6 minute read
SCIABOLA BAIONETTA ITALIANA PER REMINGTON EX PONTIFICIO
Evidentemente il quantitativo di baionette recuperate nei magazzini pontifici non era, fatta la debita cernita, sufficiente a coprire le necessità del Corpo dei Bersaglieri e da qui la necessità di produrne un quantitativo non idemificaco, presso alcuni opifici nazionali.
Si tratta in pratica di armi uguali a quelle pontificie, riconoscibili per lo più solo per i punzoni «B rescia» o «FT» (Fabbrica di Torino) apposti su.l tallone. Inoltre per queste armi venne uci li zzato, in luogo di quello origina.le in lamiera di ferro, un nuovo fodero in cuoio nero con puma.le e cappa in ottone; il primo è rettangolare, del tipo usato poi anche per iJ primo modello del Vecccrli 1870 (e comw1que di ispirazione inglese); la seconda con boccone a mezza oliva per il fissaggio alla casca. È lo stesso fodero del quale erano state munite le baionette prese a.i pontifici. Cappa e fodero erano fissaci con punti in filo d'ottone Resta da precisare se la produzione abbia interessato l'incera arma o solo le lame, magari sostituire a quelle poncifìcie che all'esame erano risultate difettose .
Advertisement
Da un documento ufficiale del primo di febbraio 1873 si apprende che vari reggimenti di bersaglieri avevano ancora in uso a tale data le carabine Remington con le relative sciabole-baionette.
Baionetta Vetterli 187 0 "tipo regolam entare":
Lunghezza cotale 645 mm; lunghezza lama 520 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore tallone 6 mm; diametro anello 18,5 mm.
Baionetta Remington pontificia modificata
Lunghezza corale 700 mm; lw1ghezz.a lama 568 mm; larghezza cal lone 29 mm; spessore tallone 7,5 mm; diametro anello 17 mm.
Baionetta Per Fucile Valoocco 1869
Pressoché sconosciuta, ha la lama tipo Remington 1868 se nsibilmente s po stata in avanti; l'impugnatura a dorso dritto è anteriormente incurvata a d ecrescere dalla guardia verso il calciolo. Prodotta p er il fucile a re trocarica che ha preso nome dalla località periferica di Yaldocco, oggi un rione di Torino dove era attiva la "Regia Fabbrica dell e Polveri e Raffineria dei Nitri" voluta nel 1580 da Emanuele Filiberto e che, funestata da vari incidenti, fu spostata altrove e nel fabb ri cato ancor' oggi esistente, si produss ero canne per armi da fuoco, in specie da fucile , sciabole e baionette.
I.:affermarsi della retrocarica spinse il Governo a numerosi tentativi di conversione usando esemplari scelti nella massa di armi preunitarie stipate nei magazzini; il risultato doveva essere valido ma poco costoso. Nelle prove si affermarono il Carcano 1868 ad ago e poi il Vecrerli 18 7 0. Ma il Valdocco cal. I 0,4 doveva aver suscitato un certo interesse visto che n e furono scelti venti assieme a dieci Verterli svizzeri e venti Burcon, affidati a reparti di fanteria e bersaglieri per le prove del maggio 1869. Il Valdocco era probabilmente valido ma più costoso del Carcano. La baionetta è, stranamente, meno rara del fucile: Dario Viganò, ne ha scoperta una (o due) in una panoplia dello Stabilimento di Torre Annunziata; una nella raccolta di un amico scomparso; una dovrebbe esse re a La Spezia (Museo Navale) due in quella dell 'amico francese Gilberc Amigues.
Sul tallone e sull'imp u gnatura, le iniziali coronate FT. (Fabbrica di Torino) in un piccolo cerchio; tr a il marchio e il pulsante di svincolo, tre numeri posti a triangolo : 1 (?), 8, 2 . A sinistra, a centro crocera, un piccolo punzone illeggibile. Impugn atura in ottone a sedici solchi; spacco dorsale per il fermo di baionetta, molla corta a pulsante; g uardi a in acciaio con riccio e cresta dell'anello con trovo I taci. Un piccolo bottone ovale avvitato sull'es tremità del codo lo , socco l'impugnatura, rende solidali lam a e fornimenco.
(Per il materiale inerente Le brevi note sull'arma si ringrazia L'amico Dario Viganò, noto esperto del settore)
BAIONEITA PER MOSCHETTO TIPO VETTERL I '70
A Proposta p er un'eventuale adozione da parte della Polizia Italiana, è propria di un moschetto prodotto in Svizzera in soli ventuno pezzi ( Gazette des Baionnettes, n. 17/20 I O). La rara baionerta si fa notare per il telaio dell'impugnatura in ottone, crocera, ovviamente, in acciaio. Lama tedesca marcata al tallone "Ge br. Weyersberg -Solingen", usata per lo svizzero mod. 1864. Guancette in legno, molla corea, fodero in cuoio nero fornito in ottone.
LLU1ghezza corale 655 mm; lw1ghezz.a lama 526 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore tallone 7 mm; dia.metro anello 16 mm.
BAIONETTA PER FUCILE GLISENTI
1876
B Caratteristiche generali analoghe ad altri esemplari sperimentali. Peculiari le guancette in ferro zigrinate. Dorso piatto; molla corea; lama a yatagan anonima. La definizione "sperimentale" pare limitativa considerando le matricole dei pochi esemplari noti: 58; 141; 160 e 3125 (Museo di Rovereto) . Ma oltre tremila pezzi non sono più una quantità sperimentale ma una fornitura di tutto rispetto!
Lunghez.w cocale 683 mm; lunghezza lama 558 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore callonc 7 mm; diametro anello 16 mm.
BAIONETTA PER FUCILE IGNOTO (GLISENTI?)
C Analoga alla precedente pure nelle dimensioni degli attacchi. Guancette in ferro zigrinate e concave: all'interno di una è riportato un picco lo quadrato con un foro file ttato passante lo spessore della guancetta, per la loro vite di fissaggio . Guardia, marcata " BD", matricola 3361, bloccata da uno spinotto forzato sotto la guardia in un apposito foro del codo lo; rallone accorciato marcato A (o V?) in LU1 cerchio ("A" =marchio d'accettazione pontificio) ; ampi sgusci sui lati, dorso piatto, calc iolo a becco Fodero in cuoio nero fornico in ortone alla piemontese.
Lunghezza cotale 629 mm; lunghezza lama 575 mm; larghezza tal lone 30 mm; spessore tallone 9,3 mm; diametro anello 17,5 mm.
BAlONETTA NON IDENTIFICATA
("forse" artiglieria del Granducato di Toscana post 18 50?)
È una delle tante con lama a yatagan; fornimento di gusto inglese a telaio in acc iaio; guancette in bachelite nera zigri nata assicurare una con quattro e una con ere spino tti ribanuri più la vice della corea molla; dorso legg er mente sgusc iato tra lo spacco e l'anello di volata munito di cresca. Guardia in acciaio marcata "184" con ramo termin ato a di sco rivolto, come la cresca, aJla punta.
Robusta lama tedesca, priva di rallone recante presso la base le iniziali "F.H" (Friedrik Horster Jr. - 1825-18 75 Solingen); larghi sgusci sui lati; dorso leggermente arrocondaco; fodero piemontese in cuoio nero fornico in orcone; cappa e puntale punzonati entrambi con un piccolo marchio ovaJe di contro llo parzialmente consunto, racchiudente due ini zia li che sembrano "R. E. " . Le lame degli Horscer si incontrano su va rie sciabole piemontesi anche con punzoni divers i ma sempre con le iniziali F e H spesso associate alla S o al nom e Solingen per esteso. Ritenuta in dotazione all'artiglieria del Granducato di Toscana, sembra più somigliare a que ll e degli ingl esi Enfìeld P 53 e Albini di produzione nazionale in uso alla Reg ia Marina sarda poi italiana.
Lungheu.a rotale 710 mm; lungheu.a lama 578 mm; larghe7.za base 30 mm; spessore base l O mm; diametro anello 23 mm.
BAIONETIE PER EQUIPAGGI DELLE REGIE NAVI E PERLA FANTERIA DI MARINA-1862-1865
La Marina Militare piemoncese prima e italiana poi ha avuto, per le sue peculiari cararcerisciche e compi ti , l'autonomia necessaria per sperimentare e adottare l'a rmamento che più le si confaceva. Ciò portò quasi sempre a scelre oculare che determinarono l'adozione di armi spesso d'avanguardia a livello europeo e in qualche caso mondiale (è spontaneo fare l'esempio della pistola semiautomatica Mauser 1896 adorrara du e a nni dopo questa data).
Dopo aver utilizzare le tipiche baionette a manico e a manico e ghiera fino ai primi anni della Restaurazione, la Marina Militare, adottò per il Brg. Real Navi l' uniforme e le armi ILmghe e relative baionette utilizzate dai bersaglieri. Fissò quindi, tra il finire degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta dell ' Ottocento, la sua attenzione sugli ottimi fucili rigati inglesi P 53 provandone alcune varianti con vari tipi di baionetta compresa quella a manico a ghiera. Qui di seguito ne compaiono cre: una sperimentale con lama triangolare pieghevole a manico e ghiera e due a sciabola.
La Marina decise dunque l'adozione del fucile inglese Naval RiAe
Pattern 1858, nel 1862; erano armi rigate di precisione e qualità superiore ai nostri fucili modello 1860 in dotazione all' Eserciro. Ufficialmente l'adozione avvenne nel 1863 ma la denominazione fu modello 1862. Cinque anni dopo, le stesse armi trasformare a retrocarica con il sistema Albini presero la denominazione di <<modello 1868»
La baionetta rimase invariata, fin dall'adozione prevista in due tipi diversi destinati Lmo ai marinai l'altro al Reggimento di Fanteria Real Navi. Prima del 1853 l'armamento dell a Regia Marineria del Brg. Real Navi, dei Cannonieri da Cosca comprendeva fucili e moschetti francesi, inglesi, napoletani oltre a fucili piemontesi da fanteria, moschetti d'artiglieria e pontieri con i relativi modelli di baionette.