto uno sviluppo necessario. Ancora Longhi: «Nella nostra vicenda non identifico un momento particolare, il successo dell’azienda è caratterizzato da un’attenta e costante analisi di un mondo in perenne evoluzione. L’idea di puntare sulla “collezione” è una
COURTESY LONGHI. STUDIO JOE COLOMBO BY IGNAZIA FAVATA
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Obiettivi raggiunti. 1. Un classico di Longhi: la poltrona girevole Elda ideata da Joe Colombo nel 1963 con una rivoluzionaria scocca in fiberglass. 2. I rivestimenti in pelle o tessuti di pregio sono lavorati a mano con grande maestria sartoriale. 3. Il 2019 ha segnato per Longhi l’inizio di una collaborazione con Ben Wu, uno dei “ten top designer” cinesi. Qui il suo sofà componibile Mi, collezione Rhythm. 4. Cohen è un articolato sistema di sedute modulare con due tipologie di bracciolo e piani d’appoggio in onice. Progetto di Giuseppe Iasparra.
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«RITENGO CHE IL VERO LUSSO STIA NEL PIACERE DI POTER SCEGLIERE UN ARREDO COME SE FOSSE UN PEZZO UNICO…». logica conseguenza dalla trasformazione del cliente che sempre più mira a vivere l’esperienza di un design emozionale espresso in un living coordinato, vuole ambienti completi e finiti, capaci di generare stupore con un’identità specifica e unica». Nascono così collezioni top di gamma per materiali e lavorazioni, con una grande componente manuale, che delineano un preciso, discreto e ricercato Italian Style di gran richiamo. Linee aperte, in divenire: Loveluxe ne è un esempio perfetto con i suoi rivestimenti esclusivi Loro Piana e i suoi legni pregiati. A essa seguono, ciascuna con una sua precisa identità, Nobles, Royal e Regency fino a quelle 2019 disegnate da Giuseppe Viganò e dalla nuova star cinese Ben Wu (la Rhythm). E poi la linea outdoor. Successi importanti che danno slancio alla società e ne consolidano il posizionamento tra i brand del made in Italy (tutto si lavora in azienda) di lusso con ampi sbocchi sui mercati stranieri. A tale risultato contribuisce un’efficace comunicazione. Spiega ancora il patron: «Da sempre si è mirato a fare crescere il brand con grossi investimenti pure in termini di comunicazione. Oggi abbiamo un sito molto dinamico, siamo presenti sulle migliori riviste del settore e su quelle di lifestyle e di moda, italiane ed estere. Partecipiamo alle maggiori fiere mondiali e con i clienti organizziamo eventi mirati». Senza scordare il regalo che l’azienda si è fatto per i suoi primi 60 anni: la totale reimpostazione architettonica ed espositiva dello storico showroom di Meda. Magnifica. FINE
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Il dettaglio è tutto. 1. Il tavolo David è composto da una base iperboloide in vetroresina, con struttura interna in metallo verniciato, rivestita in pelle con piastra sottobase in metallo in svariate finiture. Il piano è disponibile in differenti marmi. Design di Giuseppe Viganò. 2.-3. La cura dei dettagli è una prerogativa della produzione di Longhi: anche qui la sapienza della mano risulta vincente. 4. Disegnato da Alessandro La Spada, Ianus è un programma di porte scorrevoli versatile e flessibile capace di dare un quid in più di calibrata eleganza a qualsiasi ambiente.
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MANY ROOMS IN THE QUIRINALE HAVE NOW BEEN RENOVATED, INCLUDING CONTEMPORARY ART AND FURNITURE. words MARIO GEROSA – photos MASSIMO LISTRI
CONTRASTO
Every day about 500 tourists enter the Quirinale, the palazzo containing the offices of the President of the Republic. Guides narrate history in enormous halls featuring marvelous works of art. But the Quirinale is not a museum; it is alive, in constant evolution. An idea that has led to the “Contemporary Quirinale” project, strongly urged by the President himself, Sergio Mattarella. The initiative updates a number of spaces with 37 works of contemporary art and 33 selected design objects, placed in many rooms of the piano nobile IERI and other zones. Architect E OGGI Renata Cristina Mazzantini curated the project, focusing on the present to create a true sense of cultural continuity. «The architecture has not been altered in any way», she explains. «Without interfering with spaces containing original decorations, many rooms were ready to host new works, following restoration that left their walls available. We wanted to ensure tactful insertion, respecting the history of the palazzo». Works by masters like De Chirico, Fontana and Manzù are f lanked by design pieces that can also be utilized. New creations establish a surprising harmony with glorious signs of the past, revealing unexpected affinities. «The golden leaves of the painting Nero e oro by Burri seem to echo the Byzantine mosaics; the silver reflections of Fontana’s Concetto Spaziale Venice Moon are in tune with magical views of Venice». Delicate interplay is also found in the photographs of Massimo Listri: his images of the Quirinale are on view in the actual spaces, for an intriguing game of historical stratification.
ing to the first bedroom zone; a second flight connects to the third floor, with a bedroom, a small kitchen and a panoramic roof garden». Here the view stops you in your tracks. In the evening, the kitchen lights up with a cascade of luminous Murano crystals. The refined details of the decor reveal themselves gradually. In the living area Neapolitan taste meets France, in keeping with the wishes of the owners. Coffee tables by La Chance meet works of art by Sergio Fermariello and Marianna Andolfi. In the bedroom zone, the palette shifts to form a contrast with the more rigorous living area.
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Back to the past
LOCAL SPIRIT AND TRADITIONAL CULTURE COME BACK TO LIFE IN A VILLA IN MALLORCA, THANKS TO A CAREFUL RENOVATION. words ROBYN ALEXANDER – photos GREG COX/BUREAUX/LIVING INSIDE
LE VISITE ESCLUSIVE
progetto di RENATA CRISTINA MAZZANTINI testo di MARIO GEROSA — fotografie di MASSIMO LISTRI
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SOPRA: LA SEDUTA EDA-MAME DI PIERO LISSONI PER B&B ITALIA NELL’ATRIO ACCOGLIENZA VISITATORI DEL QUIRINALE. PAGINA PRECEDENTE: SERGIO MATTARELLA, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA. A PROPOSITO DEL PROGETTO DI RINNOVAMENTO DEGLI AMBIENTI DEL QUIRINALE CON OPERE D’ARTE, MOBILI E OGGETTI DI DESIGN IDEATI NEL PERIODO REPUBBLICANO, IL PRESIDENTE HA DETTO: «“QUIRINALE CONTEMPORANEO” NON È UN MUSEO NEL MUSEO». GLI ARREDI, INFATTI, NON SONO SEMPLICEMENTE ESPOSTI MA VENGONO UTILIZZATI, E PERIODICAMENTE SI AGGIUNGERANNO NUOVI MOBILI E OPERE.
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In & out
IN NAPLES, A 100% CONTEMPORARY PROJECT IN A ZONE OF ART NOUVEAU BUILDINGS. WITH A VIEW WORTH REDISCOVERING. words SONIA COCOZZA – photos MATTIA AQUILA Inside this house at the site of a former chocolate factory from the 1920s, there are no signs of the Art Nouveau past seen outside. The space thrives on light, thanks to the architects Filippo Arpaia and Luca Piscitelli, who have made a difference by opening up the previously segmented layout. Today it is like an urban loft. «The view was the fulcrum and challenge of the project», Arpaia says. The space flows from the living area to the bedrooms, bathrooms and kitchen, in airy rooms that are in tune with the mood of the city. «Architectural constraints prevented a total open space», Piscitelli explains. «The hand-finished oak IN & OUT supplied by Galleria Elena Superfici was chosen to bring softness to the large volumes. We have designed an apartment on three levels: a double staircase connects the living area to the study, leadUna zona di NAPOLI ricca di tracce Liberty, un progetto 100% contemporaneo, dove gli spazi hanno linee nitide. E dove il panorama è un tesoro ritrovato.
progetto di FILIPPO ARPAIA e LUCA PISCITELLI testo di SONIA COCOZZA fotografie di MATTIA AQUILA
A SINISTRA: LA GRANDE TERRAZZA È STATA TRASFORMATA IN UN PAESAGGIO SPONTANEO DAL SAPIENTE USO DEL VERDE, CON UNA DISPOSIZIONE DELLE PIANTE CHE FA PENSARE ALLA MACCHIA MEDITERRANEA E CHE INCORNICIA LA VISTA SULL’ISOLA DI CAPRI. DISSEMINATI UN PO’ OVUNQUE I POUF SFERICI TATINO DI BALERI ITALIA. SEDIOLINA A DONDOLO DI EQUILIBRI, COME I TAVOLINI. PAVIMENTAZIONE IN TEAK E PIETRA DI TRANI. SUL TAVOLO DI ROYAL BOTANIA, VASO MADAME DI ICS FUTURE VILLAGE. CARRELLO FLUO CHARIOT DI CASAMANIA.
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In the western zone of Mallorca, on a hill with a fine view of the sea, between Valldemossa and Deià, this residence built in the late 1960s-early 1970s was quite ordinary when it was purchased by its present owners. The job of giving it character was assigned to More Design, an architecture firm based in Deià specializing in renovations that blend local tradition with contemporary features. The first step was to cover the outer walls in stone, in tune Ritorno with the architectural culal passato ture of the island. Manuel Villanueva of More Design explains: «We had to reconstruct from the foundation up, conserving the original footprint». Many internal dividers were removed to open up the space, creating a large living area that is the center of the house, along with the kitchen, porch and dining room. The interior design is by More Decor, the new branch of More Design managed by Tille del Negro; the restyling began with a collaboration with the Belgian painter and designer Eddy Dankers, famous for his use of mineral-base paints and traditional techniques, creating exclusive finishes for the walls and ceilings. The application of colors has been very carefully studied. More Decor also designed or selected all the furnishings, as well as the works of art. The result is a house in which vivid colors meet natural textures. Though it is very large – including six bedrooms with private baths – the residence seems intimate and well-proportioned. It also creates a series of ideal connections with the landscape, opening to its surroundings across all the seasons. Lo spirito del luogo e la cultura della tradizione rivivono in una villa di MAIORCA grazie a un’attenta ristrutturazione.
progetto di MORE DESIGN — interior design di MORE DECOR — testo di ROBYN ALEXANDER — fotografie di GREG COX/BUREAUX
A SINISTRA: LA PISCINA DELLA VILLA È STATA REALIZZATA NEL CORSO DELLA RISTRUTTURAZIONE. ANCHE QUI, COME NEL RESTO DELLA CASA, SI IMPONE UNO SPICCATO GUSTO PER L’ARCHITETTURA ORGANICA, CON PARETI RIVESTITE IN PIETRA E UN AMPIO UTILIZZO DI MATERIALI NATURALI IN SINTONIA CON LO SPIRITO DEL LUOGO E CON GLI STILEMI DELLA TRADIZIONE LOCALE. I BORDI DELLA PISCINA SONO RIFINITI CON PIASTRELLE IN GRES PORCELLANATO DI ROSA GRES. I LETTINI E I TAVOLINI IN LEGNO SONO REALIZZATI SU DISEGNO. PAGINA SEGUENTE: UNO SCORCIO DEL GIARDINO, RICCO DI VEGETAZIONE MEDITERRANEA.
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STYLING TILLE DEL NEGRO. PRODUCTION SVEN ALBERDING/BUREAUX/LIVING INSIDE
Grazie a un ambizioso progetto, sono state rinnovate molte sale del QUIRINALE, arricchendole con opere d’arte e mobili legati alla sensibilità contemporanea.
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On the rocks
AT ÈZE, ON THE FRENCH RIVIERA, THE HOME OF ARTIST MARC FERRERO BRINGS TOGETHER PLACES AND STORIES. words ELENA DALLORSO – photos MASSIMO LISTRI In 2005, in a gallery at Èze, Marc Ferrero, artist, married to Sabine, with two children, met the architect Alexandre Vuillaume, who was to become the designer of the family’s dream house, 850 square meters on the Corniche, overlooking the sea and Monte Carlo. The modern three-story structure, which adapts to the steep terrain, is a mixture of Mediterranean architecture and Bauhaus, with very
simple lines and exceptional views of the sea. «We wanted a contemporary house in which to place my paintings, but not a gallery», says Marc Ferrero, whose art is inspired by the world of comics. A grand almost Hollywood-like staircase leads down from the entrance to the living area. The open space of 250 square meters is connected to the large kitchen and dining room in a continuous sequence. A large Rain chandelier by Studio Italia Design looms over the dark glass table. Unlike the rest of the living area, based on pale ON THE tones of pearl and cream, the ROCKS walls in the dining area are in anthracite gray, to set off the artworks. The paintings are everywhere, starting with the work Lipstick, which has become the central focus of Ferrero’s collaboration with Hublot. With comfortable custom seating and a double fireplace, the living area opens to the gulf between Cap Ferrat and Cap d’Ail with full-height glass doors leading to a large terrace. The outdoor pool is joined by a hidden “Zen” garden, a Balinese bar and a Moroccan cooking zone, in which to entertain guests who can also enjoy independent rooms, a wellness area and an indoor pool. LE VISITE ESCLUSIVE
A Èze, a strapiombo sulla Costa Azzurra, l’artista MARC FERRERO ha costruito la sua casa. Un insieme di luoghi e di storie, come le sue tele. testo di ELENA DALLORSO fotografie di MASSIMO LISTRI
A SINISTRA: LO STUDIO DI MARC FERRERO, CREATORE DELLA STORYTELLING ART, È UN AMBIENTE GRANDISSIMO, NEL QUALE POTREBBE ESSERE OSPITATA PERFINO GUERNICA DI PICASSO. DI PADRE ARGENTINO/ITALIANO E MADRE FRANCESE, FERRERO È AUTODIDATTA E HA LASCIATO LA SCUOLA A 16 ANNI PER GIRARE IL MONDO IN CERCA DI ISPIRAZIONE: DA QUELL’ESPERIENZA SONO NATI I PERSONAGGI DEI SUOI QUADRI.
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Signature Maremma
IN A VILLA AT CASTIGLIONE DELLA PESCAIA, AN ECLECTIC MIX OF FURNISHINGS FOR AN ELEGANT ATMOSPHERE. words MARIO GEROSA– photos GIORGIO BARONI The concept of calm sums up this residence built in the 1970s at Castiglione della Pescaia, in Maremma, where the spaces refurbished by Marina Filippova, a cosmopolitan Russian interior designer, capture the spirit of a place with a forceful identity. The internal layout has been radically revised, merging smaller rooms to form more spacious areas. The vintage atmosphere of the decor reflects the calm aplomb of Seventies style. The pine groves of the context bring aromas and freshness. «Many of the rooms have large glass doors opening directly to the garden», Filippova points out. Green tones predominate inside as well, in keeping with the wishes of the clients. Art is another fundamental element in the mix, since the owners have a collection of photographs and paintings. «In the living area there is a large photograph by Shirin Neshat, which I have taken as a focal point around which to construction the entire environment». Collectible design MAREMMA also plays an important role D’AUTORE in all the spaces. The result is a villa with a vivid identity that tells a story across time, in a pleasant atmosphere of memories, art, culture and the scent of pine trees. In una villa a Castiglione della Pescaia un mix eclettico di arredi crea un’ATMOSFERA suggestiva ed elegante.
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Light in Apulia
IN POLIGNANO, HISTORIC TOWN, THE TACTFUL RESTORATION OF AN OLD HOUSE FOR A SPECIAL BED & BREAKFAST.
interior design di MARINA FILIPPOVA testo di MARIO GEROSA — fotografie di GIORGIO BARONI
UNA VEDUTA NOTTURNA DELLA PISCINA. LA VILLA, COSTRUITA NEGLI ANNI SETTANTA, SI INTEGRA PERFETTAMENTE CON IL PAESAGGIO DELLA MAREMMA. QUASI TUTTE LE STANZE HANNO PORTE FINESTRE DA CUI SI PUÒ ACCEDERE ALLA PINETA.
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words RUBEN MODIGLIANI – photos GIORGIO BARONI Turquoise, blue, white, stone gray. These are the colors of the landscape of Polignano a Mare, a small town perched on the cliffs to the south of Bari. The house seen here is in the old settlement and dates back to the 1700s (or perhaps earlier), though its form has changed over time. «Houses were often expanded, as families grew», says Pino Brescia, the architect behind the renovation. «Here in Polignano space has always been precious, to expansion had to be vertical. This house has three levels, with a roof that is a living space, a terrace facing the town». What was a family home has now become a tiny bed & breakfast: just two rooms, on the first and second floors. The renovation is extremely precise, conserving the original structural members where possible, and with very little alteration of the layout: access has been facilitated to the first floor, and resizing of the rooms has made it possible to create a laundry room and an additional bathroom. The terrace has a hydromassage tub and a cooking zone. While offering today’s comforts, including air conditioning, the Luce di PugLia aesthetic code remains that of the tradition, with intelligent touches of modernity. The furnishings are a blend of reinvented vernacular and contemporary creativity. Many details have been designed by Brescia himself: like the stone applique finished in lime wash, providing soft, indirect light as well as a place to hang blankets, clothes and objects. Or the Grottaglie pottery vases that decorate the wall of the dining room on the ground floor. The same spirit extends to the walnut-topped table in the dining room, the flour sieves on the walls, or the stone facings in the bathrooms, in contrast with modern faucets and fixtures. Nel cuore antico di POLIGNANO A MARE, borgo spettacolare affacciato sulle onde, un restauro pieno di tatto trasforma un’antica casa in un mini bed & breakfast fuori dall’ordinario. progetto e interior design di PINO BRESCIA testo di RUBEN MODIGLIANI — fotografie di GIORGIO BARONI
A SINISTRA: LA TERRAZZA A TETTO, AFFACCIATA SULLA PARTE VECCHIA DI POLIGNANO A MARE. IN QUESTO ANGOLO È STATA RICAVATA UNA VASCA IDROMASSAGGIO; UN TAVOLO E UNA ZONA COTTURA PERMETTONO DI ORGANIZZARE QUI PRANZI E CENE. PAGINA SEGUENTE: LA FACCIATA DELL’EDIFICIO È TRATTATA CON LATTE DI CALCE, CHE LE CONFERISCE IL CANDORE TIPICO DELLE CASE PUGLIESI. PICCOLE MENSOLE FANNO DA SUPPORTO A PICCOLE PIGNE DECORATIVE E A UN SISTEMA DI ILLUMINAZIONE CHE RENDE ANCORA PIÙ MOSSA LA SUPERFICIE.
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urche se , a zz ur ro, bianco, grigio roccia. Sono i colori del paesaggio di Polignano a Mare, piccolo borgo abbarbicato alle scogliere a sud di Bari. Visto dal mare, il paese vecchio è un grumo di case a strapiombo sull’acqua, addossate una all’altra, una muraglia impenetrabile come una formazione minerale, ritmata da finestre e piccoli balconi. Una fortezza sull’acqua. Che, all’interno, è solcata da strade strette e irregolari che sembrano piccoli canyon. La casa di queste pagine si trova proprio qui. Un edificio antico, risalente al ’700 (o addirittura al secolo precedente) ma la cui forma è cambiata nel tempo. «Come succedeva spesso in antichità, le case venivano ampliate man mano che la famiglia cresceva», racconta Pino Brescia, autore del progetto di recupero di questa architettura. «Qui a Polignano, dove lo spazio è sempre stato il bene più prezioso, si cresceva per forza in altezza. Questo edificio è su tre piani; e anche il tetto è uno spazio da vivere, una terrazza affacciata sul paese». La casa, in origine l’abitazione di una famiglia, oggi è diventata un minuscolo bed & breakfast: due sole stanze, al primo e al secondo piano. «Quella al primo piano è minuscola. È un posto dove andare se ci si vuole veramente bene», commenta divertito il progettista. La ristrutturazione è stata eseguita con precisione millimetrica, preservando il più possibile i solai originali, e con pochissime variazioni in pianta: è stato reso più agevole l’accesso al primo piano (l’ultimo tratto della scala si poteva fare solo stando chini), rivedendo il taglio degli ambienti del secondo sono stati ricavati una lavanderia e un bagno, oltre alla camera. La terrazza è stata dotata di una vasca idromassaggio e anche di un angolo cucina. All’interno gli spazi sono sfruttati al meglio, un po’ come si fa nelle barche: ogni centimetro è prezioso. Gli ambienti offrono tutti i comfort moderni, a partire dalla climatizzazione. Il codice
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On the waterfront
LOUIS VUITTON OPENS A STORE AT PORTO CERVO. A TRIBUTE TO SARDINIAN CRAFTS, YACHTING AND TRAVEL. words ELENA DALLORSO – photos MASSIMO LISTRI The new Louis Vuitton store at Porto Cervo in Sardinia has two levels connected by a nautical staircase in metal and wood, Fronte with an ivory leather handrail. del Porto The space takes its cue – as in the new wave of the company’s stores – from the host territory. The local tradition of goldsmithing sets the tone for the display walls, whose textures are like filigree work. Everything pays tribute to the landscape of Costa Smeralda: the range of colors, custom finishes, organic forms, furnishings and floors. The beauty of the store comes from the mixture of different materials in colors of sand and beige. The modular furnishings are enhanced by leather belting and decorated with vivid stitching and golden brass rivets, like the belts of Louis Vuitton luggage. Art and design objects do the rest: a selection from the Objets Nomades collection, like the pink and yellow Cocoon chair by the Campana brothers, alongside vintage pieces and contemporary furnishings by big names like Gio Ponti, Carlo Scarpa and Patricia Urquiola, among many others. The store offers a complete range of leather goods, footwear, travel articles, textiles, watches, jewelry, accessories and fragrances, as well as bespoke services and two handbags sold exclusively at this location: Onthego and Beach Pouch, in an intense blue canvas version, featuring the Mini Monogram print and the “Porto Cervo” tag. THE END A DESTRA: LA BORSA ONTHEGO LOUIS VUITTON, EDIZIONE SPECIALE PORTO CERVO. A SINISTRA: IN PRIMO PIANO LOOK UOMO PRE COLLEZIONE F/W 19. COCOON ROSA E GIALLA DEI FRATELLI CAMPANA, COLLEZIONE LOUIS VUITTON OBJETS NOMADES. DIAMOND SCREEN DI MARCEL WANDERS, COLLEZIONE LOUIS VUITTON OBJETS NOMADES. TAVOLO IN LEGNO AT-303 (HANS J. WEGNER).
A pochi passi dalla Piazzetta, LOUIS VUITTON inaugura il negozio di Porto Cervo. Un omaggio all’arte orafa sarda, alla nautica e alla vocazione al viaggio della Maison. testo di ELENA DALLORSO — fotografie di MASSIMO LISTRI
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AD.
INDIRIZZI
DISCOVERIES da pag. 31: AEG, aeg.it; ALESSANDRO STABILE, alessandrostabile.com; BONHAMS, bonhams.com; CERAMICA CIELO, ceramicacielo.it; CHRISTIE’S, christies.com; COCA-COLA, coca-cola.it; CONTINI GALLERIE D’ARTE, continiarte.com; FENDI CASA, fendi.com; HOOVER, hoover.it; IL PONTE, ponteonline.com; LIA BOSCH, liabosch.com; LUXURY LIVING GROUP, luxurylivinggroup.com; MB&F, mbandf.com; MECCANICHE VELOCI, meccanicheveloci.com; ODETTE, odetterestaurant.com; PALAZZETTI, palazzetti.it; SOTHEBY’S, sothebys.com; TALENTI, talentisrl.com; TOYOTA, toyota.it; VALCUCINE, valcucine.com PORTFOLIO da pag. 79: ALIVAR, alivar.it; BAXTER, baxter.it; DIALMA BROWN, dialmabrown.it; FLEXFORM, flexform.it; FLOU, flou.it; GIORGETTI, giorgettimeda.com/it; GRUPPO EUROMOBIL, gruppoeuromobil.com; MOLTENI & C, molteni.it; NATEVO, natevo.com; POLIFORM, poliform.it; PORADA, porada.it; PORRO, porro.com; RIMADESIO, rimadesio.it FOCUS da pag. 89: ANTON KERN GALLERY, antonkerngallery.com; ART DIGITAL STUDIO, artdigitalstudio.it; AYALA SERFATY, ayalaserfaty.com; BIMBA Y LOLA, bimbaylola.com; BITOSSI HOME, bitossihome.it; DAMIEN GERNAY, damiengernay.com; EMANUELA CROTTI, manucrotti.com; FIAM, fiamitalia. it; FORNASETTI, fornasetti.com/it; FRATELLI BOFFI, fratelliboffi.it; IPANEMA, ipanemaitalia.it; LALIQUE, lalique.com; LOEWE CRAFT PRIZE, craftprize.loewe. com; MARIO LUCA GIUSTI, mariolucagiusti.it; MATTIOLI, mattioligioielli.it; MOROSO, moroso.it; MURANO GLASS, muranoglass.com; NICOLAS BOVESSE, nicolasbovesse.be; SALVIATI, salviati.com; SARAGHINA, saraghinaeyewear.it; SUNBRELLA, sunbrella.com/it; WALL&DECÒ, wallanddeco.com/it; WOLFORD, wolfordshop.it BACKSTAGE da pag. 166: ADRENALINA, adrenalina.it; ARBI ARREDOBAGNO, arbiarredobagno. it; ARTEMIDE, artemide.com; CERAMICHE ROMETTI, rometti.it; DÉSIRÉE, gruppoeuromobil.com; LASVIT, lasvit.com; TRECA PARIS, treca.com; WALLPEPPER, wallpepper.it STORIE da pag. 169: CITROËN, citroen.it; LONGHI, longhi.it COMUNICATO SINDACALE
Condé Nast dichiara 20 nuovi esuberi e licenzia tre giornalisti I giornalisti Condé Nast dichiarano lo stato di agitazione e contestano duramente la decisione dell’azienda di licenziare tre colleghi per motivazione economica a pochi giorni dalla chiusura di una breve campagna di incentivi (36 mesi netti, senza contributi), inaugurata dopo aver dichiarato 20 nuovi esuberi. Dal 2013 a giugno 2019 i giornalisti impiegati nelle testate Condé Nast sono passati da 175 a 95 e scenderebbero a 86 in seguito ai licenziamenti e se vi fossero tutte le uscite richieste. In meno di sei anni, Vanity Fair, Vogue, Glamour, Wired, GQ, AD, Traveller hanno visto le loro redazioni dimezzarsi. E il trend non accenna a cambiare. L’azienda, famosa in tutto il mondo per la bellezza e la qualità dei suoi giornali, punta sempre di più ad ampliare i propri orizzonti ad attività social, eventi e intrattenimento audio-video, tutte emanazioni 2.0 e 3D delle sue testate carta e web, che nel frattempo va svuotando dei giornalisti, sostituiti da altri profili e da collaboratori esterni che spesso forniscono contemporaneamente tanto i contenuti giornalistici quanto quelli commerciali. Dopo la nuova ed ennesima dichiarazione di esuberi e 8 uscite su incentivo, Condé Nast Italia, che in passato ha gestito le situazioni di crisi siglando accordi di solidarietà e più di recente ha affrontato una chiusura di testata chiedendo unilateralmente una cassa integrazione a 0 ore per 4 colleghe, ora ricorre ai licenziamenti plurimi, fatto che non ha precedenti, senza discutere di ammortizzatori sociali con le rappresentanze sindacali. La situazione è grave e preoccupante in senso lato. Sono in pericolo i posti di lavoro, il contratto giornalistico, la figura stessa del giornalista professionista e, nel ribadire l’intenzione di ridurre le redazioni al minimo, è in pericolo la qualità dell’informazione, nonché la sua imparzialità di fronte a possibili commistioni con il marketing e la pubblicità. I giornalisti Condé Nast insieme con l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa chiedono quindi l’immediato ritiro delle lettere di licenziamento e l’apertura di un tavolo sindacale che arrivi a gestire la crisi con l’uso di ammortizzatori sociali.
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Chief Executive Officer
ROGER LYNCH In the USA Artistic Director, ANNA WINTOUR Vogue, Vanity Fair, Glamour, Brides, Self, GQ, GQ Style, The New Yorker, Condé Nast Traveler, Allure, AD, Bon Appétit, Epicurious, Wired, W, Golf Digest, Teen Vogue, Ars Technica, Pitchfork, Them, Iris International WOLFGANG BLAU, President
London HQ, Vogue Business, Condé Nast College of Fashion and Design Britain Vogue, House & Garden, Brides, Tatler, The World of Interiors, GQ, Vanity Fair, Condé Nast Traveller, Glamour, Condé Nast Johansens, GQ Style, Love, Wired France Vogue, Vogue Hommes, AD, Glamour, Vogue Collections, GQ, AD Collector, Vanity Fair Italy Vogue, Glamour, AD, Condé Nast Traveller, GQ, Vanity Fair, Wired, La Cucina Italiana, Experienceis Germany Vogue, GQ, AD, Glamour, GQ Style Spain Vogue, GQ, Vogue Novias, Vogue Niños, Condé Nast Traveler, Vogue Colecciones, Vogue Belleza, Glamour, AD, Vanity Fair Japan Vogue, GQ, Vogue Girl, Wired, Vogue Wedding, Rumor Me Taiwan Vogue, GQ, Interculture Mexico and Latin America Vogue Mexico and Latin America, Glamour Mexico, AD Mexico, GQ Mexico and Latin America India Vogue, GQ, Condé Nast Traveller, AD Published under Joint Venture: Brazil: Vogue, Casa Vogue, GQ, Glamour Russia: Vogue, GQ, AD, Glamour, GQ Style, Tatler, Glamour Style Book Published under License or Copyright Cooperation: Australia: Vogue, Vogue Living, GQ Bulgaria: Glamour China: Vogue, AD, Condé Nast Traveler, GQ, GQ Style, Condé Nast Center of Fashion & Design, Vogue Me, Vogue Film Czech Republic and Slovakia: Vogue, La Cucina Italiana Germany: GQ Bar Berlin Greece: Vogue Hong Kong: Vogue Hungary: Glamour Iceland: Glamour Korea: Vogue, GQ, Allure, W Middle East: Vogue, Condé Nast Traveller, AD, GQ, Vogue Café Riyadh Poland: Vogue, Glamour Portugal: Vogue, GQ, Vogue Café Porto Romania: Glamour Russia: Vogue Café Moscow, Tatler Club Moscow Serbia: La Cucina Italiana South Africa: House & Garden, GQ, Glamour, House & Garden Gourmet, GQ Style, Glamour Hair The Netherlands: Vogue, Glamour, Vogue The Book, Vogue Man, Vogue Living Thailand: Vogue, GQ Turkey: Vogue, GQ, La Cucina Italiana Ukraine: Vogue, Vogue Café Kiev Chairman of the Board of Directors JONATHAN NEWHOUSE
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