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FORTLFrCAZIONE BASTIONATA URBANA

est della propaggine grande dell ' atrio , si può accedere al vano avente l'ingresso rivolto verso sud. Da qui attraverso una scala a due rampe ... s i giunge ad un pianerottolo abbastanza ampio. Subito scorgiamo due aperture: una s ulla destra e l'altra di fronte. La prima immette in un vano ammezzato ... [la seconda] inunette s u di una passe rella in fe1To che conduce a ll o s palto di mezzogiorno, su cui s i notano, quasi intatti , gU alloggiamenti dei vecchi cannoni ... [I due piani] erano muniti di circa quaranta bocche da fuoco , disposte s u un considerevole perimetro di circa 290 metri " 11 °")

Quanto a Forte Vitt01ia: " appare un po' più manomesso del forte Garzia. Presenta all'esterno le stesse st rutture del fo1te Garzia lal quale] è unito da una s tretta fascia di te,n. È munito di due ingressi a sesto riba ssa to praticati s ulla parete sud, che misura ben quarantadue metri di lunghe zza; sono stati resi impraticabili come quello ... del fo1te Garzia, però so no visibili i collegamenti con l ' interno al quale è possibile accedere attraverso l'ingresso con androne praticato s ulla parete ovest. La pianta è meno a1ticolata ... 11 piano terreno consta di venti vani di cui alcuni sono stati adibiti a cucina e servizi, altri a magazzini ed uno a cappella ... non vi sono aperture che dai vani guardano verso l'este rno. Il cortile, nel cui centro si nota un puteale rives tito di intonaco scorticato da cui appaiono alcuni conci di arenaria ... Una scala sul lat o est del cortile ed un 'a ltra praticata nell 'a ndrone di ingresso immettono al p1imo piano, in cui esistono ben trenta vani opportunamente dispo sti e disimpegnati e muniti di finestre che guardano su tutti i lati del porto megare se . Detti vani sono di epoca a lqu anto recente ..." <105J

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In conclusione i: " ... Forti Vittoria e Garz ia che sorgono presso il massimo diametro del Porto a 400 metri dalla sua sponda nord, sono costruiti ad angoli rientranti e saglienti; si d(fendono tra Loro, ed incrociano i fuochi con la Cittadella distante 1400 metri e col forte Torre di Avalos distante da essi 1.800 m. Essi forti son rilevati dal mare m. 9; offrono un dupplicato ordine di fuochi, e possono contenere più di 60 bocche da fuoco. Racchiudono tutti i comodi per 500 uomini sotto volte alla prova, le relative riserve, cisterne ed altro ... " (1061 •

Fatto sa lvo l 'ap porto della Torre di Avalos , che sarebbe stata edificata di lì a breve, le due razionali fortificazioni ridussero notevolmente la vulnerabilità del porto di Augusta.

Torre d 'Avalos

Come accennato appena tre anni dopo la cos tru zio ne dei forti Garzia e Vittoria, si intraprese pure quella della cosiddetta Torre di Avalos, in realtà un altro grosso forte cooperante con i precedenti alla chius ura del porto d ' Augusta.

Promotore dell'iniziativa que sta volta fu un altro viceré di Sicilia don Francesco Ferdinando d'Avalos, marchese di Pescara, sebbe ne appaia estremame nt e verosimile che l'idea sia praticamente contemporanea agli altri due. Nonostante ciò il criterio informatore e la connotazione architettonica risultano notevolmente diversi, con l'adozione di un singo lare innesto dei due se mibas tioni bastioni ad un corpo cilindrico.

In particolare: " il Forte Avalos (10 7 > alla dritta della bocca de l porto espone ai legni un fronte curvo a 2/3 di cerchio, e verso la cinta s ud della città un fronte bast ionato ; esso è lontano dalla detta cinta 1.240 m. e dalla toITe della penisola di Magni se, posta sulla si ni strn della citata bocca , 3.650; è rilevato dal mare m 9, può ricevere presentemente circa 20 pezzi di a11iglieria, parte in casematte e parte sco perti ed ha uno s piazzo per le corri spondenti riserve ed alloggi. Esso era a doppio ordine di fuochi casamattati; nel 1823 soggiac que all'esplosione della polveriera che ne fece saltare la metà dal lato del porto, e poi s i riparò ad un piano per pezzi da costa sco perti" 11081 •

La puntuale descrizione può, tuttavia , ingenerare qualche dubbio sulla logica operativa del forte q uando la relaziona alla to1Te dj Magnisi, che in realtà venne e dificata ben due secoli e mezzo dopo, per iniziativa e s u prog etto ingl ese , trattando si infatti di una delle rare Torri Martello e re tt e in Sicilia per dife nder e l ' iso la dai pav e ntati attaccru dei murattiani duran te il d ece nnio francese.

I57 Torre di Magni si. ved ut a aerea.

Scendendo ulte riorm e nt e in d e tta gl io è evide nte che la fortificazione occupa un a ltro scog lio, forse più esattamente un ' altra secca: " ... e d ha una pianta circola re di c ui un settore , pari ad un quinto circa dell ' intera area, è rimasto non cos truito. Questo settore g uarda il nord e costituisce l'atrio d'in g re sso . .. [all' e poca] accessibile solo d a mare...

Dall' atrio, il c ui piano di calpestio è a qualche m etro dal livello d e l m are , non è poss ibil e g uardare l'imboccatura del porto, a ca u sa dell'altezza dell e pareti della fortificazione. Dal l a to nord- es t del! ' atrio s i diparte, prote ndendo s i nel mare, l a pianta acuminata di uno sperone, sicch é s i può ritenere che l'ingre sso non fosse così ampio e d indifeso come oggi appare. Guar- dando d a l l'i nterno dell' alrio ve r so s ud -es t si nota la b as tion a tura aggettante in cui è praticata una apertura c he co ndu ceva ad un a delle a ntich e polveriere. Sulla parete est si not a la lapid e marm o rea che ricorda la costruzione della fortezza ad opera di B e naviùe s, so rmontata dallo s temma del viceré

Sulla parete rivo lta ad est sono praticati tre gradini che immettono in un pianerottolo da cui si diparte una sca la che vo lge lieveme nte a ve ntaglio verso s ud -oves t e conduc e ad una terrazza [questal altro non era che un sec ondo cortile inte rno dal quale si accede alla parte c o p e rta della fortificazione, attraverso due aperture che immettevano , una ne lla zona s ud e l'altra nella zona nord. Qu es ta attualmente è diruta e non si scorge c he il rud ere di un bast ion e alla c ui es tremità nord è vis ibile lo sg uancio di una cannonjera in casamatta.

Sul lato sud un ampio arco a tutto ses to co n mod anature in pietra are na1ia p erm e tt e di acc e d e re al corpo

CAZ!ONE B AST IO NATA URBANA

non diruto della fortificazione sulla zona sud-sud-est. Passando sotto l'arco si accede ad un corridoio con vo lta reale a botte , o r ienta t o di sg himb escio ve rso s ud -est, ne lle c ui p areti sono praticate le porte di accesso ai dieci va ni sfugg iti a lla devastazione [ciascuno dil lunghezza di m. 7 ed una larg hezza, in prossimit à dei ri s pe tt i vi ingressi, di m. 2 che man mano diviene più ampia... fino a raggiungere ... m. 3 . In ogni vano sulla parete esterna, il cui spessore è di m. 2, è praticata un a a pert ura a s trombo , il che significa c he detti l ocal i era no ad ibiti a case m a lt e ... [forse] spingarde o ... colubrine data l a maneggevolezza con c ui potevano ado pe rarsi ...

Sul lat o di l eva nt e d e lla te rr azza è praticata una sca l a coperta, a due ramp e ... [il tut to con l l'impronta inconfondibil e del g usto s pa g nuol o ..." t 1091 •

U n' ultima se ri e di a nnota zio ni c irca l' effettivo stato di servizio delle s udd ette fo rt ificazioni a questo punto s i imp one non esse ndo affatto l a solita tranquilla quiescenza tipica della st ra gra nde maggioranza dell e s tesse , che o ttennero s olo con la presenza l'esito inte rdittiv o ric ercato . P e r i for1i di A ug u sta, invece , i primi ri scon tri positivi si r eg is tran o tra il 15 85 ed il 1594 , a llorqu ando alc un e incursioni barbaresche cont ro l a c itt à ve ngo no frustrate con se n s ibili perdite. sp ec ial me nte l'ultima, d a] fuo co de i forti. Pe r null a pos iti vo, in vece, il ruolo svo lto c irca un seco l o dopo , per l' esa ttezza ne l 1675. contro un 'az ion e dell a s qu adra francese di ben 65 unità tra vasce ll i e ga le re al comando d e l duca di Vivonne 111<n . L a facilità con l a quale l a torre di Ava l os vie ne presa se mbra acc red itare tacitam e nte l 'i potes i di tradimento de l s uo co mandante che, infatti, poco dopo finirà g iu sti z i ato a Milazzo.

Nono s tante i contrattacchi s pag n o l i , i F ranc es i si tratten-anno in Augusta per qu asi tre anni. Al m o m e nt o di abbandonar l a, dopo averla sacc hegg iat a e depre d a ta, provoc h eranno anche l' esp los i o ne de lla pol ve1i era della torre di Ava lo s con conseg ue nti grav i danni. Res taur a ta ne l tri e nni o s ucc ess ivo, in maniera alq uanto semp l ificata: " ...avrà tuttavia breve v ita, ven e ndo de molit a dal di sastroso teITemoto del gennaio 1693 ... " 11 11 •

R ico s truita in qualche modo, a l pari degli altri due forti, vide rapidamente contrars i il s uo ruolo in ragione inversa del pote nz ia rsi dei mezzi d" at tacco . Nella breve parentesi di s ovranità piemontes e, avviatasi ne l 1714 , i tecnic i di Vittorio Emanuele di Savoia per tentare di recuperarne la va lidi tà ne vag li eranno pre li minarmente il grave s tato di i nefficie nza. Ma il ritorno della Sicilia nella sfera s pagnola non con s entì di apportare a lc un rimedio .

I bas ti o ni di A ug usta

Sul finire de l ' 500, perd urando nono s tante la vittor ia di Lepa nt o la m i nacc ia turca s i tornò ad esaminare l a possibilità di trasfom1are la città di Augusta in una vera piazzaforte maTittima , essendo peraltro venuta meno l a gravi ss im a espos izione de ll a rada dopo l'entrata in servizio dei tre forti. Un autorevo le ava ll o a l riguardo fu es presso, g i à a l t ramonto de l XV I secolo , dallo s tim at issimo in gegnere Tibu rzio Spanocchi ( I Il> in questi termi ni: " il mio parere circa questo part icolare lu ogo è di trovarci di fronte indubbiamente ad un o dei più sign ific at i vi d e ll'intero Regno, degno pertanto di veni r fo rti ficato accuratamente , avval endosi d i di vers i progetti. Pur rep utand o per diretta esperienza il porto di M ess in a e la c itt à stessa di s up er io re ril evanza, riten go co n ve niente procedere alla ri qualifi caz io ne d e ll e di fese di Augusta, s ia per meglio proteggerne l a popolazione, sia per fru s trare qual s ia s i tentativo ne mi co di in se di arvic isi , sia infine pe r salvag ua rdarne i l ma g nifi co porto. Scendendo in dettaglio, sarei dell'avviso di at tuare quanto illustrato ne l g rafi co a ll egato . ovvero di racchiudere la parte somm it ale de ll ' intera pe ni so l a, co n la c ittadin a e le sue vecc hi e mura, in una cerchia bastionata, escl ud e ndon e la s ua zo na terminal e fino a ll a torre di Ava los .

Prospiciente questo spaz io , per esse re impr aticabi le a ll e batter ie e d o min a to dalla torre, mi limiterei ad un fronte g uarnito da due me zzi bastioni a ll e es tre mit à ed uno co mpl e to in posizione assiale. Qu esti sare bb ero di [ media grandezza, alti solo 4 canne, e quand'anche privi di fossato, non dovendo fronteggiare minacce di batterie nemiche, né di scavi per mine per la natura rocciosa del sito, sarebbero pienamente sufficienti.

Venendo alla cerchia che costeggerà i bordi della penisola, potrà strutturarsi tramite una semplice muraglia di 6 o 7 palmi di spessore, priva di scarpa e dotata di ton-ette aggettanti di almeno 2 canne, alla maniera antica, con interassi non eccedenti le 80. Per tutto il perimetro di questa murazione si imporrà il ricorso a contrafforti di circa 10 palmi di larghezza per 4 di spessore ad intervalli di 18, sostenenti volte destinate a camminamento, dell'identico tipo di quelle prospettate per Catania e Messina. Ritrovandosi però la sezione di levante maggiormente esposta alle mareggiate, ritengo utile incrementare lo spessore della cortina, munendola di una scarpa di almeno sei palmi di altezza ed altrettanti di cacciata, completamente di salda muratura: al di sopra di questa fino alla normale quota continuerà pe1fettamente a piombo.

Nella opposta banda, quella che guarda l'interno del porto, occorrerà completarla con un parapetto di 3 palmi di spessore per 6 di altezza, lasciandone l per la retrostante banchina, da eseguirsi conforme alle sezioni di dettaglio. Occorrerà inoltre, di tanto in tanto, costruirvi una scaletta, di I O palmi di larghezza per lo meno, per poter da più parti accedere contemporaneamente al camminamento. Nella tratta di massimo spessore, in particolare verso il nord dove non possono sostare i vascelli, si praticheranno altresì i vani indispensabili al commercio navale, proteggendo I i nella migliore maniera.

Il secondo fronte trasversale, quello verso te1Taferma, mi sembra logico erigerlo laddove la penisola è più stretta, raccordandolo al Castello Vecchio, curando di farne sporgere in mare le estremità di alcune canne, poiché altrimenti riuscirebbe difficile difenderlo con il tiro d'infilata della piazza. Tale ridottissima fronte andrà innalzata di 14 palmi di spessore, con la sua scarpa di 6 di cacciata e di 5 d ' altezza al di sopra del fossato , limitato a questa breve sezione e largo nel centro della fronte tra i due mezzi bastioni 10 canne , e profondo fino al livello del mare. Non sarà molto poiché la ten-a in quel punto è particolan-nente bassa. I suoi contrafforti avranno 1Oo 12 palmi di larghezza e 4 di spessore con il solito interasse di 18; inoltre si farà anche il te1Tapieno di 7 canne di larghezza con la contro-parete interna di rincalzo dotata delle tradizionali scalette.

Fatto quanto esposto la piazza potrà definirsi sicura ed al riparo da qualsiasi minaccia , con il porto assolutamente sorvegliato e protetto. La spesa preventivabile appare modestissima , disponendosi in loco sia delle pietre che della calce e di quant'altro ancora necessiti, in grande abbondanza. Con la realizzazione della descritta opera si affrancherà la derelitta e scarsa popolazione dall'incessante onere della vigilanza costiera, estate ed inverno , non di rado prestata da tutti gli abitanti, come nella scorsa primavera, proprio per essere il loro litorale così vulnerabile" (ID> .

La pe1izia dell'illu s tre tecnico quand'anche condivisa non trovò però seguito concreto. Trascorse così quasi un secolo, finché nel 1671 l'ingegner Grunemberg fu convocato ad Augusta per studiare un possibile progetto di difesa.

In meno di anno la sua nuova proposta di fortificazione della piazza è distintamente elaborata e computata: richiedeva però, come si temeva dall'inizio , una cifra enorme, 125.000 scudi , lontanissima dalle disponibilità. Augusta rimase perciò nelle medesime condizioni di indifendibilità, disgraziatamente dovunque ben note. Nessuna meraviglia, quindi, che appena quattro anni dopo i Francesi, con un'audace colpo di mano, forse favorito dal tradimento del comandante della piazza, come accennato, conquistarono la città istallandovisi per tre anni. Logico ritenere che qualora esistenti le tante sospirate fortificazioni nulla del genere sarebbe potuto accadere: due anni dopo il de Gruneberg è nuovamente ad Augusta per avviare almeno i prodromi della grande opera.

In dettaglio: " .il primo lotto dei lavori nell ' estate del 1680 riguarda il grande sbancamento che , da le-

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