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La trincea

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Appendice

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La Grande Guerra è stata soprattutto una guerra di trincea, strettamente legata all'idea che la vittoria si ottiene conquistando il territorio nemico.

Era insieme una linea da cui non si doveva recedere, e quindi una struttura da difendere a oltranza , e il luogo da cui sferrare l'attacco.

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Dal lato del nemico era difesa da una barriera di reticolati, e dietro aveva in genere una seconda linea, dove rifugiarsi in caso di ritirata. Ancora più indietro, oltre all'appoggio logistico, i baraccamenti e i rifugi, dovevano stare pronti i rincalzi, cioè le truppe destinate a subentrare agli effettivi messi fuori gioco.

Il movimento delle truppe incontrò spesso una barriera invalicabile nei reticolati propri e altrui.

L'armamento era necessariamente leggero, in parte solo individuale, come il fucile in dotazione, cui aggiungere la baionetta, le granate, le mazze. Tutte armi che prevedevano un corpo a corpo con il soldato nemico. Vi erano a disposizione batterie di mitragliatrici, mentre l'artiglieria pesante si dislocava in opportune zone di tiro, per coprire i movimenti di assalto o di ritirata.

I necessari collegamenti erano garantiti da linee telefoniche o telegrafiche. Messe queste fuori uso, si ricorreva all'invio di corrieri, cui consegnare appositi dispacci e messaggi. Gli errori o l'impossibilità di trasmettere ordini elevarono il costo di vite umane.

Nella trincea i soldati e i loro ufficiali dovevano scavare gli alloggi, i depositi di armi; organizzare un servizio infermieristico, turni di vigilanza; tenersi pronti a rintuzzare gli assalti; rifornirsi di cibo e di acqua.

Spesso scavate direttamente dai combattenti in momenti di emergenza, le trincee erano sottopo- ste al rischio di malattie, per la carenza dell'igiene necessaria. I bombardamenti di artiglieria, che avevano modo di aggiustare il tiro, sconvolgevano facihnente la costruzione, costringendo a ritirate e a rientri sempre segnati da perdite di mezzi e persone.

Non erano rari i casi di ''fuoco amico", quando arrivava l'annuncio che una parte della trincea era già stata conquistata dal nemico; si sparava allora sa quella parte della propria trincea, senza sapere quanti commilitoni vi fossero ancora sopravvissuti.

La barriera dei reticolati era spesso insuperabile. 1 tentativi di usare cesoie, anche perfezionate, risultavano improbi: dalle vicine postazioni nemiche tiratori scelti (i <•cecchini,>) puntavano immediatamente il tiro su chi si accingeva all'operazione. Anche l'adozione delle bombarde puntate sulle difese di filo spinato, otteneva risultati parziali: queste spesso saltavano in aria ma poi ricadevano, fuse e aggrovigliate più o meno nello stesso posto, creando ostacoli imprevisti.

La trincea è stato anche il luogo in cui si sono utilizzate armi diverse, come lo Shrap11el (un proiettile che esplodeva a tempo poco sopra le teste dei soldati scaricando sfere di acciaio) e i gas letali.

La didascalia originale, TVi11w1 alla b,ise del Vodil , pennette di identificare la località in rni è in corso la costrnzio11e di 1111a trincea (o di u11 ca111111iname11to) : ai piedi del monte Vodice (i11 sloveno Vodil), a nord di Tolmino. Dalla primavera del '16 è luogo di scontri per la conquista del 11ici110 monte Merzli. Nell'immagine si vede come 11el fondovalle veniva costruita una trincea, colloca11do il materiale di scavo i11 appositi co11te11itori di vimini, cui veni11a110 aggiunti i sacchi di terra.

M. Giove - Il trincerone • Il Monte Giove fa parre del massiccio del Novegno a no rd di Schio. Si racconta che il trincerone che si vede nell'immag ine fu costruito dagli alpini in una sola notte di lavoro per garancire spostamenci protetti dal tiro nemico. Durante la Strqfexpedition, esattamente il 12 e 13 giugno, fu combattuta in qu esta zona una battaglia dec isiva: la resistenza opposta dalle postazioni italiane imp ed ì lo sfondame nto nella valle di Ars iero.

Reticolati austriaci - Podgora • I tre soldati italian i si fanno fotografare in un tratte di trincea nemica, certamente dopo un 'operazi o ne positi va che ne ha permesso la conquista . L'a vvenimento potrebbe essere datato all'inizio dell'agosto 1916, quando con la VI battagli a dell'Isonzo s'in iziò ]° offensiva che portò alla conq uista di Gorizia . Gl i ita liani vi e ntrarono il 9 agosto. In alro si vede un elmo ap peso, ma non è possibile riconoscere l'a r ma di ap partenen za.

Trinc c.:a o, fo rse, punto di osservazione sulla valle sottosta nte, non facilmente i<l enri fì cabile. Le abbondanti pietre di riporco fanno pensare a una zona car\ica che si affaccia sulla pianura: porrebbe esserè la conca dd lago di Doberdò . A <lrnra si riconosce un contenitore di vimini c.: una barriera di sacchi di te rra. A t1·~colla i so lda ti tengono la masc hera antigas nd l'apposita cus todia; vi stava scri tto: «Chi si leva la maschera muore. tenetela sempre con YOÌ •

Sembra essere un punto di osservazione co ll egato co n una trince a che corre lateralrneme. In alco appaiono uno spumon e di fer ro e pali di legno o alberi stroncat i, probabili segn i di un precedente bombardamento. Il soldato in pied i co n pas trano e be rretto è un so rrorene nte, proba bilmente l'ufficial e responsab il e del posto.

Ancora oldati in un al tro spazio de ll a trincea: sullo sfondo s'intravede un grande tendon e. In mezzo alla truppa si rro,·ano ufficiali di grado superiore e, elemento intere ..ance, si vede istallata sul cavalletto una cinepresa, inviata dal servizio cincfotografico del Comando Supremo. Prevedibile l'uso propagand istico dl'll'imma gine c he vorrebbe do cumen tare l'istallazione di un pezzo d'artiglieria, intuibile a dema.

Trincea al S. Marco • Si tratta della collina di San Marco a o r ie nte di Gorizia, non lontano da ova Gorica. Su ll o sfo ndo è visibile un edifìcio in buone condizio ni; potrebbe essere una chiesa se que ll o che s'intravede a destra è un campanile .Ap poggiato de ntro la tr in cea è visib il e un fucile, mod e ll o Carcano 91, dato in dotazione no rm alm ente a tutti i soldati . Non si cap isce cosa tenga in mano l'uo mo di sin istra, che ha u no strappo nei pantal on i.

Altr i fuci li e altro strap po, questa volta nel giubbotto pre sso l'asce lla destra. Nei pi cco li r icove ri i so lda ri si ritiravano per il periodo di riposo : si vedono spo rgere i pied i di uno d i loro. Oltre la tr in cea appare una macchia chiara, difficile da in terpre tare . Dietro i fucil i sono invece chia ramente visibili le pa le, sempre indispensab ili in trincea .

Lo scavo e la protezi o ne di sacc hi sono tip ici di una trincea . La mancanza di fi lo spinato e di arm i lascia intendere ch e si tratti piu ttosto di una postazione di retroguardi a, con funz ione , fo rse, di osse rvatorio. Le macch ie bianche po trebbero esse re res idui ghiacciati di una nevicata.

Trin cee antistanti Dob erdò • La lu nga bar ri era in muratura ha in alto delle specie di feritoie ad altezza del vo lto. Più vic ino ap pare una linea di sc avo, più larga e forse più profonda su lla parte des tra. Il celo bianco steso sul rialzo po trebbe alludere a una se poltura.

Lungo trin ce ran1 en to c he si perde fino a svanire su l do rs ale di fon do. So lo in primo piano si trovano d ei reticolat i. La funz io ne era probabilmente quella di un canuninamento creato a prote zi on e di guanti dovevano muovers i nelle du e di rez ion i. Non appare ndo nessuna persona, è di fficile calco lare esattame nte l'alt ezza del la dop pia bar ri era.

Reticolati a M. Sei Busi • Più vicino a chi guarda appare anc he un tracciato di trin cea . Ma l' impress ione è di un luogo o r mai abbando nato . Il monte Sei Busi era stat o inte ressa to a ripetuti sco ntri nel lu glio del 19 15 durante la seco nda battaglia dell ' Isonzo. Le trnppe itali ane era no riuscite a occupare una buo na stri sc ia di terra, co n l'intenzi one di sa lire più a nord all'attacco del monte San Michele, che allo ra , però, op po se resistenza .

La striscia, appa rentemente una pie traia, na sco nd e una lu nga ser ie di r icoveri, dove avevano all oggi ato i soldati. In alto è anc he visib il e u na barr iera d i fìl o spin ato . U na fo tog rafia scattata in ques ta situazi one vo le va senza dubbio documentare che i vinc ito ri do po aver conq uistato qu esto cerreno erano passa ti o ltre .

N umeroso g r up po della truppa ri preso in un mome nt o di riposo, anche se si pros petta qualche impegno . Forse si tratta di soldati di rinc al zo, raggiunti dalla notizia di un buo n risu ltato ottenuto dalle prime linee .

Piccola pattuglia di fant i con fuci li a tracolla. Pro bab il mente apparten gono a una trincea di seconda linea (v isibile a valle) e si tengono pron ti per un eventuale o rd ine di difesa .

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