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tra révanche e orientalismo, di Ferdinando Angeletti “
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Emile Driant / Capitaine Danrit
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La warfiction francese tra révanche e orientalismo
di Ferdinando Angeletti
Tanto nota in Francia quanto ignorata in Italia, la figura del colonnello Emile-Augustin-Cyprien Driant (1855-1916), l’«utopiste de la guerre», il «Jules Verne militare»1 caduto eroicamente a Verdun, s’intreccia col Capitaine Danrit (anagramma di Driant), pseudonimo con cui firmò i suoi romanzi. Usciti tra il 1889 e il 1915, fanno di Driant uno dei massimi esponenti della Warfiction2 e al tempo stesso del roman d’aventures coloniales3, sottogenere della letteratura per ragazzi4 .
Nato nel 1855 da una famiglia profondamente conservatrice e cattolica della Piccardia, St-Cyrien, tenente del 43e RI, ufficiale d’ordinanza, genero e fervido seguace di Boulanger5, ne fu penalizzato nella carriera, restando a
1 Jean-Jacques Langendorf, «Capitaine Danrit: les visions du Jules Verne militaire», conferenza del 9 settembre 2015 a Nancy. Langendorf è maîitre de recherches à l’Institut de
Stratégie et des Conflits – Commission Française d’Histoire Militaire. 2 Ignatius Frederick Clarke, Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U. P., 1966, pp. 8384, 88, 117-125, 226, 127. 3 Jean-Yves Tadié, le roman d’aventures, PUF, Paris, 1982. 4 Penelope H. Brown, a Critical History of French Children’s literature, Vol. Two: 1830 to
Present, Routledge, 2011, p. 145-146, 151, 328 nt. 55. 5 George-Ernest Jean-Marie Boulanger (1837-1891), ministro della guerra (1886-87) riformatore e revanscista, deputato e capo di un movimento eversivo di estrema destra, condannato in contumacia per alto tradimento (1889), morto suicida. V. Albert Verly, le général
Boulanger et la conspiration monarchique, Ollendorf, Paris, 1893; William Irvine, the
Boulanger affair reconsidered : royalism, Boulangism, and the origins of radical right in France, Oxford U. P., 1989.
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lungo tenente del 4e RZ a Tunisi (1889-1896). Fu poi capitano istruttore a St-Cyr e maggiore al 4e RZ (1898), al 69e RI di Nancy (1899) e infine al 1er chasseurs à pied (BCP) a Troyes. Fashoda rinfocolò l’anglofobia di Driant, il quale pensò ad un fronte comune con la Germania e addirittura di raggiungere il colonnello Georges de Villebois-Mareuil (1847-1900) caduto in Sudafrica per la causa boera e onorato da un monumento a Nancy6 . Nel 1905 Driant lasciò l’esercito a seguito dell’Affaire des fiches7 ed entrò in politica, fondando ben tre leghe (Militare, Jeanne d’Arc e Antimassonica). Tuttavia alla Camera entrò solo nel 1910. Nel ’14 ottenne il richiamo col grado di colonnello, pur continuando a svolgere attività parla-
6 Roy Macnab, the French Colonel. De Villebois-Mareuil and the Boers, 1899-1900,
Oxford, 1975; Bernard Lugan, Villebois-Mareuil, le la Fayette de l’afrique du Sud, Monaco, Éd. du Rocher, 1990 Annette Keaney, le lion et le sanglier. Deux héros de la Guerre des Boers : Paul Kruger et Georges de Villebois-Mareuil, Paris, Editions France-Empire, 1991 7 Si riferisce alla discriminazione politica degli ufficiali instaurata dal generale massone
Louis André, ministro della guerra (1900-1904), creando due liste di ufficiali, «Carthage» dei reazionari antisemiti e antidreyfusardi e «Corinthe» dei massoni e dei progressisti, i primi penalizzati e gli altri favoriti nell’avanzamento. Le «fiches» erano i dossier riservati in cui venivano illegalmente annotate le idee religiose e politiche dell’ufficiale. Scoperto,
André tentò di scaricare la responsabilità sull’esecutore, il capitano Jules-Henri Mollin, che fu degradato. V. Mollin, La vérité sur l’Affaire des fiches, pr. Jacques Dhur, Librairie
Universelle, Paris, 1905. François Vindé, L’Affaire des fiches 1900-1904: chronique d’une scandale, Editions Universitaires, 1989; Serge Doessant, le général andré: de l’affaire
Dreyfus à l’Affaire des fiches, Glyphe, 2009.
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mentare, partecipando alla redazione delle norme per la concessione della Croix de guerre e criticando il generalissimo Joffre per aver alleggerito la difesa nel settore di Verdun8, dove Driant comandava il gruppo chasseurs (56e e 59e BCP) della 72e Division e dove cadde eroicamente il 22 febbraio 1916 (Bois des Caures).
Sepolto dal nemico con gli onori militari, Driant fu onorato da Foch con un monumento e una giornata commemorativa9. Ricordato poi solo come eroe10, Driant è stato riscoperto come autore solo di recente, con le biografie di Daniel David (1992; 2004)11 e del romanziere di estrema destra Jean Mabire (1927-2006), che, approssimandosi la morte, tra i tanti lavori non ancora terminati, volle concludere proprio quello su Driant, uscito postumo nel 201512 . Metà delle produzione di Driant rientra nel filone, revanscista o allarmista più che futurista, della «prossima guerra». La prima opera, comparsa nel 1889 per Fayard in due enormi volumi in-4 in mezza-pelle rossa (1820 pagine) e intitolata la guerre de demain, era un «grand récit patriotique», che l’autore definiva «un rêve» sognato nell’attesa della Guerra Santa13 .
8 Roger Fraenkel, Joffre l’imposteur: les mensonges de la grande guerre, Jourdan, 2014, p. 291. 9 V. Gaston Jolivet (1842-1927), le colonel Driant, Delagrave, Paris, 1918, scritto subito dopo l’armistizio ed in occasione dell’inaugurazione del monumento a Danrit a Verdun.
Questo il giudizio di Foch: «Driant avait été un remarquable officier. Rendu à la vie civile et lancé dans la carrière politique il montra ce qui fait la base d’une nature militaire d’élite : une âme de patriote. Aux épreuves de son pays il répondit en reprenant l’épée. Aux épreuves de ses troupes, il préféra la mort. Il finit en soldat. N’est-ce-pas là une vie et un exemple ? Le 25.9.18, S. Foch». 10 Pierre Mari, Les grands jours, Fayard, 2013 (Sul Bois des Caures). 11 Daniel David e André Martel, armée, politique et littérature: Driant, ou le nationalisme en son temps, Paris, 1992. David, le Colonel Driant: De l’armée a la littérature, le Jules
Verne Militaire, Gérard Klopp, Paris, 2004. 12 Mabire, Driant/Danrit, Le Polémarque, Nancy, 2015. Cfr. «Témoignage d’Anne Bernet», la Nouvelle revue d’Histoire, no 24, mai-juin 2006.. 13 Brian Bond, the Pursuit of Victory: From Napoleon to Saddam Hussein, Oxford U. P.,
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Illustrato da Léon Couturier (18421935) e «couronné par l’Académie française», ebbe grande successo anche grazie alla prefazione di Jules Clarétie (1840-1913), un popolarissimo poligrafo di destra i cui romanzi polizieschi ebbero varie versioni cinematografiche. Seguirono, sempre per Fayard, altre due edizioni illustrate da Paul de Sémart (1855-1915), una in sei volumi in-12 – riuniti a coppie in tre parti, intitolate la guerre de forts (1889), la guerre en rase campagne (1892) e la guerre en ballon (1893) – e una in 4 volumi in-8 (1895). L’edizione in-12 fu poi ristampata da Flammarion (le cui edizioni e continue ristampe sono senza data, rendendo a volte arduo stabilire l’esatta successione delle opere di Driant: v. tabella in fine articolo). Il tema del romanzo è quello di una proditoria aggressione della preponderante Triplice Alleanza. L’eroica resistenza del forte di Liouville consente la radunata francese; seguiamo poi il 4e RZ dalla Tunisia a Marsiglia e di qui, in appena 24 giorni grazie alle ferrovie, alla decisiva vittoria di Neufchâteau sulla Meuse e infine a Potsdam, dove Guglielmo II cade trafitto da un maresciallo dei corazzieri alsaziano. Completa la trilogia le journal de guerre du lieutenant von Piefke, «contre-partie de La guerre de forteresse racontée par un officier allemand», un concentrato di stereotipi su Les Boches, scritto assieme a Pierre de Pardiellan (Pierre-GuillaumeAuguste Veling).
Driant scrive pure la prefazione a la Fin de l’empire d’allemagne. la Bataille du ‘Champ des Bouleaux’, 191..., del romanziere (e ufficiale superiore) Louis-Marie-Sylvain-Pierre Larreguy de Civrieux. Driant ricostruì inoltre la bandiera degli zuavi della guardia imperiale tagliata all’atto della resa a Metz, nel 1870, rintracciando i veterani che ne avevano custodito i pezzi14 .
1998, p. 86. 14 Jolivet, op. cit., pp. 70-73.
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La Révanche sognata da Driant non è soltanto nei confronti della Germania, ma pure dell’Inghilterra. Dopo Fashoda segue per Flammarion un’altra trilogia da 1.200 pagine, illustrata da Couturier e da Henri-Patrice Dillon (1850-1909), sulla Guerre fatale France-angleterre. La scintilla scoppia a Biserta, prosegue sopra e sotto i mari e si conclude con la mitica déscente Oltremanica: l’opera termina con gli inviati francesi che dettano i termini della pace tra le rovine della Camera dei Comuni. Il fronte principale resta però sul Reno: e qui al sogno eroico subentrano toni da Cassandra: nel 1903 Driant immagina una guerra nel 1906 (la guerre possible, Tallandier), e nel 1906, dopo aver lasciato l’esercito ed essere stato battuto alle elezioni legislative a Pontoise, inizia una serie di conferenze dal titolo eloquente («Comment restaurer l’idéal patriotique menacé», «Contre la révolution», «La bataille moderne»). Le sue corrispondenze dalle grandi manovre tedesche del 1906 sono riunite in un volume intitolato Vers un nouveau Sédan (Juven), tradotto in tedesco, con evidente compiacimento (einem Neuen Sedan entgegen, Stalling, Oldenburg 1907). Oltre a discutere di questioni militari, Driant denuncia le utopie miliziane di Jaurès e l’antipatriottismo anarchico di Hervé15. La polemica prosegue con la révolution de demain (Tallandier): scritto assieme ad Arnoul Galopin (1863-1934), prolifico autore di romanzi polizieschi e per ragazzi, dipinge la Francia caduta in mano ai sindacati e ai socialisti, disarmata e nuovamente umiliata dalla Germania. In ogni «intellettualaido» Driant subodora un traditore: è infatti un istitutore pubblico, l’infame che consegna
15 Daniel David, Preface à L’invasion jaune, aventures militaires du début du XXe siècle.
Editions Rocambole, 2011.
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ai Boches l’eroica Metz, invano difesa con tunnel e contromine dagli eroici genieri (les robinsons souterrains, 1912). Le cose cambiano quando i maestri lasciano le aule alle supplenti per inquadrare in trincea i contadini infagottati in bleu-horizon: nell’edizione del 1915 (la guerre souterraine) il traditore non è più un istitutore16. Ne l’alerte (1910) un ingegnere francese, indotto in errore da una serie di apparenze verosimili, parte in guerra anzitempo contro la Germania e lo sconta con l’esilio in Argentina, sia pur compensato dall’amore di una patriota danese.
Gli Autori non sono buoni giudici sulla fortuna delle proprie opere. Superati dalla realtà, i libri sulla prossima guerra furono presto dimenticati, mentre il successo postumo di Driant fu dato dai suoi romanzi di avventure per ragazzi, quelli cui propriamente deve la fama di «Jules Verne militare». Il primo filone è quello identitario-bonapartista, la storia di una «famiglia militare» attraverso l’epopea nazionale francese dell’ultimo secolo (1792-1886). Anche in questo caso una trilogia (Jean tapin, Filleuls de Napoléon, le petit Marsouin) da 1400 pagine illustrata da Sémart pubblicata fra il 1898 e il 1901 da Delagrave. Nel filone rientra pure la successiva evasion d’empereur (1905), in cui la vicenda di Sant’Elena culla il tema del glorioso passato che un giorno tornerà.
Il secondo filone è quello della distopia razzista, imperialista, islamofoba che furoreggiava in Europa e negli Stati Uniti. Il Resto del mondo è semplificato: qui sotto i Neri, ad Est i Gialli, non solo pesanti «fardelli» dell’Uomo Bianco, ma costante minaccia di contro-dominazione. Driant
16 Jean-Yves Le Naour, la Première guerre mondiale pour les Nuls, Edition First, 2008, p. 61.
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riecheggia l’appello di Lyautey all’unità europea per fronteggiare la minaccia demografica africana e asiatica. L’enfasi è proprio sulla ineluttabilità dello scontro, non sul contrasto tra civiltà e barbarie: anzi Danrit mostra disprezzo per «la pourriture générale due à un excès de civilisation»17 e riconosce le atrocità del colonialismo, pur imputandole solo a tedeschi, inglesi e portoghesi e contrapponendo il carattere pacifico e umanitario del colonialismo francese18. Il pubblico dei suoi libri riccamente illustrati sono i rampolli del nascente ceto medio, futuri quadri dell’esercito, dell’amministrazione e delle professioni. Driant, che, infiammato dalla lettura di Salammbô, aveva costruito la casa di famiglia sulle rovine del tempio di Esculapio a Cartagine19, mescola avventura, esotismo, amore con nozioni geo-etnografiche e tecnico-scientifiche, strumenti di una pedagogia nazionalista e militarista, dominata dalla fatalità della guerra. Questa viene presentata con elementi di discontinuità tecnica e perfino morale rispetto al passato. Oltre alle nuove armi aeree (palloni, aerostati, in seguito pure aeroplani) e sottomarine20 e ai mezzi (anche televisivi21) di comunicazione a distanza, compaiono le armi batteriologiche e chimiche.
La superiorità tecnologica (esplosivi ad altissimo potenziale, bombardieri dirigibili, silenziatori per armi da fuoco, automi da combattimento) e le armi di distruzione di massa contraddicono l’etica cavalleresca e anticipano la guerra post-eroica. Ma sono legittimate dalla natura infernale, perversa, non-umana del nuovo nemico, l’Uomo Nero e l’Uomo Giallo. Le super-armi, proiezione tecnica della superiorità etica dell’Uomo Bianco, compensano l’inferiorità numerica del mondo civile (che al culmine dell’imperialismo e dello sfruttamento coloniale si considerava paradossalmente minacciato di invasione!).
17 l’invasion Noire, I: la mobilisation africaine, p. 156. 18 Grand pélérinage à la Mecque, p. 140. 19 Jolivet, op. cit., pp. 47-48 e 65-66. 20 V. Driant, Guerre maritime e sousmarine, Flammarion, Paris, 1906 (8 vol. in-12 di 194 pp. inclusa la riedizione di robinsons sous-marins, 1901, «couronné par l’Académie française») in cui si mostra assertore della Jeune Ecole navale, che lasciava alle grandi unità (corazzate e incrociatori) la sola guerra psicologica (bombardamento indiscriminato dei porti nemici) e attribuiva compiti offensivi e decisivi al naviglio sottile (poussière navale) e subacqueo e alle mine. 21 Ne la guerre souterraine, Flammarion, Paris, 1913.
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l’invasion Noire (Flammarion, 1894) è una trilogia22 di oltre mille pagine, illustrata da Paul de Sémart e dedicata a «mon cher maître Jules Verne», su una guerra santa islamica proclamata dal Sultano di Costantinopoli Abdul M’Ahmed detronizzato da intrighi inglesi e rifugiato in Congo. Il primo atto è il massacro di una colonna di 600 soldati italiani partiti dall’Eritrea per impadronirsi di miniere d’oro appena scoperte. L’autore passa poi in rassegna tutti gli innumerevoli contingenti che formano le 36 armate africane, con 13 milioni di combattenti insensibili al dolore e alla morte, organizzate secondo la disciplina di Abd el Kader. Inizialmente conquistano il Nordafrica francese – dove catturano il «ballon lenticulaire le tzar» lanciato dal Comitato dell’Africa francese per l’esplorazione della misteriosa Africa centrale. Conquistato il resto delle colonie europee e l’Etiopia, fanno saltare in aria le flotte europee del Mar Rosso, prendono Suez, si collegano con l’insurrezione araba, persiana e indiana e, dopo aver preso Costantinopoli e i Balcani, giungono ad assediare Vienna, difesa da Serbi, Austriaci e Tedeschi. Grazie al tradimento di un inglese, esperto di esplosivi, che con una gigantesca esplosione crea un tunnel sottomarino, le truppe del Sultano passano lo stretto di Gibilterra e conquistano rapidamente la Spagna giungendo fin sotto Parigi. Qui però le forze francesi, al comando del Maresciallo d’Arco (diretto discendente della Giovanna patrona di Francia) riescono a fermarle e, anzi, ad uccidere il Sultano, ponendo fine all’invasione. La guerra, che ha provocato milioni di morti, porta alla riorganizzazione dell’Europa in tre Confederazioni: Tedesca, Slava e Greco–Latina (che include Costantinopoli) e le colonie vengono ripristinate con la promessa di riforme:
«Ainsi – conclude Driant – le XXe siècle, marqué par la lutte la plus gigantesque qu’eut jamais enregistrée l’histoire ou la légende, vit, au sortir de ce redoutable défie, la réconciliation des peuples de race blanche et leur retour aux principes de justice et d’humanité. Le sang versé par l’invasion noire, au lieu de noyer la vieille Europe, l’avait fécondée, tant il vrai que la GUERRE, lorsqu’elle est soutenue par une cause juste, lorsqu’elle a pour enjeu l’existence et la liberté, est toujours une leçon et un enseignement. C’est elle, en effet, qui retrempe les races, elle qui arrête les nations sur la pente de la décomposition sociale; elle, enfin, qui rende aux individus le
22 I: la mobilisation africaine ; II : le grand pélérinage à la Mecque ; III : Fin de l’islam devant Paris.
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sentiment du devoir e du sacrifice»23
Dieci anni dopo, sollecitato dalla guerra russo-giapponese, Driant si cimenta più direttamente nel sottogenere del «Pericolo Giallo»24, con l’invasion Jaune, altra trilogia25 Flammarion di quasi 900 pagine, illustrata da Pierre-Georges Dutriac (1866-1958). Anche questo è basato su un’alleanza cino-nipponica per conquistare Russia ed Europa continentale, ma con la particolarità del ruolo diabolico attribuito a Inghilterra che sostiene i gialli. Loro stratega è l’ingegnere giapponese Yukinaga, Gran Maestro del «Dragon Dévorant», che ha preso il controllo della Cina con un colpo di stato, mentre in una Francia rinunciataria e distratta i socialisti predicano la pace universale e ottengono lo scioglimento dell’esercito. Unica Cassandra è il giovane deputato Robert Hardy, che segue in Cina, per amore, Maggy Wishburn, figlia di un ingenuo miliardario californiano, detto «Il Re del Pacifico», che ha fabbricato 5 milioni di fucili per Yukinaga. Sbaragliato l’esercito russo a Samara sul Volga, l’orda gialla prende Mosca. La Turchia e tutti i musulmani si uniscono ai gialli. Inutilmente vittoriosa sul Niemen, la Germania è travolta a Thorn, dove lo stesso Kaiser cade eroicamente alla testa dei corazzieri. Parigi, dove si è nuovamente instaurata la Comune, è travolta. Yukinaga, morente, celebra il trionfo cavalcando nei boulevard tra piramidi di teste e cede il potere alla giovane figlia, proclamata imperatrice. I profughi francesi si rifugiano però in Algeria, respingendo i musulmani in Marocco, e si forma a Cartagine un governo provvisorio, preludio alla riconquista dell’Esagono.
A queste due trilogie si possono accostare due romanzi ‘geopolitici’ anti-britannici, essi pure conditi da romantiche storie d’amore. ordre du tsar (Lafayette, 1905), dedicato «à nos frères d’armes de l’armée russe, dans leurs épreuves comme dans leurs triomphes», narra una spedizione russa da Samarcanda a Lasha per precedere una colonna britannica partita dall’India per sottomettere il Tibet. Ne L’Aviateur du Pacifique (Flammarion, 1909, Dutriac) un aviatore francese scopre la flotta nipponica in pro-
23 Fin de l’islam devant Paris, p. 394. 24 V. il saggio di Elena Piana in questo stesso Quaderno. 25 1. La mobilisation sino-japonaise; 2. La stratégie de la haine; 3. A travers l’Europe. Daniel David, «L’invasion jaune du Capitaine Danrit: l’Asie à l’assaut de l’Europe au début du XXe siècle», Jules Verne & Cie, Bulletin du Club Verne, N. 1, 2011.
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cinto di attaccare di sorpresa la base navale americana di Midway ...
Altri romanzi illustrati da Dutriac per Flammarion sono robinsons sousmarins (1901), dedicato da Driant ai due figli più giovani, sul dramma di due sventurati chiusi in un sottomarino affondato a 40 metri di profondità; e robinsons de l’air (1908), unico libro di Driant tradotto in italiano (Sonzogno, 1910), sulle vicissitudini dei passeggeri del dirigibile «Patrie N. 2» travolto dalla tempesta e spinto sul Polo Nord. E così pure au-dessus du Continent Noir (1912) – dedicato al generale Albert Baratier (1864-1917), esploratore delle sorgenti del Nilo – in cui la bella Ourida guida una missione aerea francese alla scoperta delle città misteriose dell’Africa Centrale: e che si conclude, al ritorno in patria, col presago sorvolo dell’Alsazia gettando nel panico les Boches.
opere di Driant con lo pseudonimo di Capitaine Danrit (prime edizioni) Anno Titolo Ill. Ed. pp. 1889 la guerre de demain. Grand récit patriotique illustré (2 vol) C Fa 1820
1889 la guerre de demain: 1. la guerre de forts (2 voll. in-12) S Fa 859
1892 2. la guerre en rase campagne (2 voll. in-12) 957
1893
1894 3. la guerre en ballon (2 voll. in-12)
4. Le journal de guerre du lieutenant von Piefke (Capitaine Danrit et Pierre de Pardiellan) (2 voll) 721
653
1894 la guerre de demain: la bataille de Neufchâteau S Fa 275 1894 l’invasion noire : 1 Mobilisation africaine ; 2 Concentration : pélérinage à la Mecque; 3. a travers l’europe. 4. autour de Paris (4 vol. in-8 o 3 vol. in-18) S Fl 1069
1898
1901 Histoire d’une famille de soldats. 1 Jean tapin 1792-1830; 2 Filleuls de Napoléon 1830-1870 ; 3 Petit-Marsouin 18701887 S D 1388
1903 evasion d’empereur 1901 robinsons sous-marins 1902 le drapeau des chasseurs à pied D 238
Du Fl 310 - M 8
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1902
1903 la guerre fatale France-angleterre : 1. à Bizerte !; 2. en sous-marin (2 vols) ; 3. 2. en angleterre ! C,
Di Fl 1192
1903 la France et l’allemagne en 1906: la guerre possible - T 261 1905 De Samarcande à lhassa. ordre du tzar L 381 1905 L’invasion jaune 1. La mobilisation sino-japonaise ; 2. La stratégie de la haine; 3. a travers l’europe Du Fl 851
1906 1906 Guerre maritime et sous-marine (8 vol. in-12) M Fl 1552 1906 Vers un nouveau Sédan - J 158
(einem Neuen Sedan entgegen, Stalling, Oldenburg 1907) 1907 impressions d’allemagne 1908 robinsons de l’air - Fl
Du Fl 352
(i robinson dell’aria, Sonzogno, Milano, 1910; 1930) 1909 la révolution de demain (avec Arnoul Galopin) 1909 la Grève de demain, roman T 688
T
1910 Un dirigeable au Pôle Nord 1910 l’alerte 1910 L’Aviateur du Pacifique 1912 au-dessus du Continent Noir
- Fl 283 Du Fl 455 Du Fl 352 Du Fl 472 1912 robinsons souterrains Du Fl 516 Ill. = Illustratore. = Léon Couturier (1842-1935). Di = Henri-Patrice Dillon (18501909). Du = Pierre-Georges Dutriac (1866-1958). M = Marin. S = Paul de Sémart (1855-1915). Y = E. Yrondy. D = Delagrave. Fa = Fayard. Fl = E. Flammarion. J = F. Juven. L = Lafayette. M. = H. Matot. T = J. Tallandier
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La warfiction francese del 1871-1914
Il genere della prossima guerra compare in Francia già nel 1871, con la Bataille de Berlin en 1875 del giornalista del Figaro Édouard Dangin26, che parafrasava la Battaglia di Dorking. Segue nel 1873 (Dentu) la révanche fantastique, di Louis Denayrouze (1848-1910) e Eugène Tassin. Nel 1884 la guerre prochaine entre la France et l’allemagne, di Henri Boland (1856-1909), bibliotecario e autore di guide turistiche, è un appello all’unità dei francesi contro la minaccia della Triplice Alleanza. Nel 1891 esce la traduzione francese di un romanzo navale di uno storico militare serbo in cui si immagina il trionfo della marina francese sulla Royal Navy grazie alle torpediniere27. Nel genere rientrano la bataille de Strasbourg (Boulanger, 1895) del romanziere Jules Lérmina (1839-1915), la guerre anglo-franco-russe (1900) del giornalista e scrittore Henri de Noussanne (1865-1936) e la traduzione francese di un romanzo sul dominio mondiale acquisito dalla Germania a spese della Russia grazie alle forze aeree giapponesi, tedesche e turche28 .
Tra le mere fiction citiamo Une héroïne de quinze ans (1910) dove una reincarnazione laico-aeronautica di Giovanna d’Arco sbaraglia da sola la Triplice a Waterloo29, e le Capitaine rex (1911) in cui si immagina, nel 1950, una guerra tra la Lega Imperialista Protestante (Inghilterra, Germania e Russia) e la Lega Latino-cattolica (Francia, Italia e Spagna)30. Ispirato dalla profezia della Salette sulla distruzione di Parigi, apprezzato da Léon Bloy e uscito nel giugno 1914, Paris en feu (ignis ardens) immagina un attacco degli Zeppelin. Le onde hertziane proiettate dalla Tour Eiffel distruggono i dirigibili ma pure la città31 .
26 É. Dangin, la bataille de Berlin en 1875. Souvenirs d’un vieux soldat de la landwehr,
Lachaud, Paris, 1871. 27 Spiridion Gopčević (Trieste 1855-Berlino 1936), Comment la France conquit l’angleterre en 1888, récit des batailles et combats divers qui amenèrent cette conquête, d’après l’Allemand … par H. Buchard, lieutenant de vaisseau, Paris – Limoges, imprimerie et librairie militaire Henri Charles-Lavauzelle, éditeur, 1891. 28 Rudolf Emil Martin, Berlin-Bagdad; Das deutsche Weltreich im Zeitalter der luftschiffahrt, 1910-1931, Deutsche Verlags-Anstalt, Stuttgart und Leipzig, 1907. Rodolphe Martin, la Guerre aérienne Berlin-Bagdad, Félix Juven, Paris, 1907. 29 Rodolphe Bringer et Léon Valbert, Une héroïne de quinze ans, Méricant, 1910. 30 Roger Duguet et Georges Thierry, le Capitaine rex, Bonne Presse, Paris, 1911. 31 Henri Barbot, Paris en Feu (ignis ardens), Bibl. des Lettres Françaises, 1914.
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Tra gli studi militari spiccano rome & Berlin (1888), di Charles Rope, ufficiale di marina, la bataille de la Vesle (1894) del comandante Claude Nigote32 e altre del colonnello Arthur Boucher33 e del generale Jean-Lambert-Alphonse Colin (1864-1917)34, dove scenari geopolitici si mescolano a previsioni sulle conseguenze tattiche e strategiche dei nuovi armamenti e mezzi logistici. Il più interessante è però uno studio del 1912 del barone Roger de Mauni (1847-192?) su una battaglia strategica con 600.000 uomini sulla Woëvre, vinta in quattro giorni dalla Francia grazie ai bombardieri a lungo raggio in grado di colpire le retrovie tedesche35. La battaglia avvenne realmente dal 5 al 14 aprile 1915, ma l’offensiva della 1a Armata francese per ridurre il saliente di Saint-Mihiel fallì per insufficienza di artiglieria pesante. Il saliente fu preso dagli Americani nel settembre 1918, con 1.441 aerei e 267 carri.
E’ doveroso ricordare pure Gaston Moch (1859-1935), figlio di un valoroso ufficiale ebreo, polytechnicien, parigrado e amico di Dreyfus, che abbandonò l’esercito per dedicarsi alla causa della pace36. Esperantista, affascinato dalla teoria della relatività di Einstein, socialista amico di Léon Blum, Moch dedicò i suoi saggi militari – la Défense nationale et la défense des côtes (1894); l’armée d’une démocratie (1900); la réforme militaire. Vive la milice ! (1900); Vers la fédération d’occident : désarmons les alpes! (1905); les Forces armées dans la Société des Nations – alla trasformazione degli eserciti in forze strettamente difensive (il modello della «nazione armata»), influenzando l’armée nouvelle (1911) di Jean-Jaurès.
32 V. in questo Quaderno Ilari, Buduščaja Vojna. 33 Colonel Arthur Boucher, la France victorieuse dans la guerre de demain. Étude stratégique, Berger-Levrault, Paris, 1911, con 9 tavole e 3 carte. I. F. Clarke, the tale of the Next Great War, 1871-1914: Fictions of Future Warfare and Battles Still-to-come, Liverpool U. P., p. 376. 34 Colin, les transformations de la guerre, Paris, 1911.Su questa letteratura v. pure Jean Vic, la littérature de guerre, Payot, Paris, Vol. 1, 1918. 35 [Baron Roger de Mauni], La Bataille de la Woëvre, 1915. Rapport adressé à Sa Majesté
Victor-Emmanuel III, Roi d’Italie, par le major-général N. Braccio di Montone, commandeur de l’ordre des Saints Maurice et Lazare, aide de camp de Sa Majesté (Traduction par
Félix Depardieu), H. Charles-Lavauzelle, Paris, 1912. 36 Paul-Henri Bourrelière, «Gaston Moch, polytechnicien combattant de la paix», réalités industrielles, août 2008, pp. 48-59.
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la Guerre au XXe Siècle la Guerre infernale
Famoso soprattutto come storico e propagandista della bicicletta, fondatore della rivista Vélo e ideatore del Tour de France, il giornalista Pierre Giffard (1853-1922) fu anche giovanissimo volontario nella guerra del 1870, corrispondente di guerra dalla Tunisia37 e dalla Manciuria38 e autore di una Warfiction per ragazzi sulla falsariga del Yellow Danger di M. P. Shiel, ma incentrata soprattutto sulle nuove armi, dirigibili, sottomarini, super-esplosivi, fasci d’onde, armi chimiche, batteriologiche e climatiche.
La narrazione è il reportage di un giornalista del 2000 sul grande conflitto mondiale, iniziato in Europa con l’attacco tedesco a Francia e Inghilterra ma internazionalizzato dai giapponesi, che riescono a prosciugare il Canale di Panama bloccando tutte le flotte dei bianchi e sbarcano in Nordamerica: le invenzioni del geniale Erickson (Edison) ritardano l’avanzata ma non la fermano. Le orde cinesi invadono la Russia: si forma una «muraglia bianca», ma lo zar è assassinato, Mosca è presa, i turchi defezionano e l’epidemia di colera scatenata dal dottor Essipof non basta a decimare gli invasori. In procinto di essere decapitato, il narratore si sveglia: era solo un incubo.
Edita da Albert Méricant col titolo la guerre infernale, l’opera uscì dal 18 gennaio al 16 agosto 1908 in 30 fascicoli settimanali39 di 32 pagine, con copertina a colori e 495 illustrazioni in bianco e nero di Albert Robida (1848-1926). Seguirono nel 1908 altre tre edizioni Méricant senza le co-
37 les Français à tunis ; les Français en egypte, Victor Havard, 1881 e 1883. 38 les Soirées de Moukden, nouvelles russo-chinoises; les Nuits de Mandchourie (2 vol.), entrambi per Félix Juven, 1904 e 1905-06. 39 1 La Planète en feu. 2 Les Armées de l’air. 3 Les Semeurs d’épouvante. 4 Prisonniers dans les nuages. 5 Paris bouleversé. 6 Les Chevaliers de l’abîme. 7 Tragédies sous la mer. 8 Le
Siège de Londres. 9 Moletown, la ville des taupes. 10 La Bataille aérienne. 11 Le Sang des
Samouraïs. 12 Perdus dans l’Atlantique. 13 La Cohue des fous. 14 La Croisière du Krakatoa. 15 La Mer qui brûle. 16 La Mer qui gèle. 17 La Tuerie scientifique. 18 Jap contre
Sam. 19 Le Hibou de l’océan. 20 L’Invincible armada. 21 La Muraille blanche. 22 Nitchevo! 23 Les Fourmis jaunes. 24 Le Choc des deux races. 25 A nous le choléra! 26 Le Train sanitaire. 27 Désespoirs et vengeance. 28 Les Chinois à Moscou. 29 Dans l’avenue des supplices. 30 La Fin d’un cauchemar.
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pertine a colori40 e una nel 1909 in otto volumi in-12 col titolo les drames de l’air41. La serie fu tradotta in spagnolo e poi ripubblicata in Argentina. Una riedizione in tre volumi, con le copertine a colori, è stata pubblicata nel 2001-2003 dalla Apex42 .
Il pregio de la guerre infernale sta soprattutto nelle illustrazioni affascinanti e lievemente ironiche di Robida. Fu però autore anche di una sua Guerre au XXème siècle, di cui vi sono tre versioni. La prima è un album commentato, inedito tranne alcune tavole pubblicate in riviste del 1869 e 1870, in cui troviamo artiglierie su aerostati, sbarchi da baleniere corazzate, bombe al cloro. La seconda costituisce il N. 200 de la Caricature (27 ottobre 1883): il testo sono i bollettini della guerra tra Australia e Mozambico scoppiata per ragioni economiche: si combatte con sottomarini, fortezze volanti e ruotate, armi chimiche e «miasmatiche»43. La terza versione è un album per ragazzi del 1887 che ha per filo conduttore «le avventure militar-picaresche» di tale Fabius Molinas di Toulouse44. Nella grande guerra Robida perse due figli, uno dei quali vittima di gas: un terzo perse una gamba sulla Marna45 .
40 Una in sei brochures di 160 pagine, una in due volumi rilegati in cartoncino color crema e dorso rosso in tela e una in unico volume in-4. 41 Con le copertine a colori ma non di Robida. 1 La torpille volante. 2 Les chevaliers de l’infini. 3 A l’assaut du ciel. 4 Perdus dans l’espace. 5 Les vampires de l’océan. 6 Face à la tempête. 7 Le nuage en feu. 8 La chute aux abîmes. 42 Jean-Luc Boutel, «La guerre infernale par Giffard et Robida», Sur l’autre face du monde.
Le site des passionnés de Merveilleux Scientifique. 43 Henri Beraldi, Un Caricaturiste prophète, la guerre telle qu’elle est prévue par robida il y a trente-trois ans, Dorbon aîné, Paris, 1916. 44 Dominique Lacaze, «Albert Robida maître de l’anticipation», revue des deux mondes,
Juillet-Août 2015. 45 Jean-Claude Viche, albert robida, un génie paradoxal, post-2010, online.
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la révolution de 1953: le Bataillon de la Suprématie féminine arrivant aux barricades (Albert Robida, le Vingtième siècle, Georges Decaux, Paris, p. 344. Wikimedia commons)
Albert Robida, «La guerre au Vingtième siècle», la Caricature n. 200, 27 Octobre 1883.