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BAIONETTA A MANICOTTO

(MANI CO) E GHIERA

La baion etta a m anico (o manicotto) e ghiera, co n lama a sezione triangolare sgusciata o m eno s ui piani è un retagg io del XVIII sec olo, ri sale infaui alla seco nda m età del '7 00.

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Le b aio n e tte di questo tipo, diffuse in tu tte le naz ioni del tempo, rimase ro n e ll e file d e ll' ese rcito piemontese e italiano fino a l 1874 circa, ovvero fino a l ritiro dell e vecchie armi ad avancarica poi trasformate a re trocar ica co l s iste ma Carcano ad ag o.

Erano in ferro, co n lam a in acciaio; con l'avvento delle can n e in acciaio anche le baion e tte vennero realizzate intera mente in questo m etallo. Questo tipo di baionetta è fo rmato d a un manico tto cilindrico c h e si infil a s ulla volata del fucile e reca un cag lio (s pacco , in cas tro ) nel qual e si in castra il d e nte di fermo saldato so tto la vo lata o la base del mirino; un anello gi revo le chiuso da una vice g ira appoggiando s u un ri sa lto (cordoncino) posto circa a metà d e lla lun g h ezza d e l manicono e va a co ntr astare, con un suo piano inclinato, con il fe rmo d e ll a baionetta agendo da cuneo e imped e ndo co sì all'arma di sfi lars i dalla canna.

li manicotto porca s up er iorment e - a un a ngolo di c ir ca 45° rispetto a ll ' asse dello spacco - un braccio a gomito (su l quale in ge nere sono impr ess i pun zo ni, m atricole ccc.) che s upporta la la ma: questa, a baionetta inastata, diverge dall'asse della ca nn a per favorire il maneggio della bacchetta di ca ri ca m ento senza peri co lo p e r la mano del soldato.

In Pi emo nte, ma ciò veniva prati cato in modo analogo anche in altri sta ti , le b a ion erce finite venivano co llaudat e so ttopon e ndole ad alc une semp lici ma valide prove. La lama veniva curv ata prima da un lato poi dall 'a ltro seco ndo un a rco di misura ben precisa per controllarne l' elasticità e m e ttere in evidenza eventuali c re pe o scag liatur e del metallo.

S uccess ivament e, impugnata la baionetta per la lam a, s i batteva co n forza il mani co tto sopra un ceppo di leg no duro s ia dal lato del gomito che dal lato opposto così da con sta tare se l' union e tra la parte in ferro ( manico e braccio co n gomito ) e la parte in acciaio (l ama) era buona. Infin e, se res tavano d e i dubbi s ulla qualità del mate riale , si introduceva la lam a in un apposito ce ppo che la bloccava e s i provava a piegare il gomito in varie direzio ni. E ra la prova d ec isiva e se rivelava qualche difetto la baionetta e ra scart ata .

Il collaudo pr eve deva anche che ve niss e sce lto a caso un qu a ntitativo di ese mpl a ri pari a l 2% d est inato a ess ere s p ezzato per co ntroll are s ull e fraccure la consistenza e compattezza del m ate- riale. Era una prova critica per i fornitori civili perché se il metallo non mostr ava le precise caratteristiche richiesta tutta la par t ita di baionette veniva rifiuta ta

Le caratteristiche previste erano: nella parte in ferro un color plombeo e meno brillante, una grana fina e un nervo fibroso e sottile, e per la parte in acciaio una granatura fina, omogenea, cinerina e non brillante.

Il superamento d ell e prov e veniva arrestato con punzoni apposti sul braccio. Il principio del superamento di specifiche prov e è tuttora valido, cambiati i tempi, cambiati i t est; ma i puristi della lavorazione meccanica, gli appassionati d egli spigoli vivi, degli spessori uniformi, dei piani a specchio dei fili senza una traccia di mola si scordino tutto questo, una volta superato il periodo in cui la lavorazione, pur ormai già nel nostro secolo, era ancora quella di tipo ottocentesco: con l'affrettata produzione del tempo di guerra, della prima guerra mondiale ( Quella vinta come dicono ancora alcuni anziani Cavalieri di Vittorio Veneto) la lavorazione delle baionette lascia molto a desiderare, quanto a finiture. Ciò prosegue ancora n egli anni Trenta e nel secondo periodo bellico e le baion ett e sono p er la maggior parte veramente «tirate via)> . Es igenze di guerra e sem pr e minor considerazione e importanza per il soggetto.

Non è facile rendersene conto finché non si hanno davanti, allineati, quattro o cinque esemplari di uno stesso modello e si devono prendere calibro, tecnigrafo e matita per rilevar misure e tracciare disegni . Allora i nodi vengono al pettine. Porto come esempio so lo la superficie inferiore dei cappucci di sette gruppi di tre-cinque esemplari ciascuno dei modelli 91/38 pieghevole svinco lo a barra, 91/38 pieghevole svincolo a pulsante, 91/38 con crocera (lama fissata), 91/38 lama fissa; MAB 38 svincolo a barra; MAB 38 A svincolo a pulsante; MAB 38 A svincolo a pulsante, lama lunga . Ho eseguito il rilievo delle superfici, debitamente sgrassate, con un tampone da t i mbri: non c'è un disegno uguale all'altro, anche tra esemp lar i della stessa proven ienza! Non ci sono due spessori contrapposti perfettamente ugual i , o piani e spigoli (compresi quelli dello spacco) regolari! È solo un esempio ma porrei aggiungerne tutta una serie.

Con la produzione post bellica le cose migliorano, non c'è più l'urgenza, ci sono macchine che lavorano meglio e richiedono sempre minori interventi manuali che non sono più ormai del live ll o di quelli di un tempo per tutta una catena di cause. E per quel che deve servire una baionetta, la lavorazione meccanica fornisce ormai risultati più che accettabi li e validi. Insomma il livello de ll e moderne baionette è superiore a quello delle consorelle di cinquant'anni fa, specie per le ultime generazioni Per il futuro si vedrà.

Cavalleria e fanteria in un disegno del Muller. Nefl,a pagjna a fianco, da sinistm, baionette per Coreano da fanteria, bmaglieri, carabinieri, artiglieri.

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