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RIVISTA DI ANATOIIIA E FfSIOLOGIA

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RIVISTA MEDICA

RIVISTA MEDICA

NORMALE E PATOLOGICA --

tlulla ftalopatologi& della colemla . - Ricerche cliniche del prof. G. MYA. - (Gaz.-etla der1li ospitali, 22 marzo 1 !ll).

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Uaa delle conclusioni principali di queslo la\'oro indirizzato a ri~olvere l'imporlonte e relali\'amenle antica questione sui rapporti tra le condizioni del fegato e la natura dei pigmeni esistenti nell'urina durante il decor so t1ell'ilterizia, ·• la segu1;1nte.

Noi non possediamo presentemente alcun mezzo di indagine chimica, il quale ci pos!-a fornire dei sintomi degtinati ad illuminarci sullo stato anotnmico del fegato. 1 cara tteri ~inora stabilili sui pigmenti biliari modificali non sono tali da giustifìc1.H·ne l'esistenza.

Quanto alle reazioni asse!!nate dai chimici all'urobilina, e!'ise costituiscono µer il medir.o un !-intorno di molto vnlol'e; ma non diverso da quello che possiedono le reazioni della bilirubino. Essa per lo più attesta semplicemente il pa!:'~aggio nel sangue di una quantità moderata di pigmenti biliari, il quale passaggio olla sua volta può essere l'elfello dell'e::.agerala citemo lisi o di un impedimen to meccanico al <leflus!:'o biliare Se 1'11robili11uria, anche 111 clinica, é per lo più legata alla distruzione globula1·e, ciò der iva da che l'emolisi clipendenle dalle cause consuelamente attiYe nei proce~si morbosi , diffìcilment" raggiunge tali gradi da produrre un'itterizia cospicua r1uale si ottiene, invece, nella rategtJria degli osta coli puramente meccanici. Ma non è vero che tutte le cause produttrici della bilirubinuria possono determinare, quando opera r ono in proporzioni minori, l'urobilinuria e vic'<'H'~a, q111;1lun4ue si11 lo stato prC'csistenle del fegato.

IU\'1STA DI A'IAro,uA E l'JSIOJ.OGJA

Lo teorio. imiuguraw dal Gluber e rimodernala dall'Hayem, che \'orre bhe stabilire una clifferenw Ira 1'1llerii1a co11 fog-ato .,8110 0 l'illet·izia cou fcg-ato le;:o, non ha per ora, cioi'.- nello ;lato presente delle conoscenze chimiche e clinic!1e, ragione di essere.

Un'altra co nclusione di carattere pure generale è la seO'uente.

"' Il concetto del riassorbimento biliare non va circoscritto negli angusti limiti <lell'ilterizia: esso abbraccia nella palologia un territorio di gran lunga più esteso di quello che siamo abituati a ronred1>rgli. Come per l'albuminuria e la <'licosuria, dobbiamo assegnarle una serie di g1·adazioni, di ;ui l'itlerizia colla reazione di Gmelin nelle urine sarebbe la più elevata .

Ma prima di giungere o questo grado abbiamo la semplice urobilinu~ia_ ~enza lraccii, di. p igmen~i, bilia~i- chi_micamenle riconosc1b1li nel sie ro snr.gurgno, poi I urob1hnur1a con pigmenti biliari riconoscibili, ed in ()Uesla categoria_. di ca~i puù maucare qualsiasi pigmentazione della cute. Pm lardi, con mu!!giori quantità di bihrubma ci r colante compare l'itterizia con tutte le ulteriori gradazioni.

Così la nuova dottrina che lega piil intimamente di 'JUanto non ftlcesse in passalo l'emolisi colla funzione cro rnatogena <lei fl'gato, e dimostra che l'esagerazione di quella é causa prima del 1·iassor1Jimento biliare e così spiega l'illero <'malogeno rle{J.li antichi, trova nella clinica il suo completo svolgimento e la riprova della suo realla. D'altra parte la dottrina pigmentaria dell'urobilinuria, a cui l'autore ha cercato colle :1110 ricerche di dare solido fondamento, mettendo in rel azione questo sin tomo coli' assorbimento bJl1are, dà ad e;;""o un valol'e inuspettato, pf'rmetlendogli di svelarP le più deholr pPrturbazioni che a,vengono 11el deflns~o della bile sollo l'influrnza della distruzione globulare o di lievi ostacoli meccanici.

Sull'azione del siero di sangue patologloo sul globull roHl flslologlol - Nola del doll. CASTELLINO. - (Gazzetta derJfi ospitali, 18 marzo, 1891).

L'autore ha inlrapreso, nell'anno decorso, lunghe ricerche pel' vedere se nel siero di sangue circolante in parecchi stati morb<•si, si conlenessero per avventura principi ca po.ci di promuovere dei processi necrobiotici nei g-lobuli rossi fisiologici.

È con una mollo estesa serie di esperimenti che l'aulore ha ct'.r cato di rispo11dere a questo quesito assai complesso. Riservandosi di pubblicare maggiori dettagli quando a vra compiuto altri studi a questo proposito, ora in corso, si limita pel momento a riferire i risultati già ottenuti.

Doro avere esposto il processo seguilo nelle sue indagini l'autore viene alle seguenti conclusioni:

1• Il siero di sangue nelle malattie infettive acute, o discrasic he, é susceUibile di un'azione marcatamente al terante sui globuli rossi sani; può cioè determinare in essi la comparsa ora più rapida, ora meno, delle reazioni degenerative; attenuarne la resistenza, distruggerli con molta ·racilità.

2• Questa potenzialità alterante é varia a seconda delle varie malattie

:J• Coete r is paribus, in ordine d'intensità, la si riscontra: nella polmonite, malaria, tiroide, tubercolosi, cachessia can · ceri~na, diabete, ,,errite, leucemia, saturnismo, purpura, ittero. oligoemia, clorosi Non si ebbe finora occasione <li poterla studiare nella eresipela, scarlattina, morbillo. reumatismo, sifilide, ecc,

4• i;: in rapporto molto intimo alle alterazioni del sangue dell 'infe rmo, alle sue condizioni generali, alia durata ed entita del morbo, alle complicanze, ecc.

5• Nella polmonite, malaria. tifoide, tubercolosi è in relazione ancora colla curva febbrile.

6· Nella pulmonite, il siero ha una proprietà distruttrice sui globuli rossi fisiologici.

7• Grado g rado che l'infermo pr ogredisce verso la conv alescenza, il siero del sangue perde la capacita alterante .

DI ANATOMIA E FISIOLOGfA

Analogh e indagini a quelle fatte per studiare lo capacità aJLeranto del siero ]'Htologico sui g lobuli lh,iol ogici, furono intrilprese per conoscer e quale azione avesse in vece il siero in individuo robuslo sulla vilalità del globulo rosso ammalato.

Siccome in questo caso, naturalmente, si trallava di constatare un ratto fisiologico non sottoposto che ad oscillazioni molto limitate, le ricerche dovettero essAre assai meno che complesse.

Ecco i risultati a cui condmisero:

1• Il siero di sangue sano ha un'azione marcatamente conservatrice sugli erilrociti, anche profondamente degenerati.

2° Qu esta proprietà tale siero la possiede solo quando i' slfito attinto di recente (per uno o due giorni al massimo) A conservato al!a temperatura del ghiaccio fondente.

3• Come liquido conservatore, esso è superiore a tutti quelli adoperati pe1 · la numerazione dei globuli, ed è pure preferib ile alla sierosità albuminosa allungata del bianco d'uovo.

Sulle a.ltera.zlonl del midollo apina.le nel tetano. - Osservazioni e l'icerche anatomo-istologiche del prof. A. BoNOME. - (Archivio per le scienze mediche, fase. 1,anno1891).

Non é lrascorso molto tempo <lacchè si riten(wa essere il tetano una nevrosi, una ùi quelle mRlatlie cioè del sistema nervoso delle quali si i~norano il modo di originarsi e le alterazioni anatomiche che le accompagnano o le sostengono. Malgrado che numerose ìndagir,i bacteriologicbe siano recentemente riuscite ad assodare che il tetano è u11a malattia infettiva, determinala da un bacillo specifico, i patologi sono ancora pressoché all'oscuro circa le alterazioni materiali dei centri nervosi de1?li individui che >'Occombono ali' infezione tetanica.

Mentre nello studio della maggior parte delle altre malattie infettive le conoscenze delle lesioni anatomiche hanno di gran lungo& preceduto le ricercJie etiologiche, nello sludio

RIVISTA

del tetano è avvenuto il C'Ontrar·io: si l'\urtn ~pinte cioè con una allivìtit veranwnte febbrile le indag1111 nel CllIDJ'O diolo~ico, ~enza che ::;11rnu slalc approfondile lt> ricerche <lai punto di vista morl'olo~ico. Tantochè oggidì è rimaslu in molli la crc>denza che lo tossine o le tossialbumine, preµara te dal bacillo del tetano, agiscano modificando soltanto chimicamente i centri ner"osi, alterando cioè la funzione, sf'nz a produrre nei medf'simi alcuna modificazione di struttura.

L'autore ebbe o<'cM.ione di studi are il midollo spinale di '{Uatlro individui morti di tetano, in due dei quali ha potuto eah stel'-::'O constatare la presenza del bacillo specifico sia n:uli es;;udati delle fc•rile, l'-ia nelle colture dei medesimi. 111 lu~i e quallro i casi 11 tetano si rra manifestato in segu'Lo a ferita, e !-i trattava di indh·idui che avevano goduto sempre buona salute.

In tutti e quattro questi casi i midolli presentavano delle lt>~ioni a foco lajo, che tal,)r a erano rilevabili gia macroscop icamente sotto forma di rammollimento, di tumefazione di Lralti circoscritti, di modificazioni nell'aspelto della so,-ta uza oriaia oltre di una costante iperemia delle meningi; talora ,., t) invece le lt-isioni e rono rilevabili con sicurezza solamon te coll'esame dei preparali isLologici.

Dal complesso delle osservazioni f8tte dall'autore r isulterebbe che nel decorso dell'infezione tetanica il midollo "Pinale va soggetlo a delle profonde al te r azioni degenerati ve , oltre che ad un· inlensa iperemia delle sue due sostanze e dei suoi in"olucri. L'intensità e l'estensione del procescoo degenerativo subiscono delle C'Onsiderevoli variazioni 111 rapporlo con delle circosta11ie speciali, quali la rapidità con c ui il virus tetanigeno si diffondP r lo stato in cui !".i lrovava il midollo spinale prima che si verificasse l'infezione tetanica.

La de..,enerazione si manifesta di preferenza nei co r doni ,., della sosLanza bianca e nelle radi <·i spinali. mentre soltan to in casi in cui l'allerazionc> i> molto avanzatu si vede degenerala la sostanza grigia.

La sede delle allerazioni degenerative non corrispondi>rrbbe esattamente alla distribuzione dei sistemi delle vie di conduzione, potendo estendersi ai d i vers i si:<temi di fib re ed

DI ANATOMIA E F1Sl01.0GL\ 017

auclie alla sol:itanza grigia in un medesimo lrallo. per cui 11011 ~i può parlare di alte1·azion1 cosi dette sistemalizzat"'. Quel:ite alterazioni degenerative tutlavia hanno "1·de precipuamente nei co r·doni dPI Ti.irck e nelle zone radicolari anteriori e posteriori; meno i11tensamente vengono interessali il fas cio piramidale cro1·iato, li fascio cerebellare e la parte periferica dei cordoni posteriori. La s~tanza grig'ia sembra resista molto di piìt all'azione del virus tetanigeno; difatti anche in rrueJIP parli ove la degenerazione è m ollo estesa. le cellule ganglronari si conservano pressoché normali; esse sono le ultime a scomparire.

In due dei casi studiali dall'autore la regione lombare del midollo era sede di un'alliva proliferazione delle nevroglia, mentre esiste"a una 11 uasi completa degenerazione degli elementi nerrnsi, per modo che ne risullava un ingrossamento notevole, non nettamente lim1t.ato, della re~ione, si mul1:1nlr a primo aspetto un tumore. Tali modificazioni si arcon:pagnavaoo tiltresì con alterazioni degeneratiw dei nervi della cauda equma, i quali &der ivano lìtlamente al rigonfiam1mtu lombar& del midollo, part~cipando alla manifestazione morbosa. Ui1 simile 1·eperlo g iustificlH11·Pbbe l'ipotesi che il viruR tetanigeno, innanzi di generali1.zarsi per le vie sanguigne, manifi>!'-ti un'azion~ sui nervi della localitit in prossimità od anche ad una certa distanza ddla porta d'ingresso del!' ogente patogeno, <leL<>r·minanùo delle lesioni unche in quelle par·li d<=ll midollo colle quali questi rami nervosi stanno in diretto rapporto. Certo ,. che due soli reperti non so.no suffici enti a f,ir ritenere il fatto come frequentf'; tuttavia l'autol'e ha ;:Limato cosa utile <li portarli a conosct->nrti dei patologi, fìduci0so che potranno servire a t·ichiamart• la loro atle11zione per le necessarie conferme.

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