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L' ALUMNOLO NELLA CURA DEUE MALATTIE VENERE ~
Per il dott. Gio1•anni Guicciardi Tenente meclico
L'alumnolo, introdotto in terapia da Heioz e cht ('I), è uu solfo naftolato di alluminio, antisettico ed astringente. Contiene il 115 °/o di zolfo ed il 5 % di all uminio. È una polvere biancn, fina, splendente, non igroscopica, di sapore zuccherino, facilmente solubile, nell'acqua a freddo, nella proporzione del 45 °/0 ed in glicerina, poco solubile nell'alcool, insolubil e nell'etere. ·Annerisce il nitrato d'argento, ed ngisce perciò da riducente, col percl oruro di ferro dà una colorazione bleu-carico . Lasciato all'aria per mollo tempo, diventa di colorito bruno; ma ciò non altera le sue proprietà cliniche e terapeutiche. Le su e soluzioni, hanno reazione acida, precipitano la gelatina e
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·1·a1bum_ina; ma il precipitato che si è formato, si scioglie di nuovo in un eccesso di gelatinà e di albumina . Kon ha proprietà antisettiche molto rilevanti, infatti Heinz e liebrecht trovarono che una soluzione all'1 % è io grado di uccide~e solo dopo ventiquattro ore i bacilli e le spore del carbonchio; soluzioni al 0,0 11 °/ o rallentarono lo sviluppo
.-lei microrganismi del colera, del tifo, dell'autrace, della t)Olmonite; mentre una soluzione al 0,04 °(0 imp~disce qn~l-siasi sviluppo di bacteri nelle colture . Ha forte azione astrrnaente e ~li stessi au1ori osservarono sul mesenterio delle ~ane che soluzioni di 0,0 I 0/o esercitavano efficace azione .costritti,,a sui vasi.
L'essudazione dei leucociti nei vasi del mesenterio infiam · JDato, diminuisce di molto, o cessa del tolto mediante la .appplkazione r1 ella soluzione al 0,01 °/•. Si osserva una .irritnzione quando si raggiunge il 5 °/. ; ma anche col .,o•/ . non si ha azione caustica . Ini~Llato sotto la cute, .agisce profondamente senza produrre fenomeni irritativi .all' in1orno del punto dell'iniezione.
Non ha azione tossica altro che a dosi elevate e som,ministrato per lungo tempo, e la morte avviene per una .affezi1me dei reni, dovuta all'alluminio. A scopo terapeutico, l'alumnolo è stato sperimentato nei processi infiammatori acuti e croni ci, superficiali e profondi della cute e ,delle mucose ureto-genitali, e nelle malattie_ parassitarie della pelle dallo Chotzen (11), dal Casper (2), da~ Samtez (3), dallo Spengler (4) e dal Gottheil (5) con diversi risultati.
Venne adoperato sotto forme svariatii'>&ime, in soluzione, 4 .5 0/0; in pom;lte, 3-20 °/o; in poi vere, solo· o unito ad "<!mido od a talco veneto in proporzioni diverse; · in vernice co n salep, bassorioa, gomma adragante, collodion e traumat1cina, in bacilli d1 gelatina 1-fO O / 0 o sparso su tela di gnllaperga 5-'10 gr. su ' / 5 di metro quadrato di tela_ Io mi sono limitato a studiare l'azione del medicamento. nelle varie malattie veneree, e l'ho usa1o nelle blenorag:.. gie acute, nelle ulceri veneree, negli ingorghi glandolan venerei e nelle adeniti suppurate di natura venerea.
(l) R apport presénté au cong,·ès des dermatologiSle$ a Vienne, t892.
(il Berl. Klin. Woch . , !3, l.893.
(3) Ber!. Klin. Woch , 13, !893.
,(-~) Munch. med. Woch., l3, l.893.
(5) New- Yol"ch, Med Farm , voi . 58, f9, {893.
Blenorragia .
EsPERIE~ZA I. - Rimondi France;;co, soldato di artiglieria,. è r.ffe110 da blenorragia acuta incominciata il giorno I~ setlembre 1893, si presenta il giorno 21. Lo scolo è abbondante denso-cremoso, di colore giallastro. All'esamemicroscopico si notano moltissimi gonococchi entro cellule purulente.
21 Sellembre. - Si prescrivono tre iniezioni al giornt> di una soluzione acquosa di alumnolo al 2 / 1..,.
2! Settembre. - Lo sct>l o è notevolmente diminuito~ Si prescrirnno 4- iniezioni al giorn o.
.26 Seltembre. - I gonococchi sono in piccolissimaquantità.
30 Settembre. - :.'\on esce più pus. Si continuano leiniezioni ancora per due gio rni.
2 Ottobre. - Esc-e guarito dal!' infermeria . L'esam~ microscopico è ne gativo.
EsPERIE.SzA Il. - Giardullo Antonio, soldato di fanteria, èaffetto da blenorragia acuta che data dal Io settembre! 893. Si presenta il giorno 21 con uno scolo abbondanti~ssimo, denso, di color giallo, con fenomeni infiammatori spiccati. All'esame microscopico del pus si notane> moltissimi gonococchi.
I\ELLA CURA DELLE l!ALATTIE VENEREE 293
21 Settembre. - Si prescrivono quattro iniezioni al ~iorno di una soluzione acquosa di alumnolo al */100· " 24- Settembre. - Si usa la soluzione al 2/,00 perchè . la -prima è riuscita irri tante e l'ammalalo colle urine emette discreta quantità di sangue.
1:26 Settembre. - Lo scolo è diminuito e cosi pure i .gonococchi nel pus.
30 Settembrt>. - Non esce più pus neppure spremendo repli catamente. , . . .
Ottobre. - E guari to completamente. S1 cons,ghano le iniezioni ancora per due o tre giorni. Esame microscopico negativo.
EsP&Rl&NZA III. - Di B..... Giuseppe è affetto da blenorragia acuta che data dal 1 O ottobre. Si presenta il giorno ,16 con uno scolo non troppo abbondante, nè denso di colore bianco-giallastro-sporco. All'esame microscopico .del pus, discreta quantità di gonococchi.
46 011obre. - Si prescrivono le iniezioni di alumnolo -2; tre al oiorno. 100 7.) • •
,18 Ouobre. - Lo scolo diminuisce, s1 prescrivono
4 iniezioni al giorno.
20 Ouobre. - All'esame microscopico del pus si riscontrano pochissimi gonococchi.
23 OtLobre . - Non esce più pus.
23 Ouobre. - Esce guarito dall'infermeria. Esame microscopico negativo.
ESPERIENZA IV. - S ... Raffaele è affetto da blenorral?ia rlCuta che data dal 16 novembre. Si presenta il giorno
22 con uno scolo abbondantissimo, molto danso, di colore giallo-verdastro. All'.esame microscopico si riscontrano moltissimi gonococchi entro le cellule del pus.
22 Novembre. - Si fa al maltino una lavatura dell'uretra di acqua ltorica 1 / 100 colla cannµla n doppia corrente del .Maiocchi e nel corso del giorno 3 iniezioni di alumnolo 1 / ,00•
23 Novembre. - Si prescrivono 4 iniezioni al giorno, ol tre la lavanda dell'uretra
2/S Novem_bre. - Lo scolo è molto diminuito, è menodenso e di color giallo- sporco .
26 Novembre. - Non si riscontra quasi più pus.
30 :.'fovemvre. - È gu arito. Si continua ancora la cura, per qualche ~iorno. R~ame microscopico negativo.
ESPERIE~ZA V. - Rodolfo F... , sergente di fanteria. , è affetto da blenorragia acuta che data dal giorno 11O gennaio. Si è presentato il giorno 22 con uno scolo abbondante, denso, di un colore giallo carico. All'esame microscopico molti gonococchi nelle cellule _ del pus.
23 Gennaio. - Si fanno due iniezioni uretrali di una soluzione di alumnolo di ' / , per cento ..
_24 Gennaio. - Si ripetono le iniezioni.
2/S Gennaio. - Si fanno 3 inieziooi nelle 24 ore di 1 soluzione all''/ 1
26 Gennaio. - Lo scolo è assai meno denso e moltodiminuiti i gonococchi.
• 28 Gennaio. - Non esce che qualche goccia di pus~ 30 Gennaio. - È guarito del tutto. Esame microsco• pico negativo.
ESPERIE~ZA VI. - Brusadini Dante, soldato d'artiglieria, è affetto da blenorragia acuta che data dal giorno 25 dicembre. Si è presentato il giorno .i- gennaio con una secrezione abbondante e densa. All'esame microscopico -discreta quantità di gonococchi nelle cellule del pus .
NELLA CURA DELLE MALATTIE VE!SEREE 295
4 Gennaio. - Due iniezioni di una soluzione di alumnolo 1 / ,00·
5 Gennaio. - Si fanno tre iniezioni.
6 Gennaio. - Lo scolo è alquanto diminuito, quasi sieroso. Si seguita nella cura.
·12 Gennaio. - Non esce che qualche goccia al mattino. Esame microscopico negativo.
,15 Gennaio. - È guarito completamente.
ESPERIENZA VII. - Corti Angelo, soldato di fanteria, è affe tto da blenorragia che data dal giorno 20 di dicembre ,f 893. Si è presentato il giorno 5 gennaio con uno scolo biancastro sieroso, poco denso e non molto abbondante. All'esame microscopico discreta quantità di gonococchi.
5 Gennaio. - Si fanno dne iniezioni di alumnolo 1 / 100.
6. Gennaio. - Tre iniezioni.
7. Gennaio. - La secrezione è diminuita .
9. Gennaio. - Lo scolo è anche diminuito in densità.
112. Gennaio. - Non si riscontra secrezione che al mattino.
115 Gennaio. - Solo spremendo replicatamente esce qualche goccia di secrezione biancastra.
17 Gennaio. - È guarito. Esame microscopico negativo.
ESPERIENZA yin. - Tugnoli Alberto, soldato d'artiglieria, è affetto da blenorragia acuta che essendo complicata da epidemite non fu curato con iniezioni. Data dal 4 dicembre u. s. Si è cominciata la cura il giorno 115 gennaio. Lo scolo era abbondante, denso, di colore giallastro. Al1·~same microscopico si notano -moltissimi gonococchi.
1/S Gennaio. - Due iniezioni di soluzione di alumnolo ' / . per cento .
-I 6 Gennaio. - Tre iniezioni.
17 Gennaio. - Non si notano segni usa la soluzione 1 / 100 •
18 Gennaio. - Tre iniezioni. La secrezione è meno densa e diminuita in quantità. Pochissimi gonococch i.
20 Gennaio. - Non esce che pochissimo pus.
2i 11enoaio. - È completamente guarito. Esame microscopico negativo.
Esr&RIE~ZA IX. - S... Guido, furiere d'artiglieria, è affeuo da blenorragia acuta che data dal 5 febbraio. Si è presentalo il giorno 11 con uno scolo abbondantissimo. purulento, denso, di colore giallo carico. All'esame microscopico notansi numerosissimi gonococchi entro le cellule di pus.
14 Febbraio. - Si prescrivono tre iniezioni aL giorn o di noa soluzione al ' /1 per cento di alumnolo.
13 Febbraio. - La secrezion e è diminuita in densità . Si continua ancora colla dose leggera essendovi infiammazione piuttosto viva.
·15 Febbraio. - Si prescrive la soluzione ·1 ¼, tre iniezioni al giorno.
16 Febbraio. - La secrezione è siero purulenta e molto diminuita io quantità.
20 Febbraio. - La secrezione è sierosa. L'esame mi,croscopico è negativ~.
22 t?ebbraio. - Non si osserva più secrezione.
24 Febbraio. - È guarito completamente.
ESPERIENZA X. - B... D... , soldato d'artigli eria, è affetto da blenorraiia acu ta che data dal giorno 17 febbraio.
Si è presentato il giorno 20 con uno scolo, non molto abbondante prevalentemente sieroso, di colore bianco sporco. All'e·ame microscopico si notano pochissimi gonococchi.
NELLA CURA DELLE llAl••\lTIE nt:'ìEREE 29i
20 Febbraio. - Si prescrivono tre iniezioni al giorno di una soluzione di alumnolo 1 •; ., m:irzo. - Si ha appena un poco di secrezione al mallino. - All'esame microscopico non si riscontrano gonococchi.
23 Febbraio. - La secrezione è notevolmente diminuita. Si prescrive una soluzione ali' 1 ' / .percento. Tre iniezioni al giorno.
26 l<'ebbraio. - ~on si ha che pochissima secrezione . anche spremendo repli catamente.
27 Febbraio. - Non si ha più secrezione. Si consiglia ancora una qual che iniezione per un paio di giorni.
EsPERIE:'ìZA X.I. - A.... Federi co sergente di fanteria è affetto da blenorragia acuta che datà dal ·1° marzo. Si è presentato i I giorno 4 còn uno scolo abbo ndantissimo, denso, di color giallo carico, preval entemente purulento. All'esame microscopico si notano moltissimi gonococchi entro le cellule del pus.
5 marzo. - Si prescrivono Ire iniezi oni al giorno di una soluzione '/, / 1 ..,, di alumnolo.
6 marzo . - ~on si sono avuti disturbi di sorta e si cresce la dMe a 1/,s. , Ire iniezioni al giorno.
7 marzo. - Quattro iniezioni della stessa so'uzione.
8 marzo. - La secrezione è assai dimin uita io quantità e in densità.
10 marzo. - Si usa una soluzione'/,,,., tre soluzioni al giorno.
13 marzo. - Si osserva un poco di secrezione se si spreme replicatamente. - Si consigliano le iniezioni al "... tre al giorno per tre giorni ancora e poi l'ammalato viene licenzialo dall'infermeria.
ESPERIENZA XII. - C.... Giuseppe sergente di. fanteria è affetto da blenorragia acuta che data dal 2 marzo . Si è presentalo il giomo 4- con uno scolo oltremodo abbondante, densissimo, di color giallo carico, prevalentemente purulento. All'esame microscopico moltissimi gonococchi nelle cellule del pus.
5 marzo. - Si prescrivono tre iniezioni àl giorno di una soluzione ili 1 1 / ,so di alumnolo.
6 marzo. - Non essendovi stato segni d'intolleranza si usa una soluzione al 1 / 150 •
8 marzo. - La secrezione è siero purulenta ed assai diminuita in quantità. - Quallro iniezioni al giorno della stessa soluz ione.
1O marzo. - Si prescrive la soluzione 1 / 100 tre iniezioni al giorno.
1 · 1 marzo. - Non si ha più che una qualche goccia di secrezione spremendo replicatamente lungo il canale uretrale.
12 marzo. - E' guarito. - Esame microscopico negativo. Seguita ancora per due giorni le iniezioni e poi viene licenziato dall'infermeria.
Ulceri veneree.
ESPERIENZA I. -Tocci Nicol:i, soldato di cavalleria, è affelto da ulcere venerea al dorso - del pene che data dai primi del mese di agosto. Si presenta il giorno 25 settembre e l'ulcera essendo stata trascurata per così lungo spazio di tempo si è falla larga come una moneta da due centesimi, a fondo soprco, con margini rilevati, serpiginosi, facilmente sanguinanti.
~ELLA CURA DELLE i\lALATTtE VR'.\EREE 299
25 Settembre. - Si fanno lavature con soluzione acquosa di alumnolo al 2 /,00 e si applica polver·e di 1 di alomnolo e 2 d'amido, '
26 Settembre. - L'aspello dell'ulcere è migliore.
29 Settembre. - Si è formata una piccola crosta sotto alla quale il pus ha scavato intorno all'ulcerazione. Si attribuisce il fallo all'amido e si usa l'alumnolo puro che sciogliendosi nel pus non darà luogo alla formazione di croste.
30 Settembre. - L'ulcere ha subito pre~o un aspeuo migliore.
5 Ottobre. - L'ulcere appare alquanto irritata e si prescrive allora una pomata di alumnolo e vaselina '/ 10 •
8 Ot:obre . - Si torna all'alumnolo puro.
12 <Juobre. - è gunrito.
ESPERIENZA II. - Oraghett i Augusto, soldato d'artiglieria, è affetto da ulcere venerea al filetto che data dal 15 settem· bre. Si presenta il giorno .25 di detto mese con un ulcera che ha roso tutto il filet!o, a fondo grigio sporco con pochissima tendenza a cicatrizzarsi. Si notano pure piccole ul~eri all'intorno del prepuzio che impediscono che si scopra bene il glande e r endono più difficile la medicazione.
25 Settembre . - S'inizia la cura con lavature di una soluzione acquosa di alumnolo al• / 100 e applicazioni di polvere di alumnolo ed amido 11:2.
26 Settembre - L'ulcerazione del filetto a~sume aspetto migliore.
28 Settembre. - Il miglioramento continua.
30 Settembre. - Le ulceri del prepuzio si sono allargate e non assumono un aspello buono come quello del · filetto non potendosi tenere convenientement~ in posto la med icatura. ·
2 Ottobre. L'ulcera del filetto guarita.
ESPERIE~ZA III. - C... Giovanni, è affetto da ulcere venerea al dorso del pene che data dal 116 ollobre . Si presenta il giorno,,24 con un'ulcerazione larga come una moneta da cinquanta centesimi, a fondo bianco sporco, a margini rialzati, serpiginosi con suppurazione abbondantissima .
24 Ottobre. - Si pres.;rivono applicazioni di polvere di alumnolo puro una volta al giorno .
26 Ouobre. - L'ulcerazione sanguina meno facilme nte e la suppurazione è molto diminuitn .
28 Ottobre. - Si riconO$Ce che l'al umnolo · puro è troppo irritante e si usa mischiato ad amido io parti eg uali .
30 Ouobre. - L'ulcerazione è torpida e perciò si cauterizza con acido cloridrico e se ne escidono i margini rialza Li.
2 Novembre. - La piaga ha preso un aspetto discreto e si usa una pomata di vaselina ad alumnolo al ~/,oo-
6 Novembre. - La piaga ha migliorato di nuo vo e la suppurazione quasi del tlltlo cessata per cui si sospende l'alumnolo e si prescrive una semplice medicatura al sublimato.
ESPERIENZA TV. - Vim èrcati An tonio, soldato di cavalleria; è affetto da ulcere venerea del solco · baleno prepuziale ch e data dal ,, O novembre. Si presenta il ·giorno 16 con un'ulcera larga come un grano di frumentone, a .superficie ìnfossata di colore bianco sporco .
1o Novembre. - Si prescrivono lavature antisettiche ed applicazioni quotidiane di pohere di alumnolo ed amido a parti uguali .
19 Novembre. - .L'ulcera tende a cicatrizzarsi . spolvera con polvere più altenuata di alumnolo ed am ido ( I : 2).
NEi.LA CURA DELLE MALATTIE VENEREE30 11
21 ~ovembre. - Il fondo non ha un bel colore per . cui si tocca leggermente con acido cloridrico.
23 Novtmbre. - La suppurazione è cessala e l'ulcera ha un buon aspetto.
.2-i Novembre . - Prosegue il miglioramento e non si ritieno più necessario l'uso dell'alumnolo.
~PERIE~ZA V. - Parisini Giuseppe, soldato di cavalleria, è nffetto da ulcere venerea al dorso del pene che data dal • 116 novembre . Si presenta il giorno ,,s con un ulcere piccoliss ima con poco .o punto secrezione, facilmente sanguinnnte.
f8 ~ovembre. - Lavature antisettiche ed ap plicazion e di polvere di alumnolo ed amido a parli uguali.
21 ~ovembre. - Procede .benissimo, si seguita la stes:>a medi calura.
.24 Novembre. - li: guarito.
ESPER I ENZA VJ. - De Bi asi Carlo, soldato di fanteria, è affetto dà ulcere venerea che data dal .:iM novembre. Si è presentato il giorno 27 con un ulcer e che ha roso buona parte del fifello, con fondo grigio ;porco e con discreta suppurazione.
27 Novembre. - Lavature antisettiche ed appl icazioni quotidiane di polvere di alumnolo e amido a parti uguali.
30 ~ovembre. - L'ulcere ha preso aspetto micrliore
• f I'> ' 11 1ondo accenna a diventare rosso.
.2 Dicembre. - La suppurazione è terminata e l'ulcera è quasi guarita, per cui si sospende l'alumnolo e si usa una medicatura comune.
4 Dicembre. - È completamente gÙarito. .
EsPERIRNZA VI I. - Felini Francesco, soldato di fanteria, è afie~Lo da ulceri veneree al filetto ed al solco balano prepuzi al e che datano dai primi giorni del me,e di novembre.
Si presenta il giorno 2 dicembre con due ulceri moll i, una che ha roso buona parte del filetto, infiammata , a fondo sporco assai suppurante, una al solco balano- prepuzia le con caratteri uguali alla precedente.
2 Dicell\b re. - Si tocca leggermente con acido clo ridrico e bagnature al sublimato.
3 Dicembre. - Si appl ica polvere di alumnolo e amido a parli uguali.
5 Dicembre. - Le ulceri assumono buon aspetto.
7, Dicembre. - La suppurazione è assai diminuita . continua la medesima cura.
4() Dicembre. - L'ulcere del lìletto è guarita.
112 Dicembre . - È guarito completamente.
ESPERrn~ZA IX. - F ... Francesco, soldato di fanteria, è affetto da ulceri veneree che datano dal giorno 5 dicem bre . Si presenta iI giorno 6 con due piccole ulceri poste entr o il cimale uretrale alla profondità di circa 1 centimetro Sono a fondo sporco, molto suppurant; e as:;ai infiammate .
6 -Dicembre . - Lavature antisettiche e spolveratu ra di polvere di alumnolo e amido a parti ugual i.
7 Dicembre. - Si ripete la medicatura.
8 » » ,J O Dicembre. - La suppurazione è dircinuita superficie delle ulcer; ha preso un bell'aspetto.
12 Dicembre . · - È guarito. ·
ESPERIENZA X. - V.. )'lario, allievo sergente di fa nteria, è afietto da ulceri veneree . che datano da1 giorno 6 dicemb re . Si è presentato il giorno 8 con tre ulce ri molli alla parte interna del prepuzio. Sono a fondo grigio sporco, con discreta suppura zione, non molto dolenti .
8 Dicembre. - Lavature antisettiche, applicazione di polvere di alumnolo e amido a parti uguali.
NELLA CURA OE!.LEXALATTIEVE~EREE 303
9 Dicembre. - Si ripete la medicatura .
rn Dicembre. - I a suppurazione è diminuita.
11 Dicembre - Si usa polvere di alumn olo e amido nella propo.rz ione di ,J : 2.
12 Dicemb re. - È qua si completamente guar1to. Si sospende l'uso dell'alumnolo e si medica con polvere di iod oform io.
16 Dicembre. - È guarito. Adeniti inguinali non suppurate.
EsPER!EXZA I. - Tocci Nicola, soldato di cavalleria è af, fetlo da aden ite inguinale venerea che data dal giorno '15 ottobre. Si present3 il giorno 22 con un grosso bubbone, duro, molto doleJ'lte ed oltremodo infiammato malgrado le cure antiflogist;che messe in opera. Non si constata la presenza di pus .
2.2 Ottobre. - S'inietta nel tessuto che circonda le glanè ole infiammate nna siringa di Pravaz di una soluzione 1 / 1 00 di alumnolo.
.2:l Ottobre. - Si ripete l'iniezione.
25 Ottobre. - L'iniezione ripetuta a troppo breve intervallo ha determinato la suppurazione che ora appare manifesta per cni si esegue subito la spaccatura e d esce pu,, abbondante misto a sangue.
ESPERIENZA II. - C.. . Nicola, $ergente di fanteria, è affetto da adenite inguinale destra che data dagli. ultimi giorm di novembre. Si è presentato il giorno 9 dicembre con parecchie glandole inguinali d ure, molto dolenti e che costituiscono un tumore grosso come una piccola mela. Non v'è traccia di suppurazione.
3 Dicembre. - Si fa un'iniezione nel tessuto che ci r-i conda le glandole infiammate di una siringa di Pravaz di una soluzione 11100 di alumnolo.
4 Dicembre. -- La tumefazione del pacchetto glandolare è considerevole, ma il dolore è assai diminuito.
7 Oi-cernbre. - Il gonfiore è quasi scomparso così pure il dolore.
9 Dicembre. - Rapi damente è riapparso il gonfiore e il rossore e colla palpazione si riscontra suppurazione, per cui si crede conveniente dar esito alla marcia che esce abbondante.
EsPElUE~ZA III. - Carnago G. B. soldato di fanteria, è affetto da ingorgo glandolare seguito a vasta ulcere venerea.
Si è presentato il giorno 15 dicembre con un tumo re glandolare ali' inguine destro, grosso come un uovo di piccione, 1ievemente arrossato ali'esterno ed estrema meote dolente in modo particolare alla pressione anche leggera .
il 5 Dicembre. - Si fanno due iniezioni sottocuta nee di 11. gr. ognuna di un~ soluzione 1 / 100 .di alnmnolo.
16" Dicembre. - La tumefazione e il dolore sono diminuiti sensibilmente. ,.
20 Dicembre. - L'ingorgo glandolare è quasi risolto.
22 Dicembre. - È guarito.
Adeniti inguinali veneree suppurate .
EsPERIE~~A I. - Tocci Nicola, soldato di cava!Ìeria, è affeuo da adenite inguinale venerea che data da p,1reechi giorni. Si è presentato il giorno 25 ottobre con un gros tumore all'inguine destro, molto dolente entro al qua le è manifesta la presenza di pus. li giorno seguente si spacca: l'ascesso e ne esce pus abbondante, denso, di colore giallo grigiastro, misto a sangue. Vi è distruzione di molte glandole e parecchie alu:e sono oltremodo infiltrate.
26 Ottobre. - Eseguita la spacccatura e lavata accuratamente la parte con soluzione di sublimato corrosivo u. Novembre. - È guarito. Si copre con semplice medicatura al sublimato .
1 / , 000 si spolvera tutta la superficie del bubbone con alumnolo puro e si medica con garza e cotone al gublimato.
28 Ottobre. - La suppurazione è assai diminuita. Si usa polvere di alumnolo ed amido in parti uguali.
I l\ovembre . - Il bubbone ha un bell'aspetto. Si lascia in posto tre giorni la medicatura.
8 :Novembre. - Non vi è più suppurazione.
,11 Novembre. - Si applicano tre striscie di taffetà adP-sivo per tenere uniti i bordi.
ESPERIENZA II. - Brignoli Giacomo, soldato di fanteria, è affetto da adenite inguinale che-data dai primi giorni dei mese di ottobre . Si presenta il giorno 26 con uu grosso tumore ali' inguine sinistro formato da numerose glandole oltremodo indurite ed ingrossate . In basso la palpazione ci rende manifesta la presenza di pus.
27 Ottobre. - Àperto il bubbone si asportano parecchie glandole si fa ampia lavatura con sublimato e si copre la superficie del bubbone con alumnolo puro.
29 Ottobre. - La suppurazione è sensibilmente diminuita. Si usa polvere di alumnolo e amido a parti uguali.
4 l\ovembre . - Non vi è più suppurazione. Si sospende la medicazione quotidiana e si lascia in posto tre giorni la medica tura .
7 Novembre . -.:...... 11 bubbone procede benissimo. Essendovi però un pacchetto di glandole considerevolmente ingrossate si fa un'iniezione di oenzoato di mercurio nel centro del tumore glandolare.
12 Novembre . - Il tomor glandolare è scomparso e la cicatrizzazione è a buon punto.
,f 5 Novembre è quasi completamente cicatrizz~to per cni si sospende l'uso dell'alumnolo e si applica una semplice medicatura occlusiva.
ESPERIENZA III. - Berretta Fruttuoso, soldato di cavalleria, è affetto da· ingorgo glandolare seguito a piccola ulcere venerea che data da mollo tempo e resta stazionaria. Si fa un'iniezione di benzoato di mercurio per determinare o il pronto ri assorbimento o la suppurazione se per avventura era iniziata. Infatti 24 ore dopo la suppurazi one è manifesta e .il giorno stesso si procede all'apertura dell'ascesso.
11 Novembre. - Si apre il bubbone ed esce grande quantità di pus . Si medica con polvere di alumnolo ed amido a parli uguali.
,f 2 Novembre. - Si ripete la stessa. medicatura.
13. Novembre. - I.a suppurazione è molto diminuita. Si ripete La medicazione.
H Novembre. - Non vi è più suppurazione. Si ripete la medicatura e si lascia in posto tre giorni.
17 Novembre . - È guarito. Si applica una semplice medicatura protettiva.
ESPERIENZA IV. - Crolli Angelo, soldato di fanteria, è affetto da adenite inguinale destra che data circa da otto giorni. Si è presentato il giorno 30 novembre con un tumore glaudolare piuttosto considerevole con traccia manifesta di suppurazione alla quale si dà esito il giorno stesso.
NELLA CURA DELLE MALATTIE VEN'EREB 307
30 Novembre. - Spaccato il grosso bubbone esce molto pus mi sto a sangue e sotto si notano molte glandole indurite ed infiltrate le quali non possono essere asportale per le sofferenze del malato. Si lava accuratamente -e si applica polvere di alumnolo ed amido a parti uguali.
1 Dicembre. - Si ripete la medicaz:one.
4- Dicembre. - Si asporta un grosso pacchetto di glan-dole. Si ripete la sei ita medicazione ,
8 Dicembre. - Si asportano parecchie glandole enormemente ;nfiltrate.
13 Dicembrs1 . - La suppurazione è assai dimiuuita -e il bubbone - procede benissimo.
-13 Dicembre. - Non vi è più suppurazione. Si sospende l'uso dell'alumnolo e si applica una semplice medicatura occlusiva al sublimato corrosivo.
ESPERIENZA V. - Felini Francesco , soldato di fanteria, è afl'etto da adenite inguinale venerea che data da circa otto giorni. Si presenta il giorno H con uu piccolo bubbone molto dole nte e alla superficie esterna molto arrossalo . È manifesta la presenza di pus.
11 Dicembre. - Spaccato l'ascesso esce pus giallodenso non in grande quantità, misto a sangue . Si applica polvere di alumnolo ed amido in parti uguali dopo fatta un'ampia lava t:ira.
4 2 Dicembre. - Si ripete la medicazione.
13 Dicembre. - Non vi è quasi più suppurazione. Si las cia in posto tre giorni la medicatura.
16 Dicembre . - È guarito. -
ESPERIENZA Yl. - C.,. Nicola, ser gente di fanteria, è aJfetto da adenite inguinale destra che data da circa otto
. giorni . Si presenta il giorno 1 11 novembre bone grosso, alla superficie esterna mollo arrossato, oltr modo dolente. Palpando si avverte chiaramente il p sotto raccolto.
111 Dicembre. - Spaccato il bubbone esce molto p e sangµe mischiati. Lavltture antisettiche, applicazion di polvere di alumnolo ed amido a ·parti uguali, dicatura occlusiva al sublimato corrosivo.
112 Dicembre. - Si ripete la stessa medicatura.
13 Dicembre. - La suppurazione è molto diminuita.
115 Dicembre. - Si r-a.uterizzano leggermente i bordi con acido cloridrico.
,18 Dicembre. - Non vi è più quasi traccia di suppurazione.
20 Dicembre. - Si sospende l'uso dell'alumnolo A applica una sempl ice medicatura protettiva. È quasi com.. pletamente cicatrizzato.
Nella Cura Delle Malattie Veneree 309
· creti purulenti non forma croste che favoriscano il ne• se ' , . . . . t crno del pus e converte I ulcera 10 piaga d1 buona qua- r1s an. lità con tendenza ali~ cicatrizz~zione; d~po questo pe~1odo, . e rnecrlio la medicatura ali 10doform10 o con una miscela r1esc o di iodoformio, arislolo e ozoiodolo sodico. . .
3°. Che nelle adeniti veneree non suppurate, m1ettando una siringa di Pravaz di una soluzione ·1 °lo nel tessuto che circonda le glandole ingorgate e non ripetendo l'iniezione iù di due volte per sellimana, si è ollenuto la diminuzi~ne p . . . rapida del dolore e della tumefazione e m seguito, m un tempo abbastn nza breve il ritorno allo stato normale delle criandole infiammale. . .
4°, Che nei bubboni venere, suppurali, usato puro o più spesso unito ad amido in parti eguali, è un eccellente topico col quale presto cessa la -suppurazione, e la sup_er~c'.e suppurante assume in breve un beli' aspetto carneo rnd1z10 certo di pronla guarigione.
Dalle esperienze ora esposte si può rilevare:
I 0 • Che nella blenorragia acuta, l'c1lumnolo, purcht usato a dosi lievi e;s-2 %) secondo il grado d'acutezza delta malattia, dà risultati eccellenti, e la guarigione, ·ottenuta iD un tempo va1:io fra i sei ed i dodici giorni, è sempre com pleta e mai seguita da recidiva.
2°. Che nelle ulceri veneree, usato in polvere, puro, più spesso unito a parti egual i coÒ amido o anche in pr porzioI).e minore, presta ottimi servigi in principio della; malattia fino a che esiste secrezione, perchè sc:ogliendos·
5•. Che, considerato nel complesso della sua azione, l'alumn olo è in realtà una sostanza antisettica, astringente, non velenosa, priva di odore e di causticilà, dotata di azione profonda ed essicante, che si scioglie nei secreti purulenti ed impedisce la formazione delle croste e quindi il ristagno del pus e che non la-scia macchie sulla biancheria; per le quali ragioni, nella maggior parte dei casi è da preferirsi al dermatolo, che è insolubile nell'acqua, al tumenolo che òiffi cilme nte si riduce in polvere, e ambedue sono inattivi nei processi infiammatori profondi e lasciano macchie che resistono molto alla lavatura; all'eurofene, che ha cattivo . odore ed è irritante; al lisolo cho ha pure cattivo odore ed è instabile, caustico per certe mucose e dotato di una azione antimicrobica mollo problematica; infine all':odoformi°' che ha meno proprietà antisettiche, e non è as1ringente.,.
3i O L'ALUllNOLO NELLA CURA DELLE }IALATTlE VENEREE e a tutti questi corpi perchè con essi non si posson . . o s11t~ire preparazioni liquide se non coll'aggiunta di a~id solforico o con basi alcaline molto potenti. Terminando, sento il dovere di rin graziare cordial ·1 h. · · . ment& 1 c 1ar1ss1mo prof. Giuseppe· Cesari che dand · om· a· . . . , , 1 gra Ila osp1tal1ta nel suo .laboratorio di farmacologia sperimentale mi forniva i mezzi d'e · same necessari al compimento del!& mie esperienze.
LEGATURA DELL' ARTERIA ASCELL~RE IN ALTO
FERITA D'ARMA DA PUNTA ETAGLIO
CONSECUTIVA DISARTICOLAZIONE SCAPOLO- OMERALE
La rarità del caso, e la gravità non comune degli atti operativi coronati da felice esito mi decidono a comunicare ai colleghi questa storia clinica.
L'infermo si presentava io condizioni eccezionalmente gravi in primo tempo, più gravi ancora in secondo tempo, quando sul letto d'operazione non mancarono tutte quelle difficoltà che frequentemente si oppongono ad una demo! izione tardiva, ed il corso successivo della cura diede luogo a complicanze remote tutte superate senza spiacevoli conseguenze.
Tobia Antonio, soldato di 2• categoria, della classe 11863, nato e domiciliato a Palermo, di professione carrettiere, di temperamento sanguigno, di valida costituzione, d'abito sano con esuberante, nutrizione, il mattino del 25 aprile 1892, verso le ore sette trovandosi « in Piazza delle 13 vit-
3Jz LEGATl,RA DELl.'ARTEIUA ASCELLARE IX ALTO time » quasi alla porla dell'ospedale militare, in segui to a diverbio co!l un suo cognato, fu da questi colpito con arma da punta e raglio nella regione ascellare destra, e, vedendosi sc~rrere il sangue a fioui, di corsa si portò nell'ospedale , e giunto nella corte vi cadde svenuto. Accorso il medico di guardia ed accertatosi della lesione dell'arteria principale dell'arto, si curò di collocare il ferito sopra una barella e di arrestare la perdita sanguigna con la compressione digitale nel sito della ferita; aspettando aiuto dai colleghi, che in quell 'ora, coincidente con la visita mattutina, non potevagli mancare.
Si provvide con iniezioni d'etere al mantenimento della vita nel caduto ed al tempo d'apparec~hiare l'occorrente per un'operazione.
Fu il collega cav. Lombardo che mi presentò i ferri per operare quando io vi giunsi, perché dirigente il reparto chirurgia, e li sotto un porti.co, col ferito semivirn, assistito dai colle!{hi, alla presenza del direttore dell'ospedale cav. Guerriero, procedetti d'urgenza all'allacciamento della arteria ascellare destra al disotto della clavicola .
L'atto operativo fu praticato, come d'ordinario con incisione un centimetro e mezzo al disotto della clavicola e parallelamente alla medesima, per portarmi a raggiungere l'arteria nello spazio compreso fra i muscoli succlavio e piccolo pellorale. Le diflìcolt~ di questo alto operativo co nsistettero nella posizione in cui fui costretto ad operare (semicurvo per terra) e nella difficol tà di percepire col dito la pulsazione dell'arteria, cau$a là debolezza estrema dei moti cardiaci per la Yisto$a perdita sanguigna avveratasi prima .
Rianimato alquanto il ferito con eccitanti per via ipodermica e dello stomaco, si trasportò in una sala del reparto e, non es.sendo pos~ibile la ricerca dei tessuti lesi,
PER FERITA D'AR)IA DA PUNTA E TAGLIO
ercbè l'infermo aironizzante e perchè, causa la perdita panauiana e la legatura dell'arteria, non si aveva emorragia S z, n yenosa, si riunì con punti di sutura la ferita della regione ascellare e si pose l'infermo debitamente in un letto. L'arto «ià divenuto freddo , verso sera riprese calore e lasciava ;perare il ripristinamento del circolo. Il 26 matti no l'arto era ritornato freddo ed in pieno torpore; una lieve reazione generale fu seguita da elevazione termica a 38°c nelle ore della sera; vi era già edema della mano e dell'avambraccio , ed il mattino del 27 si notò la presenza della gangrena nel limite inferiore del bordo della ferita del cavo ascellare.
Perduta così ogni speranza per la co nservazione del membro e ritenendo che ogni ritardo poteva compromettere la vita, ru proposta l'immediata di ·articolazione del ùraccio, ma, per ragioni non dipendenti dalla mia volontà, detta opera zione fu eseguita il mauino del 28.
La gangrena si era rapidamentA estesa sopra tlillo il braccio e l'a,·amhraccio, non era facile determinare fino a quale altezza i tessuti erano mortificali ; sembrava risparmiata la spalla e si pensò di praticare l'operazione con lembo deltoideo, che tanto bene si presta per riempire lo sfondato del cavo articolare; ma. sollevato il lembo, mi trovai di fronte all'.invasione gangrenosa di quasi tntti i muscoli e fui costrello ad eseguire l'asportazione di tutti i tessuti che sembravano alterali, conservan fi o il lembo cutaneo.
La sera del 28 elevazio ne termica a 4-0°,3 c. con delirio, polso strello e celere (120 pulsazioni al minuto) respiro accel erato, pelle calda coperta di abbondantissimo sudore, fisonomia alquanto a nimata, lingua coperta da intonaco bianco, ano ressia, urine scar$e e rosse, costipazione ven-
LEGATURA DELL' ARTERIA ASCELLARE IN ALTO
trale, delirio vigile. La gangrena proseguiva il suo mento attaccando i muscoli pettorali, grande e piccolo r tondo, sopra-sollo scapolare e gran dorsale.
L'ammalato sempre delirante nelle ore della sera e della nolle si rianimava il mattino dopo profuso sudore.
Fu necessario praticare delle grandi ed estese aperture onde avere libero campo per le medicature ed asportazioni delle parti gangrenate, e la naftalina riusci di grande giovamento adoperata con criteri molto larghi.
La notte del 3 al .i, maggio, quando si credeva superato il pericolo massimo deUa ~angrena, un'apprezzabile emorragia si verificò nel sito ove era stata praticata l'allacciatura, per erosione di un vaso secondario, ma media nl& la pressione digitale prolungata esercitata sopra la succlavia, ed una fasdatura compressiva, la perdita sanguigna noa ebbe seguito.
La Tobustezza dell'individuo. l'assistenza rigorosa e vig il~, i tonici, portarono a ttlrmine l'evoluzione gangrenosa . Scoperte in primo tempo due costole e quasi tutta la scapola; rimasta in secondo tempo la metà inferiore della scapollli necrosata, fu asportato il sequestro e l'individuo guarì com~ pletamente.
La sezione dell'arto amputato permise rilevare che lo: strumento vulnerante aveva reciso l'arteria e la vena asce! lare unitamente al nervo mediano.
Gli ammaestramenti che si ricavano da un caso cli ni così importante sono varii, e pria di tutto si è quello 1: non bisogna mai disperare della vita dell'individuo eh sembra esausto per emorragia, . perchè l'azione pronta cosciente ed alliva, può benissimo salvare un ferito da ce morte. A ciò tien dietro la questione sulla indicazio ne del l'amputazione, perchè una cieca confidenza sulle risor ,.
PER
FERITA o·ARllA DA PUHA E TAGLIO 315
della nat ura , può indurre il chirurgo ad imprudenti tentativi di conservazione.
La gangr ena rappresenta la più oHia indicazione delle amputazioni. riconosciuta fin dalla più remota antichità. Però, sotto il punto di vista della medicina operatoria, bisogna distinguere la gangren a da causa interna da quella da causa esterna. Nella prima sorge l'indicazione quando la causa che r ha prodotta ha terminato di agire e son limitati i suoi guasti . -
« Se la ~'angrena, dice Billroth, ha invaso pic::ole o grandi , sezioni delle membra, com~ suole nelle differenti varietà << di gangrena spontanea e senile, io vi raccomando calda« mente di non intraprendere cosa akuna prima che la linea « di demarcazione non sia comparsa ». Si può fare eccezione a queslo precetto quando il chirurgo ha riconosciuto come cansa della gangrena l'oblit erazione dell'arteria principale del membro e sia sicuro di cadere sull'arteria pervia e sana.
[n tal caso la pratica dei grandi ch irurgi è di non perder lémpo, e Sédillol, dietro risultalo favorevole di un'amputazione di coscia per gangrena spontanea al piede estesa sino al poplite, dice :
« Senza dubbi<' l'arterite può manifestarsi sopra un ~llro « punto del corpo; ma nessuno può es-;er certo in prece« <lenza, frallanto si guadagna del tempo, ed il mio ammalato « operato nel 1860 sta ancora bene ( 1865) 1,.
Però, quando la gan!{rena continua a progredire e minacc 1a di estendersi al tronco, coovienP- praticare l'amputazione, come consigliano Dupuytren e Larrey nei casi di gangrena traumatica, perchè la gravezza della circostanza lo impone (Nélaton).
~ella gangrena dipendente da causa esterna l'indicazione
3·16 LEGATURA DELL'ARTERIA ASCELLARE IN ALTO, ECC. varia, perchè non sempre si possono riconosc·ere i limili fin dove le diverse cause hanno prodotto la loro azione.
Nelle grandi contusioni ordinariamente le conseguenze vanno al di là del punto meccanicamente offeso, ed allora bisogna attendere la demarcazione.
Quando la gangrena tien dietro alla legatura d'una arteria, t'aspettare la limitazione giova pure, perchè in virtù del circolo collaterale parzialmente ristabilito, si potrà rispatmiare parte del membro. Ma quando si conoscono con precisione i limiti d'azione causale, aspettare la separazione è tutto tempo perduto non solo, ma tempo utile consumato a danno del paziente, perchè, amputando al disopra, si toglie a tempo un centro d'infez;one e si è sicuri di ca_dere su parti sane.
Nel caso nostro erano chiari i sintomi riferibili ad una gangrena per arresto di circ9lo venoso, la perdita dell'arto era inevitabile ed ogni ritardo nella demolizione comprometteva la vita del malato. Convinto di questa indiscutibile necessità, ho proposto a tempo l'enucleazione del braccio che, quantunque tardivamente eseguita, pure vita del ferito.
Caserta, li 5 gennaio ,J894..
CONTlll.BUZIONE ALLO STUDIO
FERITE D'ARMA DA FUGGO AL CAPO
Confùrenza letta nell'ospedale militare principale di Piacenza il l6 dicembre l893 dal dottor Giuseppe Madia, tenente medico.
La storia clinica che ho l'onore di rìferire non è certo fra le più comuni, e de.sta il massimo interesse per la specìalità del caso .
Il gio rno 8 gìugno u. s.., alle ·ore ·13 ' / ,, veniva rjcoverato in questo sped.ale Bertucci Cesare, caporale nel reggimento cavalleria Aosta (6°) ìl qltale, da informazioni assunte, risulta che, 1O mìnuti prima, a scopo suicida, si aveva esploso un colpo, con la rivoltella di ordinanza, alla tempia destra.
I primi a vis itarlo furono l'cf{jciale medico di guardia ed il signor direllore, il quale, constatata una grave ferìta d'arma da fuoco alla sopradetta regione, dì figura circolare, del diametro di 7 ad S millimetri, con margini depressi e lìvidi (foro di entrata) circondata da un alone nerastro,. prodotto dagli effetti esplosivi ' . ed alla tempia sìnistra un 'altra ferita circolare, con margini frastagliali e sporgenti (foro di uscita), praticata opportuna medicatura, fece trasport:rre il ferito , coi dovuti riguardi, al reparto chirurgia, ove io, in quell'epoca, ero assistente del signor maggiore Gozzano. Si pensò applicare la vescica col ghiaccio sul capo, :;orvegliare il ferito per limitargli i movimenti volontari ed iovolootari; meolre poi, per la gravezz.a del caso, se ne aspellava da ·un momento all'altro la morte.
Era il Bertucci di buona costituzione fisica, di temperamento io prevalenza linfatico.
Aveva il volto edematoso e pallido, le palpebre superiori fortemente tumefalle e di colore azzurrognolo oscuro, dalla· cavità nasale sgorgava abbondante sangue rosso vivo; come pure sangue aggrumato, nerognolo, di tratto in tratto, veniva fuori dalla bocca mediante conati di vomito.
Il ferito allegava gran dolore al capo, al collo, ove, nella parte anteriore, notavasi la pelle arross :1la e sensibilissima al tauo.
Aveva integra la coscienza, e riferiva l'accaduto con senso d'indifferenzn, con ·p:1rola abbastanza bene articolata, ma stentata assai.
Non si ebbe a constatare nessun si ntomo nervoso: i movimenti di tulio il corpo, trdnne del capo, erano completi e facili .
La notte non dormi, ma fu ~almo; prese del brodo, del latte e pezzi di ghiaccio.
Il giorno seguente si rimosse con delicatezza la medicatura, onde completare l'e.;ame locale.
Richiamò sub:to J'at.tenzione lo stato delle regioni 1emporali.
Infatti, a destra, notava~i il foro di entrata del proiettile a 5 o 6 mili. in avanti della metà di una linea la quale dall'inserzione del margine superiore del p:idiglione dell'orecchio viene innanzi a finire sulla rima palpebrale esterna. A si -
DELLE FERITE D' ARllA DA FUOCO AL CAPO 319
oistra il foro di uscita trovavasi da 3 a 4 mili. più in basso ed in avanti del sopradescrillo.
1 tessuti di dette regioni erano tumefatti, e non v'era traccia alcuna di suppurazione. Le articolazioni tempororoascell :i ri non furono fratturate , nè lussate, però le mascelle potevano appena diraricarsi, riuscendo tale funzione assai dolorosa.
La sensibilità cutanea generale, l'acustica, la gustativa erano conservate: abolita l'olfattiva; la visiva non potette ò,servarsi perchè le palpebre erano cosi fortemente edematose, da non permetterne, anche meccanicamente, la divaricazione.
la temperatura era notevolmente bassa (36° 2), le pulsazioni 63 al minuto e 23 le respirazioni .
Mediante applicazioni di compresse bagnate in soluzione tiepida all'acido borico e scarificazioni sollo congiuotivali, il turgore delle palpebre supériori diminuì t?nto da permettere l'esame funzionale della vista, dal quale si rilevò abolizione completa_della facoltà visiva, in ambo gli occhi, tanto da non distinguere la nolte dal giorno.
All'esame obiettivo si notò: iperemia da stasi delle congiuntive sia palpebrali, che bulbari; i bulbi immobili e spostati avanti, quindi esoftalmo. A destra la cornea era integra, e permetteva osservare leggero vers::i mento sanguigno nella camera anteriore e ddormazione del forarne pupillare, il quale. oltre all'essere midriatico, aveva il diametro trasverso maggiore clel longitudinale, e l'iride era più contratta nel suo lato esterno. A sinistra la cornea era anche integra, lucida e lasciava osservare l'iride paralitica, di colore normale ed il forarne pupillare midriatico, e di forma , come suol dirsi, :id occhio di gatto: .
Ossservato con l'oftalmoscopio il fondo oculare, si è ri · scontrato distacco retinino (per sollevamento) totale ambo gli occhi, accompagnato, a destra, da limitato pr cesso emorragico. Dopo alquanti giorni, nello regioni le porali, cominciò a mostrarsi rosso il colorilo della pelle, non tardò a formarsi la suppurazjone, alla quale, d esito mediante piccola iòcisione, a destra si trovò commis a molti granuli di polvere pirica combusti.
Previe lavande antisettiche e medicatura all'iodofor • si stabili la cicatrice.
Dopo un mese di degenza all'ospedale,- le palpebre ae quistarono . la forma primitiva; ma i bulbi sgombri del più piccola iperemia congiuntivale, cominciarono a dim nuire gradatamente di volume, e dalla consistenza di co duri che alla palpazione presentavano pochi giorni do dal ferimento, passarono tosto alla consistenza cedevo) molle.
La fase degenerativa dell'atrofia destra che a sinistra.
Le mascelle, con J'esenizio della masticazione, arriv rono a potersi divaricare qnasi 2 cent. e. mezzo.
L'infermo non ha mai avuto febbre, è stato sem calmo, ma di calma malinconica ; affezionato con dimosl zioni di riconoscenza a coloro che si mostravano prem rosi della sua salute, fiducioso -sempre che l'arte saluta · gli ridoniisse la vista. Ma questa fu avara, ed in lui minciò la rassegnazione, dicendo di quando in quando del preci, tenendosi strello fra le mani un crocifisso, offerto dalla suora di carità.
Dopo 3 mesi di cura, ·nel sellembre scorso, fu rifo rm per cecità in ambo gli occhi, ed ora trovasi ricoverato un ospizio di beneficenza mantenuto dii. frati.
Resta ora a <lomand-arsi, quale via ha percorso il proietti
DELLE FERITE D' ARlfA DA FUOCO AL CAPO
della rivollelh1? Perchè il Bertucci non morì dopo che un pezzo di piombo gli aveva perforato le tempie'!
Certamente che, se il proiettile si fosse conficcato a 5 0 6 mili. posteriormente ed in alto .al silo innanzi descritto, per la disposizione della grande ala dello sfenoide, e per la sua sottigliezza, sarebbe entrato nella cavità cranica, perforando l'estremità anteriore dei lobi medii del cervello, recidendo così i nervi ottici. In tal caso la morte sarebbe stata pressochè istantanea .
)la invece, dai dati anatomici e clinici, la via percorsa dal proiettile, studiata strato per strato, e d~\ destf!a a sinistra è stata la segu.ente : pelle, conoellivo sollocutaneo, aponevrosi epicranica, muscolo auricolare anteriore, aponevrosi temporale, muscolo crotafite; poscia, perforando la grande ala dello sfenoide nella sua parte anteriore, il proieltile è pen etrato nella ca vità orbitaria destra.
Ciò che ora interessa stabilire è in che punto dell'orbita esso è passato.
Ebbene, il foro di entrata ho detto che si trova 6 mili. in avanti della metà di una linea, la quale dall'inserzione del margine superiore del padiglione dell'orecchio di destra, viené innanzi a terminare alla rima palp~brale. Aggiu ngo che deua linea .nel Bertucci era di 8 cent., proiungata / però fino ad un'altra linea, tirata tangente alla cornea, in guisa da formare con la prima un'angolo retto.
Ora, se si riflette che j[ diametro antero-posteriore del bulbo, in un giovane a 2? anni è, secondo il Sappey, di 24,6 mili ., ammettendo altri 4 o iS mili. di spostamento in avanti per l'esoftalmo riscontrato; possiamo, senz'altro, stab ilire che il pro iettile è passalo mezzo cent. circa dietro del bulb-o a destra, e. poco meno a sinistra. Ma ciò non
C0.)iT8IBUZ10NE A LLO STUDIO
basta: bisogna conoscere se è passato sopra o sotto il nerro ottico, se l'abbia contuso, o addirittura reciso.
È da escludersi che il proiettile sia passato sopr~ il nervo ottico, e pel rapporto topografico del foro di entrata col decorso di esso nervo, e pel conservato moviment~ dell~ palpE;lbra superiore, e per la funzione della gia nduia lagrrmale, la quale riceve innervazione dal ramo della 1 a branca del 5° paio (nervo lagrimale) che, nell'orbita se ou e il margine superiore del mùscolo retto esterno.
Non dico del retto superiore e del grande obliquo ch e certamente saranno stati risparmiati per la stessa raO'ione . " ' ossia per essere situati in alto.
Vediamo ora se il proietlile avesse potuto penetrare ne l mezzo del carn orbitario, recidendo o contundendo il nervo ottico.
. È mio parere che il proiettile sia penetralo un poco più m basso della metà del cavo ·orbitario, non recidendo il nervo ottico, ma contundendolo assai, e ciò per le seouenti . . " rag10n,:
1° per il rapporto di posizione fra il foro di entrata del proiettile e il decorso del nervo ottico, il quale si troverebbe piu in nito;
2° per la notevole spessezza della guaina esterna del nervo ottico, per la sua resistenza, mobilità , forma roto nda ' superfìce- assai liscia;
. 8° per la fase atrofica del bulbo, la quale si è iniziata abbastanza tardi, dall'avvenuto traumatismo:
4° è infine conoscit1lo dalla chirurgia di gu;rra cb e, nelle _feri_te di arma da fuoco in generale, sono q uas i sempre rispettati i fasci nerveo - vascolari .
Da ~iò si può dedurre che, il proiettile è passato slìoran~o il nen'? ottico, contundendolo fortemente per la com-
DELLE FERITE D'J.RllA DA FUOCO AL CAPO 323
pressione esercitala pa~,;ando per quei tessuti, recidendo quasi i dne terzi inferiori del muscolo retto esterno, recidendo i nervi ciliari, il ramo del 3° paio che va al pie.colo ohliq uo, il muscolo retto inferiore, retto interno, attraversando l'etmoide, e recidendo le arterie etmoidali ch e . ' portarono la benefica emorragia alla quale si deve, in gran parte, se non perde LI e la coscienza .
Il proiettile, a sinistra. ba seguito quasi la stessa via ehe a destrn, éon deviazione di nessuna importanza.
L'immobilità dei bulbi si spiega per lo stiramento in a va nti di es:;i, prodotta d:11la forza centrifuga e.;ercitata dal pro iettile, nelle cavità orbitarie.
La dilatazione delle pupille, la -perduta sensibilità dell'iride, dipende, sia dalla recisione e contusione de.i n~rvi .ciliari, sia perchè contraendosi essa sotto l'influenzi). di un'azione riflessa, questa influeoz:i dev'essere portata sulla retina, la quale, nel caso in discorso, essendo distaccato questo mezzo di lrasm:ssione delle sensazioni (distacco retin ico) l'eccitamento al cervello non poteva essere trasmesso, quindi l'azione sull'iride, per mezzo dei nervi del 3° pa io, -0el gangi io oftalmico e del nen•o cii iare non poteva compirsi .
E con ciò finisco, ringraziando il mio capo reparto, peressermi stato prodigo di consigli.
Nuovo Metodo Di Cura
Tubercolosi
Per il dottore Caras•o Gio..-anni Mich e le, tenente colonnello medico, direttore dell'ospedale militare di Genova - - - -
•PA.RTE I.
La vecchia terapia nella tubercolosi polmonare.
La vec~h ia terapia aveva riconosciuta la sua impotenza d" fronte alla tubercolosi polmonare. I medici della prima metà di questo secolo ritenevano infatLi che i mezzi atti a render robusto l'organismo fossero i soli ch e potess,ero arrestare i fatale progresso di tanto terribile morb o. A nessun medicinale es si riconoscevano una virtù diretta s u questa malattia E, a dir vero, le cure climatiche, la dietetica e le regole igie ni che, saggiamente applicate, davano i migliori risulta· Quindi le somministrazioni dell'arsenico, del fosforo, dello.: jodio e del zolfo si faceva bensì con una certa fiducia, m solo nell'inlento d'influire sul ricambio materiale, attiva ndo!
La terapia moderna nella tubercolosi polmonare.
Nella sec.onda meta del nostro secol o fu provato il carattere infettivo della tubercolosi, e gli studi degli sc ienziaJ.i, secondo l'indirizzo dato dal Villemin, , furono coronati dall grande scoperta del Koch .
NU0\'0 li.lTODO Dl Ct.:RA DELLA TUBERCOLOSI POLllONARE 321>
Per essa venne stabilito che l'origine, l'estensionf' e la diffusione della malattia ri chiedono la presenza e la moltiplicazione del bacillo specifico. D'allora la terapia della tubercolosi polmo nare entrò io una nuova fase. Uccidere il bacillo, neu tralizzarne almeno il potere tossico, rendere l'organismo resistente al suo sviluppò, furono gli scopi i quali essa tentò di raggiu ngere.
Per soddisfar e alle due prime indicazioni si r icor~e a~li antisettici. Qui si compendia tutto il nuovo indirizzo della terap ia e della profil assi nelle malattie microparassitarie. In qu esto campo però i risult.ati furono fino ad oggi inferiori a quanto era giustificato ripromeller:.i, specie dopo le felici applicnioni delle nuove vedute alla chirurgi.t .
Nonostante i più pazienti ed accurati studi, non si è riuscito a ncorn a poter somministrare un antiparassitario di sicuro efTe t~o lit dove sono più completamente noti alla batteriologia i mi crorganismi efficienti la forma morbosa - carbonchio, febbre ricorrente ecc. mentre dagli empirici ritrovati ebbimo da tempo alc uni specifici : chinino, mercurio, salicilato di soda - là dove non si aveva veruna conoscenza dei mi crorga ni smo patogeno.
~ella cura della tubercolo si polmonare si usarono più parti co larmente qn:isi tutti i medicinali di potere antisettico, ed all'uopo si iniziarono nuovi studi e si addivenne ad una nuova clas sificazione dei medesimi. Dalla loro applicazione è derivato un sicuro metodo di pro61ass i.
Le fonti più comuni di infezione, cioè gli espettorati dei tisici, il latte delle vacche tubercolotiche e le carni degli :i.ni~ali affetti da tubercolosi possono essere direllamente attaccate ed inaridite. Ma l'attuale osservazione clin ica ha stabilito che un antiparassitar io, innocuamente somministrabile, che abbia azione sicura sul processo tubercolare iniziato, non si possiede ancora.
l1ET0D0 Dl CURA
Per quamo poi co ncerne la terza indicazione, quella dr rendere l'organismo resistente allo svil uppo del hacitlo del Koch, se da nn lato le regole igieniche e profilattiche no n hanno perdu to nulla dell'importanza da luogo tempo ricon osciuta, dall'altro lato sono parziali e non definitivi i r isultati delle inoculazioni, praticate con diverse sostanze, allo scopo cii rendere l'organi,:;mo terreno ste ril e per il bacillo della tubercolosi, e quindi prevenire o curare l..l. malattia.
Risultatidellacura.
Lungo e superfluo. poichè sono cose note agli studiosi, sarebbe il rianlare la storia delle somministrazioni fatt e, pe rdiverse vie, di svariate sostanze, nella cura della tubercolo si polmonare cogli intenti di sopra enunziati. Diremo qui ndi hreYemeote solo delle più recenti ricerche, instituite dopochè venne dal Koch proposta la tuber~olina.
Questa breve rassegna. benchè incompleta, è necessaria pe r giustificare le nostre conclusioni snlla terapia della tuberco · losi, che potrebbero per avventura sem brare troppo rigorose , e per ch iar ire il concetto secondo il quale fu applicato il metodo che proponiamo.
CuradelKoch.
Il giorno 4 agosto 1890, nell a seduta generale del X Congresso medico internazionale in B&rlino, il prof. Koch comunicò la scoperta della sua Iiufa contro la tubercolosi, e nel giorno 13 del successivo mese di novembre pubblicò i ris ultati ottenuti nell 'uomo coll'uso ipodermico di essa. I l Koch ne r iconobbe l'azion e specifica nei processi tubercolo si di qual unque specie. La giudicò inoltre un sicuro mezzo dia-
D~LLA TUBERCOLOSI POL~O~ARE 327
t ·co nei casi dubbi. Gli ammalati affetti da tube r colosi gnos 1 ..
lmonare nello stato iniziale non avrebbero presentalo pm po . d.
I O si ntomo della malattia in capo a 4, - 6 settimane I cura, a cu · I · er cni si potevano ritenere guariti. Sarebbero ino tre m1\orati notevolmente e quasi p-uariti anche quelli che erano g!Tetti da tubercolosi polmonare con ca,·erne non troppo a ct· '1 00 si manifestò per ~ootro alcun miglioramento abgran ,.., . . . . . bietLivo, quantunque iosse d1mrnu1ta I espeltora1.1o~e, e lo stato generale si presentasse più soddisfacente , negh amm~lati i cui polmoni contenevano caverne numerose e grand1 .
Il Koch conchiuse che il metodo di cura da lui ~ro~o.sto gu«risce con certezza la tubercolosi polmonare 1o c1p1 eote ed anche quella non molto avanzata. Egli dichiarò di non po_ter escludere te recidive, le quali però potranno_ pur esse '10cersi co l rimedio, del quale indicò la pr ovenienza ne_l N. 3 anno 1891 della Deu tsche ,lfedicmische
ll'ochenschri(t
(1).
~eÌ grandissimo numero di tubercolotici ch_e da oin1 parte di Europa accorsero io Berlino por sottopor.si alla cura_ de~ Koch, i medici del luogo e quelli espressamente recat1v1s1 di fuori, ebbero campo di osservare l'applicazione del nuovo metodo e di farsi nn concetto del suo valc1re .
I l Guttmann riferì intorno a due ragazze affette da tubercolosi polmonare, le quali miglior aro no assai colla cura del Koch (?). . .
Il LeYden con chiuse che il metodo è molto violento e richiede ~molta circospezione . ~l anifestò la spera nza che I~ scoperta del Koch avesse dato uno specifico capace d~ aumentare il nnmero delle ~uarigiooi della tubercolosi in iziale. Egli fu d'avviso però che la linfa del Koch non può
(ll Vedi fa ~temori '\ del m:i:i:giore medico d~ttor SYOR~.t. , pubblicata nel Giornale me.lico àet 11. uercito e della R marmG, gennaio lS9t.
(i ) SroRZA, loco citato
Metodo Di Cura
da sola dare i buoni risullati, ma che sia neces5aria anche l'applicazione di altri mezzi curativi. Nè considerò il potere diagnostico della linfa come assoluto, poicbè, sebbene eccezionalmenLe , pure vi sono tubercolotici che ad essa non reagiscono, ed altri non tnbercoloLici che reagiscono (11). _
A qualche illustre medico che visitò la maggior parte dei maiali ch'erano in cura nelle cliniche e negli ospedali di Berlino nello scorcio dell'anno ·I890, i ris ultati QUenuti colla linfa del Kocb non sembrarono superiori a quelli che si banno dalla comuue farmacoterapia, anzi inferiori a quelli che si ottengono colla cura climatica. Molti dichiararono che se gran numero di ammalati erano migliorati col nuovo metodo di cura, nessuno poteva dirsi completamente guarito, occorrendo perciò stabilire pareccni anni di O!-servazione e di cure.
Lo Sforza non vide verun caso di lupus completamente guarito, sebbene tutti gli individui affetti presentassero i più manifesti miglioramenti, ed è da - notare che appunto nel lupus si erano ottenuti i migliori risultati(~).
Il Lister destò molte speranze sulla cura del Koch colla leuura fatta al Kings College Hospital (3). In essa parlò degli effetti della linfa del Koch nei tessuti affetti da tubercolosi, del suo grande valore diagnostico, della potente influenza curativa Sostenne la possibilità del riassorbimento del tessuto tubercolare morto, per effetto della cura colla linfa. in qualunque parte esso si trJvi. Espresse il parere_che quantunque i bacitli restino in vita, secondo Koch, la tubercolosi può guarire, potendo essi non più trovare un adatto terreno nei tessuti sani, e potendo venire allontanati, sebbene non sempre, i tessì1ti morti che li racchiudono, col trattamento ..chirurgico.
(() SFORZA, loco citato.
(2) SFORU, loco citato.
(3) s,oau, loco citato.
DELlA TVBERCOLOSJ POLMONARE
In sullo scorcio dell'anno 1890 il Guttstadt pubblicò il riassunto delle relazioni scientifiche delle principali cliniche e pol icliniche prus~iane sulla cara òel Koch contro la tubercolosi, diretta a S. E. il ministro per l'istruzione pubblica di Berlino. In esso riferì intorno a 2'172 tubercolotici sottoposti alla cura di iniezioni della linfa Koch.
Riguardo alle tubercolosi polmonare si erano ottenuti i seguenti risultati (1): li Guttstadt fece notare che alcuni dei curati avevano anche tubercolosi di altri .organi, od erano afletti da altre malattie. Le cifre del suo riassunto, indicanti la proporzione di quelli in cui avveniva la reazione dopo le iniezioni, o che si si riferivano ai tub.ercoloLici ed ai non tubercolotici, confermarono che il v,,lore diagnostico della linfa Koch, sebbene in misura eccezionale, non è tuttavia assoluto . Dalla sua relazione appari inoltre la varietà delle opinioni dei clinici prus-
(lJ Non di tutti' i cura ti è rÙerito l"e;ito della cura, che per alcuni era a11cora in corso all'epoca della re!azione.
NUOVO MlffOCO' Ol CURA siani tanto sul valore diagnostico del rimedio, quanto sulla: sua azione cnrativa. Ciò forse era in dipendenza del breve - periodo degli esperimenti ( 'I).
Le speranze desl nte dalla apologetica lettura del Lister subirono intanto una scossa violenta dalle ricerche anarom opatologiche del Virch 0w, comunicate alla Società medica berlinese il 7 gennaio 1891 , le quali v:ilsero ad attutire gli entusiasmi dei fidenti nella vir tù della linfa del Koch. Il grande anatomo-patologo tedesco stabilì che l'azione del rimedio si manifesta nelle parti affette con irritazione intensa. I tubercoli non mostrano alcun processo regressivo, alcuni di essi apparte ngono a quelli che soglic,nsi considerare come recenti I come iniziatisi in un tempo che non rimonta al di là del principio della cura, e si può supporre che sieno sorti per processo metastatico dei bacilli. Si osservano polmoniti caseose prodotle da materiale divenuto libero per processo di distruzione, e non espettornto; hensì assorbito. Il Koch aveva dichiarato che muoiono i tessuti tubercolari e non i bacilli. Il Yirchow ammise l'azione distruttiva della linfa, ma non la !:>sservò ovunque (2j.
Nei numeri 3, i, 5, 6, 7, 8, 9 anno 1894 della Berliner klinisc/1,.e Wochensch ·rift, il Virchow espose le alterazi oni analomo- patologiche riscontrate nei cadaveri di individui tubercolotici sottoposti alla cura del Koch. Rispose al Neisser intorno al valore dei preparati presentati ali' Accademia e rie · comunicò dei nuovi, confermando con essi le conclusio ni esposte nella precedente circostanza. Egli ·dichiarò che il rimedio:
1° Non uccide i bacilli;
.2° Non modifica il tubercolo:
(! } SFORZA, loc. cit. marzo 1891.
(:i!) SFORZA, loc, cit.
DELL~ TUBERCOLOSI POLMONARE 33,,
3° Distrugge più facilmente il tessuto infiammatorio che circo nda il tubercolo, e può in tal modo accelerare il processo di guarigione;
.4,• Può agire_ sul tessuto ca ;eoso incapsul ato. liberandol o, e r enderlo nuovamente nocivo
Confutò inoltre il Fraenkel, il qu:ile avevagli mosso alcune osserl'azioni intorno al tempo in cui pre,;umibilmente eransi svi luppati i tubercoli riscontrati nei Cldaveri coi caratteri propr ii a quelli di recente formazione. Dissentì pure dal medesimo, il quale dall'a~ione della linfa sul tessuto infiammatorio circondante il tubercolo ne aveva inferito il suo valore specifi co .
11 Guttstadt passò in rassegna le upinioui di molti clinici intorno al v.1tore diagnostico della linfa Koch.
I pareri di Leyden.: Gerhardt, Schultze, B ermer, Ebstein, Mosler, Striibing, Peiper, Weber, Quincke, Lichthein Fir.kler, Schreiber, Humpf, Gullmann, Olshausen, Frilsc~ non sono concordi per quanto concerne la tubercolosi deali I') orga.ni interni. Minore discrepanza risco ntrasi fra le opinioni dei clinici intorno al potere diagnostico della linfa Koch relativamente ,alle tubercolosi esterne, ove più spesso essa fu mezzo sicuro di diagnosi (1).
Nella clinica medica di Roma furono curati 50 tubercolo- · lici col metodo Koch. Il valore diagnostico ne fu riconosciuto, non però in modo assoluto . In torno alla potenza terapeut ica della linfa, si concbiuse come appresso :
11° Migliorarono ·le forme iniziali e. si potrebbero con siderare guarite, se la r ecidi\ra non fosse possibile;
2° Nelle forme avanzate, a deco rso lento, migliora- , rono le condizioni generali, persistendo inalterate locali; li Singlair Coghill (3) professore a Edimburgo, dalle sue numerose esperienze colla linfa Koch, trasse la convinzione che, come disse Ewald, co n nessun al tro metodo di cura si ha un miglioramento cosi rim1rchevole in on dato periodo · tempo.
3° ~elle rimanenti forme di tubercolosi , in alcune l'azione è favorevole, in altre è nulla, o dannosa ('I).
Dalle e3perienze cli niche col metodo di Koch, praticate nello spedale militare di )lon aco, il Yogl (2) conchiuse che anche amma lati non tubercolotici possono reagire alla linfa, seb. bene debolmente, e che essa può condurre con sufficiente sicurezza la tubercolosi incipiente sulla via della guarigione, colla cessazione dell'espettorato e colla sco mparsa dei bacilli .
Del pari il prof. Erlich, al Congresso internazionale d'igiene in Londra dichiarò che p:i ri grado di miglioramento sconosciuto con altri metodi di cura.
Il sopralodato Vogl ( 4) pubblicò i risultati dell'ap plica zione della cura di Koch ai tubercolotici dell'ospedale presidiario di l\Iooaco dal novembre 1890 a tutto il gi ugno 189l
Eccoli in riassunto: incipiente:
(4)
Il Yogl espresse il parere che da ta li risultati viene indubb iamente pro.ala l'efficacia terapeutica della linfa del Koch.
Il Renvers (1) riferi due casi cii ti,i laringea guariti ,:olla cura della tubercolina, menlre la tubercol osi polmonare coesistente, in un caso fu Len poco modificata, e nell'altro si aggravò in modo che produsse la morte del paziente. Egli ritenne che nel polmone l'azione del rimeJio sia nulla, perchè i tess ut i che si necroLizzano sotto la ~ua azione non si possono distaccare facilmente, come nelle tubercolosi esterne.
Il Klebs (2) espose come le sostanze che dalla tubercolina greggia vengono precipitate col cloru ro di platino e con i co~i detti r~agenli degli alcaloid i, contengo no i principii noci\'i di essa. La vera sostanza curativa invece è costituita dall'alhumosi, che rimane sciolla ne l precedente trattamento ed è precipitabile col!' alcool e preparabtle in istaio puro. Gli effett i. dannosi della tubercolina gregg-ia, e p iù a11cora dei precipitati da essa ottenuti col platino e con altri reaoenti ' e ' non si osserYano coll'uso dell'albumosi depurata, curativa, L'ales:;ina o tubercoli cidina. Essa però non è indifferentepE>rchè a dosi mollo alte produce stanchezza e dimagramento al principio della cura, compensato più tardi , nei casi favorevoli, e so sti1 uito da aumento di peso spesso molto rilernnt e.
Le sostanze nocive sono forse trasformazioni della microproteina, mentre la sosLa11za curativa è da considerarsi co me
(l) Soci•ta di me1icioa iotema di Berlino. - Tornata del 4 aprile f89t.
(!) Behandlung der Tuberkulo1e mit. Tuberkvlicidin , Amburgo e Lipsia.Ed. Voss• un secreto dei bacilli tubercolari. I~ forse questa la raoion • o e rer cm. rn dosi molto alte, la tubercolicidina dà accessi febbrili, di breve durata, i quali, diversamente da quanto si osserva nella febbre etica e nella infettiva, vengono tollerati senza speciali disturbi e cedono presto il posto, spesso "ià dopo un'ora, alla temperatura normale. ,..
Secondo il Klebs , colruso della tubercolicidina, i bacilli assumono nn aspetto granuloso, che indica trattarsi di forme degenerative e spesso presentano tratti deII'apparenza di on otricolo vuoto, appena colorato in rosso dalla fucsina. Inoltre i bacilli possono apparire disfatti in graou!i i quali-assumono la parvenza di micrococchi. Le sostanze nocive pirogene contenute nei bacilli sono rese libere dal loro disfacimento, penetrano nel circolo e determinano la febbre. Questa però ha carattere transitorio e, dopo cessata, ce5sa l'esaur:ìmento dell'organismo, il quale era dovuto alla febbre etica. Ciò avviene quando i bacilli sono tutti disfatti. Intanto è evidente che le sostanze dell'organismo subiscono una dimin uzione. Questa dunque s1rebbe un'azione diretta della tubercolicidina sui bacilli. Ma essa produce inoltre un'immunità transitoria, p~r ciò iocompleta, .agli animali inoculati preventivam ente. Anche qui .il Klebs crede probabile un'azione diretta della tabercolocidina ancora non eliminata dall'economia.
Anatomicamente il Klebs ha constatalo un disfacimento del tessuto tubercoloso, il che accade in spe1~ial modo in ca usa di un essudalo che si verifica nel tessuto affettò. La morte dei baciIIi, come pure un'azione della tubercolicidina sui tessuti del corpo, possono spiegare questo processo. Al Klebs sembra che la prima supposizione sia preferìbile, perchè il processo accade solo dove esistono bacilli tubercolari. El iminati questi, assumono energia i naturali apparecchi protellori dell'organismo.
DF.LLA TUBERCOLOSI P0L)I0~ARE 335
I risultati ottenuti dal Klebs nella cura della tubercolosi colla tu bercolicidina in 75 casi sono i seguenti:
Guariti. H, = ,18,6 o;.
Migliorati . 4-5 = 60 °/ o
Non migliorati 1 t = 18,6 ¼
Morti . 2 = 2,6 °lo
La maggior parte dei curati aveva grave o per Io meno rilevante tubercolosi polmonare. Nelle tubercolosi locali, non comprese nella statistica sopracitata, si ebbero risultati notevolissimi . Ouesti furono meno favorevoli · quando eravi grande infil~razione e sopratutto distru:tione, cioè formazione di carnrne e febbre eti~a . Nei casi più gravi il progredito marasma sembrò essere l'ostacolo più rilevante al miglioramento.
II Lnngermann (1) curò quattro casi di tubercolosi polmonare colla tubercolicidina. Egli non ottenne verun effetto rilevante, piullosto osservò un peggioramento, quantunque esso non fosse da allribuirsi alla cura. In qualche caso il processo tu~ercolare invase, durante la cura, parti fino ad allora immuni. Per lo più la febbre non subi notevole abbassamento. I l Langermann fu di parere che la linfa del Koch è un rimedio affatto innocuo, ma che non ha veruna azione suIIa malattia polmo~are .
Il Kinnicutt (2) scrisse che le indagini di Hunter, Klebs, Roemer, Buchner e di altri, le tante osservazioni cliniche fatte in ogni parte del mondo e le proprie esperienze nell'o_: spedale St. Luke di New- York, gli dimostrarono non esatte molte deIIe ipotesi e conclusioni originarie del Ko~h. Non fu però escluso che neIIa tubercolina sia contenuto un principio curativo che C?stituirebbe il principio attivo ciùina. Ma l'azione curativa non si verifica, come riteneva Koch, per la necrosi da coagulazione prodotta dalla tuberc lina, ma probabilmente per una stimolazione dell'attività cellul.lre.
(t) Deut. medie. Zeit., N. 9t, t892.
(!) New - York Med~al Journal, 21 maggio t89z.
Il Kinnicutt manifestò la speranza che si riesca a modi6.. care l'estratto od a prepararne uno analogo di azione speei-, fìca e curati,,a nella tubercolosi.
Lo Schofer (1) riferì 611 casi di tubercolosi accertata, net mao~ior numero, polmonare, con presenza di bacilli nelto sputo, curati colla tubercolina. Dei 6·1 casi, 29 erano di tubercolo.;i iniziale, 23 di tubercolosi avanzata, ed in 9 la ma., laltia aveva tanto progredito da non lasciar più veruna spe.. ranza di guarigione. I risultati furono i seguenti:
Casi 61 :
13 >H
Stazionari . » 7
Peggiorati . » '10
Erano ancora sotto cura n. 17 tubercolotici, cioè 9 dispe- rati, 7 con tubercolosi avanzata ed 1 col processo tubercoiare ancora nell'iniz io.
L'autore asserì che, nei tredici tubercolotici notevol me migliorati, dopo anni non esisteva più alcun sintomo mor • boso nel polmone, nè gli escreati contenevano più bacilli d Koch.
Il Polsch kowski (2) fece la relazione di 1t ammalati-, affetti da tubercolosi polmonare e sottoposti alla cura d Koch. l risultati furono:
Curati 14.
DELLA TUBERCOLOSI POL)fONARE 337
Guariti Migliorati 7
In tre casi la malattia era complicata ed il rimedio non veniYa tollerato. Nei guariti non si osservò più verun sintom o morboso ai polm oni, cinque mesi dopo la cura.
Il De Renzi ('I) colla cura del Koch non ·ha ottenuto verun ri_sultato positivo e favorevole nelle tubercolosi degli anim ali. Riferisce di una tubercolotica, che nel 1892 ebbe un notevolissimo beneficio dalle cure del Koch, essa fu nuov:amen,.Le sottoposta allo stesso trattamento, ma senza vantaggio, anzi con aumento rilevante della temperatura e dei bacilli nell'espettorato. L'insuccesso nella cura della tubf-rcolo si, anche coi nuovi rim P.di, spinse il De Renzi, come vedremo in seguito, a ritentare sotto forma più appropriata -qualche farmaco t:he già diede, in altri tempi 1 buoni risultati.
Abbiamo così brevemente riassunte le conclusioni cui furono portali parecchi clinici int•>r°no al valore della cura di Koch dopo di averla sperimentata. In parecchie cliniche ne fu provato .I' impiego, ma non crediamo opportuno di andare in traccia di quanto fu detto e serino sulla sua effic acia nella terapia delle tubercolosi, stimando sufficienti le opinioni sopracitate, per essere autorizzati a trarre qualche conclusione sull'argomento.
(i) Jl!i,nch. nied. IVoch. N. 34, 1893.
(2) Berline!' klin. lVoch, N 6, !893.
,f O Quantunque, come risulta dagli studi del Guttstadt, sia vi molta discr~panza intorno al valore diagnostico della linfa Koch nelle tubercolosi interne fra i diversi autori, tuttavia è -assodato che tale proprietà deve riconoscersi ad essa, sebbene ci siano delle eccezioni, le quali però sembra costituiscano una proporzione relativamente piccola. (!
Yktodo Di Cura
2° Secondo il Koch la sua linfa non ha azione bar.ili i, sibbene .mi tessuti tubercolari. La maggior parte degli autori passa sollo silenzio questo punto importantissimo . Lo Schafer afferma che i bacilli scompaiono, mentre il Oe Renzi n el caso soprari ferito Ii ha visti aument,1re durante la cura colla tubercolina.
Il Klebs propngna l'azione diretta della tubercolicidi na sui bai:illi. Questa :;ua asserzione ha certnmente un grande valore, ma s:1reùbe desiderabile che dalla maggior parte dei clinici si potesse avere la conferma dei fatti da lui espo sti . Ad ogni modo è permesso conchiudere che la linfa Koch non ha sui bacilli un'azione diretta ben constatata da tutti i clinici. Le ri cerche an:itomo-patologiche del Yirchow stnbilirebbero ' anzi che essa non possiede tale proprietà.
3• La tubercolosi polmonare iniziale e quella più avnozata con caverne poche e non grandi, sarebbero secondo il Koch portate alla guarigione col suo rimedio. I risultati di qu11sto furono molto lodati dal Lister. 11 Fraenkel lo considerò come il migliore rimedio e quasi uno specifico.
Il Singlair Coghill lo reputò pure il mezzò miglic>re di cura; così pure I' Erlich ne tesse le lodi. Esponemmo il favorevolissimo giudizio del Klebs sulla tubercolicidiua. ;\fa gli ammalati del Gutlmann migliorarono soltanto.
Il Leyden ottenne guarigione solo nella tubercolosi iniziale, come si verificò pure nella clinica di Roma, e nell'ospedale presidiario di Monaco, ove del resto gli ammalati furono quasi del tutto guariti.
li Renvers non constatò verun elTelto della tubercoli na su-I polmone . Il Langermana gi udi cò la tubercolicidina in-
DELLA TUBERCOLOSI POUONARE 3a9
110cu1, ma di nessuna azione sul processo tubercolare del polmone. Il Kinnicnll si mostrò propenso a ~re~ere che il proce~so curativo non consiste che nella ecc1taz1one del· J'attivilit cellul are. li · l)e Renzi non constatò veruna favorevole influenza sulla tubercolosi del polmone. Le ricerche ::na torno-patologiche del \' irchow misero ir. rilievo clie i tubercoli non vengono modificati, quant u nque l'azione della tubercolina si eserciti realmente sul tessuto infiammatorio ~he li ci rconda, agev<•lando cosi la guarigione.
In quanto ai dati numerici indicanti la proporzione dei ~uariti fr,l i curali, la statistica del Guttstadt non è molto lusinghiera, poichè su 932 curati, ne guarirono soltanto 1 O, e 9 di es,,i erano affetti solo da tubercolosi polmonare incipiente, ·I d1 tubercolosi polmonare mediocremente avan · 2 ,ta, nessuno da tubercolosi polmonare con caverne, non migl io rati 533. •
)leno scoraggiante è la statistica del Yogl, tuttavia è da notare che i buoni risult ati si ottennero solo nella tubercolosi incipiente in cui del res to si parla solo di ammalati guariti quasi del tutto, mentre dei 9 infermi affetti da tubercolo;i avanzata 5 morirono e i- non guarirono. La sta· tistica dello Scbofer è più favorevole, poichè da essa si può rilevare che i migliorati notevolmente, dopo anni non pre:;entavano più verun sintomo morboso, nè bacilli nel1'espeLtorato.
Soddisfacente è pure la statistica del Potschkow ski, poìchè, su 14. curati, ne guarirono 4-, migliorarono 7.
Queste tre ultime statistiche, del Yogl, dello Schofer e <lei Potschkowski non possono avere che un valore relativo in causa dell'esiguità del numero dei malati sottoposti
Dal Vogl
Dallo Schofer
Dal Potschkowski.
Totale 130
La statistica del Guttstadt quindi è quella r,he può t _ . d. d or nrre e1 ati di un valore maggiormente attendibile intorno ali' efficacia della tubercolina nella cura della tuberco!osi polmonare.
Sono più confortanti le cifre riportate dal Klebs intoro all'efficacia ·della tubercolicidina. . o-
Possiamo quindi conchiudere d.al sopraesposto che colla cura del Koch si ottengono delle guarigioni nella tube rcolosi polmonare incipiente, ma in proporzioni mollo limitate. Dessa ha pochissima azione nella tubercolosi polmonare avanzata, nessuna nella avanzatissima.
4° L'uso del metodo del Koch nella tubercolosi polmonare pare possa riuscire dnnnoso in qualc.he caso col mettere in libertà il tessuto caseilìcato incapsùlato, rendendolo. nuovamente _nocivo. Si svilupperebbero, in seguitoa tale fatto, tubercoli per processo metastatico e polmoniti cas~ose per materiale assorbito (Virchow). Così potrebberovenr~e spiegati i casi in cui l'ammalato invece di migliora re. peggiora durante la cura (infermo del De Renzi) ('I).
(i) 11 LOBFFLER (Cenfralblatt (ur Bakteriologie unà Para"tenk d N ! d' b •• un e, , n, icem re f89!), 10 ona nota ri ha fatto un appunto per la nostra asserzion& che la tubercolina del Kocb non ha <lato risultati positivi mentre secondo il prelodato professore diversamente apparirebbe dalle num,erose p~bblìcazioni :edesche, O~! f1ttto rlassun~o. o_v~ sono citati anche molti autori tedeschi, cbiaa~ente è dimostrato la d1spanta delle opinioni sul valore della linfa Koch c10 che non permette certo di eonchiudere che i risultati della cura sono q_~akhe P~ut~ accettati ~me positivi, vale a di re dimostrati. E qualche linea 1>1u innanzi s, era da no, scritto che i buoni risultati dei· metod· d. 11 t be 1 •• • • • • • 1 i curane a. u ~co 0,1 era_no parziali, c1oe non ottenuti da tutti, e· che si erano verificai.i solo m determmate c1rco,tanzc, cioé nelle tubercolosi iniziali.
Della Tubercolosi Polmonare 341
Creosoto.
11 creosoto fu molto adoperato e lodato in questi anni nella cura della tubercolosi polmonare.
Il Flint (1) lo adoperò per via interna e per inalazioni in ,t O casi, ottenendo buoni risnl tali quando l'affezione tubercolare dei polmoni era allo stato di inizio. Meno utile fu il creosoto nelle tubercolosì polmonari con presenza di piccole caverne. e poco o nessun giovamento arrecò in quelle con caverne g randi.
Nel lavoro del Flint la ricerca dell'azione del creosoto sui bacilli del Koch negli infermi sottoposti alla cura dì esso, è deficiente.
[I Beverley Robinson (2) usò pure il creosoto s'a amministrato internamente sia per inalazioni. I buoni . éffetti --Ottenuti gli parvero derivare da una benefica azione ' sui processi nutritivi e sui sintomi secondari. I suoi esperimenti non gli permfsero di trn rre una conclusione intorno alla influenza. antibacillare del creosote>.
In 93 casi di tubercolosi polmonare il Flint ottenne colla cura del creosoto la scomparsa di ogni sintomo fisico sol.tanto in due casi in cui il processo morboso era appena iniziato.
Il Sommerbrodt (3) riferì le storie clinich e di 9 ammalati di tubercolosi polmonare legg,era, e di 3 ammalati di tubercolosi polmonare grave, guariti o migliorati grandemente coll'uso int~roo giornaliero del creosoto .
Il Graham (4) riferì 228 casi d i tubercolosi polmonare
(t) New-York Alta. Journ., N. z3, Voi. Il, !888.
(!J ,,fmerican Jour,i. of the .4/eJ.. Scie11ru, gennaio l889.
(JJ Berliner klinische lVochenschrift, N. 43, f89t.
(4) The Therapeutic Gazette, i5 ottobre {89!.
DELLA TUBERCOLOSI POL~O~ARE 343
curati col creosoto, generalmente per somministrazione interna. Di essi ,f 92 appartenevano alla clinica ester na del Collegio Medico di Ieffersons e 36 alla clinica privata .
I ri sultati ottenni i furono i ~ego enti : Cl in ica esterna :
.Miglioramento temporaneo continuo .
» nessuno
Guarigione definitiva degli affeai da tubercolosi polm. al ·1° stadio Clinica privala:
Miglioramento temporaneo .
:. continuo
» nessuno
Guarigione definitiva degli affetti da tubercolosi polm. al ,1° stadio 57,8 ¼
L'autore espresse l'opinione. che il creosoto sia un fa rmaco di grande aiuto nella cura <lella tubercolosi poimonare e ne attribui l'efficacia alla sua virtù di migliora re le fo rze e la nutrizione nei pr:imi stadi della malauia é di ritardare la consunzione neglì stadi progrediti . ,\la non considerò il creosoto uno specifico e non ha quindi trascu rato nei suoi infermi, sottoposti alla cura del creosoto, la contemporanea somministrazione dei tonici dei ricostit uent i.
Il Kinnicutt (I) attribuì al creosoto la virtù di arre stare i processi di ferm e ntazione nel tubo digerente , tll nlo frequente nei tisici, di stimolare l'appetito e di facilita re la digestione, migliorantlo in tal guisa la nutrizione ge ne rale. Questo miglioramento della nutrizione, secondo l'a utore, spiegherebbe l'influenza benefica ·del ·creosoto nella r isol u- zione e nel riassorbimento degli essudati flogistici secondari nei polmoni tubercolo.tici. L,l sua azione locale antisettica e .stimolante influirebbe :mi processi catarrali semplici, che tanto spesso accompagnano le tubercolosi del polmone. li Furbrincrer (2) dicl1i;irò che da qualche anno ha cesn sato di ricorrere al creosoto nella cura della tubercolosi· polmonare. Egli è convi nto che nella metà dei casi il creosoto non ha veruna .azione, me ntre in un quarto nuoce perchè fa perdere l'appetito; e nell'altro quarto in cui riesce fav~revole, non dà r isultati superio r i a quell i della cura puramente dietetica. li) Società di ,lledicina qerlinese. Tornata del novemb re {89! .
Esso non avrebbe poi azione specifica, intendendo sollo questo titolo la virtù d'impedire lo sviluppo dei bacilli ·e di provocare un processo sclerotico riparatore.
Albu ('1) non riconobbe al creosoto un'azione specifica snl proce~so tubercolare . l buoni ,isultati ottenuti col su~ uso nella tubercolosi polmonare sarebbero unicamente quelli che si o:3~ervano nei ti:3ici tenuti a buon regime dietetico ed igienico.
Il Peter (3) espose come non basti uccidere il bacillo per guarire la tubercolo,i, perchè la malatti:1 è in trinsec,1, cioè deriva dalla proprietà dei tessuti di costituire un propizio terreno di coltura al bacillo tubercolare de l Koch . Quindi l'uso dei battericidi chi miei sarebbe. insufficiente per combattere questa malattia. Io fotli il Bouchard ~alcolò che basterebbero ' grammi 3,60 di creosoto per annientara tutti i bacilli di un uomo tubercolotico del peso di oO chiloorammi mentre il Burlereaux iniettò a tul>ercoloticì fi no "' a 4.0 grammi di creosoto in un giorno senza verun effetto.
(i) società di M,edicina berlinese Tornata del novembre i89!
(3) .41édecine iJ/oderne, N'. 54, 189!.
YETOno DI CURA
Secondo Peter le iojezioni ipodermi che di creosoto guari scono le scrofolo- lubercolosi perchè sono lesio ni tubercolari benigne. Le tubercolosi dei visceri invece non guariscono colla cura del creosoto per la via dello stom aco: infatti si è potuto constatare , durante la cura, l'insorgere della malatti a del Pott e della tubercolosi testicolare, nonché la ricomparsa dei bacilli nel!' espettorato.
Nè guariscono colla introduzione del creosoto per le vie aeree nel polmone ammalato, mediante le inalazioni, anzi non viene impedita la colonizzazione e la invasione dei bacilli io parti fino allora immum. Egualmente non han no avuto grande risultalo le iniezioni di creo soto, negli apici polmonari lesi, aurarerso le pareti toraciche. La via sottocntanea giova solo nell a scrofola e nelle tubercolosi locai i, cioè nei casi in cui la tera p ia di altri tempi era allrellanto efficace.
Concludendo, nelle tuberco lo si polmonari apirettiche il creosoto ha un reale valore, dim inuisce !'e spettorato e migliora i sin tomi generali, ma in questi casi si possono avere giovamenti a nche senza l'uso di medicinali, ma colle sempl ic i regole igieniche. Nelle tubercolosi viscerali di qua lche impor ta nza il creo5oto non agisce o produce effetti soltanto apparentemente ben efic i.
Dal Ludwig Frey (I) furono sottoposti alla cura di iniezioni sottocutanee di creosoto 114 ammalati, affetti da tubercolosi a dive rsi stadi. Egli avrebbe notalo diminuzione numerica dei bacilli negli espettorati, dopo le prime 20 iniezioni, ed in seg ui to, la scomparsa di essi. Assicura di aver avu to miglioramenti positivi ed anche guari gioni relati ve .
M. E!lrnan ed I. Popper (2) contrari am ente al Nevillet,
(I) Col~gio medico di Vienna. Tornata del 3 gennaio t 893.
(t) Wìen. med. Wocllen . , numeri 13 e t5, 1893.
D:ELLt TUBRRCOLOSI POLMO~ARE 34.5 opinarono, che non si ha verun vantaggio dall'uso del creosoto per clistere. La diarrea viene da esso aumentata con danno positivo dell'infermo . Nei casi poi di tubercoJosi avanzata in cu; i suddelli autori ado peraro no il creosoto per clistere, esso di mostrò non a vere alcu na efficacia.
Blanchard ( I) giudicò il creosoto mollo attivo co ntro la tubercol osi polmonare, specialmente quella latente . Furono da lui preferiti, per la somministrazione .di esso, i clisteri.
Secondo Waroer (2) il creosoto è un attivo rimedio nella cura della tubercolosi polm onare e ad esso attribui, come il Sommerbrodt, un'azione specifica. Nei risultati da lui ottenu ti si parla pérò di miglioramenti nei sintomi generali, nell'espellorato, nella tosse, nei sudori ecc. Le in alazioni antisettiche inoltre furono associ 1te alla cura del creo.,oto ._
Risultati poco soddisfacenti ha purè dato recentemente il creosoto nella cura della tuber colosi polmonare all'ospedale Gesù e )l aria di ~apoli (Grossi),
Le co ncl usioni che pos;;iamo dedurre da q uanto sopra è stato riportalo intorno alle opinio ni dei clinici circa il valore curativo del creosoto nella tubercolosi polmonare so no le $egue nti :
1° Il creosoto non ha un'azio ne di r etta battericida, sui bacilli tubercolari del Koch, ben constatata e ~eneral mente ammessa . Lo studio del Fl int è deficiente su questo punto, e gli esperimen ti del Beverl ey non lo ha nno potuto autorizzare ad una conclusione. I l )(inn icull non riconosce nel creosoto un'inOuenz I specifica diretta sui ba cill i, mentre il Ludwig Frey dice di a,er os3ervato co l suo uso dapprima una diminuzione nu mer ica dei bacilli e poi la scom parsa di ess i. )la
NUO\'O .METODO DI CUIIA
l'opinione dPI Sommerbrodt e del Warner, che il creosoto abbia un'azione specificr. sul processo tubercolare, non P. condivisa dagli altri autori ·citali. Il Graham, il Kinnicutt , l'Albu la negano esplicitamente. L'azione del creosoto si esplicherebbe in modo indiretto, migliorando la nutrizione secondo il Graharn, influendo favorevolmente s~lla nutrizioii'e generale e sui processi catarrali secondo il Kinnicuu, esercitando un'efficacia analoga al regime igienico ed al di etetico secondo l'Albu. A questo concetto rn certo qual modo si uniformano il Beverley, per il quale il creosoto agisce sulla nutrizione e sui sintomi generali, il Furbringer, per il quale il creosoto favorisce la gu~rigione al pari della dietetir.a, ed il Peter che non gli ric0nosce altra azione se non qu ella sulla tosse, sull'espettorato e sui sintomi generali .
2° Quantunque dalla pluralità degli autori non venga attribuita al creosoto un'azione specific·a, nè sui bacilli, nè sul tessuto tubercolare, tuttavia molli, anche fra quelli che gli contestano quest'az ioue , si lodano del suo impiego.
Il Flint dice di aver ottenuto buoni risultati nella tube r• colosi polmonare incipiente, meno buo ne se e:;istevano piccole caverne, e poco buoni se le caverne erano grandi. Anche il Beverley ottenne buoni effetti : ma su 93 curati solo in due casi di tubercolosi iniziale s~omparve ogni sinto mo fisico della malattia . Migliori sarebbero i risultati otlenu Li dal Sommerbrodt, poichè la guari gi one od il miglioramento si manifestò non solo in 9 casi di tubercolosi polmonare incipiente, ma eziandio in tre casi in cui l'affezione era g-rave.
)1olto confortante è pure la statistica del Graham per la. discreta percentuale dei miglioramenti continui, la hass percentuale dei miglioramenti mancati, e sopratutto 1' el
. vata percentuale delle guarigioni definitive. ·Queste però si ottennero in affezioni tubercolari dei polmoni al 1° stadio.
DELLA TUBEI\COLOSl POLMO~ARE 347
Anche il Ludwig Frey dice di aver ottenuto miglioramenti positivi e guarigioni relative. Il Blanchar<l giudica il creosoto un rimedio molto attivo nella tubercolosi polmonare. Egu11:e parere esprime il Warner, quantunque possa venirgli obbiettato che egli parla piuttosto di miglioramenti nei sintomi ~enerali e nei locali secondari, e che contemporanee alla cura di creosoto nAi suoi malati erano le inalazioni antisettiche. Avversario dell'uso del creosoto nella cura della tubercolosi polmonare. è il Furbringer, poichè ·non ne ammette l'3Zione favorevole che in 3 / ,. dei casi. Poco favorevoli pure furono i risultati avuti all'ospedale Gesù e Maria (Grossi). L'inefficacia del creosoto asserita dall'Ellman e dal Popper si riferisce solo alla sua amministr.izione per clisteri, coi quali d'altronòe il Waroer avrebbe avuto buon i risultati.li creo soto adunque viene impiegato nella cnra della tube:·colosi polmonare con buoni risultati, se essa è iniziale, quantunque la !'.Ua azione sia indiretta.
3° Adoperato con pn~denza non n;10ce: a dosi elevate arreca inconvenienti e disturbi sp ecie nelle funzioni del tubo digerente. ,,,
Derivati del creosoto.
Benzoilguaiacol? - Carbonato di guaiacolo - A,~ido guaiacolcarbonico - Carbonato di creosoto - Guaiacolo. I vantaggi del creosoto di faggio nella cura della tubercolo::i polmonare furono dimostrati dagli autori sopracitati, nonchè da allri molti: Fraentiel, Guttrnann, Cornet, Kem~ plerer ecc. Intanto si potè osservare come esso non sempre viene tollerato dallo stomaco, anche in do3i piccole, -ed insufGcienti allo scopo. La via rettale, poco comoda io pralic:i, si è dimostrata insufficiente, e qualche volta dannosa
NUOr0 METODO DI CURA
per l'insorgenza della diarrea. Le iniezioni ipodermiche di soluzioni oleose di creosolo sono molto dolorose, a meno che si fac ciano lentamente, per la qual cosa è ricbiesia molta pazienza da parte degli infermi.
Con molto favore venne quindi accolta la proposta di ricorrere ad alcuni derivati del creosoto, i quali, con parilà di energia nell'azione sono somminislrabili anche in dosi elevate senzaJenomeni sgradevoli.
Il benzoilguaiacolo fu esperimentata dal Walzer (1) nella cura della tubercolosi, olleoeodo diminuzione degli accessi di tosse, della quantità dell'espettorato e dei sudori notturni. L'appetito e lo stato generale migliorar ono mollo.
Il Sahli non avrebbe invece otte nuto alcun miglioramento dello stato generale, nè dell'appetito, nè della tosse, coli' uso del beozoilguaiacolo nella tubercolosi polmonare , e ciò spiega per la mancata azione stomachica ed antrsellica che il guaiacolo probabilmente esercita sullo stomaco, passandovi il benzoi Iguaiacol o indecomposto.
Séifert ed Holscher (2) spiegano inYece l'azione del guaiacolo ammettendo che esso distrugge gli albuminoidi velenosi che nella tubercolosi si formerebbero nel sangue.
L'Hughes (3) esperim entò il benzoilguaiacolo in 19 infermi, nella maggior parte di essi ottenendo un aume nto di _peso. Nei casi in cui esisteva la febbre, il pr.>cesso morboso non venne arrestato, anzi in un infermo si formò una grande caverna. Si ollenne spesso diminuzione e scom~ parsa dei rantoli anche in breve tempo, ma i fatti rilevabili colla percuss:one non si modificarono in ben H infermi. lo tutti migliorò l'appetito. L'Hughes ritiene quindi il benzoi!-
(l) Deulsch. me4. Woch., N !5, l891.
(il Btr!t,1 klin. Woch., N. 3, 189!.
(3) Deul. med. Woch., N. 3, 1891.
DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 3i-9 uuaiacolo un buon succedaneo del creosot(\, che non disturba l> menomamente le funzioni digestive.
Il carbonalo di guaiacolo fu pure ·esperimentato dai suddelti Seifert 'ed Holscher (I ). Esso avrebbe la proprietà di non alterare le funzioni degli organi diierenti, di agire in essi da antisettico, migliorando l'appetito e la nutrizione, donde un aumento del peso del corpo. La tosse diminuire bbe in seguito al suo uso. l'espettorato diventerebbe più fluirlo e più s1·arso.
L'acido guaiacolcarbonico fu poco esperimentato.
Il carbonaLo di creosoto fu esperimentato da Chaumier (2) e da Triare de Tours. In seguito al suo uso sarebbero migli orati l'appetito e le forze, sarebbero scomparsi in gra n parte i sintomi dell'alfezione polmonare e Lutto ciò si s:irebbe compiuto senza alcuna molestia per effetto della sua somministrazione.
Ii g uaiacolo fu primieraroente adoperato dal Sahli (3), quindi dallo Schnellar, dal Fraeotzel, dall'Horner, dal Bourget e da altri. Il doli. Oliva (,i.) riferì intorno a ·I5 casi di tubercolosi polmonare curati col guaiaco lo per uso interno. I r:sultati furono i seguenti :
Guariti 2;
Migliorati notevolmente 6;
~on migl iorati 2 (interruppero la cura);
Morti 5 (casi avanzali).
Seco ndo l'autore, fra i diversi metodi di cura da lui sperim enlati, la somministrazione del guaiacolo per ingestione è il migliore.
NUOVO MEfOD0 DI CURA
Il Kinnicull altri buisce la benefica influenza di questo farmaco all'azione cb'esso esercita su tutte le funzioni dell'organismo.
Il De R enzi ( I) non ·ottenne coll'uso del guaiacolo nella tubercolos i polmonare che qualche diminuzio ne nel numero dei rantoli.
Weill e Diamantberg (2) curarono 89 tubercolotici colle iniezioni sottocutanee di guaiacolo ed ottennero miglioramenti in 62 casi, nonchè uno stato che poteva con siderarsi di guarigione in 27 casi .
li Courmont (3) recentemente presentò alla Società delle scienze mediche di Lione un malato affetto da tubercolo~i acuta pericardica, polmonare e meningea, il quale sarebbe gua ri to con tre pennellazioni di guaiacolo . I fenomeni morbosi di tal i organi, dice l'oratore, non. esi::.tono più, come pure scompar vero i bacilli dell'escreato, insomma trattasi di una ve ra risurrezione. Questa sare bbe la 4-•, osservazione del ·courmont, il qua le avrebb~ praticato àltre tre pennellaz io ni di guaiacolo nell'infermo sopradetto per precauzione.
I l Bard nella circostanza medesima disse di avere in proposi to fatte altre osservazioni confe rmanti quelle della sua prima monografia e quella di Courmont. Confermò J"ozione :intitermica del guaiacolo per pennellazioni , mentre la ant ipireti ca sarebb e rara. Qu ella antitermica poi non si verificberebbe se la temperatura _ è nello 5tadio di aumento e presso al fastigio. L'abbass1mento durevole della temperatura sarebbe raro, solo avverrebbe nei casi. di tubercolosi
(! ) Il Morgagni, N. 9, IS93.
(z) Congresso francese per lo s tudio della tubercolos' Te rza sessione tenuta a Parigi dal u luglio, al i agosto !S93 fl Winkler (2) ha usato il guaiacolo-jodoform ico nelle tu· hercolosi iocali, per in iezioni con ottimi risultati . Egli asserisce che questo rimedio in vitro agisce come battericida sui bacill i del1<1 tube rcolosi . Servendosi di culture fotte con tale sos tanza non potè però dare la immunità agl i animali e neanche ostaco lare lo sviluppo della m:ilattia.
(3) Gaz zetta degli Ospedali, N. 51, 21 dkembre iS93 e Rifar-ma medica , N. 5, ! 894.
DELLA TUBERCOLOSI PO LMONARE 351 interstiziale, ma nella polmonite tubércolare le pennella. zioni di guaiacolo sarebbero nefaste. Gli altri casi, secondo il Bard, non risentirebbero alcun benefizio, ove si eccellui un' antite,mia passeggera.
Il Lemoine, avendo curalo recentemente un pleuritico, morto rapidam~nte di tubercol osi miliare, conferma quanto dis5e il Bard sopracitato .
Il Moreau ('1) tentò la cura dell e tubercolosi esterne con le iniezion i di guaiacolo e timolo, provocando fenomeni genen1li e sintomi di reazione locale .
Il guaiacolo venne largamente esperim entato nell a clinica medica di Genova, diretta dal prof. )Iaragl iaoo (3).
L'azione antitermica di que sto farmaco fu ben dimostrata. Essa si esplicò in modo ra pid o ed energico nel! ' applicazione ep iderm ica e non fu accompagnata da sen,azion i snbbie!live penose . '
L'abbassamento della temperatura avverrebbe per la dilatazione dei vasi periferici ~a cui deriv er ebbe l'abbondante diaforesi .
Negli 'am malati tubercolotici si ottenne una temporanea guarigione solo quando l'infozione bacill are non era associata a processo tisiogeno, poi chè io questo ultimo caso le ricerche sebbene numerose e varie non hanno dato i risul - tali favorevoli che la somministrazi,me di dosi guaiacolo lasciava sperare.
Tre c:isi di forme nettamente tubercolari si avva ntaggiarono molto da questo metodo di cura, ma in un gran numero di ammalati di tisi polmonare non si ottenne alcun reale e duraturo heneficio .
Un'azione che si è mostrata ~peciale del guaiacolo fu quella contro i processi catarrali, secondari alle affezioni tubercolari o dipendenti da altre forme morbose acute o croniche dell'apparecchio respiratorio.
Il De Grazia ed il Cesaretti (1) compilarono la relazione degli studi fatti nella clinica medica di Pisa, diretta dal prof. Rummo, intorno all'efficacia di tulti i sopramenzionati succedanei del creosoto nella cura della tubercolosi .polmonare.
La loro monografia è molto accurata, comt accurati si dimostrarono gli autori nell'osservazione dei loro malati
Riportiamo qÙindi per iutiero le loro conclusio~i generali siccome quelle che possono ifare un concetr.o esatto sull'argomento:
· < Il Benzosolo apporta costantemente un sensib ile mi-
« gl ioramento dei fatti caturrali, consistente sopratntlo netta
« diminuzione dei rantoli e ·della tosse. Tnli effel.li si ot-
« tengono pure, ma in minor grado, col carbonato di creo-
« soto, e col guaiacolo puro dato per la via del retlo, man-
« cano quasi affatto col carbonato di guaiacolo e con racid
« guaiacol -càrbonico. Nessuno di questi preparati modifica
« per nulla la quantità Idei bacilli . tubercolari contenuti
« nell'espetlorato. Solo in qualche caso si :ehbe sensibile
« diminuzione della quantità dell'espettorato.
« Tutti i derivali d.i creosoto che abbiamo esperimen ta
(!) La Terapia clinica, N. 9 e i.o del l893.
DELLA TUBERCOLOSI POL~ONARB 353
« sembra che non esercitino un'azione sicura e costante « sulla feubre etica e raramente influiscono sui sudori not« turni ».
1 derivati del creosoto sono oggetto presentemente di studio per parte di molti clinici a fine di constatare la loro efficacia nella cura della tubercolosi.
Questo è stato il movente principale che ci ha determinato a ·trattare di essi in un capitolo a parte, staccandoli dal creosoto, cui chimicamente avrebbero dovuto essere uniti.
Mentre si attende il responso delle cliniche osservazioni, attualmente in corso, sui succedanei del creosoto, il materiale raccolto in proposito dalla scienza è già tale da permettere qualche conclusione.
Come erà ·prevedibile, queste sostanze hanno dimostrato possedere presso a · poco la stessa azione che il creosoto esercita sulla tubercolosi polmonare, col vantaggio della meno molesta somministrazione. Le seguenti proposizioni risultano direttamente dalle cose di sopra riportata:
1° I derivati del creosoto, finora esperimentati nella cura della tubercolosi del polmone non hanno un' az.ione specifica diretla nè sui bacilli del Koch nè sul tessuto tubercolare;
2° Nella cura della tubercolosi polmonare essi ·danno buoni risuh?,ti, come il creosoto, e la loro azione benefica si esplica indirettamente per il miglioramento nella digr..stione, nella nutrizione, quindi nello stato generale, e per l'azione favorevole sui sintomi locali secondari. Il guaiacolo applicato epidermicamente è inoltre un buon antitermico nella tubercolosi .
3° Hanno sul creosoto il vantaggio della somministrazione senza fenomeni sgràdevoli .
Iniezioni
di aristolo, di salolo, di timolacetato di mercurio, di cantaridato di potassa, di cloruro di zinco, di acido crnnam ico di pioctan ina, di creolina, di oro e manganeso, di ca nfora: di succo testicolare, di liquore del Fowl~r, di benzoato di naftolo, di essenza di garofani, di teucrina, di naftolo di canfora, di jodoformio.
Vasogene. Cura chirurgica . Corrente galvanica.
Arùtolo. - 11 .Nadaud esperimentò l'~ri sto!o o bijoduro di, timolo per 'Via ipodermica in 23 casi di tubercolosi polmonare. I risulta ti seguenti dimostrano ché, se esso giova nel primo stadi_o de;Ja malattia, è inefficace quando vi sono già escavazioni nel polmone ed espettorato purulento.
Curati 23 :
7 migliorati r.l punto da potersi considerare guariti .
5 » transitoriamente.
3 (con tubercolosi cavetn.osa) per nulla migliorati .
2 morti, peritonite tubercolare uno, per difteria l'altro.
L' Ochs (1) usò questo metodo in 6 casi di tubercolosi polmonare e venne nella conviriz,one che esso no n migliora la tubercolosi, nè diminuisce il numero dei bacilli nell'espettorato. 'I risultati da lui ottenuti non incoracrcriam., vano ad ulteriori esperimenti .
Il Berardinone (2) curò 12 infermi di tubercolosi polmonare coll'aristdlo, somministrandolo per la via ipodermica, in dosi però molto maggiori di quelle dei due precedenti autori. Nella sua molto dettagliata relazio ne esprime
({) Prager 'lned. Woch., N. 36, i892
(2) Ri)orma Medica. Anno IX, N. 264-265.
D.ELLATUBKIICOLOSCPOLMOKAIIK
11 parere che l'aristolo giovò nella tubercolosi polmonare 110n inoltrala, mentre è inefficace quando esistono gi.à ,escavazioni nel polmone, e che i bac illi diminuiscono di numero diatro il suo uso.
Salalo . - Il Sahli usò il salolo, o etere fenilsalicìlico, oella tubercol osi polmonare, come antipiretLco, somm1mstrandolo internamente. La sua azione sarebbe stata riconosci uta debole neg!i ammalati della cl~n•ca medi-ca di Tori no , ove fu adoperato in due casi di tubercolosi polmonare, sempre per via interna.
In seguito a questi espprimeoti il Grossi (•I) fu indollo :a usarlo per via ipodermica io 14 casi di tub ercolosi polmona re a diverso stadio. Egli conchiuse che ~li ammalati si avvantaggiarono '<iella cura, che cessò la febb re e migliorò la tossB, che dimin11i ro no i ba-cilli.
Timol -acetato di mercurio . - Il Tranien {2) raJcomandò fo iniezioni i().tramuscolari di una soluzione di questo preparato. Oliva lo esperimentò io 5 casi di tubercolosi polmonare avanzata, uno degli infermi presentò qualche miglioramento ~a gli altri quattro morirono.
t"Jantaridato di potassa. - 11 Liebreich (3) raccomandò le iniezioni sottocutanee di cantaridato di potassa. L'azion-e -di questo farmaco si eserciterebbe elettivamente soltanto sui tess uti ammalati e consisterebbe in una irritazione dei -capillari del polmone, per la quale avverre bbe una trasudazione di siero dal sangue, il quale da un ca nto stimolerebbe l'attività e la nutrizione cellulare e dall'altro eser-citerebbe una influenza germicida sui bacilli tubercolari. Anche il Fraenkel e I' Heymann avrebbero 01.trnuto qualche ·buon risultato colle iniezioni di potassa.
Ma questo . metodo di cura è controindicato se d . . 1 . . . . mprequan v1 s1eno es1on1 1ntestinah o renali. Inoltre la sua efficacia non fu ancora conferma~a, anzi il De Renzi (i) non ollenne col suo uso alcun risulta to positivo e favore-vole nella tubercolosi degli animali .
Cloruro di zinco. - Il Lannelongue propose di iniettar& una soluzione di cloruro di zinco entro il polmone . . , per provocare ~n indurimento fibroso dei tessuti, che è il pro~esso curativo naturale delle lesioni tubercolari. Per questo 11 metodo del Lannelongue è detto pure metodo sclerogeno
Esso avrebbe dato buoni risultati a Ozenne e a Desnos.
Comby giudicò queste iniezioni non pe ri colose, ma non t'.·asse conclusioni sulla loro efficacia per la poca esperienza personale.
Sinora esse hanno dato pochi risultati per la difficoltà di far giungere l'iniezione n·el punto adatto, e per l't>ste n-sione e varietà delle condizioni morbose generalmente esistenti.
Acido cinnamico. - Il Landerer '.5) usò -le iniezioni endovenose di una emulsione al 5 p. 100 di acido cinnamico e disse di aver ~osi curato felicement e la tubercolosi polmonare. Affermò che i focolai · tubercol ari sono dapprima incapsulati da un processo infiammatorio asettico e che quindi il no4ulo. risultante viene r iassorbito . Dopo pochi mesi i bacilli si colori rebbero difficilmente e poi scomparirebbero del tutto.
Il metodo del Landerer fu ancora esperimentato dal-
(i) ll Morgagni, N 9, t893.
(2) Anweisung zur Behandlung der Tuberkulose mil Zimmtsaure. L ipsia, f891.
Della Tubercolosi Polmonare 357
\'Opitz (1) e dal do tt. Walter Scottin (~). Questi riportò nel suo lavoro una prima statistica del Landerer, nella ·quale su 23 curati si ebbero: morti H == !7,8 °/ 0 guariti 6 == 26, l % migliorati 4- == • l 7,4- 0 / stazionari 2 == 8,7 ·;o
Riferì inoltre le storie cliniche di 17 tubercolotici curati colle iniezioni di ncido cinnamico. Egli conchiuse che il metodo del Landerer npporta un miglioramento solo nei casi di tubercolosi recente ed a decorso lento e nei casi cronici non molto avanzati. Lo stadio florido della tubercolosi per contro non rise ntirebbe v~run vantaggio da delta cura, e specialmente nei casi di tubercolosi cronica con febbre alta il trattamento sarebbe senza risultato , La efficacia di questa cura sarebbe superiore a quella del creosoto il quale non viene tanto facil mente tollerato
• alle dosi necessarie.
Secondo i suddetti autori i bacilli, coll'uso dell'acido cinnamico, diverrebbero me~o colorati e più piccoli.
Pioctanina. - La pioctanina bleu ven ne usata per iniezioni intrapolmonari da Petleruti e Mirto (3) io due ammalate, in ciascuna delle quali furono praticate 12 inje· zioni. Gli esperimenta~ori riferirono che la febbre subì notevole abba5samento, e che in un caso scomparvero i bacilli, ricomparendo però dopo · la cu ra.
Creolina. - Il Kohos (4-) avrebbe ottenuti risultati singolarmente favorevoli in 6 casi di tubercolosi polmonare
(I) Die Behandlung àer Lungenphtise mittels Bmutskmen von Perubalsam. Atunch. meà. Woch., tS89.
(!) ,Jlunchene·r med. Wochen, N. 41 - (t, 189:!.
(3) Riforma ,lledica, N. 25, 1892.
(4) Union ,llédicale, N. !55, ! 891.
3:58 NUOVO METODO DI CURA con le injezioni ipodermiche di creolina olio d.i f-egato di merluzzo.
Oro e manganese. - Iohn Blake White (i) propose le iniez:oni sottocutanee di oro- e manganese, ave ndone a,·uto buoni risulta.li. Al termine d-ella cura i bacilli furono ricercati una sola ,•olla e si riflvennero.
Il )fereill (2) usò per cie-q-ue mesi questo metodo e sr convinse che l'oro ed il manganese non costituiscono 110 rimedio specifico della tubercolosi polmon,are, ma che ne miglioraro.no i sintomi e pos~ono an ch e guarirla, se è incipiente.
Canfora. - Hu chard e )I iller (3) esperimentarono Je iniezioni sottocutanee di olio canforato, con buon risulta to sui sintomi generali.
Anche l'Alexander (4} avrebbe ottenuto miglioramenti nella tubercolosi polmonare con queste iniezioni.
Succo testicolare. - Lo specifico del Brown- Séquard fu adoperato anche nella com della t ubercolosi polmonare per inj eziooi sottocutanee. Il dott. Onpensky (5) ne avreb be avuto risultati soddisfacentissimi io 18 tubercolotici a diverso stadio della malattia.
Liquore del Fowler. - Le iniezion i sottocutanee di liquore arsenicale del Fowler si mostrarono infrutt uose al De Renzi (6).
Benzoa,to di Naftolo. - Cosi pure il Benzoato di naftolo non ba dato verun risultalo positivo allo stesso autore (i) .
Essenza di" garofcmi. - Questa essenza preconi zzala
(I) The Medicai Rec<Wd , marzo, t89L
(~ ,llt;Ucal New,. 30--g~nnaio, t 89i.
(3) Therai;eat. Rwue der allg. Wim. medi.:. Z titung.
(4) Terapia. clinica, l'i. t, t893.
(5) Lyon Méàical, N. 38, t8~.
(6) li M orgag11i, l'i. 9, t893.
(7) II .Yorgagni. N. 9, t 803.
DELLA TUBERCOLOSI POLIIO~ALIE 359 dal l\fannotti nella cura delle tubercolos! ~rticol~ri e .g,mglionari per injezioni, anebbe dato buom r1sullat1 al T1roch ed al Kanazz nelle tubercolosi esleroe, ma ancora non fu S ala nelle affezioni tubercolari del polmone. u I . Così pure furono adoperati solo nelle lubf.rco osi esterne i seguenti preparati: la teucrina del )losetig von ~toorhof, il naftolo di ca nfora (Nelaton-Quenu-Bergé-Lucas-Chamionnière) la glicerina iodoformica proposta dal ~ auma nn pi Conoresso dell' As ociazione dei chirurghi del Nord. a ras:gene. _ F. w. Klever di Colonia preparò il vasogeoe, o meglio vaselina ossigenata, I~ q~al~ .sare.b~e u~ vero medicamento, contenen te ancora 1 pno c1 p1 altlVI degli ·drocarburi naturali e di cui le vaseline medicinali sareb~ero prive. Il vasogene inoltre scioilierebbe meg lio che la vasfll ina lé sostanze medicamentose. In causa del su~ contenuto di ossigeno emulsionerebbe i liquidi, le secrezio ni normali e patologiche della pelle , delle mucose, delle sierose, delle ghiandole, dei tessuti, delle piaghe, .e si riassorbirebbe con una facilità sconosciuta fin oggi. Il dott. Bayer, professore e capo della sezione di laringologia e di 0 1olooia deH' istituto chi rurgico di Bruxelles (1) avrebbe ottenuti ;uoni risultati Qella cura della tubercolosi polmonare coll'ossivaselina al creosoto (vasogene creosotato).
Cura chirtt,rgica. - La cura chirurgica della tubercolosi polmona.re, dopo gli arditi tentativ.i ~el R u.l!gi, .no~ ha preso importante sviluppo e si è hm.1tata. a1 casi ~1 assoluta necessità per grandi cav~roe, umca circostanza in cu i può avere un'utile applicazione e in cui può dare quilche buon risultalo, simile a quello ottenuto dalrHofmokl (2) . -
(Il Rtcue de Loryngol-Ogie, d'Otologie d de RhiMI-Ogie, ~· H, '893. (:!} Società Imperiale Reale dei nied.ici di Vien na, genn:uo l 893.
NUOVO METODO lH CURA
Corrente galvanica. - Il De Renzi ha esperimentato recentemente, con risultati incoraggianti , la curn della tubercolosi polmonare colla corrente galvanica.
DELLA TUBERCOLOSI POLlIO~ARE 361
Dall'esposizione dei metodi di cu~a sovraenunciati si può dedurre che :
1° Nessuno di essi ha un'azione diretta battericida sui bacilli della tubercolosi o sul tessuto tubercolare, ben confermata ; li De Renzi (5\ esperimenlò il siero iodato per via i podermica e per la via dello s tomaco . Circa l'azione terapeutica fautore afferma che essa è superiore a quella di tutte le cure fino ad oggi tentate.
2° Nei pochi casi in cui essi furono esperimentati, le guarigioni vere non furono numerose e si riferivano sempre alla tubercolosi iniziale.
Tossine - Siero di. sangue - Innesti di tiroide .11 Pasteur fu il primo a ten1are di conferire agli animali l'immunità per certe malattie mediante le iniezioni preventive· con colture attenuate dei bacilli che le prod1,1cono. Troussaint, Chaveau ricorsero collo stesso scopo ai prodotti del ricambio dei microrganismi viventi, e gli stessi prodotti, però dopo aver subito un processo di attenuazione, furono usati da Klempere.r, Kitasato, Wasserman, Behriug, Knorr, ecc.
In questo campo rientrano le esperienze del De Renzi e di Pane direue allo scopo di rendere gli animali refrattari alla tubercolosi colle tifotossine, esperienze che non invogliarono affa~to a tentare l'applicazione di tale metodo sull'uomo.
Da questo modo di trauamento con colture attenuate o coi prodotti del· ricambio attenuati o meno, differisce l'altro dello siero sanguigno.
Dagli studi di Traube, Goscheidlen, Fodor, Bucboer. Behr ing. Nissen, Metschinikoff si ricunobbe che, oltre il potere baaeric;ida, lo siero di sangue ha pure un potere antitos sico, da cui 11 ppunto dipE'nderebbe l'immunità artificiale. Ne nacque la legge f(l ndamentale della terapia- del siero di sangue, che cioè il sangue , privo degli elementi morfologici di un animale, immune per una data infezione può conferire l'immunità ad un animale sensibile ad es!-a (Hans Arenson ) (1).
Partendo dal concetto della refrattarietà dei cani e delle capre alle tubercolosi, Rondeau prima e poi Ri chet ed Heri court proposero le in iezioni ipodermiche di siero di sangue di can~ e indussero Yerneuil, Dep ine, Bernheim, Picq a tentarle.
Semmola (2) applicò questo me.todo in ·1 O casi di tubercolosi polmonare. Nessuno dei curati guari del processo locale.
Il Foà (3) ha comb:1ttuto coll'esperimento il principio su cui si basarono Richet ed Hericourt.
Il Mussini (4) diede i risul1ati degli studi fatti in proposito nella clinica di Genova, diretta dall'egregio prof. Maragliano, in tre casi di tubercolosi polmonare. Due infermi si rifiutarono a continuare la cura in causa del dolore provocato dalle iniezioni . Nel terzo caso si ebbe un miglioramento incoraggiante.
({) Berliner klin., N. 63, t893.
(!) Th.e 1imes and Regist., luglio, t891.
(3) Gazzetta medica di T<>rino, rase. IX, 15 marzo, t891.
(4) Riforma medica, N. t6, t8!'2.
(5) Rivista clinica e terapeutica~ giugno, t89:!.
Nuovo Metodo Di Cura
11 Babes (I) avrebbe avuto buon i risultati col siero di cani vaccinati con colture attenuate.
Durante il decorso anno 11893, il Mara~liano (2) col concor:iO del dolt. Jemma, intraprese una serie di indagini relativamente alla terapia delle tubércolosi, vaccinando con prodotto di e:;lratti di colture tubercolari i cani e poscia, valendosi del loro siero quale mezzo terapeutico. Gli ammalati tutti, meno uno che aveva processi inoltrati con escavazioni ' ne hanno risentito effetti molto promettenti, consistenti specialmente in un marcato prosciugamento dei fatli umidi, diminuzione quindi dell'espettorato, aumento del peso dei corpo e miglioramento generale. Nulla di più l'autore può dire pel momento.
11 prof. Maragliano (3) riferì inoltre intorno ad un tentativo che nella clinica medica di Genova il dott. Sciulla ha. fatto, di conferire agli animali l' immunità alla tubercolosi, innestando ad essi la ghiandola tiroide dei cani. Questa ghiandola ha forse la funzione di distruggere speciali veleni dell'organismo ed inoltre è forse un organo ematopoietico.. Dalle ricerche istituite il Maragliano trae queste conclusioni :
·I • 0 L'innesto della ghiandola tiroide di car.e sott-0 la cute dei conigli, ritarda l'evoluzione della tubercolosi sperimentale;
2° L'in nesto della ghiandola tiroide di cane adul to nel peritoneo dei conigli, frena per un tempo indeterminabile lo sviluppo della tubercolosi sperimentale;
3° L'innesto della ghiandola tiroide di cane giovane
(il Congresso Cranèese per lo studio deHa tubereot,esi, 3• Sessione tenuta a Parigi da-I 27 luglio al 2 agosto i893.
(i) Estratto dalla Cronaca della Clinica medica di Genova, numeri !7, !8, e 30.
(3) Loco citato.
DELLA TUBERCOLOSI POUfON.4RE 363 nel peritoneo dei conigli impedisce l'evoluzione deUa tubercolosi sperimentale.
Non si sono ancora fatti esperimenti con questo metodo sull'uomo, nel quale l'applicazione di ·esso apparisce ben più difficile che negli animali .
Le conclusioni che possiamo trarre intorno all'efficacia dei mezzi di cura soprae:;posti sono:
1° Non !'.i è ancora. riuscito a dare con essi all'uomo la refrallarielà alla tubercolosi ; i 0 ]on è ancora accertata la loro efficacia terapeutica, sebbene siasi ottenuto qualche buon ri,mltato in casi di tubercolosi polmonare non progredita;
3° Le tifotossine possono rieseire pericolose, le ini~ zioni di siero richiedono molta pazienza per parte degli infermi, e gli innesti di ghiandola tiroide nppariscono difficili ed anche pericolosi a praticarsi nell'uomo.
Inalazioni.
Nella cura della tubercolosi" poimonare furono largamen,te adoperate le inala zion i di sostanze medicament.-Ose.
L'aria impregnata di vapori di olio esse'(lziale di trementina, oppure contenente iodoformio o cre-0soto io finissima suddivisione fu adoperala su vastissima scala in un tempo relativamente recente. I processi cat:a.r rali secondari alle affezioni tubercolari del polmone e la disinfezione dei secre ti da essi derivanti, spiegherebbero, secondo la maggior parte àei clinici, i buon i effetti della inafazione di queste ,sostanze nella cnra dell a tubercolosi polmona re.
Il Le Boeuf ('1) iustituì n umerose ricerche cli niche allo
NUOVO METODO DI CUllA
scopo di a<·.certare i vantaggi proclamati da alcuni autori, delle inalazioni di ozono nella cura della tubercolosi polmonare. Egli conchiuse che all'ozono non devesi riconoscere alcuna proprietà curativa speciale nella tubercolosi , nessuna influenza sui bacilli del Kocb.
Labbè e Oudin curarono 38 ammalati di tubercolosi polmonare a diverso stadio con le inalazioni di aria ozonizzata, ottenendo un miglioramento nei sintomi generali, senza :1pprezzabile diminuzione dei segni fisici. Lo studio dei bacilli negli espeuorati, non è stato fatto in modo completo.
fohn Gardon-Dill (1) esperimentò il fumo dell'oppio contro la tubercolosi, basandosi sulla quasi immunità dei fumatori d'oppio alla malaLLia. Egli ne avrebbe avuto in due casi positivo giovamento, tale da incoraggiare i medici all'applicazione del metodo.
Il dotl. A. Passerini (2) introdusse nelle cure delle tub\!rcolosi polmonari le inalazioni di Cblorphenol , che, secondo l'autore, permetterebbero di attu are la cura anti settica delle malattie di petto.
Il Chlorphenol sarebbe per ..il dott. Passerini il più efficace rimedio co ntro la « tisi polmonare » anche ad uno stadio avanzato. Ei,!li avrebbe con questo metodo guarito la <( tisi polmonare » inci pieote, e nella tisi confermata avrebbe sempre avuto notevole miglioramento.
1 risultati· ottenuti colle numerose sos(anze adoperate per inalazioni nella terapia delle tubercolosi polmonari e di cui abbiamo citalo qualcuna fra le più recentemente proposte, possono così riassumersi :
(IJ Th.e Laneet, luglio 189L
(tJ Gazzetta 'degli o<pedali, luglio i89!, gannaio 1892.
Della Tubxrcolosi Polmonare 365
1°Per nessuna <li esse fu ben dimostrata un'azione diretta sui bacilli del Kocb o sul tessuto tubercolare;
2• Ite inalazioni posson o ven ir praticate senza notevoli inconvenienti, sebbene qualche volta si richiedano ap- , parecchi abbastanza complicati .
Conclusioni generali sulla terapia della tubercolosi polmonare.
Dalla rapida rassegna che da noi è stata fatta dei metodi di cura nella tubercolosi polmonare, appariscono giustificate le seguenti conclusioni:
1° Nessun' metodo di cura uccide sicuramente ed in ogni caso di tubercolosi polmonare i bacilli specifici;
2° Nessun metodo di cura ha dato guarigioni permanenti nei casi di tubercolosi polmonare in coi il processo morboso non fosse allo stato latente, o per lo meno nel suo inizio;
3° Nessun metodo fu finora ritrovato che renda l'organismo refrattario all'infezione tubercolare .
PARTE II.
La tubercolina del Koch, jl creO$OLo ed i suoi derivati, il siero di sangue, le inalazioni di sostanze antisE\ttiche sono presentemente oggetto di numerose ricerche per parte dei clinici nella speranza di ottenere un sicuro modo di trattamento · della tobercoiosi polmonare. Le indicazioni cui
NUOVO METODO DI CURA si cerca di ottemperare nella terapia dei processi tube r co • lari del polmone sono quelle che abbiamo esposte nella I parte di questa memoria.
Importanzadelleinalazionispecieconleessenze.
A noi è paTSo che per uocidere i bacil:Ji nei polmoni tubercolosi, il siste'ma <le11e inalazioni rappresenti il mezzo più dirello . Ma la terapia inalatoria, come molto opportunamente nota il Siemon (I) non è adoperata nel modo ch e merita, in causa specialmente della complicazione e della imperfezione dei metodi e degli apparecchi proposti.
Le inalazi-oni possono venire praticate con sosianze medicamentose solide , o liquide, polver.iz zate fìnam~nte eri• dotte a piccolissime particelle.
Le condizioni morhos~ del faringe, della laringe e dei grossi bronchi si avvanta~giano molto con queste inspirazioni. Alcune sostanze antiselli che che in stati patolop ici delle vie aeree superiori , renderebbero utili servigi , come ad es. l'acido carbolico, non possouo essere a lungo adoperate per l'irr itazione locale che Jìrodurrebbero. Al creo• soto spetta una cospicua azione dissecca1iva ed antisecrativa nei processi catarrali.
Le inalazioni possono venire praticate coi gaz, il cui stato fisico è il più adatto allo scopo. Quelle di azoto non rappresentano che inalazioni di aria povera di ossigeno ed lrnnno un 'azione lenitiva negli stati irritativi delle vie respiratorie. Sono utili nelle malauie cons'IJntive, pèrchè l' aumentalo afflusso dell'azoto rallenta il ricambio materiale.
Le in alazioni di acido tl ooridrico, quelle di cloro e di
Della Tubercolosi Polmonare 367
acido solforoso hllnno poca diffusione per la diffic-0ltà d-ella tecnica. .,,,
In quanto alle inalazioni di aria modificala, l'aria fredda e l'aria calda si sono mostrate inefficac1 del pari.
Le inalazioni di vapori, e caldo umide, stimol"llno ed accrescon o la circo lazione polmonare e quindi migliorano le condizioni nutritive del parenthima.
Dliii per inalazioni sono le sostanze volatili a bassa temperatura, come l'alcool ed il clortlformio, che hanno azione vaso-dilatatrice, e mitigano lo stimolo della tosse (chlorph enol del Passerini). Utili ssimi ~li olii eterei. Alruni dl essi sono privi di ossigeno, come quelli di pino, di abete, di ginepro, di copaive, di cupebe, di trementina, nonchè quelli dei frutti, dei fion e delle fogli e di diverse specie di cedri. Fra quelli ossigenati si possono annoverare gli olii di eucalipto, di menta piperita, di ca nnella, di garofani, di Limiana, di grindelia, ecc.
Potereantisettico'delleessenze.
Gli ohi eterei od essenz.e, tanto opportuni per le inalazioni, come risulta dal lavoro del Siemon, che qu i sopra abbiamo br evemente riassunto hanno pure proprietà antisettiche .
M. Chamberland ( I) studiò accuratamente le essenze da l punto di vista di queste proprietà. Egli ne esperi mentò l'azione su di un microbio ben conosciuto, il bauerio del carbonchio e su di un mezzo contenente i rappresen tanti di molte specie di microrganismi, il terreno-di un giardi no. Su H 5 essenze studiate si riscontrò · che solamente U. permettono al batterio del carbonchio di svilupparsi nel -
(!) Journal des connaissane es métiicales, 3 maggio t887.
'
Nuovo Metodo Di Cura
l'acqua lievitata satura dei loro vapori. Fra quelle essen h d. ze c e 1mpe 1scono lo sviluppo del bacillo carbonchioso sembr che 8 arrivino a distruiger!o completamente perchè ess: non si sviluppa dopo che si sono evapo6zzate.
~. 7 essenze uccidono il bacillo del carbonchio ed i s · UOI . . I . . . . 1 ,f germi, m so uz1om varianti da - a - aven f 3,200 24,200,dosi in tal guisa un potere antisettico molto vicino a quello del solfato di rame.
Gli esperimenti sull'acqua cli lavatura della terra di un giardino dimostrarono pure il potere antisettico dell e essenze sull'insieme degli organismi. Le essenze allo stato fresco si mostrano molto più attive di quelle lasciate in contatto dell'aria e da questa ossidate.
Lo Champion nière (1) rivolse la sua attenzione al potere antisettico delle essenze dopo il lavoro, dello Chamberl and e_ ne confermò la loro azione microbicida sia per contatto diretto che per mezzo dei vapori che esse sviluppano . La essenza di cannella, di china, secondo lo Championni ére non sarebbe molto al di sotto del sublimato corrosivo in quanto al potere antisettico. Avendo ottenuto ottimi risultati coll'uso delle essenze in lesioni anche putride, e~li crede che in molti casi possano sostituire !'iodoformio e rendere utili servizi nella pratica chirurgica.
Ri sulta dal lavori del K9ch che l'olio essenziale di menta piperita, nella proporzione di 1 a 3000 arresta lo sviluppo delle spore del carbonchio, ed il suo vapore ne uccide rapidamente non solo i bacilli ma le spore stes se.
~, i893
DELLA TUBERCOLOSI POL~ONARE 369
Loro uso nella terapia delle ~ffezioni polmonari.
li dott. Leonard Braddon (,1) pubblicò ì 1isultati di alcuni suoi esperimenti sull'azione dell'olio essenziale di menta piperi1a per inalazioni nella tubercolosi polmonare, ed asi;icurò di aver ottenuto dei miglioramenti ed anche nn caso di guari;,l"ione con scomparsa dei bacilli dagli escreati e di ogni segno fisico dell'affezione del polmo ne. Anche un am • malato affollo da difterite sarebbe guarito colle inalazioni di menta.
Recentemente il Kersch ha riferito di aver ottenuto buoni risultali dagli olii eterei nella cura della tubercolosi polmonare. Ogni ammalato porta sul ventre un sacchetto contenente ovatla, sulla quale si versa oho di pino ed olio di ginepro, in modo che l'infermo è costretto a resp,irare continuamente un'aria impregnala di tali sostanze. NelJo stesso modo l'autore usa da cinque anni l'olio di eucalipto ed il timolo con eucalipto . Gli effetti di questa cura sono favor evoli; gli espettorati gialli caseosi diventano b.iancbi e spumosi, la tosse cessa, i bacilli dimioui5cooo e scompa iono dallo sputo.
Concetto dell'adozione dell 'essenza di menta.
Dalia conoscenza dei sovraesposti fatti, cioè: opportunità di ricorrere alle inalazioni nella cura della tubercolosi polmonare, convenienza di praticarle cogli olii essenziali, potere antisettico di questi, prove incorag-
370 ~uovo METODO DI CURA
gianti del Braddon coli'essenza di ment:i piperìta, fum mo determinali fin dal 11888 ad adottare le inalazioni di men ta piperita nella cura della tubercolosi polmonare, per soddisfare alla prima indicaz.ione della terapia di questa affezione, quella cioè di uccidere i bacilli del Koch.
L'attenuamento gasiforme in cui si tro.va la menta piperita inalata deve facilitare la sua intima mescolanza col contenuto dei bronchi e de~di alveoli polmonari e rendere oltremodo rapido l'assorbimento per un atrio estesissimo qual'è il polmone, e nel quale non ha a vincere alcu~ ostacolo (Coletti). La menta assorbita dai polm~ni, assorbita dalle vene polmonari, versata nel cuore e qu in di nel r,ircolo arterioso, passerà rapidamente e contemporaneamente ad esercitare io tutti i punti dell'organismo la sua potente azione antisettica (Coletti) . Tuttavia, per la fac ile eliminazione e perchè questa avviene specialmente per la via polmonare collo espirazioni, la sua azione si esplich erà in modo speciale nei polmoni. Inoltre l'abbassamento del la temperatura, notato dal Binz, coll'uso della menta nelle piressie e nei sani, sarà utile contro la }ebb're etica . La - diminu;iione degli atti riflessi derivante dal potere deprimente della mPnta sul sistema nervoso, messo in chia ro dall o stesso Binz , calmerà la tosse e scongiurerà le co nseguenze della sua insistenza.
Concetto dell 'uso del creosoto.
Numerose osservazioni cliniche banno messo in sodo i buoni effetti del creosoto nella cura della tuber colosi po!mooara. La maggior pnrte dogli autori che lo hanno ado-perato, convengono però nel ritenere che esso non ha verun potere diretto anribacillare sul bacillo del Koch , e ..
DELLA TUBERCOLOS[ POLMONARE 37r
"\'eruna azione diretta sui tessuti tubercolari. b benefica ,i nfluenza di questo farmaco risiede nella facoltà ch'esso ha, :nella massima parte dei casi, di stimolare l'appetito e d'im· pedire i pro,~essi fermentativi nell'intestino. La nutrizion~ oenerale resta quindi avvantaggiata dal suo uso, per cu, ;iene facilitato l'assorbimento degli essudati flogistici sé.condari nei polmoni tubercolosi. Questi cs:;udati vengono inoltre disinfettati dal creosoto e la loro P,roduzi9ne è li':lllita ta dalla sua azione stimola trice dell'attività c.ell ula rtl.
.Per qoesto concetto abbiamo creduto opportuno di asso..e,iare alle inalazioni di meòta piperita la somministrnz;one ·interna di creosoto per soddisfare alla seconda indicazione della terapia. della tubercolosi polmonare, quella di neut ralizwre in parte il potere . tossico dei bacilli ed i suoi -effetti locali.
,concetto
dell'ap plicaz ione di un'abbondante nutrizione .
CoHa somministrazione del creosoto 5i reca inoltre un :Sussidio allo adempimento della .terza indicazione, quella ..di rendere l'organismo resistente a\lo sviluppo del morbo, poichè, come abbiamo detto, esso attiva la n_utrizione g~ .cerale. A questù scopo però adottammo particolarmente 1 -mezzi più direlli e più semplici. Essi consistono nella alimentazione abbondante, sostanziosa e di facile digestione .e nella osser vanza di tutte le regole igieniche de rivanti -dalle moderne conoscenze intorno alla tube r colosi polmotnare.
NUOVO METODO Dl CURA
D.escri zione del metodo adottato.
·1° L'ammalato viene sottoposto alle inalazioni permanenti d'olio essenziale di menta piperita.
L'inalatore, semplicissimo, è costituito da una pezzuola di teln, di forma quadr&.tll, di un decimetro di lato, più volte ripiegata su sè ~tes:;a in modo da costituire un piccolo C'.lscinetlo della lunghezza di 5 centimetri e della larghezza di 2 all'incirca. Due fettucce, cucite all'estremità del cuscinetto ed· annodate sul sincipite mantengono l'inalatore in sito al dì sotto dell'apertura delle narici. Le due fettucce possono anche assicurarsi al padiglione dell'orecchio ~ al quale scopo possono venir sostituite da risticciuole metalliche, come si usa per gli ~cchiali, oppure foggiate ad ansa elastica. Il cuscinetto, da cambiarsi all'occorrenza, va. tenuto a permanenza, giorno e notte, eccello che durantei pasti. Quando la malattia non è ancora tanto ~ inoltrata. e che permelle ancora all'ammalato di attendere alle· su e occupazioni fuori di casa. è molto pratico l'uso d'un inalafore costituito da un p~zzo di tuho di penna d'oca, contenente un batuffolino di cotone idrofilo imbibito di menta~ da tenersi fra le labbra ad nso di una sigareLta o di stecchi no.
li cuscinetto viene irrorato con 5 o 6 goccie di essenza di menta, 4 o 5 volte nel corso delln giornata, e per evitare la sua azione irritante di <'untatto, specie in individuia pelle fina e delicata, si ungano nei primi giorni le pinne · nasali con vaselina . S'invita quindi il paziente a fare 8-,fO inspi razioni profonde per le narici ed a bocc~ chiusa, trattenendo, dopo ciascuna, il respiro il più lungamente pos· sibile, per qualche secondo, in modo che l'aria inspirata.
DELLA TUBERCOLOSI POOS:ONARE 313
~d impregnata di olio volatile di ·menta, resti in contatto ,diretto ·della mucosa bronchiale ed alv~olare e del contenuto degli alveoli e delle caverne. . .
In seguito si può concedere all'ammalato un respiro d1 ,I 0-'l 5 minuti primi, durante i quali respira normalmente, P ·e però attraverso il cuscinetto. Trascorso quest~ sem 1 . · · · · osarsi eoli ripiolia le profonde rnspmiz1on1 per np {em po " l') • h d te <li nuovo, e cosi di seguito. Nel dubbio po, ·e e ~ran . ·1 o della notte il cuscinetto avesse a spostarsi, sara , sono d 11,. f bene irrorare ogni sera il guanciale del letto e ,n ermo eou 15 - 20 gocce di e:;senza di menta. .
90 L'ammalato prende inlernamente una soluzion e aleoolica di creosoto secondo la formola seguente: Creo 3\>l0
Di questa mistura., bene agi tata ogni vQlla se ne ~arà h ·.. da zuppa ooni tre ore nel corso della g1or- un cuce 1<110 " • ta ·n '/ bicchi ere d'acqua edulcorata . Qualora per certi na 1 , \ • individui la sol.azione sembrasse troppo coB.Cenlrata, a s, potrà diluire in un bicchiere pien~ d'acqoa zucc~erata, d~ bersi poco alla volta invece che ID una_ s~la /' esa. Sara tuno in circostanze spec1ah d intolleranza, 1noltre oppor , h. · somministrare nei primi giorni di cura uno o due cuce ia'. della soluzione creosotata e giungere fino a quat~ro cocchra1 nrt1datamente; oppure rii:orrere ai succedane i d~l . creo- . o 1· hanno il vaotarroio di potersi sommm1strare · soto. 1 qua I oo . anche io dosi elevate senza speciali disturbi. .
·:10 L' ammalato è sottoposto ad un vitto abbondante ericcstituente, ad una vera !peralimentazione.
Nuovo Metodo Di Cura
Gli viene somministrato il !alle in lar11 . <lella tolleranza individuale I r,a copia :i. seco nda. d . , e evandone po ·b·t oseg1ornaliera a 2-3 rt .· a· I . . SSI l mente la,.. . 1 11 1 atte sterilizzato sottoposto a prolun"ata cott . s· . . 'o per lo meno,. · d r, ut a· 1 p1 escr1vono I r1an one l'apprestamento cui. . . e carni, va. . . innno in modo da - dd ' speciali gusti ed accrescerne I' ~o isfare glida certi manicaretli d. appetenza, astenendosi però-
. i poco o nessun valo. . engono inoltre conce·si . . . • I e nutriente. f . , v1n1 oenerosi fra . enamo il Marsala alla do. o ' ' I quali preL ' ' ~e giornaliera d1 400 a 500 . . ammalato è circondato d· g1am mi _ 11 ,t tutte le reaole · . . ne a cura di questa malatti d I o ig1en1che ch esigliate e che l'esperien h~ a ungo tempo sono state cori. za a confermato ria d I z1one, alle occupazioni ecc d nuar o a la abita· · e a quelle altre eh 1 scenza della infettività della l b . e a co no-. . u ercolos1 polmon . h tese obbli"atorie . È . are ann on sopratutto necessario ' pronta d1stroz ;one deal' . provrndere alla. I o I espettorali affine! · oro disseccamento I' i ' ie, avvenuto il ' amma alo non ven"a d alla continua o saltuaria insp" . . ,., _a ess ere esposto, ciliari e quindi ad una i~azio?e d1 bac1ll1 o di spore banuova infezione.
Casuistica.
Avvertenza nella racco lta de ·, cas1· clinici.
Negli esperimenti che ci accia,, . . . non venne in verun ca ·o . o iamo a riferire, la curai m1rapresa prima d' staiata la presen za d . b . . 1 a vere con. e1 ac11l1 del Kocl 1· molti ammalali in e . .1 . · 1 neg 1 escreati. Io I . . UI , risolt~to del!'esam fi e e coodiz1dni gen'erali del!" d' .'d is1co del torace: poggio alla diaanosi della t ~o ,v1 oo davano.sufficiente ap~legli apici no nn s1· . ' u ercolosi polmonare, per lo p1··· , · ncor -;e m · Il' . a1 a applicazione del metodo d~
Della Tubercolosi Polmonare
cura da noi esposto nel capholo precedente se il mi~roscopio non dimostrava i bacilli tubercolari negli sputi, anche se questi contenevano qualche fibra elasti.:a, indizio sicuro di un procesw distruttivo, e fosse evidentemente accertata la disposizione ereditaria alle affezioni di natura tu bereo- a questo proposito è importante il fatto che questi infermi. sottoposti a cura semplicemente dietetica ed igie- · nicn, vennero completamente liberati da oini disturbo subietiivo e da ogni sintomo morboso, accertabile colresame obiettivo . Non è improbabile che a questa categoria debbansi ascrivere alcune delle molle pretese guarigioni di tubercolosiEccettuatipolmonare. i primi casi, di cui no n si potè tenere esatto conto, il giorno in cui viene intrapresa la cura, si registrano i segni fisici che l'ammalato presenta, la quantità e la qualità degli espettorati, la temperatura ed il peso del co rpo.Ogni 8 giorni vengono accuratamente registrate su apposito diario le variazioni nei fenomeni morbosi sopra.detti e si ripete l'esame degli sputi, e qua ndo questi non contengono più bacilli, l'esame batterioscopico vie ne ripetuto almeno per tre giorni di seguilo, facendo ne più preparati al giorno, per accertarè la loro reale scomparsa . Io seguito !' esame degli sputi di massima, si rin nove ancora ogni sitto giorni .
Quando speciali circostanze non si oppongono, non $i desiste dalla continuazione della cura subito dopo constatata la scomparsa def bacilli detli escreati, ma viene pro · tratta non solo fino al completo ristabilimento del murmure vescicolare in ogni parte del polmone, ma per lo meno
NUOVO METODO Df CURA
per un altro mese ancora. Richiamiamo l'attenzione dei colleghi su questa ::ivvertenza, di capitale importanza.
Sarebbe utile che gli individui affeui di questa malattia fossero tenuti in locale appartato e che si usasse la massLma precauzione per la sterilizzazione é la distruzione degli sputi infetti. Come pure sarebbe conveniente che gli individui, i cui espettorati non contengono più bacilli venissero passati in apposite sale ove non esistesse più -:ilcu.n oggetto che per avventura potesse essere stato previamente infettato. Dell'importanza di quest'ultima avvertenz:i ci convinser-0 non solo ragioni teoriche ma ez iandio una osservazione che più sotto riporteremo.
La massima vigilanza personale può soltanto rendere sicuri che la cura prescritta venga scrupolosamente eseguita negli ospedali, specie per quanto riguarda la continuità delle inalazioni dell'essenza di menta . Sono molti i sotterfugi a cui ammalati imp, udenti ricorrono per liherarsi dell'inalatore, così poco incomodo, ed in tal modo l'esito della cura potrà venir compromesso, senza un'attenta sorveglianza che noi raccomandiamo per poter garantire i buoni risultati.
Ordinario decorso della malattia nei curati.
L'ordinario decorso della malattia quando essa è limitata .al polmone; e la cura può essere applicata nella sua integrità è il seguente:
In primo luogo la scomparsa, in tutti i casi, .Jei bacill i del Koch dagli espettorati, la quale si completa in un periodo di tempo compreso tra nn minimum di 1O giorni
TUBERCOLOSI POLl\lONARE
l dopo la pu ,caz1 bbl ' ·one della nota preventiva) (1)
(ottenu o . . . In seouito diminuzione no· massimo rl1 60 g1orm. I') ed ~n della tosse e degli sputi, scomparsa del ~udore n~tte~o e la nutrizione si riattiva energicamente a se~~o e \ld~ tu1 no, e to di peso. i\lqnanto prn tar i . . n notevole aumen si ottiene. u . . .. · ·1 suono di percussione normale nelle · a ripristina, :.t 1 viene ultimo si viene nuovamente a parti prima affette, e per .. il murmure vesc1Golare.
·percepire b lare e· accompaonato da febbre, d ·1 ocesso tu erco ,., Quan o 1 pr h. · · Se persiste o ·e sempre dopo poc I g1orn1. ' questa s~o~pa1 . . d·z·o di qualche complicazione mor· più tardi ritorna e m i i bosa.
~-----. ~~-t~S9=3~ - Giornale medico del Il. Eser(t) V. Gazzetta degli Otpedah, N. (31.:_ D~ut. medie. Wochen., N. 49.R ., . ina dicembre t89l. · N •t - Se- cito e della · mar , N \!i. _ Rasseg11a medica, : · Centralblalt fu r B<.1kt er. Ucnà Paras.,_ ·.., hens. N. 5t. - Lyon ,4/edical, N. 2 ·,1· a'· N 66. _ Prager medie. rroc , ma,ne me ic "'• • ed altri.
Casi ollnlol.
Oggetto dei primi esperimenti furono due soldati ricoverati nell'ospedale militare di Udine, ampedue già riformati per tubercolosi polmonare al 2• stadio.
Essi erano febbricitanti e tossicolosi da qualche mese, avevano abbondanti sudori notturni ed erano notevolmente denutriti
L'esame fisico rilevava numerosi rantoli sottocrepitanti a medie bolle agli apici polmonari ed ipofonesi nelle parti alte dei due polmoni. L·espettorato era copioso, mucopurulento, nummulato e conteneva numerosi bacilli dd Koch.
In tali condizioni venne intrapresa la cura delle inalazioni continuate di ess,-,nza di menta e della $Omministrazione interna di creosoto. Le inalazioni furono fatte senza praticare le profonde inspirazio ni, ora consigliale, e la soluzione di creosoto per uso interno non conteneva essenza di menta.
In capo ad ~-10 giorni incominciò a diminuire l'intensità della febbre vespertina che prima raggiungeva i 3St,5 e 39" C, ed al quindicesimo giorno non ve ne era più traccia. I sudori notturni e mattinali diminuirono e cessarono contemporaneamente alla febbre. I bacilli del Koch si riscontrarono sempre più scarsi negli escreati, i quali scemarono in quantità e diventarono più mucosi. Aumentarono gradatamente le forze e fece ritorno l'appetito. Alcuni gjorni dopo..gli ammalati incominciarono a lasciare il letto per qualche ora della giornata. Dopo un mese di trattamento curativo, il peso del corpo era notevolmente aumentato. era quasi totalmente cessata la tosse e l'escreato si era fatto scarsissimo. In numerosi preparati microscopici non si riscontrò più verun bacillo tubercolare. I fenomeni statici intanto si erano modificati, in un , malato erano completamente scomparsi i rantoli delle parti superiori del polmone ed in "tutto l'ambito toracico il murmure vescicolare si percepiva normale, e nell'altro si avvertiva ancora la presenza di pochi rantoli umidi nella fossa sopraspinosa destra, ma dopo alcuni giorni
DELLA TUBERCOLOSI POLMONAllE ~79
finirono pur essi per scomparire affatto. In entrambi gli infe rmi allora alla ascoltazione eù alla percussione nulla di anormale si pote'"a rilevare i:>i due polmoni, la nutrizione era lod e vole e le forze ristabilite .
Jn seguito a loro ripetute istanze i due soldati vennero dimessi dall'ospedale ed inviati in congedo non senza ave r loro consigliato di continuare la cura, per misura precauzionale, anc"ra per qualche tempo.
Dei medesimi non ebbi più veruna notizia.
Nel frattempo altri 6 o 7 individui della clientela privala ~bbimo occasione di curare in Udine e dintorni collo stesso metodo Essi erano affetti da tubercolosi polmonare al primo s tadio . In alcuni era preceduta ricorrente emottisi, tosse stizwsa con nochi escreati, infiltramento agli a pict, in alcuni ::-i notava qu~lche rantolo ::-chricchiante nelle fosse sopraspinose con lieve aumento della temperatura alla sera e sudori 'al mattìno. Nessuno però di tali in dividui era obbligato a tenere il letto lungo il giorno, potendo ognuno ancora attendere alle propr ie occupazioni.
La. diagnosi di tubercolosi polmonare era in lutti accertata dall'esame microsc()pico clegli espettorati, che vi dimostrava la presenza dei bacilli del Kod1.
Dopo vario tempo, al massimo due mesi, di assidua cura, · la guarigione si ottenne completa in tutti, colla scomparsa di ogni sintomo morboso e col ripristin amento della normale funzione res piratoria.
Si ebbe occasione di vedere alc011i di essi un anno e mezzo dopo ultimata la cura, e si ebbe la fortuna di trovarli in ottime condizioni di salute, ::enza alcun segno patologico nè al torace, né in altre regioni.
I risuitati ottenuti nei casi sopraesposti erano veramente mollo incoraggianti, ma si riferivano a 6 o 7 infermi di tubercolosi polmonare incipiente e a 2 ammalali di tubereolosi al 2· stadio.
Restava ad esperimentarsi il valore del metodo io ammalati più gravi, giunti arl uno stadio più avanzalo della malattia. L'occasione non tardò a manifestarsi.
I. N. era individuo dell'età di anni 27, di costituziol).e fisica
.NUOVO METODO DI CURA
originariamenle robusta, di regolare sviluppo scheletrico figlio di padre vivente e sano e di madre morta in ~iovan; età di ma lattia di petto. Non aveva che un fratello minore <li qualche anno, robu$lO e sano. Era impiegato all'ufficio di Posta, e, a tempo perso, corista di teatro.
In sullo scorcio dell'anno 1888 fummo invitati a visitarlo per<'hè era stato abbandonato dal suo curante per motivi suoi particolari.
Lo trovammo a letto con febbre a 38,8° C, la quale da tempo insorgeva ogni sera. I suoi neri capelli ar:piccicati alla fronte, gocciolavano sulle scarne gole abbondante sudore. Due aloni nerastri circondavano le aperture orbitati, dentro . cui stavano innicchiali due occhi, ormai semispe11ti. Con voce rauca egli riusci va stentat-amente ad articola re qualche parola, quasi continu11mente inlerrolta da accessi di tosse con abbondanti escreati mucopurulenti, nummwati . Vi era dimagramento eccessivo, inappelenzP, mentre le funzioni delt'alvo erano poco disturbate.
L'esame statico del torace dimostrava : diminuita la escursione respiratoria alla parte superiore destra; rinfo_rzato il fremito pettorale, ottusità alla percussione, numerosi rantoli umidi alla sommità del torace a medie e grosse bolle specie nella fossa sopraspinosa destra ; suono di pentola fessa, respirazione anforica, rumore cavernoso e pettorilo-quia fonetica del BacceHi alla regione anteriore e superiore dello stesso lato.
All'esame microscopico dello sputo s.i trovò una qùantilà veramente stragrande di bacilli del Koch, tanlo da enumerarne parecchie centinaia in un sol campo ed alcune · fibre elastiche.
Si trattava di un caso molto grave in cui la malattia era pervenuta al suo ultimo stadio, e l"efficacia del.la nuova cura era messa a dura_ prova.
~ebbene con poche speranzr , tutlavia si incominciò subito la cura delle inalazioni di essenza di menta e si prescrisse la soluzione di creosoto per uso interno. Quelle vennero fatte con respirazioni normali e questa non conteneva menta; ·per alimento zabaglioni e marsala.
OELU TUBERCOLOSI POi.MONARE 384
Dopo 1ù giorni di cura n~n si rileva~a veru~ 0 :.igliora~ mento apprezzabile nella sintomalolo~1a. Al 1;:i 01orno d~ cura l'indiviùuo avvertiva in;.,olilo benes!.ere, era~o qua~~ s comparsi i sudori, era diminuita la febbre vesperl1~a e ridotta a 38· e, la tosse moderala, scarso rescreato, r1desta~o rsppetito a segno che si poteva soddis'.ar~ il suo de~1der10 concedendogli qualche po' di pollo e dt b1stecc~e. _ I:. es~~e degli sputi svelava an ~ora la presenza dei _bac11l1, pero m s c~rsa quantità. Poco modificati i fatti loc_al~.'
Dopo un mese e mezzo di c;ura si ebbe rmgt~oram~nt? nelle "ue condizioni locali e generali e l'infermo rncommc1ava a lasc'are il letto per qualche ora del giorn~. ~e•o kg. 52. Accurate 11 nalisi micro"copiche dl'gli escreati, ripetutamente "e(fu·1t., furono affatto ne!!alive. L'esame del torace dava e- o , nicamenle la presenza di r a ntoli all'apice destro. u · · del Dopo altri quin dici giorni di cura, un ~1nuz'.os_o esame to race fece rilevare la totale scompal'sa d1 ogni s1nto~o morboso, poicbè la son orità alla percussion_e e~a egual~ 111 am~~ i lati il murmure vescicolare aveva r1mp1azzalo 1r1 tota!lta i rA;toli prima esistenti, nè più si rilevava differenza alcuna nella funzionalità del polmone destro dal :inistro, che sempra si era conservato nel suo stalo fisiologico . Peso del corpo kg. M. .
Gli fu prescritto che la cura venisse anco ra co1 1l.muala per qualche tempo, fu sconsigliato temporanea . ,ente 1: vagl:eggiato roatri~onio, raccomandandogli molti r1guard1 per I avvenire.
.
Ma l'individuo sentenùosi bene in salute e cre~endos1 ?ra. al sicuro di o(fni pericolo, i,bbandooata ogni cura, s1 lamai "' 1 . d I sciò indurre a frequentare di bel nuovo a c~mpa~~J.8. eg amici, abbandonandosi itlle gozzoviglie ed a d1sordm1 d1 ogm genere. . . . . . "
In capo ad una quindicina di giorm ricomparve I.a tos~e con qualche escreato, contemporan~amente ~d un heve do· !ore alla spalla destra. L'esame Rtatico fece rilevare la ~omparsa di alcuni' rantoli scricchianti nella .rossa sop_ra~p~~osa destra per l'estensioqe di una moneta . d1 5 centes1m1. .• egh escreat · però non si rinvennero bacilli. Peso del corpo 5ò kg.
NUOVO M&lODO DI CURA
Dopo un altro mese di cura scompar ve ogni sintomo fi sico morboso. Peso kg. 59 1/ 1
Alla fine <lello stesso anno 1889 l' I. godeva ottima salute e pesava k g. 6i. In buone condizioni si trovava anco r a in sul finire del 1890. Da informazioni avute si seppe che il mede!;imo aveva contralto mlltrimonio, e già era padre di un figlio r obusto e sano. Nel novembre del 1893 le sue condizioni di salute. dopo 5 anni dalla cu ra , erano ottime, ed egl i attendeva come attende tuttora al suo impie~o sì di piorno che di notte; come da documenti uf'lìciali recentemente a vuti dal suo capo ufficio. -
Nel mese di marzo dclt'anno 1889 ebbimo occasione di visitare una ragazza , la quale il gio rno antecedente era stata <limessa da un educandato ed inviala in seno alla famig lia , perchè da mollo tempo ammalata con tosse, vietando il Ref!olamento dell'istituto di trattenere e curare nell'inter no le croniche malattie di petto.
La ra1tazza C. S. dell'eia di anni 15 era figlia di padre tos!>icoloso e malaticcio e di madre Sl!na, aveva un solo fratellino di 8 anni sano e robusto. Fu ·menstruata per la t• e l'unica volta i o 5 me!'i prima d el suo r itorno in famiglia.
L'amma1ata giaceva a lello, febbrici tante (30 2 C. a l mattino) grondante sudore, palli<ia, ipoemica td afonA. L a tosse era insistente e 11:li espettorali abbondanti e mucopurulenti erano uummulati. In causa dell~ elevazioni termiche, della inappetenza, del sudore e della diarrea, l' emaciazione era molto pronunciata in guis,1 che la 9elle s·informaYa alle ossa.
All'e$ame statico $i riscontrarono normali i du e lobi infe1-iori del polmone destro e tutto il polmone sin i;,tro In quanto al lobo superiore destro la percussione dava suono olluso alla fossa s op raspinosa, ti mvaoico alla fossa sottodavicolare, in quella si percepivano numerosi rantoli s ottoc r epitanli, in questa, r espirazione anforica, rumore casernoso, pettoriloquia fonetica.
L"esame microscopico degli spuli dimostrò la presenza di nume rosi bacilli dd Koch e di qualche fibra elasti,;a coll e sue divisioni dicotome.
F urono tosto prescritte le inalazioni continuate di essenz.a
DELLA 1CBERC0L0SI POL~ONARE 383
d. menta et! internamente In soluzione creosotata. Quelle e 1 rano ratte con ispirazion i normali, e quesla non conlene,·a menta. In seguilo, per ragioni economiche, l'alcool della soluzione creosotala fu limitato alla quantità strettamente necessaria per sciogliere 11 medicinale. . . . .
Dopo 8 giorni di cura, nessuna modificazione s1 osserv a, a · s·1ntom i· si locali che "'enerali dell'ammalata. · n<> 1 '"' · as· e Al 20• giorno la temperatura l'erAIP era ridotta a , era.no s comparsi i sudori, diminuiti la tosse e I' espetto~to, 1 forze rinascenti e l' appetito discreto. La mestr u~z1one, :on più pr esental.asi da parecchi ~es!~ aveva fatto ritorno. L·esame microscopico degli sputi, ~lU. volle ripetuto, dimostrò la scomparsa dei bacilli specifici.. . . . .
Verso il 28<> giorno l'ammalata irtcom1nc10 a_ lasciare ,I letto; la tosse era. quasi totalmente scomparsa, il mu~mu r e vescicolare si era ripristinato in tutta la part~ anteriore. e " periore del polmone affello. P ersisteva un piccolo fo~la10 ~u · percepivano nella fossa soprasvinosa destra, ove ancora si raoto\elli umidi. Il p eso era di kg. 42. . .
Continuii ndo la della cura, colla conle~poranea somm1ml't.razione di uova -e latte in abbondanza, m capo ad un all~o mese e mezzo era sc omparse, ogni sintomo della malattia soff-'rla, l'appetito quasi vorace, il peso kg. 46. . . . .
Qualc:he giorno dopo la ragazza, in b~o.ne cond1~om d'. salute, si r ecò presso alcuni suoi parenh i_n campa.,..na, n~1 pressi di Po r denone. Pesava allora (mese di sellembre) clnlogrammi i8.
P d mesi essa ci diede qualche volta nol1z1a della sua er ue . "b'I . l te la quale micr\io rava gioroalmenle m modo sens i I e. sa u , "' k ·o menlre il peso del suo corpo veniva a ragg1unger_e • ~-. o . ~ei primi f!io r ni del novemb r e, al suo r itorno 1n Udme'. era quasi irriconoscibile. La faccia, il tronco, le me~ra si
· t·te d'i un abbondante substrato cellulo-ad1poso erano r1 ves 1 tt Cu taneo il quale produceva ovunque quella r egolare e so o ' . . d li m oderata rotondità di forme, che, oltre a cosl1tu1re un a _e e micrliori attr attive del sesso, indica 110 rigoglios~ slato d1 salut:. li suo peso aYe,·a raiigiunto kil. 52 */1. C1 succedeva
NUOVO nrooo D( CURA spesso d'incontrarla per via, tutta giuliva e con tenta della sua floridissima salute.
Persa di vista, a moth·o del nostro trasloco avvenuto ·
I fì d 1 · •r. su 1mre e novembre, assumemmo informazioni sul e •nto "nel mese dì_ luglio del 1891; da esse risultò ches~: ~- ~- ~occornbeva_ m sul finire <lei!' autu11no dell'anno 189() cwe c1_rca 16 mesi dop,) la guarigione della p rima malaltia'
Al r1to_rn~ dalla campagna la ragazza era rientrata nell~ sua fam1gha, la quale si trovava in condizioni finanz· · 1ar1e molto ristrette, e non poteva concedersi che una sca . . rsa e poco nutriente alimentazione. 11 suo ailog&io si com p d. . o one,a
• u~a cucma e dì una sola camera da lett.o dove eran : • I , o r,. cove:-1.lli a la notte, madre, figlia e bambino.
Non ostante le raccomandazioni, dopo la malattia della e non venne eseguita veruna disinfezione nè del pavim t · né de! lettin?,. né mo.Ilo meno si addivenne alla distruzio~: ~Ì alcuni effe tti mfettat1, e di poc,) valore. Contrariamente · ·• l r d" . . 1· a1 r1 pe 1 1v1 et1, g I escreati venivano non di ra do cacciali sul pavimento, al massimo poi raccolti in una pezzuola né m · f 'b·I ' a1 u. poss1_ 1e persuadere la famiglia della necessità dell'acquisto d1 una sputacchiera.
Dopo Io stato floridissimo di salute che la C. aveva raagiunto, l'aumento di peso di oltre 10 k<' la per'el'-· 1· . . o • , ' ' "" UIJZIO• nahtà dei due polmoni, non é probabile che in es;:;a sia avven1~to ~n risve~lio spontan~o della malattia. La disposizione ered1t~r1a alla tub~rcol~si non era però certamente distrutta , p~r cm _una nuov~ infezione poteva sempre aver luogo. L'ambiente ~nfetlo puo ~verta dE\terminata e la insuffi ci~nle alime11taz1one averla favorita.
In modo ben diverso si svolsero i falli per L. 1. N. di cui più sopra fu riferita la sto1·ia clinica. Esso <lotato di sufficienti mezzi di fortuna, dopo la malallia, sottopose ad accur~ta <lisinfezione tutti gli oggetti che potevano essere infetti, distruggendone alcuni, e curò che la sua alimentazione rosse abbondante e riparatrice.
Questo caso disgraziato non inllrma r1 uir.di l'efficacia del rimedio, trattl¼ndosi di una re in fezi one e non già di ricaduta.
DELLA TUBERCOT.OS1 l'OLllOìUnE " ...
385
A. F. soldato del 10- reggimento fanteria, il 10 luglio 1891 entrava nell'ospedale militare di Ravenna. Individuo di medioc re costituzione fisica, non aveva precedenti morbosi nè eredilari. Era tossicoloso, accusava dolori al torace destro, ed alla sera aveva legger tirado di febb r e, seguito da sudori nottu r ni.
L'esame statico rilevò, nei giorni seguenti. la presenza di piccoli e scarsi rantoletti nella regi one infraclaYicolare destra. e di rl!nloli a piccole bolle nella fossa sopraspinosa dello stesso lato. In tali località la sonorità alla percussione era JegFtermente attutita. Gli escreati drano muco-purulenti ed in essi 1'1::same micrMcopico fece ri levare la presenza dei bacili: del Koch in discreta quantità.
s·intraprese la cura come nei casi precedenti. Dopo 8 aiorni la febbre era scomparsa ed incominciava il migliora- "' mento, poiché la tosse e la qua ntità dell'escreato e rano 10 diminuzione, persisteva ancora un certo g rado di ottusità e la presenza di rantoli nelle regioni sopranominate. I bacilli sebbene diminuiti di numero, persistevano ancora nell'espettoralo.
Al 13' giorno di cura l'amma lato ab bandonava il letto, pesa va 50 kg., ancora qualche piccolo ranlolo si avvertiva nella zona polmonare affetta, ed i bacilli erano totalmente scomparsi dagli escreati, non essendosi più riscontrati nei preparali m:croscopici più volte rieetuti.
In tali condizioni l' A. F. uscì dall'ospedale, ove non fu possibile trattenerlo oltre, desiderando ardentemente di rimpatriare perché congedato io seguito a sorteggio. Prima della partenza ha promesso di continuare la cura come gli venne caldamente raccomandato, non eh è d i dar notizie sul decorso della sua malattia.
Non avendo pero più dato sue notizie, fummo obbligali ad assumere informazioni dal sindaco del suo paese, il quale ci fece conoscere eh~ l'individuo in sul finire del 1891
NUOVO l1ET0DO DI CfJRA
(cioè già dopo trascorsi 6 mesi della sua uscita dell'ospedale):
« Attendeva &i pesanti e fatic0si lavori del suo mestier d. d" e « 1 conta mo, mangian,lo con grande appetito ed. assimi« lando, qualunque cibo con molla facilità, senza soffrire in" digestione alcuna. Il peso del suo co rpo si era aumentato « di altri 5 kg. ed il miglioramento della sua salute e la << guarigione completa era da attribuirsi alle virtù terapeu« tiche del medicinale ed alla continua e diligente cura che << aveva fatto e che gli era stata prescritta dall'ospedale di « Ravenna ».
I buoni risultati ottenuti nei casi precedenti erano certamente superiori a quelli che si potessero sperare da qualsiasi alti-o metodo di cura ed incoraggiavano a proseguire · l'applicazione del nuovo metodo nella cura della tubercolosi polmonar e.
Tra ttandosi di prime prove, alcune dell e quali si riferivano inoltre ad individui della clientela privata, non si era potuto attuare tutte quelle particolarità di osservazione che i progrediti metodi di ricerca clinica esigono al di oggi. Nelle successive prove che furono per la maggior parte praticate nell'ospedale militare di Genova, si cercò per quanto era possibile, di soddisfare a tali esigenze, tenendo esatto conto in apposito diario delle ,,u_riazioni di peso e di temperatura delle modificazioni nei segni fisici, e dei reperti microscopici degli escreati, notandone tutte le particolarità che vi si rilevano.
Allo ,-copo di avvalorare maggiormente l'efficacia dell'essenza di mentii nella cura delle tubercolosi polmonare, fu apportata qualche modificazione al metodo prima adoU.ato in modo da ottenere quello che più sopra fu minulamenle des~ri~to. In_ primo luogo filrono ordinate le profonde inspi, r~z1001 segm~e da p~olungata pausa inspiratoria allo scopo d1 trattenere I vapori delle essenze di menta a contatto diretto per qualche tempo colla mucosa e col contenuto- dei canali aerei. In secondo luogo fu aggiunta l'essenza di menta alla soluzione di creosoto allo scopo di ottenere la disinfezione, nelle prime vie del canale alimentare, degli espetto-
DELLA TUBERCOLOSI POL~O~ARE 387
.rati che per avventura potessero veuire inghiottiti, e di fa~ .penetrare in circolo ressenza di menta anche per la via .dello stomaco. •
È d'uopo notare che la cura praticata io 'luesto modo ioten8ivo, non fu possihi le pre8criverla in Lutte le sue parli in -0gni infermo, poiché io alcuni casi , le profondf> inspirazioni erano rese impossibili dal progredito marasmo dell'individuo .e da intolleranza assoluta.
R. G. soldalo nel 26 reg/!. artiglieria, entra va il 3 maggio t892 nell'ospedale mii. di Genova.
Individuo di apparente costituzione fisica buona, di nutri.zione generale discreta, senza precedenti morbosi.
Da 2 giorni era llff'etto da fabbre forte (39,5 C.) tosse con espettorazione abbondante muco-sanguigna schiumosa.
All'esame fisico si constatò ipofonesi marcata su quasi tutto l'ambito polmonare sinistro, murmure vescicolare affìevolito, numerosi rantoli sotlocrepitanti all'apice. L'esame <iell'espett,)rato rivelò ul microscopio, qualche cellula mucosa e purulenta, numerosi corpuscoli sanguigni; nessun ba.cillo.
Dal 3 maggio al 6 luglio l'infermo fu sempre febbricitante, ebbe numerose ed. abbondanti bNncorragie. In quest'ultima epoca si rileva dal d iario clinico: denutrizione profonda, su.dori notturni, tosse insistente, espeUorato abbondante mucopurulenlo, voce 1·auca, diarrea profusa. All'apice del polmone sinistro rantoli metallici, numerosi ronchi e rantoli in tutto il r e sto dell'ambito polmonare. L'esame microscopico, <limoslrò negli sputi i bacilli del 1-;.och.
In tali condizioni si iniziò la cura il 17 luglio. Pochi giorni .dopo si manifestò una vomica. dando esito ad una grande quantità di liquido purulento, i11 çui vennero riscontrati i bacilli del Koch, imccessivamenle la temperatura si mautenne elevata, si accentuò progressivamente la debolezza generale, la dia rrea si fece profusissima ed infrenabile , con dolori ventr!).li, si ripeterono spesso le broncorragie, di cui una
Nuovo Metodo Di Cura
molto abbondante colse l'inrermo nel giorno 8 settembr ~J un'altra verifì.catasi nel giorno dieci, lo conduceva a ~or~ 10 poche ore.
Il reperto necroscopico constatò: aderenze pleuriche pleuroperjcarJiche, tubercolosi polmonare diffusa a tutto i~ polmone sinistro, con numerose eJ ampie caverne e a tutt il lobo superiore e medio del polmone destro con cavern° all'apice, tubercolosi pericardica, e molti tubercoli disse mi~ nati sul peritoneo, ulceri intestinali tubercolari, ghiandole mesenteriche e relroperitoneali caseifìcate, ulcerazioni laringee.
È necessario prendere in considerazione i fatti seguenti :
1° La tubercolosi polmonare provocava frequenti emottisi;
2' Preesisteva già all'inizio della cura tubercolosi intestinttle;
:3° L'autopsia dimostrò lratLarsi di tubercolosi generalizzata;
4• La cura durata appena 53 giorni non aveva ancora potuto fare scompar ire i bacilli dagli escreati.
Ora le conclusioni che da questi fatti si. possono ded urre sono:
0 Nei casi di frequenti broncorragie la distruzione Jei baciHi del Koch, per effetto dell'essenza di menta, resta ost~colat-a. Di ciò è ovvia la $piegazione: gli alveoli pol monari essendo riempiti d i sangue stravasato, in essi non av viene la penetrazione dell'aria inspiratA, impregnata di essenze di menta;
. 2°. Quar~Jo la tubercolosi non é limitata al pol mone le 10alaz1on1 d1 menta difficilmente arrestano il processo tubercolare: Vedremo in seguilo le conferme di questa proposizion e.
Le emottisi inoltre aggravano ìe condizioni del paziente non solo per effetto della perdita di sangue, ma eziandio per la possibile insorgenza della polmonite sellica.
Della Tubercolos1 Polmonare 389
c. c. soldato nel 25° regg. ·fanteria entrava il 15 febbraio 1893 nell'ospedale militare di Genova.
Era di costituzione fisica originariamente buona, ora molto <lenutrito ed ipoemico. Nel novembre 189-2 ammalava di bronchite, in seguito fu sempre tossicoloso.
Nei d ue apici polmonari, specie in quello di sinistra vi era ipofonesi alla percussione e si. percepivano numer osi rantoli a piccole bolle è qualche sibilo. L'espettorato in di· screte quantità era muco-purulento. Peso del corpo kg. 52. Apiressia, bacilli del Koch nell'espettorato.
Il Jo marzo 1 92 si inizia la cura.
Dopo otto giorni l'espettorato era più scarso, più mucoso e meno purulento, la tosse diminuita, i fatti fisici poco migliorati, verifìcandosi°appena una lieve diminuzione nell'e8tensio ne dei rantoli. P ersistono tutto ra i bacilli negli espettorati
Dal detto giorno 8 al 22° comparve leggiera tinta emorragica nell'espettorato, la quale ptlrò si dileguò presto, ed al 22• giorno i-i poté constatare la scomparsa dei bacilli specifici e dd ra11toli, ed in tutto l'ambito polmonare il respiro era vescicolare normale. la risonanza fisiòlogica, IA nutrizione lodevole, il peso del corpo 60 kg.
La cu ra venne continualA fino al 1° maggio, epoca in cui l'ammalato uscì completamente guarito.
B. G. carabiniere, entrava il 10 agosLo in questo ospedale militare. Di buona costituzione fisica, ma denutrito.
Da circa un mese tossicoloso, aveva avuto circa 15 giorni prima un a emottisi.
All'apice polmonare sinistro i! murmure vescicolare e1'a affievolito, si percepivano ronchi e sibili alla regione solto · cla vicolare e ranto li nella fossa sopraspinosa, ove la percu~ sione dava r isonanza ottusa. L'ammalalo emetteva colla tOS$e moJerata, scarso espeltorato muco - purulento. Apiressia. P eso del corpo kg. 60.
L' esame microscopico degli spuli vi dimostrò i bacilli del Koch.
Nuovo Metodo Di Cura
Il giorno 1ì agosto fu iniziata la cura m t fenom~ni fisici :!ell'ammala lo erano invaria~n re suddetti
Al giorno 8 settembre la toss:e era d. . : t .. 1mmu1ta l' ra o scar sissimo I fatti locali· e e espellok · rano rnvariat' p g. 61,800. I bacilli furono ancor . I. eso d el corpe> a r iscontrali 10 · 1 mero nei pochi escr~ati. picco o nu-
Il 23 settembre era cessata la tosse "'C tomo patoloo-ico al tora I' ' omparso ogni sind . "' ce, espettorato era t quello d1 ogni indi\:i,l uo sano e ., mucoso al pari s peci fi ci. La nutrizion e !o d I piu non contenevc. bacilli ka 63 :;oo . evo e. buone le forze p .,,. ,v . . eso
Fu continuata la cura fino al f o . usciva dall'ospedale com I l otto~r~ giorno in cui il B. p e amente gu arito . Peso ko-. 64 900 ., , -
A. G. soldato nel 3• reg"' fanteri il giorno 7 marzo 1893 D.<>· . . a entrava nell'ospedale · 1 cost1tuz1one fìs· a· tuJtora buona as.,eriva di ica iscretamente bosi di entità. non aver avuto precedenti mor-
Accusava do lore al costalo di'str . . gamento pleurico Non o, ove s1. avvertiva sfresintomo morboso: presentava sino allo ra alcun altre>
Si fece una cura sintomatica m ,. . . datamente depè rendo, con febb·' a I rnd'.v1duo andava granottur.ni. · e vespertma e profusi sudori
Il 28 aprile l'ammalato era at .. tina aveva 'ivuto un a ono e febbric1tantf', nella mat. ccesso emottoico L' . rilevare la presenza ct· . · esame statico fece 1 numerosi rantor a · 1 sonanti, all'apice polmo <l' t picco e bolle, connare I destra ove 1 · ottuso- timpanica. Nelle , a risonanza era destro $i percepivano rti~~~1. medie ed mferwri del polmone · t . 1 1 a grosse bolle II I . ms ro appariva in condiz· . fì . . . pomone s1purulento, nummulato c 10~1 s10log1c~1~. _L'espettorato muco-
Il giorno 3 maggio f~n. bacilli rn discreta quant1ta. kg. 50. Dopo 8 o-iorni di 1~1z1lta a la cura. Peso del corpe> ., ra amento la febbr parsa, la tosse si era fall .ù , e era scomt a P1 rara e men t· pe ito era mio-liorato N Il . . '. o s izzosa, l'ap- ·1 "' · e e partt inferiori dèl I J respiro era vescicolare fi . I . - po mone destro , s10 og1co.
Della Tubercolosi Polmonare 391
In alto persistevano an~ora rantoli in "discreto numero. Peso kfr 51,800.
I bacilli persistevano ancora negli escreati muco-purulenti.
Il 20 maggio 'i rantoli erano limitati ad una piccola zona della parte esterna della fossa sopraspinosa destra. Diminuiti i bacilli. Peso del corpo kg. 52,500. Miglioramento generale.
Il 30 maggio scomparsa di ogni sintomo morboso sì subbietli vo che obbiettivo, g li s puti erano mucosi ed affatto privi di bacilli; il peso del corpo kg. 53 ,GOO. Valide le forze.
Dopo a ltri 15 giorni di cura l'amrnAlat0 usciva dal!'tlspedale completamente guarito, d(lpo chè ripetuti esami degli spuli non avevano più fatto riscontrare verun b&cillo specifico. Peso kg. 56.
L' A. G. venne proposj,o e quindi inviato in licenza straordinaria di convalescenza di giorni ·90. Dopo riprese il suo s e rvizio, godendo sempre ottima salute. Nel dicembre egli lavorava col genio militare per la costruzione di strada sull'appennino ligure nelle fred de regioni di Triora.
M. G. soldato nel 290 regg . fanteria, classe 1872 entrava all'ospedale il 23 marzo 1893. I ndividuo di costituzione fisica m olto deperita, di nutrizione generale scadente.
Un anno addietro era stato colto da emottisi, e da quell' e poca fu sempre piuttosto cagionevole di salute e tossicoloso.
Da 15 giorni soffriva tosse con , scarsa espettorazione muco -purulenta, febbre oltre i 39° C. nelle ore vespertine e che declinava verso il mattino con sudori, non mai però sotto i 38°.
All'esame statico dell'apparecchio respiratorio non si riscontrò che respirazione aspra, lliffusa però a tutto l"ambito p olmonare.
Dall'epoca del suo ingresso all'ospedale fino al 14 aprile fu sempre febbricitante con sudori notturni, tosse poca, escreati scarsi. Il giorno 9 vennero constatati ronchi sibi-;lanti all'apfce polmonare destro, respirazione aspra in quello
Nuovo Mktodo Di Cura
di sinistra con q~alche rantoletto sottocrepitante. II giorno 14 furono constatati, dopo alcune inutili ricer<-.Iie precede t· b ·11· d I n •, i ac1 1 e Koch nell'espettorato.
La cura fu iniziata il 15 aprile I fatti <leali aµ1·c1 · e . . . . · "' rano ~llo~a pm sp1ccat1, ed i rantoli si percepivano in entrambi 1 lall. La febbre si manteneva elevata nelle ore vespe r L ' . . r me. emac1az1one era avanzata.
ll 17 _co~pa~ve una scarica al~ina mista a sangue: e l'enterorag1a s1 ripeté spesso nei giorni seguenti, nei quali comparvero marcati fenomeni di marasmo.
Le diarree sanguinolenti, i sudori ·profusi, l'estremo abbattimento delle forze ~umeotarono dal 25 del mese in poi, la te_mperatura al mattmo cadeva sotto i 370 c. e la cinesi cardiaca era molto affievolita. _
Il 28 aprile, dopo soli 13 giorni di cura, si presenlarono gravi fenomeni di colla!-<SO, le iniezioni di caffeina e di ete . re non risvegliarono l'impulso cardiaco e l'ammalato soccombette con fenomeni di paralisi cardiaca.
Autopsia. - Tubercolosi al 2° stadio a tutti due i polmoni pleurite e perrcardiLe tubercolari, tubercolosi dell'intestino delle ghiandole mesenteriche e retroperitoneali, ulceri tubercolari nell'intestino.
Questo ~so clinico vien<:: a confermare quanto più sopra fu esp.,sto rntorno alla efficacia del metodo curativo nella tubercolosi generalizzala. Qui pure la diarrea sanguigna era comparsa già fin dall'inizio della cura, per cui già esisteva la tubercolosi intestinale in atto, rilevata dall'autopsia.
Il trattamento curati\·o, atluato per pochi oforni era stato d . o ' 1 trop po breve durata, perchè la benefica influenza della menta si potesse esercitare sui polmoni, col determinare la scomparsa dei bacilli dagli escreati. La tubercolosi intestinale ed il progredito marasma furono del resto le cause dE::IJa mo~le, essen.io ancora polmoni, benché in piccola parte atti alla respirazione.
DELLA. TUBERCOJ,OSI POLMONARE 393
c. A. sottufficiale nelle guardie della R. finanza, entrava nell'ospedale il 12 marzo 1893 Di costituzione fisica mediocre e senza precedenti morbosi di entità. Era tossicoloso con sputi rugginosi, accusava dolore puntorio nella linea ascellare destra, temperatura 40° C.
All'esame statico s1 riscontrava alla parte inferiora e posteriore del torace destro marcata ipofoaesi, soffio bronchiale, rantoli inspiratori fini, crepitanti, rinforzo del fremito toraco- vocale.
11 15 marzo fu pure riscontrato un altro focolaio di polmonite in corrispondenza del Lobo inferiore del polmone si:. nistro.
Il 12 aprile si constatò un versamento nel cavo pleu rico destro, mentre a sinistrA il focolaio pneumonico si era com• pletamente risolto. La febbre pure era scomparsa.
In seguito continuò la tosse, l'espettorato si fece mucopurulento, agli apici polmonari d'ambo i lati comparv_ero rantoli e la risonanza alla percussione diventò ipofonetica.
Il 9 maggio persisteva l'ipofonesi alle· fosse sopraspioose, sopra e sotto cla vicolari. In queste r-egioni si percepivano numerosi rantoli sottocrepitanti a medie bolle. L'espattorato era sempre muco-purulento, ed all'esame microscopico furono in esso riscontrati i bacilli specifici.
Stante la gravità òei fatt i locali e le òeplorevoli sue con~ dizioni generali per l'estremo grado di prostrazione delle forze, si rimase in forse se si avesse a solloporl9 alla cura speciale, sempre per la tema di uu'imminente catastrofe.
Nel successivo giorno, ~O maggio, fu però iniziato il tratiamento cura tivo, a di,· vero con poca speranza d i succ.esso. La temperatura ser&le 38°,5.
12 maggio. Nella notte subdelirio · e sudori profusi. ·
6 giugno. Scomparsa della febbre, diminuzione del s~dore'. tosse es.petloratci e falli locali invariati. Esame _degh sputi posit;vo: leggiero miglioramento nelle condizioni gen,erali. Ritornato l'appetito dopo par.ecchi giorni di assoluta inappetenza. Dieta lattea, zabaglioni e tnal'S~a. . _ .
19 giugno La febbre non è_più comparsa, cessati I sudori, la tosse è meno molesta, l'espettorato più :;;carso e più mu-
394 NUOVO )fETODO DI CURA coso. Alle fosse soltoclavicolari si ha risonanza normalP. alla percussione, ritorno del murmure vescicolare.
Persiste un ce-rto grado di ipofonesi alle fosse sopraclavicolari e sopraspinose, ove si percepiscono ancora rantoli in discreto numero. L'esame deftli sputi non rivela più le presenze dei bacilli tube rcolari.
20, 21, 22, 25, 26 giugno. Esame degli sputi sempre negativo.
Il giorno 26 la tosse era completamente cessata, le con- . dizioni generali molto migliorate. Si ·aggiunge dieta carnea. Peso del corpo kg. 53,300.
I rantoli si pf:lrcepivano, in numero assai scarso, solo alle fosse sopraspinose.
7, 9 luglio. Esame degli sputi :sempre negativo. L'apparecchio res:piratorio rivela normalità completa di funzionA all'esame statico, ripristinato ovunque il murmure vescicola re ' ritornata la riso nanza fisiologica . Condizioni generali ecce!- lenti. Peso kg. 55,500.
10 luglio. 11 C. A. esce completamente guarito per recarsi in famiglia in licenza <1.i convalescenza di giorni 60.
Ultimata la sua licenza rientrò a l proprio corpo per riprendere il suo servizio.
Nel 24 del successivo novembre il C. A. invitato a pr esentar.si, fu da noi visitato in presenza di vari colleghi, e nessuno riuscì a riscontrare aicun segno patologico nel suo apparato respiratorio Lo stato di nutrizione era lodevole e valide le forze.
L'individuo comunicò le seguenti var iazioni del peso del suo corpo, di cui aveva tenuto esatto conto durante la sua licen2a.
24 luglio kg. 57,500
3 agosto
13 »
24 •
• 59,200
• 60,500
» 61,500
4 settembre. » 6310 » ,, 63,100
Pesato nuovamente il 24 novembre kg. 63,200.
DELLA TUBERCOLOSI POLYO~AliE 395
Riprese, come si dice, il suo servizio nel corp~ della R. Finanza sopportanio bene anche le più gravi fatiche. Nel successivo dicembre fu ricoverato nuovamente nello ospedale perchè ammalalo d'influen za. Presentò febbre elevata con sintomi gastro -reumatici, senza verun fatto bronchiale di entità. Guari perfottamente e non presentò mai, oll'esami>, i bacilli del Koch negli escreati che d'altronde ~rano scarsi e semplicemente mucosi.
M. o. soldato nel 25° reggimento fanteria, entrò all'ospedale 18 aprile 1893.
Era individuo di costituzione fisica ori7inariamente buona, ora alquanto deperita. Racconta che due anni addietro fu colto da emottisi, e dopo ·di allora fu sempre tossicoloso, specie negli ultimi giorni, con scarso espettorato, segn~to spesso di strie sanguigne.
All'esame si riscontrò ipofonesi e respiro aspro alle due fosse sopraspinose, ipofonesi e rantoli scricchianti alle fosse sopra e sottoclavicolari.
Appetito buono. Normali le funzioni del corpo. Peso kg. 60,700.
19 aprile. L'esame svela la presenza dei bacilli negli sputi.
20 aprile. Si inizia la cura . Dopo 8 giorni persistono invariati i rantoli umidi di destra, a sinistra invece sono più scarsi.
, Esame ·d~gli sputi positivo. Peso del corpo 61. Condizioni generali buone.
8 maggio. Dieta lattea e carnea con marsala e vino rosso generoso.
Scompar sa dell'ipofonesi e del respiro aspro alle fosse sopraspinose. Poco modificati gli altri sintomi fii;;ici. Esame de7li spuli positivo. Peso kg. 61,900.
13 maggio. Diminuzione della tosse, espettorato scarso,
NUOVO lIETODO 01 CURA con qualche raro bacillo, scomparsa di rantoli e destra. Peso kg. 62,100.
27 maggio. Totale scomparsa della tosse e dell'espettorato Ripristinato in ogni parte il murmure vescicolare e la risonanza normale.
Esame degli sputi negativo. Peso kg. 63,300.
27-30 maggio. Esame degli sputi sempre negativo.
1° giugno. Esce completamente guarito.
Di -G. F. guardia di finanza. Era degente nell'ospedale fin· dal 21 settembre 1892 per fatti bronco-polmonari.
Era individuo discretarpente nutrito, di mediocre costitu- zinne _fisica, senza pr ecedenti morbosi.
Da circa un anno aveva tosse con espetLoraLo commisto e scarsa quantità di sangue.
L'esame statico faceva rilevare: respiro aspro e ronchi sibilanti all'apice polmonare sinistro, senza apprezzabile modificazione della risonanza alla percussionA. Ronchi e rantoli nelle rimanenti porzioni dello stesso polmone con leggiera ottusità in una piccola zona della parte media posteriore del torace corrispondente. Ronclli e rantoli in tutto !'.ambito del polmòne destro.
7 ottobre. Leggiera emottisi.
20 ottobre. Nella fossa sottoclavicolare sinistra risonanza timpanica, respirazione anforica, rantoli sonori metallici. Espettorato purulento.
30 novembre Iniziasi la cura, avendo rivelato l'esame degli sputi numero.si i bacilli del Koch. Peso kg. ~8,900.
17 dicembre. Tosse frequente, espettorato muco-purulento, fatti .fisici invariati, leggi ero miglioramento subbiettiv-o. Aumen · lato l'appetito. Dieta nutriente. Peso kg. 60,500 Esame degli sputi positivo.
12 gennaio 1893. Tosse meno molesta, espeUorato mucopùrulento, scomparsa della zona ottusa e dei rantoli dal lobo inferiore del polmone sinistro. Nessun sintomo patologico al polmone destro. Miglioramento nella nutrizione generalP..
DELLA TUBE!lCOLOSI POLMONARE 397
Seguita la dieta riparatrice. Peso kg. 62,300. Persistono i bacilli negli escreati. . .
25 gennaio. Scomparsa dei rantoli a nche in tutto 1! lobo superiore del polmone sinistro. Nella fossa sottoclav1colare di questo lato, la respirazione è alquanto soffiante, la perc,ussione dà risonanza quasi normale. Espettorato mucoso. Esame decrli spuli negativo. Peso kg. 63,800.
{'. febbraio. Peso del corpo kg. 64. Esame degli sputi negativo .
11 febbraio. Peso del corpo kg. 65. Eame degli sputi negativo.
18 febbraio. Peso del corpo kg. 65,250. Esame degli sputi negativo.
15 marzo. scom pars~ di ogni sintomo morboso. In tutto l'ambito toracico il murmure vescicolare si percepisce nella sua integrità fisiologica. La risonanza pure è dappertutto normale. Condizioni generali otlime. Peso kg. 67. Esame degli sputi s e mpre negativo~
19 marzo. E-sce completamente guarito.
Ulteriori notizie del Di G. F . pr0varono che l'indi vi_d~o dicembre 1893 si conservava sempre in ottime cond1z1oni d1 salute ed attendeva ai lavori di còntadino presso la sua famiglia. .
' Questo individuo ricavò poco o nessun vantaggio dalle cure antecedenti, men tre riacquistò le forze e la salute da~ nostro metodo di cura, non ostante che già esistessero fatti cavitari al lobo polmonare sinistro.
G. H. appartenente all'arma dei RR. carabinieri, enlrò allo ospedale il 10 gennaio 1893. . . .
Era individuo di costituzione fisica or1ginarJam~n~e buona. Aveva sofferto ripetutamente di affezioni bronch1~h. Da parecchi giorni la tos~e, inasprita, era divenuta abituale, con abbondante escreato.
All'esam~ statico si riscontrava affievoli1~ento d_el m~r~ure vescicolare ad entrambi gli apici polmonari, s~ec1~ a s;n1stra, ipofonesi alle fosse sopraspinose e, ivi, rantoli a piccole bolle.
Espettorato muc0-purulento abbondante e contenente uumer-osi bacilli del Koch. Apiressia. Peso kg. 60,500.
11 gennaio. In tali condi'Zioui si iniziava la cura.
'1° febbraio. Diminuita l'ipofonesi alle fosse sopraspinose · vi persistevano i rantoli in discreto numero. Il rimanent~ del lobo superiore appariva in condizioni fisiologiche. Tosse più rara, espettorato meno copioso, ~ncora muco- purulento e contenente bacilli tubercolosi. Peso kg. 60,600.
21: febbraio. Risonanza normale alla percussione in tutto l'ambito toracico. Persisteuza di qualche rantoletto alle fosse sopraspinose. Espettorato scarso, quasi in totalitil mucoso . ma contenente ancora vari bacilli. Peso 6'1,500. '
7 marzo. L'esame statico non faceva rilevare che la pr esenza di qualche rantolo alla fossa sopraspinosa sbistra Tosse ed espettorati scarst. Scompa.rsa assoluta dei baciU i. Peso kg. 62. Appetito ottimo.
2'1 marzo. S~omparsa di ogni benchè minimo sintomo patologico polmonare. Respirazione affatto normale, cessata la tosse. Espettorato prettamente mucoso, senza bacilli; continua l'appetito. Peso kg. 62,500. ,
25 marzo. Esame degli sputi negativo. Peso kg. 62,700.
28 • » » » » • » 62,800.
30 » » » • » )) » 62,870.
18 aprile. Usciva completamente guarito. Peso kg. 64,200.
L'individuo riprese il suo servizio, e molto tempo dopo andò in congedo in floride condizioni di salute.
Della Tubercolosi Polmonare 399
dente. In questa zona ipofonetica si percepivano rantoli a piccole e medie bolle con soffio bronchiale, e nella _parte ~iù bassa il murmure vescicolare del tutto abolito ed 11 fremilo toraco- vocale rinforzato. Espettorato mucoso. Apiressia. Poco appetito. Peso kg. 55.
30 febbraio. Espettorato muco- purulento. Tosse più insistente. Esame degli escreati negativo.
10 marzo. L'esame microscopico degli sputi svela la presenza dei bacilli.
i1 marzo. Si inizia il solito trattamento curativo.
21 marzo . Sintomi loca.li invariati. Alquanto migliorate le condizioni generali. Aumenta l'appetito. Peso kg 55,300. Esame degli sputi pos itivo.
6 aprile. Diminuita l'ipofonesi e si percepiscono più distintamente· i rantoli umidi. Espettorato muro-purulento, colla persistenza dei bacilli. Peso kg. 56,500. Discrete le condizioni generali. Aumentalo l'appetito. n;eta mista lattea e carnea. Marsala e vini generosi.
13 aprile. Murmure vescicolare e risonanza normali in tutto il polmone, meno che nella fossa sopraspinosa ove ancora si percepisce qualche rantolo. Espettorato scarso, mucoso. Scomparsa dei bacilli Pe!'O k~. 57,800.
'17, 18, '19 a prile. E same degli sputi sempre negativo . 20 aprile . . ll:sce guarito. Peso kg. 58.
li C. G. continua attualmente il suo servizio nelle guardie . di finanza.
C. G. guardia della R. finan za . Entr ava nell'ospedale il 20 febbraio 1893.
Era individuo di buona costituzione fisica, ma molto denutrito
Nell'anno 1892 aveva sofferto di polmonite destra.
Egli avvertiva da qualche tempo dolori al torace destro aveva tosse e nella notle profusi sudori. '
All'esame si riscont r ò una zona ipofonetica alla re"'ione sopraspioosa destra, la quale ottusità _scendeva, ma;giormente accentuata, fino all'angolo della scapola corrispon-
B. Q. guardia di finanza. E ntrato il 16 giugno 1893.
È individuo· di buona costituzione fisi c a. Aveva sofferto il vaiuolo nella sua infa nzia, e circa un anno addietro era stato affetto per qualche tempo da catarro bronchiale.
All'esame !:'i riscontrarono i sintomi di un catarro bronchiale diffuso a d ambedue i polmoni. Agli apici polmonari, specie in quello di destra, oHrechè rantoli numerosi vi era leggiera ottusità di percussione.
Tosse frequeote, espettorato abbondante muco-purulento;
?(UOVO METODO DI CURA
inappetenza, temperatura serale 38°,5. Peso del corpo kg. 49,100.
20 giugno. Esame 9egii sputi positivo.
2·1 giugno. Si inizia la cura.
30 giugno. Cessata la febbre. Aumentato l'appetito; invariati i fatti fisici polmonari.
10 luglio. S~omparsa dei rantoli dalle parli inferiori dei due polmoni, diminuiti in alto. Tosse meno frequente, espettora to più scarso, ancora muco·purulento e contenente bacilli. Miglioramento dell'appetito e delle condizioni generali. Peso kg. 49,800.
20 luglio. Murrnure vescicolare e sonorità normali in tutto l'ambito t o racico, eccello che nella fossa sopraclavi~olare destra, ove si percepisce ancora qualche rantolo. Diminuzione della tosse e $Comparsa dei bacilli. Peso kg. 50,200.
25 luglio. Scomparsa di ogni sintomo patologico polmonare, sonorita ovunque normale. Murmure vescicolare fisiologico. Peso kg. 50,900.
26, 27, 28 luglio. Esame degli sputi sempre negativo.
31 luglio. Esce completamente guarito; riprende il suo servizio al quale attende tuttora .
DELLA TUBERCOLOSI POLMONARE 4-01
sinistro. Apice destro nelle precedenti condizioni. Esame dello sputo negativo.
26 aprile. Espettorato muco-purulento, ove vengono cons tata li i bacilli del Koch. L'essudato pleurico sinistro arriva all'angolo della scapola.
2 maggio. Esame dello s puto positivo.
3 ma1?gio. Si inizia la cura speciale. Stato oligoemico marcalo. Peso kg. 57,800.
13 maggio. Il liquido essudato va riassorbendosi. - Qualche m iglioramento nelle condizioni generali. Aumentato l'appetito. Esame degli sputi positivo. Peso de l corpo kg. 58.
27 maggio. Completo riassorbimento dell'essudato. All'apice destro si sente ancora qualche rantolo. Condizioni generali in progressivo miglioramento. Peso kg. 60,300. Esame degli sputi negativo.
7 giugno. ·Nessun segno · patologico nei polmoni. Ricomparso o vunque il murmure vescicolare. Esame degli spuli nega tivo.
10-12 15 giugno. Esame de gli sputi negativo.
18 giup10. Esce completamenl~ guarito. P eso kg. 61,100.
M. O. soldato nel 29 regg. fanteria. Entrava nell'ospedale militare di Genova il ~iorno 6 marzo 1983.
Individuo di buona costituzione fisica, senza precedenti morbosi
All'apice polmonare destro si percepivano rantoli sottocrepitanti e soffio bronchiale . La percussione dava sonorità ipofonetica . Alla base dello stesso polmone ottusita marcata, !!offio bronchiale e rinforzo del fremito pettorale. Tosse insistente, .espettorato rugginoso. T. serale 39•,5.
11 marzo. La febbre cade per crisi.
20 marzo. Il focolaio pneumonico della base del torace destro si risoivP.
Persistono i fatti dell'apice corrispondente.
6 aprile. Totale risoluzione del focolaio pneumonico, invariati i segni fisici dell'apice. -
16 aprile. Leggiero essudato pleurico alla base- del torace
M. F. soldato nel 30° regg. fanteria, entrava nell'ospedale 1'8 maggio 18.93. Era individuo .di discreta costituzione fisica senza precedenti morbosi.
All'e:;,ame si riscontrarono rantoli a medie bolle alla base e ronchi russanti alle parti alte del polmone destro Tosse moderala. espettorato di apparenza mucosa, leggera elevazione termics. alla sera. P e so kg. 54.
12 maggio. Esame balterioscopico degli sputi positivo rigua rdo ai bar.illi del Koch.
H maggio. Si inizia la cura. - Debolezza generale.Inappetenza.
15 maggio. Tos~e scarsa, espetlorato modico, di aspetto mucoso. Scomparsa dell'elevazione termica serale. Euforia Migliora l'appetito e si aumenta la vitlitazione. Esame degli sputi pos .tivo. Peso kg . 54,300.
20 o:iaggio. Scomparsa dei rantoli alle parti basse del p , 126
40.z ~uovo )IKTQDO
Di Cura
mone destro. Respiro aspro e qualche ronco nelle parti alte. Esame degli sputi positivo. Rinascono le forze e l'appetito 1rnmenta. Peso kg. M,900.
23 maggio. Esame degli sputi positivo.
26 maggio. Esame degli sputi positivo. Peso kg. 55.
28 maggio. Murmure vescicolare e risonanza normale in tutto l'ambito toracico. Cessata la tosse. Espettorato mucoso degli individui in istato di salute. Scomparsa dei bacilli.
29, 30 maggio. Esame degli spuli negativo. P eso al giorno 30: kg. 55,800.
31 mag.gio. Esce guari to, e viene proposto per la rivedibilità alla prossima ventura leva perché ancora non presentava sufficiente resistenza per le fatiche inerenti al servizio militare.
DELLA TUBERCOLOSI POL~ONARE 4-03
9 luglio. Condizioni generali sempre più ~ravi. Raucedi~e, .diarrea sanguigna. Ipocine-=i cardiaca. Vengono sempre ingoi8ti gli escl'eati. .
11 luglio. Stante le gravissime condizioni dell'infermo s1 -sospende la cura.
13 luglio. Aggravamento consirlerevole. Diarrea sanguigna profusa. Ipocinesi del cuore. Morte. .
Reperto necroscopico. Tre caverne volummo~e Al lo~o superiore destro. Caverne più piccole_al lobo ~ed10. ~er1bron<!hite tubercolare a tutto il resto dei polmom. Pleurite tubercolare. Ulcerazioni inteslinali multiple nell'intestino. Tuber-G<·losi peritoneale. Ghiandole mesenleriche e retroperitoneali ca~ilìcate.
Deducesi dalla storia clinica del caso precedente che la tubercolosi era generalizzata fin dal principio della cura, che .durò solo pochi giorni perché il decorso fu rapidamente fatale.
A. S. soldato nel 26° regg. fanteria, entrava all'ospedale il 2 maggio 1.893. Era individuo di costituzione fisica molto deperita e nello inverno andava soggetto a riacutizzazione di un catarro bronchiale esistente da circa tre anni.
Da quattro giorni aveva tosse più insistente e febb re. All'esame si riscontrarorto rantoli al lobo polmonare medio di destra, ipofonesi e rantoli nume rosi alle rosse sopraspinose e sopraclavicolari dello stesso lato, respiro aspro in tutto il polmone sinistro. T osse iusistente, espettorato mucopuruJeoto. T~mperatura serale 39,5. C.
16 maggio. Còndiziooi invariate. Esame sputi negativo.
26 maggio. Persiste la febbre. Compaiono sudori notturni più accentuata la depressione delle forze, specie in causa de Ila diarrea e della dispepsia.
6 giugno. Fenomeni cavitari alla fossa sottoclavicolare di destra. Continua la diarrea divenuta sanguigna. Inappetenza , t.emperallrra serale 39,8. E,;ame degli sputi negativo.
16 g-iugno. Esame degli sputi positivo.
18 giugno. Si inizia la cura nelle suddette condizioni.
29 giugno. Si svuota una vomica. La diarrea e infrenabile, Persiste la febbre. Non si riesce ad impedire che l'ammalato ll g oi gli sputi.
M.N soldato nel 250 r·egg. fanteria, entr ò all'ospedale il 7 giugno 1893. Era individuo -:!i discreta costituzione fisica e nella sua famiglia qualche membro era deceduto per tubercolosi polmonare.
Da circa cmque mesi aveva tosse con espettorato abbou-dante, da qualc he giorno poi era febbricitante. Sudori notturni.
Presentava all'apice polmonare destro ronchi e rantoli nu@erosi. A sinistra la r e!'<pirazione era aspra e si percepiva qualche ronco. Espett.orazione muco - purulenta, emaciazione pronunciata. Peso kg. 53. Numerosi bacilli nell'espettorato.
1emperatura serale 39° C.
!) giugno. Si inizia la cura.
'16 giugno. Cessa la febbre, scompaiono i sudori notturni. ·Miglioramento dell'appetito. Segni fisici invariati. Espettorato ®uco-purulento con bacilli in discreto numero. Peso kg. M,100. 20 giugno. Scomparsa <li ronchi e del rumore llSpro in tutto il torace sinistro. Persistono i rantoli a destra. Tosse meno insistente. Espettorato più scarso sempre muco-puru-lento e contenente bacilli in minor copia. Mi gliora m ento ge.nerale. Aumentato l'appetito. Peso kg. M,300.
Nuovo Metodo Di Cuua
30 luglio. I rar,toli sono limitati alla fossa sopraspinos& destra. Poca tosse, espettorato mucoso. Scomparsa dei bacilli d i Koch. Continua il miglioramento progressivo. Peso, kg. 51-,600.
10 agosto. Scomparsa di ogni sintomo morboso. Io tuttol'ambito toracico il respiro è vescicolare puro, la risonanzaalla percussione perfettamente normale. L'individuo asseriscedi sentirsi in forze, ottimo l'appetito. Vorrebbe abbandonarela cura, ciò che, per prudenza, non gli viene ancora concesso.. Esame .degli sputi negativo. Peso kg. 55.
20 agosto. Continua l'aumento delle fo, ze. Esame deglisputi negativo. Peso kg. 55,700.
1, 2, 3 settembre. Esame degli sputi negativo. Continu& sempre la cura.
21 settèmbre. Esce completamente guarito . Peso kg. 57,100
DELLA TUBERCOLOSI POLMO~ARE 405
:abbo ndante e la tosse poco molesta. Esame batterioscopico positivo. Peso del corpo kg. 52,800. Scomparsi i rantoli alla -fossa sopraspinosa sinistra, ma la respirazione è tuttora .aspra. Persistono i rantoli all'apice destro.
15 a gosto. All'esame del torace si rileva solo qualche ronco .alla fossa sopraspinosa dest r a. Euforia. Espettorato mucoso. Scomparsi i bacilli. Peso kg. 53,200
20 agosto. Non si riesce . più a rilevare alcun sintomo pat ologico toracico. Scomparsa totale dei rantoli, ritornato ovunque il murmure vescicolare. L'E~same degli sputi continua a ,dim ostrarsi negativo Peso kg. 53,500.
27 , 28, 29 agosto. Esame degli sputi negativo.
1 s e t!embre. Esce completamente i:rnarito, e continua an-cora attualmente a prestare il suo servizio nelle guardie di iìnaoza.
N. G. guardia della R. finanza, entrava all'ospedale iL giorno 11 luglio 1893. Egli era di costituzione fisica originariamente buona, ora mollo deperita. Asseri che nella sua famiglia Non vi era stai.o alcun caso di malattie di petto nedi scrofola. Non aveva precedenti morbosi c.!egni di nota.
Da tre mesi era tossicoloso, con sudori notturni, frequenti ce.falalirie e soffriva d·inappetenza. .
All'esame si riscontrarono rantoli numerosi a medie e piccole bolle all'apice polmonare destro, senza alterazione apprezzabile della ri:,ùnanza alla percussione nelle partiaH,e deltoracedestro. Anche alla fossa sopraspinosa sinistra si percepiva qualche rantoletto e respirazione marcatamente aspra. L'espettoralo era abbonda::.ite, di aspetto mucoso. Esame \iegli sputi positivo. Peso kil. 52.
15 luglio. Si inizia la cura. Tem peratura alle ore 3 pom_ 38°,5 c.
25 luglio. Sono scomparsi i sudori notturni e da due giornj, la temperatura è normale. È aumentato l'appetito e si può prescrivere la dieta carnea. L'espettorato non è modificato e contiene ancora i bacilli del Koch. Segni fisici stazionari.
5 agosto. Si nota auroento delle forze, !"espettorato è meno
M. G. guardia di finanza, entrava all'ospedale il 12 marzo 1893. Era individuo di buona costituzione fisica originaria, .alquanto cachettico in seguito ad infezione malarica. Non aveva precedenti gentilizi riferibili alle affezioni tubercolari, -0 ad altre malattie di petto.
Da 6 giorni tossicoloso, aveva febbre vespertina con sudori notturni.
All'esame si riscontrò discreto grado di oligoemia, con t"mor,3 di milza. In t~tto l'ambito polmonare sinistro si per-cepivano ronchi russanti, nella fossa sopraclavicolare e sopraspinosa sinistra vi era ipofonesi con rantoli sottocrepitanti. Esame degli sputi negativo.
Fu curato coi sali di chinina e cogli espettorati sino al ' 14 maggio. A quest'epoca la febbre era scomparsa ed il tumore dì milza ridotto. Persisteva lo stato oligoemico, ed .anche al lobo superiore nel torace destro erano comparsi dei rantoli a piccole bolle. Espettorato scarso, muco purulento.
·15 maggio. L'esame degli sputi dimostrò la presenza dei bacili!. Peso kg. 53.
16 maggio. Inizio della cura.
26 maggio. La tosse è meno insistente. Diminuzione del t'antolo till'apice polmonare destro. Esame degli sputi pO$itivo, Peso kg. 53,500.
Nuovo Metodo Di Cura
6 giugno. Scomparsa dei rantoli all'apice polmonare destro .,. persistono al sinistro. Aumeoto dell'appetito e delle fo rze. Esame degli spuli positivo. Aumentato il peso. Kg. 5i,100.
16 g-iu~no. Persistono i rantoli alla fossa sopraspinosa sinistra. L 'espettorato é scarso e di appa renza mucosa, contiene anco ra qualche bacillo del Koch. Peso kg. 54,600.
26 giugno. Nell'ascella sinistra si per cepisce leggiero sfregamento pleurico, dove l'ammalato avverte dolore nelle profonde inspirazioni. Esam e degli sputi positivo. Peso kg. 5i,90<L
6 lu~lio. Lo sfregame uto pleurico è scompa r so. Alla fossa sopraspinosa de!;,tra si avverte ancor} respirazione aspra. Scomparsa dei bacilli dagli spuli. Pt>so kg. 55,300
16 luglio. Normalità di Cnnzione in tutto rambito polmonare. Appetito molto accentu ato. Esame dell'espettorato sempre negativo. Peso del corpo kg-. 56.
26 lul?lio. Peso del corpo kg. 57. Esame degli spnti ne-gati "o.
6 agosto . Peso del corpo kg. fi7,500. Esame degli sputi negativo.
16 a gosto. negativo. Peso del corpo kg. 53,:~oo. Esame degli sputi
17 agosto. Esce complPtamenle guarito.
M. F. guardia carceraria. Entrava all'ospedti le il 15 luglio 189:1. Era individuo di medioc r·e cosliluzione fisic a, e ripetutamente aveva sofferto di catarro bronchi1:1le. Nessun precedente gentilizio è A conoscenza dell'individuo, che però da molto tempo ha trascurato i rapporti colla sua famiglia
All'esame statico si riscontr ano fini rantoli all'apice pol..:_ monare sinistro. Temperatura normale. Essine degli sputi positivo. Peso kg. 54.
18 luglio. Si inizia Ja cura.
8 agosto. Q ualche rantoleUo si p ercepisce ancora all'apic~ polmonare sinistro. Peso kg. 5:i,800
18 agosto. Scomparsa di ogni sintomo morboso. Scomparsa dei bacilli.
24 a gosto. L'infermo fu congedato per fine di ferma dal
DELLA TUBERCOLO$! POLMONARE 407
.
· ·esce a trattenerlo corpo delle guardie carcerarie e non s, rt ' all'ospedale volendo esso espatriare. Un suo fratello ali uo~~ interrogato'nel dicembre scorso, asserisce non averne pm notizie ~. A. soldato nel 25• regg. fant~ria? e~tra~a all:o~ped~I~ il 2i giugno 1893. Individuo di c~stttuzione fisica orrgmar,a mente buona, ora alquanto deperita. La sua madr" era morta di malattia croni ca di petto. . .
All'esame si riscontrarono rAntolt a piccole bolle al lobo .· d alla parte alta del lobo inferiore del polmone supe, iore e I t Tem sinistro. Tosse insistente, espettorato m~co - puru en o., peratura serale 380,5 C. Sudori notlurn1. Esame dell espet toralo positivo. cr 56 '
27 giugno. Si inizia la c ura. P eso del corpo k,.,. :
7 1i:i-crlio s~omparsa la febbre ed i sudori notlurm son o cessatf. F~lti, fisici invariati. Peso kg. 56,400. Esame dell'espettorato positivo. 1 1
17 luglio. S comparsa dei bacilli d!l.11' e;:pett?rato. c ,e ra:itoletto rimane anco ra alla fossa sopr~spmosa sm,stra. Ricomporso il murmure vescicolare nel rimanente del polmone affetto. Peso kg. 57.
3 agosto. Sintomi locali invariati. Esame degli sputi negativo. . . V' · ·r. to 4 5 6 acroslo. Esame degli spuli negativo. ie~e r1 orma . 'e;uito "a ra sse,,.na speciale, co me inscr itto d1 leva. Lo s1 m s o O 1r la cura consiglia a rimanere ancora a trospedale per u rmare . Errli però insiste per u~cire. . . .
; scrosto . Adere ndo alle continue istanze d~1 pa ren ti lo ~1 di met~e dall'ospedale, consigliandolo a continuare la cura m famiglia.
M.M. guardia di città. Entrato all'~spedale il 9. s~tte~bre 1893. È indiYid uo di costituzione fisi ca buonA o r1g1oar1amente, inaor a mollo deteriorata!per sofferta infezione ma larica.
NUOVO METODO DI CUR\
Rireri che da due mesi aveva tosse febbre serotioa "'Ud · ' , - ori n otturn i e de bolezza generale.
Esame statico. Roncài russanti e sibilan ti a lle parli basse e medie del polmone _sinistro ,_ rantoli sottocrepitanti all'apice. Al polmone destro s1 percep1vaoo anc he scarsi ronchi n l lobo medio ed alcuni fini r antol~tli n el lobo superiore. Espe~torato muco-purulento. Peso kg. 56,400.
15 settembre. Nello sputo si riscontrano numerosissimi · bacilli del Koch .
16 settembre. Si inizia la cura. Te~peralura 380, 7 alle ore 3 pom.
21 settem bre. Miglioramento delle condizioni generali la tosse è scarsa, e d a preferenza s i verifica al mattino. È, diminuita la quantità dell'espettorato, che si conserva mucopur:ulento. Scom pa r si i sudori e la febbre. Aumen tato l'appe tito . I falli fisici sono invaria ti. Esame degli sputi positivo. Peso kg. 56,500.
6 ottobre. R espirazione n ormale nei due polmoni dalla base alle spine delle scapole. La tosse è scar sissima l'espettorato quasi mucoso non contie ne più bacilli. Peso kg. 56,800.
10 <•llobre. Si constala che l'ammalato non fa più la cura scrupolosamente, e che fuma molto, togliendosi il cuscinetto per mo lte ore della giornata Si esercita quindi, al suo riguardo, s peciale sorveglianza. Fatti locali invariati. Esame degli sputi neg,ativo. Peso kg. 57,100.
16 ottobre. Dietro accurato esame del to race non si riscont rano più r irntoli all e fosse sopraspinose . E s ame degli sputi negativo. Peso kg. 58. .
29, 30 ottobre. E same d egli escreati negativo. Continua n ormale il r espiro.
G novembrè. In tutto l"am bito toracico la ~espirazione é vescicolare e la percussione dà risonanza normale. Esame degli sputi negativo. Peso kg. 58,600.
16 novem bre. L'individuo completamente guarito, esprime il desiderio di uscire dall'ospedale.
24 novembre. Lo si di mette dall'ospe~a le consigliandolo a continuare ancora pPr qualche tempo la cu ra.
DEl,LA TUBEHCOI.OSI POLMONARE ~-09
D. F. soldato della 4• compa~n ia di s1toità . Di costitu1._io~e fisi ca surficientemente ro b usta, a sseriva che nella sua fam1gha non si erano v erifica ti casi di malattie cronkhe di pett~. Nell'autunno del 1891 aveva sofferto di catarro bronchiale, per cui veniva per qualche tempo ricoverato aH'_os~ed~le militare di Genova. Da q uell'epoca le sue cond1z1ou1 d1 salute erano meno fiori rle, la tosse non scomparve completamente e l'ammalato deperiva lentamente n&lla nutrizione generale.
Nell'estat~ del 189Z fu sottoposto ad accu rato esame e si riscontrò infiltrazione dei due apici polmonari con rantoli soltocr epilant1 alle fos s e sopraspinose e soltoclavicola r i di ambo i lati. Si fece un p r eparalo mic r o scopico dello spulo muco-purulento e si ri nvenn ero in esso in di scr e ta quantila i bacilli.
Sottoposto alla cura spec·a1e, in capo a 10 giorni incomi nciò a ridesta r s i l'appetito, pr ima scarso, e la tosse si fe ce meno molesta.
Al 19° /:(io rno di cura scompa rvero i ba dili del Koch dello espettorato. I rantoli erano scomparsi dal polml)ne destro e persistevano in piccolo nume r o nel sini stro. F o rze progressivamente crescenti. Peso a umen1ato di k g . 1,800.
Al 25 aiorno d i cura non esisteva più ve r un sintomo né oho . . biettivo nè subbi ettivo d i affezione polmonare. Per tre g1orn1 successivi si fece l'esame dello sputo con r isultato se111pre negativo. La cura venne ancora continuata per Hllri 15 giorni'. e l'individuo ri p r end eva il suo servizi o m ilitare dopo d1 ave r ..,.od uto una lic... nza di convalescen za di giorni 60.
All';tto della sua uscita il suo peso era aumentat o di 3 ki. Godet te in seguito sempre buona s~ lute e partì in congedo colla sua classe nell'autunno d el 1893
P . F . soldato nel 29 regg. fantnia, entrava il 7 maggio 1€93 in questo ospedale militare ·
Di costituz10ne fisica m olto deperita non aveva precedenti morbosi. Da 8 giorni era affollo da tos s e. Presentava rantoli fini ssimi es pira to ri al polmone dest ro nelle fosse sopraspinosa ed in trac la vicolare, e nel sinistro nella sopraspinosa.
Nuovo Metodo Di Cura
Gli sputi muco-purulenli contenevano bacilli del Koch.
8 maggio. Si inizia la cura. Peso kg. 52.
10 maggio. La tosse é più scarsa, l'espettorato muco-purulento.
12 maggio. Esame degli sputi positivo.
18 maggio. Tosse ed espettorato in continua diminuzione. L'infermo asserisce clte le sue forze migliorano, si rialza il morale, cresce l'appetito. All'esame si nota la scomparsa dei rantoli all'apice polmouare destro, sostituiti dal murmure vescicolare.
20 maggio. Scomparsa la tosse, l'espettorato mucoso salivare non contiene più bacilli. Ovunque si percepisce il murmure vescicolare fisio logico. Peso kg. 52,200,
21, 22 maggio. E•ame degli sputi negativo.
23 maggio. Potendo un'ulteriore degenza all'ospedale riescirgli dannosa, e non presentando d'altra parte sufficiente resistenza fisica per sostenere le fatiche del servizio militare, viene riformato e messo in uscita, consigliandolo a continuare ancora per un certo tempo, nell'ambie:ite benefico dell'aria nativa, lo stesso trattamento curativo.
DELLA TUBERCOLOSl POLltONARE 41'1
8 luglio I fatli fisici sono invariati. Nell'espettorato si riscontrano in discreto numero i bacilli del Kòch.
9 lu~lio. Si inizia la cura. Peso kg. 60,100.
19 lug lio.' Si nota una leggera diminuzione nel numero dei rantoii; l'appeti-to è molto miglioralo. Il morale risollevato alquanto, la tosse è ancol'8 frequente, l'espettorato ,alquanto diminuito. Peso kg. 60 ,200.
25 luglio. Lo sput•J app11risce solcato da soUili ~triscie sanguigne, e ciò impres$iona tristamente l'ammalato, che teme il ripetersi delle broncorragie.
29 luglio. Le strie sanguigne sono scomparse dagli espettorati. All'esame del torace si nota che la risonirnza alltt per<!ussione è normale alle parti anteriore e posteriore del torace al di sotto delle spine scapolari. Nella fossa sopraspinosa destra la ri:::onanza è leggermente attutila, non si percepiscono più rantoli. Alla fossa sopraspinosa sinistra persistono l'ottusità ed i rantoli. Appelito ottimo, forze in progressivo aumento. Peso del corpo kg. 61,IOO. Nell'espettorato si riscontrano ancora dei rari bacilli.
P. G. Entrava in questo ospedale il 14 maggio 1893. Capor. magg. nel 26° regg. artiglieria. Dopo qualche tempo trascorso nel riparto v.enerei, esso veniva colto da abbondante broncorra~ia per cui il giorno 20 giugno faceva passaggio nel riparto medicina. ·
Di costituzione fisica originariamente robusta, ora notevolmente deperita, non aveva precedenti morbosi. La broncorragia si ripeté profusa nei giorni seguenti; finché grada• tamen te andò scemando per cessare il 10 luglio per non pìù ripeler$i.
1 luglio. L'infermo ha tosse frequente con scarso espettorato, di aspetto mucoso senza tracce di sangue. Presenta risonanza ipofonetica nelle due metà superiori dei polmoni ~d in tali zone, numerosi rantoli a piccole e medie bolle. J,.a ricerca batterioscopica degli sputi dà risultato negativo.
1 agosto. Esame degli sputi negativo, 9 agosto. Nulla di patologico può rilevarsi con un accurato esame in tutto il polmone destro. Alla fossa sopraspinosa sinistra la risonanza apparisce fisiologica ma vi ,si percepisce ancora qualche rantoletto. Appetitv sempre gagliardo. Esame degli sputi negativo. Peso 62,300.
15 agosto. Scomparsa dei rantoli anche all'apice del polmone sinistro . .In tullo l'ambito . toracico il murmure vescicolare si percepisce in tutta la sua pienezza fisiologica. Condizioni generali soddisfacenti. Esame degli sputi negativo.
P eso del corpo kg. 62,800.
24 agosto. Continua il miglioramento. Esame degli sputi negativo . Peso kg. 63 ,200.
25 e 26 agosto. Esame degli sputi negativo.
27 agosto. Appartenendo l'individuo alla classe anziana, lo si invia, completamente guarito, in licenza di couvalescenz, in attesa del congedo.
Nuovo Metodo Di Cura
S. S. soldato nel 26° regg. artiglieria, entrava all'ospedale il 30 luglio 1893.
;\!l'atto della 1' visita lo si trova deperito nel suo fisico ed oligoemico.
Da parecchio tempo sofferente di affezioni dell"albero respiratorio, racconta di essere stato affetto per due volle da polmonite.
Da circa un mese ha tosse con febbre e sudori notturni. In appetenza .
All'esam e si riscontrano rantoli a piccole bolle all'apice pol monare de$t ro. Espettorato muco-purulento. Tosse frequente. Bacilli nell'espettorato.
1 agosto. Si inizia la cura. Peso kg. 5:{.
8 agosto. Tosse più rara, espettoralo sempre muco-purulento. Esame degli sputi positivo. Persiston o i rantoli al polmone destro.
15 agosto. Miglioramento generale. Esame degli sputi negativo.
16 agosto. Esame degli spuli negativo. Peso kg. 54.
20 agosto. Ovunque si sente il murmure vescicolare, scomparsi i rantoli. Esame degli sputi negativo.
2l agosto. Esce completamente guarito, e riprende il suo servizio. Peso kg. 5i-,400.
DELLA T~BEKCOLOSI POLMONARE 4- 13
tutto il polmone destro. Sputo mucoso con bacilli. Peso kg. 5i,i00.
19 settembre. Scomp>lrsa .!i ogni sintomo patologico in tutti due i polmoni. Scomparsa dei bacilli.
20 settembre. Esame spuli negativo. P eso 55 kg.
21 setlembre. Esame spuli negativo. Consigliandogli di continuare la cura per qualche temµo lo si dimette dell'ospedale guarito.
c. A. gua r dia di finan za. Entrato all'ospedale il 12 ottobre. Tossicoloso da qualche tempo. Pre senta ra ntoli all'apice del pol mone destro. E screato muco purulento con molli bacilli. Peso kg. 53,200.
H (lttobre. Inizio della cura .
23 ottobre. Solo alcuni bacilli nell'escreato. An che a,l l'apice sinistro si percepiscono alc uni rantoli .
29 ottobre. Esame degli spuli negativo. .
9 novembre. Scomparsi quasi del tutto i ra ntoli a sinistl'a. Esame degli sputi negativo. Peso kg. 56,500.
15 novembre. Fatti fisici invariati nelle fosse sopraspioose. Esam e degli spuli negativo. Peso kg. 57,200.
25 novembre. P ersistono i rantoli. Sfregamento pleu rico e dolore alla base del tol'are sinistc·o. Peso kg. 59.
3 dicembre . I nvariati i falli dell'apice, e pleurici a sinistra. Esame degli s puti negativo. Peso kg. 59,900.
P. L. guardia di finanza . Entrava all'ospedale ii 6 settembre 1893, denutrito ed oligoemico. Soffri 4 mesi prima reumatismo articolare. Da circa 2 mesi ha tosse, febbre serotina, sudori nollurni, scarso appetito, spulo sanguinolento.
Presenta rantoli a piccole e medie bolle all'apice polmona re sinistro. A destra respiro aspro, ronchi all'apice. Tosse fre • quen te, espettorato muco-purulento. T emperatura 37° 2, C. Esame degli spuli positivo.
7 settembre. Si inizia la cura. Peso del corpo kg. 54. 12 settemb r e. Sco mparsi i sudori. Espettorato invariato. Fatli fisici id. Sputi con bacilli. Peso kg. 54,200. i5 settembre. Scomparso il respiro aspro ed i rc,ncbi da
15 dicembre. Persistono piccoli rantoli alla fossa sopraspinosa. Peso kg. 62. Esame degli sputi negativo.
18 dicembre. Sebbene non guarito, contrariamente al nostro avviso, ha voluto assolutamente uscire dall'ospedal~.
9 gennaio 1894. In seguilo a diso rdini d'ogni genere e oolpito dall'influenza rientra all 'os pedale, presentando numerosi rantoli a piccole bolle diffusi io tutto ra lbe ro bronchiale, specie in alto- dove pure si percepisc~ sonorila ipofouetica. Tosse insistente, escreato muco-purulento abbondante, schiumoso, con numerosi bacilli.
11 gennaio. Ricomincia la cura. Febbre vespertina. Respiro affirnnoso, tosse insistente.
NUOVO lfETOOO DI CURA
19 gennaio. Condizioni locali e generali sempre più gravi per la difficolfa del respiro.
23 gennaio. Bacilli scomparsi dagli sputi. Ma la respirazione si fa ~empre· più difficile per il diffond ersi della bronchite capillare, polso debole, irregolare talora filiformA. Si sospende la cura . Iniezioni di caffèina .
26 gennaio. Espettorazi on e penosissima, dispnea, polso filiforme, cianosi alla faccia.
27 gennaio. Espettorazione nulla. Polso mancante. Cianosi al volto ed all a estremità. Muore alle ore 7 1/ 1 ant, (1) .
DELLA TUBERCOLOSl POLMONARE 415
25 novembre. Muore quasi improvvisamente per paralisi cardiaca con p erdita involontaria di feci StJ.nguigne. Reperto necrÒscopico. Il polmone sinistro non offre alcuna alterazione patologica. Nel polmone destro si ha infiltrazione tubercolarC'. Tubercolosi intestinale, ove si riscontrano parecchie vaste ulcerazioni. L'intestino contiene mollo sangue. Ghiandole mesenteriche e retroperi toneali caseificate. Tubercoli miliari al rene destro.
In questo individ uo l'autopsia conf'f.'rmò c he l'affezione tubercolare non era limitala ai polmoni, poichè si rilevò che i fatti polmonari presentavano un certo miglioramento, e che la causa della morte fu la tubercolosi intestinale.
F . V. soldato nel 73° regg. fanteria entrava all'ospedale il 15 ottobre 1893, deperito ed anemico. Proveniva dall'ospedale civile d'Ivrea. All'esame si percepiscono rantoli umidi agli apici polmonari con ipofonesi, ronchi e !:'ibili in tutto il polmone sinistro. Temperatura vespertina 39,5. E;:creati nummu!ati con bacilli. P ei::o 47,600.
16 ottobre. Continua la diarrea che già soffre da qualche tempo. Si inizia la cura.
20 ottobre. Continua la febbre Inappetenza, 4 o 5 scariche diarroiche sanguigne con dolori ventrali.
25 ottobre. Esame·d egli sputi negativo. Scompar.,~a dei bacilli dall'es pettorato dopo soio 10 giorni di cura.
30 ottobre. Esami sputi negativo. Miglioramento dei fatti polmonari. Si aggravano le condizioni generali, diarrea infrenabile sempre sanguigna, dolori ventrali, febbre continua, ipocinesi cardiaca.
10 n0vembre. Continua l"enterorragia. Estrema debolezza , Inappetenza. Sempre negativo l'esame degli sputi
15 novembre . Scomparsa di ogni sirrtomo morboso èal p olmone sinistr o. Coolinuano le dìarree saogui"nolenti.
20 novembre. Con tinua il deperlJmeoto. Per l'estrèma d ebolezza non è possibile l'esame del torace.
Cl) Ve~mento pleurico sinistro si riscontrò all'autopsia. Piccole carerne -sparse in tutti due i polmoni a pareti liscie contenenti poco pus, congestionai& Je basi dei polmoni. Muco schiumoso al taglio, misto a pus.
A. G. Non militare, dell'età di anni 35 all'incirca, di costituzione fl;:ica deperita . Da circa tre anni tO$Sicoloso con deperimento progressivo delle forze.
Nel 1891 soffers t:i di pleurite essudativa sinistra, che guarì in capo a qualche m ese . Continuò però ad essere tossicoloso e spesso febbricitante alla sera . Per due volte ebbe copiosa · bro nco rragia .
Nell'autunno del 1893 l'esame statico del torace fece rilevare marcata ottusità nelle fosse sopra e sottospinose del lato sinistro e timpanitica nena soltoclaveare corrispondente. N elle suddette regioni si percepivano numerosi rantoli a piccolP. e medie bolle. Appetito scarso, dima~ramento notevole. Peso kg. 51. Esame degli sputi muco-purulenti e nummulali positivo. Perciò lo si assoggetta alla cura speciale.
Dopo 26 giorni di trattamento i fatti fisici erano invariati, diminuiti alquanto i bacilli. L'in fermo però confessa di non a,•er fatto la cura scru polosamente, poichè le inalazioni della menta ~enivano interrotte durante la notte, venendo in tal modo a perdére 9 ore di inalazioni su 24 Lo si consiglia perciò a continuare le inalazioni a permanenza, anche durante la notte.
Dopo altri 6 giorni si rilevò un miglioramento molto accentuato nelle sue condizioni local i e generali. Aumento del~
:iUOYO MKTOOO DI CURA
l'appetito e del peso kg. 52. Le escursiQni toraciche si e~ . . ~egu1scono in ~odo completo, ciò che più non succedeva da oltre due a~m. Sc0mparsa l'ipofonesi dalla parte superiore ~el lorace sinistro; r,p_rist~nato il murmure voscicolare quasi in totalità nelle reg1on1 prima affette. Si percepiscono a malapena alcuni :anto~i a picco!-, bolle limitate ad una picco la z~na della regione 10fraclavicolure e della sopraspinosa sinistra. Scomparsi atfatlo i bac illi dagli escreati. Ripe tu to l'e~a~e per altri tre giorni consecutivi in numerosi preparati, I esame fu sempre negativo.
10 giorno dopo (42° di cura) si ripete l"e6ame dello spulo fu trovato negativo, ed il peso del corpo fu l'iscontrato di kg. 52,900.
Al 46° giorno di cura il peso è invariato, diminuita la loase e gli escreati più mucosi e meno purule nti. Reperto micr; scopico negativo. Rantoli scomparsi alla regione sopraspinosa, persistono in piccolo numero nella tossa sottoclaveare.
Al 68° giorno. Miglioramento progressivo nelle condizioni locali e generali. Esame degli sputi sempre negativo. Peso kg. 53,900.
. Dopo altri 16 giorni il murmure vescicolare ripristinato m _tutlo l'ambito toracico, cessala la tosse, scomparsi i ran. toli; esame degli sputi negativo. Appetito molto accentuato. Morale rialzato. Peso kg. 54,800.
Per precauzione lo si consiglia a continuare la cura per uu certo tempo.
OELU TUBKRCOLOSI POLMO~ARE
sudori notturni. Forte emaciazione, inappetenza. Ipofooesi a sinistra ed in basso e poateriormente. Rantoli umidi a :nedie bolle sparsi in amb edue i lobi del polmone sinit-1tro. Polmone destro sano. Escreato muco-purulento contenente bacilli del K~ch in numero piuttosto scar so. Peso del corpo kg. 4;2.
Iniziata la cura, questa si Ii.mila alle inalazioni di menh1, perchè dice non JYi>ler assolutamente tollerare la soluzione creosotata .
Dopo 7 giorni l'esame dello sputo fa rilevare ancora in esso la presenza dei bacilli.
Al 18° giorno di cura l'esame dello sputo riesce negativo. Scompar.:!a dei bacilli in ripetuti preparati.
Al 300 e 32o giorno l'esame dello sputo è sempre negativo. Persistono i rantoli diffusi io tutlo il polmone sinistro. Per l'intolleranza della mistura creosotala tralascia la cura e si limita alla dieta mista, lattea e carnea. Peso kg. 42,200.
Negli altri trP, individui la sintomatologia fu molto più semplice. Rantoli a piccole bolle, scricchianti agli apici, con ipofonesi alla fossa ::;opraspinosa. Tosse con espettorato muco-purulento contenente bacilli, febbre vespertina con sudori nolluroi in un caso, assenze negli altr i dv.e. Miglioramento progressivo. Scomparsa dei bacilli in un periodo che variò da 27 a 43 giorni dopo le inalazioni. Guarigione completa in tutti e tre i casi colla scomparsa dei rantoli, e col ritorno del murmure vescicolare fisiologico in un periodo di tempo fra il 55° ed il 72° giorno di cura (I).
Altri_ quattro individui non militar-i, di cui, per brevita, si tralascia la storia dettagliata, vennero assoggettali qui in Genova allo stesso trattamento curativo perchè alfetli da tubercolosi polmonare, confermata dall'esame batterioscopico de~li sputi.
Uno di questi, certo R. M. c!ell'eta di 52 anni circa ammalò di polmonite sinistra nell'anno 1881, dell a qual; diceessere guarito incompletamente.
Da uu an110 è tossicoloso. Talora ha febbre vespertina con
Conclusioni.
Le storie cliniche ci autorizzano a trarre le seguenti conclusioni intorno all'efficacia del nuovo metodo di cura della tubercolosi polmonare da noi proposto: "
1° 1 bacilli del Koch scompaiono dagli espettorati in un periodo che finora ha variato dai 1 O (il) ai 60 giorni. Questa scomparsa avviene costantemente, a meno che l'ammalato venga a soccombere poco dopo iniziato il trattamento curativo speciale.
Il potere battericida delt'essenza di menta, dimostrato in vitro, si esercita quindi anche nel polmone, quando venga inalata.
A nessuno può sfuggire l'importanza di questo fatto.
2° Tutti gli affetti da 1.ubercolosi polmonare, non complicata ad affezioni della stessa natura in altri organi, i quali furono sottoposti al nostro metodo di cura, eccetto che nel caso in cui la penetrazione dell'essenza di menta nell'albero respiratorio era difficoltata da sangue in questo stravasato, guarirono perfett:amente.
La guarigione completa si ottenne non solo :1ei casi di tubercolo~i .polmon.are al primo sta.dio, ma eziandio in quelli degli stadi più avanzati, anche quando i segni fisici delle caverne erano evidenti.
Tutti i guariti non presentarono più alcun segno fisico morboso nel polmone e l'esame del loro espettorato si mantenne sempre negativo per i bacilli del Koch.
Per molti si ebba occasi~ne di avere informazioni attendi-
DELLA TUBKR,-COLOSI POlllO~AIIE
!,bili sul Oorido stat<> attuale della loro salute, e per alcuni la ;guarigione già rimonta ad epoca remota, di quaHro ed anche ..:Ii cinque anni.
In quali condizioni a:oatomiche si trovin-0 le parti del p-0i,- · -mooe, prima infìltrate di tubercoli, ed a volte escavate da ..ampie caverne, e, dopo la cura, .perfeltamente funzionanti, -1100 si ebbe ancora l'occasione di cons!at-are de 'lìisu, non .avendo avuto l'opportunità di praticare alcuna autopsia in .-s imili individui.
Il professore Loomis (,I) ha studiato i processi di arresto .e di guarigione della tubercolosi polmonare, facendo tesoro ..del materiale abbondantissimo a sua disposizione nell'ospe..d~e Bellevue a New-York.
Egli avrebbe trovato macroscopicamente: a) Noduli di consistenza fibrocartilaginea e nel loro ,centro una massa cret:).cea talvolta molle, p.iù spesso are•nosa, o con frammenti di consistenza durissima, a -margini :taglienti. Intorno a questi noduli, depositi connettivali attraversati da bronchi o retratti od obliterali o dilatati. Gli alveoli polmonari più prossimi a questi depositi furono ri&con-trali solo parzialmente permeabili all'aria, -ovvero enfisema· -tosi. In pochi casi, invece di rivestire la forma nodulare, gli -indurimenti del polmone furono riscon.trat1 estési in superfice -e senza traccia di parenchima polmonare; · b) Caverne cicatrizzate, cioè: o una cavità vuota, co·muni<;aote con un bronco, isolata da una spessa membrana ,e mantenuta aperta da aderenze colle pareti toraciche, oppure una ciéatrìce lineare per l'obliterazforre della cavità da ::Sviluppo di connettivo . Attorno a~la cavità VQota, od alla
Nuovo Metodo Di Cura
cicatrice lineare furono osservate le alterazioni descritte attorno ai noduli; e) Tutto il lobo superiore trasformato in- una massa compaua ed omogenea, di tes.suto fibroso, senza vestigia di parenchima polmonare, ed attraversato da bronchi dilatati, alcuni dei quali riempiti . di sostanza calcnrea.
Microscopicamente il Loomis avrebbe constato che gli indurimenti -nodula ti o diffusi traggono origine da accumulo di tessuto connettivo, derivante dal connettivo intralobulare da quello delle pareti c1lveolari, da quello che circonda i vasi sanguigni ed i bronchi. La neoformazione di tessuto connettivo sarebbe quindi l'unico modo di guarigione della taberrnlosi polmonare, ed avverrebbe per un'attiva ed intensa iperdmia attorno al tessuto tubercoloso. Questa ip,.eremia snrebbe provocata forse da agenti terapeutici, come la tubercolina, la vita sulle alte montagne, e le cure pneumatiche, ed anche senza di essi potrebbe originarsi ~al fatto che per effetto della malattia il tessuto connettivo risente una irritazione stimolatrice della sua attività formativa . mentre il tessuto polmonare è attaccato e distrutto prima, analogamente a quanto succede sempre nelle perdite di elementi parenchimatosi . Intanto il tessnto parenchimatoso in tale guisa ·va perduto, e viene sostituito da tessuto connetli vo.
Riferendoci alle alterazioni anatomo - patolo_giche macroscopiche descritte dal Loomis e mettendole in rapporto colle nozioni di propedeutica medica risulta il fatto che i processi <li arresto o di guarigione della tubercolosi polmonare conducono ad una modificazione tale nello stato fisico delle parti affette che non può sfuggire ad un accura.to esame statico. ·
È ovvio infatti accettare che i noduli connettivali ed i
DELLA TUBERCOLOSI POL~ONARK
piccoli indurimenti estesi in superficie e ·di poco spessore possono non dar luogo a sintomi fisici. Ma le cavità vuote, le cicatrici che si sono sostituite a vaste zone di parenchima polmonare, con r-onsecutiva diminuzione notevole del volume di questo, e più ancora le masse compatte ch e hanno rimpiazzato un lobò intero, devono pur essere. rilevabili con i metodi clinici di esame.
Il ritorno della sonorità normale ed il ristabilimento in toto del murmure vescicolare anche nei polmoni che furono affetti da ampie caverne, come si ottenne in alcuni casj col nostro metodo di cura, non possono ricevere sufficiente spie· crnzione delle osservazioni del Loomis.
Io quanto ai reperti microscopici si deve osservare che il Klebs (,1) ammette che la cellula tubercolosa ·non sempre perisce, ma possa, dopo essere stata paralizzala nelle sue funzioni, ri cuperarle. Egli crede che le cellule epitelioidi possono ritornare alle oondizioni normali.
Così, per il Klebs, la tubercolosi può guarire per una riduzione del tessuto tubercoloso e non unicamente per una cicatrizzazione. Inoltre in certi punti fu constatato da alcun osservatori (Petrone (2) ed altri ) un conato di rigenerazione, che si manifesta io forma di sottile palizzata di elementi epiteliali giovani, i quali si colorano fortemente col carminio.
Attendiamo che le osservazioni microscopiche facciano conoscere lo stato anatomico dei polmoni di infermi guariti . col nostro ~etodo di cura, anche per osservare se in essi riscontrinsi dei bacili i tubercolari incapsulati fra il tessuto connellivo e capaci di riprodurre la malattia. Intanto la completa funzionalità di cotali polmoni c'induce 1 . . per erag1on1 sopraesposte , ad ammettere per essi un r1'st b'I' d' . . , a 111nent1> i stru ttura che, dai pm creduto impossibile ha m, I h • • , '1 "a c e osservaz10ne in suo appoggio.
(l) Riforma me4Ìca, voi. Il, N. lOi, 1891.
(i) Vedi Nota del Paolucci allo Struempell, articolo Tubereolo1i dei polmoni..
. 3• Questo semplice ed efficace metodo curatiTo si addimostrò assolutamente innocuo·
'
. 40 Non si fecero ancora, per mancanza di adatti m . deof . . ezz, • . l) I es:er1ment1 _per co_nstatare se l'essenza di menta, inalata,. po,)sa. confenre agli animali l'immunità per la tubercolosi sperimentale.
Profilassi Della Tubercolosi
Neglieserciti
.Not~. - ~ono_ lieto di poter pubblicamente attestare la mia p1u sentita riconoscenza afl'eoreoi,, collega d . . . n n e am1cos'.g. ~1eddu dott. Aòtonio, tenente medico, ai utante mag- . g,ore rn questo ospedale, per la sua intel1iuente ed effì ' Il b · b icaceco a orazione nel -redigere la presente memoria.
Yemoria• del dott. Claudiosrorzà, maggiore medico, letta il 30 mano t~ all' XI congresso medico internuionale, sezione di medicina militare. I.
Natura della t ub ercolosi.
Da lunghissimo tempo medici e popolo credettero che la tisi fosse malattia littaccaticcia.
Di fatto lo stesso Ippo crate proclamò la iofeziosiLà della tisi ed anche ai tempi di Galeno grande numero di medici chiararono peri coloso il co ntatto di tisici, il quale fu pure spesso evitato. .
Val~alva, Morgagni ed altri sezionavano con grandi cautele cad averi di tubercolosi per tema di contagio.
Insomma l'idea della infezione di questa malattia è stata in ogni tempo assai diffusa e talora anche qualche governo prescrisse disposizioni speciali co ntro di essa. Ad es. nel secoio passato, tanto nel regno di Napoli, quanto nel Portogallo fu ordinalo che gli o~getti lt1llerecci e gli abiti di tisici fossero bruciati e speciali norme igieniche furono emanate per le abitazioni di tali malati. Napoli e Firenz e
Sulla Profilassi Della Tubkrcolosi
ordinarono pure che i tubercolosi fossero isolati ed obbligarono i medici a denunciarli.
Ma l' infeziosità della tubercolosi fu scientificamente dimostrata dal Villemin, il quale, nel ,1865, riuscì a trasmettere la malattia dall ' uomo agli animali.
Diciassette anni dopo, Baumgarten e Koch ne scoprirQno i parassiti specifici.
La scoperta annunziata da Roberto Koch il 24 marzo 1882 alla Società fisiologica di Berlino in un lavoro divenuto classico, confermò in modo ass.olnto che « la tubercolosi è « una malattia infettiva, causata da un ba,~illo specifico e « che si manifesta generalmente nell'uomo in seguito alla e introduzione degli sputi di tisici disseccati, specialmente « nelle vie respiratorie ».
T bacilli tubercolosi .hanno una straordinaria resistenza. Possono rimanere in vita negli sputi disseccati in media 180 giorni e ' in talune favorevoli condizioni anche 3 e più anni. Resistono per 4-3 giorni circa al processo di putrefazione.
Frequentissima è la tubercolosi dell'apparecchio respiratorio, ma anche le glandole scrofolose, le tubercolosi miliari, le tubercolosi croniche di ogni specie riconoscono per loro causa il bacillo di Koch.
II.
Dift'usione della tubercolosi.
La tubercolosi congenita e quella manifesta della prima età sono .relativamente rare. Nell'uomo il bacillo della tubercolosi può trasmettersi dalla madre al feto, mentre lo sperma dell'uomo con . bacilli tubercolosi può infettare la donna, ma non il feto (Gartner).
L'uomo sino all ' e tà di 70-80 aoni co.rre pericolo di con · trarre la tisi, sebbene la disP.osizione possa essere lieve o grave. Egli, divenuto tubercoloso, può rimanere in vita per ·mesi e spesso per molti anni e decenni.
Si calcola che su tutta la terra un terzo degli uomini sia tubercoloso, che un settimo muoia per tale malattia e che su tre o quatlro individui, se ne trovi uno tuberco · loso, malato per Io più di tisi polmonare, perché, come si é detto, la malattia si propaga per lo più per inalazione, per mezzo della respirazione di piccolissime parti di sputo disseccato e polverizzato. Anche bronchiti, pleuriti, meningiti, peritoniti, lesioni O$See ed articolari, ascessi freddi ecc. possono essere talora cagionati dal baci llo spec ifico.
Un malato di tisi polmonare può emettere in un ·giorno con gli escreati, in media, 7,200 milioni di bacilli, ma fortunatamente con l'aria espirata non esc,mo i germi infettivi caratteristici . Dico fortunatamente, perché, se ciò avYenisse, sarebbe òifficilissima qualunque profilassi.
4.26 SULLA PROFILASSI DELLA TUBERCOLOSI
l bacilli tubercolosi si trovano principalmente nei luooh1 · l:) in cui dimorano i relativi malati (Cornet). Grande pericolo s'incontra per la inspirazione di polveri nelle sale di tisici e nelle abitazioni privale di tali malati, minore per la inspirazione di polvere delle strade, di sale chirurgiche , di luoghi chiusi, ove per poco dimorarono tisici.
L'emissione di sputi nei fazzoletti, o sui pavimenti costituisce condizione favorevolissima al disseccamento ed al polverizzamento dell'escreato. Nei fazzoletti il calore delle tasche dissecc~ gli sputi, la polvere dei quali, quando si scuote il faz2.0letto, cade sul suolo. In generale però non è facile che i bacjlf i tubercolosi si dissecchino, si sollevino nell'aria e sieno inalati.
Le vie principali d'ingresso del veleno tubercoloso sono la respiratoria e la intestinale. L'apparecchio -re;piratorio per la sua struttura e composizione chimica non permette facilmente la penetrazione di bacilli, sino agli alveoli polmonari. Nell'uomo la tubercolosi .primitiva colpis~e di preferenza le glandole bronr.hiali e polmonari.
Xella respirazione di bac;lli tubercolos~ contraggono più facilmente la malattia coloro, i quali hanno precedenti ereditari. Anche privazioni od eccessi, abuso di bevande alcooliche di~pongono alla tubercolosi. I convalescenti od i malati di morbillo, di tosse convulsa, di vaiuolo, d'influenza e soprattutto di diabete, sono più disposti alla malattia.
I germi tubercolosi possono adunque pen etrare con l'aria nell'apparecchio respiratorio, con gli alimenti poi in quello digerente. Inoltre material i tubercolosi, venuti a contatto delle mucose o penetrand~ sotto la pelle in seguito ad escoriazioni, punture, ferite ed ulcerazioni diverse possono produrre tubercolosi generale.
Allo stato umido degli sputi i germi della· putrefazio ne
NEGLI ESEliCITI 4.27 dislruggono quelli della tubercolosi, petciò l'escreato conservato umido ed allontànato come tale, o sottoposto prima al calore di ebollizione déll' acqua, divlène poco o punto pericoloso.
Tubercolosi localizzate al testicolo, alle glandole ecc. ecc., possono talora produrre forme acutissime. Uomini adulti, morti per malattie non tub~rcolose. nella media del 30 °;. presentarono ali' autopsia focola, tubercolosi. Nei fanciulli questa media oscilla fra 30 e 40 °/ 0 •
Malattie infettive (morbillo, vaiuoto, scarlattina, influenza, ecc.), altre cause debilitanti {patemi, privazioni, prigionie) e traumi ridestano spesso questi focolai.
Il latte di vacche tubercolose e la ~arne di buoi tubercolosi sone un'altra sorgente d'infezione per l'uomo.
Su 67,017 bo,•i abbattuti nel mattatoio di Lipsia, se ne trovarono ·13; 688 = z0,4 ¼ malati di tubercolosi, lln animale tubercoloso, anche a mammelle sane, produce latte con molti bacilli tube rcolosi, Perciò il latte bob bene steririzzato e le carni di animali tubercolosi rappresentano nuovi pericoli d'infezione .
In Prussia, dal . 11° aprile 11890 al 3·1 marzo 4891 su 483,72 11 bovi abbattuti, 30,118-= 6,3¼ erano tubercolosi.
La tubercolosi per:lata dei buoi è prod,,tta da bàcilli tubercolosi analoghi a quelli della tisi umana.
La tubercolcsi intestin.ale per ust> di latte o di caròe è però poco frequente, perchè l'intestino è ben difeso dal· l'epitelio e dai movimenti peristaltici, che eliminano il ma• teriale infetto . Più spesso la tubercolosi intestinale è seconda-ria a quella polmonate, perché cagionata dalla ·deglutizione di escreato tubercoloso polmonate.
Nel burro i battiti tubercolosi possono ccnservarsi in vita almeno per una ~ettimana.
,'
Sulla Profilassi Della Tubercolosi
I germi tubercolosi delle feci, se non si disseccano, sono distrutti da quelli della putrefazione
Utensili per mangiare e bere infetti . ed anche baci di tisici possono diffondere la malattia. Ili.
Profilassi generale.
La tubercolosi ereditaria esiste, ma è assai rara La sua profilass.i è quasi impossibile, perch è il tisico non rinunzierà al matrimonio.
Case abitate da tisici, come pure alberghi e pensioni, che accolgono tali malati costituiscono t\n pericolo d'inquinamento e perciò devono essere disinfettati.
Utile sarè pure la disinfezione delle navi e delle carrozze ferroviarie.
Gli escreati di tisici devono essere raccolti iv isputacchiere, le quali contengano poca acqua, o qualche liquido antisellico,
Le sputacchiere dovrebbero esistere in qualunque luogo, in eui sia riunione di persone. Perciò . esse saranno reg,,larmente adottate pei tisici negli ospedali, nélle abitazioni private ed in tutti gli stabilimenti pubblici (caserme, opifici, prigioni, stazioni ferroviarie ed altri luoghi di riunione\.
La trascuranza di tale p;e~auzione nelle case e nei luoghi di cura nuocerebbe tanto .alla famiglia, quanto ai mala~i.
Utilissima sarà !a profilassi del tubercoloso in casa, ma di dif-
Negli Eserciti
ficilissima attuazione per lo spavento che desta nel malato questa terribile malatua.
I figli di tisici, ollre il pericolo di contrarre la tubercolosi prima di nascere, hanno quello perenne di contrarla in casa dai genitori . I figli di tisici od i tubercolosi incipienti, se fosse possibile, dovrebbero essere trasportati in · luoghi elevati di campagna e trasformati in agricoltori o lavoratori all'aria libera . La separazion e assoluta dei tisici dai sani, se fosse possibile farebbe scomparire la malattia, come già fece scomparire la lebbra. I tubercolosi dovreb~ero, possibilmente, essere pure allontanati dalle scuole. Bisogna assolutamente evitare di dormire in letto od io camera in compagnia di un tubercoloso.
Oggetti contaminati da tisici (biancheria da dosso e da letto, vestimenta, oggetti di toeletta, tappezzerie, mobili) saranno eflbicemente disinfettati prima di essere usati di nuovo. Così pure i fazzoletti di tisici, prima di lavarli, debbono essere per lungo tempo bolliti. I cucchiai e le forchette, prima che sieno u:;ati da alt ri, saranno disinfettati con acqua bollente. Non si useranno utensili di tisici da cucina, o da tavola, se non saranno prima disinfettati con lunga ebollizione nell'acqua. Bisogna aver Cllra che oggalti, tenuti in bocca da tisici possano andare in mano ai bambini. Anche i baci sulle labbra ai bambini saranno evitati.
Gli oggetti, che non si possono lavare, le stanze abitate da tisici saranno disinfettati.
Sarà pure utilissima l'is Litozione di ospedali per i tubercolosi specialmente in aperta campagna.
Nettando allo stato umido le stanze di tali ammalati, le carrozze ferroviarie, i tram, le carrozze com11ni, le strade ecc. : il bacillo tubercoloso vivrà minor tempo. I pavimenti de-
, SULLA PROFJLASSI DELL.\ TUBERCOLOSI vono essere nettati con · mezzi umidi e non mai con m.ezzi atti a sollevar polvere.
La pulizia, lo spolveramento dei mobili di tisici devono es.sere fatti f.1,1ori gei lo<;illj abitati.
Animali bovini, latte col)densato, burri, carni in co,nserra dovranno es,ere visitati ai confini psr impedire negli Stati l'ingresso ad animali od a sostanze infette (Sormani).
È necessario di proibire l'uso di carne, di sangue e di latte crudo, come pure la venqita di carne e di latte di animali tu.bercolosi.
IV. Profilassi milita~p.
Ai consigli di leva, ai distretti ed ai corpi i medici militari osserveranno attentamente negl' inscritti e nei v~lontari ' la conformazione, la struttura e la dilatabilità del torace. Negl'individui sospetti per abi.to esteriore la diagnosi sarà convalidata con inchiesta sulla eredità o su affezioni antecedenti gravi del polmone o della pleura. GI' inscritti sospetti saranno visitati di tempo in tempo, ~d i malaticci saranno segnati in particolart1 registro, esonerati da alcune delle prime fatiche militari, rinvigoriti con bagni e docce frequenti. Pei volontari la visita di ammissione sarà rioo. . ros1ss1;na.
GI' inscritti gracili, se dichiarati idònei, dovranno pure
XEGLI ESERCI'{I
spesso essere visitati agli organi del respiro. Per e.ssi sarà necessario redigere particolari note.
Alla vi~ta giornaliera, catarri anche in apparenza leggerissimi, saranno osservati ed esaminati con la. massima cura ed occorrendo, i rispettivi individui ~aranno mandati in osservazione ali'ospedale. Nelle visite sanitarie i ma~ri ed i pallidi ,saranno sottoposti ad accurato esame. Gli uo· mini di complessione debole saranno eliminati dal servi4jo attivo e per essi sarà tenuto in gran conto quello ausiliario .•
Sarà evitato. possibilmente, l'accnmulo dei militari nelle abitazioni ed a tal uopo riusciranno ~tilissime le casermette inglesi e quelle Tollet.
Sarà massimamente curala l'igiene del corpo, delle vestimenta e delle abitazioni. Dovrà adottarsi vestiario conveniente per l'estate e per l'mverno allo scopo di diminuire i pericoli delle influenze atmosferiche.
Sarà utilissimo favoriv-e il lavoro moderato e saranno evitati gli eccessi di ogni specie.
La tisi, flagello degl; eserciti, sarà terna di conferenze pei militari e per gli ufficiali.
Negli eserciti, sebbene si tratti io generale di uomini sani e robusti, pure la media dei tubercolosi, per contatto intimo di malati, è abbastanza elevata.
Nel decennio 11882-1891 i morti per tisi pohnonara, io alcnni eserciti, dettero, su mille militari di forza media, sei,ruentj risultati :
SULLA l'ROFILASSI DELLA TUBERCOLOSI
Se coloro, come fu detto, i quali discendono da tisici sono più disposti aila tubercolosi, anche quelli che non hanno precedenti ereditari possono contrarre la malattia per infezione, come si osserva spesso negl'individui che assistono tisici.
La chiamata degl'inscrilli alle armi dov re bbe aver luogo nella buona stagione e più particolarmente in ottobre od in aprile.
La buona scelta d'inscrilli ed il gradurile allontanamento di essi dai luoghi di nascita renderanno la tisi meno diffusa e meno frequente.
Un 'alime ntazi one buona e sufficiente, un'abbondante ra zione di aria pura, un lavoro moderalo e progressivo rend eranno più resi;;tenli tanto gl' inscritti, quanto i militari.
Saranno pure necessarie le disinfezioni annuali dei quartieri, specialmente quando le truppe si recheranno ai campi o alle grandi manovre . Ospedali. - ~egli ospedali ogni individuo, che tosse, dovrà essere esaminato acc,iratamente tanto dal !alo cl inico , quanto da quello batlerioscopico .
L'esame batterioscopico degli escreati è indispensabile , perch è spesso scopre la malattia prima del clinico. Inoltre la diagnosi sollecita giova ai malati e all'esercito, p~rchè restituendo i primi con sollecitudi ne alle proprie famiglie, aumenta la probabilità della guarigione. · l\egli ospedali a padiglioni uno di questi sarà destina to pei tisici.
Per i tubercolosi e per gli emottoici sara redatta, n~gli ospedaJi, una particolareggiata tabella clinica.
La separ azione dei tubercolosi da altri maiali, specialmente di polmonite e bronchite acuta e il loro isola~ento gioverà così ad essi, come al personale di assistenza.
I malati tubercolosi non dovranno ritornare dall'ospe· dale ai loro corpi, ma saranno con la massima sollecitudine eliminati, anche se malati di tisi incipiente ed inviati direuaroente alle loro case. Se invece la loro malauia è molto a.anzata e non vi sarà più speranza alcuna di guarigione, allora saranno curati ed assistiti negli QSpedali sino alla morte.
·1 convalescenti di malattie acute delle ,·ie respiratorie saranno possibilmente mandali in licenza di convalescenza in seno alle loro famiglie ed al ritorno saranno accuratissimamente esaminati di nu ovo.
I maiali con aliezioni croniche di pello, anche non tubercolose, saranno pure con la massima sollecitudi ne riformati.
Base della profilassi della tuhercolosi anche negli eserciti è la disinfezione degli sputi e degli escreati dei tisici.
Gli escreati saranno sempre raccolti in ispulacchiere od in recipienti spec fali ed efficacemente sterilizzati o dire ttamente con acqua bollente, oppure con i vapori acquosi di ebollizione (Kirchner ).
Gli oggetti di vestiario portati dai malati al loro ingresso ni>gli ospedaii od in altri luoghi di cura saranno rigorosa mente disinfellatti. La biancheria di corpo, o di letto i vestiti di tubercolosi ed ogni altro oggetto che loro appartenga, saranno nettati separatamente , preceduti, se possibilè, da ebollizione o disinfezione . A tal uopo riusciranno assai utili negli ospe· dali le laranderie a vapore.
Saranno pure acc uratissimamente disinfettati le materassa le coperte di lana, i guanci ali ed i sostegni dei letti dei
434 SULLA PROFILASSI DELLA TUBERCOLOSI tubercolosi. Per la disinfezione di questi oggetti saranno utili$sime le stufe sterilizzatrici .
In caso di morte di tisici le biancherie, i letti, le camere dovranno essere disinfettate, come se si trattasse di vaiuolo, o di scarlattina.
I pavimenti, resi possibilmente impermeabili con paraffina al petrolio, o con altri mezzi, saranno lavati con "equa bollente o con soluzioni antisetLiche e non mai spazzati allo stato asciutto. La spazzatura delle sale di tubercolosi sarà disinfettata, o meglio bruciata. Le pareti saranno pure disinfettate con efficaci liquidi antisettici. In generale i luoghi di cura dei tisici saran~o sottoposti a frequenti e radicali disinfezioni.
Il latte tanto pei malati, quanto pei sani dovrà usarsi sempre sterilizzato.
Gli eserciti infine dovrebbero rigorosamente escludere dalla loro alimentazione il latte e le carni di animali tubercolosi.
Conclusioni.
Per diminuire negli eserc1t1 le cifre medie di morbosità e mortalità per tubercolosi ,è necessario:
I. Riçlurre al minimo numero, negli eserciti, l'ingresso d'individui tubercolosi o semplicemente disposti alla de tta malattia.
II. Rendere più. robus ti e più resistenti alle fa tiche in generèlle i militari, ed in par ticolare i gracili e gli i ndivid ui con precedenti ereditari.
III. Impedire con tutti i mezzi possibili che ·i militari, durante il loro servizio, contraggano la tubercolosi.
Negli Eserciti
IV. Eliminare con la massima sollecitudine gli individui aubercolosi.
Tali scopi saranno possibilmente raggiunti coi provvedi· menti seguenti: a) Esame accuratissimo ai Gonsigli di leva, ai distretti ed ai corpi tnnto degli inscritti quanto dei volontari. con ,relative inchieste sulla ereditarietà di affezioni tubercolose o di altre malattie di pello; b) Visite particolari ed investigazioni, così nei corpi ,come negli ospedali, pei gracili ed i malaticci; e) Chiamata degl'inscritti in stagione adatta, e graduale :allontanamento dai luoghi di nascita; d) Lavoro graduale e moderato, scelta di buona alimentazione, di vestiario conveniente e di abitazioni adatte! .evitando in esse accumulo d'individui ; e) Disinfezioni metodiche delle abitazioni militari ;
{) Rigoroso esame clinico e batterioscopioo di tutti :gl'individui che hanno tosse; g) Separazione, nei luoghi di cura, dei tubercolosi dagli .allri malati ; h) Sollecita riforma di malati di tubercolosi incipi ente .e di altre affezioni croniche di petto; i) Disinfezione degli spnti, degli oggetti di vestiario, ,della biancheria di dosso e di letto dei tisici , dei locali .da essi abitati e distruzione della spazzatura delle relative sale ·; l) Somministrazione agl'infermi di latte sterilizzato; m) Escl usione dall'alimentazione degli eserciti di carni .di animali tubercolosi.