13 minute read

Sono un soldato del "Pellicano"

Quando fina lmente la nave entra ne l porto cli Dura zzo si rimane co l p iti dal comp les::.o delle strutt ure portuali fatiscenti ed arrugginite che circondano la banchina, ma la prima cruda immagine che l 'A lban i a ti sbatte in faccia è data dai bambini semi vestiti, sporchi ccl insi ste nti che su bito ti assalgono non appena si scende dalla nave. Questi bambini, le rovine l ungo la strada, la sporc izia ed i volt i se nza espressione della gente che assiste al nostro sbarco raffreddano immediatamente i l nostro entusiasmo e l'allegria che ci aveva accompagnato lungo il viaggio. Ness uno d i noi era preparato ad un tale spettacolo

Prestare i l se rvizio militare qui in Albania è una grandissima occasione che ti permette cli conoscere un mondo div e rso, ev i tato dag li itinerari turi s tici e lontano anni luce dalla nostra rea l tà. Forse proprio in questi mesi a molti vengono in mente i raccon ti che i nostri nonni e genitori ci facevano sulla loro infanzia, s u ll a povertà degli anni'30 é40 in Italia Certo non potremmo d i re cli averla vissuta sulla nostra pelle, ma di averla vi sta da mo lto vicino certamente si Durante questi mesi ho avuto modo d i constatare come il nostro minimo indispensabile per vivere, diventa un lusso irraggiungibile per gli Albanesi a tal punto da g i ung e re ad apprezzare ed isolare le cose essenziali della vita.

Advertisement

Sono contento di aver partecipato all'Operazione " Pellicano", di aver conosciuto U ffic i al i e Sottufficiali che con la loro simpatia e comprensione mi hanno fatto pesa re un po' meno la lontananza da casa , ma soprattutto di aver toccato con mano l'operosità, la tenacia e la disponibilità d i tanti soldat i che pur nelle condizioni più disagevoli e se nza orari consen t ivano che tutta l'Operazione " Pellicano" potesse andare avanti. In un momento i n cui l 'Italia è sconvolta da una grave crisi sociale e po li tica vedere dei giovani che da ogni parte d ' I talia lavorano, scherzano e v ivono insieme con sere nità rappresenta un segno d i speranza per il futuro ciel nostro Paese.

Prima d i partire per il servizio mjJitare ero i ndec iso se scegliere di fare l 'obiettore cli coscienza: ora che sono venuto in Alban i a, ma pu re se fossi anelato in Somalia, in Libano, in Bosnia o anche in Italia ho sc operto come questo periodo della mia vita sia d i ventato effettivamente un momento cli servizio per la pace e la sopravvivenza di un popolo, ed ora che mi trovo a spendere i m iei ul ti m i giorn i come militare provo quasi un d ispiacere nel lasciare l ' Albania e tutti questi amici . Provo , però, anche un rafforzato orgoglio cl i essere italiano e gratitudine per questo servizio militare che lascerà una traccia profonda in tutta la mia vita.

Durazw, 12 febbraio 1993. cap. magg. Giovanni Gabelli

"Pordenone"

Il Ten. Col. F. Garrisi abbracciato dalla picco la Albana Koroni nella sua abitazione di Berat Ogni apparten ente al P ellicano ha adotlato spirituralmente una .famiglia albanese

Il 30 lug lio 1992 so no sbarcato in Albania.

Mentre l'aereo rullava vedevo dal finestrino bambini e animali poco di s tanti eia noi. Appena sceso sono s tato avvolto da un forte odore acre reso più forte anche dall'afa presente ne i mesi caldi. Un odore che proviene dalle fogna t ure a c ie lo aperto e dai gas di s ca1ico dei camion se midistrutti albanesi.

Il paesaggio che porta da T irana a Durazzo, dove si trova i l nostro accantonamento è brullo, non coltivato. Un particolare che attira subito l'attenzione sono gli innumerevo li bunker g1igi cli cemento armato (ve ne so no quasi 700.000 su una popolazione cli 3 milioni di abitanti) cosparsi qua e là per il territorio.

L 'Al bania è un'es perienza forte, toccante da l punto d i vista nmano e positiva come esperienza di vi ta militare vista e vissuta eia un militare cli u-uppa Molte volte è difficile credere a ciò ch e si vede. E'facile pensare o inunaginare al la povertà, a ll a sofferenza, la si può vede re benissimo tutti i giorni nei programmi televi sivi, ma quando le si è vicino, quando si guarda con i propri occhi a questa nuova realtà , si provano profonde emozioni che i l più delle volte ti toccano dentro.

Mentre si percorrono le s t rade della "terra de ll e Aquile", ci sono numeros i bamb i ni, poco vestiti, mol ti senza scarpe che chiedono di tutto, cibo, soldi, qualunque cosa, persino le bottiglie vuote d i plastica perché a loro mancano. Bambini e uonùn i che non mancano occasione di mostrare le loro infernùtà i n modo tale che tu abb i a compassione e regali loro qualcosa.

La popolazione è riconoscente, ogniqualvolta passa un autocolonna o un mezzo di " Pellicano" la gente ai bordi della strada si gira e sa luta R icordo un episodio in occasione della visita del Santo Padre in A lbania. Mentre noi soldati entravamo nella piazza di Ti rana la gente, la fo ll a spontaneamente ci ha applaudito E'stato un gesto s ignificativo che personalmente ho sentito.

A volte sembra di vedere i l mondo raccontato dai nonni quando erano giovani o dai miei genitori quand'erano bambini. Certo non si può dire che l'abbiamo vissuto come loro , ma nello stesso tempo è importante vedere e capire cosa potrebbero aver vissuto. A volte può servire, credo, a comprendere meglio i ge1ùtori.

Un esper ienza di vita militare penso unica.

Un rapporto con i superiori altamente positivo che non avrei mai inunaginato di trovare p1ima di indossa re la d i visa . Un rapporto vissuto diversamente da una possibile esperienza in Patria Ciè> può essere dip eso anche dal contesto particolare i n cui mi sono trovato , dove ho vissuto a contatto con le stesse person e 24 ore s u 24, in cui si ha la possib i lità di scambiare più facilmente opinioni, esperienze, consigli e, alla fine di conoscersi meglio, tutto questo mentre si è lontani da casa, dagli affetti, dalla fam igl i a e dagli amici.

Un esperienza militare in cui si è lavorato molto e al lo stesso modo si è s tati gratificati, dove , e penso i n tutti g l i incarichi, i superiori hanno la bravura e le capacità di co ncedere al militare parte delle responsabi l ità così da non essere considerati semplici automi cap magg. Fabrizio Cavagnoli

Un'esperienza che grazie alle F. A. ricorderò sempre e spero d i donare agli altri quanto ho appreso Durazza, 30 luglìo'92 - 15 maggio'93.

Non so descrivere cosa provavo il 25 febbraio I993 quando sono giunto al l ' Aeroporto di Tirana ed ho proseguito col mezzo militare sino al campo del "Pe llicano". Ho guardato quanto passava sotto i miei occhi cercando di fotografa re tutto quasi dimenticando che di tempo per vede re ne av rei avuto . Di molte cose che vedevo soltanto in seguito ho capito il perché. Ma c'è davvero il perché?

Ho incontrato gli amic i che già avevo conosciuto altrove, in situazio ni ben d i verse. La vita nùlitare ti offre anche questo dovunque vai trovi persone già conosciute. La pioggia insistente ha ben presto trasformato l ' accampamento in vari isolotti li rumore cupo dei mezz i di trasporto è la voce dorninante. Nessuno parla. Ragazz i giovani, spesso m ingherlini , li ved i sparire, d ivorati dal posto di guida e I' Astra, così, fa ancora p i ù paura. I nostri m il itari d i le va sono i veri protagonisti del "Pellicano" Tornano a tutte le ore dalle colonne, mangiano , s i riposano se possibile, ripartono. Mai una parola.

E le stra de di Alban ia so no tali solo di nome!

Le mamme italiane dovrebbero venire a vedere cosa so no capac i di fare i loro figli. Ne sarebbero fiere e li amerebbero d i più. Ho visto l ' uomo annichilito eia un presunto umanesimo che pretendeva di costruire un nuovo uomo Ho visto chiedere senza dignità, non per bisogno ma per ave re Quando l'ho capito non ho più dato Ho visto l'uomo assetato di sapere. Oltre a l vestito ed al mangiare mi sono stati chiesti giorna li, ri viste , libri. Anche vecchi lutto va bene , tutto è nuovo , sono 4 0 anni che non leggiamo se non le menzogne del Regime. Ho regalato "I Promessi Sposi" del mio anùco Attilio . E'il libro del la Provv i denza e del la Speranza entramb i necessarie per far risorgere questo Pae se. Ho visto il fratello Pilip Luli classe 1918, albanese, de ll a Compagnia d i Gesù che non c redeva ai gesuiti che lo hanno ritrovato in una baracca dove viveva da anni . Non credeva che tutto fosse finito . E'andato in Italia grazie a "Pellicano" ed i suoi confratell i lo stanno curando.

Ho visto i luoghi de l dolore e del sacrificio degli italiani: Bèrat, la Voi ussa, il Davoli. Ho pregato per la pace dei caduti e perché il valore dei sopravvissuti non sia d imenticato.

La Chiesa è presente in Albania con le sue is tituzioni (specialmente le cong regazion i femminili) e dall'aiuto immediato si è passati a quello più impeg nativo , la scuola La sola che potrà formare uomin i nuovi

Un fatto mi ha dato di capire qualcosa della lunga notte albanese. PadreZef o.f m. , albanese sopravvissuto D io sa come alla prigione , mi presenta un capo solo m ussulmano. Si sono co nosc iuti in prigione Perché è stato in prigione? Domando al mussulmano. "Perché quello (Enver Hoxa) si era fatto Dio".

E'il perché di tanti dolori e tante sofferenze degli a lbanesi. Grazie "Pellicano", che mi hai dato l'opportuni tà di conoscere anche ques ta umanità

Luglio 1993

Don Giuseppe Celi Cappellano Militare

Onorificenze e ricompense concesse al Contingente Italfor "Pellicano" e al personale militare dipendente

Pre1nio della Comunità Diritti dell'uomo (FIDH)

Torino, 24 gennaio 1992

FEDERATO\I NTET<NATONALE CES DROITS DE l!HOMME

Il 24 Gennaio 1992, la Federazione Internazionale dei Diritti dell'Uomo (F.l.D.H.)* ha conferito all'Esercito Italiano un partico lare riconoscimento , pe r le operaz ioni umanitarie condotte a favore dei popoli curdo e albanese. li prestigioso riconoscimento è stato consegnato a Tori no in occasione del congresso della Federazione alla presenza: delle delegazioni dei seguenti Paesi: Germania, Andorra, Argentina , Australia, Austria , Belgio, Bolivia, Bu lgari a, Canada, Cile, Costa Rica, Egitto, Ecuador, Spagna, Franc ia , Gran B retagna, Grecia, Guatemala , Ha iti, Ungheria, Tran, Israele, Italia, Libano, Lussemburgo, Mali, Marocco, Mauritania, Messico, Nicaragua, Paraguay, Paesi Bassi, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica Domenicana, Repubblica Ceca e Slovacca , Romania , Salvador, Senegal, Svizzera, T uni s ia , Vietnam, Algeria, Armenia, Burkina Faso, Cameiun, Colombia, Etiopia, Slovenia. ciel presidente mondiale Da niel Jacoby e di numerose autorità politiche, civili, militari e religiose.

Il vice presidente on. Pasquale Bandiera, ha consegnato al Gen. Goffredo Canino, Capo cli Stato Maggiore dell'Esercito il premio con la seguente motivazione:

"L'Esercito italiano è stato , in questi ultimi anni, l 'organismo che più si è di stinto in Italia e in tutto il mondo occidentale nel soccorso alle popolazioni e nella difesa dei diritti dell'uomo Rammento a tal proposito le missioni umanitarie e in difesa della pace in Libano, in Iraq Settentrionale e ora in Albania Tutto questo senza peraltro venire mai meno al pieno assolvimento dei compiti istituzionali d i difesa ciel Paese e delle istituz ioni democratiche". L'impegno della comunità internazionale durante l'anno 1991 nella salvaguardia dei diritti dell'uomo è stato ril eva nte, anche se ancora insufficient e, ma un esempio cli come sia possib il e progredire nella concreta attuazione di misure di protezione e asistenza, è stato fornito dal'Esercito italiano impeg nato in stretta coop erazione con gli eserciti di altri paesi o in piena autonomia , nelle missioni di socco rso delle varie popolazioni curde e albanesi. Con l'operazione "Airone", l' Esercito italiano ha portato, unitamente agi i Ese rciti di altri l Ostati, dal 17 maggio al 9 ottobre 1991, non tano dell a causa politica , ma della causa unmaitaria del popolo curdo ln Iraq l'Esercito italiano ha realizzato un sistema di sicurezza militare e una struttura di soccorso che hanno dimostrato di quale efficienza , capacità e altissima qualità umane siano capaci i nostri soldati li popolo curdo ha qualità umane siano capaci i nostri soldati. Il popolo curdo ha trailo da questo intervento quelle garanzie elementari di sicurezza e sostentamento che hanno consentito il ritorno pacifico alle proprie case in piena dignità umana a milioni di rifugiati. nei confronti del popolo albanese, l'Esercito italiano ha poi ag ito in maniera quasi totalmente autonoma affrontando profughi albanesi in tutte le sue fasi. Prima nell 'accoglienza dei profughi albanesi nelle strutture delle proprie casenne assumendone la difesa, il sostentamento e rest itu e nd o fiducia e serenità. Poi direttameznte su l suolo albanese, co n l'operaz ion e "Pe ll icano" tultora in corso. L'Esercito italiano conduce un'az ione di soste ngo logistico che, oltre alla connotazione tecnica di suppo110, ha un'a ltra valenza umanitaria e pol itica in quanto si inseris ce in un piano economico di assistenza al quale partecipano, inviando aiuti, sing ole nazioni ed organ izzaz ioni um anitar ie. L 'attività dell'Esercito italiano in queste emergenze internazionali si è qu alificata per l' a ltra professionalità dimostrata, per l ' impegno profuso e per il generale e profondo sentimento d i rispetto per l'uomo che guida tutti lgi ufficiali, sottoufficiali e solda ti ch i amali ad operare. La FIDI-I con il riconoscimento consegnato al Capo di Stato Maggiore ciel! ' Esercito internazionale come la so lidari età umana po rtat a con sereni tà, professionalità, competenza e rispetto s i traduce in attestato di dignità cui tutti gli uomini, sia coloro che donano che co loro che ricevono , p ossono andare fieri.

* Federazione Internazionale dei Diritti dell'Uomo - Brevi cenni storici

La Federa zione Interna z ional e dei Dirilli dell'Uomo, fondata a Parigi il 28 maggio 1922è la prima Associazione creata per promuovere la difesa dei diritti dell 'uomo a livello planetario. Suo obiettivo è l'applica zione dell'insieme delle disposi zi oni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e degli altri strumenti interna z ionale che ne derivano, ed il cui rispetto è il solo che possa assicurare una pace durevole. La FIDH è presente ed inteviene in tulli i continenti, organizzando missioni di osservazione g iudi z iaria e di inchiesta in occasione di processi o di situazioni gravi che minacciano le libertàfondamentali. Dal 1975 ad oggi la Federazione ha reali zzato diverse centinaia di missioni in oltre cinquanta paesi Missione di carattere umanitario possono essere compite con l'aiuto di medi ci, normalmente scelti tra i ranghi dei suoi militanti. Le Leghe naz ionali per i Diritti dell 'Uomo, ci ra una quarantina, alle quali vanno aggiunte una decina di organizzazioni nazionali corrispondenti ed una trentina di candidate, che hanno chiesto di aderire dopo l'ultim o congresso mondiale di Parigi del /989 agiscono in favore della salvag uardia dei diritti dell'uomo nei rispettivi paesi. La Federazione è una ONG che gode di s tatus consultivo o di informaz ione presso le Nazioni Unile, il Consiglio d'Europa e l'UNESCO ed altre istituzioni internazionali. Mantien e in partico lare rapporti costant i con l'Alto Commissario delle Nazioni Unif.e per i rifugiati e la Commissione dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite.

Il Ministero della Difesa Italiano con il Decreto n. 88 in data S ottobre 1993 ba concesso la Croce d'Argento al merito dell'Esercito al Battaglione logistico di manovra " Carso"

Numero d'ordin e --·_ 91

Ministero Dell A Difesa

DIR EZ IONE G E NERALE PER GLI UFFI C I ALI DEL L'ESE RCITO

Il

MINISTRO

Segretario Di Stato Della Difesa

VISTA la l egg e 26 luglio 1974, 11. 330; co n decre to n ..... ........ .... ...8. .8.. ........ in data 05 ottobre 1993

HA CON FE RITO

Al 8° btQ L....man .....".. .CA RSO "

LA CRO CE .. ....

O'AR.G.E.NIO.................

AL MERITO DELL'ESERCITO

CON LA SEGUENT E MOTIVAZIO N E:

"Battaglione Log is tico di manovra Incaricato di costituire un centro logistico - nell' ambito dell'operazione "Pellìcano· • per la distribuzione di aiuti umanitari a favore della nazione albanese, In profonda crisi sociale ed economica, assolveva il compito con abnegazione ed elevata efficienza, superando le notevoli difficoltà ambientali e contribuendo in maniera determ inante ad alleviare I disagi e restituire fiduci a alla popolazione. Chiaro esempio di disinteressato spirito di sacrificio, capacità organizzative e professiona li tà".

ALBAN IA, 17 settembre 1991 - 11 giugno 1992.

Il Diretto r e Gene rale, visto il decreto legislati vo 11. 2911 993, rilascia il pre s ente documento per attestare l'avven uto conferimenro.

05 ottobre 1993

Roma,_ -

IL DtRETIORE GENE RALE

Gen. C. Egidio RE

Il Governo della Repubblica d'Albania , in occasione della partenza del Contingente Italfor "Pellicano" ha insignito il Contingente dell'Ordine "Madre Teresa"

REPUBLIKA E SHQIPER ISE

PRESIDENTI I REPUBLIKE.S

IJEP

KONTIGJENTIT TE OPERACIONIT ''PELIKA.'lf'

'li rcflirin '9{_,'E'fil'E

URDHRI "NENE TEREZA"

''I'Ell KONTHIBUTIN E lWlI QI Il .IEENi

PlR SHl'EmmABJEN E JDilDIAVE mTMAHITABE, mKE

KFlER DETYHE ME SHl'IRl' TE MAilI SOLIDA.HITETI

E SAKRIFICE, VEPllill KY QI Il NDIKIJAR Si TEPlmO:

PlR FOBCilml E MIQEs!Sl Mims USHTRIS1

E ITALIAliE :r.m.Mims Dr POroJVE TAJJ!"

(Traduzione)

Repubblica d' Alba nia

Il Presidente d ella Repubblica conferisce a l

Contingente dell'Operazione "Pellicano " l'ordine " Madre T eresa"

Tirana, li 1. 12. 1993

D ecreto Nr. 705

(Timbro Tondo) Il Pres idente Sali Berisha

(Motivazione)

"Per l'enonne contributo forn i to per la distribuzione degli aiuti umanitari, svo lgendo questo compito con elevato spi rito di solidarietà e sacrificio. La sua attività ha ulteriom1enterafforzato l'amicizia tra l'E sercito albanese e quello italiano e tra i nostri due popoli".

Il Presidente della Repubblica d'Albania, Dr. Sali Berisha, ha concesso al personale di ltalfor "Pellicano" di cui sotto, l'Ordine di Naim Frasheri per gli alti meriti acquisiti nei confronti del popolo albanese

Ordine Naim Frascheri di 1a Classe

Gen. Antonio Quintana

Gen. Carlo Ciacci

Gen. Antonio Tob,ùdo

Gen. Vito Carlucci

Ten. Col. Franco Astuto

Ordine N ain Frasheri di 2a Classe

S. Ten.

Mar. Magg. "A"

Caporale

Soldato

Soldato

Giuseppe Di Noto

Michele De Palo

Mirko Aldeghi

Mauro Fabio Faidiga Caccia

This article is from: