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SCIABOLA BAIONETIA PER BERSAGLIERI - 1851 NON ADOTTATA
Destin ata alla carabina a stelo, n e ve nn ero realizzaci pochi esemplari, forse qualch e decina , p er le prove di val utazion e.
Con ce ttualm e nte s imil e a quella d es critt a, p er il fornimenco in orcone fu s o e per il s istema di svincolo, ha , oltre allo s pacco per la s prangh etta d ell a braga , anc he un ane llo d es cinaro ad accogli ere la volata della canna.
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I.:arma , dall ' impugnatura piatta per con se ntire l'estrazione della bac chetta di cari camento, re sta, con trariamente alle a ltre, piuttosto aderente aJla ca nna. Il fodero è analogo a quell o del modello adottato nel 1836.
In basso: ilfarnimento di questa baionetta svizzera camona/,e dei Grigioni è IJSSfli simik a que& della speriment,de per bersaglieri.
BAIONETTA PER CA RABINIERI SARDI PROPOSTA NEL 1850 - NON ADOITATA
La doppietta è un tipo di arma che, sia pure a canna rigata e munita di baion etta, non ha mai avuto grande successo e diffusione neg li eserciti dell'Ottocento anche se venne adottata da alcuni repa rti e specialità in varie na z ioni.
Il Piemonte la sperim entò per fornirla ai Carabini eri che, in Sardegna, dovevano affrontare con il fucil e monocolpo le doppiette usare dal brigantaggio locale, a quanto pare, piuttosto fiorente.
Larma, poi non adottata, era munita di una baionetta particolare che si richiama a quella della doppi etta francese per «Volteggiatori Corsi» modello 1850 messa a ptmto era questa data e il 1837.
La baionetta è complecamenre in acciaio , con una particolare impugnatura tondeggiante che si assottiglia verso il braccio di supporco della lam a.
Il sistema di svincolo è a pulsan te, con la molla alloggiata in un apposito vano, assicurata da una vite la c ui testa piatta è annegata nello spessore dell'impugnatura, dal lato opposto alla molla. Lanello per la vo lata è, owiamenre, doppio , a «8», per ospitare l'estremità delle due canne affiancate.
Il braccio a gom ito che supporta la lama è appiattito, a sezione rettangolare; la lama è formata da un lungo tallone a sez ion e rerrangolarc sgusciato sui due piani per quasi rurca la lunghc."Zza; il resto della lama è a due fili, a sezione di losanga appiattita e la punta è lunga e acum in ata. Non si conosce la forma del fodero ma era probabilmente, seco ndo l'uso del tempo in Piemonte, in cuoio nero con puntale e cappa in orcone.
Lunico esemplare noto è conservato nel Museo d'Artiglieria di Torino.
Lunghezza rorale 457 mm; lunghe-a.a lama 350 mm; largh ezza rallone 21 mm; spesso re tallone 4 mm.
Nella tavola. la prima da sinistra è In baionerta .francese per la dJJppi.ettn rigata dei Volteggiatori Corsi mod 1850.