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3.3. Sacerdoti arrestati e internati
Qualche mese dopo, a giugno, si tenne il processo, che si concluse con l’assoluzione dell’imputato per insussistenza del reato, come d’altronde era già accaduto ai sacerdoti di cui si è scritto in precedenza. Dopo la vicenda, don Kruszynskj tornò a Ballò per qualche anno, facendo successivamente rientro in Polonia nel 1921.
3.3. Sacerdoti arrestati e internati
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Le sorti di altri parroci che vennero denunciati e incarcerati con l’accusa di disfattismo furono peggiori; l’internamento, a cui alcuni di essi andarono incontro, era infatti uno dei provvedimenti maggiormente punitivi e lesivi delle libertà individuali previsti dalla legislazione di guerra.
Con la svolta repressiva avvenuta dopo Caporetto, l’internamento venne spesso attuato per motivi politici, poiché permetteva di «allontanare le persone “sospette” o “di sentimenti ostili alla causa nazionale” sia dal territorio delle operazioni che dai centri cittadini»58 . Va inoltre ricordato che questo provvedimento «non richiedeva nessuna prova di colpevolezza e poteva essere attuato dai prefetti o dai comandi militari senza che la magistratura ne fosse coinvolta»59 . Infatti, attraverso un decreto luogotenenziale datato al 6 marzo 1918, venne attribuita anche ai prefetti la facoltà di espellere i cittadini ritenuti potenzialmente pericolosi e internarli, «anticipando una pratica che il fascismo avrebbe perfezionato con il confino»60 .
Il sospetto poteva dunque diventare – come sarà poi nel regime fascista – la principale giustificazione per proporre l’internamento di una persona. Già con il precedente decreto Sacchi, comunque, «non
58 Giovanna Procacci, La società come una caserma. La svolta repressiva degli anni di guerra, in La violenza contro la popolazione civile nella grande guerra. Deportati, profughi, internati, a cura di Bruna Bianchi, Milano, UNICOPLI, 2006. p. 204. 59 Ibidem. 60 Giovanna Procacci, Le limitazioni dei diritti di libertà nello stato liberale : il Piano di Difesa (1904-1935), l’internamento dei cittadini nemici e la lotta ai «nemici interni» (1915-1918), in «Quaderni fiorentini. Per la storia del pensiero giuridico moderno», n. 38 Tomo 1 (2009), p. 645.