TOSHIO MIYAKE
Nazionalismi pop nel Giappone contemporaneo: dal revisionismo storico all’antropomorfismo moe delle nazioni
Introduzione: nazionalismi pop, J-culture e media mix1 Sin dal successo editoriale del manga revisionista Sensōron 戦争論 (Teorie sulla guerra, 1998) di Kobayashi Yoshinori (1953), le culture popolari sono diventate oggetto di un’attenzione crescente che sconfina con il dibattito acceso nei confronti della storia, dei giovani e soprattutto dell’identità nazionale. Tuttavia, mentre la discussione pubblica sul revisionismo storico e sui testi scolastici è condizionata da un’interpretazione in gran parte politico-ideologica sia del passato che del presente, alcuni commentatori hanno iniziato a porre l’attenzione sul radicale cambiamento in atto fra le nuove generazioni riguardo al modo stesso di esperire se stessi e la propria nazione come una “comunità politica immaginata”;2 un modo post-ideologico o post-moderno sempre più estraneo o indifferente alla dialettica del vero/falso o del giusto/sbagliato, che continua invece ad accomunare revisionisti, progressisti e istituzioni statali. Il presente saggio intende esplorare questa trasformazione in corso verso forme emergenti di “nazionalismi pop” che hanno fatto della J-culture, la galassia transmediale di manga, anime, videogiochi, character design, subculture giovanili, ecc., un’arena emergente per la ri-definizione del nuovo ‘Giappone’.3 In altre parole, le culture popolari si pongono dagli anni Novanta del secolo scorso come ambito strategico in cui la negoziazione sul passato, presente e futuro della nazione avviene attraverso l’intersezione fluida di nuove egemonie, sia dall’ “alto” che dal “basso”, disseminate e riannodate lungo i circuiti del nuovo media mix nipponico: The “media mix” is a popular and industry term [in Japan] that refers to the practice of releasing interconnected products for a wide range of media “platforms” (animation, comics, video games, theatrical films, soundtracks) and commodity types (cell phone straps, T-shirts, bags, figurines, and so on). It is a state of what we might call the “serial interconnection of media-commodities” 1
La prima versione di questo studio è stata pubblicata con il titolo “Quando la storia diventa sexy: dal revisionismo storico all’antropomorfismo moe delle nazioni”, in Marco Del Bene, Noemi Lanna, Toshio Miyake, Andrea Revelant, Il Giappone moderno e contemporaneo: Stato, media, processi identitari, I libri di Emil-Odoya University Express, Bologna 2012, pp. 237-55. 2 Benedict Anderson, Comunità immaginate. Origini e fortuna dei nazionalismi, Roma, Manifestolibri 2000 (I ed. 1983). 3 Per l’impiego dell’idea di “pop nationalism” per analizzare Sensōron di Kobayashi si veda Rumi Sakamoto, “Will you go to war? Or will you stop being Japanese? Nationalism and History in Kobayashi Yoshinori’s Sensoron”, Japan Focus, January, 2008 (www.japanfocus.org/-Rumi-SAKAMOTO/2632).