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BAIONETTA PER CARABINA NAPOLETANA
DA CACCIATORE 1849 (1850?)
È, in pratica, copia di quella francese da Chasseurs mod.1842: manico in ottone solcato in orizzontale, terminato a becco; molla corra; guardia quasi dritta con riccio e cresta dell'anello controvoltati. Lama a yatagan con ampi sgusci s ui la ti, dorso piatto sul quale presso il tallone erano incisi in corsivo anno e nome della Manifattura di produzione o del fabbr icante privato; fodero in cuoio nero fornico in ottone con cappa dotata di staffa per la cinghia della tasca, puntale munito all'estremità di una sfera un poco appiattita, quasi lemicolare. Dal modello 1842, anticipato dal poco noto mod. 1840 con lama a yacagan di curvatura diversa, derivarono altri francesi fino a quella dello Chassepot mod. 1866 e vi si ispirarono varie baionette di altre nazioni.
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Tra l'arma napoletana e la '42 francese ci sono li evi differenze: la più viscosa è il fodero in cuoio fornico in orcone; lama marcata al tallone talvolta a stampatello, talaltra in corsivo, con anno di fabbricazione o il marchio a toppa o altro (per lo più coronato) recante l'iniziale della Manifarcura; impugnatura in ottone a quindici solchi (la '42 ne ha sedici).
Le carabine napoletane da cacciatore - e le loro baionetteerano armi soli de e valide tanto che, prese dai gar ib aldini durante
!"'Impresa dei Mille", vennero sub ico riutilizzate contro i borbonici fino alla baccaglia del Volturno. Al termine delle operazioni, disarmati e sciolti i vo lontari garibaldini, i piemontesi riutilizzarono le "napole tane" in piccola parte affidandole temporaneamente a qualche reparto di bersaglieri nelle prime operazioni di repressione del brigantaggio meridionale; in quegli anni armarono anche qualche guarnigione lo cale dell a Guardia Nazionale.