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fERULA-GRUrCiA AD AUTO-ESTENSWNE INTERNA

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RIVISTA MEDICA

RIVISTA MEDICA

FRATTURE DELL'ARTO INFERIORE

K DEL FE~IORE I~ l'ARTICOLARE

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,eone tollerata con notevole sollievo dell'infermo sino al 500 giorno e rol risultato piit che soddisfoceote di un'arto senza il minimo accorciamento ed un callo un po'ipertrolico, rua re:;(olare.

Un caso di fraLLura semplice trasversa del Jemore sinistro al terzo medio con accavallamento dei frammenti. presentatosi in 1111est'ospedale la nolle dal i 1 al 22 dicembr<·u s. nel soldato del 16° cavalleria Lucca )l erlino Giulio e da ques to riportato in un tentativo di evasione dal quartiere cadendo dall'altezza di quattro metri, fu l'incentivo per tradurre in allo un'idea che da tempo vagheggiava. dell'applicazione cioè di una ferula interna a ,qruccia, auto-esten·iva. in ~ostituzio ne dell'apparecchio mediante pesi e del laccio cosi detto perineale lh~ato alla spalliera del lello od alle ferule esterne del Dessault, del!' Esmarch o del Gilbert per lo scopo della controestensione.

Sprovvisti dell'apparecchio Pistono si dorette riconere per il momento al metodo dei pesi, ma il laccio controesteosi ro • ali' ollavo giorno avendo prodotto escoriazioni ed in toll eran za . venne ordinata la /Prnla-y1'11ccirt ideata dallo scrivente. 1111 autoestensione interna con striscia di cuoio imbottita per l' appoygio 11ubo- i.<tchiatico, la iroale applicata al 18" giorno , li principio aclun11ue che ave\'a informato l'appli cazione della ferula gruccia trovando l'appoggio dei primi chirurghi americani sucitati mi spinse viemaggiormente a de)o,iderare che nella pratica degli ospedati si rendes,e più familiare l'u:--o della esteosione interna con mezzi semplici sopportabili dagli inrermi e facendone oggetto di comunicazione ai colleghi.

)Jentre riceveva da questo fatto la conferma delle mie previsioni sulla preferenza di 1tn'appo!fgio i.1chio-pubico, indi1,mdent, da {rl'lllP e8leme, che difficilmente possono garantire I' immobiliti1, e dal laccio mal tollerato anche per la pressione che esercita alla re~ione inguino-crurale sul fascio nerveo-vascolare, ho consultato vari trattati di chirurgia e fu soltanto nell' Hamilton (1) che ho potuto riscontrare un'accenoo alla controestensione interna prop<lSta dal!' Hart shorne di Fil adelfia in a~giunta all'azione di una ferula esterna che univa all'ascella; ma io particolare il William Horn er, pure propenso ad emanciparsi dal laccio c11ntroestensivo. rende perfettamente la mia idea facendo sopportare dalla regione pul..lo-iscbiatica la pressione di una striscia di cuoio tesa all'estremità superiore di nna ferula interna, collocata peri, insieme ad una esterna che sale alla ci ntura ed anche all'ascella.

Ottenuto un punto ~labil e come l'ischio-pube non occorreva che di creare la potenza al centro od all'altra estremità perchè i frammenti accarnllati di un femore potessero riprendere la loro po~izione reciproca normale per grado. onde riavere la resislenza delle masse muscolari e non rimanere nè più in qna nè più in là di quanto occorre, poichè nel primo caso non si è vinto l'acc:m:tllamento, nel secondo si cadrebbe nell'illogico di coloro che credono nece~sarìa una eslensione esagerata, la quale può essere causa di pseudo-artrosi, condannabi li quanto gli accorciamenti notevoli e calli deformi, tanto frequenti nelle frnt.ture del femore. Errore che qui mi è grato di ricortlare come segnalato insieme ad altre preziose considerazioni in una lellera particolare direltami dal sig. ispellore capo generale Pecco a proposito di una ferula-gruccia a bastoni inviatagli nel febbraio p. p. e destinata alla scuola di applicazione come proposta concretata in un modello.

Al frallnralo venne àpplicato un primo modello di ferula interna a gruccia nel quale i due estremi si allontanavano in forza di una vite cenlrale, messa in movimento da un'altra situata perpendicolarmente ad ing-ram,g-gio elicoidale che viene giral a da un piccolo manubrio da applicarsi da un lato o dall'altro a seconda che la fer ula e situata per l'arto destro o sini.stro.

La detta ferulP chiusa ha la lunghezza di I metro circa, ma può raggiungere quella di I metro e 20- 30 a seco nda della lunghezza della vite. È composta di due pezzi principali, il superiore porta-cin,ghia, un ·as:-icella larga 12- 113 centimetri dello spessore di I centimetro e 'i, foggiato a guisa di un diapason con una mezza luna dalla parte del manico, le cui punte distano tl8 centimetri e dove sono collocati due piccoli passanti per trattenere in posto la striscia di cuoio piu o meno tesa fra dì essi. ~elio spazio vuoto del diapason scorre a sfregamento l'altra assicella dello stesso spessore e larga circa 6 centimetri portante all'eslremità libera, ad angolo retto, una sporgenza con fenditura, altraverso alla quale

}'ERULA-GRUCCIA AO AUT0-ES1'E'ìSI0NE !~TERNA, ECC

assa l'asta dell'uncino che si aggancia a quello del rettan · ~olo dell'ansa di .Kro sby di striscie di cerollo_che salgono~ far " !l'arto· mezzo questo che consiglierei come super10re presa su , . . tt. poiché nel frallurato non ha dato alcuna molestia ne a tu 1, d . Jleoli nè al calca..,no e non venne rimosso che opo a1 ma " . . . I vo oiorni. L'estensione si effettua. come s1 e detto. per o ;) " . d spostamento obbligatori~ dell' a_ssicell~ ce~tra le r1manen. o fermo ed invariabile I" 1pomocllo dell ,schw~pube_, e la_ Lrazione si può colla vite graduare a frazione d1 milhmetn per ., rro· naere Io scopo <li non oltrepassare il mutuo contatto 1,1,....,10 " . , fi dei frammenti. Nell'apparecchio, fatlo costruire da un_arte ice a Udine, la vite è rivolta verso l'estremità pelvica: ,_n altro modello, analogo al disegno, rimanendo fiss~ la vi~e alle branche, si svolge invece verso l'assicella moL,le obbligando il assante a spostarsi con essa . f~ tale la moltiplicazione della foi~a con questo congegno che girando il piccolo manubrio col polpastrello dell'indice e del pollice si possono sol_levare 9.0 cbiloorammi senza esercilare uno sforzo apprezzabile. "" l'> ' )fa, se questa ferula, esteticamente e pel suo congegno soddisfa l'occhio e persuade, quell'allra ragginnge lo steS$O intento col vantaggio della massima semplici1à : è facile a riprodnrsi da qualsiasi artefice, _ed esse~do s_u_scettibile di pi~oarsi in due perii trasporto nei cam d1 sa01ta, potrebbe for:,e ~eritare un posto nel materiale sanitario di guerra, e la generalizzazione dell'uso nella pratica civile.

È cosliluita da due bastoni cilindrici del diametro di 25 a 26 millimetri unili da due traversineappiauiteche li tengono allontanali di 18 centimetri l'uno dal!' altro dai rispettivi centri. La prima Lraver.sica dista 15 centimetri dall'estremi-tà su cui si tende la striscia di cuoio {da imhollirsi), la se· conda è calcolata a t2 o 43 centimetri dalla della estremità per arrivare a sorpassare la sporgenza del ginocchio di. un'arto di media lunghezza. Una spècie di plantare mohile impe rn ia ai bastoni, ma con due contrasti che gli permeuono di col locarsi saldamente ad angolo retto coi Lastoni porta, aura verso una fenditura, una vite con un gancio in continuità d lato della trazione sul piedb. e dalla parte opposta un dad con due piccole appendici bottonu!e per braccio di leva nel l'ano di ottenere il ritiro dell a vite verso il plantare e quin ,ml gancio dell'ansa di Krosb~. Anche con 1rue:,to apparecch re:;tando inalterabile il punto d'appoggio pubo-ischiati co l'Slensione :-i potrà moderare fin che si mole a seconda d giri della manovella del dado. al pari dell'altra ferula e e 1ruasi lo stesso dispendio di forza.

)l a un'altra applicazione che è sorta inaspettata e co corollario di 11uesta. lo scrivente crede opportuno di segn ala affinché. presen1andosi ni colleghi l'opportunità dPl caso, co n fermino o meno la pre:;nnzione die la ferula-gruccia oltre vantaggio di potere essere applicala in primo tempo in guer per garantire il trasporto dei feriti fratturati, e negli os ped per rendere agevole il trasporlo di un fratturato da uo let all'altro col proprio apparecchio, ha anche quello di pre star come polispaslo nelle lussazioni dell'omero e del femo r e. o frendo nella striscia di cuoio un appo,r!,!il) tollerabile ris petti va mente all'ascella od all'ischio ed una potenza estensirn . e, e citata da una mano qualunque sulla Yite e quindi sop ra laccio al gomito od al collo del piede. che può uguaglia alla forza di due o piu persone. col vantaggio cl1e la fe rul mentre continua la trazione uniforme, è suscettibile di ~egui parallelamente all'arto i movimenti che ruole imprimere l' ope ratore per raggiungere la riduzione del capo lu~~ato .

Se effetlivamente polrit concretarsi colla pratica 1piesto r· sullato anche nelle lussazioni, crederei non inopportuno eh oltre che per il servizio sanitario di guerra, la ferula -gruccia renisse adottata anche in tempo di pace in ogni reggimento, specialm ente di cavalleria ove piit frequenti sono i casi di fratlllr e o lussazioni . t:osi si potrebbe ottenere in quartiere stes~o una sollecita riduzi one, e trattandosi di frattura vieroe~li o garantire il trasporto del frauurato all'ospedale. Per il medico civile in campagna la ferula-gruccia a bastoni, facile a costruirsi, potra rendere ottimi servigi. essendo tliftìcile trovare nei letti dei co ntadini le condizioni per l'estensione roi pesi e la conlroestensione alla spalliera, non senza calcolare che i vantaggi piì1 spiecati di llues10 apparecrhio 5011 0 la .~oppres... ione del laccio, la lib1•rtà del {l'attnrato, e la g(iran.::irt del .rno lra.<Jporto da letto a leito, dal luogo dell'infortunio all'ospedale.

In omaggio al vero cd alla stima cd amicizia che da molti anni mi lega 31_ l'egregio dott. Giuseppe :.\Iascagni di Arezzo, vice-presidente del comitato me. dico aretino, debbo pur dichiarare che una ferula a stampella, per il contffl4., mento p1·ovvisorio delle fratture degli arti in(erio1·i, mi fu da lui mostrata dal l.880, costituita da un'assicella lunga un metro, terminata alla estremi superiore con un incavo da adattarsi alla regione ischio-pubica nel modo e la stampella si adatta all'ascella o i ·estremo inferiore cou due incavi che i !ano una porzione centrale alla quale si lìssa il laccio estensivo. Non avendo avuto che in questi giorni l'opportunitil. di riparlarne col lega prelodalo, mi sembra doveroso di 11ui riportare la chiusa della comuni zione da lui ratta all'adunanzu del comitato medico ar~tiuo (20 marzo 1880) 1 non che il riassunto della discussione a1•1•enuta al IX Congresso dell' Assoe· zione medica italiana in Genova, il 20 settembre dello stesso anno:

, Senza alcuna pretesa di averlo raggiunto, il mio scopo è stato quello di

, sempliciz1.are, in ispecie pei casi d'urgenza e che ric'lrrOno lungi dagli os

• dali, l'apparecchio per il contenimento delle fratture degli arti inferiori e

• porre cosi il chirurgo oella possibilità di rar solo o almeno con minor ai u

• per avvici11arlo virppiù al possesso delle qualità che si racchiudono nel

< fatidiche parole: cito, tute et juvande. •

Nella seduta del Congresso di Genova (!!J: • li presiclenle da la parola

• dott. Mascagni, il quale presenta una ferula da lui denominala Ferula-ila

• pelta, d iretla al contenimcoto degli arti inferiori nei casi di fratture; acce

• le diverse particolarità che presenta sia nella costruzione sia nel mlldo

• applicaziooe: ne espone i ,·antaggi e li riassume mostrando co me l'appl·

• · zione della ferula all'interno degli arti sia la piìi convenientt pere/li

• più esatto rapporto coll'asse dell'arto. Il chirurgo per l'applicazione de

• ferula avrebbe bisogno cli minor numero ài aiuti; narra di un caso io r

• l'applicò senza notevoli inconvenienti da parte dell'infermo; raccomanda

• ferula alla p,·atica dei medici condotti.

• Il prof. Massoni, muove l'obiezione relativa al

« come un tal punto in esso riesca tanto prezioso per mantenere la contro,!

« estensione, ma q\1anto d'altra parte possa soffrirne per Ja compressione •

(I) Il Cisalpino, J.\'. 3, pag. !2, settembre l.880. (t ) Alti del IX Congresso, pag. 25i, i880.

FERULA·GRUCCIA AD AUTO ESTENSIO:'ì'E INTE.RNA, ECC. 595

, ciò ,pecialmente nell e clonoe. Clùede perciò al dott. Mascagni se abbia mai , avuto occasione cli adoperare la sua ferula per donne

• li dott. :.iascagoi risponde atTermativamente areeooando a.cl una vecchia di , ;; anni la quale non ebbe a lagnar;i di inconveniente alcuno. Dimostra il , vantaggio che ha la ferula ài soppri1nere il laccio controtslensivo.

• 11 dott. Margary non vuol dire se la rerula-stampella possa reggere di fronte , ad altri sistemi ora in uso; combatte l'applicazione della ferula al lato interno , dell'arto e ne adduce varie ragioni; cosi è chiusa la discussione. •

E questi appunti unisco alla memoria sulla ferula,gruccia per attenermi al pree~tto dell'unicutque StlU?n.

OTTAL)1:IA GRANUI.,0 SA

Lettura ratta nello spedale militare di lle~ina alle conferenze scientillche dei mesi di n,l\embre e dicerohre ti-'911 dal 1lottorp, Eugenio .ninici , cap1L1no medico.

Uno studio coscienzioso ed esatto dello scambio ùi m latlie tra esercito e popolazione, con valutazione anche a pros,;imativa dei danni che, per tal modo, peren11 emen subiscono la prosperità e il beoesser~ della nazione, non veramente ancor fallo, sia che non se ne fosse ben comp l'importanza e l'eminen te interesse, sia cho, per vieto pregi dizio, si temesse peccare di irriverenza alla nobile qu a.o grande istituzione. Pure al filosofo, al medico, sempre j tenti alla ricerca del vero, unica sicura fonte del bene, lecito indagare, sen za timore di sollevare intangibil i veli quanta malsania, e per quali modi, e tino a qual pun to, J'e cito importa dal popolo, e qua nt'altra, per opposto , a qu dal primo ne deriva. Quante malattie e morbi ed imperf1 zioni l'e::;ercilo non attinge di continuo, per maniere sva ria.te, dalla popolazione civile? e quanto pure più spe questa non subisce la triste inoculazione di contagi per ope di quello? Lo Stato, é vero, spende ogni sua cura e diligenza, ed in verità con ottimi risultati , per reclutare un milizia robusta, vigorosa, sana ed immune da ogni tabe imperftlzioni; ma occo rre altres1 che s 1 ponga ogni cura a chè questo così dello reattivo della sanilà pubblica e della salubrità dei luoghi, non soffra frequente maleficio ed accb~

SULLA OTTA(.)(IA GRA~ULOl>A

dall'e:.erc ilo slesso malattie e contagi non si allarghino nel opolo. Di quanto interesse e sorgente forse di utilissime ~rov,•idenze le~islalive, non sarebbe dunque un bilancio dello scambio di tubercolosi, di sifilide, di oftalmia, e di tulle le altre malattie contagiose, tra popolo ed esercito?

Io non bo tempo nè le na sufficienti per radunare insieme gli elementi dimostrativi di un tale scambio, oggetto della mairgior e importanza e di curiosissime inattese rivelazioni; epperò mi limiterò soltanto, a titolo di saggio, a ricercare quelli che concernono una sola fra le cennale malattie che pure i• causa, nel paes-, e nella truppa , di ingente ed assai manife:. lo danno.

Dirò, dunque, dell'oflalmia, quella che fu un tempo flagell o degli eserciti e perciò distinta del titolo di bellica (1), quella che tanto travagliò pure le nostre milizie negli anni aopresso all'unificazione, al pun to da dare, nel <iuadriennio J860-63, ben 700(\ granulosi io un solo dipartimento; quella eh,· tuttora serpeggia particolarmente nelle armi a cavallo, ed endemicamente affligge notevol parte di popolo, causa di di!'a gio econom ico e malessere sociale; quella, infine, che non raramentfl assume temibile incremento e diffusione epi· demica , nelle caserme, nelle ca;;e, nelle scuole ed in paesi inlier i.

(I) llioordiamo bene cho le epidemie descritte da r~~rrey, Jacger e Flmckcn. nonchè le tante altre registrate d3lla ,torla militare erano vere blenorree congiuntivali e follicoliti peracute, blenorroiche; 11rocessi molto diversi dalla ~-ranulosi, flogosi parenchimale di sua natura, ad aod:.mento ioshliosamente cronico, e varia. per forme. Del resto, le forti inOammazioni di una congiu ntiva gia attaccata da questo morbo molto somigliano colle prwmnate forme epidemiche ; le quali, a loro volta, rianno secondariamente origine alla prima. A,lottiamo dunque la loeuiione d'oftalmia militare nel <enso oggi uni\er:,almrntP accettato, facend o molta parte allo studio di quelle congiuntiviti croniche, le quali tanto d1 soventi danno, per la loro cronicità o pel loro ripetersi, origine al!e vero iirar1ulazionl .

I. L'oftalmia nell'esercito.

1. Come ho detto, questo morbo ebbe un grave dominio nelle file del nostro esercito subito appresso al J860. Le campagne dell'indipendenza, la caccia contro il brigantaggio, ed un'igiene, per varie ragioni, necessariamente imperfetta ed inefficace, durante il non breve periodo di organizzazione, dovettero esserne le cause efficienti.

Nel 1870 la malattia segnava una morbosità dell'tl,75 per 1000 rispetto alla forza, indice che venne progressivamente di minuendo negli anni successivi fino a meno del 3 p. 1000.

11 seguente specchio n . I, appunto ci dimostra il compor. tarsi dell'oftalmia, durante il dicianoovenoio 1870-88. Essa e bbe un dominio sempre superiore (eccettuato l'anno 1873) all'indice totale medio del 6,61 p. 1000 durante un 1• periodo, il decennio 1870-79; mentre ne l'offerse considerevol mente e sempre più basso (eccettuato solo il 1882) nel successivo novennio.

Del res to tale diminuzione e così re golarm ente uniforme nel succe dersi dei 19 anni, da farci legittimamente riconoscere un progr essivo e notevole miglioramento delle condizioni dell'esercito rispetto al mor.bo. E ciò non ostante che, pel sempre più adegu11to regime igienico, cui gli oftalmici vennero successivame nte sottoposti presso i corpi stessi, questi devono aver versato un coefficiente r elativamen te ?iù esiguo nei luoghi di cura; tant' è vero che la diminuzione progressiva del numero dei ricoverati si mantiene e continua, ad onta dei succe ssivi notevoli aument i nella forza delle armi a cavallo, che offr ono condizioni specialmente favorevoli al predominio della malattia Le cause più manifeste di così benefico miglioramento sono da ravvisare nelle tre se~uenti:

]V[ilita1'i affetti da congiuntivite granulosa entrati in cura neg l i stabilimenti sanitari militari dal 1870 al 1888, t'agg uagliati alla /òT'za annuale media dell'esercito.

Forza annuale I Numero Curati dei ricoverati per iOO(lllella forza media per :i.nnuale media oftalrniagrannlo,a

1° la più rigorosa esclusione di soggetli comunque affetti da congiunti vili croniche nel reclutamento, 1·isultalo sempre meglio conseguito, sia per le disposizioni di legge più tassativamente precise, che per la più solerte cura dei periti visitanti, or a assolutamente scrupolosi e competenti;

2° l'abbreviala ferma de i soldati, anche nelle armi a cavallo, che ha prodotto una più affrettata rinnovazione della forza ed una più sollecita eliminazione degli ottalmici, sempre più numerosi nelle classi più anziane;

3• le migliorate condizioni igieniche, particolarmente per ciò che riflette l'accasermamento e la propri•!ta personale delle truppe, nonché il regime più adegualo cui vennero tali malati sottoposti.

Le accuratissime riviste sanitarie della truppa a periodi regolari e freque nti ed a tutti gli uomini comunque giungano o rientrino al corpo; le speciali e più frequenti visite degli affetti, per riconoscere e curare il vario andAmento della malattia; l'assoluto isolamento loro, e delle rispettive bardature, anche nelle prigioni, ai campi, durante i cambi di guarnigione e negli stessi stabilimenti sanitar i; la rigorosa ed a,ssiduamente sorvegliala proprietà personale, particolarmente dopo le istruzioni esterne ed il governo dei cavalli, nelle prigioni, scuderie e cucine; nessuna ese nzione da qualun1ue servizio per tale titolo di malattia, e l'esclusione, invece, degli attaccati da ogni beneficio (esempio le licenze) od impiego speciale (attendenti, piantone a gli uffici ed agli ammala ti, cucina ecc.); assidua cura, infine, degli oftalmici, anche più semplici, mercè opportune medicazioni, nelle caserme stesse; ecco quanto ho speri me ntato di più e veramente efficace a moderare il dominio del triste morbo ed a prevenire lo sviluppo della sua diffusione per contagio (1). Ciò nonostante esso esiste endemicQ ed esisterà forse sempre, specie nelle armi a cavallo; ed è perciò che io troverei

(l) Le rassegnate misure profilattiche non tutte sono prescritte dall'allegato n. iO al regolamento di disciplina militare, e punto o poco sono applicate nelle altre armi e corpi, esclusa la cavalleria, e nei quali però evvi buon numero di soldati al sen·izio di quadrupedi.

SULLA OTTAL)CTA GRA~ULOSA 601

opportuno fosse tenuto gran conto, nell'assegnazione delle r eclute alle armi stesse, della complessione organica e del temperamento insieme.

come si comprende di leggieri, e come ad ognuno di noi sarà le mille volte capitato di rilevare, nei soggetti a temperamento l infatico ed e retistici, ogoi semplice congiunti vile, specie s e ripetuta o resa cronica, ugualmente che le abituali continu e irritazioni della congiuntiva, pr ovocano facilmente l'insorgere della follicolite e della granulosi. 1n questo stesso spedale, fra i pochi tracomatosi degli ultimi quallro mesi furonvi in cura due attendenti di ufficiali montali. l'uno dei quali era ntfetto da follicolite primitiva delle congiuntive inferiori speci almente della sinistra, mentre il secondo presentava un par di dozzine di bellissimi linfomi in ciascun culdi-sacco coni:duntivalP, inferiore, essendo le congiuntive per tutto il rimanente libere. Evidentemente, in ambedue i soldati, del resto sani, robusti e senza precedenti morbosi, quanto agli occhi, il morbo era insorto per effetto della ripetuta e quotidiana irritazione delle congiuntive, attendendo essi al servizio dei cavalli.

È forza quindi ritenere che, qualora si ponesse diligente opera acché, tanto per le armi a cavallo, che pe r attendsnti a tutti gli ufficiali montati, non fossero destinali uomini di temperamento manifestamente linfatico, l' efta lmia verrebbe a perdere uno dei suoi più propizi fattori.

Perché, infatti, questa malattia dovrebbe dominare nella cavalleria per bene il doppio (106,46 p . iOOO) di quanto riscontriamo nell'arligheria da campagna (53,46 p . 1000), se non fosse per la più gagliard a e fo rte complessione organica in quest'ullima ?

Nè si avrebbe a temere che colla accennala misura, il reclutamento della cavalleria avesse a risentire nocumento; poicliè , anche per altr i rispetti, quella molle e fiacca categoria di linfatici é pure la meno adatta ad un servizio che richiede disinvolta energia e prontezza di risoluzione.

2. Il seguente specchio N. 2, ci rappresenta l'andamento delle malallie otlalmiche in genere, nelle varie a rmi e corpi dell'esercito. Quantunque non ci sia stato possibile sceve-

ARMI

Cavalleria

Artiglieria da campagna.

Fanterìa di Enea.

Slubilimenti di disciplina e pena.

Bersaglìeri .

Distretti . . . .

Compagnie alpine d'istruzione Genio Compagnie operai e veterani da d1 sanità

Arliglieria da fortezza.

.,...(IJ'"':..oa.'O..oso..3c:o o:, 6 e a, e C!> e ,_ :;;· o < :::- 0> e -::l.::,C!> ::?_Q>c,(1)-0(l)::? h:,ì '"c,::,(/l~(t>"-1--- - c.,-ob oc-<t>a>~oa, a> (') ::; (Il p;- (l) o.. (l) a, -· C»f:O(!Ja,'Ogt-1(l) >o..Oi::ro.. e o co D -· o' -o e a, a, 1½ g 3 ~(h - Q) (/J ::,- (JQ Q) !3 (/l - · !e /J) e: <Do o-· (D co ::sa, (/J - o O O t: N -· (J'J ::, ..,_. ::s t"l (1) (/l (') o.. - -· !3 (D O, e, OD;:,>o(l)~a,OOa,'JQOi3 t/J éD !!:. o o p;- ..o ~- ::. r=. ::s -· et> o <f:0!:!_ 0 o e-· <~<P,... É o t:r :::: 8 (l) e, Sl> -· !!:. & r (l) co - · 5· a, (I) C}1 ::s o.. "t:l o .,.. < o p .... 3 e: o o () ::?. 1; o SX> o .(l)Q)(IJ'OS:< _o ::j ~- [ g - e: "t:l 00 ;i· ... N ::;: ::,- e, a, .., 0 O 0 · ,J 'O -· i; o· ::::. òo o ::s o ~Ol o.. t:!"0 ,-(l)'OO..S!Oo.. .-C!> ;i:'. (1) :::,- ii, :JQ o o - g o !!!. :;;· :=: (l) -o e .., 'ò 3 -· a, (;") ::, - (') • Q> !::!. (l) o' -· o e, (1C) :::, {t) § 3 g (D

SULLA OITAL~IA GRAN ULOSA 605

Ciò premesso, il cita to specchio, oltr e di conf,,irmerci la diminuzione progressi va clel mo!'bo, rilevata dall'antecedente quadro, ci dimoi-tra due notevol: falli, cioè: t• che la cavalleria supera di g ran lunga tulle le altre armi e corpi per propor zione di otlalmici;

2' che la diminuzione prog ressiva sopraccen n a ta fu più accentuata in quelle armi <!he, come la cavalleria, l'artiglieria da campagna e le compagnie di disciplina, !>ono piit tra,·ai:tliate dal mor bo.

C he la cavall eria dasse un coslanle preminente tributo alla malattia per eccellenza militare è notissimo, e fin d&l 18,;:,, il colonnello medi co cav. Cerale, nella Rela~ione medica sulle condizioni sanitari.. dell'e"ercito, per l'antecedente anno 187-i, preoccupandosi ragionevolmente del fenomeno, ne ravvisava le cause nel « polve rio l:'Oll e,·ato dai cavalli durante le ma« novre e quello cui danno luo~o durante il lo ro gow rno ; nei vapori acquei che esa lano e rla i polmoni e dalla c ut e « allo rché stanno ril1chiuc.i io scuderia : nelle emanazioni dr Yari gas deleteri (ed io ra rlicolar modo d ell'ammoniacal e)

" provenienti dalle orine e dagl i escreme nti, ecc.; tutte es• sendo cause I e rrnane o ti di o ffesa all'organo visivo» (1).

N on così fu notata la g r and e frequenza della g ranulosi, e colle sue forme piu tenaci e gr·avi, nelle co mpagnie di disciplina, per le quali non può farsi addebito delle suaccenfiate cause comuni. E p~r6 da farsi all'uopo una importante os~ervazione: nelle ;;tee.se compa gnie è notevole la frequenza delle malattie distrofìçhe io genere. e specialmente d e lle aJeniti, della lisr, della :tr anulosi vescicolare. Or queste rMlatLie, pel loro fa cile ricorre re, co sti luiscoro appunto un a rimarchevole caralleristic a della organizzazione degenerata ed anormale, che riscontriamo precisamente n ei delinquenti 2) e fra le stesse com pagnie di disciplina; P questa

( I , •. e, . 1,aiz. IS.

(:!1 li nror. G. Vir~ilio fu uno ùei primi n <limostrare vnloro,ament~ lo stretto r~JIJlorto chP h3nn, 13 (Jaui3 r IP tendenze t'rlminall colle tliate,i morll•»P.

V. l a patot oqi,i àei deli11q11enti, rwtla Ri vis ta delle disctpli11r, carcerarie, nono i888, P Ptu iMia nt e t /ti natura mo r bosa del d,lilto, pubhlic'lta oPllO stP,so anno dall'itlu,tre autore.

._0

1a pare a me più che plausibrle ragione a spiegare il fenomeno. . . . ..

Tutto, adunque. ci conduce a conchmdere, che 11 lmtal1smo, esto elemento notomico degenerativo dell'individuo come ,,u ' tielle razze, costituisce il !'Ostrato organico e lo. base fis,opatolof!ica dell'oftalmia 'I'. È app~n to pe~ •1uesto che la mi"lior e e più rigorosa scelta dei soldat i ha efficace m ente ~oolribuito e meglio potr a ancora contribuire a minorarne la diffusioni>. . . .

3. un altro non meno interessante 01dm1> d1 considerazioni ci suggerisce I' e•ame dello specchio n. 3, i l_quale: compilato co m e i precedenti. e non sen za qualche fatica. sui dati ufficiali delle ra ggua rd eYoli relazioni medico- statis tiche nnuali dell'ispettorato dr iaanilà militare, registra i curali ;er oftal mia g ranulosa n elle infermerie e negli speda!~ militari durante il quindicennio iR7-i- 8K Scopo prefbsom1 era q uello di riirarre il vario dominio ~el morb? nei_ maggiori presidi, 11 che r1esci\'a Yeramente 1mposs1brle, visto ~ome sono redatte quelle st ati slirhe, o consideralo che ad ogm slabrlimenlo militare di cura conYeogono pure i maia li dei presidi viciniori. Perciò, anziché rapportare la spedalità, per lo specialP- titolo che ci occupa, ottenuta in cifre sicuramente esatte. a ll8 forza dPi r ispettivi presid i, che sarebbe un iato variabile ed impr opr io, 110 preferito ra gguagliurla al movimento stesso totale dei luoghi di cura, movimento che deve necessariamente ra pp resent~re la m orbosità d1 tutta quella zona di presi Ji, i quali \ersano i propri ammalati in o!!n i singolo stabilimento spedaliero. Operand o in tal modo entriamo in più razion ali termini di confronto; e se l'indice della morbosila oftalmica risultante non si rife risce so!ta nto

(1) Si capi,ce che un vioteolo ratatro e piu :mcora la l,IPnorrca della con"innll\a comunque in,orle, po,:-auo immeiliat.am.?ote r,ro,·ocarP e ,lal>1hrP uua :·era ,zr;oulosi in ,1 ualun,1ue occh io e con qualuoq1w cosliluzione in1liv1duale: ma le causi' irrita.live comuni e •1oetl, rarlicolarmentP cr11• oper ,no pel soldato forse anche rmoculazione cli uu deùolé contagio, danno origine al morbo solo 0 in individui linfatici e scrofolosi, s1crome d'altron,lt: ru sempre riconosciuto dai pntiei ed t, hellamenta giustilìeato daliP ronoscenze i,tùioi:1rhe, chP_ ora poss,•Jiamo sulla tes,itura delta congiuntiva ~ana o j.'ia all<>rata 11a Oogo,1.

SPF.Cç 810 l'i. 3.

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