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VAIUOLO E LE VACCINAZIONl
fornire il trami le più agev.ole e preferilo pel quale il vaiuolo, di quando in quando, subdolameule compare fra i soldati.
In tal caso, la diligenza nel procurare cbe nessuno di coloro che sono sotto le armi sfuj:!ga alla benefica profilassi diventa, a parer mio, nna delicata que:;tione di coscienza, poichè può decidere di vita o di morte.
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Ma non hasta: :-e è reale ancora, statisticamente dimostrato, che i soldati che subirono la vaccinazione presso i corpi con esito negativo od incerto rimangono ancora terreno favorevolissimo per la infezione vaiuolosa, e di carattere doppiamente grave di quella assai mite, che può svilupparsi anche nei vacci nati positivi , deve lrarsi dal fatto un secondo utilissimo ammaestramento: che cioè non ,;arà mai sufficiente la diligenza impiegata nelle operazioni vacciniche presso i corpi, onde ridurre al minimo la proporzione degli esiti negativi sulle medesime, i quali rappresentino realmente i soli refrauari all'infezione vaccinica, e conseguentemente vaiuolosa, e non, oltre questi, anche esiti falliti di vaccinazioni imperfette, o per qualsia!>i ragione insufficienti.
Per ottenere ciò la Jstrnzion e sull'igiene per il R . esercito (Allegato 10 al R e.golamento di disciplina) del iJ7 marzo 1884-, al 5° capoverso del l\". 97 , § 1O, ha la opportuna disposizi,me che dice così: « Quelli (dei vaccinati) pei quali il risultato fu nullo od incerto saranno rivaccinati una seconda volta. » .M a da ciò che è scritto a quello che realmente si fa, spesso corre una sensibile difiereoza, ed il poeta pure lasciò scritto:
Le leggi son, •ma chi pon mano ad esse~ Difalli, mi si dica, di grazia, quante volte presso i corpi si ottempra scrupolosamente a questa dis po si zione regolamentare tassativa, la quale non è che la restrizione dell'analoga per l'esercito germanico, che ingiunge fino una terza rivaccinazione, qualora le due prime insizioni si ano rimaste negative?
~ELL 1 ESERCIT0
Le esigenze mililari. al solito, prendono il sopraHento, e la joiene, umile ancella, deve troppo spesso chinare la tesla . La :estizione, le istruzioni militari , l'educazione disciplinare devono assorbire, e quanto prima, tutto il tempo del coscritto, e non può rimanerne per le insistenze della profilassi; la cui manche rolezza sarà poi magari rappresentata, qua$i direi con la matematica esaltezza di un'equazione, dalla morbosità crescente , e co ntrollata infine, ciò che è più grave, nelle tavole di mortalità.
Con cluden do dunque si può asserire : che fino a quando non sarà. spi nto allo scrupolo lo zelo dei vaccinatori militari nel procurare che nessuno il quale è sotto le armi, o per qual~iasi rngione vive insieme al:e collettività militari, sfugga alla profilassi vaccinic:i; tino a quando la insistenza nell'esercitare questa non sarà realmente spinta alla seconda insizione. almeno negli esiti nulli ed incerti, come è prescritto dal regolamento in vigore(§ IO, N. 97, 5° capoverso dell'Allegato 10 al Regolamen to di disciplina), non potremo fondatamente sperare di vedere evitato nell'esercito nostro il vaiuolo, la malattia evitabile per eccellenza , come altri la definì, in grazia della grande scoperta jenneriana.
Se nel grande esercito germanico si pote giungere al meraviglioso risultato di non aver più a deplorare un snl morto per vaiuolo entro un lungo periodo di tempo quinquennale, sopra una forza di quasi '/; milione di uomini , e di vedere caduta a poche diecine la cifra degli attaccali da lievissima infezione nello stesso periodo di tempo e ndla stessa immane eollettività , lo si deYe appunto alla teutonica perseveranza nel ricercare i vaccinandi fra le file, e nel sottoporre, non solo alla seconda, ma lino alla terza rivaccinazione, coloro che si dimostrarono refrattari alla liufa vaccinica nelle precedenti inocu lazioni .
586 ll. \"Alt;OLO E LE \'ACCl~.\ltO\I fl segreto sta dunque nel non far trovare a tal demonio ciò che cerca, e questo, da Jenn er in poi, è perfettamente nelle. nostre possibilità.
L'esempio è grande e de~no da\'vero di imitazione. perchè, mentre da un lato dimo:;tra tutta la potenza della profi lassi jenneriaua, con grande disappunto del!li afligliali alla lega antivaccin ica, dall'altro fa vedere che for5e in nessun altro riscontro in medicina calza a puntino, come in questo, la sentenza: t:rileri: 1\ pot,·rl'.
E dopo questa conclusione cui mi ha tratto l'argomento, facendo un po' l'e,ame di co:;cieuz,1, mi accorJo di nor, aver poi spe~o tanto male il mio tempo nel consultare i tlocume nti relativi al vaiuolo nelle llelazion i medico - statistiche dcli'eserci lo. In questo lavoro trova i tanto per con,i ncer me. e spero un poco anche voi. rh e ancora nell'esercito, malgr.1do ogni 1.elo impiegato, non si sa rolere ciò che si potl'eùl>e realmente. per bandirne la temnta infezione la quale costantemente, per dirla con un arguto dottore, come il demone di 8. Paolo : rù·ruit q11,.ren~ quem ,ki;oret.
Firenze, 23 dicembre I !)O.
Nota Della Direzione Del Giornale
I.o sco1•0 emincntem<'nte i1Zienico e il valore pratico delle jlropo~te dcl'\•gre,.io co llega non po$,ono essere disconosciuti, e danno alle sue osservnzioni una im11ortaoza cccclionale.
Pt'rtJ, per valutare al giusto i risultati ,li rn tto ottenuti in qu sti ultimi anni ari nostro esercito colla pratica ,telle vaccln~zioni: a ridurre al ,:tiustu l'importanza <lei non fausti che l'autore ;irc,lona, parrebbe opportuno qui rirunlare alcuni rl'lativi <lati slàtist1ci.
In Italia apptna •t • dei nati vivi ~ono ,·acduali nel primQ :inno ùt ,•ita; in Germaoia lo ~ono l>iù dei •/ ,.
11 (ìl'rmama la rivaccinazione ti ohhligaturiJ e· ,,iccb mentre in Jt.1ha I ri,accinat1 non r:1ggiu11!(ono il 7 per !000 ai,itanti. in G<>rmania superano il ':!O.
Il vaiuolo colpisce in Italia circa 45000 inrliviùui all'anno, con a,meno 9000 morti: e nel biennio UIS:1·86 sn 1000000 di abitanti si ebbero ben 630 deces,i pPr vaiuolo. In Germania i di>cessì per ~niuolo non rag~inn,cro il numPro di :!O 1•er 1000000 <li abitanti.
ura il soldaLo vive in me1.1.o :illa popolar.ione, cd auzi in condizioni reramenle ,ravore,·oli. giacche vh·e nei ,·entri Ji popolnione piu numero~, ed a.glomerat1. ì',011 può quin,li e. meno ,ti risentirne le morbificbo 111nue11ze, e di pniare alle malattie 1'11 alle morti un tributo pl'r 11uanto miti!l"ato pero proponionall' a quello che le co,11hzion1 igieniche, economiche e sociali impongono all:i popolazione chilc. 8.